DESTINAZIONE CERVELLO, LA RICERCA È NANO La ricerca sullo human brain vede le nanotecnologie coinvolte su tutti i fronti, dalle neuroscienze alla neurorobotica. L’obiettivo? Creare un cervello sintetico a imitazione di quello umano Lo studio del cervello è sicuramente una delle grandi sfide del XXI secolo. L’Unione Europea l’ha posto tra le sue priorità, costituendo una flagship proprio sullo Human Brain. Le nanotecnologie, sempre più trasversali a ogni campo di ricerca, possono dare un contributo significativo a tutti e tre gli obiettivi della flagship: la comprensione del funzionamento del cervello, attraverso le neuroscienze, lo sviluppo di nuovi trattamenti per malattie del cervello e la creazione di nuove tecnologie di calcolo, a imitazione dell’architettura neurale. NanotechItaly 2013 (Venezia Mestre, 27-29 novembre 2013) ospiterà non solo il co-direttore dello Human Brain Project, il professor Karlheinz Meier, ma anche Francesco Pavone, ordinario di struttura della materia presso l’Università di Firenze e il LENS e presidente della fondazione ICON (International Center of Computational Neurophotonics), a rappresentanza dell’Italia all’interno della flagship, che racconta: «Lo studio del cervello umano, ma anche animale, sta facendo passi da gigante. Questo anche grazie al contributo del nostro Paese, che è presente all’interno della flagship con vari istituti di eccellenza». Sono il CINECA, il LENS – Laboratorio Europeo di Spettroscopie Non lineari, il Politecnico di Torino, Il Fatebenefratelli e l’Università di Pavia. «Una delle applicazioni più affascinanti delle nanotecnologie riguarda il settore della teranostica, sistemi e strategie innovativi con cui è possibile combinare la diagnosi di una malattia con la terapia» afferma Pavone. «Nel cervello, i farmaci devono essere somministrati con una estrema precisione spaziale e temporale, e le quantità devono essere strettamente controllate. Le nanotecnologie, insieme a circuiti elettronici intelligenti a bassa potenza, possono essere una tecnologia importante per raggiungere questi obiettivi», spiega Meier. Il direttore dello Human Brain Project continua: «La frontiera essenziale della robotica è dare ai robot un cervello che possa imparare da dati raccolti attraverso sensori. Questo è compito principalmente dell’informatica, che può implicare la nanotecnologia. Un’altra frontiera della robotica è lo sviluppo di sensori, attuatori e parti del corpo che ricordino la fisica degli esseri viventi. Qui le nanotecnologie possono avere un ruolo più diretto». Pavone ne è sicuro: «Uno degli obiettivi più ambiziosi della neurorobotica, perseguito anche grazie a strumenti ottici innovativi che riescono a dare una fotografia tridimensionale del cervello 1000 volte più precisa di una risonanza magnetica, è sicuramente la creazione di un cervello sintetico che unisca potenza computazionale e efficienza energetica, a imitazione del cervello umano». Conclude Meier: «Le nanotecnologie possono contribuire anche allo sviluppo di sonde elettriche, chimiche o ottiche per registrare dati da sezioni di cervello o da cervelli viventi». La mappatura del cervello, del resto, è già una realtà. Ufficio Stampa NanotechItaly 2013 [email protected] +39 041 5094254 +39 3357253927 +39 049 7705500