Il cristianesimo s`incontra con la filosofia

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Il cristianesimo e la filosofia
Primo secolo d.C. Mentre i filosofi mostrano curiosità ma anche un atteggiamento sprezzante verso
la novità cristiana, l’apostolo Paolo afferma: il cristianesimo è alternativo alla filosofia, che cerca
dottrine sapienziali; il suo logos è lo scandaloso “logos della croce” a cui egli aggiunge il “logos
della resurrezione” (cfr. il discorso dell’Areopago e la Prima Lettera ai Corinti).
Primo-secondo secolo. Negli scritti dei Padri Apostolici è presente la Bibbia e assente la filosofia.
Secondo-terzo secolo. Con Giustino, filosofo convertito al cristianesimo, inizia il dialogo
(confronto-scontro). Il filosofo Celso, nell’opera Il discorso vero afferma: la filosofia dimostra la
superiorità della civiltà greco-romana sulle superstizioni barbare; il cristianesimo non è convincente
per la ragione umana; i miracoli non sono credibili o sono opere di magia. Perché credere a Cristo e
non a Ercole? C’è nell’opera anche una nota politica: I cristiani sono cattivi cittadini perché non
prendono una posizione netta a favore dell’impero contro i barbari.
Il cristiano Clemente Alessandrino nell’opera Il Protrettico afferma che la religione pagana è
demoniaca, che gli Dei pagani sono uomini morti, che i sacrifici agli Dei sono abominevoli.
L’imperatore Marco Aurelio, filosofo stoico: il martire cristiano è un ostinato e fanatico (insanità).
La morte deve essere accettata con dignità, senza spettacolarizzazione.
Origene, padre della Chiesa, scrive un’opera dal titolo: Contro Celso, in cui l’argomento è
affrontato con continui riferimenti a tutta la Bibbia.
Porfirio, discepolo del filosofo Plotino, scrive un’opera Contro i cristiani, in cui ripete le accuse dei
filosofi, ma valuta positivamente la figura di Cristo, come uomo.
Quarto secolo. L’imperatore Giuliano scrive un’opera contro i cristiani in cui contrappone i
civilizzati Ellenes contro i barbari e ignoranti Galilei
La filosofa Ipazia, seguace del neoplatonismo (che insegna il disprezzo del corpo perché ostacolo
all’elevazione spirituale), viene uccisa da dei cristiani in una situazione di forte contrapposizione.
I Padri Cappadoci sostengono le seguenti posizioni: non si rifiuta la verità da qualsiasi parte venga;
vi sono filosofie compatibili (Plato saepe noster) e filosofie non compatibili (epicureismo,
scetticismo, materialismo).
Le eresie favoriscono un grande lavoro dei filosofi per la definizione dell’ortodossia: Dio trinità;
processione, non emanazione; le due nature di Cristo; creazione dal nulla; Maria theotokos. Il Credo
niceno-costantinopolitano.
Il mondo antico è al tramonto. Il grammatico Simmaco sostiene la seguente posizione: Dio è
mistero, l’uomo è limitato; vi sono tanti modi di conoscerlo e di adorarlo: tutti parziali, tutti
accettabili, tutti tollerabili; il cristianesimo non può pretendere di possedere la verità.
A lui risponde Ambrogio: Cristo è la verità che si è rivelata, il relativismo non è più possibile.
Agostino e la vittoria del cristianesimo. Centralità di Dio, dell’uomo e della storia.
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Scolastica medioevale: la ragione è imago Dei; piena fiducia nella ragione come strada verso la
verità; ma la ragione ha dei limiti, costituiti dalle auctoritates (la Bibbia, i Padri della Chiesa, i
grandi filosofi del mondo antico. Il problema della scientia inflans, della ragione vuole essere il
giudice ingiudicabile, della Bibbia che è letta dai filosofi come un libro in cui cercare dottrine
filosofiche. Il metodo del sic et non (i dialettici), la proposta della doppia verità degli averroisti. Il
francescanesimo come filosofia di rottura (l’unicità dell’individuo Francesco) che porta alla crisi
della scolastica. La sintesi di Tommaso d’Aquino.
Cinquecento. Lutero: Christus die fahre licht (Cristo è la vera luce), primato della fede; netta
separazione tra fede e ragione; condanna della filosofia che corrompe la dottrina cristiana; la
ragione giudicata dal riformatore: la “puttana del diavolo”. Il Concilio di Trento: ci deve essere la
possibilità di una conciliazione tra la ragione e la fede dei cristiani, verso cui Tommaso indica la
strada.
Seicento. Cartesio: inizia la filosofia moderna con il primato del ‘pensare (quindi della ragione)
sull’essere: cogito, ergo sum.
Settecento: la filosofia entra in guerra contro le tradizionali auctoritates, in particolare contro la
metafisica, la teologia e il cristianesimo. La ragione (la vera luce) deve lavorare per dimostrare che
la religione cristiana è mito, superstizione, oscurantismo, ignoranza, fanatismo. Il filosofointellettuale deve sostituire il prete-gesuita. L’antropologia dell’uomo buono per natura deve
sostituire l’antropologia cristiana dell’uomo peccatore. Il cristianesimo viene sostituita dal deismo e
dal materialismo.
Dalla filosofia una nuova antropologia alternativa a quella cristiana: l’Uomo al posto di Dio. Ciò
che è dato al cielo è tolto alla terra.
Materialismo e materialismo dialettico.
Il positivismo.
L’antica e la nuova fede.
Il concilio Vaticano I: chi dice che ragione e fede sono inconciliabili è fuori dalla Chiesa.
J.P. II: Fides et ratio
Benedetto XVI: Il discorso di Ratisbona
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