Haram i Aqdas - ARTISTI Bahà`i d`Italia

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Tegole paesi pini pietre di fiume
percorsi dall’acqua ghermiti dal vento
luoghi attimi sospiri tentazioni infinite
spazi entro cui si annida l’anima del tempo
uomini con gli anni scavati sulle rughe del viso
percuotono in modo estenuante campanelli d’attesa
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Porta il soffio del vento
le note d’un canto di preghiera
e la voce giunge da oriente
accompagnata da profumi di rose
a tu per tu con il Mistero
l’uomo libera l’universo nascosto
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S’è lacerato il velo antico
dei giorni dei giorni infiniti
e dalle sabbiose distese del deserto
è apparso l’Astro della Rivelazione
la luna si è tinta di sangue purpureo
e fiumi di miele hanno inondato il mondo
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4
Si concede ai colori della natura
la città dei suoni
valle di templi incorruttibili
prigioniera del cemento
l’Essere è luogo di melodie nascoste
è estraniato spazio privo di tentazioni
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Luna e stelle e rimorsi e sogni
le mandrie al pascolo
gli steccati della notte
ci raggiungerà l’Aurora tinta d’utopie
sapremo tacere sugli atti incompiuti del giorno
sapremo essere uomini ieratici come le nuvole
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Pietra silenziosa anima primitiva
un tonfo una storia che si lascia alle spalle
pietre pietre sparse ovunque
lanciate alle nuvole per sfidare le stelle
pietre frantumate rotolate
abbattutesi sull’uomo con il fragore dei ché
pietre dei templi antichi ed eterni
in cui riposano le ragioni del quand’eravamo
pietre che nessuno conoscerà mai a fondo
incantate scolpite senza tempo
la terra tende i nostri arcobaleni
nascosti tra le pietre dei nostri perché
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Nel luogo dove più arida era la terra
la solitudine è fiorita come una rosa
e l’ape ne ha succhiato il nettare dorato
il silenzio canta Isaia la solitudine è gioita
dove le stelle piangono l’Usignolo gorgheggia melodie d’amore
e il bimbo insegue la paura per cacciarla nel sale del sapere
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Nel buio del firmamento orfiche congiunzioni
si aprono spazi di luce corpi celesti idee
luoghi da cui vennero miti e leggende
un Faro illumina la rotta nelle galassie
nessuno conoscerà mai il luogo del giardino
del Giardino Infinito dei desideri senza mai fine
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Al piede del mandorlo fiorito
il Pavone fa la sua ruota
e la lucertola e il ramarro
si scaldano al sole
siamo esseri in cerca di luce
e il Sole è oltre la stanza
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Viaggiamo appassionatamente
nelle assolate distese della ricerca
assetati di Verità
bisognosi d’un ciuffo d’erba
le incertezze stanno nel pozzo
e il passero vola sopra il melograno
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Se i versi del poeta anatomia del profondo
se i colori della pittura vibrazioni del silenzio
se i movimenti delle note sospiri del tempo
se le euritmiche forme della stanza e della scultura
riuscissero a dare il senso più profondo del Sublime
nascosto in un battito di ali di farfalla
o nel frusciare delle foglie o nell’eco della montagna
salterebbero i punti e le virgole della scrittura
esploderebbe la luce e si accenderebbero le ombre della sera
mentre le pietre si sposterebbero con le montagne più alte
per far posto al tempio del Giorno alla rugiada del Mattino
alla Stella Mattutina dell’universo al Nome Celato
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La tua ruga è solco
teorema d’amore
la tua ruga è solco
dolcezza dello sguardo
l’aurora copre l’Immenso
l’ibis divora serpenti
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