Psicologia

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A lfabeto
5
della
P sicologia
A cura di Maria Grazia Lentini *
Le Allucinazioni
I
l termine allucinazione si riferisce a qualsiasi esperienza psicologica interna che porta
un soggetto a comportarsi come se provasse una sensazione o una percezione, mentre
le condizioni esterne normali di questa sensazione o di questa percezione non sono
realizzate. Le allucinazioni possono manifestarsi in tutti i campi dell'attività sensoriale, si
hanno così delle allucinazioni visive, acustiche, olfattive, gustative, cinestetiche, della
sensibilità generale, genitali ed infine multisensoriali.
Quando le allucinazioni sono ridotte ad impressioni indifferenziate (macchie, ronzìì, ecc.)
sono dette elementari, quando si riferiscono ad oggetti precisi (persone, animali, parole,
brani musicali) sono dette complesse. Spesso le allucinazioni provocano comportamenti
evidenti: il malato sfugge da nemici minacciosi, si protegge da animali feroci, risponde a
voci immaginarie.
Nell'ambito diagnostico bisogna considerare che l'esperienza vissuta dal paziente è assai
diversificata: in alcuni è del tutto simile alla percezione provata da una persone "normale"
(questa è chiamata estesia), in altri casi assume l'aspetto di un fenomeno strano, originale,
in cui i termini "io vedo, io sento, io provo" sono usati approssimativamente, non avendo alcun termine comune rapportabile.
L'allucinazione quindi non può essere studiata isolatamente in sè, come un sintomo elementare, ma deve essere sempre considerata
alla luce del suo contesto clinico. Uno stato allucinatorio acuto è spesso sintomatico di una psicosa ansiosa e reattiva: infatti tutti gli
stati ansiosi di una certa gravità possono accompagnarsi a piccole manifestazioni allucinatorie incostanti e di breve durata. Le psicosi
allucinatorie possono essere quindi acute o croniche.
L’Amnesia
P
er amnesia si intende l'incapacità di rievocare passate esperienze, in genere con conseguente perturbamento del comportamento,
che si può manifestare nei disordini mentali, a seconda delle cause che l'hanno prodotta con possibilità di totale o parziale recupero.
L'amnesia può svilupparsi in maniera acuta, come avviene in seguito a traumi cranici e a gravissime emozioni, o con andamento subacuto, come avviene in alcune forme di schizofrenia, nella paralisi progressiva e nelle psicosi senili.
Si parla comunemente di amnesia retroattiva quando la perdita della memoria riguarda eventi anteriori al trauma o all'instaurarsi del
processo patologico; quando invece riguarda eventi successivi a questi si parla di amnesia anterograda. Dal punto di vista psicodinamico
si ammette che un certo grado di amnesia esista anche nelle persone "normali" e viene
collegato al meccanismo di difesa detto rimozione. In questo caso il periodo maggiormente
colpito dall'amnesia è quello infantile. L'amnesia emotiva è la perdita della memoria, non
legata a lesione fisica, che in genere si instaura in maniera acuta in seguito ad un'emozione
molto grave (trauma, perdita delle persone care, ecc.). Può assumere forme particolari,
selettive, in genere restringendosi alle circostanze riguardanti l'evento terrificante.
Nei casi più gravi il paziente dimentica gran parte del suo passato e la sua stessa identità
personale. Può tuttavia valersi ancora di un certo numero di ricordi e di abitudini, per una
vita sociale molto limitata. Si nota in queste forme la coesistenza di sintomi nevrotici che
costituiscono un importante supporto diagnostico; esse possono scomparire rapidamente
come rapidamente si sono instaurate. Il superamento dell'amnesia emotiva può essere
favorito da interventi psicologici finalizzati al riconoscimento e al superamento del trauma
originale.
L'amnesia emotiva in ambito psicoanalitico è stata considerata come meccanismo di difesa
contro l'ansia che ha come modello la rimozione.
* Psicologa - Psicoterapeuta
pugliasalute
- trentasei -
settembre 2006
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