Qualità Marrelli/Consensi Informati/26.pdf Consenso cisti e nevi

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PROSPETTO INFORMATIVO
NEOFORMAZIONI CUTANEE E
SOTTOCUTANEE
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REV. 01
DEL 12/12/2016
PROSPETTO INFORMATIVO SULL’INTERVENTO DI
Neoformazioni cutanee
e sottocutanee
INFORMAZIONI GENERALI SULLA CHIRURGIA PLASTICA ESTETICA
Lo scopo della Chirurgia Plastica Estetica è quello di correggere difetti o dismorfie di varia natura. Chi si aspetta
dalla Chirurgia Plastica Estetica trasformazioni miracolose è destinato ad inevitabili delusioni.
La Chirurgia Plastica Estetica comporta atti medici e chirurgici e, poiché la chirurgia non è una scienza esatta, non
lo è nemmeno la Chirurgia Plastica Estetica. Si deduce che non può essere pronosticata in modo preciso la percentuale di miglioramento del difetto da correggere, l’entità e la durata del risultato e la qualità delle cicatrici residue. È necessario sottolineare che alcuni fattori condizionano il risultato finale: fra questi, in primo luogo, ma non
solo, i processi di guarigione e di cicatrizzazione che continuano per mesi dopo l’intervento e non sono completamente controllabili dal Chirurgo né dal Paziente, le condizioni generali di salute e le abitudini di vita del Paziente,
la sua età, le caratteristiche specifiche della pelle e del tessuto sottocutaneo, l’aspetto fisico e le influenze ormonali ed ereditarie. Tali elementi, insieme ad altri fattori, influenzano la variabilità del risultato finale. Ogni atto chirurgico, così come la Chirurgia Plastica Estetica, produce inevitabilmente sequele, di differente entità a seconda
del tipo d’intervento e del caso specifico, che devono essere valutate prima di sottoporsi all’intervento: fra queste
inevitabili sono le cicatrici. Il più delle volte, peraltro, a seguito di tali interventi, le ferite chirurgiche, situate lungo
pieghe o solchi naturali, o comunque occultate per quanto possibile in sedi difficilmente accessibili allo sguardo,
appaiono poco visibili, ma in realtà sono permanenti ed indelebili.
Talora, a causa di una particolare predisposizione individuale, di sopravvenute complicazioni post-operatorie o di
una scarsa attenzione del Paziente ai suggerimenti impartiti, le cicatrici possono risultare di qualità scadente. È
bene quindi ricordare che il Chirurgo Plastico può garantire solo delle ferite chirurgiche suturate con grande precisione, non delle cicatrici invisibili.
Come in qualsiasi tipo di chirurgia, anche in Chirurgia Plastica Estetica, sono possibili errori e complicanze. I primi,
imprevedibili e indesiderabili, e le seconde, prevedibili e a volte inevitabili, rientrano fra i rischi che ogni Paziente
deve considerare prima dell’intervento. Di conseguenza, per i suddetti motivi, pur rispettando le regole della
Chirurgia Plastica, l’intervento potrebbe non determinare, seppure in casi particolari, il conseguimento degli obiettivi e del risultato auspicato che, di conseguenza, non può essere garantito o assicurato.
FINALITÀ
DELL’INTERVENTO
Le neoformazioni cutanee e sottocutanee sono molto
frequenti e per la gran parte di esse si rende opportuno un trattamento chirurgico, con finalità curativa,
estetica o funzionale.
Non sempre l’aspetto clinico della neoformazione
consente al medico di distinguere le neoformazioni
benigne da quelle maligne. A volte è necessaria l’asportazione con il successivo esame istologico per
avere una conferma diagnostica.
Nel caso venga dimostrato un comportamento biologico di malignità potranno essere necessari ulteriori
trattamenti medico-chirurgici.
Non è possibile individuare un unico tipo di interven-
to chirurgico per l’asportazione delle neoformazioni
cutanee e sottocutanee. La tecnica impiegata dovrà
essere individualizzata in relazione alle caratteristiche del Paziente e della neoformazione. Il trattamento chirurgico tradizionale con bisturi risulta appropriato nella grande maggioranza dei casi, in quanto
consente l’esame istologico del campione asportato.
PREPARAZIONE ALL’INTERVENTO
Nella fase preparatoria, verrà accertata l’idoneità fisica del Paziente attraverso l’esame clinico o attraverso esami strumentali, la cui opportunità è a discrezione del Chirurgo operatore.
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A
B
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Figura 59. Neoformazione cutanea (A) ed esito cicatriziale post-exeresi e sutura (B).
Dovrà essere segnalata una gravidanza accertata o
presunta. Dovranno essere segnalate eventuali terapie
farmacologiche in atto (in particolare con cortisonici,
antiipertensivi, cardioattivi, anticoagulanti, ipoglicemizzanti, antibiotici, tranquillanti, sonniferi, eccitanti), terapie omeopatiche e fitoterapiche e segnalate
possibili allergie ad antibiotici e farmaci in genere.
Almeno una settimana prima dell’intervento dovrà
sospendere l’assunzione di medicinali contenenti
acido acetilsalicilico (tipo Aspirina, Cemirit, Vivin C,
Ascriptin, Bufferin, Alka Seltzer, ecc.).
Il fumo limita il flusso del sangue alla pelle e può
interferire con i processi di guarigione. Alcuni studi
hanno dimostrato che l’incidenza delle complicazioni
è di circa 10 volte maggiore nei fumatori.
Il giorno precedente l’intervento è preferibile effettuare un’accurata detersione della sede della lesione.
Si raccomanda di non applicare alcun make-up al
viso il giorno dell’intervento. È bene indossare indumenti comodi e facilmente indossabili ed amovibili.
È raccomandato di non indossare oggetti metallici
(orecchini, piercing, anelli, collane, ecc.).
ANESTESIA
L’intervento viene eseguito generalmente in anestesia
locale per infiltrazione dei tessuti cutanei e sottocuta-
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nei di una sostanza anestetica, mediante iniezione.
In casi particolari può rendersi necessario
l’associazione di una sedazione o l’utilizzo
dell’anestesia loco- regionale.
Può rendersi opportuno un colloquio pre-operatorio
con il medico Anestesista.
MODALITÀ
E DURATA DELL’INTERVENTO
❒ ASPORTAZIONE CON BISTURI
L’intervento di asportazione di una neoformazione
con il bisturi avviene generalmente seguendo le
tappe di seguito indicate:
1. Asportazione di un settore di cute a losanga,
com- prendendo in essa la neoformazione ad
una distanza variabile dai suoi margini.
2. Ne risulta una perdita di sostanza cutanea a
forma di losanga.
3. I margini del difetto vengono approssimati e
sutu- rati.
4. In genere si utilizza una “sutura intradermica”,
cioè facendo scorrere il filo nello spessore della
pelle a “serpentina”, senza punti esterni. In altri
casi la sutura viene eseguita mediante punti
ester- ni.
5. Per finire, la sutura viene coperta e mantenuta
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Figura 60. Ricostruzione di difetti cutanei mediante l’utilizzo di lembi locali.
ferma da cerotti ad alta aderenza (steri-strips) e
questi, a loro volta, coperti da una garza.
In alcuni casi non è possibile riparare il difetto per
semplice avvicinamento dei margini della ferita. In
questi casi può essere necessario mobilizzare i tessuti vicini all’asportazione (lembo di vicinanza) o trasferire la cute da un’altra sede corporea (innesto).
L’asportazione delle neoformazioni sottocutanee richiede, comunque, un’incisione cutanea e la sutura
come sopra descritto.
Il tessuto chirurgicamente asportato, se giudicato
opportuno, viene inviato allo Specialista AnatomoPatologo per l’esame istologico.
❒ ASPORTAZIONE CON LASER CHIRURGICI
Il laser chirurgico, consente, secondo la modalità
d’uso, di ottenere in alternativa un’azione di taglio
oppure un’azione di vaporizzazione (distruzione cellulare da “scoppio”). In entrambi i casi è possibile
distruggere qualsiasi tipo di lesione cutanea in modo
assai selettivo, agendo con alta precisione al livello di
profondità desiderato, senza provocare combustioni
sui tessuti limitrofi. L’asportazione di una neoformazione lascia sulla cute una piccola area abrasa, o un
piccolo difetto, secondo la profondità della lesione, di
dimensioni corrispondenti al suo diametro.
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Figura 61. Neoformazione cutanea del volto (A) ed asportazione mediante exeresi di losanga cutanea contenete la lesione stessa (B).
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Al termine dell’intervento può essere
necessario applicare una medicazione.
Il difetto guarisce spontaneamente
senza necessità di sutura.
DECORSO POST-OPERATORIO
Il dolore dopo questo tipo di intervento, se presente è generalmente modesto e di norma è controllabile con i
comuni analgesici. Dovrà essere evitato l’uso di farmaci contenenti acido
acetilsalicilico, che potrebbero provocare sanguinamenti e quindi la formazione di ematomi.
L’insorgenza di un dolore forte e persistente e/o di un improvviso gonfiore
dell’area trattata potrebbe significare
lo sviluppo di un ematoma o di un’infezione locale (vedere complicazioni).
In questo caso è necessario informar© new MAGAZINE
ne tempestivamente il Chirurgo.
Eventuali punti di sutura saranno
Figura 62. Riparo di difetto cutaneo madiante innesto di cute.
rimossi dopo alcuni giorni. Se ritenuto opportuno, sarà eseguito un controllo intermedio.
Nel caso dell’utilizzo del laser potranno essere necesPer alcune settimane non è consigliabile praticare
sarie medicazioni più frequenti e l’impiego di creme.
sport o esercizi fisici impegnativi; è peraltro possibiLa comparsa di ecchimosi (lividi) può verificarsi in
le uscire per passeggiate ed attività sociali poco fatigenere nell’area vicina a quella di intervento. Durano
7-10 giorni; se localizzate al volto possono essere
mascherate con il trucco.
A guarigione avvenuta potranno essere prescritti trattamenti topici per ottenere una migliore cicatrice.
PRECAUZIONI
DURANTE LA CONVALESCENZA
È consigliabile non bagnare la medicazione, a meno
che non sia protetta da una pellicola impermeabile
all’acqua, e non esporsi al sole od a fonti di calore
eccessivo. La normale igiene quotidiana potrà essere
eseguita salvaguardando l’area operata.
Secondo la sede di asportazione il Chirurgo potrà raccomandare delle particolari precauzioni e l’eventuale
astensione dall’attività lavorativa e fisica.
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cose. È importante evitare l’esposizione diretta al
so- le o a lampade abbronzanti per almeno 6 mesi
dopo l’intervento.
L’esposizione al sole dovrà essere ridotta al minimo
e sempre con creme a protezione elevata in questo
periodo. È bene ricordare che le radiazioni ultraviolette possono irritare le cicatrici recenti e indurne
un intenso gonfiore ed arrossamento, che potranno
re- gredire solo dopo molti mesi, pregiudicando il
risul- tato estetico finale. Il sole intenso potrebbe,
inoltre, provocare delle pigmentazioni permanenti
sulla cute operata.
POSSIBILI
COMPLICAZIONI
Si possono distinguere complicazioni generali e
com- plicazioni specifiche.
Fra le COMPLICAZIONI DI CARATTERE GENERALE, non
legate solo a questo intervento ma possibili in ogni
intervento chirurgico, sono da ricordare:
l’emorragia, l’infezione, l’ematoma, il sieroma e la
deiscenza di parte delle suture.
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
Un modesto sanguinamento della ferita rientra
nella normalità. Se di entità importante (emorragia)
può richiedere un reintervento chirurgico.
 L’infezione si manifesta con dolore, arrossamento
della pelle e gonfiore, accompagnati o meno da febbre, e viene trattata generalmente con antibiotici,
medicazioni locali e, solo raramente, richiede un
intervento chirurgico. Può determinare perdita di
tessuto e conseguenti cicatrici di scadente qualità.
 La formazione di ematomi (raccolte di sangue in
profondità) si può verificare nei giorni successivi
all’intervento. Si manifesta con l’insorgenza di repentini gonfiori o di forti dolori e può essere facilitato da aumenti della pressione arteriosa causati da
sforzi fisici intensi. A volte gli ematomi possono richiedere l’aspirazione con siringa o l’evacuazione
mediante riapertura di un tratto della ferita chirurgica.
 La riapertura spontanea della ferita (deiscenza) è
più frequente in Pazienti diabetici e fumatori. Spesso guarisce spontaneamente con medicazioni; più
raramente necessita di una nuova sutura.
Tra le COMPLICAZIONI SPECIFICHE sono da segnalare:
 Danni a strutture profonde. Strutture nervose possono essere raramente danneggiate durante l’intervento. Le manifestazioni cliniche correlate sono
generalmente temporanee.
 Dolore cronico. Evenienza possibile, ma davvero
infrequente.
 Alterazioni della pigmentazione. Nell’utilizzo del
laser sono possibili aree di ipo- o iper-pigmentazione che possono essere temporanee o permanenti.
 Allergie. Sono state segnalate reazioni allergiche, ai
cerotti, alle suture e a creme per uso topico. Generalmente sono di scarso significato clinico. Più gravi sono le reazioni sistemiche, generalmente dovute agli anestetici locali o a farmaci assunti nella fase
peri-operatoria. Reazioni gravi possono richiedere
trattamenti medici aggiuntivi.
 “Dog-ears”. Un possibile effetto indesiderato è la
formazione, in corrispondenza di un’estremità o di
entrambe della ferita, di una piccola ripiegatura
della pelle (“orecchio di cane”): essa, dovuta alla
necessità tecnica di contenere la lunghezza della
ferita entro limiti ristretti, potrà scomparire spontaneamente nel corso dei mesi successivi all’inter-

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vento, oppure richiedere un piccolo intervento di
ritocco; in quest’ultimo caso la lunghezza finale
della cicatrice risulterà lievemente maggiore.
Exeresi incompleta. È una evenienza possibile evi-
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

denziata dall’esame istologico. Il successivo
com- portamento clinico dipende dalla natura
della lesio- ne asportata.
Recidiva locale. Anche dopo un’asportazione
radi- cale è possibile la recidiva della
neoformazione. Il successivo comportamento
clinico dipende dalla natura della lesione
asportata.
Necrosi cutanea. Si può verificare in rari casi di
sofferenza vascolare del lembo di vicinanza o di
mancato attecchimento dell’innesto. Può rendersi
necessario un ulteriore intervento chirurgico per
ottenere la guarigione.
CICATRICI
Ogni atto chirurgico produce inevitabilmente delle
cicatrici permanenti ed indelebili; anche gli
interven- ti di Chirurgia Plastica. In genere esse
risultano, a distanza di alcuni mesi dall’intervento,
poco appari- scenti, specie se è possibile farla
coincidere con le pieghe naturali del corpo. Talora a
causa di complica- zioni post-operatorie o di
mancata osservazione delle prescrizioni da parte
del Paziente, le cicatrici posso- no risultare di
qualità scadente. Alcuni Pazienti, a causa di una
eccessiva reattività cutanea, possono sviluppare
cicatrici arrossate o rilevate e perciò facil- mente
visibili, che durano diversi mesi o sono permanenti (cicatrici ipertrofiche o cheloidee) o
cicatrici “allargate” di colore normale (cicatrici
ipotrofiche). Si tratta di un’evenienza non
prevedibile, seppure di raro riscontro.
Cicatrici non estetiche e di cattiva qualità possono
essere corrette con trattamento medico o con un
inter- vento dopo un congruo periodo di tempo (612 mesi dall’intervento), durante il quale, se
ritenuto opportu- no potrà essere prescritto un
trattamento topico o far- macologico.
In alcuni casi, cicatrici nel cuoio capelluto prive di
capelli possono risultare eccessivamente larghe e, a
distanza di qualche mese dall’intervento, è
possibile procedere alla loro correzione in anestesia
locale.
METODI
ALTERNATIVI E COMPLEMENTARI
Tecniche alternative sono rappresentate da tecniche
distruttive
quali:
l’elettrocoagulazione,
la
crioterapia, il courettage, la criochirurgia.
Provocano la distruzio- ne della neoformazione,
seguita da una guarigione
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spontanea. L’azione distruttiva non consente l’esame
istologico. Trovano indicazione nelle lesioni piccole
e/o superficiali e nei Pazienti non candidabili alla chirurgia.
Nei Pazienti con lesioni neoplastiche cutanee metodiche alternative all’intervento chirurgico consistono
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nella radioterapia (che, però, comporta alti costi, requisiti logistici, durata prolungata del trattamento ed
è gravata da un significativo numero di complicanze)
e nella chemioterapia topica (caratterizzata da una
lunga durata, da una significativa mobilità e da una
bassa percentuale di cura).
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