PROGETTO PRIMA PARTE SERVIZIO CIVILE 3_4

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Santa Margherita
• La
chiesetta
risale
probabilmente al XII sec.
ed è stata scavata sulla
parete di una piccola
“lama”. Le pareti della
cappella sono ricoperti da
innumerevoli
affreschi
tra questi San Michele
Arcangelo,
due
raffigurazioni di Santa
Margherita, una Vergine
allattante ed un paio di
rappresentazioni
della
sacra maternità.
La vegetazione della macchia deve poter superare lunghi
periodi di siccità e alte temperature per questo è costituita da alberi
e arbusti dotati di foglie resistenti piccole, di spine, radici profonde
e corteccia spessa; accorgimenti che le rendono capaci di tollerare i
venti salmastri che soffiano dal mare.
Tuteliamo il nostro Patrimonio
Attraverso la conoscenza delle specie esistenti, la
protezione di quelle in via di estinzione e la ricerca e
riscoperta di quelle rare è possibile fare un piano di
recupero sostenibile.
Alcune piante della Macchia
Mediterranea …presenti nel nostro
territorio
“Un’emozione in un bosco a primavera
può insegnarci di più sull’uomo,
di più sul bene e sul male
di quanto possano tutti i sapienti.”
W. Wordsworth, Il Rovescio della Medaglia.
Carrubo
E’ un albero sempreverde dal tronco spesso
gigantesco e dalla folta chioma che riesce
a raggiungere in alcuni esemplari dimensioni
maestose.
I frutti noti come carrube, sono lunghi fino
a 25 cm. e larghi 3,5 cm. e contengono
all’interno semi duri e lucenti.
Gli arabi chiamavano i semi del carrubo
‘carati’ (‘khirat’), essi ne avevano individuato
la particolare caratteristica di avere sempre
un peso costante (1/5 di grammo), per questo
li utilizzavano come unità di misura delle
pietre preziose. Le carrube assumono a
maturità una colorazione marrone scuro ed
hanno un sapore dolce ed aromatico.
PINO D’ALEPPO: Pinus halepensis
Albero alto circa 15-20 m., molto resinoso, tronco diritto, spesso
contorto; corteccia liscia grigio cenerina da giovane poi bruno
rossastra, fessurata e screpolata profondamente.
Foglie (aghi) lineari riuniti in fascetti di due di colore verde
chiaro, sottili, non rigidi, con margine finemente dentato, di solito
persistenti due anni.
I frutti (strobili) sono solitari, a volte appaiati, e rivolti verso il
basso con peduncolo legnoso breve, di colore rosso scuro.
Ha grande capacità di rinnovarsi dopo il passaggio del fuoco grazie
al fatto che gli strobili restano chiusi sulla pianta per più anni,
aprendosi contemporaneamente per il calore dell'incendio,
seminando abbondantemente il terreno.
BAGOLARO : Celtis australis
La vigorosa crescita del suo apparato radicale gli è valsa
l'attribuzione del nome spaccasassi, perché è in grado di
penetrare e frantumare anche i massi più grossi. Il Bagolaro
fiorisce tra aprile e maggio e produce dei frutticini eduli, dal
sapore dolciastro, che a maturazione divengono scuri. Gli uccelli ne
vanno ghiotti
Leccio
Il leccio è una pianta assai
longeva potendo superare i 1000
anni e per questo ha un
accrescimento molto lento. I
boschi di leccio sono ombrosi e
per questo i Greci lo collegavano
con le divinità legate alla morte.
Una leggenda vuole che il legno
della croce di Cristo fosse di
leccio. L'etimologia di ilex
deriva dal celtico: punta, con
riferimento all'orlo delle foglie.
Attualmente è utilizzata a scopo
ornamentale grazie alle sue
caratteristiche
di
rusticità,
resistenza all'inquinamento e
alle frequenti potature.
Cisto Rosso
Anticamente dalla resina di
questa pianta veniva tratto il
LAUDANO,
una sostanza con
poteri sedativi e balsamici che
aveva grande importanza nella
composizione di medicine e
rimedi farmaceutici. I greci
solevano raccogliere la resina del
cisto dal vello lanoso delle capre
che pascolavano lungamente nelle
distese di cisto.
Salvia
La Salvia è un arbusto cespuglioso e sempreverde che cresce in tutto
il bacino del Mediterraneo, specie in luoghi aridi e calcarei. Tutta la
pianta sprigiona un forte odore canforato penetrante, dovuto all'olio
essenziale che la Salvia contiene. E’ utilizzata come pianta aromatica
in cucina e, come spesso accade in questi casi, ciò è giustificato non
solo per il gustoso aroma che conferisce ai cibi, ma anche da alcune
sue proprietà officinali: è molto utile per facilitare la digestione.
Rosmarino
Una romantica quanto improbabile leggenda
racconta che la regina Isabella d'Ungheria,
vissuta nel 1300, ormai settantaduenne,
malata di gotta, ricevette da un angelo la
ricetta di una meravigliosa lozione di bellezza
e salute. Dopo averla usata, la regina diventò
sempre più bella e più giovane, tanto da
essere chiesta in sposa dal re di Polonia. La
lozione miracolosa, passata alla storia con i
nomi di "Acqua della Regina Isabella" e
"Liquore di Bellezza", altro non era che un
distillato di rosmarino!
Alloro
L'alloro, oltre ad essere una pianta
aromatica,
possiede
proprietà
digestive ed antisettiche. Questa
specie
ha
origini
simboliche
consolidate nel mito greco e latino a
dimostrazione della gloria. Il termine
laurea, deriva proprio da essa. La
pianta era dedicata al dio Apollo; a
Delfi si celebravano i giochi Pitici ed
ai vincitori si offrivano corone di
lauro.
Francesco
Petrarca
fu
incoronato al Campidoglio con fronde
di lauro per aver dedicato alla pianta
apollinea alcuni sonetti.
Asparago
L’Asparago pungente o Asparago spinoso è
una pianta formante cespugli ramosissimi che
si sviluppano da rizomi sotterranei striscianti;
a maturità diventa legnosa ma con fusti
giovani che si sviluppano in altezza diventando
simili a liane che si abbarbicano alle piante
vicine. L’assunzione di asparagi selvatici porta
con se una sgradevole conseguenza assai
curiosa: nell'organismo, dopo il consumo
alimentare
si
forma
un
metilcaptano,
sostanza che viene eliminata attraverso le
urine, conferendo loro un caratteristico
odore penetrante e sgradevole!
Corbezzolo
Utilizzata anche a scopo
ornamentale
predilige
terreni
subacidi
e
soleggiati. Anticamente il
corbezzolo
era
ritenuta
pianta che respingeva dalle
case le streghe.
Durante il Risorgimento il
corbezzolo divenne simbolo
dell’ unità nazionale per la
compresenza del verde (le
foglie), del bianco (i fiori)
e del rosso (i frutti).
“Ne mangio uno soltanto” : non
bisogna esagerare e cedere in
tentazione data la gradevolezza dei
suoi frutti che se mangiati in quantità
eccessiva danno un senso di nausea e
stitichezza.
Ombelico di Venere
Nasce nei muri umidi, nei luoghi ombrosi, dove fiorisce da febbraio a
giugno. Le foglie carnose, circolari, depresse al centro sono all’origine
del nome “volgare”. I fiori, da bianco verdastri a rosati, si
presentano in una lunga, caratteristica spiga.
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