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1.0Tipi di ossa
1.1Struttura
1.2Funzioni
1.3Porosità
1.4Ossa lunghe
1.4.1Diafisi
1.4.2Epifisi
1.4.3Cartilagine articolare
1.4.4Periostio
1.4.5Cavità midollare
1.5Ossa brevi, piatte e irregolari
2.0Tessuto osseo
2.1Componenti extracellulari
2.2Matrice organica
3.0Struttura microscopica dell osso
3.1Osso compatto
3.1.1Struttura
3.1.2Osteoni
3.1.3Cellule
3.1.4Nutrizione
3.1.5Struttura degli osteoni
3.2Osso spugnoso
3.2.1Trabecole
3.2.2Nutrizione
3.2.3Orientamento spicole
3.3Apporto sanguigno
3.3.1Metabolismo
3.3.2Diramazione
3.4Tipi di cellule ossee
3.4.1Osteoblasti
3.4.2Osteoclasti
3.4.3Osteociti
4.0Midollo osseo
4.1Tessuto mieloide
4.2Funzione
4.3Localizzazione
4.4Tipi di midollo
4.4.1Midollo rosso
4.4.2Midollo giallo
4.5Midollo rosso
4.6Trasformazione del midollo
5.0Funzioni dell osso
5.1Sostegno
5.2Protezione
5.3Movimento
5.4Deposito di minerali
5.5Ematopoiesi
6.0Sviluppo dell osso
6.1Osteogenesi
6.2Ossificazione intramembranosa
6.3Ossificazione endocondrale
7.0Accrescimento e riassorbimento dell osso
7.1Funzionamento
7.2Riassorbimento
7.3Crescita
8.0Riparazione delle fratture dell osso
8.1Frattura
8.2Guarigione della frattura
9.0Cartilagine
9.1Caratteristiche
9.2Tipi di cartilagine
9.2.1Cartilagine ialina
9.2.2Cartilagine elastica
9.2.3Fibrocartilagine
9.3Istofisiologia della cartilagine
9.4Crescita della cartilagine
9.4.1Crescita interstiziale o endogena
9.4.2Crescita per apposizione o esogena
10.0Modificazioni nel corso della vita: tessuti scheletrici
10.1Ossificazione
10.2Adulti
10.3Età adulta avanzata
11.0Meccanismi di malattia: malattie dei tessuti scheletrici
11.1Neoplasmi
11.2Malattie metaboliche dell osso
11.2.1Osteoporosi
11.2.2Osteomalacia
11.2.3Malattia di Paget
11.2.4Osteomielite
1.0 Tipi di ossa
1.1Struttura
Strutturalmente, ci sono quattro tipi di ossa.
(fig. 6-1)
-Ossa lunghe.
-Ossa corte.
-Ossa piatte.
-Ossa irregolari.
1.2Funzioni
Le ossa svolgono una varietà di funzioni e le loro dimensioni,
forma e aspetto variano in rapporto a queste funzioni.
1.3Porosità
Le ossa variano secondo la percentuale di compattezza e porosità.
L osso compatto è in apparenza denso e solido, mentre l osso
spugnoso è caratterizzato da spazi aperti riempiti in parte da
strutture simili a trabecole.
1.4Ossa lunghe (fig. 6-2)
1.4.1 Diafisi
-Parte principale dell osso lungo.
-Vuota, a forma cilindrica, con una buona parte di osso compatto.
-La sua funzione è di forte supporto, senza pesare molto.
1.4.2 Epifisi
-Le due estremità, fatte di osso spugnoso piene di midollo osseo.
-A forma di bulbo
-La sua funzione è di aggancio per i muscoli e stabilità per le articolazioni.
1.4.3 Cartilagine articolare
-Strato di cartilagine ialina che ricopre le superfici articolari delle epifisi
-La sua funzione è quella di fare da cuscinetto e assorbire alle vibrazioni e ai colpi.
1.4.4 Periostio
-Membrana fibrosa bianca e densa che ricopre l osso
-Consente ai tendini di essere stabilmente uniti alle ossa
-Contiene vasi sanguigni che mandano rami all osso
-Essenziale per la sopravvivenza delle cellule dell osso e la formazione dello stesso.
1.4.5 Cavità midollare
-Spazio cavo nella diafisi simile a un tubo
-Pieno di midollo osseo (giallo).
1.5Ossa brevi, piatte e irregolari
-La parte interna è di osso spugnoso ricoperta esternamente da un sottile strato di osso compatto
-Gli spazi interni dell osso spugnoso e di alcune ossa piatte e irregolari sono la sede del midollo osseo.
2.0 Tessuto osseo
Forma il tessuto connettivo che più si distingue dagli altri.
2.1Componenti extracellulari
Essi sono calcificati:
-Apatite - cristalli di calcio e fosfato altamente specializzati dal punto di vista chimico che contribuiscono a dare durezza
all osso.
-I sottili cristalli a forma di aghi sono per la maggior parte orientati - effettivamente si oppongono alle sollecitazioni e
deformazioni meccaniche.
-Si ritrovano nell osso anche calcio e magnesio.
2.2Matrice organica
-Composta di fibre di collagene e un miscuglio di proteine e polisaccaridi chiamato sostanza fondamentale.
-La sostanza fondamentale è secreta dalle cellule del tessuto connettivo osseo.
Aumenta soprattutto la resistenza dell osso aggiungendo anche elasticità.
-
3.0 Struttura microscopica dell osso
(fig. 6-3)
3.1Osso compatto
3.1.1 Struttura
Contiene molte unità strutturali di forma cilindrica chiamate osteoni, o sistemi haversiani.
3.1.2 Osteoni
Ogni osteone delimita un canale che decorre longitudinalmente all osso ed è a sua volta unito agli altri da canali
trasversali detti di Volkmann.
3.1.3 Cellule
Le cellule viventi si trovano all interno di queste unità, che costituiscono la struttura interna dell osso compatto.
3.1.4 Nutrizione
Gli osteoni permettono l apporto di sostanze nutritive e la rimozione di quelle di rifiuto.
3.1.5 Struttura degli osteoni
Quattro tipi di strutture compongono ciascun osteone:
-Lamelle:
lamine di matrice calcificata di forma cilindrica disposte concentricamente.
-Lacune:
piccoli spazi tra le lamelle, contenenti liquido, dove si trovano le cellule dell osso.
-Canalicoli:
piccoli condotti diretti al canale di Havers che irradiano dalle lacune in tutte le direzioni, unendole fra loro.
-Canale haversiano:
si estende al centro e per tutta la lunghezza di ogni osteone e contiene vasi sanguigni e linfatici.
3.2Osso spugnoso
3.2.1 Trabecole
Nell osso spugnoso sono rari gli osteoni, mentre sono presenti le trabecole.
3.2.2 Nutrizione
Le sostanze nutritive, come i prodotti di rifiuto, vengono diffuse, rispettivamente eliminati, attraverso piccoli canalicoli.
3.2.3 Orientamento spicole
Le spicole ossee sono disposte in direzione delle linee di forza, aumentando così la solidità dell osso.
3.3Apporto sanguigno
3.3.1 Metabolismo
Le cellule dell osso sono attive dal punto di vista metabolico, e necessitano di vasi nutritizi provenienti dal periostio
e diretti all interno delle cavità midollari dell osso spugnoso.
3.3.2 Diramazione
Nell osso compatto, i vasi sanguigni che entrano dal periostio, attraversano i canali di Volkmann, si uniscono poi
con i vasi dei canali haversiani e con quelli del midollo.
3.4Tipi di cellule ossee
Osteoblasti, osteoclasti e osteociti.
3.4.1 Osteoblasti
-Cellule che producono osso e si trovano su tutte le superfici.
-Piccole cellule che sintetizzano e secernono osteoide, una parte importante della sostanza fondamentale.
-Fibrille collagene allineate nell osteoide che servono come intelaiatura interna su cui avviene il deposito di calcio e
di fosfato.
3.4.2 Osteoclasti
(fig. 6-5)
-Cellule giganti polinucleate.
-Responsabili dell erosione attiva dei minerali dell osso.
-Contengono un grande numero di mitocondri e lisosomi.
3.4.3 Osteociti
-Osteoblasti maturi che non si dividono più, sono circondati da matrice e si trovano nelle lacune.
(fig. 6-6)
4.0 Midollo osseo
4.1Tessuto mieloide
Tipo particolare di tessuto connettivo molle e diffuso; chiamato tessuto mieloide.
4.2Funzione
Sede di produzione delle cellule nel sangue, poi deposito di grasso (ritrasformabile).
4.3Localizzazione
Si trova nella cavità midollare delle ossa lunghe e negli spazi dell osso spugnoso.
4.4Tipi di midollo
Durante la vita dell individuo sono presenti due tipi di midollo.
4.4.1 Midollo rosso
-Nel neonato e nel bambino si trova praticamente in tutte le ossa.
-Ha la funzione di produrre cellule del sangue.
4.4.2 Midollo giallo
-Quando un individuo invecchia, il midollo rosso si trasforma in midollo giallo.
-Le cellule del midollo si riempiono di grasso e non sono più attive nel produrre le cellule del sangue.
4.5Midollo rosso
Nell adulto, le ossa principali che contengono ancora midollo rosso comprendono: le costole, i corpi delle vertebre,
l omero e il femore.
4.6Trasformazione del midollo
Il midollo giallo può trasformarsi in midollo rosso se diminuisce l apporto di sangue come nell anemia, nell esposizione
alle radiazioni, e in certe malattie.
5.0 Funzioni dell osso
5.1Sostegno
Costituisce l impalcatura interna del corpo e concorre alla forma, allineamento e posizione delle parti del corpo.
5.2Protezione
Scatole ossee che proteggono le delicate strutture che esse contengono (es. cranio).
5.3Movimento
Le ossa con le loro articolazioni costituiscono le leve su cui agiscono i muscoli.
5.4Deposito di minerali
Le ossa sono le maggiori riserve di calcio, fosfato e altri minerali.
5.5Ematopoiesi
La formazione delle cellule del sangue è compito del tessuto mieloide (del midollo rosso).
6.0 Sviluppo dell osso
6.1Osteogenesi
Sviluppo dell osso da un piccolo modello cartilagineo fino all osso dell adulto.
6.2Ossificazione intramembranosa
-Avviene all interno di una membrana di tessuto connettivo.
-Le ossa piatte cominciano quando gruppi di cellule si differenziano in osteoblasti.
-Gli osteoblasti sono riuniti in un centro di ossificazione.
-Gli osteoblasti producono materiale della matrice e fibre collagene.
-Grandi quantità di sostanze fondamentali si accumulano attorno a ciascun osteoblasta.
-Le fibre collagene vengono incluse nella sostanza fondamentale e formano la matrice ossea.
-La matrice ossea calcifica quando i sali di calcio vengono depositati.
-Compaiono le trabecole e si uniscono in una rete per formare l osso spugnoso.
-La crescita per apposizione avviene per aggiunta di tessuto osseo.
6.3Ossificazione endocondrale
(fig. 6-7)
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-La maggior parte delle ossa iniziano da un modello cartilagineo con formazione di osso che procede essenzialmente dal
centro alla periferia.
-Si sviluppa il periostio, che forma un manicotto attorno all osso.
-Si forma un centro di ossificazione primario.
-Vasi sanguigni entrano nel modello cartilagineo nel punto di mezzo della diafisi.
-L osso cresce in lunghezza quando l ossificazione endocondrale progredisce dalle diafisi verso ciascuna epifisi.
-I centri di ossificazione secondari compaiono nelle epifisi e la crescita ossea procede verso le diafisi.
-Il disco epifisario rimane fra diafisi e ciascuna epifisi fino a che l osso ha completato la crescita in lunghezza.
Il disco epifisario è composto di quattro strati:
(fig. 6-8)
- Cellule cartilaginee ³quiescenti²:
nel punto di attacco tra l epifisi e il fusto diafisario.
-Zona di proliferazione:
le cellule cartilaginee svolgono attivamente mitosi, l ispessimento dello strato e del disco aumenta la lunghezza dell osso.
-Zona di ipertrofia:
le cellule rigonfie e più vecchie degenerano e a ciò si associa un deposito di calcio.
-Zona di calcificazione:
cellule cartilaginee morte o morenti subiscono una rapida calcificazione.
7.0 Accrescimento e riassorbimento dell osso
7.1Funzionamento
Le ossa crescono in spessore per la combinazione dell azione degli osteoclasti e degli osteoblasti.
7.2Riassorbimento
Gli osteoclasti sono responsabili dell accrescimento del diametro della cavità midollare.
7.3Crescita
Gli osteoblasti dal periostio costruiscono nuovo osso alla superficie esterna dell osso.
8.0 Riparazione delle fratture dell osso
8.1Frattura
Interruzione della continuità di un osso.
8.2Guarigione della frattura
(fig. 6-10)
-La frattura lacera e distrugge i vasi sanguigni che portano sostanze nutritive agli osteociti.
-Il danno vascolare dà inizio alla fase di riparazione.
-Callo:
tessuto di riparazione specializzato che lega insieme le estremità interrotte dalla frattura.
-Ematoma da frattura:
il coagulo che si forma immediatamente dopo la frattura, viene poi riassorbito e sostituito dal callo.
9.0 Cartilagine
9.1Caratteristiche
-Tessuto connettivo avascolare.
-Le fibre collagene sono contenute in un gel consistente che ha la flessibilità di una plastica consistente.
-Non ci sono sistemi di canalicoli o vasi sanguigni.
-I condrociti ricevono ossigeno e sostanze nutritive per diffusione.
-È ricoperta da una lamina fibrosa detta pericondrio.
-I vari tipi di cartilagine differiscono per la quantità di matrice presente e la quantità di fibre di collagene e di fibre elastiche.
9.2Tipi di cartilagine
(fig. 6-11) Lalina, elastica, fibrocartilagine.
9.2.1 Cartilagine ialina
-Tipo più comune.
-Ricopre le superfici articolari delle ossa.
-Forma le cartilagini costali, gli anelli cartilaginei della trachea, dei bronchi nei polmoni e il naso esterno.
-Si forma da cellule specializzate in un centro di condrificazione che secernono il materiale della matrice.
-I condrociti sono isolati in lacune.
9.2.2 Cartilagine elastica
-Si trova nell orecchio esterno, nell epiglottide e nelle tube di Eustachio.
-Un grande numero di fibre elastiche le conferisce elasticità e resistenza.
9.2.3 Fibrocartilagine
-Si trova nella sinfisi pubblica e nei dischi intervertebrali.
-Piccole quantità di matrice e abbondanza di elementi fibrosi.
-Forte e rigida.
9.3Istofisiologia della cartilagine
-La sua natura le permette di sostenere grandi pesi o di assorbire le sollecitazioni meccaniche.
-Struttura di sostegno resistente ma flessibile.
-Permette la crescita in lunghezza delle ossa lunghe.
9.4Crescita della cartilagine
9.4.1 Crescita interstiziale o endogena
-Le cellule cartilaginee si dividono e secernono ulteriore matrice.
-Si osserva durante l infanzia e l adolescenza quando la cartilagine è ancora molle e capace di espandersi
dall interno.
9.4.2 Crescita per apposizione o esogena
-I condrociti della parte interna del pericondrio si dividono e secernono la matrice.
-La nuova matrice viene depositata sulla superficie aumentando così le dimensioni.
-Non si riscontra nella prima infanzia, ma una volta iniziata continua per tutta la vita.
10.0 Modificazioni nel corso della vita: tessuti scheletrici
10.1Ossificazione
Lo scheletro ossifica completamente attorno ai 25 anni.
Il tessuto molle può ancora crescere - ossifica più lentamente.
10.2Adulti
Modificazioni possono avvenire in seguito a particolari condizioni:
-Aumentata densità e resistenza grazie all attività fisica.
-Diminuita densità e resistenza per gravidanza, deficienze nutrizionali e malattie.
10.3Età adulta avanzata
Manifesta degenerazione:
-La matrice ossea mineralizzata viene sostituita da tessuto connettivo.
-L esercizio fisico può contrastare la degenerazione.
11.0 Meccanismi di malattia: malattie dei tessuti scheletrici
11.1Neoplasmi
-Osteocondroma - tumore più comune del tessuto osseo; induce esostosi alle estremità delle ossa lunghe.
-Osteosarcoma - tumore maligno più comune.
-Condrosarcoma - tumore maligno della cartilagine ialina originato dai condroblasti.
11.2Malattie metaboliche dell osso
11.2.1 Osteoporosi
-Malattia ossea più comune.
-Si riduce la massa ossea totale con perdita della matrice calcificata, minerali e fibre collagene.
-Porose e fragili, le ossa si fratturano facilmente sotto stress (meccanico).
11.2.2 Osteomalacia
-Inadeguata mineralizzazione dell osso (meno calcio, più sostanza fondamentale e fibre collagene).
11.2.3 Malattia di Paget
(Osteite deformante) - Proliferazione di osteoclasti e aumentata attività osteoblastica col risultato di un
rimodellamento rapido e disorganizzato, spesso spugnoso e fragile.
1.0Introduzione
2.0Sezioni dello scheletro
2.1Scheletro assiale
2.2Scheletro appendicolare
3.0Scheletro assiale
3.1Testa
3.1.1Ossa del neurocranio
3.1.1.1 Osso frontale
3.1.1.2 Ossa parietali
3.1.1.3 Ossa temporali
3.1.1.4 Osso occipitale
3.1.1.5 Osso sfenoidale
3.1.1.6 Osso etmoidale
3.1.2Ossa della faccia
3.1.2.1 Mascella (mandibola superiore)
3.1.2.2 Mandibola (mascellare inferiore)
3.1.2.3 Osso zigomatico
3.1.2.4 Osso nasale
3.1.2.5 Osso lacrimale
3.1.2.6 Ossa palatine
3.1.2.7 Cornetti nasali inferiore (turbinati)
3.1.2.8 Vomere
3.2Osso ioide
3.3Colonna vertebrale
3.3.1Asse
3.3.2Vertebre
3.3.3Regioni
3.3.4Caratteristiche delle vertebre
3.3.5Articolazioni esterne
3.3.6Articolazioni interne
3.4Sterno
3.4.1Osso a forma di pugnale
3.4.2Il manubrio
3.4.3Articolazioni sterno e costole
3.5Costole
3.5.1Torace
3.5.2Articolazioni corrispondenti
3.5.3Articolazioni incrociate
3.5.4Disposizione
3.5.5Articolazione delle costole allo sterno
4.0Scheletro appendicolare
4.1Estremità superiore
4.1.1Cingolo scapolare
4.1.2Omero
4.1.3Ulna
4.1.4Radio
4.1.5Ossa carpali
4.1.6Ossa metacarpali
4.1.7Falangi della mano
4.2Estremità inferiore
4.2.1Composizione
4.2.2Il cingolo pelvico
4.2.3Coscia, gamba e piede
4.2.3.1 Tibia
4.2.3.2 Fibula
4.2.4Piede (figg. 7-23 e 7-24)
4.2.4.1 Ossa tarsali
4.2.4.2 Ossa metatarsali
4.2.4.3 Falangi del piede
5.0Differenze scheletriche nell uomo e nella donna
5.1Dimensioni
5.2Differenze della pelvi
6.0Modificazioni nel corso della vita: sistema scheletrico
6.1Modifiche strutturali
6.2Adulti in età avanzata
6.2.1Perdita di densità ossea
6.2.2Perdita di densità del tessuto scheletrico
6.2.3Degenerazione del tessuto muscolare scheletrico
7.0Meccanismi di malattia: fratture e curve anomale della colonna vertebrale
7.1Frattura ossea
7.1.1Frattura aperta
7.1.2Frattura chiusa
7.1.3Frattura completa
7.1.4Frattura incompleta
7.1.5Fratture classificate
7.1.6Sintomi
7.1.7Trattamento
7.2Curve anomale della colonna vertebrale
7.2.1Colonna vertebrale normale
7.2.2Lordosi
7.2.3Cifosi (gobba)
7.2.4Scoliosi
7.2.5Le curvature anomale
7.2.6Trattamento
1.0Introduzione
Tessuti che formano lo scheletro - organi del sistema scheletrico.
La relazione delle ossa fra di loro e con le altre strutture del corpo fornisce una base per capire la funzione di altri sistemi di
organi.
Lo scheletro dell adulto è composto di 206 ossa.
2.0Sezioni dello scheletro
Assiale e appendicolare.
2.1Scheletro assiale
Le ossa della testa, collo e tronco; complessivamente 74 di queste ossa formano l asse di sostegno del corpo, vi sono poi
sei ossicini dell orecchio medio.
2.2Scheletro appendicolare
126 ossa che formano le appendici dello scheletro assiale; le estremità superiori e inferiori.
3.0Scheletro assiale
3.1Testa
- Costituita da 28 ossa suddivise in due parti, le ossa del neurocranio e le ossa della faccia.
3.1.1 Ossa del neurocranio
Frontale, parietali, temporali, occipitale, sfenoidale e etmoidale.
3.1.1.1Osso frontale
-Forma l osso della fronte e la parte antero-superiore del cranio.
-Contiene i seni frontali.
-Forma la volta delle orbite.
-Forma la sutura coronale con le due ossa parietali.
3.1.1.2Ossa parietali
-Formano lateralmente la parte alta del cranio.
-Formano diverse suture: sutura lambdoidea con l osso occipitale; sutura squamosa con l osso temporale
e parte dello sfenoide; e sutura coronale con l osso frontale.
3.1.1.3Ossa temporali
-Formano i lati inferiori e parte della base del cranio.
-Contengono l orecchio interno e concorrono a formare l orecchio medio.
3.1.1.4Osso occipitale
-Forma la parte postero-inferiore del cranio.
-Forma articolazioni fisse con tre altre ossa del cranio e un articolazione mobile con la prima vertebra
cervicale (atlas).
3.1.1.5Osso sfenoidale
-Osso a forma di pipistrello ad ali aperte sito nella parte centrale della base del cranio.
-Si articola con il frontale, il parietale, l occipitale e l etmoidale e concorre a formare parte della parete
laterale del cranio e parte della volta di ciascuna orbita.
-Contiene i seni sfenoidali.
3.1.1.6Osso etmoidale
-Osso complicato e irregolare, situato anteriormente allo sfenoide e posteriormente alle ossa nasali.
-Forma anteriormente la base del cranio, le pareti mediali dell orbita, la parte superiore del setto nasale e le
pareti laterali della cavità nasale.
-La lamina cribrosa si trova nell etmoide.
3.1.2 Ossa della faccia
3.1.2.1Mascella (mandibola superiore)
-Le due mascelle formano la chiave di volta della faccia.
-Le mascelle si articolano fra loro e con le ossa nasali, zigomatiche, cornetti inferiori turbinati e ossa
palatine.
-Formano parte del pavimento e delle pareti laterali della cavità nasale.
-Contengono i seni mascellari.
3.1.2.2Mandibola (mascellare inferiore)
-L osso più grande e robusto della faccia.
-Stabilisce con l osso temporale l unica articolazione mobile della testa.
3.1.2.3Osso zigomatico
-Dà la forma alla guancia e al margine esterno dell orbita.
-Forma un arco con il processo dell osso zigomatico.
3.1.2.4Osso nasale
-Le due ossa nasali formano la parte superiore del dorso del naso esterno, mentre le cartilagini ne formano
la parte inferiore.
-Si articola con l etmoide, il setto nasale, il frontale, il mascellare e l osso nasale controlaterale.
3.1.2.5Osso lacrimale
-Osso sottile come un foglio di pergamena sito appena dietro e lateralmente al processo che collega
mascellare e frontale.
-Forma la cavità nasale e la parete mediale dell orbita.
-Contiene il solco per il dotto nasolacrimale.
-Si articola con la mascella, il frontale e le ossa etmoidali.
3.1.2.6Ossa palatine
-Due ossa che formano la parte posteriore del palato duro.
-Si articolano con la mascella e l osso sfenoide.
-La porzione verticale forma la parete laterale della parte posteriore della cavità nasale.
3.1.2.7Cornetti nasali inferiore (turbinati)
-Formano il bordo inferiore sporgendo nella cavità nasale e delimitano i meati nasali.
-Si articolano con etmoide, lacrimale, mascellare e ossa palatine.
3.1.2.8Vomere
-Forma la porzione postero-inferiore del setto nasale.
-Si articola con sfenoide, etmoide, palatino e mascellare.
3.2Osso ioide
(fig. 7-10)
Osso a forma di U sito appena sopra la laringe e sotto la mandibola.
Sospeso da legamenti ai processi stiloidei dell osso temporale.
L unico osso di tutto il corpo che non si articola con altre ossa.
3.3Colonna vertebrale
(fig. 7-11)
3.3.1 Asse
Forma l asse longitudinale flessibile dello scheletro.
3.3.2 Vertebre
Ci sono 24 vertebre più il sacro e il coccige.
3.3.3 Regioni
Regioni della colonna vertebrale:
-Vertebre cervicali, 7.
-Vertebre toraciche, 12.
-Vertebre lombari, 5.
-Sacro - nell adulto risulta dalla fusione di 5 vertebre.
-Coccige - nell adulto risulta dalla fusione di 4 o 5 vertebre.
3.3.4 Caratteristiche delle vertebre
(figg. 7-12 e 7-13)
-Tutte le vertebre, salvo le prime due, hanno un corpo piatto superiormente e inferiormente, - (arrotondato
anteriormente e sui lati) - un processo spinoso posteriormente, e due processi trasversi lateralmente
-Tutte, escluso il coccige, hanno il foro vertebrale
-La seconda vertebra cervicale ha un processo superiore, il dente, che è il perno per la rotazione della testa.
-La settima vertebra cervicale ha un processo spinoso lungo e non tagliente (prominens).
-Ogni vertebra toracica ha un processo spinoso lungo e non tagliente.
-Ogni vertebra toracica ha faccette articolari per le costole.
3.3.5 Articolazioni esterne
La colonna vertebrale nel suo insieme si articola con la testa, le costole e le ossa iliache.
3.3.6 Articolazioni interne
Le singole vertebre si articolano fra di loro mediante i rispettivi corpi vertebrali e processi articolari.
3.4Sterno
(fig. 7-14)
3.4.1 Osso a forma di pugnale
Situato al centro della parete anteriore della gabbia toracica, costituito di tre parti:
-Manubrio - parte superiore.
-Corpo - parte centrale.
-Processo xifoideo - estremità inferiore cartilaginea, ma che ossifica nell adulto.
3.4.2 Il manubrio
Si articola con la clavicola e la prima costa.
3.4.3 Articolazioni sterno e costole
Le nove costole sottostanti alla prima si articolano direttamente e indirettamente con lo sterno per mezzo delle
cartilagini costali.
3.5Costole
(figg. 7-14 e 7-15)
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3.5.1 Torace
Dodici paia di costole; con la colonna vertebrale e lo sterno, formano il torace.
3.5.2 Articolazioni corrispondenti
Ogni costola si articola sia con il corpo delle vertebre, sia col processo trasverso della corrispondente vertebra
toracica.
3.5.3 Articolazioni incrociate
Le costole dalla seconda alla nona si articolano anche con il corpo della vertebra superiore.
3.5.4 Disposizione
Dal punto in cui si congiunge con la vertebra, ogni costola esce per un tratto lateralmente, poi in avanti e in basso,
poi ripiega in alto verso lo sterno.
3.5.5 Articolazione delle costole allo sterno
-Le costole dalla prima alla settima si articolano direttamente allo sterno per mezzo di una cartilagine.
-Le costole dall ottava alla decima si collegano alla cartilagine della costola immediatamente soprastante in modo
da essere così articolate indirettamente allo sterno.
-L undicesima e la dodicesima costola sono fluttuanti, poiché non sono collegate allo sterno.
4.0Scheletro appendicolare
Estremità superiore e inferiore.
4.1Estremità superiore
Consiste nelle ossa del cingolo scapolare, del braccio, dell avambraccio, del polso e della mano.
4.1.1 Cingolo scapolare
(fig. 7-16)
-Costituito da scapola e clavicola.
-La clavicola stabilisce con lo sterno l unica articolazione che collega l arto con il tronco, l articolazione
sternoclavicolare.
-La clavicola con la sua estremità distale si articola con il processo acromiale della scapola.
4.1.2 Omero
(figg. 7-17 e 7-18)
-L osso lungo del braccio.
-Ha un articolazione prossimale con la cavità glenoidea della scapola e una distale con il radio e l ulna.
4.1.3 Ulna
-Osso lungo dell avambraccio sito dalla parte del 5° dito.
-Ha un articolazione prossimale con l omero e il radio e una distale con un disco fibrocartilagineo che corrisponde
al piramidale.
4.1.4 Radio
-Osso lungo dell avambraccio sito dalla parte del pollice.
-Ha un articolazione prossimale, con il capitello dell omero e l incisura radiale dell ulna e una distale con il
navicolare e il semilunare del carpo e con la testa dell ulna.
4.1.5 Ossa carpali
-Otto piccole ossa che formano il polso.
-I carpali sono strettamente e fortemente uniti da legamenti e formano due file di quattro carpali ciascuna.
* La fila prossimale comprende pisiforme, piramidale, semilunare e navicolare.
* La fila distale comprende uncinato, capitato, trapezoide e trapezio.
-Le articolazioni fra il radio e i carpali permettono i movimenti della mano a livello del polso.
4.1.6 Ossa metacarpali
-Formano il supporto intrinseco della mano.
-Il metacarpale del pollice forma l articolazione più mobile con le ossa carpali.
-Le teste dei metacarpali (le nocche) si articolano con le falangi.
4.1.7 Falangi della mano
-3 Falangi per ogni dito lungo
-2 falangi per il pollice.
4.2Estremità inferiore
4.2.1 Composizione
Consiste delle ossa dell anca, della coscia, della gamba e del piede.
4.2.2 Il cingolo pelvico
È costituito dal sacro, dal coccige e dall osso dell anca strettamente uniti da potenti legamenti.
(fig. 7-20)
-Forma una base stabile a morfologia anulare che sostiene il tronco e unisce le estremità inferiori al tronco stesso.
-Ciascun osso dell anca è fatto di tre ossa che si fondono assieme:
Ileo - il più largo e il più alto
Ischio - il più forte e più basso.
Pube - il più anteriore.
4.2.3 Coscia, gamba e piede
Femore - il più lungo e pesante osso del corpo. (fig. 7-22)
Patella - l osso sesamoide più grande del corpo.
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4.2.3.1Tibia
-Il più grosso, più forte e più mediale e superficiale delle due ossa della gamba.
-Ha un articolazione distale con la fibula e il talo nell articolazione della caviglia.
4.2.3.2Fibula
-Il più piccolo e più laterale e profondo delle due ossa situate nella gamba.
-Si articola con la tibia.
4.2.4 Piede
(figg. 7-23 e 7-24)
-La struttura è simile a quella della mano con adattamento a sopportare il peso corporeo.
-Le ossa del piede sono tenute assieme per formare archi elastici.
L arco longitudinale mediale è fatto da calcagno, talo, navicolare, cuneiforme e i tre metatarsi mediali.
Quello longitudinale laterale è costituito da: calcagno, cuboide, quarto e quinto metatarsali.
4.2.4.1Ossa tarsali
-8 Ossa che formano il tarso e una parte dell arco longitudinale.
-Strettamente e fortemente uniti da legamenti.
-Articolazioni tra tarso e fibula e tibia permettono i movimenti della caviglia.
4.2.4.2Ossa metatarsali
-Supporto intrinseco del piede.
-Parte dell arco longitudinale e trasversale.
4.2.4.3 Falangi del piede
-3 Falangi per ogni dito del piede
- salvo l alluce con 2 falangi.
5.0Differenze scheletriche nell uomo e nella donna
Linea tratteggiata: femminile.
5.1Dimensioni
Lo scheletro maschile è più largo e massiccio dello scheletro femminile.
5.2Differenze delle pelvi
(fig. 7-25)
-Pelvi maschile - profonda e a forma di imbuto con un arco pubico stretto.
-Pelvi femminile - poco profonda, larga e ampia in profondità con arco pubico più grande.
6.0Modificazioni nel corso della vita: sistema scheletrico
6.1Modifiche strutturali
I cambiamenti nello scheletro derivano da modifiche strutturali di osso, cartilagine e tessuto muscolare.
6.2Adulti in età avanzata
6.2.1 Perdita di densità ossea
-Tendenza alle fratture.
6.2.2 Perdita di densità del tessuto scheletrico
-Compressione delle ossa sottoposte a peso.
-Perdita di altezza.
-Cambiamenti posturali.
6.2.3 Degenerazione del tessuto muscolare scheletrico
-Perdita di peso.
-Cambiamenti posturali.
7.0Meccanismi di malattia: fratture e curve anomale della colonna vertebrale
7.1Frattura ossea
-Rottura parziale o completa che avviene in genere per traumi.
(fig. 7-26)
7.1.1 Frattura aperta
(Composta) - le ossa sporgono attraverso la pelle, e si infettano facilmente.
7.1.2 Frattura chiusa
(Semplice) - l osso non sporge dalla pelle.
7.1.3 Frattura completa
-Rottura che attraversa tutto l osso.
7.1.4 Frattura incompleta
-I frammenti ossei rimangono parzialmente uniti fra loro.
7.1.5 Fratture classificate
7.1.6 Sintomi
-Perdita della funzione; a volte comparsa di movimenti non funzionali.
-Dolore.
-Tessuti sovrastanti, molli ed edematosi.
-Deformazione della parte.
7.1.7 Trattamento
-Riallineamento delle ossa.
-Immobilizzazione.
-Riabilitazione.
7.2Curve anomale della colonna vertebrale
7.2.1 Colonna vertebrale normale
-Convessa nella regione toracica e concava nelle regioni cervicali e lombare.
7.2.2 Lordosi
-Curva lombare accentuata.
7.2.3 Cifosi (gobba)
-Curvatura abnorme nella regione toracica.
7.2.4 Scoliosi
-Curvatura laterale anomala.
7.2.5 Le curvature anomale
Interferiscono con la respirazione, la postura e altre funzioni.
INDICE: Articolazioni / accessori AF 2.8
1.0Articolazioni
1.1Introduzione
1.1.1 Articolazione
1.1.2 Giunture
1.1.3 Articolazioni mobili
1.2Classificazione delle articolazioni
1.2.1Funzione e struttura
1.2.1.1 Schema strutturale
1.2.1.2 Schema funzionale
1.2.2Articolazioni fibrose (sinartrosi)
1.2.2.1 Sindesmòsi
1.2.2.2 Suture
1.2.2.3 Gonfòsi
1.2.3Articolazioni cartilaginee (anfiartrosi)
1.2.3.1 Sincondròsi
1.2.3.2 Sinfisi
1.2.4Articolazioni sinoviali (diartrosi)
1.2.4.1 Struttura delle diartrosi
1.2.4.2 Tipi di diartrosi (sinoviale)
1.2.4.3 Articolazioni uniassiali
1.2.4.4 Articolazioni biassiali
1.2.4.5 Articolazioni multiassiali
1.3Tipi di movimenti nelle diartrosi
1.3.1Movimenti angolari
1.3.1.1 Flessione
1.3.1.2 Estensione e iperestensione
1.3.1.3 Flessione plantare e flessione dorsale
1.3.1.4 Abduzione e adduzione
1.3.2Movimenti circolari
1.3.2.1 Rotazione e circumduzione
1.3.2.2 Supinazione e pronazione
1.3.3Movimenti di traslazione
1.3.4Movimenti speciali
1.3.4.1 Inversione ed eversione
1.3.4.2 Protrazione e retrazione
1.3.4.3 Elevazione e depressione
1.4Diartrosi più rappresentative
1.4.1Diartrosi omeroscapolare
1.4.2Articolazione dell anca
1.4.3Articolazione del ginocchio
1.4.4Articolazioni delle vertebre
1.5Modificazione nel corso della vita: articolazioni
1.5.1Sviluppo
1.5.2Adulti in età avanzata
1.5.3Malattie scheletriche
1.6Meccanismi di malattia: disordini articolari
1.6.1Disordini articolari
1.6.2Malattie articolari
1.6.2.1 Osteoartrosi
1.6.2.2 Danni da trauma
1.6.3Malattie articolari infiammatorie
1.6.3.1 Artriti
1.0Articolazioni
art-: osso
artico-: sporgenza ossea
-azione: movimento
1.1Introduzione
1.1.1 Articolazione
È una giunzione fra due o più ossa.
1.1.2 Giunture
Esse sono nella maggior parte dei casi molto mobili, ma altre sono fisse o permettono solo movimenti limitati.
1.1.3 Articolazioni mobili
Queste permettono di eseguire movimenti complessi, altamente coordinati e precisi.
1.2Classificazione delle articolazioni
1.2.1 Funzione e struttura
Le articolazioni possono essere classificate seguendo uno schema strutturale o funzionale.
1.2.1.1Schema strutturale
Secondo la classificazione strutturale - le articolazioni prendono il nome in rapporto a:
-Tipo di tessuto connettivo che unisce le ossa (articolazioni fibrose o cartilaginee).
-Presenza di una capsula articolare che delimita una cavità piena di liquido (articolazione sinoviale).
1.2.1.2Schema funzionale
Secondo la classificazione funzionale - le articolazioni prendono il nome in rapporto ai gradi di libertà di
movimento permesso:
-Sinartrosi - articolazione fissa (fibrosa)
-Anfiartrosi - poco mobile (cartilaginosa)
- Diartrosi - molto mobile (sinoviale).
1.2.2 Articolazioni fibrose (sinartrosi)
Le ossa delle articolazioni si uniscono completamente e strettamente, permettendo movimenti piccoli o nulli. (fig. 81)
1.2.2.1Sindesmòsi
Sono le articolazioni nelle quali i legamenti uniscono due ossa.
1.2.2.2Suture
Esse si trovano solo nel cranio; piccole sporgenze dentate di ossa adiacenti si giustappongono le une alle
altre.
1.2.2.3Gonfòsi
Queste sono situate fra la radice del dente e il processo alveolare della mandibola o mascellare.
1.2.3 Articolazioni cartilaginee (anfiartrosi)
I capi articolari sono uniti da cartilagine o da fibrocartilagine; permettono una motilità ridotta. (fig. 8-2)
1.2.3.1Sincondròsi
È la cartilagine ialina interposta fra i capi articolari.
1.2.3.2Sinfisi
Si tratta di articolazioni nelle quali un cuscinetto o disco fibrocartilagineo è interposto fra i capi articolari.
1.2.4 Articolazioni sinoviali (diartrosi)
Articolazioni molto mobili.
(fig. 8-3)
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1.2.4.1Struttura delle diartrosi
-Capsula articolare - un manicotto che avvolge le estremità delle ossa, unendole.
-Membrana sinoviale - membrana che riveste la capsula articolare e secerne il liquido sinoviale.
-Cartilagine articolare - cartilagine ialina che ricopre le superfici articolari delle ossa.
-Cavità articolare - piccolo spazio fra le superfici articolari delle ossa.
-Menischi - (dischi articolari) cuscinetti fibrocartilaginei situati fra i capi articolari.
-Legamenti - dense fasce di fibre collagene che uniscono assieme le ossa della diartrosi in modo
consistente.
-Borse - membrane sinoviali piene di liquido sinoviale; cuscinetti articolari che facilitano il movimento dei
tendini.
A) Parte convessa
B) Parte concava
1) Cartilagine articolare
2) Liquido sinoviale in cavità articolare
3) Membrana sinoviale
4) Capsula articolare
5) Periostio
1.2.4.2Tipi di diartrosi (sinovie)
(fig. 8-4)
1.2.4.3Articolazioni uniassiali
Sono diartrosi che permettono il movimento attorno a un solo asse e su un solo piano:
-Articolazioni a troclea - le estremità articolari delle ossa formano un unità a cardine che permette
solamente la flessione e l estensione.
1.2.4.4 Articolazioni biassiali
Esse permettono movimenti attorno a due assi perpendicolari e su due piani sempre perpendicolari:
-Articolazione a trocoide - il processo di un osso si articola con l anello o con un incisione dell altro osso.
1.2.4.5Articolazioni multiassiali
Sono diartrosi che permettono movimenti attorno a tre o più assi su tre o più piani:
- Articolazioni a sella - diartrosi in cui i capi articolari assomigliano a piccole selle in modo da adattarsi
reciprocamente; il solo esempio del corpo è nelle mani.
- Còndilo: prominenza ossea che entra a far parte di un articolazione.
(Còndiatrosi: articolazione che può compiere tutti i movimenti eccetto quello di rotazione).
-Articolazioni a còndilo (ellissoidale) - diartrosi nelle quali un condilo si adatta a una cavità ellittica.
-Enartrosi (articolazioni sferoidali) - le articolazioni più mobili; la testa sferica di un estremità si adatta in una
sfera cava.
-Artrodie - superfici articolari relativamente piane che permettono movimenti di traslazione lungo diversi assi.
1.3Tipi di movimenti nelle diartrosi
1.3.1 Movimenti angolari
È il cambiamento dell ampiezza dell angolo fra due ossa che si articolano.
(fig. 8-5)
-ione: movimento
1.3.1.1Flessione
Significa la diminuzione dell angolo fra due ossa; una parte flette sull altra.
1.3.1.2Estensione e iperestensione
-Estensione: aumento dell angolo fra le ossa che riporta la parte flessa alla sua posizione anatomica.
-Iperestensione - estensione di una parte oltre la posizione anatomica.
1.3.1.3Flessione plantare e flessione dorsale
-Flessione plantare: aumenta l angolo fra la punta del piede e il piano frontale della gamba.
-Flessione dorsale: diminuisce l angolo fra la punta del piede e il piano frontale della gamba.
1.3.1.4Abduzione e adduzione
-Abduzione: allontana una parte dal piano mediano del corpo.
-Adduzione: avvicina una parte al piano mediano del corpo.
ab-: via da
ad-: vicino a
1.3.2 Movimenti circolari
(fig. 8-6)
-azione: atto del movimento.
1.3.2.1Rotazione e circumduzione
-Rotazione: il ruotare di un osso attorno al proprio asse.
-Circumduzione: movimento di una parte in modo che, mentre un estremità funge da fulcro del movimento,
l altra descrive una circonferenza nello spazio.
1.3.2.2Supinazione e pronazione
-Supinazione: rotazione del palmo della mano in alto.
-Pronazione: rotazione del palmo della mano in basso.
1.3.3 Movimenti di traslazione
I più semplici di tutti i movimenti; la superficie articolare di un osso scorre sulla superficie articolare di un altro senza
alcun movimento angolare o circolare.
1.3.4 Movimenti speciali
(fig. 8-7)
1.3.4.1Inversione ed eversione
-Inversione: la pianta del piede ruota all interno.
-Eversione: la pianta del piede ruota all esterno.
1.3.4.2Protrazione e retrazione
-Protrazione: una parte che si muove in avanti.
-Retrazione: una parte che si muove indietro.
1.3.4.3Elevazione e depressione
-Elevazione: una parte che si muove in alto.
-Depressione: una parte che si muove più in basso.
1.4Diartrosi più rappresentative
1.4.1 Diartrosi omeroscapolare
(fig. 8-8)
-Articolazione della spalla.
-È la più mobile delle articolazioni per la scarsa profondità della cavità glenoidea.
-Cèrcine: anello fibro-cartilagineo che circonda la parte cava di alcune articolazioni.
-Labbro glenoideo: sottile cercine di fibrocartilagine attorno alla cavità glenoidea, che la rende un po
-Le strutture che rinforzano l articolazione della spalla sono:
legamenti, muscoli, tendini e borse.
più profonda.
1.4.2 Articolazione dell anca
(fig. 8-9)
-Articolazione stabile dovuta alla forma della testa del femore e dell acetabolo.
-Acetabolo: cavità delle ossa del bacino in cui si articola la testa del femore.
-Una capsula articolare e dei legamenti contribuiscono alla stabilità dell articolazione.
1.4.3 Articolazione del ginocchio
(figg. 8-10 / 8-11)
-Di tutte le articolazioni questa è la più grande, la più complessa e la più frequentemente danneggiata.
-L articolazione tibiofemorale è sostenuta da una capsula articolare, da una cartilagine, da numerosi legamenti e
tendini di muscoli.
-Permette la flessione e l estensione e, con il ginocchio flesso, un po
di rotazione interna ed esterna.
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1.4.4 Articolazioni delle vertebre
(figg. 8-13 / 8-14)
-Le vertebre sono connesse le une alle altre da articolazioni, in modo da formare una colonna robusta e flessibile.
-I corpi di vertebre adiacenti sono connessi da dischi intervertebrali e da legamenti.
-I dischi intervertebrali sono composti da due parti:
- Un anello fibroso: parte più esterna del disco costituita da diverse lamine di tessuto fibroso e fibrocartilagine.
Un nucleo polposo: nucleo centrale del disco costituito da una sostanza idratata e plastica.
-
1.5Modificazione nel corso della vita: articolazioni
1.5.1 Sviluppo
Le articolazioni vengono influenzate dal processo di ossificazione che procede dalla nascita fino alla maturità dello
scheletro.
-Le fontanelle fra le ossa del cranio scompaiono.
-I dischi epifisari ossificano alla fine della crescita.
1.5.2 Adulti in età avanzata
-Diminuisce l ampiezza dei movimenti.
-Avvengono cambiamenti nel portamento (postura).
1.5.3 Malattie scheletriche
Esse si manifestano come problemi articolari.
-Crescita ossea anormale (sbavature) che influenza la mobilità articolare.
-Le varie malattie possono essere legate ai diversi periodi di sviluppo.
1.6Meccanismi di malattia: disordini articolari
1.6.1 Disordini articolari
Questi influenzano la mobilità.
1.6.2 Malattie articolari
Quelle non infiammatorie.
-osi ‹> degenerativo
-ione ‹> spostamento
1.6.2.1Osteoartrosi Si tratta di una malattia articolare degenerativa.
-Deterioramento e atrofia della cartilagine articolare e formazione di osso nuovo sulla superficie articolare.
-Si manifesta nelle articolazioni soggette a sovraccarico continuo.
-Cause sconosciute.
-La cura non arresta i processi:
sostituzione dell articolazione chirurgicamente.
1.6.2.2Danni da trauma
-Lussazione: perdita permanente dei rapporti articolari. Necessita di riduzione manuale.
-Distorsione: perdita temporanea del rapporto articolare. Si ricompone spontaneamente.
-In entrambi i casi vi è un danno muscoloscheletrico alle strutture legamentose che circondano
l articolazione.
1.6.3 Malattie articolari infiammatorie
-ite ‹> infiammato
1.6.3.1Artriti
È un nome dal significato generico.
- Artrite reumatoide:
malattia articolare infiammatoria a carattere cronico e sistemico.
La causa è sconosciuta.
Essa distrugge la membrana sinoviale, risolvendosi in un articolazione deforme.
-Artrite reumatoide giovanile:
Si manifesta durante la fanciullezza - più comune nelle ragazze.
È più grave che non negli adulti.
Distrugge la cartilagine di accrescimento e di conseguenza compromette la crescita delle ossa lunghe.
- Artrite gottosa:
disordine metabolico.
Vi è un eccesso di acido urico nel sangue che si deposita sotto forma di urato di sodio sulle falangi articolari
e nei tessuti periarticolari.
Allopurinolo: medicamento usato per inibire la sintesi di acido urico.
INDICE: Fisiologia muscolare AF2.9
1.0Fisiologia muscolare
1.1Fisiologia muscolare
1.2Funzioni generali
1.3Funzione del tessuto muscolare scheletrico
1.3.1Cellule
1.3.2Ultrastruttura della cellula muscolare
1.3.2.1Fibre
1.3.2.2Sarcolemma
1.3.2.3Reticolo
1.3.2.4Mitocondri
1.3.2.5Miofibrille
1.3.2.6Sarcomero
1.3.2.7Muscolo striato
1.3.2.8Tuboli a T
1.3.2.9Triade
1.3.3Miofilamenti
1.3.3.1Miofilamenti
1.3.3.2Proteine del miofilamento
1.3.3.3Giunzione filamento
1.3.3.4Miosina
1.3.4Meccanismo della contrazione
1.3.4.1Eccitazione e contrazione
1.3.4.2Rilasciamento
1.3.4.3Fonti di energia
1.3.4.4Principio del tutto o nulla
1.4Funzione degli organi muscolari scheletrici
1.4.1Muscoli
1.4.2Unità motoria
1.4.2.1Unità motoria
1.4.2.2Fibre muscolari e unità motorie
1.4.2.3Movimento e potenza
1.4.3Contrazione singola (scossa semplice)
1.4.3.1Contrazione rapida
1.4.3.2Contrazione singola
1.4.4Effetto scala
1.4.5Tetano
1.4.6Tono muscolare
1.4.7Contrazioni isotoniche e isometriche
1.4.7.1Contrazione isotonica
1.4.7.2Contrazione isometrica
1.4.7.3Combinazione isotonico e isometrico
1.4.8Principio della graduazione dell intensità
1.4.8.1Cellule muscolari (unità motorie)
1.4.8.2Principio della graduazione
1.4.8.3Criteri di graduazione
1.4.8.4Relazione lunghezza-tensione
1.4.8.5Riflesso di allungamento
1.5Funzione del tessuto muscolare liscio e cardiaco
1.5.1Muscolo cardiaco
1.5.1.1Tessuto
1.5.1.2Caratteristica
1.5.1.3Funzione
1.5.1.4Proprietà
1.5.2Muscolatura liscia
1.5.2.1Cellule
1.5.2.2Conduzione impulso
1.5.2.3Meccanismo biochimico
1.5.2.4Disposizione
1.5.2.5Tipi
1.6Quadro generale: il tessuto muscolare e il corpo nel suo insieme
1.7Meccanismi di malattia: principali alterazioni muscolari
1.7.1Principali malattie muscolari
1.7.1.1Miopatie
1.7.1.2Danno muscolare
1.7.1.3Infezioni
1.7.1.4Distrofia muscolare
1.7.1.5Miastenia grave
1.7.2Ernie
1.7.2.1Ernia inguinale
1.7.2.2Ernia riducibile
1.7.2.3Ernia strozzata
1.0Fisiologia muscolare
1.1Fisiologia muscolare
-Il sistema muscolare liscio è responsabile principalmente dell adattamento di ³organi
cavi² (p. es. vasi sanguigni) alle condizioni e alle necessità momentanee.
-Il sistema muscolare cardiaco è responsabile del battito del cuore (contrazione e
distensione ritmiche).
-Il sistema muscolare scheletrico è responsabile del movimento dello scheletro del corpo,
della respirazione e dell espressione mimica.
-Il tessuto muscolare svolge altre varie funzioni, oltre al movimento.
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1.2Funzioni generali
-Movimento del corpo nel suo insieme o parti di esso
-Produzione di calore
-Mantenimento della postura.
1.3Funzione del tessuto muscolare scheletrico
Cellule, ultrastrutture, miofilamenti, contrazione.
1.3.1Cellule
Caratteristiche delle cellule muscolari scheletriche:
- Eccitabilità (irritabilità) - capacità di essere stimolate.
- Contrattilità - capacità di contrarsi, o di accorciarsi e produrre il movimento del corpo.
- Estensibilità - capacità di estendersi o allungarsi, permettendo ai muscoli di ritornare alla loro lunghezza di riposo.
1.3.2Ultrastruttura della cellula muscolare
(figg. 9-2 e 9-4)
sarco-‹> muscolare -carne carnoso
1.3.2.1Fibre
Le cellule muscolari sono dette fibre per la loro costituzione filiforme.
1.3.2.2Sarcolemma
Membrana plasmatica delle fibre muscolari.
1.3.2.3Reticolo
Sarcoplasmatico (invece di endoplasmatico).
- Rete tridimensionale di tubuli e di sacculi situati all interno delle fibre muscolari.
- Le membrane del reticolo sarcoplasmatico che pompano di continuo ioni di calcio dal sarcoplasma per
immagazzinarli all interno dei sacculi e viceversa.
1.3.2.4Mitocondri
Le fibre muscolari contengono molti mitocondri e parecchi nuclei.
1.3.2.5Miofibrille
Numerose fibre sottili impacchettate strettamente insieme nel sarcoplasma.
1.3.2.6Sarcomero
- Parte della miofibrilla fra due linee Z.
- Ogni miofibrilla consiste di molti sarcomeri.
- Unità contrattile delle fibre muscolari.
1.3.2.7Muscolo striato
- Strisce scure dette bande A: zone H chiare si estende trasversalmente nel punto di mezzo di ciascuna
banda scura A.
- Strisce chiare dette bande I: una linea Z scura si estendono trasversalmente al centro di ogni banda I.
1.3.2.8Tuboli a T
- Tubuli trasversali si estendono nel sarcoplasma ad angolo retto rispetto all asse longitudinale della fibra
muscolare.
- Formati da introflessioni del sarcolemma.
- Permettono agli impulsi elettrici di scorrere lungo il sarcolemma verso l interno della cellula.
1.3.2.9Triade
- Tripletta di tubuli: un tubulo a T è compreso fra due cisterne del reticolo sarcoplasmatico. Permette
all impulso elettrico di scorrere lungo un tubulo a T per stimolare le membrane delle cisterne circostanti del
reticolo sarcoplasmatico.
1.3.3Miofilamenti
(fig. 9-5)
1.3.3.1Miofilamenti
Ogni miofibrilla (cellula muscolare) contiene migliaia di miofilamenti sottili e spessi.
1.3.3.2Proteine del miofilamento
Quattro differenti tipi di molecole proteiche costituiscono i miofilamenti.
- Miosina: che compone quasi tutto il filamento spesso:
- Le teste della miosina sono attaccate chimicamente alle molecole di actina
trasversali.
e sono conosciute come ponti
- Actina: proteina globulare formata da due subunità filamentose avvolte fra loro per formare la parte
principale del filamento sottile
- Tropomiosina: proteina che blocca i siti attivi sulle molecole di actina
- Troponina: proteina che mantiene la tropomiosina in sede.
1.3.3.3Giunzione del filamento
I filamenti sottili si attaccano a entrambe le linee Z di un sarcomero e si dirigono verso la parte centrale dello
stesso.
1.3.3.4Miosina
I filamenti spessi di miosina non si attaccano alle linee Z.
1.3.4Meccanismo della contrazione
Paragonabile a un movimento telescopico.
Eccitazione e contrazione, rilasciamento, energia, tutto o nulla.
1.3.4.1Eccitazione e contrazione (tab. 9-1)
- Una fibra muscolare scheletrica rimane a riposo fino a quando viene stimolata da un neurone motore.
- Giunzione neuromuscolare - assoni dei neuroni motori si uniscono al sarcolemma nella placca motrice.
(fig. 9-6)
- La giunzione neuromuscolare è una sinapsi dove molecole di neurotrasmettitori trasmettono i segnali.
- Acetilcolina - Il neurotrasmettitore rilasciato nella fessura sinaptica che si diffonde attraverso lo spazio
intersinaptico, stimola i recettori, e dà inizio a un impulso elettrico (nervoso) nel sarcolemma postsinaptico.
- L impulso nervoso procede sul sarcolemma e si addentra lungo i tubuli a T, dando l avvio al rilascio degli
ioni di calcio Ca++.
- Il calcio si lega alla troponina inducendo la tropomiosina a spostarsi ed esporre i siti attivi sull actina.
- Teoria dello scivolamento dei filamenti (fig. 9-8).
Quando i siti attivi sull actina sono scoperti potranno attaccarsi i ponti trasversali della miosina.
- Le teste della miosina si piegano (mosse dall energia di decomposizione ATP ‹> ADP), tirando i filamenti
sottili verso il centro del sarcomero.
- Ogni testa si stacca, si lega al sito attivo vicino e tira di nuovo.
- L intera miofibrilla si accorcia.
Per motivi didattici si spiega il processo energetico a partire dal glucosio. In realtà la maggior parte
dell energia muscolare (a sforzi rilevanti) proviene da lipidi, che per unità di peso forniscono più del doppio di
energia dei carboidrati (solo le cellule nervose e i globuli rossi ematici non sono in grado di sfruttare
direttamente dei lipidi come fonte energetica). In caso di scarsi lipidi/carboidrati il fegato (e altri organi)
trasformano proteine in materiale combustibile (decomposizione strutturale).
1.3.4.2Rilasciamento
- Immediatamente dopo che gli ioni Ca++ sono stati rilasciati, il reticolo sarcoplasmatico comincia a pomparli
attivamente all interno delle cisterne.
- Gli ioni Ca++ vengono rimossi dalle molecole di troponina, abbassandone la concentrazione.
1.3.4.3Fonti di energia
Per la contrazione muscolare (fig. 9-10).
- L idrolisi dell ATP (adenosintrifosfato) fornisce l energia necessaria per la contrazione muscolare.
- Le fibre muscolari risintetizzano continuamente ATP dalla scissione della creatina-fosfato.
- Il catabolismo della parte delle fibre muscolari richiede glucosio e ossigeno.
- A riposo, l eccesso di ossigeno nel sarcoplama è legato alla mioglobina.
- Fibre rosse: fibre muscolari con livelli alti di mioglobina (simile all emoglobina, Fe).
- Fibre bianche: fibre muscolari con poca mioglobina.
- La respirazione aerobica si svolge quando è disponibile un adeguata quantità di O2
- La respirazione aerobica si svolge quando sono disponibili bassi livelli di O2 e si risolve nella formazione di
acido lattico.
Biologicamente esiste un ³circolo grazioso² tra la produzione di carboidrati (glucosio) delle piante e la
produzione di anidride carbonica (CO2) da parte degli animali.
1.3.4.4Principio del tutto o nulla
- Le fibre muscolari, quando stimolate, o si contraggono in modo massimale o non si contraggono affatto.
- Stimolo liminare (soglia) - livello minimo dello stimolo capace di eccitare una fibra.
1.4Funzione degli organi muscolari scheletrici
Struttura muscolare, unità motoria, contrazione singola, effetto scala, tetano, tono muscolare, contrazione isometrica e
isotonica, graduazione intensità della struttura muscolare.
1.4.1 Muscoli
Essi sono composti da fasci di fibre muscolari che sono tenute insieme da tessuto connettivo fibroso nel quale
passano vasi sanguigni e linfatici e nervi sensori e motori.
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1.4.2Unità motoria
1.4.2.1Unità motoria
Neuroni (cellule nervose) motori e le fibre muscolari da questi innervate.
1.4.2.2Fibre muscolari e unità motorie
Alcune unità motorie consistono solo di poche fibre muscolari, mentre altre consistono di numerose fibre.
1.4.2.3Movimento e potenza
Generalmente, più piccolo è il numero di fibre in un unità motoria, maggiore è la precisione del movimento
eseguito; più grande è il numero di fibre in un unità
1.4.3Contrazione singola (scossa semplice)
1.4.3.1Contrazione rapida
La contrazione rapida di un muscolo è il risultato di uno stimolo singolo e breve a livello di soglia
(generalmente si realizza in situazioni sperimentali).
1.4.3.2Contrazione singola
Essa è caratterizzata da tre fasi (fig. 9-13).
- Fase di latenza - l impulso nervoso corre verso il reticolo sarcoplasmatico per indurre il rilascio di Ca++.
- Fase di contrazione - il Ca++ si lega alla troponina e si ha lo scivolamento dei miofilamenti.
Fase di rilasciamento - termina lo scivolamento dei filamenti.
-
1.4.4Effetto scala
(fig. 9-14, B.)
- Aumento graduale, simile a una scala, della forza di contrazione che si osserva in una serie di contrazioni semplici
che avvengono nell arco di un secondo.
- Alla fine, il muscolo risponderà con meno forza di contrazione e la fase di rilasciamento diventerà più breve.
1.4.5Tetano
Contrazione continua e prolungata (spasmo, crampo).
- Somma di onde multiple - onde semplici multiple sono unite insieme così da sostenere la tensione muscolare per un
tempo prolungato.
- Tetano incompleto - periodi molto corti di rilasciamento intercalati a picchi di tensione (fig. 9-14, C.).
- Tetano completo - le stimolazioni sono tali che le onde di contrazione diventano un picco unico e prolungato.
1.4.6Tono muscolare
- Contrazione tonica - contrazione parziale e continua di un muscolo.
- In ogni momento, all interno di un muscolo, si contrae un piccolo numero di fibre muscolari, per produrre tensione o
tono muscolare.
- Muscoli con tono minore del normale sono flaccidi.
- Muscoli con tono maggiore del normale sono spastici.
- Il tono muscolare è mantenuto da meccanismi di retroazione negativa (nervi sensoriali del muscolo che segnalano la
tensione e la lunghezza del muscolo).
1.4.7Contrazioni isotoniche e isometriche
(fig. 9-15)
1.4.7.1Contrazione isotonica
- Contrazione nella quale il tono o la tensione all interno di un muscolo rimane la stessa mentre diminuisce la
lunghezza del muscolo.
- Isotonico, significa ³stesso tono² (tensione, forza).
- Tutta l energia di contrazione viene usata per tirare i miofilamenti sottili e quindi diminuisce la lunghezza dei
sarcomeri della fibra.
1.4.7.2Contrazione isometrica
- Contrazione nella quale la lunghezza del muscolo rimane la stessa, mentre aumenta la tensione.
- Isometrico, significa ³stessa lunghezza².
1.4.7.3Combinazione isotonico e isometrico
Nella maggior parte dei casi, i movimenti del corpo si svolgono servendosi di entrambi i precedenti tipi di
contrazione.
1.4.8Principio della graduazione dell intensità
Principio del ³tutto e nulla².
1.4.8.1Cellule muscolari (unità motorie)
Esse si contraggono secondo il principio del ³tutto o nulla², che non vale però per il muscolo scheletrico intero.
1.4.8.2Principio della graduazione
Secondo il principio della graduazione dell intensità i muscoli scheletrici si contraggono con vario grado di
tensione in momenti diversi (attirando più o meno unità motorie).
1.4.8.3Criteri di graduazione
I fattori responsabili del fenomeno della graduazione dell intensità sono:
- Condizioni metaboliche delle singole fibre.
- Numero di fibre muscolari che si contraggono simultaneamente; maggiore è il numero delle fibre che si
contraggono, maggiore è la contrazione.
- Numero di unità motorie reclutate.
- Intensità e frequenza delle stimolazioni.
1.4.8.4Relazione lunghezza-tensione
- La massima forza che un muscolo può sviluppare dipende direttamente dalla lunghezza iniziale delle sue
fibre.
- I sarcomeri di un muscolo accorciato sono compressi.
- Un muscolo eccessivamente disteso non può sviluppare molta tensione perché i miofilamenti spessi sono
troppo distanti dai miofilamenti sottili.
- La contrazione massima più forte è possibile solamente quando la muscolatura scheletrica è stata distesa
alla lunghezza ottimale.
1.4.8.5Riflesso di allungamento
- Il carico a cui è sottoposto un muscolo influenza la forza di contrazione.
- Riflesso di allungamento: il corpo tende a mantenere costante la lunghezza del muscolo in risposta
all aumento del carico.
- Quando viene aumentato il carico al massimo livello sopportabile, il riflesso di allungamento mantiene
relativamente costante la lunghezza del muscolo.
1.5Funzione del tessuto muscolare liscio e cardiaco
1.5.1Muscolo cardiaco
1.5.1.1Tessuto
Il tessuto muscolare cardiaco è esclusivo del cuore e forma la maggior parte delle pareti di quest organo
cavo.
1.5.1.2Caratteristica
È un muscolo striato involontario.
1.5.1.3Funzione
Si contrae ritmicamente e costantemente per provvedere al mantenimento del flusso continuo del sangue.
1.5.1.4Proprietà
Il tessuto muscolare cardiaco assomiglia al tessuto muscolare scheletrico, ma ha caratteristiche specializzate
legate alla sua funzione che è quella di pompare il sangue.
- Ogni fibra muscolare cardiaca contiene miofibrille parallele (fig. 9-19).
- Le fibre muscolari cardiache formano, con altre fibre, delle giunzioni aventi funzioni meccaniche ed
elettriche; le singole cellule sono molto ramificate.
- Sincizio: insieme di cellule unite elettricamente.
- Le fibre muscolari cardiache formano una parete unitaria e contrattile attorno alle cavità del cuore.
- Conducono i singoli impulsi lungo un sarcolemma virtualmente continuo.
- I tubuli a T sono più grandi e formano diadi con il reticolo sarcoplasmatico piuttosto raro.
- Il muscolo cardiaco mantiene ogni impulso più a lungo della muscolatura scheletrica, dunque gli impulsi non
possono giungere rapidamente con il rischio di produrre il tetano.
- Il muscolo cardiaco ha abbondanza di ATP per cui resiste alla fatica.
- Il muscolo cardiaco è autoeccitabile.
1.5.2Muscolatura liscia
1.5.2.1Cellule
La muscolatura liscia è composta da piccole cellule fusiformi con un solo nucleo.
1.5.2.2Conduzione impulso
Non sono presenti i tubuli a T, ed è presente un reticolo sarcoplasmatico organizzato in modo diradato.
1.5.2.3Meccanismo biochimico
Il Ca++ arriva dall esterno della cellula e si lega alla calmodulina, invece che alla troponina per attivare la
contrazione.
1.5.2.4Disposizione
Non ci sono striature, poiché i miofilamenti sottili e spessi sono disposti in modo completamente diverso da
quelli delle fibre della muscolatura scheletrica o cardiaca; i miofilamenti non sono organizzati in sarcomeri.
1.5.2.5Tipi
Due sono i tipi di tessuto muscolare liscio:
- Muscolatura viscerale (unità singole).
Giunzioni comunicanti uniscono le fibre muscolari lisce in grandi lamine unitarie.
È il tipo più comune e forma una lamina muscolare nelle pareti delle strutture cave, come nel tratto digerente,
nei sistemi urinario e genitale e nei vasi sanguigni.
Presenta contrazioni ritmiche e autonome, responsabili delle peristalsi o della regolazione del diametro,
grazie al sistema nervoso vegetativo.
- Multiunitario.
Non funziona come una sola unità, ma è composto di molte unità cellulari indipendenti.
Ogni fibra risponde solamente a uno stimolo nervoso.
1.6Quadro generale: il tessuto muscolare e il corpo nel suo insieme
-La funzione dei tre tipi principali di muscolatura è integrata alle funzioni del corpo nel suo insieme (scheletrica, cardiaca,
liscia).
-Tutti e tre i tipi di tessuto muscolare provvedono al movimento necessario alla sopravvivenza.
-La relativa costanza della temperatura interna del corpo è mantenuta dal calore generato dalla degradazione del glucosio e
di acidi lipidici del tessuto muscolare.
-Può mantenere le parti del corpo in posizioni relativamente stabili.
1.7Meccanismi di malattia: principali alterazioni muscolari
1.7.1Principali malattie muscolari
1.7.1.1Miopatie
Esse possono variare da lievi sino a essere un pericolo per la vita stessa.
1.7.1.2Danno muscolare
- Lo strappo è un danno causato da una eccessiva attività o da trauma:
vi è stata solo distensione eccessiva o addirittura una lacerazione delle fibre muscolari.
Spesso associato a mialgia (dolore muscolare).
Può complicarsi con l infiammazione del muscolo (miosite) o anche del tendine (fibromiosite).
Se il danno è vicino all articolazione e coinvolge i legamenti, è complicato da una distorsione articolare.
- I crampi sono spasmi muscolari dolorosi (contrazioni involontarie).
- Danni da rottura derivano da gravi traumi dei muscoli le cui cellule possono rilasciare nel sangue il loro
contenuto di mioglobina che è causa di danno renale
- Tensione muscolare indotta da stress può causare cefalee e dolori alla regione dorsale.
1.7.1.3Infezioni
- Diversi batteri, virus e parassiti possono infettare i muscoli.
- Polimiosite è un infezione virale dei nervi motori che varia da una forma lieve a forme pericolose per la vita
stessa.
1.7.1.4Distrofia muscolare
- Un gruppo di disturbi genetici caratterizzati da atrofia muscolare.
- La distrofia muscolare di Duchenne (pseudoipertrofia) è il tipo più comune.
Caratterizzato da una rapida progressione della debolezza (astenia) e dell atrofia, spesso si risolve con la
morte all età di 21 anni.
Malattia ereditaria legata al cromosoma X, che colpisce preferibilmente i maschi.
1.7.1.5Miastenia grave
È un disturbo muscolare autoimmunitario caratterizzato da astenia e affaticamento cronico.
1.7.2Ernie
Si tratta di una protrusione di un organo addominale ricoperto dal peritoneo attraverso un apertura della parete
addominale.
(fig. 9-22)
1.7.2.1Ernia inguinale
Quando l organo s impegna nel canale inguinale e può scendere sino allo scroto o alle grandi labbra
(situazione più comune): è più frequente nel maschio.
1.7.2.2Ernia riducibile
L organo che protrude può essere riportato nella cavità addominale con semplici manovre manuali.
1.7.2.3Ernia strozzata
L organo non è riducibile, e il flusso del sangue all organo può essere interrotto: le complicazioni sono
ostruzione e cancrena se non si provvede subito a intervenire chirurgicamente.
INDICE: AF 2.10 Anatomia muscolare
1.0Anatomia muscolare
1.1Introduzione
1.2Struttura dei muscoli scheletrici
1.2.1Componenti connettivali
1.2.2Dimensioni, forma e disposizione delle fibre muscolari
1.2.3Inserzione dei muscoli
1.2.4Azione muscolare
1.2.5Sistemi di leve
1.2.5.1 Leve, fulcri, ³motori²
1.2.5.2 Sistemi di leve
1.2.5.3 Leve del primo tipo
1.2.5.4 Leve del secondo tipo
1.2.5.5 Leve del terzo tipo
1.3Denominazione dei muscoli
1.3.1Criteri di denominazione
1.3.2Azione muscolare
1.4Muscoli importanti e loro funzione
1.4.1Muscoli della testa
1.4.1.1 Muscoli mimici
1.4.1.2 Muscoli della masticazione
1.4.1.3 Muscoli che muovono la testa
1.4.2Muscoli del tronco
1.4.2.1 Muscoli del torace
1.4.2.2 Muscoli della parete addominale
1.4.2.3 Muscoli del pavimento pelvico
1.4.3Muscoli dell arto superiore
1.4.3.1 Muscoli che agiscono sul cingolo scapolare
1.4.3.2 Muscoli che muovono il braccio
1.4.3.3 Muscoli che muovono l avambraccio
1.4.3.4 Muscoli che muovono il polso, la mano e le dita
1.4.4Muscoli dell arto inferiore
1.4.4.1 Cingolo pelvico
1.4.4.2 Muscoli che muovono la coscia e la gamba
1.4.4.3 Muscoli che agiscono sulla caviglia e sul piede
1.5Postura
1.5.1Postura
1.5.2³Buona postura²
1.5.3Mantenimento posturale
1.6Modificazioni nel corso della vita: sistema muscolare
1.6.1Cellule
1.6.2Patologie
1.6.3Cambiamenti nel corso della vita
1.6.4Cambiamenti degenerativi
1.0Anatomia muscolare
1.1Introduzione
-Nel corpo ci sono all incirca 600 muscoli scheletrici.
-I muscoli scheletrici costituiscono dal 40% al 50% del peso corporeo.
I muscoli, assieme allo scheletro, determinano la forma e il contorno del corpo.
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1.2Struttura dei muscoli scheletrici
endo-: interno
peri-: intorno
epi-: su
1.2.1 Componenti connettivali
-Endomisio - delicata membrana connettivale che ricopre il sarcolemma delle fibre (cellule) muscolari.
-Perimisio - un connettivo resistente che riunisce fasci di fibre muscolari.
-Epimisio - lamina spessa che ricopre il muscolo nel suo insieme.
-Queste tre componenti fibrose possono diventare un tendine, o un aponeurosi.
-epi- peri- e endomisio sono i portatori di vasi sanguigni e linfatici e dei nervi sensoriali e motori.
1.2.2 Dimensioni, forma e disposizione delle fibre muscolari
(fig. 10-1)
-I muscoli scheletrici variano di dimensione, forma e disposizione delle fibre.
-Dimensione - varia da estremamente piccola a grande.
-Forma - varietà di forme, larghe, strette, lunghe, affusolate, corte, tozze, triangolari, quadrangolari, irregolari,
laminari o voluminose.
-Disposizione - diverse disposizioni, parallele all asse longitudinale, convergenti in un punto ristretto, oblique,
semipennate, bipennate o curve; la direzione delle fibre è strettamente legata alla funzione.
1.2.3 Inserzione dei muscoli
(fig. 10-2)
-Origine - punto di inserzione prossimale del muscolo.
-Inserzione terminale - punto di attacco distale del muscolo.
-Punto fisso - punto dello scheletro che sta fermo durante la contrazione.
-Punto mobile - punto dello scheletro che si muove durante la contrazione.
1.2.4 Azione muscolare
La maggior parte dei movimenti sono prodotti dall azione coordinata di molti muscoli; alcuni muscoli in un gruppo si
contraggono mentre altri si rilasciano.
-Motore primario o agonista - un muscolo o un gruppo di muscoli che producono direttamente un movimento
specifico.
-Antagonisti - Muscoli che, quando si contraggono, si oppongono direttamente ai motori primari; si rilasciano quando
il motore primario sta contraendosi per produrre il movimento; sono responsabili della precisione e del controllo
della velocità di contrazione dei motori primari.
-Sinergisti - muscoli che si contraggono contemporaneamente con i motori primari, facilitando il movimento.
-Muscoli fissatori - stabilizzano le articolazioni durante un movimento o da fermo.
1.2.5 Sistemi di leve
1.2.5.1Leve, fulcri, ³motori²
Nel corpo umano, le ossa funzionano come leve e le articolazioni come fulcri; contraendosi, i muscoli
esercitano una forza sull osso nel punto in cui si inseriscono e inducono l osso a muoversi attorno
all articolazione che si comporta da fulcro.
1.2.5.2Sistemi di leve
Quattro sono i componenti che le formano (fig. 10-3):
-Barra rigida (osso)
-Fulcro (F) (articolazione) attorno al quale si muove l asta
-Resistenza (R) il carico che viene vinto
-Potenza (P) o ³motore², fattore che produce il movimento (contrazione muscolare).
1.2.5.3Leve del primo tipo
-Il fulcro si trova fra la potenza e la resistenza
-Scarsamente rappresentate nel corpo umano; si comportano come leve di equilibrio.
1.2.5.4Leve del secondo tipo
-La resistenza si trova fra il fulcro e il punto sul quale la forza agisce
-La presenza di queste leve nel corpo è un dato controverso (sono leve di forza).
1.2.5.5Leve del terzo tipo
-La potenza si trova fra il fulcro e la resistenza
-Permette movimenti rapidi e ampi
-Il più comune tipo di leve presenti nel corpo (sono leve di velocità).
1.3Denominazione dei muscoli
(fig. 10-4)
1.3.1 Criteri di denominazione
Il nome dei muscoli deriva da una o più delle seguenti caratteristiche:
-Localizzazione (gluteo, brachiale)
-Funzione (adduttore, abduttore ...)
-Forma (deltoide, romboideo)
-Direzione delle fibre (retto dell addome)
-Numero dei capi (bicipite ..., tricipite ..., quadricipite ...)
-Punti di inserzione - origine e inserzione terminale (sternocleidomastoideo).
1.3.2 Azione muscolare
Suggerimenti che permettono di dedurre le azioni dei muscoli:
-Inserimenti ossei.
-Articolazioni di mezzo.
-Direzione delle fibre.
-Mossa.
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1.4Muscoli importanti e loro funzione
Testa, tronco, arto superiore, arto inferiore.
1.4.1 Muscoli della testa
1.4.1.1Muscoli mimici
Essi sono i soli che hanno almeno un punto di attacco nello strato profondo della pelle della faccia o del
collo.
(tab. 10-3 e fig. 10-6)
Epicranio, corrugatore, orbicolari occhio e bocca, zigomatico, buccinatore.
1.4.1.2Muscoli della masticazione
Sono responsabili dei movimenti del masticare.
(tab. 10-3 e fig. 10-6)
Massetere, temporale, pterigoidei.
1.4.1.3Muscoli che muovono la testa
Muscoli pari da entrambi i lati del collo che sono responsabili dei movimenti della testa.
(fig. 10-7)
Semispinale, splenio, sternocleidomastoideo, lunghissimo del capo.
1.4.2 Muscoli del tronco
1.4.2.1Muscoli del torace
Essi sono di importanza vitale nella respirazione.
(fig. 10-8 e tab. 10-5)
Intercostali interni ed esterni, diaframma.
1.4.2.2Muscoli della parete addominale
Essi sono disposti in tre strati con fibre in ogni strato che decorrono in direzione diversa per accrescere la
resistenza della parete addominale.
(fig. 10-9 e tab. 10-6)
Obliqui interni e esterni, trasverso, retto addominale, quadrato dei lombi.
1.4.2.3Muscoli del pavimento pelvico
Sostengono le strutture della cavità pelvica.
(fig. 10-10 e tab. 10-7)
Levator ani, ischiocavernoso, bulbocavernoso, traverso del perineo, sfinteri anali e uretrali.
1.4.3 Muscoli dell arto superiore
Cingolo scapolare, braccio, avambraccio, polso, mano, dita.
1.4.3.1Muscoli che agiscono sul cingolo scapolare
Essi sono attaccati all estremità superiore del tronco e localizzati anteriormente (petto) e posteriormente
(dorso e collo).
Questi muscoli permettono anche movimenti di estensione.
(fig. 10-11 e tab. 10-8)
Trapezio, piccolo pettorale, dentato anteriore, elevatore scapola, romboide grande e piccolo.
1.4.3.2Muscoli che muovono il braccio
La spalla è un articolazione sinoviale che permette ampi movimenti su ogni piano.
(fig. 10-12 e tab. 10-9)
Grande pettorale e dorsale, deltoide, coracobrachiale, sopraspinato, piccolo e grande rotondo, sottospinato e
scapolare.
1.4.3.3Muscoli che muovono l avambraccio
Essi si trovano prossimalmente al gomito e terminano su ulna e radio.
(fig. 10-14 e tab. 10-10)
Bicipite e tricipite brachiale, brachiale, radiobrachiale, pronatori rotondo e quadrato, supinatore.
1.4.3.4Muscoli che muovono il polso, la mano e le dita
Questi muscoli si trovano sulle superfici anteriori o posteriori dell avambraccio.
(fig. 10-16 e tab. 10-11)
Diversi flessori ed estensori, palmare lungo e opponente del pollice.
1.4.4 Muscoli dell arto inferiore
Cingolo pelvico, coscia, gamba, caviglia, piede.
1.4.4.1Cingolo pelvico
Il cingolo pelvico e l estremità hanno funzioni di locomozione e di mantenimento della postura.
1.4.4.2Muscoli che muovono la coscia e la gamba
(figg. 10-4, 10-5, 10-18 fino alla 10-21 e tab. 10-12)
Coscia: ileopsoas, retto femorale, tre glutei, tensore della fascia lata, tre adduttori, gracile.
Gamba: 4 muscoli del quadricipite, sartorio, tre muscoli ischiatici (ischiocrurali).
1.4.4.3Muscoli che agiscono sulla caviglia e sul piede.
(fig. 10-24 e tab. 10-14)
-I muscoli estrinsechi del piede hanno origine nella gamba ed esercitano la loro azione sui tendini che si
inseriscono sulle ossa del piede: responsabili della dorsoflessione, della flessione plantare, dell inversione
e della eversione del piede.
-I muscoli intrinsechi del piede sono localizzati nel piede; responsabili della flessione, estensione, abduzione
e adduzione delle dita del piede.
1.5Postura
1.5.1 Postura
Mantenere la postura è una delle funzioni più importanti dei muscoli.
1.5.2 ³Buona postura²
Allineamento delle varie parti del corpo che ne favorisce le funzioni. Richiede il minimo sforzo per mantenerla,
tenendo il centro di gravità del corpo entro la base di appoggio.
1.5.3 Mantenimento posturale
-I muscoli esercitano sulle ossa una forza continua che si oppone alla forza di gravità.
-Oltre ai muscoli e alle ossa, altre strutture hanno una funzione nel mantenere la postura.
-Sistema nervoso - responsabile del tono muscolare e della regolazione e del coordinamento della quantità di
contrazioni muscolari.
-I sistemi respiratorio, circolatorio, digerente, urinario ed endocrino: tutti concorrono a mantenere le funzioni
muscolari.
1.6Modificazioni nel corso della vita: sistema muscolare
1.6.1 Cellule
Cellule muscolari - aumento o diminuzione del numero, della dimensione e della capacità di contrarsi nelle diverse
età.
1.6.2 Patologie
Condizioni patologiche possono interessare il sistema muscolare nei diversi periodi della vita.
1.6.3 Cambiamenti nel corso della vita
Si manifestano nei diversi componenti dell unità motoria.
-Infanzia e fanciullezza - coordinamento e controllo della contrazione muscolare avvengono attraverso fasi
sequenziali di sviluppo.
1.6.4 Cambiamenti degenerativi
Quelli legati alla vecchiaia portano alla sostituzione delle cellule muscolari con tessuto connettivo, situazione non
fisiologica.
seguente capitolo che riguarda:
- modello apparato motorio
- meccanismo energetico
- meccanismo informatico
- tessuto connettivo lasso motorio e dermico
- inserzioni di muscoli
- forze articolari e posture
non è una patologia ma fornisce degli elementi a chi cura l¹apparato motorio per scoprire le cause di certi dolori, impedimenti, disturbi
portamentali e movimentali. Può servire come introduzione alla ³lettura del sistema motorio².
1.0 Modelli
Vengono trattati i seguenti argomenti:
1.1 Apparato motorio nell¹insieme
1.2 Meccanismo energetico
1.3 Meccanismo informatico
1.1
Apparato motorio nell¹insieme
Trasformazione di aria, acqua e nutrienti in movimenti sensati, calore e scorie.
1.2
Meccanismo energetico
Trasformazione di glucosio e ossigeno in movimento e calore.
1.3
Meccanismo informatico
Perché i movimenti siano sensati.
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2.0 Tessuto connettivo intramuscolare e dermico
- Connette i muscoli e si deve adattare ai loro cambiamenti di lunghezza e di tensione.
- Senza impedire le strutture circolatorie del sangue, della linfa e le strutture nervose sensoriali e motorie.
- Garantendo ininterrottamente lo scambio di sostanze tra queste strutture e le cellule muscolari.
Vengono trattati i seguenti argomenti:
2.1 Tessuto connettivo lasso
2.2 Tessuto connettivo denso
2.3 Sistema di regolazione base umorale
2.4 ³Compartimenti² intermuscolari
2.1
Tessuto connettivo lasso
endofibra (cellula)
muscolare
perifascia
muscolare
epimuscolo
intero
-misio
tessuto
connettivale
2.2
Tessuto connettivo denso
2.3
2.3
Sistema di regolazione base umorale
2.4
³Compartimenti² intermuscolari
3.0 Inserzioni muscolari
Per il lavoro pratico sul corpo usiamo spesso delle tavole riguardanti le inserzioni muscolari come le seguenti:
3.1 Cingolo scapolare e braccio
3.2 Avambraccio e mano
3.3 Bacino e coscia
3.4 Gamba e piede
3.1. Cingolo scapolare e braccio
Vengono trattati i seguenti temi
3.1.1 Vista frontale
3.1.2 Vista dorsale
3.1.3 Clavicola e sterno
3.1.1
Vista frontale
3.1.2
Vista dorsale
3.1.3
Clavicola e sterno
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3.2
3.2
Avambraccio e mano
3.3
3.3
Bacino e coscia
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3.4
3.4
Gamba e piede
4.0 Forze articolari e posizioni posturali
Vengono trattati i seguenti argomenti:
4.1 Modello di posizione
4.2 Modello di forze
4.1
Modello di posizione
Il modello della porta a pendolo spiega come dei toni diversi (molle) di Mm agonisti e antagonisti determinano la posizione
(angolazione di riposo).
4.2
Modello di forze
Il seguente modello spiega, come il tono muscolare di Mm. attraversanti una giuntura determina la forza di riposo sulla
giuntura indipendente dall¹equilibrio del tono muscolare (oltre a peso e gravità).
5.0 Postura e movimento
Come ³postura² si intende normalmente il ³portamento² in posizione eretta, anche se è altrettanto interessante osservare le
posizioni sedute e sdraiate.
Al ³terapista corporeo² sia la postura che i movimento possono dare tante indicazioni:
- sul modo del corpo di tenersi in equilibrio verso la gravità sull¹uso del corpo per raggiungere qualcosa.
Sono trattati i seguenti argomenti:
6.1 Posizioni erette
6.2 Posizioni sedute
6.0 Principi statici per il portamento
- Linea baricentrica all¹interno della superficie d¹appoggio
- Tono muscolare che tiene ferme le giunture
6.1
Posizioni erette
6.1.1 Posizione anatomica e appoggio frontale
6.1.2 Posizione naturale laterale
6.1.3 Posizione ³di scherma²
6.1.4 Donna prima e dopo il lavoro corporeo
6.1.5 Uomo prima e dopo il lavoro corporeo
6.1.6 Lordosi cervicale
6.1.7 Baricentro e appoggio
6.1.8 Portamento con appoggio su una gamba
6.1.9 Portamento alzando pesi
6.1.10 Portamento ³ballerina²
6.1.1
6.1.1
Posizione anatomica e appoggio frontale
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6.1.2
6.1.2
Posizione naturale laterale
6.1.3
6.1.3
Posizione ³di scherma²
6.1.4
Donna prima e dopo il lavoro corporeo
6.1.5
Uomo prima e dopo il lavoro corporeo
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6.1.6 Lordosi cervicale
6.1.7 Baricentro e appoggio
6.1.8 Portamento con appoggio su una gamba
6.1.9
Portamento alzando pesi
6.1.10 6.1.10
Portamento ³ballerina²
6.2
Posizioni sedute
Vengono trattati i seguenti temi:
Seduto su sgabello
Seduto sul pavimento
6.2.1 Seduto su sgabello
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6.2.2
Seduto sul pavimento
7.0 Principi dinamici per il movimento
Allentando una determinata tensione muscolare il baricentro si sposta: movimento.
Sono trattati i seguenti argomenti:
7.1 Passo
7.2 Corsa
7.3 Tirare e spingere
7.4 Mimica e fisiognomica
7.5 Testa e cervicali
7.6 Braccia e avambracci
7.7 Anca
7.1.
Passo
7.2
Corsa
7.3
Tirare e spingere
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7.4
Mimica e fisiognomica
7.5
Testa e cervicali
7.6
Braccia e avambracci
7.7.
Anca
8.0 Catene muscolari
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Sono trattati i seguenti temi:
8.1 Principi
8.2 Esempi
8.1
Principi
8.2
Esempi
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