Incentivare ad apprendere: applicazioni operative per bambini e

annuncio pubblicitario
Incentivare ad
apprendere: applicazioni
operative per bambini e
ragazzi con ADHD.
Dott.ssa Loredana Bonventre
Psicologa-Tutor ABA
Psicoterapeuta cognitivo-comportamentale
Negli ultimi anni:
• maggiore
frequenza
di
bambini
iperattivi o con problemi di attenzione
• Genitori e Insegnanti -> grossi
problemi nella gestione dei propri figli
e alunni sul piano comportamentale e
del rispetto delle regole.
ADHD
• Attention Deficit
Hyperactivity
Disorder
DDAI
• Disturbo da Deficit
dell’Attenzione e
Iperattività
Che cos’è un Disturbo?
• Insieme di comportamenti che “disturbano”, lo
dice la parola stessa.
• E disturbano chi? Principalmente la persona (o in
questo caso il bambino) che li mette in atto.
• In che senso disturbano? Nel senso che gli creano
problemi, ad es., di disadattamento scolastico,
sociale e spesso, purtroppo, anche familiare.
Che cos’è un Disturbo?
• qualcosa che interferisce con il percorso
normale di crescita e l’adattamento
all’ambiente circostante, in maniera
piuttosto compromettente.
• basta capire se il disturbo “disturba”, sia
il bambino che chi gli sta intorno.
•è un disturbo neurobiologico cronico
•massima prevalenza in età scolare ma che tende a
persistere anche in adolescenza e in età adulta nel
50-60% dei casi.
Attraverso tecniche di neuroimmagine e studi di
genetica molecolare si è potuto evidenziare che
l'ADHD è realmente un disturbo di origine biologica
della corteccia pre-frontale e dei nuclei della base
che comporta un'alterazione nell'elaborazione delle
risposte agli stimoli ambientali e della capacità di
concentrazione.
Le indicazioni diagnostiche del DSM-IV per l’ADHD
Sintomi di inattenzione
•
1. Scarsa cura per i dettagli, errori di distrazione,
•
2. labilità attentiva,
•
3. sembra non ascoltare quando si parla con lui/lei,
•
4. non esegue le istruzioni, non porta a termine le attività,
•
5. ha difficoltà ad organizzarsi,
•
6. evita le attività che richiedono un’attenzione consistente e prolungata,
•
7. perde gli oggetti,
•
8. è facilmente distraibile dagli stimoli esterni,
•
9. dimentica facilmente cose abituali.
Sintomi di iperattività
•
1. Irrequieto, non riesce a star fermo su di una sedia,
•
2. in classe si alza di frequente anche quando non dovrebbe,
•
3. corre e si arrampica,
•
4. ha difficoltà a giocare tranquillamente,
•
5. è sempre in movimento, come se fosse “attivato da un motorino”,
•
6. parla eccessivamente.
Sintomi di impulsività
•
1. Risponde prima che la domanda sia completa,
•
2. ha difficoltà ad aspettare il proprio turno,
•
3. interrompe o si intromette nelle attività dei coetanei o degli adulti.
Equivoci frequenti
Disattenzione
No dialogo
interno
comportamento
Iperattività
Impulsività
Difficoltà di
AUTOREGOLAZIONE
emozioni
attenzione
Le singole componenti di questa triade
possono variare come consistenza,
caratteristiche
e
importanza,
da
soggetto a soggetto.
• ADHD con disattenzione predominante
• ADHD con impulsività e iperattività
predominante
• ADHD combinato
Concentrazione e
attenzione
sostenuta nel
tempo
livello di
motivazione
Gestione delle
emozioni
pianificazione e
soluzione di problemi
livello di autostima
Il bambino
non riesce
a regolare:
impulsività
comportamento
sociale
comportamento
motorio
ATTENZIONE
Disattenzione
Iperattività
Impulsività
causano spesso:
Difficoltà
scolastiche
Difficoltà
relazionali
Bassa
autostima
Disturbi del
comportamento
Numerosi fallimenti
e frustrazioni
Calo di autostima
Circolo
Vizioso
pericoloso
Globale peggioramento
dell’immagine di sé e
comparsa di contenuti
depressivi e ansiosi
Estensione del senso di
fallimento ad altre
competenze
Come si sente il Bambino
• Non mi piace fare i compiti, non sono
capace
• É inutile studiare tanto domani non ricordo
• Non sono come i miei compagni
• Tutti dicono che sono cattivo
• È sempre colpa mia
• Spesso mi rifiutano
Dalla parte del bambino
“Quando ci sono la mamma in casa o la Marta dei
compiti… arrivano e mi fanno prendere i compiti,
ma appena vanno via, quando sono da solo… non ce
la faccio….
“Inizio a pensare ad altre cose… alla playstation,
all’allenamento… a volte però non penso a niente di
preciso e dopo un’ora non ho ancora aperto il libro”
“Ti dicono che sei uno scansafatiche che devi
impegnarti di più… che non hai voglia che non sei
un bravo bambino…”
Dalla parte del ragazzo
“E’ come se avessi dei buchi neri… dei black out… sto
seguendo la lezione, a un certo punto mi perdo
via… vado nel mio mondo… poi succede qualcosa e
mi risveglio e ho perso dei pezzi…”
“Quando torna l’attenzione… sono un po’ agitato
perché non so cosa fare, non so se la profe mi ha
chiamato o no…”
“Quando ho visto la pagella allora mi sono un po’
preoccupato perchè ho pensato che andavo male..”
Simulatore ADHD
Indicatori di rischio per gli Insegnanti:
• continua
distrazione
e
necessità
di
ripetute
sollecitazioni
• compiti svolti frettolosamente e con molti errori
• frequenti interventi ma poco chiari
• disimpegno nonostante le buone capacità
• dimentica spesso i materiali
• caotico e disorganizzato, grafia poco chiara
• non tollera le frustrazioni
A cosa serve al bambino fare ciò
che fa?
Un comportamento non avviene senza
nessuna motivazione, ma in genere
esprime un bisogno. Se poi il
comportamento è problematico, in
genere si verifica per 2 motivi
principali: per comunicare qualcosa
(richiesta di attenzione, disagio, altro
...) o per permettere un’autoregolazione
(ad esempio scaricare tensione,
riempire un senso di noia o di vuoto).
RISORSE e PUNTI DI FORZA
• La gestione dei bambini adhd, e non solo, sarà
migliore se gli verranno attribuite delle risorse e
riconosciute delle abilità: stilare un elenco non solo
dei punti di debolezza, ma anche dei punti di forza
del bambino.
• Cercare di enfatizzare i lati
comportamento
(la
creatività,
l’estroversione…).
positivi del
l’affettuosità,
Non esiste in effetti una
cura per il disturbo di
attenzione ed iperattività
ma
esistono
tecniche
comportamentali
che
possono essere di grande
beneficio per il bambino e
migliorare notevolmente
la situazione in famiglia e
a scuola.
“Cosa fare?”
“Da dove partire?”
Mettiamoci
all’OPERA!
•
•
•
•
•
Osserviamo
Progettiamo
Eseguiamo
Riflettiamo
Aggiustiamo il tiro
Osserviamo
“Fermati, aspetta e risparmierai tempo,
corri, affannati e non arriverai”
(proverbio cinese)
L’osservazione del
comportamento
Osservazione e rilevamento dei
misurazioni
comportamenti positivi
dirette
ed indirette
Osservazione e rilevamento dei
comportamenti negativi
Sintesi dei risultati raccolti
Analisi della relazione tra apprendimento e
comportamento
Le osservazioni occasionali:
il punto di partenza
• Osservazione che non nasce da un progetto
preciso, che non è il frutto di un’attività
programmata.
• Osservazione relativa a obiettivi generali.
• Osservazione senza strumenti.
• Osservazione utile per farci delle idee.
• Osservazione utile perché ci consente di
formulare delle prime ipotesi.
Il primo modo spontaneo
di osservare
• “Non riesce a controllarsi, tira calci. Ha tempi di
lavoro brevissimi, si stanca subito di fare e vuole
cambiare, non sta mai zitto, non controlla i
movimenti. Inevitabilmente è indietro negli
apprendimenti rispetto ai compagni ”
Un’insegnante
• “Ha un’energia incontenibile: si muove in
continuazione, mani, braccia, gambe, testa, non sta
fermo nemmeno un secondo”
Una mamma
La formulazione di obiettivi
specifici
“Giorgio è un bambino impulsivo e con
limitati tempi di attenzione. Non sta mai
fermo al posto si distrae facilmente.
Ultimamente si oppone alle mie richieste
non so proprio come prenderlo”
Gli obiettivi su cui lavorare:
• Riduzione dell’impulsività
• Aumento dei tempi di attenzione
OSSERVAZIONE
SISTEMATICA
• delle situazioni ritenute problematiche per
identificarne la frequenza ed i passaggi
maggiormente faticosi da gestire per il
bambino.
• utilizzo di griglie appositamente strutturate
per la rilevazione.
Errori molto comuni:
1.Formulare delle interpretazioni senza
averlo osservato in modo sistematico.
(“si distrae sempre”: quindi non posso
farci niente)
2.Attribuire la responsabilità ad un
deficit del bambino e quindi essere
impotenti di fronte ai suoi
comportamenti.
Osservazione sistematica
Consiste nella trasformazione di un
comportamento in un numero
“Giorgio è iperattivo”
“Giorgio oggi in 40 minuti si è alzato 20
volte dal banco ”
Lunedì
Martedì
Mercoledì
..........................
..........................
..........................
..........................
..........................
..........................
..........................
..........................
..........................
Giovedì
Venerdì
Sabato
..........................
..........................
..........................
..........................
..........................
..........................
..........................
..........................
..........................
La classificazione del
comportamento
• Non si può fare osservazione sistematica se non
si definiscono con precisione le categorie di
comportamento che si desidera osservare
• I comportamenti devono essere descritti in
modo operazionale
• Non esiste una classificazione giusta o sbagliata
ma solo classificazioni utili in una particolare
situazione
Categorizzare i comportamenti
Giorgio bambino agressivo. Obiettivo: ridurre i
comportamenti aggressivi.
Cosa vuol dire categorizzare i suoi comportamenti?
–
–
–
–
–
–
Aggressività
Aggressività
Aggressività
Aggressività
Aggressività
Aggressività
fisica rivolta verso l’insegnante di sostegno
fisica rivolta verso l’insegnante di classe
fisica rivolta verso un compagno
verbale rivolta verso l’insegnante di sostegno
verbale rivolta verso l’insegnante di classe
verbale rivolta verso un compagno
Categorizzare i comportamenti
Giorgio bambino distratto. Obiettivo: ridurre i
comportamenti distraenti.
Cosa vuol dire categorizzare i suoi comportamenti?
– Si dedica ad attività diverse da quelle che l’insegnante sta
svolgendo
– Chiacchiera con i compagni
– Lascia il suo posto e gira per l’aula
– Lascia il suo posto e va fuori dall’aula
Analisi funzionale del comportamento
•L’ABC (Di Pietro e coll., 2008) è un metodo che
permette di approfondire le osservazioni compiute
rispetto alla frequenza di comparsa di un certo
comportamento.
•A ANTECEDENTE
•B COMPORTAMENTO
•C CONSEGUENZA
Ciò che succede prima del comportamento (antecedente)
lo influenza, è il fattore scatenante. Ciò che succede
dopo (conseguenza) influenza la probabilità che tale
comportamento venga ripetuto o meno (rinforzo).
Analisi funzionale
 Costruire
2
comportamenti:
griglie
per
analizzare
i
1)Antecedenti
e
conseguenze
per
ogni
comportamento emesso;
2)Frequenza e distribuzione di emissione dei
comportamenti della giornata
Prima Griglia
Comportamento
Antecedente
Risposta Conseguente
ambientale
Prima Griglia
Comportamento
Antecedente
Paolo alza la
mano per
intervenire
L’Insegnante
pone una
domanda a tutta
la classe
Risposta Conseguente
ambientale
L’Insegnante
dice “Bravo, è
corretto!
Inoltre hai
alzato la mano”
Paolo sorride e
prosegue il lavoro
Seconda Griglia
Giorno 1 Giorno 2 Giorno 3 Giorno 4
1^ ora
2^ ora
3^ ora
Esempio abc
•Tutte le volte che viene affidato un nuovo compito, Giorgio si
alza dal banco e disturba i compagni o chiede di uscire, la
maestra lo punisce.
•Tutte le volte che si esce a fare una passeggiata, Giorgio
insiste perché mamma e papà gli comprino un gioco, insiste così
tanto che alla fine loro cedono e lui perde immediatamente
interesse per il gioco che aveva tanto insistentemente
richiesto.
Nel primo caso l’antecedente ricorrente è “l’assegnazione di un
nuovo compito” e la conseguenza ricorrente è “la maestra lo
punisce”.
Nel secondo caso, c’è una conseguenza ricorrente che è “tutte
le volte che Giorgio fa una richiesta con insistenza, i genitori
cedono per stanchezza, attuando un meccanismo comunicativo
del tipo “no, no, no, no, si”, che purtroppo non fa che rinforzare
il comportamento.
Esempio
• se tutte le volte che l’insegnante assegna un
nuovo compito, Giorgio si alza e disturba i
compagni, forse il bisogno attivato è di
regolare l’emergere di una sensazione di
fatica, poiché iniziare un nuovo compito
richiede uno sforzo di attenzione e
concentrazione notevole, ecco che forse
Giorgio
sta
cercando
di
regolare
un’emozione cosa che si potrebbe prevenire
o favorire permettendogli di aiutare
l’insegnante a distribuire il materiale per il
compito, ad es.
Antecedenti
dei comportamenti negativi
Mancanza di affetto, attenzione, stima
Noia o disinteresse verso i compiti
Inadeguatezza rispetto ai pari
Deficit di abilità di apprendimento
Mancata comprensione delle consegne
Inadeguata stima della difficoltà o della
lunghezza del compito
 Esperienze negative precedenti legate alla
stessa attività






Riflettere sui dati raccolti al
fine di:
Scegliere le
categorie di
comportamenti
su cui vogliamo
lavorare
Individuare
probabili fattori
scatenanti e
probabili fattori
di rinforzo
Sviluppare l’intervento allo
scopo di:
 Far aumentare i
comportamenti
positivi e
prevenire il
verificarsi di
comportamenti
da ridurre
Favorire le
risposte
dell’ambiente
che rinforzano i
comportamenti
positivi e
attenuare quelle
che rinforzano
l’emissione dei
comportamenti
problematici
Progettiamo
Progettiamo
• …decidere come agire sugli antecedenti individuati
e come sulle conseguenze, senza improvvisare.
• Ricordare:
un comportamento esprime sempre un bisogno,
di autoregolazione o di riconoscimento/
attenzione, per cui il bambino probabilmente sta
chiedendo qualcosa del tipo: “Riconosci ciò che
so fare, fammi sentire che sono importante e
che vado bene come sono” Oppure “Ho bisogno
di fare una pausa, perché per me è molto
faticoso impegnarmi come gli altri!” O forse sta
esprimendo entrambe le cose.
Esempio di funzione del comportamento
• tutte le volte che la mamma si alza e si
allontana dalla stanza, Giorgio inizia
letteralmente a smontare la casa, forse
sta facendo i conti con un desiderio di
attenzione/presenza a cui magari mamma,
che è comprensibilmente impegnata anche
in altro, non sta rispondendo, quindi in
questo caso, andrebbe prevenuto il fatto
che Giorgio si senta non considerato
perché mamma si allontana, magari
coinvolgendolo in ciò che mamma deve fare
o in un altro compito interessante per lui
prima di lasciare la stanza.
• se il bisogno
individuato è un
bisogno di
autoregolazione può
essere utile mettere
in atto strategie come
Creare routine e dare
informazioni,
Permettere momenti
di ricarica.
• se il bisogno è quello di
essere gratificato e
riconosciuto, può
risultare utile agire
sul Coinvolgimento del
bambino e su un
Sistema di rinforzo
positivo a punti.
Eseguiamo
“Sento e dimentico Vedo e ricordo Faccio e
capisco” (Proverbio cinese)
“Se mi dici una cosa, posso dimenticarla. Se
me la mostri, può darsi che me la ricordi.
Ma se mi coinvolgi, non la dimenticherò mai
più. (Tagore)”.
Modificare gli antecedenti
• Il controllo dello stimolo
=
• Il lavoro sugli antecedenti
Fornire conseguenze adeguate
I rinforzatori
• Ricordiamoci gli obiettivi stabiliti e
ricordiamoci
di
rinforzare
i
comportamenti adeguati
Le tipologie di RINFORZI
• Rinforzi tangibili: consistono in premi materiali.
• Rinforzi sociali: sono manifestazioni di
approvazione e affetto quali complimenti, sorrisi,
carezze, elogi, riconoscimenti, ecc..
• Rinforzi simbolici: consistono in bollini o gettoni
che una volta accumulati vengono scambiati con
premi tangibili o danno diritto a qualche forma di
rinforzo dinamico.
• Rinforzi dinamici: consistono in attività
gratificanti o privilegi particolari che hanno una
valenza positiva per la persona che ne beneficia.
Come fare ?
Quanto più organizzato e strutturato è il
contesto classe, tanto più prevedibile
diventa l’ambiente, facilitando così il
contenimento comportamentale del bambino.
Organizzare l’ambiente, ovvero la classe.
Instaurare delle routine
Stabilire delle regole
LA DISPOSIZIONE DEI
BANCHI
Per valutare quanto ogni disposizione sia adeguata per una
buona partecipazione del bambino ADHD al lavoro scolastico è
necessario porsi delle domande:
–
–
–
–
Dalla cattedra si vede il bambino?
È facilmente raggiungibile?
È favorito lo scambio di sguardo insegnante – bambino?
Ha compagni vicino a lui? Se si, sono compagni tranquilli o
vivaci?
– Se il bambino si alza, quanti bambini possono essere disturbati
o coinvolti?
– Quanti bambini guardano direttamente fuori dalle finestre?
– Ogni bambino quanti bambini osserva dal suo posto?
Creare una routine e
dare Informazioni
• Per ciascuno di noi è importante sapere cosa
sta per succederci, perché ci troviamo dove
ci troviamo e qual è il nostro ruolo in quel
momento, anche per i bambini, tanto più per i
bambini che facilmente perdono di vista un
compito e un obiettivo. E’ importante, quindi,
aiutare il bambino ad autoregolarsi creando
una routine e informandolo su cosa lo aspetta.
Esempi di Routine in Classe
• Ingresso in classe
• Inizio della lezione
• Presentazione delle attività e relativi tempi di lavoro
• Pause concordate o fisse
• Attività ricreative prestabilite in momenti fluidi
• Tempo di “decompressione”
• Dettatura dei compiti ad orario stabilito
• Routine di saluto
Cercare di rendere i
momenti più prevedibili:
Attività routinarie e tempi
di lavoro prestabiliti
Regole
• Stabilire delle regole
chiare e conosciute da
tutti aiuta il bambino a
organizzare i propri
spazi e tempi e a
sapere in anticipo quali
azioni
siano
da
considerarsi
fuori
dalle norme stabilite.
Regole chiare, concise,
concrete e visualizzabili
Le regole della classe
• Regole chiare per regolare le interazioni fra i
pari e con gli adulti.
• Perché siano efficaci è importante che siano
condivise.
• Proposizioni positive e non divieti;
• Semplici, espresse chiaramente;
• Devono descrivere le azioni in modo operativo
• Dovrebbero utilizzare simboli pittorici colorati
• Poche ed espresse sinteticamente
ALCUNI COMPORTAMENTI POSITIVI
DA POTENZIARE
 Dare comandi brevi, semplici e specifici
 Porsi come modello e supporto per risolvere i problemi
 Stabilire e far rispettare delle regole di comportamento:
poche, comprensibili e accettate
 Dimostrare coerenza nelle gratificazioni e nei contratti
comportamentali
 Prestare molta attenzione ai comportamenti positivi
 Gratificare il bambino subito dopo l’azione
 Ignorare i comportamenti lievemente negativi
 Non perdere il controllo del ragazzo
ALCUNI COMPORTAMENTI NEGATIVI
DA EVITARE
 Dare comandi vaghi
“Fa il bravo”, “Piantala…”
 Dare comandi in forma interrogativa
“Ti dispiace mettere via i tuoi giochi?”
 Dare troppi comandi contemporaneamente
 Ripetere gli stessi comandi senza
applicare conseguenze
 Minacciare ripetutamente senza applicare
conseguenze
 Non prestare attenzione ai comportamenti
positivi
Cosa evitare
• Lavori lunghi anche se semplici e comprensibili.
• Compiti che richiedono buone capacità
organizzative (es: produzioni scritte).
• Prendere appunti.
• Interrogazioni che richiedono formulazioni di
discorsi articolati senza l’utilizzo di strategie
di studio.
• Dire di stare attenti senza specificare cosa
s’intende.
L’organizzazione dei materiali
Una delle difficoltà più di frequenti riferite dagli
insegnanti è quella legata all’organizzazione del
materiale di lavoro:
– spesso il bambino non ha con sé tutto il materiale necessario
alla lezione;
– perde parte di quello che è stato reperito per lui;
– disturba i compagni chiedendo con insistenza i materiali;
– in generale non ha cura della propria attrezzatura scolastica.
L’organizzazione dei materiali
 Può essere utile appendere in aula un cartellone dei
materiali, avendo cura di assegnare ai quaderni delle varie
materie una copertina di colore diverso, e uno delle
materie giornaliere.
 All’inizio dell’anno scolastico si può preparare uno schema
del materiale necessario per ogni materia, in forma di
cartellone o tabella da apporre sul diario di ogni bambino.
 Per i bambini che dimenticano i materiali è possibile
impostare una strategia specifica che comprenda l’uso di
materiale visivo, l’introduzione di routine finalizzate,
l’applicazione di un sistema a punti…
“Come faccio a non dimenticare niente?”
a) Programma con sistema a punti
b) Schede ritagliabili da usare sul
diario
c) Verifica del materiale
d) Gratificazione o costo della risposta
 Impostare con il bambino un accordo basato su un sistema
a punti o su uno schema di gratificazione da riconvertire in
premi materiali o privilegi.
 Preparare schede ritagliabili con piccole illustrazioni del
materiale, illustrazioni uguali a quelle del cartellone.
 Ad un’ora prestabilita della mattinata:
 far leggere il cartellone per il giorno dopo;
 far elencare il materiale necessario per il lavoro in ogni
materia;
 chiedere di incollare sul diario per il giorno dopo le figurine
del materiale scolastico così individuato;
 ogni mattina, all’inizio della lezione o in altro momento
prestabilito, verificare la presenza del materiale e
applicare la procedura di gratificazione o di costo
della risposta.
Strategie di gestione dei
comportamenti problema
TENDENZA NATURALE
DEGLI INSEGNANTI
ORDINE PREFERIBILE
1. Rimproverare
2. Ignorare
3. Punire
4. Incoraggiare
5. Premiare
1. Incoraggiare
2. Premiare
3. Ignorare
4. Rimproverare
5. Punire
Cosa possono
fare
i genitori?
Principi base per i genitori
 Agire e non predicare (tempo!!)
 Essere diretti chiari e specifici
 Essere brevi (tempo!)
 Stabilire
regole
chiare,
semplici
(“condivise”)
 Essere coerenti con le regole e relative
conseguenze positive e negative
 Gratificare spesso il bambino senza
posticipare troppo: è importante essere
veloci! (elogiare molto, anche gratificazioni
fisiche)
 E’ molto più importante la rapidità con cui
viene dato il premio piuttosto che l’entità
L’inadeguatezza dei genitori non è la causa principale!
Principi base per i genitori
Essere positivi (meglio chiedere di
fare una cosa piuttosto che proibire di
farne un’altra)
Cambiare i premi
Rafforzare un rapporto positivo con il
bambino
Tentare di prevedere i problemi
Non cercare di essere perfetti
L’inadeguatezza dei genitori non è la causa principale!
• È sempre necessario fornire al
bambino
un’alternativa
per
raggiungere gli stessi scopi
• Le seguenti procedure possono essere
messe in atto da Genitori ed Insegnanti e
sono
annoverate
tra
quelle
che,
nell’ambito
dell’approccio
cognitivocomportamentale, sino ad oggi hanno
fornito i risultati più incoraggianti.
LA TOKEN ECONOMY
(economia simbolica)
Procedura di economia simbolica che
non utilizza rinforzi materiali ed
immediati ma rinforzatori simbolici, i
token (gettoni) collezionati per un
certo periodo di tempo o in un certo
numero, attraverso il rispetto di una
serie di regole, verranno in seguito
scambiati con oggetti o con la
partecipazione ad eventi piacevoli.
• La token economy si applica a una varietà
di contesti e soggetti quali: situazione
individuali o di gruppo, diverse fasce di
età, contesto psichiatrico, scolastico,
lavorativo…etc.
• In
particolare
rivolto
verso
i
comportamenti disadattivi di natura
sociale,
comportamenti
accademici
scorretti, comportamenti psicotici.
• Esempi quotidiani sono: punti benzinaio,
punti telefonino…
La natura contrattuale del patto (chiaro e lineare) ha
effetti su due fronti: alunno e insegnante.
• L’insegnante: sceglie l’obiettivo didattico e le
sanzioni, mantiene la contingenza di rinforzo
anche in classe, evita fenomeni di sazietà, guida
l’alunno verso l’autonomia dalle ricompense
artificiali.
• Lo studente: sceglie il tipo di premio finale, il suo
ruolo è attivo e partecipe, la contrattazione lo
rende responsabile verso il proprio operato
riducendo la direttività dell’educatore, impara una
serie di comportamenti nuovi ed efficaci, impara a
dilazionare nel tempo le gratificazioni con attese
e sospensioni.
Procedura t-e:
a) definire chiaramente e precisamente i comportamenti
che il bambino deve manifestare (comportamenti
desiderati) e i comportamenti che deve ridurre o
eliminare (comportamenti indesiderati). Questi
atteggiamenti devono essere alla portata del bambino.
Obiettivi troppo ambiziosi, o richieste esagerate
creano frustrazione e un possibile peggioramento del
comportamento.
b) Scoprire e valutare attentamente gli interessi e i
desideri del bambino inserendoli anche in un elenco
che vada dai più importanti a quelli che lo sono di
meno.
Procedura:
c) Elaborare, insieme al bambino, una tabella in cui da una
parte vengano inseriti i comportamenti che deve
mettere in pratica o ridurre e dall’altra il “valore”
corrispondente. Il valore può essere definito in
termini di fiches, gettoni, carte, ecc… . Ad esempio il
comportamento di vestirsi da solo la mattina
potrebbe corrispondere a 5 fiches.
d) Sulla parte destra del foglio vanno disegnati o scritti
gli interessi e i desideri del bambino concordando con
lui il loro valore. Ad esempio, guardare la televisione
per 30 minuti potrebbe corrispondere a 15 fiches. Il
valore deve sempre rispettare la graduatoria
espressa al punto “b”.
Stabilire un rapporto ottimale tra il
numero di token e premi. Per risultare
efficace, il premio deve essere acquisito con
un numero di token proporzionale allo sforzo
per ottenerli. Inoltre i comportamenti più
difficili da ottenere devono avere come
ricompensa in numero di token maggiore di
quelli più facili da ottenere.
Esempio di token economy a casa
Le
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
attività di Giorgio.
Lavarsi i denti
Preparare la cartella la sera
Eseguire da solo i compiti di matematica
Arrivare puntuale a scuola
Vestirsi da solo
Rimanere a tavola durante il Pranzo per almeno 15 minuti
Rimanere a tavola durante la cena per almeno 15 minuti
Aiutare la mamma a fare la spesa
Sistemare nella sua cameretta i giochi utilizzati
Farsi la doccia da solo
Arrivare in ritardo a scuola
Non preparare la cartella
Smarrire libri o quaderni
Smarrire gomma, penne, matite, colori
Danneggiare un elemento della casa .
Fiches
3
5
8
8
5
10
10
7
7
8
-5
-5
- 10
–2
- 10
Premi ed interessi di Giorgio.
•
Giocare con la playstation per 15 minuti
•
Guardare la TV per 30 minuti
•
Acquistare un pacchetto di figurine
•
Andare al parco a pattinare con il papà
•
Invitare il suo amico a casa
•
Comprare il suo gelato preferito
•
Andare al cinema
Fiches
20
15
5
20
15
10
20
GIORGIO
Stare al
posto
Alzare la
mano per
parlare
Stare al
posto
1°h 2°h 3°h 4°h 5°h
Totale
Procedura:
e) Quando il bambino emette il comportamento desiderato,
corrispondere quasi sempre immediatamente le fiches
corrispondenti, così come vanno sottratte nel momento
in cui emette i comportamenti indesiderati. I gettoni
vengono utilizzati come fonte di feedback per il
bambino riguardo al suo comportamento, cioè come
“segnale” che il comportamento va “bene” o “male”.
f) Scegliere un posto e un contenitore, meglio se
trasparente, in cui collocare le fiches guadagnate.
Procedura:
g)
Individuare il momento della settimana o della
giornata in cui effettuare lo scambio tra gettoni
conquistati o persi attraverso gli atteggiamenti
manifestati e le attività o i premi da lui desiderati.
h)
Modificare nel corso del tempo il valore (numero di
fiches) dei comportamenti adeguati e inadeguati e il
valore dei premi secondo le esigenze che emergono.
Ad esempio, un premio può perdere il suo valore nel
corso del tempo, oppure un comportamento può
diventare talmente automatico e semplice da essere
espresso tanto da non richiedere più sforzo da parte
del bambino.
Token economy
Errori nell’uso dei Rinforzi:
• Offrire enormi ricompense per un grande miglioramento
(es. ti compro una bici nuova se per 1 mese non litighi con tuo
fratello)
• Rinforzare un comportamento prima che sia avvenuto
(es. se adesso ti lascio uscire, devi promettere che quando
torni finisci gli esercizi)
• Promettere al bambino una ricompensa per far cessare il suo
comportamento oppositivo
(es. se adesso smetti di fare i capricci e cominci a lavorare,
dopo potrai usare il computer)
Modi individualizzati per creare i
sistemi a gettoni, basati sugli interessi
dei bambini o il livello di abilità.
Alcune idee includono:
• Posizionare stickers a forma di smile su fiches da poker ed
attaccarle con il Velcro su una qualsiasi superfice
resistente.
• Laminate Sticker di personaggi preferiti ed attaccatele con
il Velcro su un libro a scene colorato e laminato. Per esempio,
l’immagine di una rotaia con dei punti di velcro che
attraversa la campagna. Lo studente può guadagnare
stickers di Thomas il Trenino da posizionare sulle rotaie.
Quando l’intero treno è sulle rotaie, lo studente può avere
accesso al rinforzo finale.
• Usare le lettere dello Scarabeo o lettere magnetiche per
comporre il nome del bambino. Quando il bambino ha
guadagnato tutte le lettere che compongono il suo nome, può
scambiarle con il rinforzo.
• esempio contratto comportamentale
una raccolta di smile con un premio
meta alla fine del libricino.
Il bambino potra' ricevere uno smile al
giorno. Ogni 10 smile potra' ricevere
un premio ....fino al premio meta che
potra' ricevere a 30 smile
Esempio
• 3 striscette dove mettere una X
quando avrà alzato la mano, quando
non avrà alzato la mano e quando
l'avrà alzata ma non ha aspettato il
consenso dell'adulto. A fine mese
mostrerò le striscette al b. per
vedere se ci sono stati dei
miglioramento
Contratti
comportamentali
• Stesura cooperativa
fra
bambino
e
insegnante o genitore
di un contratto con
specifici accordi.
• Steso per iscritto su
un foglio.
Contratti
comportamentali
• Riportare in forma chiara e leggibile
per il bambino:
– Scopi da raggiungere
– Ricompense al conseguimento degli obiettivi
– Conseguenze per comportamenti problematici
• Il contratto va sottoscritto e appeso
in casa/classe.
Esempi di contratti 1
Io sottoscritto,
mi impegno a mantenere questi accordi presi
con i miei insegnanti:
1) Chiedere di andare in bagno solo
una volta all’ora;
2) Stare seduto per almeno 20 min.
3) Controllare che tutto il mio
materiale sia nello zaino prima di
uscire
Per ogni giorno in cui riuscirò a rispettare
questi 3 punti, potrò scegliere un premio
fra:
a) 15 min. di gioco al computer (dopo
la mensa)
b) Possibilità di fare un disegno libero
negli ultimi 15 min. di lezione
Esempi di contratti 2
Ogni volta che riuscirò a fare una delle cose
elencate in questo contratto, riceverò un
punto da aggiungere a quelli già
accumulati, fino a un tot. di 50 punti,
equivalente a una giornata al luna-park
con la mia famiglia.
Guadagno un punto ogni volta che:
1) completo 2 schede di lavoro di It.
2) faccio tutti i miei compiti a casa
3) porto tutto il materiale
4) svolgo correttamente una pagina di operazioni
Ogni giorno ricorderò all’insegnante
di segnare i punti sul cartellone; i miei
genitori saranno avvertiti con
comunicazione scritta ogni volta che
raggiungerò 10 punti.
Esempi di contratti 3
Ogni volta che riuscirò a fare una delle cose
elencate in questo contratto, potrò scegliere
un premio previsto; se non soddisferò almeno
uno dei punti, perderò la possibilità di fare la
mia attività di lettura libera.
Posso guadagnare un premio se:
1) completo 3 schede di It. corrette
2) durante la ricreazione seguo le
regole di comportamento della classe
3) mi ricordo di bagnare le piante
Per ogni azione corretta potrò scegliere fra:
a) Figurine colorate
b) Un timbrino smile da mettere sul
diario
c) Il turno per cancellare la lavagna
• Solo contratto educativo:
– Stessi principi della token-economy.
– Basato sul principio del rinforzo .
– Selezionare uno o massimo due
atteggiamenti problematici per volta.
Esempi di contratti 4
Se Federico svolgerà i compiti di matematica per
almeno 20 minuti al giorno, allora l’Insegnante
permetterà a Federico, immediatamente dopo, di
andare fuori nel giardino a giocare per 10 minuti.
• BONUS – Se Federico si impegnerà con profitto per
30 minuti al giorno nei compiti di matematica riceverà,
alla scadenza del contratto, oltre alla normale
ricompensa anche un album di fumetti e il permesso di
capitanare la squadra di calcio nella prossima partita.
• MALUS – Se Federico non si impegnerà per nulla nei
compiti in classe di matematica non gli verrà permesso
di giocare con il suo gioco preferito durante la
ricreazione.
Io sottoscritto
Mi impegno a mantenere i seguenti accordi presi con i miei insegnanti:
-chiedere di andare al bagno solo una volta ogni ora;
-Rimanere seduto per almeno 10 minuti di seguito;
-Alzarmi per andare a prendermi un libro dall’angolo della biblioteca
senza disturbare i compagni;
-Alzare la mano e attendere il consenso dell’insegnante prima di
parlare;
A fine giornata se riuscirò a rispettare tutti e 4 i punti potrò
scegliere uno tra i seguenti premi:
-un quarto d’ora di gioco al computer;
-Un disegno libero a termine lezione;
-Essere l’aiutante dell’insegnante nella distribuzione dei quaderni.
Cercherò di onorare questo contratto con il massimo impegno.
Data
Firme
(dell’alunno e delle insegnanti)
Esempio di t-e
• Condividere con il bambino un
programma di aumento graduale dei
tempi di attenzione, stabilendo con
lui il guadagno di un gettone per ogni
step di cinque minuti.
• Il genitore assegna un gettone al
bambino che metterà insieme agli
altri guadagnati, fino alla scambio con
il premio concordato.
Strategie sulle conseguenze
negative
 Ignoramento pianificato
 Contratto Comportamentale
 Costo della risposta
 Punizione
Ignoramento Pianificato
 L’attenzione
dell’adulto
gratificazione.
è
un’efficace
 Togliere l’attenzione, quindi ignorare i
comportamenti inadeguati di scarsa intensità
può essere utile per farli scomparire.
 A quali comportamenti applicarlo?
 Proteste sproporzionate e “scenate”
 Dispetti ai compagni
 Lamenti e piagnucolii
 Piccole azioni di disturbo
 Comportamenti finalizzati ad ottenere
l’attenzione dell’adulto (es. parolacce)
Costo della risposta
• Ad un comportamento inadeguato segue la
perdita di un privilegio o di un’attività
gradevole.
• Consiste nel precisare quanti gettoni perderà
il bambino qualora si comporti in modo
problematico.
• Con questa tecnica il bambino apprende a
gestire gli errori, ovvero a trarre
informazioni dai suoi sbagli ed autocorregersi.
costo della risposta
Al comportamento negativo segue per il bambino
la perdita di un privilegio o di un premio o di
un’attività piacevole; è il “pagare pegno” del
bambino per il proprio comportamento
Il costo della risposta deve essere:
 Proporzionale all’azione negativa
 Corredato da informazioni chiare
 Controllabile nella sua applicazione
 Comunicato o concordato in anticipo
 Non flessibile nella sua applicazione
E’ utile soprattutto per comportamenti
negativi non gravi, specie in relazione allo
scarso impegno (dire bugie, disubbidire, non
fare o terminare i compiti, rifiutarsi di svolgere
o abbandonare un’attività,..)
La punizione
Qualsiasi evento, oggetto o comportamento che
riduca la probabilità che si ripeta il comportamento
a cui viene applicata.
Quando necessaria, deve essere:
 Spiacevole per il bambino
 Priva di aggressività
 Fonte di informazioni
 Psicologicamente neutra
 Immediata
Proporzionata alla gravità dell’azione
 Facilmente applicabile ed inevitabile
 Legata al comportamento e con esso incompatibile
È sempre necessario fornire al bambino una
alternativa per raggiungere gli stessi scopi
Di fronte a comportamenti gravemente negativi (ad es.
aggredire fisicamente e verbalmente gli altri, fare
cose pericolose, danneggiare oggetti), è possibile
pensare di utilizzare la punizione.
Per comportamenti meno indesiderabili (disubbidire,
dire parolacce), è possibile utilizzare altre tecniche
(l’uso del Costo della risposta), le quali però nel caso
di azioni più preoccupanti, potrebbero essere
insufficienti a far capire al bambino il livello di
gravità del suo agire rispetto alle regole della
famiglia e della società.
Timeout
Obbiettivi
a. Non infliggere una
punizione
b. Evitare che il suo
comportamento
disturbante venga
rinforzato dai compagni
c. Consentire uno stacco che
estingua la carica emotiva
e aiuti a recuperare un
certo controllo
Timeout
• Ultima risorsa
• Interruzione momentanea
del gioco
• Allontanamento dell’alunno
dai compagni, in apposito
luogo privo di gratificazioni
o rinforzi (materiali,
conversazioni..)
• Non è “mettere in castigo”
• Da spiegare e simulare
prima che occorra
Time-out:
Modalità di attuazione
1.
2.
3.
4.
Esclamare in modo perentorio la parola
“Stop!”
Comunicare all’alunno in modo pacato, ma
deciso che il suo comportamento sta
violando il diritto di qualcun altro o la
regola concordata
Allontanamento necessario per bloccare il
comportamento nocivo
Comunicare la durata del time-out
(solitamente 10-15 min)
Training di
autoistruzione verbale
Training di autoistruzione verbale
• Tecnica che aiuta di più il bambino ad
utilizzare meglio il linguaggio o la
verbalizzazione interna, quale tramite
fondamentale per attenuare l’impulsività
e migliorare la propria capacità attentiva.
Training di autoistruzione verbale
Fasi:
a) scelta del compito che richiede un
piano sistematico o di una strategia per
la sua esecuzione.
b) modeling cognitivo, dove l’adulto fa
vedere al bambino i processi necessari
per la soluzione del compito.
Modeling cognitivo
“Ora faccio io da modello e ti dico cosa
penso per risolvere il compito. Ascolta
e guarda i vari passaggi perché poi
dovrai farlo tu”.
Problem solving
3.
definizione dell’obiettivo da raggiungere:“Cosa devo fare?”
individuazione delle varie possibilità di risoluzione del
compito: “Potrei fare così, oppure in quest’altro modo”
scelta e applicazione di una strategia: “Prendo il tempo che mi
4.
automonitoraggio dei progressi verso la soluzione:“Come sta
1.
2.
5.
6.
occorre e la strategia più facile”
andando? Quanto mi manca? Funziona la mia strategia?”
autovalutazione e autorinforzo: “Ho terminato. Penso di aver
fatto tutto giusto. Se sto tranquillo e ripeto bene le varie
fasi posso farcela anch’io”.
Scelta di una strategia alternativa in caso d’insuccesso:
“Perché non sono riuscito? Devo trovare un’altra strada per
affrontare il compito”. “mi sto impegnando molto ma continuo
a fare errori. Forse è meglio che controlli il mio piano; penso
che qui ci voglia tutto un altro modo.
Training di autoistruzione verbale
Fasi:
c) Guida esterna esplicita. L’adulto fornisce le indicazioni e
aspetta che il bambino le esegua, aiutandolo cosi in modo
esplicito ad eseguire le sei fase previste nella strategia
di problem solving.
d) Autoistruzioni esplicite. L’adulto dà un compito simile a
quello precedente per cui è stato effettuato il training, e
chiede al bambino di produrre le autoistruzioni verbali
per guidarsi da solo verso la soluzione. È un passo
indubbiamente non semplice, poiché richiede la
partecipazione attiva da parte del bambino. Se il bambino
non riesce, l’adulto lo aiuta iniziando l’istruzione verbale,
completandola, o comunque fornendo supporto nei
momenti di difficoltà.
Training di autoistruzione verbale
Fasi:
e) Modeling di autoistruzioni esplicite ridotte. L’adulto
riduce il tono della sua voce. Lancia degli spunti, ma lascia
sempre completare al bambino. Esegue il modeling a bassa
voce, in cui si da ancora le autoistruzioni durante
l’esecuzione del compito,a voce bassa ma sempre più
bassa.
f) Pratica nell’autoistruzione esplicita ridotta. L’adulto
ascolta attentamente il ragazzo e, anziche fargli imitare
il suo
comportamento, lo aiuterà a formulare
autonomamente pensieri ed autoistruzioni..
Training di autoistruzione verbale
Fasi:
g) Modeling di autoistruzioni implicite (interne). L’adulto
mima le autoistruzioni che l’allievo deve interpretare e
usare come guida per il compito,
h) Pratica nell’autoistruzione implicita. Eseguire l’attività
con l’ausilio delle autoistruzioni interne. Il bambino mette
in atto tutte le strategie necessarie per la risoluzione del
compito attraverso l’uso delle autoistruzioni interne
implicite.
Riflettiamo
“Alla base dell’acquisizione delle competenze
sta la capacità di riflettere prima, durante e
dopo un’azione” (M. Pellerey)
Per acquisire in maniera competente un nuovo comportamento dobbiamo
avere la possibilità di riflettere su come stiamo procedendo, su cosa
funziona e cosa no.
Prima chiedendoti: “cosa sto per fare, cosa voglio ottenere e come lo
farò?” durante fermandoti di tanto in tanto a chiedendoti: “come sta
andando? cosa sta funzionando e cosa no? Cosa posso modificare?” e
dopo facendo un bilancio e chiedendoti: “come è andata? cosa ha
funzionato? cosa farei di diverso la prossima volta?”
Aggiustiamo il tiro
AGGIUSTA IL TIRO ma ... a piccoli
passi ...
Se avrai fatto una buona riflessione sul
come stai procedendo, avrai saputo
anche
individuare
i
punti
da
migliorare nella tua applicazione.
Obiettivi della ricerca
•
Gestione di una classe considerata problematica attraverso l’utilizzo di un
intervento psico-educativo seguendo un metodo comportamentale che
prevede l’utilizzo della token economy, di un set di regole in positivo e
dell’apprendimento cooperativo .
•
Lo scopo principale del progetto era quello di controllare comportamento
dei bambini promuovendo l’aumento dei comportamenti positivi e
contemporaneamente diminuire quelli negativi permettendo alla classe di
raggiungere comportamenti prosociali .
Partecipanti
• Classe di quinta elementare composta da
22 bambini
• Le 4 insegnanti che lavoravano in classe:
–
–
–
–
Insegnante di
Insegnante di
Insegnante di
Insegnante di
italiano
inglese
matematica
religione
Attività e materiali pre-intervento 1
•
Osservazioni
– Occasionali: effettuate per esaminare comportamento dei
bambini e delle insegnanti in classe
– ABC: attraverso una griglia a 3 colonne venivano osservati
A = Antecedenti
B = comportamenti (Behaviour) negativi
C = Conseguenze
– Baseline: rilevazione della frequenza dei 4 comportamenti
negativi più frequenti attraverso una griglia
appositamente costruita
1 Parlare coi compagni
2 Alzarsi dal banco
3 Rivolgersi maleducatamente ai compagni
4 Rivolgersi maleducatamente alle
insegnanti
Le osservazioni ABC e di baseline sono state ripetute dopo la fine
dell’intervento.
Attività e materiali pre-intervento 2
• Role playing (gioco di ruolo): tecnica in cui una persona
mette
in
atto
un
determinato
comportamento
interpretandolo come si farebbe a teatro
• Cartellone delle regole: appeso in classe, riportava le 4
regole decise con i bambini
–
–
–
–
Durante la
Durante la
Uso parole
Uso parole
lezione si sta in silenzio
lezione si rimane seduti
e comportamenti educati con i compagni
e comportamenti educati con le insegnanti
• Contratto comportamentale: definisce le regole e la
ricompensa alla quale avevano diritto i bambini onorando il
contratto stesso. Firmato da tutte le persone coinvolte
nell’intervento
Attività e materiali intervento
• Token economy i token venivano consegnati ai bambini se alla fine
dell’ora rispettavano le 4 regole. Ogni settimana erano previste 6
ore. Alla fine della settimana, se tutti i bambini avevano ricevuto 6
token, veniva attaccato un pezzo di un puzzle che se completato nei
suoi 12 pezzi, portava alla ricompensa finale decisa coi bambini.
Durante queste ore venivano compilate le griglie di osservazione
baseline.
• Warning (costo della risposta) gettoni utilizzati per segnalare la
violazione di una regola. Se alla fine dell’ora di intervento veniva
raggiunto il numero massimo previsto, anche in una sola delle regole,
nessun bambino riceveva il token.
Ruolo dell’insegnante
L’insegnante deve avere un vantaggio dal
raggiungimento del premio
–
–
–
–
Maggior benessere in classe
Senso di controllo della situazione
Vivere momenti distesi in classe
Realizzare un’esperienza attesa e gradita
Discussione
•
•
•
•
Dai risultati appare evidente come l’intervento, sin dalle prime, ore
ha portato a una forte diminuzione delle frequenze dei
comportamenti negativi.
I bambini hanno compreso l’obiettivo e si sono applicati per
arrivare alla riuscita della token economy e quindi alla ricompensa.
Dalla diminuzione delle medie nei 3 tempi si può affermare che c’è
stata una generalizzazione dei comportamenti. I risultati ottenuti
con la token economy vengono persi parzialmente ma non ritorna
alle frequenze registrate all’inizio dell’anno scolastico
La token economy ha avuto diversa efficacia a seconda
dell’insegnante. Se negli altri insegnamenti si sono registrati dei
cambiamenti nel comportamento dei bambini, nelle ore di inglese
non c’è stata una netta diminuzione delle frequenze e si è
verificato un successivo aumento delle frequenze con la fine
dell’intervento. Questo risultato può essere spiegato dal fatto che
l’insegnante non era in grado di gestire la classe senza un aiuto
esterno.
GRAZIE PER L’ATTENZIONE
E… BUON LAVORO!
BIBLIOGRAFIA
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
BARKLEY R.A., Attention deficit disorder, Guilford Press, New York, 1990.
Cornoldi C., Marzocchi G., e coll. (2013) Adhd a scuola. Strategie efficaci per
insegnanti. Conoscere, intervenire, riflettere e collaborare. Ed. Erickson.
Di Pietro M.e coll.( 2001) L’alunno iperattivo in classe: problemi di comportamento e e
strategie educative. Ed. Erickson.
DI PIETRO M., L’educazione razionale-emotiva, Edizioni Erickson, Trento, 1992.
DI PIETRO M., Disturbo da deficit d’attenzione e iperattività: l’intervento razionaleemotivo, Difficoltà di
apprendimento, Vol.1, n.1, 1995.
DI PIETRO M., L’ABC delle mie emozioni, Edizioni Erickson, Trento, 1999.
DI PIETRO M. E GALLETTI M.L., La Psicoterapia Cognitivo-comportamentale
dell'impulsività in età evolutiva, in Di Giorgi et Al. (a cura di) Salute e stile di vita,
Edizioni Erickson, Trento, 1992.
GOLEMAN D., L’intelligenza emotiva, Rizzoli, Milano,1996
Horstmann, Steer J., Aiutare gli alunni ADHD a scuola. Ed Erickson.
Ianes D., Marzocchi G. e coll. (2009). Facciamo il punto su...l’iperattivià: aspetti clinici
e interventi psicoeducativi. Ed.Erikson.
Marzocchi G., Centro per l’età evolutiva (2011) La presa in carico dei bambini con
ADHD e DSA. Ed.Erickson.
VIO C., MARZOCCHI G. e OFFREDI F., Il bambinio con deficit
d’attenzione/iperattività, EdizioniErickson, Trento, 1999
Scarica