Cervello degli adolescenti

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Cervello degli adolescenti:
Come cambia il cervello adolescente?
Molti genitori di figli adolescenti possono aver pensato occasionalmente che il cervello dei propri
figli sia differente da quello di bambini e adulti; ora tale circostanza è confermata da una ricerca
scientifica. Sull’ultimo numero della rivista "Journal of Adolescent Health", infatti, Jay N. Giedd e
colleghi del National Institute of Mental Health (NIMH) descrivono come i cambiamenti nel
cervello degli adolescenti influisca sui fattori cognitivi (relativi all'apprendimento)emotivi e
comportamentali.
Tale studio, così come altri, indica come la materia grigia aumenti in volume approssimativamente
fino alla preadolescenza per poi diminuire fino alla vecchiaia. I cambiamenti anatomici e fisiologici
sono stati determinati nel dettaglio grazie alla tecnica di risonanza magnetica
Questa incredibile plasticità del cervello dell’adolescente li espone a grossi rischi ma li dota
anche di grandi opportunità.”
Da questo studio come da altri studi sulle neuroscienze dell’adolescenza, sono emersi tre grandi
temi.
1) Il primo riguarda l’incremento funzionale e strutturale nella connettività e nei processi
integrativi distribuiti in moduli cerebrali, che diventano sempre più integrati. Per usare una
metafora, la maturazione non è l’equivalente della addizione di nuove lettere all’alfabeto, ma
la combinazione di lettere precedentemente formate in nuove parole, delle parole in frasi e
delle frasi in paragrafi.
2) Un secondo ambito riguarda lo schema generale del raggiungimento di un picco della materia
grigia nell’infanzia che riguarda in particolare i lobi frontale, parietale, temporale e occipitale
seguito da un declino nel corso dell’adolescenza: così parti del cervello ipersviluppate vengono
dismesse, e la struttura complessiva del cervello diviene più raffinata.
3) Il terzo tema è il cambiamento nell’equilibrio tra le funzioni limbiche/subcorticali e le funzioni
del lobo frontale, che si estendono nella prima parte dell’età adulta: esse fanno sì che i sistemi
cognitivo ed emotivo maturino con velocità differenti.
I cambiamenti cognitivi e comportamentali che hanno luogo durante l’adolescenza possono essere
compresi adottando una prospettiva di un incremento delle “funzioni esecutive”, un termine che
comprende un’ampia gamma di abilità, compresa l’attenzione, l’inibizione la risposta, la
regolazione delle emozioni non che l’organizzazione e la pianificazione a lungo termine.
il cervello nel tempo
la materia grigia decresce quando il cervello matura.Nella figura quindici annidi sviluppo sono
compressi in 5 immagini che mostrano uno slittamentodal rosso (meno maturo) al viola (più
maturo).
Il cervello degli adolescenti è più sensibile ai premi che ai rischi
Negli adolescenti le aree cerebrali della ricompensa sono più attive rispetto agli adulti, una
peculiarità che si può attribuire ai circuiti cerebrali più flessibili del cervello adolescenziale in via di
maturazione.si evidenzia una differenza nella struttura di alcuni circuiti cerebrali che probabilmente
rende gli adolescenti molto più sensibili rispetto agli adulti alla possibilità di ottenere una
ricompensa in seguito a un comportamento. Prove che suffragano questa ipotesi sono state
ottenuta da due ricercatori dell'Università della California a Los Angeles .
Questa flessibilità, che porta ad accettare anche sfide pericolose, avrebbe la funzione di
sintonizzare il cervello sulle possibilità offerte dall'ambiente con l'obiettivo di raggiungere
un'indipendenza e quindi entrare nel mondo degli adulti (red)
Se l'adolescenza serve a raggiungere traguardi che facilitano l'indipendenza, avere un
cervello propenso a testare le possibilità offerte dall'ambiente potrebbe rappresentare un
tratto adattativo di particolare valore. E il supporto neurale di questa tendenza
comportamentale si concretizzerebbe in circuiti che esaltano la spinta ad agire e ad assumersi
rischi, a prescindere dalle conseguenze potenzialmente dannose, ma anche a esplorare nuove
possibilità,nuove soluzioni e nuove idee.
E' noto che una regione del cervello coinvolta nel cosiddetto sistema della ricompensa, lo striato
ventrale, si attiva molto di più negli adolescenti che negli adulti quando un individuo riceve un
premio o prevede di poterlo ottenere con un certo comportamento. Il significato di questa differenza
però non era del tutto chiaro perché solitamente il monitoraggio dell'attività cerebrale avviene nel
corso di test in cui il premio in palio è costituito da una piccola somma di denaro.
La differenza di attività nello striato ventrale potrebbe essere legata non tanto alle differenze a
livello neuronale in un cervello in via di maturazione, come quello dei più giovani, ma al fatto
molto più banale che in genere gli adolescenti hanno meno denaro, e quindi potrebbero attribuire
un valore più elevato ai soldi del test, ricavandone una spinta motivazionale maggiore.
queste due possibili interpretazioni, sarebbe necessario “sterilizzare” la componente legata alla
valutazione soggettiva del valore del premio, una procedura estremamente complessa e difficile da
attuare se si volesse usare, oltre al denaro, anche premi in beni di consumo, cibo, donazioni a terzi e
simili.
Per aggirare l'ostacolo, Emily Barkley-Levenson e Adriana Galván hanno valutato la risposta
cerebrale in funzione non al valore del premio in sé, ma in funzione del rapporto fra questo valore e
la probabilità di conseguirlo, una misura che, attraverso una serie di elaborazioni statistiche,
permette di ridurre il peso del valore soggettivo attribuito al premio.
Anche dopo questa modifica del protocollo sperimentale, riferiscono le autrici, lo striato ventrale ha
mostrato una maggiore attività negli adolescent, legata soprattutto alla tendenza ad accettare
scommesse che gli adulti tendono invece a scartare. Questo suggerisce che la differenza sia appunto
verosimilmente da attribuire a una differenza nei circuiti cerebrali, e in particolare a una loro
maggiore “flessibilità”. Una flessibilità che secondo Barkley-Levenson e Galván potrebbe avere un
preciso significato ecologico-evolutivo.
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