Il trasformista - Unterwegs

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Il trasformista
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Una volta all’anno Michael Gsell cambia identità.
Nel tempo libero l’addetto all’assegnazione del
personale si dedica anima e corpo alla
recitazione filodrammatica.Una volta all’anno
Michael Gsell cambia identità. Nel tempo libero
l’addetto all’assegnazione del personale si dedica
anima e corpo alla recitazione filodrammatica.
Franziska Frey
https://dima.sbb.ch/inviaggio/articolo/50253/il­trasformista ­
10.06.2017
1/8 «Che fine ha fatto l’ispettore?», rimbomba una voce dal palcoscenico. Sorpreso, Michael Gsell (34 anni) si alza di scatto
dalla sedia e si precipita in avanti. L’opera del gruppo teatrale «Spielleute von Seldwyla» appare ancora un po’
scoordinata, cosa che non stupisce più di tanto: dopo le prove nell’angusta saletta, oggi è la prima volta che gli attori
calcano il palco su cui si terrà la rappresentazione. Gli attori dilettanti devono ancora abituarsi ai diversi spazi. Non
resta molto tempo: il 5 maggio si terrà la prima de «La morte nel villaggio». Un importante traguardo a cui Michael
Gsell guarda con una certa tranquillità: per lui, dopo l’intenso periodo di prove, è bello portare finalmente l’opera sul
palcoscenico. «Un po’ di adrenalina fa parte del gioco, ma per fortuna non sono uno che si fa prendere dall’ansia da
prestazione.»
Franziska Frey
https://dima.sbb.ch/inviaggio/articolo/50253/il­trasformista ­
10.06.2017
2/8 Galeotti un bicchiere di vino e una grappa
A Michael Gsell luccicano gli occhi quando racconta della recitazione teatrale. Si percepisce che ci mette anima e
cuore. Ma come gli è nata questa passione? «Mi sono lasciato convincere dal padre della mia ragazza di allora a
sostituire un attore che aveva avuto un contrattempo», racconta Gsell. Il bicchiere di vino e la grappa bevuti prima
hanno fatto sì che non opponesse troppa resistenza. E così, inaspettatamente, dall’oggi al domani si è ritrovato su un
palcoscenico ed è stato rapidamente contagiato dal virus del teatro. Nel frattempo è l’undicesima stagione che Gsell
recita in un’opera.
Sui tacchi alti con più disinvoltura di alcune donne
Ma cosa lo affascina del teatro? Come spiega Gsell, che lavora a Oberwinterthur come addetto all’assegnazione del
personale presso il Centro di manutenzione per i veicoli del traffico regionale della Svizzera orientale, nella quotidianità
è un tipo che passa abbastanza inosservato, che non ama stare al centro dell’attenzione. «A maggior ragione, ogni tanto
mi diverte interpretare una persona completamente diversa.» Cosa che sul palcoscenico ha già fatto, nel vero senso
della parola: nell’opera «A qualcuno piace caldo», sebbene non abbia interpretato la Monroe, ha vestito i panni di un
musicista che, travestendosi da donna e indossando il micidiale tacco dieci, s’infiltra in un gruppo musicale al
femminile. «Mi è stato detto che sui tacchi alti mi muovo con più eleganza di qualche donna», afferma con un ghigno
furbo.
Ma finora è un altro il ruolo che l’ha messo maggiormente alla prova. In «Holzers Peepshow» Gsell si è spinto ai limiti
delle proprie capacità interpretando il figlio di una povera famiglia di contadini. Allo stesso tempo questa parte gli ha
lasciato un segno indelebile nel cuore: «Eravamo un piccolo gruppo, solo quattro persone. Nel tempo siamo
praticamente diventati una vera famiglia. Avevamo un forte legame anche al di fuori delle prove. Un’esperienza
indimenticabile.»
Franziska Frey
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10.06.2017
3/8 Il teatro è una scuola di vita
La grande domanda è: come si prepara Michael Gsell, che è anche presidente di «Spielleute von Seldwyla», a recitare
ruoli sempre diversi? Non basta dirsi: «Adesso interpreto questa persona» ed è fatta. Non è così semplice. «Devo
familiarizzarmi con una parte. A tale proposito, la regia è fondamentale. L’ideale è essere iniziati al ruolo. In
«Holzers Peepshow», ad esempio, la regista mi ha fatto portare una pila di legna, ceppo per ceppo, da un lato all’altro del
palcoscenico.» Anche se non è bastato a fargli sperimentare completamente le condizioni di vita di quella famiglia,
gliene ha dato una vaga idea. «In un certo senso, questo tipo di lavoro aiuta a essere la persona che si interpreta»,
afferma Gsell.
Per lui il teatro è anche un po’ una scuola di vita: «Rifletto su molti aspetti del ruolo. Farei qualcosa di diverso dalla
persona che interpreto? E perché?» Anche in futuro Michael Gsell avrà spesso l’opportunità di riflettere sui suoi ruoli.
Del resto una cosa gli è ben chiara: anche prossimamente continuerà a calcare con entusiasmo quel palcoscenico che,
per qualche giorno all’anno, è tutta la sua vita.
Si va in scena: l’attore filodrammatico Michael Gsell sta studiando la nuova pièce «La morte nel villaggio»
con la compagnia teatrale «Spielleute von Seldwyla». Immagini dalle prove: alcune con e altre senza
costumi.
Franziska Frey
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10.06.2017
4/8 Franziska Frey
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