Giappone

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La situazione in Europa 1870 - 1900
Francia
Durante la guerra franco-prussiana, a Sedan l'esercito francese viene sbaragliato e Napoleone III si consegna ai tedeschi;
nasce a Parigi un governo provvisorio repubblicano presieduto da Léon Gambetta con l'intento di resistere all'invasione
tedesca, che intanto assedia Parigi; la possibile affermazione di forze democratiche e repubblicane suscita ostilità negli
ambienti conservatori francesi e nell'esercito; alcuni reparti si arrendono ai prussiani per non obbedire al nuovo governo
che, impossibilitato a resistere, è costretto a chiedere l'armistizio e a intavolare trattative di pace. Si elegge a suffragio
universale un'Assemblea Nazionale di tendenze conservatrici, che elegge presidente Thiers e inizia a elaborare una
nuova costituzione repubblicana.
Deluse dall'esito politico conservatore e da quello che sembrava a molti un'eccessiva arrendevolezza nei confronti dei
prussiani, le masse popolari parigine 1, nelle quali circolavano in misura crescente idee giacobine, socialiste e
anarchiche, cominciano a entrare in agitazione, fino a quando la Guardia Nazionale, ancora in armi nonostante la fine
della guerra, elegge un comitato centrale contrapposto al governo di Thiers, che si trasferisce a Versailles mentre Parigi
diventa una specie di repubblica autonoma. Dopo il fallimento di una serie di trattative, la Guardia Nazionale rifiuta di
consegnare le armi e proclama una Comune 2 rivoluzionaria, sperando di essere seguita da iniziative analoghe nelle
province e di dar vita a una federazione di municipalità gestite secondo principi socialisti (ma le poche iniziative in tal
senso saranno facilmente represse dal governo di Versailles). La maggioranza delle popolazione parigina rimase passiva
e non partecipò all'esperienza rivoluzionaria, salvo poi scagliarsi contro i comunardi durante la repressione della
Comune).
La municipalità rivoluzionaria, largamente composta da proudhoniani, varò un programma di riforme ispirate a un
programma socialista e a sentimenti anti-borghesi, largamente rimaste però allo stato di affermazione di principi:
creazione di un esercito popolare, elettività di tutti i funzionari, le cui retribuzioni vengono equiparate alla paga di un
operaio, separazione tra Chiesa e Stato, affidamento della gestione delle fabbriche abbandonate dagli industriali a
cooperative operaie, assegnazione degli appartamenti lasciati liberi dai proprietari fuggiti da Parigi, sospensione per
legge degli affitti e dei debiti a carico di famiglie di operai, artigiani e piccoli negozianti, gratuità e obbligatorietà
dell'istruzione, soppressione delle discriminazioni tra figli legittimi e naturali e tra donne sposate e conviventi,
legislazione a protezione del lavoro, adozione della bandiera rossa rivoluzionaria. Considerazioni di opportunità e di
cautela indussero a non modificare la durata della giornata lavorativa o a nazionalizzare le imprese private.
Forte del rientro di 60.000 soldati prigionieri dei prussiani, anch'essi interessati a porre fine all'esperienza
rivoluzionaria, il governo Thiers scatenò una sanguinosissima repressione affidata al generale Mac-Mahon (settimana di
sangue, 30.000 esecuzioni).
Nel 1875 entro in vigore la nuova Costituzione della Terza Repubblica, a suffragio universale.
Durante la Terza Repubblica, solido sviluppo economico e capitalistico; laicizzazione della scuola pubblica e gratuita,
largamente ispirata a ideali nazionali e patriottici; facendo leva sul diffuso sentimento di revanscismo antitedesco, la
destra cercò di modificare in senso apertamente autoritario l'assetto repubblicano, ritenuto troppo debole sul piano
internazionale, fino al fallito colpo di Stato del generale Boulanger. Le istituzioni tuttavia tennero, consolidate anche dal
nuovo atteggiamento dei cattolici, in seguito alle indicazioni di Leone XIII, nonostante il riaccendersi della pressione da
parte della destra autoritaria, culminata nel 1894 nel caso Dreyfus, in cui il nazionalismo razzista e antisemita delle
forze raccolte attorno all'Action française si colorò di forti tinte antidemocratiche.
Germania
La politica interna ed estera di Bismarck, cancelliere (del regno di Prussia e poi del II Reich) dal 1862 al 1890
Sul piano estero: unificazione dell'area tedesca sotto l'egemonia prussiana, scalzando il ruolo dell'Austria (con la guerra
austro-prussiana del 1866, conclusasi con la pace di Praga, e il trionfo di prestigio militare che ne seguì, Bismarck
ottiene la saldatura di una inedita alleanza tra borghesia capitalistica e Junker latifondisti, ma soprattutto lo scioglimento
della Confederazione germanica e la costituzione della Confederazione della Germania del Nord, presieduta dal re di
Prussia; con la vittoria nella guerra franco-prussiana del 1870, conclusasi con la pace di Francoforte, che assicurò alla
Germania l'Alsazia e la Lorena, i principi tedeschi proclamano la costituzione di un impero federale germanico (II
Reich), conferendo la corona al re di Prussia.
aspirazione all'egemonia sul continente europeo, rete di alleanze per isolare Francia e ingabbiare revanscismo francese
(patto dei tre imperatori 1873, con Austria e Russia; duplice austro-tedesca 1979, poi trasformatasi in Triplice alleanza
nel 1882 quando entrò a farne parte l'Italia 3 per reagire all'occupazione francese della Tunisia (1881); venuto meno il
1
Accanto alla maggioranza di operai e artigiani, il malcontento coinvolgeva anche impiegati, commercianti e alcuni
intellettuali.
2
Reagendo al centralismo statale tipico delle monarchie assolute, l'assunzione di poteri politici da parte di istituzioni
locali amministrative sentite come diretta espressione delle istanze popolari continuava una tendenza affermatasi
durante la rivoluzione dell'89.
3
La svolta mutò la politica estera italiana, fino ad allora molto cauta e improntata a rapporti di amicizia con Francia e
Gran Bretagna; la triplice, avversata dagli irredentisti antiaustriaci, aveva infatti nelle intenzioni di Bismarck una chiara
funzione antifrancese.
Patto dei tre imperatori, per l'aggravarsi della rivalità austro-russa nei Balcani, nel 1887 stipulò con la Russia il Patto di
controassicurazione e con l'Austria strinse vincoli più stretti in occasione del primo rinnovo della Triplice), buoni
rapporti con Inghilterra impongono rinuncia competizioni coloniali
Sul piano interno: autoritarismo, ma riforme sociali progressiste a vantaggio lavoratori per contrastare diffusione
socialismo. Subito dopo l'unificazione, scatena il Kulturkampf contro l'ostilità del partito cattolico di centro, insofferente
della subordinazione prussiana. La presenza di un Parlamento eletto a suffragio universale maschile non mitiga
l'autoritarismo conservatore del potere (fondato, più che sul consenso popolare, sull'alleanza di junker e industriali
favorita dallo stesso Bismarck all'insegna della modernizzazione tecnocratica) e l'egemonia politica e culturale della
Prussia, imbevuta di nazionalismo e di militarismo.
Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord
Età vittoriana 1848 - 1886
Alternanza di governi liberali e conservatori, entrambi impegnati in politiche di riforma: Benjamin Disraeli introdusse
un ampliamento del suffragio, riconobbe la legittimità dei picchetti in caso di scioperi; William Gladstone realizzò un
miglioramento del sistema scolastico, un ulteriore ampliamento del sistema elettorale, il riconoscimento delle Trade
Unions, la segretezza del voto, la pubblicità dei concorsi contro il monopolio aristocratico (fallì però nel tentativo di
concedere l'autogoverno agli irlandesi).
Verso la fine del secolo la spinta riformistica si attenuò, anche in conseguenza della lenta decadenza economica del
regno Unito, incalzato dalla concorrenza tedesca e statunitense. Le difficoltà inasprirono i rapporti tra capitale e lavoro,
accelerando la nascita del partito laburista (1893, ma rifondato nel 1906). Nel 1884 era nata la Fabian Society, ispirata a
un socialismo moderato e gradualista
Sviluppo dell'imperialismo, anche come consapevole sfogo delle crescenti tensioni sociali, fino ad assurgere a vera e
propria ideologia nazionale (Kipling, Carlyle).
Impero austro-ungarico
Con l'Ausgleich (compromesso) del 1867 nasce la Duplice monarchia austro-ungherese: sdoppiamento dell'impero in
due metà, ciascuna con un proprio governo e un proprio parlamento (restano in comune il sovrano, il ministero della
guerra e il ministero delle finanze).
Russia
Guerra contro la Turchia nel 1877; la pace di Santo Stefano (v. cartina p. 1073) assicura alla Russia una posizione
influente sull'intera penisola balcanica ma mette a dura prova il patto dei tre imperatori e desta la preoccupazioni della
Gran Bretagna. Per allentare la tensione, nel 1878 la Germania promuove a Berlino un congresso internazionale con cui
si annullano quasi tutti i vantaggi conseguiti dalla Russia, si riconosce un ruolo all'Austria (amministrazione della
Bosnia-Erzegovina), motivo però di futura rivalità con la Serbia; la Gran Bretagna coglie intanto l'opportunità per farsi
cedere Cipro dalla Turchia. L'insoddisfazione della Russia impedì il rinnovo del patto dei tre imperatori.
Stati Uniti
Negli Stati Uniti prosegue la colonizzazione dei selvaggi territori dell’Ovest, che vengono strappati con la forza agli
indigeni nativi, e si compie a ritmi accelerati un poderoso processo di capitalismo industriale. Alle metà del secolo
appare evidente lo squilibrio e la progressiva divergenza d’interessi tra un Sud agricolo e liberoscambista, caratterizzato
dalle estese piantagioni di cotone e tabacco controllate dall’aristocrazia fondiaria e che fanno largo uso di manodopera
schiavile, e un Nord largamente industrializzato e protezionista, in cui la schiavitù è assente e prevale un’opinione
pubblica protezionista. I due sistemi economico-sociali si fronteggiano e si scontrano in merito alla eventuale
introduzione della schiavitù nei territori dell’Ovest che via via vengono conquistati. Dopo una serie di compromessi,
che non risolvono il contrasto, l’elezione a presidente del Abrahan Lincoln, noto abolizionista, fa precipitare la
situazione: nel 1861, 11 Stati del Sud (Texas, Arkansas, Louisiana, Mississippi, Tennessee, Alabama, Georgia, Florida,
Virginia, North Carolina, South Carolina) formano gli Stati Confederati d’America e proclamano la secessione, dando
inizio alla guerra civile.
La guerra fu combattuta dal Nord all’insegna di una crociata morale per l’abolizione della schiavitù ma, come si è visto,
dietro questo motivo — di per sé importante — si agitavano ben più complessi conflitti di natura socio-economica.
Dopo una serie di successi iniziali, le truppe del Sud cominciarono a essere messe alle strette dalla maggior forza
industriale e finanziaria della macchina bellica del Nord, fino alla resa senza condizioni del 1865.
Sotto la guida del Nord, gli Stati Uniti si avviarono a diventare una potenza industriale di prima grandezza, mentre il
Sud perse progressivamente peso politico ed economico, anche a causa della concorrenza del cotone e del tabacco
prodotti in Egitto e in India, sotto dominio inglese.
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