La rivoluzione di Ikea: «Welfare esteso a coppie gay e di fatto»

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l'Unità
press LinE
Emilia
Romagna
19/05/2012
La rivoluzione di Ikea: «Welfare
esteso a coppie gay e di fatto»
Un dipendente su 6 a Casalecchio si definisce
parte della comunità Lgbt. Benefit a nuclei allargati
àre alle coppie gay all'Ikea
CASALECCHIO EM RENO (DO)
GIULIANA SIAS
[email protected]
L'amore, ai tempi delinea, è allargato
anche alle coppie di Fatto. E l'ikea, ai
tempi di quella crisi che tinto giustifica, non solo tutela i propri dipendenti,
ma anche i loro compagni, investendo
sul welfare aziendale. il colosso svedese dà una lezione all'Italia di Carlo G iovanat•di e Sergio Marchionne, a partire
dal punto vendita di Casalecchio, scelto come area test per il «Progetto
Park s» (la prima indagine in 'Italia
sull'inclusione di lesbiche, gay, bisessuali e trans sul luogo di lavoro), dove
la percentuale di dipendenti che si è definita parte della comunità "Lgbt" è pari al 16.6% dei rispondenti.
«APERTI A TUTTE LE FAMIGLIE»
Dopo la pubblicità che ritraeva una
coppia di uomini mano nella mano con
il daini «Siamo aperti a tutte le famiglie», Ikea non solo persevera ma cambia marcia: a partire da giovedì scorso,
giornata mondiale contro romofobia,
ha deciso di estendere il trattamento
aziendale già riservato ai dipendenti coniugi anche alle coppie di fatto e gay,
«Coloro che convivono "more uxorio",
anche se dello stesso sesso — si legge in
una nota dell'azienda fondata da Ingvar Kamprad - potranno ottenere: permesso per nascita di figlio del partner;
permessi legati a emergenze famigliari
e lutti del partner; estensione al partner della tutela sanitaria prevista per i
dirigenti; congedo matrimoniale (per
chi contrae matrimonio all'estero);
buono acquisto di euro 120 riservato a
chi si sposa o inizia una convivenza» e
altri benefit,
IL PARERE DEI DIPENDENTI
Nicola è in ferie e ancora non conosce
bene i dettagli, di sicuro, però, può dire
che a Casalecchio esiste una parità totale: «Non si è discriminati in nessun senso, nemmeno positivo, perché non è
•t•
, dipendenti
n:N
s t ato
discrigninato» Shnone:
(Wa non si elevi a uneo
esemoin italiano di
apertura verso i gay»
che in quanto gay, trans, bisex o lesbo,
veniamo aiutati più degli altri». E questa filosofia aziendale riguarda tutti e
tutto, non é legata esclusivamente
all'orientamento sessuale ma alla diversità, nel senso più ampio del termine visto che, ad esempio, «da noi vedi
delle donne in reparti che generalmente vengono affidati a soli uomini, oppure vedi alla cassa persone che di solito,
altrove, vengono Fatte lavorare nelle retrovie, non a contatto con cliente, perché magari hanno i capelli lunghi oppure un pkycing». Questa politica aziendale marchiata Ikea, per Nicola «è un
buon esempio, soprattutto perché riflette - evidentemente sanno che questa scommessa, quella sulla famiglia allargata, possono vincerla», Ovvero:
«L'azienda per la quale lavoro ha capito che le persone comuni non hanno
problemi ad accettare tutti i tipi di famiglia e che la famiglia tradizionale non
si sente affatto spodestata del suo ruolo all'interno della società italiana dalle coppie di fatto o dello stesso sesso».
Simone è un veterano, lavora
all'ilcea di Casalecchio da nove anni:
«per noi - racconta - non si è trattato di
una notizia eclatante, è stato normale». Un passo importante ma «non voglio innalzare Ikea ad unico esempio
italiano di apertura nei confronti dei
propri dipendenti omosessuali», Il suo
processo di inserimento a Casalecchio
è stato molto naturale: «Quando sono
stato assunto ci spiega - non sapevo
assolutamente che tipo di ambiente
avrei trovato, quanto mi sarei sentito
libero e tutelato. Quasi subito però sono stato avvicinato da colleghi che mi
hanno fatto percepire questa grande
apertura nei confronti della diversità».
Tutta la diversità, non solo quella sessuale, «Poi prosegue - l'apertura si è
manifestata in maniera sempre più
esplicita, con una battuta o un'affermazione che mi hanno fatto capire che potevo serenamente dichiararmi gay». Riguardo gli sconti ai parenti più stretti,
compresi i compagni di fatto, «venivano applicati anche prima del 17, - racconta sorridendo - diciamo che ora è
stata ufficializzata e codificata quella
che era una prassi». Tuttavia, avverte,
«non tutti i colleghi sono perfettamente conformi alla filosofia rkea». Confrontandosi con i dipendenti degli altri
punti vendita sparsi lungo lo Stivale, infatti, ha saputo che a Bologna le cose
vanno meglio che altrove: «Sicuramente conta il fatto che il nostro è uno dei
primi punti in 'Italia, essendo più anziani siamo più consapevoli e il rapporto
tra colleghi è più maturo»,
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