Adorazione_eucaristica_Epifania_del_Signore

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Adorazione eucaristica
Epifania del Signore
6 gennaio 2017
Oggi su di noi splenderà la luce,
perché è nato per noi il Signore;
Dio onnipotente sarà il suo nome,
Principe della Pace,
Padre dell’eternità:
il suo regno non avrà fine.
(Cf Is 9, 2. 6; Lc 1, 33)
Rallegriamoci, esultiamo,
al Signore rendiamo gloria.
sono giunte le nozze dell’Agnello,
la sua sposa è pronta.
Canto
Chiesa santa del Signore
convocata nella carità;
casa posta in cima all’alto monte,
luce radiosa delle genti. Rit.
Preghiera salmodica
G. O Dio, affida al re il tuo diritto,
al figlio di re la tua giustizia;
egli giudichi il tuo popolo secondo giustizia
e i tuoi poveri secondo il diritto.
T. Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra.
Dal Salmo 71 (72)
G. Nei suoi giorni fiorisca il giusto
e abbondi la pace,
finché non si spenga la luna.
E dòmini da mare a mare,
dal fiume sino ai confini della terra.
T. Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra.
G. I re di Tarsis e delle isole portino tributi,
i re di Saba e di Seba offrano doni.
Tutti i re si prostrino a lui,
lo servano tutte le genti.
T. Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra.
G. Perché egli libererà il misero che invoca
e il povero che non trova aiuto.
Abbia pietà del debole e del misero
e salvi la vita dei miseri.
T. Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra.
In ascolto
Mt 2, 1-12
Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi
vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei
Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo».
Breve silenzio
All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme.
Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo
in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è
scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero
l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore
del mio popolo, Israele”».
Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza
il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e
informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere,
perché anch’io venga ad adorarlo».
Breve silenzio
Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li
precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al
vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il
bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono.
Breve silenzio
Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra.
Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro
paese.
Breve silenzio
L.
Singolare avventura quella di cui possiamo leggere il racconto all’inizio
dell’evangelo di Matteo. A dire il vero si tratta di tre manifestazioni, di tre epifanie
del Cristo che la Chiesa celebra congiuntamente in questa festa d’origine orientale: la
visita dei Magi, il battesimo al Giordano, le nozze di Cana. Di queste tre
manifestazioni quella ai Magi ha prevalso nella nostra pietà e nella liturgia
occidentale, poiché il ricordo di tale evento conclude felicemente il ciclo delle
solennità relative alla nascita di Cristo e perché i credenti hanno dovuto oscuramente
sentire che questo cammino sotto la guida della stella rispecchiava la loro storia.
Questa stella che i Magi hanno seguito fino a Gerusalemme aveva brillato nel cielo
pieno di stelle del loro lontano oriente; probabilmente non si distingueva dalle altre
né per la sua luce né per la sua dimensione. Forse era come le altre stelle, eppure era
la stella del Messia. Era una stella sconosciuta, non si era mai vista; se n’erano viste
tante altre, se ne conoscevano tante! Molti videro quella stella nel cielo, pochi vi
fecero attenzione. Tre soli la seguirono, eppure la sua luce risplendeva uguale per
tutti. I tre lasciarono la loro patria, la loro famiglia, affrontarono un viaggio lungo e
pericoloso per seguire quella piccola stella che non avevano acceso, che poteva
scomparire e che forse non era altro che una stella come tante.
Partirono all’avventura come un tempo Abramo, senza sapere dove andare. E
ciò che doveva accadere accadde: la stella, la piccola stella si nascose e i Magi, i tre
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Magi, restarono soli, per strada, lontani dalla loro patria, lontani dalla meta del loro
viaggio. Altri sarebbero ritornati indietro, ma la fede che ardeva nel loro cuore non lo
permetteva.
Questo cammino non conosceva che un'unica direzione: in avanti.
Appartenevano a quei credenti di cui parla la lettera agli Ebrei, quei credenti
che, lasciata la loro patria per rispondere all'appello di Dio, non saprebbero ritornarvi,
poiché aspirano oscuramente a una patria migliore (cf. Eb 11, 15-16).
Rinnegare la stella sarebbe stato un grosso peso per la loro coscienza; grazie ad
essa avevano riconosciuto l’appello di Dio, avevano cominciato a rispondervi, non
potevano più ridiventare come gli altri Magi, quelli che erano rimasti nella loro terra
e che non avevano voluto affrontare il rischio.
Ormai erano segnati con un marchio che li costringeva a salire sempre più in
alto. Continuarono il loro viaggio faticoso senza la stella, un viaggio lungo, in una
terra sconosciuta, fino a Gerusalemme, la città santa, custode della tradizione, dove
avevano qualche opportunità di ricevere nuove indicazioni. Si consultarono i libri, si
trovarono altre informazioni. Per gli altri quei passi della Scrittura restarono in mezzo
ad altri passi come una luce in mezzo ad altre. Erano stati i soli a seguire la stella
apparsa nel lontano oriente, furono i soli beneficiare delle indicazioni profetiche relative alla piccola borgata di Betlemme perché le profezie, come tutti i segni che Dio
invia, sono sempre avvolte di ambiguità e oscurità perché possano esserne illuminati
solo i cuori ben disposti, disponibili e docili al delicato tocco della grazia. ( ... ) I
Magi possono scomparire dalla scena della storia come dalla scena dell'evangelo; il
mondo potrà dimenticarli, la Chiesa conserva per sempre il loro ricordo e venera in
essi il lungo pellegrinaggio dell'umanità verso il suo Dio.
La loro storia è la nostra storia; è la storia del credente che risponde alla
chiamata di Dio che gli giunge in mezzo alla confusione di questo mondo e che,
nonostante le notti dello Spirito che deve attraversare, persevera nel suo cammino.
Dio spesso si nasconde e raramente si svela a quelli che vuole chiamare a suo
servizio, giusto quel tanto per spingerli a un primo passo che dovranno proseguire,
come i Magi, nell’oscurità, nella fedeltà e nella fede, fino all'incontro faccia a faccia.
(J. Goldstain, Harmoniques évangéliques, pp. 39-43.)
Preghiera d’intercessione
G. Con gioia intensa ci rivolgiamo a Dio
che lascia segni luminosi del suo mistero in tutti i tempi e su tutta la terra.
Invochiamo da lui luce per i nostri occhi.
L. Noi ti benediciamo, Signore. T. Noi ti benediciamo, Signore.
L. Signore Dio, tu vuoi che tutti gli uomini e tutte le donne camminino verso la
pienezza della tua luce. Tu non lasci i nostri cieli senza stelle, tu non lasci la nostra
terra senza segni. Ti preghiamo.
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L. Signore Dio, noi ti affidiamo coloro che spesso chiamiamo «lontani dalla fede».
Fa’ che, avvicinando le nostre comunità, non trovino persone spente e immobili,
preoccupate solo di sé o soffocate dalla paura. Ti preghiamo.
L. Signore Dio, le tue vie non sono le nostre vie; tu benedici il tuo Figlio nel luogo
degli ultimi, nelle fila dei peccatori. Tu ci insegni la via dell’umiltà e della semplicità.
Ti preghiamo.
L. Signore Dio, tu sei un Dio che allarga le alleanze e le benedizioni. Nel tuo Figlio
hai dato il segno di una benedizione che è per tutti. Noi ti affidiamo l’umanità intera.
Ti preghiamo.
G. Dilata la nostra visione, Signore Dio.
Non ci succeda di impoverire il nostro orizzonte, di rimpicciolire il tuo mistero.
Tu sei un Dio oltre i nostri confini,
Dio di tutti i popoli oggi e per tutti i secoli dei secoli. T. Amen.
Canto
O Signore nostro Dio
quant'è grande
il tuo nome sulla terra,
sopra i cieli s'innalza,
s'innalza, la tua magnificenza.
Sopra i cieli s'innalza
la tua magnificenza
per bocca dei bimbi e dei lattanti.
Affermi la tua potenza
contro i tuoi avversari
per far tacere i tuoi nemici. Rit.
Benedizione.
Canto di congedo
Adeste fideles
Adeste fideles laeti triumphantes
Venite, venite in Bethlehem:
natum videte regem angelorum.
Venite adoremus, venite adoremus,
venite adoremus Dominum.
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