Inserto speciale: musica al Liceo SIC EST as you like it - Giornale del Liceo Scientifico “Galileo Galilei” Macerata (MC), anno VII, n° 3, Dicembre 2012 INFORMAZIONE DI SERVIZIO Sic est ha la sua cassetta della posta! Usatela ragazzi! Consigli, proposte, articoli e sì, perché no, anche critiche ;) Per i ragazzi del primo, la cassetta SIC EST si trova in sede centrale al secondo piano (la troverete salendo le scale, occhi ben aperti!), in succursale è proprio di fronte alla segreteria (bella rossa e sgargiante!). L’anno scorso questo utilissimo strumento è stato scarsamente utilizzato: per noi della redazione è ESSENZIALE sapere cosa ne pensate del nostro lavoro e siamo prontissimi ad accettare nuove idee o consigli COSTRUTTIVI, finché Sic Est possa essere davvero il giornalino di NOI studenti ! Fatevi sentire! Se avete voglia di mettere in luce argomenti che vi stanno a cuore (per fare alcuni esempi situazione della nostra scuola o della scuola in generale, avvenimenti locali o mondiali, eventi interessanti a cui partecipare…ecc), non abbiate paura di esprimere il vostro punto di vista! Chi non si sente nei panni della scrittore, può ugualmente proporre temi interessanti che vorrebbe fossero trattati. (molto utili anche per gli “Speciali” di Sic Est). Per il prossimo numero di Natale ci piacerebbe davvero che ci regalaste anche voi articoli interessanti e frizzanti! Scrivete, scrivete e buona lettura! Il nostro primo mese di Alessandro Mariani Da rappresentante a studente Come promesso, in tutti i numeri del giornalino pubblicheremo un articolo in cui esporremo i progressi del nostro programma, gli avvenimenti al Consiglio d’Istituto e in generale le novità. Al momento in cui scriviamo non abbiamo ancora partecipato alla prima riunione del Consiglio d’Istituto, per cui non possiamo dire nulla sotto quest’aspetto. Non si è ancora svolta l’Assemblea Straordinaria di Novembre sulla “Questione delle gite”, per cui non possiamo conoscerne gli sviluppi. Comunque, cosa abbiamo fatto in questo mese? In primo luogo, abbiamo ottenuto l’Aula autogestita, che è la numero 48 al secondo piano in Sede Centrale. Abbiamo scritto un Regolamento dell’Aula, che serve per evitare abusi e per permetterne l’utilizzo a tutti. L’abbiamo consegnato a tutti i Rappresentanti di Classe e pubblicato sul gruppo Facebook del Liceo (vedi: “File”). Abbiamo inoltre tentato di trovare una semplice soluzione al problema della Biblioteca, dopo che la Prof. Petroselli ha lasciato la scuola. Abbiamo scoperto che il catalogo della Biblioteca è completo solo all’1% circa, per cui c’è molto lavoro da fare. Un gruppo di ragazzi si occuperà di catalogare i libri in cambio di Crediti Formativi, così da rendere disponibile l’elenco online, e congiuntamente con un prof. si occuperà anche delle richieste dei libri. Stiamo lavorando proprio in questi giorni all’avviamento dei vari progetti, in primo luogo lo Speak Corner, e poi altri da vedersi me- Ricerca: i problemi si risolvono più facilmente se si è convinti (anche a torto) che siano facili glio in futuro. Per quanto riguarda il miglioramento della comunicazione tra studenti e rappresentanti abbiamo inviato il resoconto dell’Assemblea dei Rappresentanti (aka Comitato Studentesco) a tutte le classi, abbiamo inviato la prima PostaProposta (ce ne saranno altre!) e una “Lista delle cose da fare” a tutti i Rappresentanti di Classe, e l’abbiamo anche pubblicata sul gruppo Facebook (vedi “File”). Per quanto riguarda invece l’aumento del numero di Assemblee d’Istituto c’è stato un intoppo con il Calendario Scolastico Regionale di quest’anno che sembrerebbe porre alcuni paletti. La norma comunque non è chiara, e abbiamo scritto all’assessore regionale alla scuola per chiarimenti. Sarà invece dibattuta al prossimo Consiglio d’Istituto la questione della permanenza pomeridiana a scuola. Infine, le notizie. La festa di Natale quest’anno non si farà perché quel giorno la LUBE ha una partita e deve quindi allenarsi la mattina. Probabilmente la festa sarà spostata al giorno di Carnevale. Come ultimissima questione, vorremmo ricordare a tutti che se credete che i vostri diritti siano stati violati, ritenete di subire un’ingiustizia o comunque volete fare chiarezza su un qualsiasi argomento, noi Rappresentanti siamo qui anche per questo e ci trovate disponibili a scuola e su Facebook in ogni momento. Falsario imbranato sbaglia presidente sulla banconota da 100 dollari Tenta di fingersi un agente di polizia usando una tessera sconto come distintivo dalla scuola Sto in silenzio E alla fine scopri che il vuoto.. non esiste L’altra sera mi sono resa conto di aver accumulato nella mia mente, durante gli ultimi giorni, parecchi riferimenti alla solitudine, al silenzio. Mettendo da parte il fatto che in italiano stiamo affrontando Leopardi (più solitario di lui!), mi è capitato di pensare a quanto mi sia difficile trovare un momento per me, solo per me. Avete presente la vita di tutti i giorni? Quante volte vi capita di rimanere così… sospesi ... a “tu per tu”, senza pensare a nient’altro? Ci concentriamo sempre nelle cose quotidiane, quel susseguirsi infinito di “devo ricordarmi di fare questo”, “che compiti ci sono per domani?”, “Sono già le sei! E’ tardi devo andare…”. Avete presente? Nei migliori casi pensiamo ad una persona in particolare, un amico, il ragazzo/a, il gruppo, la classe, le feste.. ed io dove sono? Non fraintendetemi. Pensare agli altri è stata più volte testimoniata come, ed è vero, la cosa più nobile che si possa fare (si parla di pensieri positivi, ovviamente :D ), ma citando.. bè citando molte e molte importanti figure della storia, della filosofia, della letteratura, scienza, nessuno può pensare a tutto se prima non pensa un attimo a sé. Non c’è niente di egoista in questo. Solo la volontà di respirare, anche solo per un attimo, un cielo in solitudine mentre si beve una tazza di tè, o godersi immensamente la frase di quel libro che non può far altro che esprimere ciò che sei, o ricordarsi, mentre ti addormenti, che in fondo va tutto bene.. “Chi non è mai solo non può conoscere se stesso. E chi non conosce se stesso, spesso, si trova nella condizione di aver timore di Federica Spalletti dell’assenza, del vuoto.” “Eppure il vuoto non esiste. Celato nella nostra anima, c’è un mondo gigantesco,che attende soltanto di essere scoperto…..” “… è possente, è nuovo, e noi ci spaventiamo al solo pensiero di accettare la sua esistenza” (Paolo Cohelo “ Il manoscritto ritrovato ad Accra”). Ecco la frase che è ha funto da “ fiammella di avvio” di questo articolo. Ho pensato di avere, in effetti, paura della solitudine e, sì, del silenzio. Come quando cerchiamo di riempire i momenti di imbarazzo con parole ancor più vuote. Come quando (come mi è stato fatto notare) non riusciamo più fissare una persona negli occhi per almeno 4 secondi.. Cos’è che ci spaventa? Sentire troppo il nostro mondo. Farci sentire troppo dagli altri? Scoprirci, in questo, tutti così, incredibilmente veri e trasparenti. E quando capita di conoscere persone che sanno, effettivamente, guardarti negli occhi, nel silenzio, capisci che queste sanno stare con se stesse, pensare al loro domani, al loro dio, ai loro pensieri. Non c’è miglior complicità che in quegli incredibili sguardi. “Eppure il vuoto non esiste. Celato nella nostra anima, c’è un mondo gigantesco, che attende soltanto di essere scoperto…..” “Eppure il vuoto non esiste. Celato nella nostra anima, c’è un mondo gigantesco,che attende soltanto di essere scoperto…” Ho pensato di avere, in effetti, paura della solitudine e, sì, del silenzio. SIC EST as you like it - Giornale del Liceo Scientifico “Galileo Galilei” Macerata (MC), anno VII, n° 3, Dicembre 2012 scienze Il segreto dell’eterna giovinezza Cannibalismo e collisioni: fonti di rinnovamento… Gli ammassi globulari sono gruppi di stelle essenzialmente sferici che ruotano attorno al centro della Via Lattea, con una densità di popolazione che va via via crescendo in direzione del centro dell’ammasso. Recentemente è stato scoperto, analizzando la luce emessa dalle stelle centrali di alcuni di questi ammassi, che la loro età è molto più avanzata di quanto si ritenesse: pensate che tali stelle sono state utilizzate come indicatori dell’età dell’universo, il che significa considerare scale di tempo dell’ordine dei miliardi di anni! Tuttavia quale possa essere il segreto dell’eterna giovinezza di questi astri non è stato del tutto chiarito, almeno fino a poco tempo fa. Infatti, tra le tante ipotesi avanzate dagli astronomi, quelle che si sono rivelate come modello più fedele dei fenomeni osservati agli strumenti sono state due: collisione e cannibalismo. Nel primo caso le due stelle si fondono scontrandosi l’una con l’altra; nel secondo una delle due, molto vicina, risucchia progressivamente materia dall’altra, fino a divorarla completamente. Il risultato è comunque una stella di energia e dimensioni maggiori, che assume sembianze più “giovani” di quelle originarie. La conferma è di Edoardo Altamura giunta dall’Hubble Space Telescope, con immagini hires che ritraggono il cuore dell’ammasso globulare M30, situato nella periferia della galassia (a 28000 anni luce dalla Terra) e formato da circa 600000 di stelle, tutte nate attorno a 13 miliardi di anni fa. Inoltre, grazie ai modelli astrofisici ricavati, è stato possibile stimare il periodo in cui queste stelle sono ringiovanite: due miliardi di anni fa l’ammasso M30 ha subìto uno degli eventi più catastrofici della sua vita, il collasso del nucleo, che ha portato ad un rapido addensamento di materia. La distanza tra le stelle è quindi diminuita, determinando continue collisioni e scambi di materia e, in seguito, la formazione di nuove famiglie di astri, quelle che oggi possiamo osservare al telescopio. Ma, al di là del fenomeno in sé, questa scoperta ha dato una soluzione all’enigma delle stelle “vagabonde blu”. Questi particolari corpi “giovani” popolano aree della Galassia in cui il meccanismo di formazione stellare è da tempo cessato, ma non esistevano riscontri osservativi in grado di spiegare questo fenomeno, fino alla scoperta con il telescopio spaziale, ad opera di un team internazionale guidato anche dall’italiano Francesco Ferraro. 17 e 18 gennaio 2013 :: UN TRAM CHE SI CHIAMA DESIDERIO Khora Teatro – Teatro Stabile d’Abruzzo di Tennessee Williams, con Laura Marinoni, Vinicio Marchioni, Elisabetta Valgoi, Giuseppe Lanino, Annibale Pavone, Rosario Tedesco. regia Antonio Latella :: CYRANO DE BERGERAC di Edmond Rostand, interpretato e diretto da Alessandro Preziosi 4 e 5 febbraio 2013 Ert Emilia Romagna Teatro Fondazione – Teatro Stabile di Catania Vince due volte il jackpot della lotteria: ora vive nullatenente in una roulotte. 13 e 14 febbraio 2013 ErreTiTeatro30, in collaborazione con LeART’ :: DUE DI NOI di Michael Frayn con Lunetta Savino, Emilio Solfrizzi regia Leo Muscato Cliente terrorizzata ruba per sbaglio l’auto dei rapinatori. Ubriaco scambia una centrale di polizia per un albergo e chiede una stanza. SIC EST as you like it - Giornale del Liceo Scientifico “Galileo Galilei” Macerata (MC), anno VII, n° 3, Dicembre 2012 Speciale Jarictoo di Martina D’Ottavio e Riccardo Mazzieri A tu per tu con la band maceratese Pochi mesi dopo l’incisione della loro prima demo, eccoci intenti ad intervistare la band maceratese dei Jarictoo, composta da Leonardo Gironella (Chitarra), Marco Margiotta (Chitarra), Pierfrancesco Ceregioli (Tastiere), Leonardo Cardinali (Basso) e Raffaele Barbaresi (Batteria). Ecco che ci sediamo al tavolo e, tra una risata e uno scherzo, il gruppo, che si presenta fin da subito molto unito, inizia a raccontarci la sua storia. Pochi mesi dopo l’incisione della loro prima demo, eccoci intenti ad intervistare la band maceratese dei Jarictoo, composta da Leonardo Gironella (Chitarra), Marco Margiotta (Chitarra), Pierfrancesco Ceregioli (Tastiere), Leonardo Cardinali (Basso) e Raffaele Barbaresi (Batteria). Ecco che ci sediamo al tavolo e, tra una risata e uno scherzo, il gruppo, che si presenta fin da subito molto unito, inizia a raccontarci la sua storia. Quando vi siete formati e perché? Leonardo C.: Il primo accenno di quelli che saranno i Jarictoo nasce alla fine del 2010, quando insieme a Raffaele e Leonardo provavo qualche cover in garage. Poco tempo dopo abbiamo scovato nei bassifondi di Trodica Marco Margiotta, inizialmente voce. Abbiamo suonato la prima volta all’assemblea di istituto di Ragioneria con il nome provvisorio di No Name, successivamente cambiato ufficialmente in Cellar Door. Abbiamo poi scritto pezzi inediti e apportato varie modifiche al gruppo, tra cui l’ingresso decisivo di Pierfrancesco e il nuovo cambio di nome. Ecco, perché il cambio di nome in Jarictoo? Che significato ha? Leonardo G.: Sicuramente il nome Cellar Door mancava di originalità, dato che era ispirato ad un film visto da mezzo mondo, Donnie Darko. Pierfrancesco: Esatto, questo nuovo nome invece è un neologismo. Rimanda ad una specie arborea mai sentita, ciò che vogliamo essere noi all’interno di questa selva che la gente chiama “musica”. Il nome Jarictoo può assumere quindi diversi significati a seconda di chi suona e, soprattutto, a seconda di chi ascolta; un significato che rimandi alla musica in modo totalmente nuovo. Da cosa deriva la vostra fusione di generi? Da quali artisti o generi prendete ispirazione? Marco: Ognuno ha le sue influenze, spesso completamente diverse, e la cosa bella è che noi riusciamo a conciliarle tutte, dando loro un senso nuovo e cercando di trasmettere qualcosa. Ad esempio, le mie influenze vanno dal metal alla musica New Age come Leonardo, il bassista. Pierfrancesco ama strumenti e suoni vintage come l’Hammond, il piano Rhodes o il Vox Continental, e il nostro batterista Raffaele è il fan più sfegatato che io conosca di Frank Zappa! Leonardo G.: Io invece devo molto al cantautorato italiano, a gruppi rock progressive, al jazz e a molto altro ancora. Passiamo ai vostri singoli. "Telesuoniamo" è sicuramente una critica nei confronti della TV, come "Blanknicks" la è invece nei riguardi del conformismo e del vuoto che caratterizza la nostra generazione. Invece, qual è il significato di altri pezzi, come per esempio, “Virginia”? Da dove avete preso ispirazione? Leonardo C.: Spesso le musiche e ancora di più i testi dei nostri pezzi nascono quasi da soli, dall’ispirazione che arriva in certi giorni e su cui poi lavoriamo, e possono avere interpretazioni diverse. Virginia parla di un capitano di una nave, costretto dal proprio lavoro a distaccarsi per lungo tempo dalla figlia. Abbiamo immaginato il dolore del padre, che lo porterà a compiere un atto irrazionale, un gesto puramente istintivo. E “Canto Quemado”? Leonardo G.: Il titolo iniziale, con cui spesso la chiamiamo ancora adesso, era "morte di un poeta". L'ho scritta dopo essermi appassionato al poeta e cantautore cileno Victor Hara, ucciso dal regime di Pinochet. L'intento era quello di ricordare questo grande eroe, e di dire: non lasciamo che "uccidano" i poeti (in senso metaforico, ndr.). E, infine,“Mintaka”? Pierfrancesco: Questo pezzo ha un’armonia tipicamente jazz e il suo titolo prende il nome dalla terza stella della costellazione della Cintura di Orione, che in arabo significa “filo di perle”. Il bello è che riesce ad esprimere sentimenti senza la necessità della voce, considerata, a mio parere erroneamente, la parte principale di un gruppo. È, come dire, un ritorno alle origini. Marco: Per me è davvero un piacere suonare questo pezzo; dalla fusione dei nostri suoni esce fuori qualcosa di davvero meraviglioso. Che consiglio dareste a chi si sta avvicinando alla musica? Pierfrancesco: La musica, sia per chi suona da solo che gruppo, può essere considerata come un’amica o come un’amante. Se la si concepisce come amica, questa andrà a costituire una sorta di appendice alla propria persona e sarà qualcosa capace di arricchirti. Se la si concepisce come amante, invece, oltre ad arricchirti, diventerà fondamentale; qualcosa di cui non si potrà assolutamente fare a meno. La musica non va presa come passatempo: è un’arte e come tale richiede anima e corpo di chi la fa e di chi ne fruisce. Un saluto alla Jarictoo! Raffaele: Vi lasciamo con questa domanda: ”Cosa vi suscita la parola Jarictoo?”. Rispondete sulla nostra pagina Facebook! (A me, non per fare l’idiota, viene in mente così, un canguro!) Pierfrancesco: Pensando al nome Jarictoo, faccio prima a dire cosa non mi viene SICURAMENTE in mente… ovvero, un canguro. Belzebass Cannon! di Cristina Angeloro La fuga dei cervelli cit. Salmo in “Death USB”, probabilmente l’unica occasione in cui abbiate sentito parlare di loro, che peccato… Quando si parla di “fuga di cervelli” non si parla solamente in ambito scientifico. Quanti talenti ci sono in Italia, nascosti da un velo di ignoranza e mancata comunicazione? Ebbene, in Italia c’è una produzione di musica elettronica di altissima qualità: The Bloody Beetroots, Cyberpunkers, Crookers, Belzebass… tutti talenti vaganti per il mondo, ma che transitano poco nelle terre nostrane. Tra queste terre “fortunate” c’è la “Bibiano Crazy House”, nei pressi della vicina Treia. Ebbene questa casa nella sperduta campagna marchigiana ha ospitato Mr. K e Splattaboy per ben due volte. La prima nel non tanto lontano 21 Aprile 2012, la seconda volta invece nel recente 13 ottobre, precedendo il dj-set del giorno seguente, che ha avuto luogo in Messico, giusto per far un esempio. In quest’ultima data hanno collaborato con un altro elemento di spicco nel panorama electro italiano, i Pelussje. Dire che è stato bello è veramente poco: una calca numerosissima di gente, tutta ammassata all’interno di una casetta in mezzo al nulla, a ballare fino a non aver più fiato. Nonostante in quest’ultima performan- ce abbiano suonato poco, dovendo dar spazio ai Pelussje, che hanno suonato a loro volta in maniera impeccabile, il privilegio di esser presenti quel giorno alla Crazy House è stato rappresentato dalla presentazione del loro nuovo EP “Wet Dog”. Un concentrato di electro, o Hellektro, come la definiscono loro, allo stato puro e più “cattivo”, se si vuole. Un suono più maturo rispetto ai precedenti e meno commerciale a tratti, anche se di commerciale non hanno proprio molto. Ma la loro è un’abitudine: a Bibiano devono sempre presentare qualche nuovo gioiello. Il 21 aprile presentarono il loro ultimo remix, “Are You Ready”, prodotto dai Cyberpunkers. I due dj del bergamasco hanno una genialità unica nel loro genere, in quanto le influenze che si notano in modo evidente nelle loro tracks sono di stampo metal e di derivati da esso. E infatti non mancano pezzi ben carichi di graffianti motivi, come la loro “Revolution”, prodotta assieme a Hypomaniacs. E assieme ad essi troviamo remix di canzoni che potrebbero risultare improbabili: ad esempio “Duality” degli Slipknot o “Bludgeoned To Death” dei Suicide Silence. Ovviamente non troviamo solo remix nella loro produzione, ma anzi, molte tracce sono scritte di loro pugno. Parlarne non serve molto però, c’è bisogno di ascoltare. Intervista ai “DAEVON” Una giovane band maceratese I Daevon sono una giovane rock band maceratese, formata da quattro membri: al basso Fabrizio Bordi, alla batteria Alessandro Daniele, alla chitarra Gianluca Daniele e Gabriel Medina, voce del gruppo. Perché avete deciso di formare una band? Abbiamo preso questa scelta essendo tutti e quattro molto amici e appassionati di musica. Da quanto tempo è attivo il gruppo? Dal 2010. di Martina Ortolani Componete canzoni vostre? Si, ne abbiamo composte alcune. Quali sono i vostri brani preferiti? “Ginger” e “Will Smith”. Vi ispirate ad un gruppo in particolare? Non proprio, più che altro ai Nirvana e ai Radiohead. Che cosa contribuisce a mantenere il gruppo unito? Specialmente l’amicizia che c’è tra noi membri. Come mai avete scelto questo nome per la band? È stata una libera interpretazione. Di che genere di musica vi occupate? Soprattutto di alternative rock e di grunge. Vi siete mai esibiti in qualche locale o a qualche festa? Si, diverse volte, e sabato 17 novembre ci esibiremo al concerto per la giornata dello studente, invitiamo chi vuole a partecipare liberamente, anche perché le canzoni sono molto orecchiabili. considerato molto difficile da suonare THEREMIN proprio perché È il più antico strumento musicale elettrico conosciuto, fu lo si suona seninventato del 1919 dal fisico sovietico Léon Theremin. za toccarlo. Questo strumento è composto fondamentalmente da due antenne poste sopra e a lato di un contenitore nel quale è alloggiata tutta l'elettronica. Il suono può variare tra quello di un violino e quello vocale. Lo strumento è STRANI STRUMENTI MUSICALI San Leucio del Sannio, Benevento: il mosaico a forma di chitarra più grande del mondo Meteorologi sudafricani puni2.496 taiwanesi ballano insiebili penalmente se sbagliano le me con l’hula hoop per tre miprevisioni nuti, stabilendo un nuovo record Pop goes metalcore! Dalla Svezia con furore... Le cover metal, e di generi da esso derivati, di canzoni pop stanno dilagando nel web: ecco una chicca di questo che ormai si potrebbe definire un genere. apprezzato, è stata supportata da due italianissimi enti nell’ambito dell’electro: Belzebass e Pelussje. Entrambi hanno ricavato dei remix di grande effetto dalle loro cover. I Belzebass hanno remixato la loro “Just Dance”, cover di Lady Gaga, rendendo molto movimentato il tutto. Invece nel secondo caso non è appropriato dire che i Pelussje abbiano fatto un remix degli Eternal, ma c’è proprio stata una collaborazione, trasformando il pezzo electro “Frogsplash”, dei Pelussje, nell’agglomerato electro-metal “Coresplash”. Inoltre il gruppo svedese è stato remixato anche da altri. Dalla Svezia con furore, con una capacità pazzesca per la rielaborazione di pezzi pop di nota fama, gli Eternal September, nonostante la loro scarsa notorietà, colpiscono al primo ascolto tutti coloro che amano un genere estremo come il metalcore. Non producono infatti pezzi scritti di loro pugno, ma cover di grande qualità. Da Pajala arrivano Steve "Discipline" Hills, il vocalist, Purple Tentacle, alla chitarra, Bernard Bernoulli, a far vibrare il suo basso e Hoagie alla batteria! Il loro suono è duro quanto potente, e l’originalità delle sonorità applicate rendono queste cover talmente importanti da sembrare quasi altri pezzi, distaccati dall’originale, se pur è ovvio che si riconosca la base del loro lavoro, in quanto non sarebbe più cover se stravolta. Insomma, nonostante non siano famosi, era necessario aprire una parentesi su una piccola chicca del genere che pian piano si sta facendo spazio nel web. Come primi ascolti due immancabili cover di Lady Gaga, la già citata “Just Dance” e “Telephone”. Ma visto che la loro produzione non è così vasta da non riuscire a dare un ascolto ad ogni canzone, sarebbe auspicabile ascoltare l’intero album “Your Computer Lies”! La loro entrata nello scenario italiano, se pur ristretta ad una cerchia molto stretta, a causa del genere poco STRANI STRUMENTI MUSICALI di Cristina Angeloro . GHIRONDA La ghironda è un cordofono a corde strofinate da un disco, di origine medievale. Oggi è possibile ascoltare la ghironda in alcuni festival europei di musica folk, suonata spesso insieme a cornamuse. La prima testimonianza conosciuta è l'organistrum, un enorme cordofono utilizzato nel periodo gotico in ambito monastico per insegnare musica ed eseguire brani sacri. di Leonardo Petrini Bittersweet Symphony Altri gruppi scolastici emergenti Tu fai parte di uno dei gruppi che dovevano suonare per la festa della scuola? Si! Io sono la cantante, poi ci sono altri ragazzi. Chi di preciso? Alla chitarra Marco Camerlengo, è stata sua l’idea. Poi in giro per la scuola ha trovato gli altri componenti: Miriam Luciani alla tastiera, Tommaso Sagni alla batteria, poi come coro Giada Fratini ed altre ragazze, anche provenienti da altre scuole. Inoltre siamo riusciti a contattare un ex studente del liceo, Andrea Foresi, che suona il basso. Quindi una band interamente firmata Liceo Scientifico! Cosa avevate in mente di suonare? Sì! Comunque ovviamente avremmo fatto cover. Ci siamo incentrati sui Pink Floyd inizialmente, tipo Another Brick In The Wall e Confortably Numb. Poi abbiamo spaziato tra altri gruppi, optando ad esempio con Crazy Little Thing Called Love e We Will Rock You dei Queen. Come avete preso il fatto che la festa sarà rimandata? Ovviamente siamo dispiaciuti. Però siamo fiduciosi, STRANI STRUMENTI MUSICALI TROMBA MARINA La tromba marina è uno strumento musicale ad arco, usato dal XV secolo fino alla metà del XVIII secolo. La tromba marina è suonata sugli armonici naturali della corda, in modo tale da rifarsi alla stessa scala, incompleta e talvolta naturalmente stonata, delle trombe dell'epoca, sprovviste di pistoni. La somiglianza timbrica, in effetti, è elevata. Lo strumento è utilizzato principalmente come rinforzo del basso continuo e come coloritura timbrica nelle musiche di scena. di Cristina Angeloro contando sul fatto che se ne dovrà organizzare un’altra! Visto che ho la possibilità di parlare con te, raccontami qualcosa del tuo rapporto con il canto. Io studio da ormai più di tre anni, quindi ho avuto modi di spaziare tra vari generi e di provare varie esperienze. Ho avuto diversi gruppi, per esempio una tribute band degli Evanescence. Ora come ora hai una band? Sennò in quali altri modi ti applichi al canto? Ora sì, ho una band: i Bittersweet Symphony! Facciamo cover di vari artisti, come Placebo o Smashing Pumpkins, ma abbiamo in mente di portare avanti un progetto nel quale cercheremo di scrivere pezzi propri. Nel frattempo autoregistro cover a casa e cerco ovviamente di produrre qualcosa di mio, anche perché ho intenzione di studiare pianoforte. Passione per la musica! Intervista alla prof.sa Tancredi So che lei suona da molti anni e si è diplomata al conservatorio, ma come è nata la sua passione per la musica? Una precisazione è che io non suono pianoforte da molti anni, pur essendo diplomata in pianoforte. Questa è una caratteristica tipica di molti pianisti in realtà, che devono incarnare in uno strumento un’orchestra intera, da certi punti di vista è terribile. Quasi fosse una condanna il pianista viene cresciuto come solista, deve esserlo. Non basta essere solo bravi ad interpretare i brani, bisogna avere il genio, ma è raro. Col passare del tempo si prende consapevolezza del fatto che non si potrà mai essere qualcosa in più rispetto ad un bravo esecutore, nonostante tutta la buona volontà, e si scelgono altre strade; suonare il piano equivale alla totale disciplina, non puoi pensare ad altro, di conseguenza quando qualcuno sceglie di fare altro nella vita è un po’ come un naufragio. Qual è il suo compositore preferito? Il mio compositore preferito è Schumann. Il motivo per cui ho iniziato a studiare pianoforte è stato per suonare il “Concerto per pianoforte ed orchestra”. Schumann rappresenta l’essenza migliore dell’800: un visionario, un animo nobile e gentile. Un altro grande amore è Scriabin, grande esponente del misticismo e fautore di un pianoforte che si basa sulle vibrazioni di luce e colore. E invece quello che preferisce suonare? Per me suonare era un po’ come arruolarsi nella legione straniera. Sono stata mossa dal desiderio, quasi perverso, ma che si ritrova in molti bambini, di misurarsi con qualcosa, pur essendo consapevoli che quella non sarà la nostra strada. Per me significava anche restare da sola per studiare qualche ora, vivendo in una famiglia molto affollata: un po’ come la biblioteca di Leopardi, da una parte una prigione, dall’altra la stanza delle meraviglie. Parlando di autori, Bach l’ho scoperto molto tardi: rappresenta la disciplina, l’armonia. Schopin il tempo rubato. Schumann l’ispirazione della fantasia. De Bussy l’eleganza, la delicatezza e Scriabin l’idea che la musica possa essere qualcosa di grandioso. Che cos’è per lei la musica? Che valore ha? Per me la musica era un giardino bellissimo dove bisognava di Cristina Angeloro entrare con una sorta d’iniziazione. Se avevo una gran facilità nella letteratura, la musica mi si presentava misteriosa, e piena di riti d’iniziazione: i maestri, le lezioni, le ore passate a studiare da sola. Per me è stata proprio una sfida, la grande difficoltà della mia vita. Ma la fatica, e soprattutto l’attenzione nello studio del pianoforte ha fatto sì che io sia quello che sono oggi. Simone Weil dice che se poniamo l’attenzione su una qualsiasi cosa che magari è riuscita mediocremente, tutta quella attenzione si sposterà in un altro campo, dove potremmo essere già portati, agevolando il nostro fare. Infatti il grande amore ed attenzione che ho riposto nella musica non mi ha reso una brava pianista, ma si è tutto riversato nella letteratura. Non a caso una mia caratteristica è che in tutti i libri che ho scritto c’è la componente della musica. “Cote Bach” si collega un po’ alla mia storia: parla di questo ragazzo che avendo inteso di non essere un talento come pianista decide di occuparsi di critica musicale. Dopo 20 anni invece decide poi di riprendere il pianoforte, in quanto deve scrivere una biografia su Bach. Oppure ad esempio, la biografia di Hildegarda è una biografia di una monaca musicista. Secondo lei le persone che hanno a che fare con il mondo della musica che valori aggiunti hanno? La musica si fonda sull’”armonia”, che etimologicamente significa “patto” che sigilla la terra col cielo. Se vediamo, ad esempio, nel medioevo il movimento dei pianeti si pensava producesse musica, proprio prodotta dall’armonia di questo movimento. Ogni volta che si fa la musica si entra dentro quella che è la legge dell’armonia universale. Un altro motivo per studiare la musica è che essa c’insegna a far convivere più voci, un po’ come la buona politica. L’ultimo è che è semplicemente immorale passare tutta la vita a fare una sola cosa. Quindi se volesse dare un consiglio agli studenti del nostro liceo, quale sarebbe? Noi usiamo talmente poco del nostro potenziale durante l’esistenza, che la musica ci può aiutare, se non altro, ad ottimizzare il tempo in cui possiamo tirar fuori il più possibile il nostro talento. E’ possibile quindi essere dei bravi studenti al liceo e al contempo occuparsi con dedizione della musica, o di altre attività. Lifehack! Trucchi e consigli per vivere meglio. Forse! Se trovi dei soldi per strada, SONO TUOI e mettili subito in tasca. Attualmente è un modello per molti negozi, dagli alimentari ai supermercati: xx,95 è il prezzo regolare, xx.99 è il prezzo scontato o in offerta, xx.97 è l'ultima chiamata prima di liquidare il prodotto. di Francesco Mecca Non aggiungere amici di amici su Facebook, è qualcosa di così stupido. Smettila di usare le email che vi siete fatti quando era di moda Messenger alle medie. Cambiate la vostra mail, ma non qualcosa tipo [email protected], ma sempilce come [email protected] Non Nei negozi quando ci sono i 2x1 non significa che stai risparmiando, se poi non hai un vero bisogno di ciò che compri. Teniamola d’occhio fatevi nessuno dei seguenti tatuaggi: tribali, lettere cinesi e nomi della ragazza/o. di Edoardo Altamura Diamo il benvenuto ad un altro corpo celeste È stata battezzata C/2012 S1; ma diventerà popolare tanto da aggiudicarsi un nome proprio… La nuova arrivata è una cometa, un puntino luminoso che si muoveva rispetto alle stelle, nelle immagini degli scopritori russi, che effettuavano riprese il 24 settembre all’ International Scientific Optical Network. Attualmente la cometa è molto debole (mag. 18.8) e si trova oltre l’orbita di Giove, ma questa lontananza non ha impedito di stimare la sua orbita. Infatti, come dicevo prima, la C/2012 S1 si muove rispetto alle stelle, perciò, sovrapponendo scatti effettuati a distanza di tempo, la posizione varierà ed è questo che ha permesso agli astronomi di affermare che quasi certamente avremo l’occasione di un incontro ravvicinato con questo oggetto che sfreccerà verso il Sole, passando a meno della metà che ci separa da esso, nel novembre 2013. La cometa rimarrà inoffensiva, ma ci offrirà spettacolari scorci anche di giorno! Sappiamo già come que- sto nuovo corpo celeste si è formato: cristalli di ghiaccio e polveri si sono aggregati nella nube di Oort, una regione che circonda il Sistema Solare, oltre l’orbita di Nettuno. I ricercatori hanno calcolato la minima distanza dalla superficie solare che la C/2012 S1 raggiungerà (1.8 milioni di km), ma arriverà fino a questo punto? Se sì, la cometa, rilascerà per sublimazione il materiale ghiacciato, che, riflettendo la luce solare, risulterà perfettamente visibile anche di giorno per un paio di mesi. In questo caso potrebbe anche mostrare la “doppia coda”, che solitamente è conseguente al transito al perielio (punto di massima vicinanza al Sole). Dall’altro lato bisogna considerare che la cometa è di recente formazione, quindi potrebbe esaurire il suo carburante prima di arrivare al perielio, frantumandosi in pezzi più piccoli. In ogni caso la C/2012 S1 si rivelerà una delle comete più affascinanti e suggestive, al pari della cometa di Halley. Jason Padgett diventa un genio 485 bambini partecipano alla dopo aver preso un colpo in te- marcia della pace vestiti da Masta hatma Gandhi Tenta di vendere droga nel bagno della polizia: arrestato Crysis II, FPS rivoluzionario Un gioco che non ha bisogno di presentazioni! Gli appassionati del gaming sicuramente lo conosceranno, per questo qui non parleremo della struttura e i contenuti del gioco, ma ci concentreremo sugli aspetti rivoluzionari che hanno segnato il successo di questo FPS. Essendo la trama poco foriera di soddisfazioni, il perno su cui poggia l’intera esperienza di Crysis 2 (oltre che il gameplay) è lo sbalorditivo motore grafico. Il Cryengine 3 è rivoluzionario sotto vari aspetti: innanzitutto permette di raggiugere una grafica davvero particolareggiata, con texture ad altissima definizione (e si parla del pacchetto di texture per PC, di livello assolutamente maggiore che per console) divenendo il nuovo metro di paragone per giochi FPS e raggiungendo un traguardo per ora mai superato. Ma l’aspetto più innovativo e assoluta- di Francesco Mecca mente rivoluzionario è il fatto che il Cryengine 3 è stato rilasciato al pubblico (in freeware) e quindi vi è la possibilità di sviluppare il proprio gioco sfruttando il motore originale di uno dei giochi più apprezzati. Questa è stata una mossa veramente inaspettata da parte del team di produzione di Crysis, che si è rivelata estremamente azzeccata e ha permesso la diffusione di moltissime Mod, da giocare anche in multiplayer. Per questo motivo Crysis 2 è rivoluzionario: infatti la scelta del rilascio dell’engine fisico e la diffusione delle Mod influenzerà non solo i futuri Fps ma tutti i videogame in generale, che saranno costretti a confrontarsi con il livello grafico e di personalizzazione raggiunto in questa versione di Crysis. Ci aspetta un futuro di FPS sempre più personalizzabili e dettagliati, con texture avanzatissime e grafiche da piangere. Once, il film di Federica Spalletti “… we still got time” Il film: Lui, un musicista di strada, un’anima semplice , sensibile, viva. Suona e suona spinto dalla passione ed alternandosi con il padre nel gestire un negozio di riparazione di aspirapoleveri. E poi lei, la venditrice di rose che, per la strada, si ferma e lo ascolta. “L’hai scritta tu questa canzone?”. L’intesa dei sorrisi e l’armonia nel suonare insieme stringe due persone (all at once) e riesce a cullarle, farle avvicinare , ritrovando la via della loro vita, verso ciò che, impolverato nel cuore, sa così riacquistare valore. Potente come una melodia e semplice nella sua immediatezza, una storia che, attraverso gli occhi, accarezza le orecchie e sussurra al cuore. Back – stage: Diretto da John Carney, Once è un film completamente “spontaneo”. I due interpreti Glen Hansard,(chitarrista del gruppo The Frames) e Markéta Irglová sono, innanzitutto, grandi musicisti. Prima del film non avevano mai recitato. Questa la potenza di Once, non tanto una “bella storia raccontata”, ma sentimenti, attimi , sensazioni pure espresse attraverso la musica. Le riprese sono quasi improvvisate, non c’è copione, ma un “canovaccio”. Tutto nasce da ciò che il momento, la musica (che canzoni!) suggeriscono. Il regista Casrney, ha saputo creare, in collaborazione e sulla base dei suggerimenti degli stessi inter- preti, il suo film, passo dopo passo. Budget bassissimo, riprese delle scene effettuate in 17 giorni per le strade di Dublino. Non c’è da stupirsi che tutto ciò che il film emani sia pura naturalezza e verità, tanto da apparire, quasi, un documentario di vita vera. Lo stesso Glen Hansard accettò, solo a poco tempo dall’inizio delle riprese, di interpretare il protagonista. All’inizio era solo il compositore della colonna sonora*. “ Le persone ci chiedono come è andata a finire la storia, dove siamo finiti, come se noi fossimo realmente le persone che hanno visto nello schermo”- afferma Marketa. “ Questo film è l’amicizia di Marketa e Glen messa sotto vetro”- dicono altri collaboratori. Un piccolo capolavoro, apprezzato da Spielberg e , se può contare, dalla sottoscritta che con tutto il cuore ve lo consiglia. Grande musica in potenti, semplici spaccati di realtà. Premio Oscar 2008: miglior canzone *Falling Slowly ( da non perdere!) Independent Spirit Awards 2008 per il miglior film straniero Vincitore del Grand Prix al Festival di Mons 2008 National Board of Review Awards nel 2007 Le scelte infelici L’influenza delle notazioni Tutti sappiamo che un elettrone ha carica negativa, e un protone positiva. Questa scelta non ha connessioni fisiche o matematiche, ma è puramente convenzionale. Però questa convenzione porta a dover svolgere delle operazioni in modo più contorto di quanto possano essere. Ad esempio, in chimica, quando un atomo si ionizza perde elettroni, pertanto assume una carica positiva; riducendo il numero di elettroni aumenta la carica. Sembra un dettaglio banale, ma è effettivamente una notevole fonte d’errore: provate ad immaginare la convenzione al contrario, cioè un elettrone con carica positiva e un protone con carica negativa. La cosa si fa più semplice, quando aumenta il numero di elettroni aumenta la carica, quando diminuisce il numero di elettroni diminuisce la carica. E in effetti la scelta è anche più intuitiva, gli elettroni si muovono tra gli atomi, mentre i protoni restano lì nel nucleo. Allora viene spontaneo chiedersi, come mai abbiamo adottato la convenzione più complicata? La risposta è nella storia della fisica: uno dei pionieri degli esperimenti dell’elettricità è stato Benjamin Franklin, che compì degli esperimenti caricando delle bacchette di ambra e di vetro. Franklin osservò che quando caricava le due bacchette e le avvicinava, queste tendevano a respingersi; ne dedusse che le due si caricavano in modo opposto e per comodità matematica assegnò ad ognuna delle due un segno opposto. Si trovò così a dover scegliere se assegnare la carica positiva all’ambra o al vetro: scelse l’ambra come negativa e il vetro come positivo. Aveva un 50% di probabilità di prenderci, ma la sua scelta fu particolarmente infelice: l’ambra (definita negativa) acquisisce elettroni, mentre il vetro (definito positivo) li cede. E ora siamo costretti ad adeguarci. Un problema simile avviene con le scale termometriche: studiandole in Fisica, molti di voi si saranno chiesti perché ne esistono di Alessandro Mariani così tante. Anche qui, la risposta è nella storia della fisica; quando iniziarono i primi studi sul calore, nessuno ci capiva davvero qualcosa e praticamente ogni studioso aveva la sua personale scala termometrica; conosciamo bene i cari Celsius e Fahrenheit, ma sono invece molto meno note le scale di Rømer, Réaumur, Newton, Rankine, Leyden e Delisle. Ognuno fissava a suo piacimento i due punti necessari per la definizione e costruiva la sua scala. Potete farne una anche voi, se volete. Nell’800 però gli studi sul calore avanzarono notevolmente e si scoprì che esiste uno “zero assoluto”, cioè una temperatura sotto la quale non si può andare. Per semplicità, si decise di costruire una nuova scala in cui lo zero coincidesse con lo zero assoluto: nacque così la scala kelvin, che è tuttora usata nelle applicazioni scientifiche. Forse coloro che hanno studiato la termodinamica hanno notato che ogni volta che in un equazione compare la temperatura in kelvin, compare moltiplicata per la costante di Boltzmann k (o per la Costante universale dei gas perfetti R, che però non è altro che il numero di Avogadro moltiplicato per la costante di Boltzmann). Ebbene, perché non far sparire quella misteriosa costante, potenziale fonte di errore, e definire una nuova scala termometrica in cui la temperatura è pari alla costante di Boltzmann moltiplicata per la temperatura in Kelvin? In effetti possiamo farlo, anche se diventerebbe un tantino complesso esprimere la temperatura: se mi chiedessero quanti gradi fanno non vorrei dover rispondere “10-20”. E le conseguenze di una scelta di notazione si fanno ancora più evidenti in matematica. A questo proposito rivolgo una domanda agli studenti del quinto, che quest’anno studiano analisi: come mai i matematici che hanno scoperto teoremi sulle derivate sono quasi tutti francesi? Ancora James Bond! 2:30 ore di pura adrenalina Chi non ha mai sognato di possedere i suoi gadget, il suo charme o semplicemente la sua fortuna con le donne? Sapete tutti di chi sto parlando! James Bond esce in pellicola per la prima volta nel 1954 con Casino Royal, dove ad interpretare l’agente segreto c’era Barry Nelson (San Francisco, 16/04/ 1917 – Contea di Bucks, 7/04/2007). Il successo della saga viene però assegnato all’attore Sean Connery (Edimburgo, 25/08/1930) che vestirà i panni dell’agente a partire dal 1962 fino al 1969. Ci sono stati diversi successori all’attore scozzese, ma di certo, costui rimane il più amato nel tempo. La saga pluridecennale imperversa nei cinema del mondo ormai da anni fino ad arrivare al nuovo film uscito nelle sale italiane il 31 ottobre di quest’anno: Skyfall. Lo 007 di turno, interpretato da Daniel Craige, dovrà affrontare numerosi problemi dovuti all’allonta-namento volon- di Anna Cingoli tario dal M16. Ad Istambul, con l’incarico di recuperare un drive contenente informazioni TOP SECRET, l’agente doppio zero, colpito dalla collega Eve, cade da un dirupo e fa perdere le sue tracce. Intanto a Londra, la direttrice del SIS (Secret Intelligence Service) è sotto processo per la missione incompiuta, mentre l’M16 subisce un attacco terroristico mandando in subbuglio tutto il Regno Unito. Inseguimenti, scontri a fuoco e nuovi nemici per Bond che, pur di salvare l’amata Inghilterra, tornerà in gioco alla veneranda età di 52 anni. Elemento degno di nota è certamente la colonna sonora cantata da Adele che fa da sottofondo per tutta la durata del film. 2: 30 ore di pura adrenalina che continua a circolare anche dopo la fine del film. Per gli amanti del genere è assolutamente impedibile! SIC EST as you like it - Giornale del Liceo Scientifico “Galileo Galilei” Macerata (MC), anno VII, n° 3, Dicembre 2012 Alessandro Mariani caporedattore (sede centrale) Federica Spalletti vice caporedattrice (succursale) Alessia Venturini - redattrice Ana Lalaj - redattrice Anna Cingoli - redattrice/fumettista Andrea Sandri- redattrice/fumettista Arianna Cardinali - redattrice Cristina Angeloro - redattrice Dora Innocente - redattrice/fumettista Edoardo Altamura - redattore Francesco Mecca - redattore/resp.sito Giacomo Seri - redattore Marco Matteucci - redattore Marco Ramazzotti - redattore Matteo Ciucci - redattore Martina D’Ottavio - redattrice Martina Ortolani - redattrice Matteo Guardati - redattore Michele Lambertucci - redattore Riccardo Mazzieri - redattore Teresa Morelli - redattrice Vanessa Fabiani - impaginazione Il LOGO è stato realizzato da Roberto Bartolacci. La COPERTINA di questo numero è di Anna Cingoli. Responsabile del progetto "Giornale Scuola SIC-EST": prof. Stefano Della Ceca [email protected] sicestmacerata.altervista.org