GIORNO DELLA MEMORIA 27 gennaio 2010 di Lia Ciciliot Anche

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GIORNO DELLA MEMORIA 27 gennaio 2010
di Lia Ciciliot
Anche quest’anno, in occasione del Giorno della Memoria, hanno avuto luogo varie
iniziative,con lo scopo di promuovere momenti di riflessione, di commemorazione, di
ricerca storica, di discussione etico-politica.
Alla Sala Rossa del Comune di Savona, venerdì 29, alle ore 17, è stato presentato
il libro “I campi di concentramento in Liguria”, a cura del Circolo Brandale, con la
presentazione di Alessandra Kersevan, che, attraverso l’Archivio di Stato ed un lungo,
paziente lavoro di ricerca, è riuscita a documentarsi – e a documentarci – su una realtà
estremamente dolorosa e scomoda. Tanto scomoda che spesso non ne è rimasta traccia,
come l’autrice denuncia. Anche in Liguria, già dall’inizio della guerra, erano stati adibiti a
campi di concentramento edifici gà esistenti ed inutilizzati (ad esempio la colonia di
Bergeggi) o costruite appositamente vere e proprie baracche, ovviamente con scarsissimi
servizi igienici e non riscaldate (ad esempio a Cairo Montenotte), per ospitare “individui
pericolosi in occasione di eventi bellici”: leggasi “antifascisti”, uomini, donne e bambini.
La Sala Rossa era gremita di persone, alcune parecchio anziane, altre meno ed
alcune giovani: in tutte c’era lo stesso sconforto e la stessa sopresa, angosciante.
La Kersevan ha aggiunto molti particolari, tra i quali spicca dolorosamente il fatto che ben
999 Ebrei imprigionati a Cairo siano stati inviati con un convoglio – un carro-bestiame – a
Mauthausen e non ne abbiano più fatto ritorno. Rilevava inoltre come in alcuni casi, finita
la guerra, sia stata distrutt ogni cosa proprio per cancellarne la memoria e non sia stata
nemmeno posta una lapide dove sorgevano questi tristi luoghi, a riprova del fatto che nella
coscienza dei più questi luoghi costituissero una “vergogna”.
Il lavoro della Kersevan ha il grande merito di portare alla luce quella storia che
molti non conoscono, soprattutto i giovani che non hanno vissuto in prima persona gli
eventi bellici, ma non ne hanno nemmeno sentito il racconto dagli anziani. Gli stessi libri di
storia in uso nelle Scuole Superiori non riportano una “mappa” della distribuzione dei
campi di concentramento in Italia, accennando appena a Fossoli o alla Risiera di San
Sabba, come se il “popolo italico” fosse stato esente dal peccato e dal razzismo.
Io, come molti altri, abbiamo acquistato il volume, agile, conciso, arricchito da
carte, mappe, documenti e fotografie: a suo modo, è un “bel” libro.
Sabato 30 gennaio, al ben ritrovato Teatro Sacco, nel centro storico di Savona, a
pochi passi dal porto, è andata in scena una breve ed efficace rappresentazione teatrale,
“Pane azzimo”, una lettura del testo dello storico ed ex Assessore alla Cultura di Genova
Giovanni Meriana. I due attori – Mirco Bonomi ed Antonio Carlucci – hanno letto la storia
di Nanni, l’autore, che ha vissuto gli avvenimenti della guerra a Savignone, nell’entroterra
di Genova, vedendoli con gli occhi innocenti di un bambino.
La storia, anche se breve, fa rivivere con intensità amicizie, paure, scontri, atti di
coraggio accaduti tra il 1940 ed il 1945, utilizzando nel dialogo molte frasi dialettali,
estremamente efficaci.
Gli studenti delle tre classi del Liceo Classico hanno assistito alla rappresentazione con
interesse, partecipando, infine, ad un breve dibattito.
Io credo che queste iniziative siano di fondamentale importanza, per portare a
conoscenza dei giovani una realtà scomoda e dolorosa come la guerra, che sempre e
comunque si conclude con la sconfitta anche per il Paese vincitore: quando il bilancio è un
ingente numero di morti, di distruzione e di miseria, non si può mai parlare di “vittoria” e di
“giusta causa” e questo deve essere il monito rivolto alle nuove generazioni.
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