Le nostre vite in corsia, un lavoro difficile

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L’Azienda Ospedaliero Universitaria di Udine
in...
UDINE
GIUGNO 2010
4 pagine
Suppl. a Pubblicamente Anno 5 N. 2 - Dicembre 2009
Reg. Trib. Trieste n. 1116 del 29/7/2005
Direttore responsabile: Riccardo De Toma
Stampa: Compeditoriale srl - Mestre
BOTTA E RISPOSTA CON...
...Giuseppe Todaro, infermiere in servizio alla 1ª Medica A
... Mafalda Ferletti, segretario generale Fp Cgil Fvg
Le nostre vite in corsia, L’assessore Kosic? Si vede
un lavoro difficile poco. E quando si vede...
Nelle Medicine, ad esempio,
pochi operatori, letti bis, turni
pesanti. Le possibili soluzioni
L
avorare in un reparto di ospedale è
spesso, troppo spesso, difficile e stressante. Cominciamo a vedere come e perché a partire dalle Mediche. Con qualche
domanda a Giuseppe Todaro (nella foto),
infermiere laureato, delegato sindacale
Cgil, membro eletto del Comitato di Dipartimento di Medicina Interna. Giuseppe
lavora in qualità di infermiere presso il reparto di 1ª Medica A.
Secondo l’esperienza da te maturata
nel corso di questi anni sono migliorate
le condizioni di lavoro nel tuo reparto?
Più che di miglioramento si può parlare di
alcune modifiche apportate dal gruppo degli
operatori come, ad esempio, il cambio dell’orario della visita medica che attualmente non si accavalla più con le altre attività.
Dal punto di vista assistenziale però nulla
è cambiato nonostante gli sforzi fatti da noi
lavoratori per organizzare meglio il lavoro.
Il personale in dotazione al reparto è
sufficiente a garantire al meglio l’assistenza secondo il dettato della tua professione?
No. Assolutamente No. Il lavoro è spesso portato avanti da pochi operatori che
devono comunque garantire tutta una serie di attività routinarie, intervenire sulle
eventuali urgenze/emergenze trascurando sempre di più il rapporto di relazione,
tanto caro alla nostra professione, che gli
infermieri devono avere con l’utente.
L’attività svolta nel tuo reparto è sempre conforme alla normativa vigente
sulla sicurezza sia degli utenti che dei
lavoratori?
Non mancano i problemi. I letti bis ad
esempio riducono gli spazi utili di lavoro,
impediscono il corretto accesso degli operatori che devono prestare le cure. A questo va aggiunta la mancanza di luce, del
campanello di chiamata, il letto è collegato
ad una ciabatta elettrica che è sul pavimento e spesso intralcia lo spostamento
dei letti. Non c’è accesso all’ossigeno e
all’impianto di aspirazione se non ricorrendo a prolunghe che tagliano in due la
stanza di degenza aumentando il rischio
di caduta degli utenti autonomi, ma anche
del personale in servizio.
In caso d’incendio poi, un reparto strapieno significa difficoltà maggiore di evacuazione, mentre i letti nel corridoio in caso di
urgenza rappresentano un serio ostacolo,
un vero “tappo” alle vie di fuga.
A livello operativo, avere tanti pazienti in
più rappresenta un potenziale pericolo di
compiere errori generati dalla confusione
che si crea in un reparto sovra affollato e
dalla stanchezza che ne deriva.
Cosa vorresti, Giuseppe, che fosse fatto per avere la giusta soddisfazione nel
tuo lavoro?
Bisogna ricalibrare il carico di lavoro al
fine di metterci in condizione di lavorare
con professionalità e serenità.
Un no assoluto ai letti bis.
Avere turni programmati per lungo tempo
e non fatti di volta in volta. Avere un luogo
di lavoro riservato solo per il personale di
assistenza che consenta di lavorare rispettando la privacy degli utenti, scrivere le
registrazioni senza essere continuamente
distratti, fare le richieste degli esami ematici, dare ascolto ad un familiare che deve
darci informazioni o riceverne. Infine, la
medicina deve diventare un buon luogo di
lavoro, attrattivo per i nostri colleghi come
lo sono altre realtà in questa azienda.
Un grazie a Giuseppe e speriamo che presto si possa tornare a parlare del tuo reparto in maniera diversa da quello che è ora.
Claudio Di Ottavio
A proposito di organici ridotti,
risorse tagliate,
porte e portoni aperti al Privato
S
ulla Sanità – e non solo – i rapporti
tra la Cgil e la Giunta Regionale sono
molto tesi. Per capire bene i “perché” abbiamo fatto qualche domanda a Mafalda
Ferletti (nella foto), segretario generale
della Funzione Pubblica del FVG.
Come si potrebbe definire con un
termine la situazione della sanità in
FVG?
Critica. Ci sono parecchi elementi che
ce la fanno descrivere così. Il primo è il
blocco delle assunzioni che depaupera
a colpi di scure la qualità e la quantità
delle prestazioni che il Servizio Sanitario Regionale rivolge ai suoi cittadini. Il
secondo è che nulla si è ancora fatto sul
versante dell’applicazione del contratto
nazionale di lavoro per le parti che lo
stesso demanda al livello regionale, una
parte economica ma soprattutto la parte che riguarda i lavoratori precari, che
dopo un primo importante accordo di
stabilizzazione di qualche anno fa, sono
riaumentati nel numero e nelle funzioni.
Eppure non si riesce a dialogare con
l’Assessore, nemmeno su questo punto, nemmeno per censire quanti sono e
FRASI CELEBRI
“Ci penserò domani”
(Rossella O’Hara in “Via col vento”)
“Stare a casa dopo il parto?
Un privilegio”
(Maria Stella Gelmini, ministro)
“Se dovessi acclarare irregolarità,
lascerò la casa. Non posso
abitare in una casa pagata da altri”
(Claudio Scaiola, ministro)
FAI LA CLASSIFICA
Manda una mail a
[email protected] e indica
1°, 2° e 3° posto tra le tre frasi
dove lavorano.
Come sono i rapporti con la Giunta
regionale ed in specifico con l’assessore Kosic?
Dire non buoni sarebbe usare un eufemismo, l’Assessore nel tempo che
si “concede” per gli incontri con le Organizzazioni Sindacali - pochissimi gli
incontri avuti finora, tant’è che si potrebbero contare sulle dita di una mano
monca - si limita ad illustrare decisioni
già prese, come nel caso delle dotazioni
organiche consegnandoci dati parziali e
fuorvianti. Così anche nel caso delle Risorse Aggiuntive Regionali, le cosidette
RAR (vedi scheda a pagina 3) che servono a retribuire il personale che svolge
una serie di importanti attività con risorse che ,appunto, si aggiungono al salario gìà previsto dal Contratto Nazionale
: la sua proposta è stata una sorta di
prendere o lasciare e poi, trascorsi 15
minuti, l’Assessore ha dato segni di insofferenza e ha chiuso il confronto. Non
è così che si fanno le trattative!!
Cosa accade sulle RAR?
Le RAR sono state negli anni scorsi
un importante strumento di intervento
verso le criticità del sistema sanitario
regionale. Ora , nell’incontro avuto il 25
maggio, l’Assessore ha proposto verbalmente un forte incremento delle risorse
vincolate a progetti specifici, limitandone per contro fortemente il numero. Ma
così la proposta dell’Assessore lascia
fuori quasi tutta la progettualità della
sanità territoriale, affrontando solo alcune – e per di più poche - criticità degli
ospedali. Noi vorremmo piuttosto che
a livello aziendale sia la contrattazione
tra parti sociali ad indicare le specificità
alle quali dar risposta con lo strumento1
delle RAR. D’altra parte la lentezza delle risposte alle nostre richieste, dimostra
quanto in realtà questo Assessore voglia confrontarsi su questo strumento.
AFFOSSARE il pubblico per poi aprire
porte e portoni al privato, è la logica che
sta dietro a queste proposte limitate e
limitanti. I cittadini del FVG hanno molto da perdere da questa scelta poiché
la nostra sanità che è sempre stata un
modello per le altre regioni e non solo,
si è sempre basata sul ruolo pubblico di
questi servizi ed è proprio questo che
ha consentito,finora, di avere una buona
sanità accessibile a tutti.
L’Azienda Ospedaliero
Universitaria di Udine in...
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Benzina su (+16,7%!!)
e stipendi giù
Ad aprile 2010 i dati Istat dicono che la benzina verde è aumentata, su base annua, del
16,7%!!
Ad aprile 2010, invece, le nostre buste paga
sono ferme o quasi ferme!! Per di più l’ac-
Giugno 2010
Loro evadono
noi paghiamo
Loro evadono 110/120 MILIARDI ALL’ANNO. Noi
paghiamo anche per loro. La Cgil chiede una netta
inversione: far pagare gli evasori, ridurre le tasse ai
lavoratori e ai pensionati.
cordo che Cisl, Uil e Ugl hanno firmato sui
contratti futuri prevede un indice (IPCA) che
NON tiene conto dell’aumento della benzina.
Quell’accordo – che la Cgil NON ha firmato
– deve essere radicalmente cambiato.
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E come se non bastasse, ora
il Governo vuole mettere tutto...
Il Governo vuole
√ smantellare i servizi pubblici ai cittadini
√ mandare in pensione le donne del
pubblico impiego a 65 anni (dal 2012!)
√ bloccare gli stipendi fino al 2013
√ bloccare il turn over
√ licenziare i precari
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LA CGIL DICE BASTA!
dopo la grande manifestazione nazionale Cgil di sabato 12 giugno
a Roma, la Cgil proclama lo SCIOPERO GENERALE per
VENERDÌ 25 GIUGNO 2010
con manifestazioni in tutta Italia.
Il Friuli Venezia Giulia manifesta a Trieste
(ore 9.30 concentramento in piazza della Libertà, a seguire
corteo e comizio finale in Piazza dell’Unità d’Italia).
Le categorie della Funzione Pubblica
scioperano l’intera giornata o turno di lavoro.
STAI CON LA CGIL
CAMBIAMO LA MANOVRA DEL GOVERNO
Gli effetti della manovra
del Governo sugli stipendi
e sugli organici
L’Azienda Ospedaliero
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Giugno 2010
ZOOM
sulle
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3
Risorse Regionali Aggiuntive (R.A.R.)
In Friuli Venezia Giulia, gli accordi tra Sindacato e Assessorato sanità prevedono lo stanziamento di quasi 16 milioni di euro in aggiunta alle risorse previste dal Contratto nazionale di lavoro. Attualmente le R.A.R. sono utilizzate come risulta dalla tabella seguente. E’ in corso la trattativa per il rinnovo
dell’accordo.
8 milioni di euro circa aumentano l’importo di una serie di indennità già previste dal CCNL
L’importo dell’incentivo regionale è pari a:
- Incentivo per il lavoro notturno e
- € 9,71 per ciascun turno notturno di effettivo servizio
festivo
- € 5,42 per ciascun turno festivo di effettivo servizio
L’incremento dell’indennità giornaliera prevista dal CCNL per il personale che svolge l’attività in servizi articolati su due e tre
turni è il seguente:
- € 1,00 per ciascuna giornata di effettivo servizio su due turni
- € 4,49 per ciascuna giornata di effettivo servizio su tre turni
- Incentivo turno
(sulle 12 e 24 ore)
per quanto concerne l’incentivo del personale che svolge l’attività sui due turni sono mantenuti gli accordi di miglior favore già sottoscritti nel 2003 e si possono
prevedere nelle altre aziende - laddove non esistenti - anche incentivi superiori e comunque complessivamente non maggiori a € 2,07 compatibilmente con le
risorse assegnate a ciascuna azienda.
- Incentivi personale OTA/OSS
Al personale OTA e OSS che presta servizio nelle terapie intensive, subintensive, sale operatorie, servizi di nefrologia/dialisi e
servizi di malattie infettive, viene riconosciuto il seguente incentivo:
- € 1,50 per ciascuna giornata di effettivo servizio per il personale OTA
- € 2,58 per ciascuna giornata di effettivo servizio per il personale OSS
330 mila euro circa per il personale distaccato ai corsi di laurea area sanitaria (coordinatori e tutor di primo livello
5 milioni di euro circa che si aggiungono ai fondi aziendali per essere ripartiti tra il personale in base agli accordi aziendali
2 milioni e mezzo di euro che si �
possono riguardare una o più delle se�
generici etc.); 4) Distretti; 5) Piano sangue; 6) Sicurezza sul lavoro ; 7) Programma screening tumore colonrettale; 8) Assistenza farmaceutica; 9) Pronto soccorso;
10) Personale amministrativo e tecnico
Flash sui DIRITTI: maternità
I�
questo numero del giornale - ne ricorderemo i principali. Cominciamo con i diritti legati alla MATERNITÀ.
CONGEDO DI MATERNITÀ
• 2 mesi prima del parto e 3 mesi dopo (fa fede la data presunta);
• anticipazione a 3 mesi prima se si è adibiti a lavori faticosi;
• è possibile astenersi dal lavoro 1 mese prima del parto (se non ci sono complicazioni) e fruire di 4 mesi
dopo lo stesso
Trattamento economico: 100%
CONGEDO PARENTALE
• Per ogni bambino fino a 8 anni di vita si ha diritto a periodo di astensione fino ad un massimo di 10
mesi complessivi per entrambi i genitori
• La durata massima è di 6 mesi per genitore sempre nel totale dei 10 mesi
• Se il padre fruisce di almeno 3 mesi di congedo, lo stesso può arrivare a complessivi 7 mesi elevando
a 11 il periodo massimo complessivo per entrambi i genitori
• In caso di genitore “solo” il periodo massimo è di 10 mesi
Trattamento economico
• Durante il congedo parentale il trattamento economico è il seguente:
- per il 1° mese: 100%
- i mesi successivi: 30%
ALLATTAMENTO
Le “ultime” sulle fasce
orarie di controllo
per malattia
Le fasce di reperibilità per le
visite fiscali
previste
attualmente
sono:
dalle
ore 9
alle
ore 13
e dalle
ore 15
alle ore 18
di ogni giorno, incluse
le giornate non
lavorative e festive.
Esclusione dell’obbligo di reperibilità, dopo l’effettuazione della prima
visita fiscale.
• Durante l’allattamento la madre ha diritto alla fruizione di permessi retribuiti nelle seguenti misure:
- 2 ore di riposo giornaliero (anche cumulative) se l’orario è pari o superiore alle 6 ore
- 1 ora di riposo giornaliero se l’orario è inferiore alle 6 ore.
• Anche il padre può fruirne se la madre non ne ha diritto o non ne fruisce.
MALATTIA DEL BAMBINO
• Se insorge la malattia, padre o madre possono assentarsi:
- fino a 3 anni: per i primi 30 giorni all’anno con pagamento del 100% dello stipendio;
- dai 3 agli 8 anni: 5 giorni all’anno non retribuiti.
LAVORO NOTTURNO
• La lavoratrice non può essere adibita al lavoro notturno dall’accertamento della gravidanza e fino ad 1
anno di vita del bambino
• Esenzione, se richiesta, dal lavoro notturno fino al compimento dei 3 anni del bambino
• In caso di genitore “solo” l’esenzione può essere chiesta fino al compimento dei 12 anni
DIVIETI E PRESCRIZIONI
• Divieto di licenziamento dall’accertamento della gravidanza fino a 1 anno di vita del bambino
• Divieto di svolgere lavori faticosi, pericolosi e insalubri dall’accertamento della gravidanza e fino a
7 mesi dopo il parto (se ciò non è possibile è obbligatorio lo spostamento ad altre mansioni oppure
l’interdizione dal lavoro)
• Controlli prenatali con permessi retribuiti
• Interdizione dal lavoro per complicanze gestazione (viene dichiarata dall’Ispettorato del Lavoro)
L’Azienda Ospedaliero
Universitaria di Udine in...
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Giugno 2010
Intervista a Lorenzo Gorasso, leader della delegazione Fp Cgil dell’A.O.U. di Udine
Orario di lavoro: la Cgil chiede...
...turni programmati almeno tre mesi prima, basta turni in
quarta, cambio divise in orario di lavoro ed altro ancora.
Da dodici anni in questa
Azienda non si assiste ad alcuna contrattazione sull’orario di lavoro. Su questo tema
abbiamo intervistato Lorenzo
Gorasso, leader della delegazione trattante Fp Cgil.
Secondo la CGIL, cosa si intende per orario di lavoro?
Si tratta di un insieme di aspetti, i più vari, tutti strettamente
legati alla vita delle persone, in Azienda e a casa con
la propria famiglia: significa
prendere in considerazione i
turni, la flessibilità in ingresso
e uscita, il cambio divisa, la
reperibilità, le pause e molto
altro.
Quali sono gli aspetti dell’orario di lavoro che più
possono influenzare la vita
quotidiana dei lavoratori?
Direi che il primo aspetto da
valutare è quello dei turni:
sempre tenendo in considerazione le logiche di servizio.
È assolutamente indispensabile che si dia ai lavoratori il
modo di organizzare la propria vita, comunicando i turni
con un anticipo di almeno 3
mesi, e non alla fine del mese
precedente, come accade di
norma in questa Azienda. E’
inoltre necessario che l’orario
di tutti i dipendenti venga organizzato in modo da tendere
il più possibile a quello base
di 36 ore settimanali di media.
I turni in quarta devono essere aboliti, poiché pregiudicano
gravemente la qualità della
vita delle persone: al lavoro
per la obiettiva spossatezza,
e a casa per l’impossibilità di
condurre una normale vita familiare.
Quali altri aspetti prende in
considerazione la CGIL?
E’ fondamentale che l’Azienda sia anche capace di farsi
carico del disagio dei lavoratori, nei momenti particolari di
difficoltà durante la vita lavorativa, legati alla famiglia, ai
figli.
Per esempio?
La richiesta di un dipendente,
in un periodo di difficoltà personali, di svolgere solo turni
che gli consentano di poter
essere presente a casa nei
momenti di bisogno; rispondere positivamente a questa
richiesta potrebbe risolvere il
suo problema fino al rientro
nei turni normali, sempre programmato insieme all’Azienda.
E per quanto riguarda il disagio che stiamo vivendo
tutti quotidianamente?
E’ necessario riflettere sul contesto in cui stiamo vivendo: è
un momento in cui il personale è sempre più carente (vedi
Brunetta, vedi la nostra Giunta Regionale), in cui si dovrà
lavorare un numero di anni
sempre maggiore per poter
andare in pensione; in Azienda la possibilità di richiedere il
part-time è praticamente nulla, dunque in caso di difficoltà
non si può ricorrere nemmeno
a quella forma di flessibilità. In
questo contesto, è prioritario
che noi otteniamo una sorta di
compensazione a questo inesorabile peggioramento delle
nostre condizioni di lavoro,
per poter vivere quanto più dignitosamente e serenamente
possibile i lunghi anni che trascorreremo in Azienda.
Cosa intendete per banca
delle ore?
In questo momento in Azienda c’è una grande confusione
sul modo di considerare le ore
svolte in più, gli straordinari, il
cambio divise, e c’è una disparità di trattamento, legata
alla sensibilità individuale dei
Responsabili, tra le diverse
strutture. E’ allora indispensabile chiarire delle linee generali, pur lasciandone poi l’applicazione a livello di SOC: il
cambio divise deve essere
effettuato in orario di lavoro;
quanto alle ore svolte in più,
devono essere considerate in
I SERVIZI CGIL A UDINE
Inca - via Bassi 36 - tel. 0432550212-213
lun. merc. ven. 8.30-13.30 / mart. giov. sab. 8.30-12
mart. giov. 14-18 (il 2° mart. di ogni mese ufficio
chiuso)
Ufficio Vertenze - via Malignani 8 - tel. 0432550300
lun. merc. 16.30-18, ven. 9.30-12
Sunia - via Bassi 36 - tel. 0432550326
mart. e giov. 15-18
Alef Ufficio diritti - via Bassi 36 - tel. 0432550350
lun. 9-12 e 15-18, ven. 14.30-16.30
Caaf Nordest - via Malignani 10 - 04324989907
mart. 15-18, giov. 9-12 e 15-18
Federconsumatori - via Torino 64 Paderno - tel.
043245673
modo univoco: gli straordinari
devono essere per tutti fattibili
solo su indicazione preventiva scritta, oppure per tutti effettuati liberamente in base al
carico di lavoro e comunicati
il giorno successivo. Se non
vengono considerate al fine
degli straordinari, le ore svolte
in più devono essere tenute
a disposizione del dipendente - una sorta di banca delle
ore – per poterle utilizzare con
una certa flessibilità legata sì
alle proprie esigenze, ma anche ai carichi di lavoro, garantendo così più serenamente la
propria disponibilità in situazioni di maggiore impegno; e
questo deve essere garantito
anche ai turnisti, che, magari
non in momenti difficili come
le notti, devono poter uscire
un’ora prima, recuperando
in un contesto più tranquillo
le ore in più effettuate in una
giornata pesante.
Si parla dunque anche di
organizzazione del lavoro
in senso più ampio.
Certamente. L’orario ha profondamente a che fare con
l’efficienza del servizio agli
utenti: ci vuole per esempio
una maggiore armonizzazione, in determinate fasce di
orario di lavoro, tra medici e
operatori sanitari. Faccio un
esempio: attualmente accade che il personale della sala
operatoria sia già disponibile
alle 7 di mattina, ma l’attività
non cominci prima delle 9. La
conseguenza automatica è
che poi gli infermieri devono
fare gli straordinari per portare
COME ERAVAMO
Inviate le vostre foto “d’altri tempi” alla
mail [email protected]. Le pubblicheremo
Un’ausiliaria
del Santa
Maria
Misericordia
negli
anni ‘60.
I DELEGATI CGIL
Problemi? Rivolgiti ai delegati Cgil
GORASSO LORENZO
[email protected]
BAITA BARBARA
c/o Chirurgia
CAPUANO MASSIMILIANO
c/o Ortopedia
CIARAVELLA FRANCESCO
[email protected]
CROATTO FULVIA
[email protected]
DI OTTAVIO CLAUDIO
[email protected]
D’ESTE MARIA (detta MIRIAM) [email protected]
DE LUCA MATTEO
[email protected]
FABBRONI FRANCESCA
c/o Economato
TONIZZO PIER PAOLO
[email protected]
TODARO GIUSEPPE
[email protected]
TRENGA ADRIANA
[email protected]
Oppure rivolgiti alla sede sindacale dell’A.O.U. e chiedi di DONATELLA MINEN
(cellulare 340-8764205).
Per l’ospedale di Cividale rivolgiti a: SCALON PAOLO e STENDARDO GIULIA.
a termine la seduta programmata. È un’organizzazione
del lavoro che non tiene conto
dei dipendenti, ma nemmeno
delle esigenze di servizio. Altro problema: le reperibilità; in
caso di reperibilità molto frequenti, e che prevedano molte ore di presenza una volta
chiamati in servizio, è necessario che siano trasformate in
guardia attiva.
Riassumendo, quali sono le
questioni che stanno a cuore della CGIL?
Sostanzialmente: turni più
umani, comunicati con l’anticipo di almeno tre mesi; flessibilità a favore del dipendente,
sempre senza sottovalutare le
esigenze di servizio, secondo
i carichi di lavoro e le difficoltà
del lavoratore; regolamentazione degli straordinari e delle
reperibilità.
Non è sufficiente però regolamentare l’orario, se non cambia profondamente l’organizzazione del lavoro. Prendiamo ad esempio il disagio dei
lavoratori delle Mediche: non
è risolvibile solo incidendo
sull’orario di lavoro, ma rivedendo tutta l’organizzazione, a partire dall’ingresso del
paziente in Pronto Soccorso,
seguendolo fino al suo arrivo
alle Mediche, specificando
modi e tempi, nonché il livello
di diagnosi. – a questo proposito è necessario sia stabilito
con certezza quanti pazienti
il reparto possa ospitare, opponendosi fermamente al fenomeno grave e diffuso dei
letti-bis - continuando a seguirlo nel suo ricovero e nella predisposizione delle sua
dimissioni anche attraverso
accordi preventivi con il territorio e con le RSA. A seguito
di parecchie discussioni mi
sento addirittura di proporre
che nelle Mediche intervenga,
almeno per un paio di anni,
una figura di Dirigente Amministrativo di Dipartimento per
governare questo processo
con uno sguardo più “laico”
di quello che può avere un
medico, che è comprensibilmente attento a tutt’altre problematiche.
E cosa chiede ai lavoratori?
Di rendersi conto dell’importanza di queste questioni per
la vita di ogni lavoratore, e di
non delegarne la risoluzione,
ma di pretendere informazione e risultati.
Lasciare sola la delegazione nella trattativa porterebbe
a soluzioni non pienamente
soddisfacenti, non di lungo respiro, e ad un accordo appiattito sulle proposte di pochi; è
invece più che mai necessario
che queste questioni vengano
risolte attraverso la partecipazione del maggior numero di
lavoratori, ovvero di chi ogni
giorno vive questi problemi
sulla sua pelle.
Francesca Fabbroni
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