L`educatore della Svizzera italiana : giornale - E

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Objekttyp:
Singlepage
Zeitschrift:
L'educatore della Svizzera italiana : giornale pubblicato per cura
della Società degli amici dell'educazione del popolo
Band (Jahr): 89 (1947)
Heft 11
PDF erstellt am:
10.06.2017
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Ora che sono giunto qui, dove si va?
Non sappiamo. Non sappiamo donde,
non sappiamo dove. Stiamo qui esitanti
alle porte dell'eternità. Il fato ci per¬
mette solamente un momento di respiro
nella marcia inesorabile verso l'ignoto.
« Beviam, beviamo » esclama Omar
Kajjam, il poeta persiano che pensava
e scriveva duemila anni fa sotto la luce
bianca della luna che risplendeva sul
deserto ed adornava le sommità mer¬
lale dei minareti. « Beviam, beviamo
perchè non sappiamo donde e non sap¬
« C'était dans la nuit brune,
piamo dove.
sur le clocher jauni,
Mentre io mi cruccio l'anima in mar¬
La lune,
tirio, pensando al destino delFumanìià
comme un point sur un i ».
da diecimila anni in qua e per altri die¬
del
cimila nel futuro, il paesello natio dor¬
Quando pensavo alle montagne
mio paese, nella verdezza abbagliante me accovacciato ai piedi del suo cam¬
della giungla americana; quando mi panile che lo guarda come un cane da
smarrii nella foresta vergine di Okala; guardia guarda il suo padrone, per pro¬
quando nelle mie peregrinazioni nella
teggerlo ed esserne protetto.
vastità lussureggiante della Florida, mi
Queste anime in pena si aggrappano
riposavo alla fonte della gioventù sco¬ ostinatamente ad un pensiero. Non vo¬
perta da Ponce de Leon, quel famoso gliono morire. Vogliono vivere eterna¬
avventuriero di Spagna; quando mi ri¬ mente. Che la vita continui.
posavo sulle rive dei laghi dormenti, e
Adesso stiamo qui, titubanti: — dove
sotto le palme imbiancate dal sole tra
andiamo? Se mi volessi riposare all'om¬
una siesta e l'altra nella caccia al cer¬ bra dei mio campanile non potrei chiu¬
vo, il campanile del mio paese si deli¬
dere un occhio. Ci si sente il tanfo del
neava nel firmamento come una frec¬
cimitero.
cia indicatrice dell'orizzonte, come la
Il progresso nefasto ha impresso la
croce fiammante che apparve a Costan¬ sua ombra anche lì. Proprio in mezzo
tino Imperatore. Quella freccia delinea¬ al piazzale della Chiesa, ci hanno pian¬
ta così vividamente nel cielo mi diede
tato una lampada elettrica che la illu¬
forza e coraggio a proseguire il faticoso mina tutta con la sua luce sfacciata.
cammino. E così si formò nel mio ani¬
Sotto la sferza di questa luce con
mo un desiderio ardente ed una spe¬
irreale la chiesa mi pare un enorme sar¬
ranza, quella di rivedere il campanile
cofago ed il campanile che le si erge
del mio paese, quello vero, tangibile, al¬ d'accanto nella penombra
un vigile not¬
to circa 50 metri, eretto sulla roccia di turno che guarda gelosamente e sorve¬
quarzo. Quando mi sorprese la notte glia il sonno dei morti.
nella foresta cupa, quella freccia lumi¬
La pietà sacrosanta della candela di
nosa mi illuminò il sentiero e sostenne
cera è smarrita. Non resta che il crucio
le mie forze nella marcia affannosa nel lealismo di
questa luce creata dagli uo¬
sottobosco.
mini.
Quando attraverso l'oceano burrasco¬
Il campanile di cui parlo è uno qua¬
so cercai di approdare a nuove spiagge
lunque di quei bei campanili che ta¬
con la mia anima spezzata dai naufragi
gliano l'orizzonte come baionette sul
della vita, il campanile del mio paese verde delle colline e che cercano di di¬
mi apparve come un faro luminoso cui fendere con la loro rigidità bianca la
rivolgere la prua. Al di sopra di esso, speranza e la fede di queste anime sem¬
risplendeva la stella del mattino all'av- plici di contadini.
vicinari dell'Aurora.
Di questi campanili ce ne sono tanti
soglia della futilità della vita materiale
e salire in un mondo più vero, al di là.
Una sosta benigna tra le ansie della fa¬
tica giornaliera e le incertezze sul mer¬
cato dei bovini ed il traffico dei le¬
gnami...
Adesso che il campanile del mio pae¬
se è ritornato a riposare come prima sul
verde della collina, senza muoversi,
senza ingrandirsi più, nelle notti fresche
e serene d'estate, mi ricorda i versi in¬
comparabili di Alfredo De Musset:
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