15 settembre 2002

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UNIVERSITÀ DI OXFORD SIGILLO
anno ottavo
numero quindici
«D
narratario
laboratorio di testi: racconti analisi rapsodie epopee
giornale in foglio con editoria elettronica da tavolo direttore responsabile Fabio Trazza
www.ilnarratario.info - Premio Nazionale “Verba Volant” 1999 - assegnato con patrocinio Ministero Istruzione Università Ricerca - [email protected]
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UNIVERSITÀ DI CAMBRIDGE SIGILLO
il
domenica
15 settembre 2002
per ottenere un giudizio,
opo aver salvapotevano accedere con più
to l’Europa, che
comodità in un luogo unico.
sia l’uomo che
Nasceva così l’idea di avere
l’unirà?». Così Spinelli
una capitale nell’Inghilterra,
registrava sul suo Diario, il
nell’Abbazia di Westminster,
18 giugno 1948, l’annuncio
dopo 31 convocazioni del
di Churchill di un suo
parlamento tra il 1339 e il
interessamento a convocare
Proposta per schema di analisi: modello britannico
1371, e dopo che dal 1459
l’Assemblea europea.
nessun parlamento fu più
E aggiungeva: «Quando
convocato
fuori
da
penso alla tremenda viltà di
templi, a costruire fori e case private.[...]Fu così che la gara per ottenere
Westminster. Il parlamento inglese rimase sempre baluardo della difesa
quasi tutti gli uomini politici, i quali non osano dire cose non
riconoscimenti
pubblici
si
sostituì
alla
costrizione.[...]Fece
istruire
alle
1)
di un uomo dal monarca e questo grazie all’antico, e originalissimo,
conformiste, ammiro assai questo vecchio». Oggi tanti, dimentichi
arti i figli dei maggiorenti britanni.[...]Il risultato fu che quelli che
diritto comune. Una significativa prova sarà l’Habeas corpus act. Le
di ammirare quel vecchio e tutto il suo paese, Regno unito d’Inghilterra,
prima avevano odiato il latino, ora vollero parlarlo correntemente ed
Corti regie (commissioni speciali della Curia, itineranti nelle Contee)
Scozia e Irlanda del nord, nutrono verso le resistenze britanniche a
eloquentemente, ed anche l’abbigliamento romano acquistò popolarità
redigevano «i precedenti», l’alimento primo di cui si nutriva il Diritto
una comune politica continentale gli stessi confusi timori, che dovette
e
la
toga
divenne
d’uso
frequente.
Un
po’
alla
volta,
si
manifestò
una
Comune inglese. Non preesistevano soluzioni legali, ma venivano
avere chi, nell’estate del 55 a.C., per motivi politici, salpava, all’incirca
propensione agli allettamenti della mollezza, portici, terme, sontuosi
prodotte da norme ed assise regali, che assumevano la sostanza di
dopo mezzanotte, per la Britannia. Era Cesare. Attraversata la Manica,
banchetti. Nella loro inesperienza, i Britanni definivano civiltà ciò che
fonte originaria e la veste di valore sostanziale.Verrà il tempo in cui il
sarebbe giunto con le sue navi davanti alle coste della Britannia, a
in effetti era parte integrante del loro servaggio». Servaggio e civiltà.
potere regale di emanare norme ed assise sarà vincolato a facoltà e
picco sul mare, verso le nove del mattino: «dal mare vide la scogliera
I
Britanni
avrebbero
avuto
molto
da
dire.
Soprattutto
avrebbero
avuto
2)
ambiti definiti, o apertamente combattuto, come fecero i baroni della
e le truppe nemiche, in armi, schierate su tutte le alture circostanti».
molto
da
fare
quando
agli
inizi
del
1700
dovettero
impegnarsi
per
Magna Charta nel 1215 e uno dei primi parlamenti nel 1327 quando
Il confronto tra l’oggi e un tempo così antico non paia ai miei
abbattere la vergognosa pagina della schiavitù di altri popoli nel mondo.
costrinse il re all’abdicazione, violando per la prima volta la sacralità
venticinque lettori iperbolico. La Britannia entra nella storia europea
Ma allora il loro slogan non sarebbe stato desunto da Tacito. Avrebbero
della monarchia, o come quando il Good Parliament nel 1376 inventò
con le due spedizioni militari di Cesare (55 e 54 a.C.) e il suo legame
inciso
sul
medaglione
della
Società
inglese
per
l’abolizione
degli
schiavi
la procedura dell’impeachment. Intanto però la società veniva liberata
con l’Europa non fu mai frutto di violenza, nonostante il suo presunto
l’uomo
e
il
fratello.
Fratellanza,
un’idea
derivata
dal
cristianesimo,
dalle pratiche giuridiche barbariche dei pagani (ordalia), degli
isolamento, e la Manica. Al contrario le sue aperture sono state sul
che, con i romani, si era diffusa e radicata nell’arena del mondo.
anglosassoni (compurgazione), dei normanni (duello). Fu il Concilio
continente sottovalutate o apertamente combattute. È la sorte toccata
!!E nell’arena erano scesi i monaci. «Date pace ai nostri amici,
Laterano nel 1215 a dare il colpo di grazia a un processo fondato sulla
anche ai contributi per l’unità europea, dibattuti tra la visione
Signore,
perché
non
c’è
nessun
altro
che
combatte
per
noi
all’infuori
3)
4)
capacità di resistere a un ferro rovente, vietando agli ecclesiastici di
confederale e la posizione federalista. Un primo ministro inglese
di te» fu la comune espressione di welsh depredati da sassoni (V-VI
presiedere quelle giurie, degne di un’arena già sporca di sangue.
disse nel suo discorso a Strasburgo il 5 luglio 1948: «Europe must
sec d.C.) e di sassoni depredati da danesi (dopo il IX sec. d.C.) e così
federate or perish».5) Quando George Brown, ministro degli esteri,
!!"L’arena vive di regole, ma si nutre di ambizione. L’ambizione
via, sino ai viking e ai normanni. Tutti sempre aiutati dai monaci a
di qualche sovrano inglese spinse gli inglesi in Scozia, Galles e Irlanda
sostenne la necessità dell’ingresso della Gran Bretagna nella Comunità,
sopravvivere,
anche
con
le
armi,
nei
luoghi
più
inospitali
dove
erano
6)
per anglicizzarli, senza successo, nonostante persecuzioni e
trovò l’opposizione del capo francese de Gaulle, che bloccò la
stati
(e
si
erano)
confinati,
Galles
e
Cornovaglia
per
prime.
La
rovina
discriminazioni (Statuto di Kilkenny, 1366, per l’Irlanda). L’ambizione
decisione di Harold Wilson nel 1967 di aderire alla Comunità europea.7)
della Britannia di Gildas (tra il 540 e il 550), la Storia ecclesiastica
di qualche dinastia insanguinò l’arena con una guerra delicata nel
La stessa creazione della moneta comune europea fu sostenuta in
del popolo inglese di Beda (terminata nel 731) e la Cronaca
nome, fredda e crudele nella condotta, la guerra delle due rose: «Fu
Inghilterra a partire dall’ottobre 1977.8) Eppure l’ • oggi circola per
anglosassone
(scritta
per
annali)
ci
narrano
le
tragedie
di
una
un’operazione chirurgica effettuata dalla nobiltà sul suo stesso
l’Europa, ma non per l’Inghilterra. Questa menomazione (grave per
popolazione, che nelle isole, varcato il 1000, si era persino dimezzata,
corpo» (Trevelyan). Nelle isole non mancavano però sensibilità, spirito
una moneta che ambiziosamente si autoproclama “comune europea”)
rispetto all’epoca romana, nonostante tanti nuovi arrivi. Un crollo
critico e devozione, ingredienti di vera riforma. I saggi di Oxford erano
non dipende dalle «alte scogliere» oltre Manica, da cui «le truppe
consumato nella più cruenta fluidità di una vera arena. Gli archeologi
prudenti, ma gli studenti di Cambridge, nelle loro riunioni alla taverna
nemiche, in armi, schierate su tutte le alture circostanti» ci osservano.
scavano
ancora
e
ci
ridanno
stratificazioni
che
dai
recinti
monastici
del Cavallo Bianco, discutevano le proposizioni di Lutero. Da essi
In attesa di curare le nostre menomazioni, cerchiamo, almeno, di
celtico-romani, ai mausolei tardoromani, ai cimiteri incentrati sulla
sarebbe dovuta derivare l’Inghilterra moderna: Tyndale e Coverdale
far circolare le nostre idee. Così il narratario prosegue la sua analisi su
tomba di un martire, alle cattedrali anglosassoni, portano alle chiese
tradussero la Bibbia, Cranmer scrisse il Libro delle preghiere, Latimer
fondamenti, modelli e radici del federalismo, consapevole che questo
delle attuali contee. La missione in Kent del monaco romano Agostino,
dibatteva il rapporto società-potere politico. Il re, Enrico VIII, li
rimarrà sempre e solo una spinta pragmatica,9) capace però, di
quella
in
Irlanda,
Scozia
e
Northumbria
di
san
Patrizio,
furono
ascoltava e quando morì stringeva la mano di Cranmer, mormorando
rimodellare le istituzioni e promuovere anche quelle doverose riletture
l’impresa
di
papa
Gregorio
Magno
per
insegnare
a
re
e
thegns
(militari
le sue stesse preghiere. Ma, aldilà degli aspetti umani e della tenerezza
e “revisioni” senza le quali la valutazione del processo storico cessa
aristocratici sempre al fianco del loro re) a raccontare faide e lealtà,
che ogni morte ispira e della profondità dei dibattiti sulla riforma,
di essere un passo continuo di avvicinamento alla verità storica, per
aiutarli a costruire i loro canti epici in letteratura, invitarli a riconoscere
nulla può far dimenticare che l’ “iconoclastia” voluta dal consiglio
rimanere imbalsamata in qualche “lettura”, cosiddetta “definitiva” solo
i
luoghi
sacri.
Videro
così
crescere
Canterbury,
centro
nei
secoli
della
della Corona e ordinata all’arcivescovo Cranner aveva di mira la
perché consolatoria o, peggio, perché scissa dalla visione d’insieme
religiosità
inglese.
Dall’arena,
poi,
i
monaci
ripartivano
per
portare
il
spoliazione di tutte le chiese locali, non per rendere più povera la
della storia umana. Utile, quindi, e attuale, muovere dall’antico.
cristianesimo nelle loro terre d’origine, nella corte di Carlo Magno,
Chiesa, ma per rendere più ricca la corona. Un parlamentare cattolico,
Anche se discutere le “letture” talvolta lacera, come ci ricorda lo
nella Frisia franca, a Utrecht, a Maine. Sempre in nome del popolo, di
cancelliere del regno, si oppose all’idea di fondare l’Ecclesia
storico Luciano Canfora a conclusione della sua discussione sullo
cui
la
chiesa
aveva
un’idea
(come
ricorda
il
titolo
del
libro
del
venerabile
Anglicana su un atto del parlamento e di derivarne legittimazione dal
sbarco di Cesare in Britannia: «La storiografia divide e la costante
Beda)
i
re
no.
Così
re
e
thegns
furono
indotti
a
rispettare
le
capo del potere legislativo, il re. Fu mandato al patibolo a Londra nel
revisione è sua arma».10) A meno che la storiografia, camufatta da
“costumanze” locali, ottenendo in cambio l’accettazione di una loro
1535. Era Tommaso Moro, il più grande interprete inglese dell’umaspecialismo, non incorpori quella debolezza del pensiero così cara a
“legge laica imposta a ogni popolo nel miglior modo possibile”.
nesimo europeo. Ucciso Moro, si sperava lo si dimenticasse e con 20
tanto novecento e così incapace di farci credere che anche le visioni
Nacque
così
il
Witan,
un
consiglio
di
vari
re,
thengs,
vescovi
e
!!
sterline al mese di ammenda per chi si rifiutava di frequentare la Chiesa
d’insieme possono raggiungere un significativo grado di certezza.
rappresentanti
influenti
di
tante
comunità
locali.
Riorganizzato
il
Anglicana si offriva agli inglesi di dimenticare il cattolicesimo.
ntreremo quindi nell’arena del mondo (secondo
sistema di shires (contee) (rimasto in vigore sino al 1974), nessun re
l’espressione di Morgan: «Da molti punti di vista, la Gran
!!"Ora l’arena poteva diventare la terra delle fate. Addolcita dalla
ricevette mai un potere assoluto, gli fu anzi richiesto un servizio
poesia cavalleresca francese nella traduzione del Roman de la rose di
Bretagna è stata ed è l’arena dell’umanità») consapevoli
assoluto,
una
consacrazione,
come
testimonia
l’omelia
di
Ælfric
di
di non assistere né all’armonioso incedere delle situazioni reali verso
segue in seconda
Eynsham, pronunciata per l’elezione di un re: «Nessuno può farsi re,
le loro soluzioni legali (tipico della concezione liberale), né a un
"!
! Note #
ma
il
popolo
è
dotato
della
libera
volontà
di
scegliersi
come
re
colui
drammatico divenire verso l’autocoscienza di una nazione o verso la
1) Altiero Spinelli, Diario europeo 1948/1969, Società editrice il Mulino, 1989
che più gli piace. Ma, una volta consacrato, il re ha potere sul popolo,
Bologna, pag. 6.
liberazione di una classe o verso un nulla privo di senso (tipico delle
al
quale
non
è
lecito
scuotersene
di
dosso
il
giogo».
E
i
re,
con
la
loro
Winston Churchill, nei suoi discorsi (oltre alla presa di posizione citata nel
versioni logico-dialettiche, materialistiche o nichiliste), ma spinti a
ristretta
corte
e
senza
esercito,
vagavano,
conoscendo
e
rispettando
le
testo) a favore dell’unità europea, a Ginevra nel 1946 e all’Aja nel 1948,
capire l’imprevedibilità della lotta tra competizione civile e scontro
“costumanze”. Dinanzi al pericolo raccoglievano dalle shires cavalieri,
esprimeva convincimenti maturati decenni prima ed ennunciati in un articolo
tribale, che, a livello istituzionale, si riflette nella continua tensione
arcieri, soldati. Gli scontri si susseguivano in un alternarsi e stratificarsi
del 15 febbraio 1930, The United States of Europe.
tra spinte federative e strappi centralistici.
2) Caio Giulo Cesare, De bello gallico, Libro IV, 23.
di popoli e guerrieri. La stessa Londra fu assediata e saccheggiata.
3) Harold Macmillan, politico britannico, conservatore, primo ministro dal
Londra, balena in mezzo ai pesci (come la definisce Trevelyan al
!! La Britannia, meta delle più antiche tribù iberiche, celtiche,
1957 al 1963, fu sostenitore di una visione confederale dell’Europa.
irlandesi, belghe, venete, in successione a ondate, dal lontano Levante
confronto dei borghi inglesi), pur ferita dai normanni, indicò la rotta:
4) Ronald William MacKay, deputato ed esponente del Labour Party, fu rimosso
europeo all’Occidente, viveva nella lotta interna ed esterna tra clan
mai unificare i modelli di vita e le istituzioni rappresentative. E contro
dal proprio partito dalla carica di membro dell’Assemblea consultiva del
senza re, ma ricchi di capi, quando giunsero le legioni romane. L’azione
l’accentramento normanno, rimasero quattro contee, Northumbria,
Consiglio d’Europa per la sua posizione rigidamente federalista e per il suo
politica di federare i vari popoli in Gallia e in Britannia fu la genialità
Anglia orientale, Mercia, Wessex. Rappresentanti regali (reevs), scelti
progetto di riforma dello statuto del Consiglio in senso federale. Nel suo
di Cesare più della stessa condotta militare. Si avviò la mobilità più
sul territorio, giravano nella comunità, per difenderla da grossi o piccoli
testo, Federal Europe, del 1940, è presente anche un progetto di Costituzione
spinta: scrittura e lettura, vie, edifici, regole nei commerci, leggi per la
tiranni davanti al tribunale dello shire. Erano chiamati shire-reevs,
degli Stati Uniti d’Europa.
5) Clement Attle, laburista inglese, successore di Churchill, fu primo ministro
pubblica amministrazione, diritti di cittadinanza e città. Accettata la
sceriffi, strumento della difesa amministrativa e legale degli abitanti.
dal luglio 1945 all’ottobre 1951.
supremazia delle leggi romane, modellate per essere indipendenti da
!!Le teorie giuridiche provenivano dalle università italiane e venivano
6) La necessità dell’ingresso della Gran Bretagna nella Comunità non veniva
ogni particolare gruppo, quindi universali, il governo spettava ai capi
plasmate in un originale senso giuridico nuovo, stratificatosi nella
espressa a livello personale, come testimoniano le numerose prese di
locali, saliti a rango di re per scelta del loro gruppo etnico. E quando
Common Law. Nella stessa persona di un re di quell’arena, Enrico II
posizione a favore dell’unità europea espresse in varie occasioni da Richard
arriveranno i barbari, i capi militari, se saranno riusciti a contenere le
(1154-1189), che, pur venendo dal cuore della Francia, l’Angiò,
Stafford Cripps, scienzato, economista e politico laburista, con incarichi
bande dei vari Pitti, Attacotti, Sassoni, Scoti, vedranno in quella loro
governava l’Inghilterra, si fondeva il più innovativo diritto e il più
diplomatici e ministeriali sia nel Gabinetto di guerra di Churchill, sia in
momentanea fortuna l’occasione per rivendicare maggior peso negli
blasfemo dei delitti. Il suo lungo peregrinare per oltre trent’anni, per
quello di Attle, dal 1945 al 1951.
equilibri dell’impero. Con le loro contese e rivendicazioni, renderannoo
assistere e far evolvere le amministrazioni lo trasformò in padre di un
Per non dire di Hubert M. Gladwin, diplomatico e politico liberale inglese,
rappresentante permanente dell’Inghilterra alle Nazioni Unite fra il 1950 e
instabile la struttura istituzionale fondata su una diocesi britannica,
“Comune Diritto”. Il suo lungo accanimento per far accettare ai
il 1954, ambasciatore in Francia fra il 1954 e il 1960, vicepresidente del
guidata da un vicarius a Londra, che presiedeva i governatori delle
vescovi diritti regali sulla Chiesa locale, quale sintesi del lungo
Movimento Europeo.
quattro province (Maxima Caesariensis, Flavia Caesariensis, Britannia
patrocinio di re e nobili, oltrechè della piccola nobiltà rurale (gentry),
Contro l’opposizione di de Gaulle si veda John Pinder, Europe against de
prima, Britannia secunda) tutte sullo stesso piano giuridico e con propri
e dei comuni cittadini, lo spinse a desiderare di far tacere l’arcivescovo
Gaulle, 1963, autore anche, insieme a Roy Pryce, di L’Europa oltre il
centri amministrativi tutti fondati dai romani (ripettivamente Londra,
di Canterbury, Thomas Becket: «Ci sarà ben qualcuno che mi libererà
mercato comune, 1970.
Lincoln, Grencester, York). Quando poi le grandi vie di comunicazione
di questo fastidioso prete». Quattro suoi cavalieri il 29 dicembre 1170
7) Harold Wilson, ancora primo ministro dal 1974 al 1976, al vertice di Roma
interne all’impero divennero insicure, i grandi proprietari terrieri
corsero nella Cattedrale e lì assassinarono Becket. Nessun papa visitò
del 1975 accettò la decisione dell’elezione europea a suffragio universale.
presero atto di essere senza impero romano, anche se continuarono a
e visiterà l’Inghilterra fino al 1982. Chi si dedicava alla compilazione
8) Roy Jenkins, laburista inglese, sostenne ufficialmente la creazione della
moneta comune europea. Rappresentò l’ala federalista del suo partito nella
vivere su quel modello, e ricambiarono con la propria protezione il
del diritto comune assumeva metodo e scienza giuridici dal «diritto
Commissione esecutiva di Bruxelles, di cui divenne presidente.
clero cristiano che operava per una forte coesione sociale,
civile» degli antichi imperatori romani e dal «diritto canonico» dei
9) il narratario: “schemi di analisi per il modello elvetico”, 15 settembre 2000;
rappresentando una sorta di sopravvivente legittimità, avendola
padri della Chiesa, integrato dalla legislazione papale. A centinaia e
per il “modello tedesco”, 15 settembre 2001.
ricevuta direttamente dall’ultimo impero. Per non tacere l’accusa a
per cento anni, dal 1150 al 1250, giuristi, religiosi, studenti, partivano
10) Luciano Canfora, Giulio Cesare. Il dittatore democratico, Gius. Laterza
Cesare (e per lui a tutta Roma) di aver usato la violenza, di aver portato
per studiare i due diritti a Bologna o a Parigi. Al loro ritorno altri
& Figli, 1999, Roma-Bari, p.120.
guerra, quando non stragi o (si direbbe oggi) genocidio, si potrebbe
inglesi li seguivano e altri si lamentavano per questi “inglesi
Nell’impossibilità
(per lo spazio di cui dispone il narratario) di fornire una
obiettare che ancora oggi non vi sia chi sappia formulare prima, e far
italianizzati”. Furono loro ad arricchire Oxford, sede di una neonata
bibliografia esauriente sulla storia dell’Inghilterra, si indicano qui, le letture
rispettare poi, un diritto universale per l’insieme dei popoli e degli
università, di fiorenti scuole dei due diritti. E furono loro, nella
essenziali, oggi disponibili in libreria, dalle quali ricavare ampi elenchi
stati della terra. Si può, cioè, discutere sulla costrizione o sulla libertà,
compilazione della Common Law, a svuotare il contenuto positivo di
bibliografici, cronologicamente e tematicamente ordinati):
ma temo si direbbe poco di nuovo oltre a quanto già sapevano gli
tante norme del codice romano (a parte quelle generali), e a costruire
Matthew Fforde, Storia della Gran Bretagna 1832-1992, Editori Laterza 1994,
stessi romani. Avevano dibattuto il dilemma e Tacito lo aveva reso
un diritto comune che risultasse dalla raccolta di «precedenti» questioni
pp.433. Per nota bibliografica: pp.409-410.
esplicito, a un secolo e mezzo dall’invasione di Cesare, dopo che la
e sentenze, dibattute ed emesse dalle diverse e singole giurie. Per la
Kenneth O. Morgan, a cura di, Storia dell’Inghilterra. Da Cesare ai giorni
presenza romana in Britannia era stata consolidata da Agricola,
cura di queste raccolte fu istituita un’assemblea di magistrati, la
nostri, Tascabili Bompiani 2001, pp.565. Per bibliografia: pp. 539-552.
«incoraggiando una popolazione bellicosa, a vivere in modo pacifico,
Common Pleas, che doveva risiedere a Westminster. I comuni sudditi,
Martin D.Pugh, Storia della Gran Bretagna 1789-1990, Carocci 2002, pp.270.
offrendole i piaceri che derivano da tale stile di vita.[...]aiutò a erigere
invece di inseguire gli spostamenti della Curia regia per tutto il regno
Per nota bibliografica: pp.267-270.
E
Europa Italia: modelli possibili
FEDERALISMO REGIONALISMO
il
narratario
pagina 2
laboratorio di testi: racconti analisi rapsodie epopee
continua dalla prima
Chaucer (prima del realismo dei Canterbury Tales) poteva gustare
l’allegoria di Spenser, La regina delle fate. Il mondo peggiorava (the
world growes daily wourse and wourse) ma restava comprensibile,
con l’arte, che ci “porge lo specchio della natura”, e ci mostra “la
vera età e il corpo del tempo, la sua forma e il suo peso”. Finchè
nell’arena furono piantate le quinte. L’arena divenne teatro. Era nato
Shakespeare. Nello specchio del Globe Theater a Londra si stagliava
l’uomo, l’Amleto: il suo sentirsi onnipotente e il suo essere polvere.
!!Daily wourse and wourse: Elisabetta, al trono nel 1558, con il
suo primo prelievo, da regina delle fate, incassò 140.000 sterline.
Con l’ultimo, da Gloriana, solo 70.000 e si spegneva il 24 marzo
1603. Quando il gettito si ridusse ancora si attribuì la responsabilità
alla nuova dinastia in carica, gli Stuart. Fu decisa un’altra operazione
chirurgica all’aperto, in piena arena: la guerra civile, cominciata con
le accuse ai sovrani, i processi, le condanne. Tutto prevedibile per una
tecnica parlamentare consolidata. Ciò che non era previsto era l’esito
dell’operazione, la dittatura. Fu sufficiente un decennio per convincere
gli inglesi a restaurare, come minore dei mali, la loro monarchia, e ad
accettarne un’altra, anche illegittima, purché scelta e votata dal
parlamento. Si è sempre visto in quegli eventi la gloriosa rivoluzione.
Oggi la storiografia più avvertita tende a distinguere il mito dalla storia.
Restano ancora da studiare con cura disincantata alcuni processi reali
seguiti da quella gloria e sfuggiti alle (e dalle) conclamate sovranità e
sacralità del parlamento. E che qui si indicano a titolo di esempio:
1! Il ruolo della Banca d’Inghilterra e di enti finanziari, anche
!1
alternativi a se stessa (1711-20, Compagnia dei mari del sud) e le
catastrofi dei fallimenti. I parlamenti tuonano ancora sovrane sanzioni.
2! L’utilizzo del Bilancio garantì la convocazione annuale dal
!2
1689 del parlamento, ma ne trasformò la natura, piegandola alla
semplice (seppur nobile) arte della gestione del bilancio.
3!"La nascita dei partiti politici. Nell’ottobre del 1678 vicino a
!3
Hampstead fu architettata l’accusa di una congiura del papa e dei
gesuiti per assassinare il re (protestante), far salire al trono il fratello
(cattolico) del re e iniziare così il massacro generale dei protestanti.
Una ventina di imputati, innocenti, furono spediti a morte. Gli
oppositori della corte chiamarono gli avversari «tagliagole», in
irlandese «tory». I fautori della corte risposero dando ai loro avversari
il titolo di «ladri banditi», e dicendoglielo in scozzese, «whig». I due
insulti feroci, tory e whig, presto divenuti destra e sinistra, (dalla
posizione che rispettivamente avrebbero occupato nelle camere
parlamentari), divennero il marchio di fabbrica di realtà che aspirano
al controllo del parlamento, ma non ne accettano nè regole, nè controlli.
4! La nascita e l’utilizzo della scienza moderna avrebbe potuto
!4
e dovuto far uscire di scena fate, streghe e magia. Ma le pulsioni per il
dominio degli elementi permangono ancora allo stadio tribale, se non
sono mediate dalla ricerca di quella speciale verità che giace nelle
leggi di natura. La Royal Society, nonostante il proprio vanto per
Newton, Bacone, Harvey, Boyle, Hooke, Hobbes, Locke, Moro, lasciò
irrisolto il problema di organizzare la società sulla mera base dei
risultati delle ricerche scientifiche. E sarebbe illusorio (o drammatico)
pensare che i centri politici, pur espressi dai parlamenti, possano essere
la mediazione culturale più idonea per stabilire un nesso vitale tra
indicatori scientifici e comportamenti sociali, tra bisogni sociali e
ricerca di nuovi indicatori scientifici. Sarebbe molto più vitale
l’autonomia della comunità scientifica. Ma nell’arena si approvarono
leggi (progettate durante le rivoluzioni e perfezionate nella
restaurazione) per sottoporre scuole e università al controllo dello
stato. Dal ’200 in poi i monaci, liberamente, avevano dato il cuore e il
cervello alle isole britanniche: Oxford e Cambridge. Le leggi furono
abrogate nel 1718. Ma non si debella un malcostume solo per legge.
5! La fine della censura avvenne per la decadenza del Licensing
!5
Act (1695). Grub Street divenne centro di tante gazzette. Cresceva un
pubblico popolare politicizzato. Si avviò la critica alla guerra e crebbe
un disinteressato desiderio di pace e non per merito della sacralità del
parlamento, ma di chi produceva libretti e giornali, fogli e foglietti, e
del pubblico dei lettori, che li finanziava. Quale rapporto instaurare
tra sovranità del parlamento e autonomia della pubblica opinione?
$$ Finite le rivoluzioni, si ricucì il filo dell’antico rapporto tra poteri
legati nel rispetto di una costituzione mai scritta, ma conosciuta con
fiducia, sentita con orgoglio e modificabile senza emendamenti formali.
Fu proprio la costituzione a spingere i coloni inglesi in terra americana
a ribellarsi a un’autorità centrale che pretendeva di imporre ogni tipo
di tasse alle colonie. Quando i sudditi inglesi d’America proclamarono
nel 1765 “nessuna imposizione di tasse senza rappresentanza” avevano
ragione in base a un diritto del paese che avevano lasciato, ma la loro
madrepatria rispondeva che al parlamento, così com’era composto,
nessuno avrebbe potuto opporsi. E loro si opposero. Fecero l’America.
Si era consumata, fuori dall’arena, la frattura tra sovranità centrale
del parlamento e assemblee autonome con diritti locali. In America
aveva preso tanto slancio quello spirito di autonomia da rendere
concreta la prospettiva federale. Linee di frattura erano percepibili
anche all’interno dell’arena, visibili nello spirito associativo. Tra gli
anni 1779 e 1780 spirò un vento distruttivo dal basso, contro tutto
(gentry, parlamento, governo, costituzione). Le “associazioni”
reclamavano radicali riforme, ma furono minate da una contraddizione:
–l’alba dei diritti umani (con gli scritti della scuola di R. Price e J.
Priestley); –la notte della violenza, con le strade di Londra nella
primavera del 1780 abbandonate a saccheggi e massacri in una
settimana di orgia distruttiva. Quando nelle piazze si avvertono i rumori
di rivendicazioni concitate, sono molti a sentire l’aleggiare dei fantasmi
per le strade devastate di Londra. Saranno chiamati conservatori.
$$Dietro il velo del conservatorismo tardo settecentesco inglese non
c’era la reazione, ma la nuova Inghilterra: —con l’indipendenza
parlamentare dell’Irlanda (1782); —con il riordino dei rapporti politici
in India (East India Act) e in Canada (soluzione del Quebec); —con
l’abolizione della schiavitù; —con l’impegno di ispirazione evangelica
(sostenuto da tanti giudici locali) su carceri, scuole, mutui soccorsi,
livelli ricreativi di strati bassi (ancora legati allo spettacolo della lotta
dei cani contro un orso incatenato). Era la nuova Inghilterra dell’idea
filosofica di utilità, elaborata nelle opere di Jeremy Bentham (17481832), riferimento del radicalismo politico inglese.
$$Nell’arena erano scesi nuovi attori: operai che costruivano
massicciate per ferrovie e capitani d’industria che producevano
macchine e beni da far scorrere su quei binari per il mondo. Si spostò
la funzione-gestione di trattative e scontri a livello “nazionale” anche
per scelta del movimento operaio rappresentato nelle trade unions.
Anche il movimento radicale, per opera di James Wilson, scozzese,
giornalista, assumeva il nodo forza-lavoro dentro l’Economist (da lui
fondato nel 1843). E la People’s Charter (cartismo) con le sue
rivendicazioni (dal suffragio universale al voto segreto), produsse
tale allarme sociale che gli stessi aderenti fecero cadere l’esplicita
proposta di J. Stuart Mill di estendere il suffragio universale alle donne
tra il 1838 e il 1848 proprio mentre maturava una coincidenza, che
dovrebbe essere meglio indagata. Del 1848 è l’uscita del Manifesto di
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arratario
periodico quindicinale
anno ottavo numero quindici
2002 domenica quindici settembre
domenica 15 settembre 2002
Marx e dei Principi di economia politica di Mill. Il primo, in nome
del materialismo storico dialettico, offrirà al mondo la rottura
rivoluzionaria. Il secondo, in nome di una « filosofia della storia da
costruire con gli sforzi di tutte le nazioni più colte», offrirà al mondo
l’integrazione progressiva. I“Pincipi” sarebbero incomprensibili
senza il suo monumentale Sistema di Logica del 1840, divenuto subito
la bibbia laica di Oxford e di Cambridge. Intanto con i suoi studi
Adam Smith capiva che solo la “mano invisibile” del commercio
mondiale, più che una consapevole decisione politica, lanciava la Gran
Bretagna sulle montagne russe del capitalismo internazionale.
$$Per freno a tanto impeto, e per medicina alle tante ripercussioni
sociali più negative, si chiese (e si ottenne) l’intervento del governo
centrale. Ma per la coscienza dei contemporanei era solo l’eccezione
alla regola di provvedere in proprio per le comunità locali. Anzi, la
frangia celtica di parlamentari irlandesi, scozzesi e gallesi,
condizionava il parlamento a ripiegarsi sulle autonomie con la Home
rule. Se la politica inglese verso l’Irlanda era stata sino ad allora solo
una «questione di papa o di patate», (nella sprezzante definizione
del premier Benjamin Disraeli) diventava questione di legge per
l’autonomia di tutta l’Irlanda, compreso l’Ulster (Home Rule Bill).
Solo le industrie in Scozia e il carbone in Galles legarono questi paesi
alla potenza inglese, che con la sua fase imperialistica li avrebbe
ricompensati. L’idea di federazione era pur presente, ma non la si
imboccava. Lambiva terre lontane, con i Boeri, ma ci si precipitò in
una guerra nel corno d’Africa, sperimentando di tutto, dal corpo a
corpo tra inglesi e zulu, ai massicci rifornimenti militari di nuove armi
tedesche ai Boeri. L’ottocento si chiudeva così con una guerra locale,
modello per la guerra globale del novecento.
$$Con il novecento, intanto, dopo il primo passo mosso da J.S.Mill,
le donne irruppero nell’arena. L’obiettivo del suffragio femminile
portò le suffragette a cercare tutte le strade possibili, anche violente,
con lo sciopero della fame sino alla morte, per una nuova idea di
cittadinanza. Quello che non ottenevano dal centro, lo prendevano
nelle elezioni per il voto locale e (dopo essersi spese a rimpiazzare gli
uomini in tutti i lavori durante gli anni di guerra, si candidarono alle
amministrazioni municipali, al sinodo della Chiesa ufficiale, ai comitati
scolastici, ai comitati per l’applicazione della legge sulla povertà. Una
povertà nuova. Il Parliament Act (1911) pensò di sostituire con più
successo lo stato agli interventi che crescevano. E finanziò il welfare,
promettendo anche Home rule, quasi spingendo gli unionisti protestanti
dell’Ulster ad armarsi con armi tedesche contro l’Irlanda. Non si fece
in tempo a giungere alla guerra civile. Bussava la guerra mondiale.
$$Il colpo, che chiamò tutta l’arena in guerra, senza nazionalismo
e a favore di piccole nazioni, fu l’invasione tedesca del Belgio. La
guerra fu vinta senza trionfalismo: con 750.000 morti, 2.500.000 feriti
e invalidi permanenti e la delusione per i trattati di pace di Versailles,
che avrebbero portato la Germania alla rovina finanziaria con
conseguenze gravissime per tutti i paesi d’Europa. E l’Inghilterra non
voleva fare più il poliziotto del mondo. Nell’ottobre del ‘29 arrivò il
crollo della Borsa in America e un’altra creatura della crisi, l’unità
nazionale con aiuti di stato ai settori in crisi e aiuti alla popolazione.
$$ Più in tutta Europa crescevano e si armavano i sistemi
nazioanlistici più la non ingerenza diventava la politica inglese. Ma
quando il 1° settembre Hitler attaccò la Polonia, il 3 settembre la Gran
Bretagna rispose con la dichiarazione di guerra al III Reich hitleriano.
Si difese dai bombardamenti tedeschi al prezzo di 60.000 civili, ma fu
impossibile difendere le rotte con le proprie forze, pur unite alle
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ausiliarie del Commonwealth. La Gran Bretagna poteva contare solo
sulle forze degli Stati uniti d’America. Per difendere un paese europeo
lontano, la Polonia, la Gran Bretagna cedeva agli Usa l’influenza su
metà del globo, l’area del Pacifico. L’impero inglese non sarebbe più
stato come prima, anche se per lui erano morti 270.000 soldati del
Regno unito e del Commonwealth, oltre ai civili. Per le ferite, la perdita
dei possedimenti, il deficit nella bilancia commerciale con gli Usa,
nell’arena fu razionato il pane e le vesti sino al 1954. Con il Rapporto
Beveridge si capì che fare: imposte statali per finanziare la sicurezza
sociale. Nacque l’“assistenza dalla culla alla tomba”. Keynes fu
chiamato al tesoro, come nel ‘19. Ci furono gli accordi di Bretton
Woods. Dopo la lunga cura, una lunga pace, pagata a carissimo prezzo,
chiuse l’arena in se stessa. Con qualche risentimento. Contro i successori
della propria egemonia sul mondo, persa con la guerra vinta.
$$«L’alleanza formale con gli americani in seno alla Nato è
continuata, ma con scarso entusiasmo». Così scrive Morgan. Poco
entusiasmo verso l’America. Ancora meno verso l’Europa. All’interno,
impellenti le richieste di casa e di fine dell’altezzosità razziale gridate
da 1.000.000 di pakistani, indiani, indios, africani. La lingua gallese
veniva difesa con la dinamite (1966 Carmarthen). Un sentimento antiinglese si diffondeva in Scozia, nelle Highlands e nelle Lowlands.
L’Irlanda del nord si agitava per una guida protestante incapace di
risolvere le disuguaglianze religiose, economiche e razziali palesi. Era
urgente un giro nell’arena per placarla. La Royal Commission on the
Constitution (‘69) studiò la trasformazione del Regno Unito in
federazione di stati tra Inghilterra, Scozia, Irlanda e Galles, ma propose
solo qualche trasferimento di poteri. Accanto alla questione irlandese,
montò la questione scozzese. Decollò il termine devolution e il relativo
disegno di legge, sottoposto a referendum con prassi insolita per la
Gran Bretagna (2.3.79 ), invece del dovuto 40% raccolse solo 32,9%.
Si invertì il giro: un nuovo referendum sarebbe stato solo consultivo
(Scotland’s Parliament). Avuto il consenso popolare, nasce lo
Scotland Act 1998 e le prime elezioni scozzesi (6 maggio 99) insediano
un parlamento di 129 membri, con potestà di legiferare su tutte le
materie che non sono espressamente riservate dallo Scotland Act ‘98
al parlamento di Londra. È il “modello dei poteri residui”,
caratteristico del modello federale e tipico degli Stati Uniti d’America.
L’assemblea di Westminster rimane unico parlamento sovrano del
regno. E così, come in un’arena, il parlamento nazionale è ora
circondato dai limiti dall’alto (Europa) e dal basso (regioni) e
avviluppato in un paradosso: con legge ordinaria può decidere di
abbandonare l’Europa, ma è dubbio che possa fare altrettanto con la
devolution scozzese, tutelata da decisione proveniente da referendum.
Vorrebbe più autonomia al proprio interno, ma stenta a realizzare una
federazione vera per uno sbilanciamento evidente (l’Inghilterra da sola
ha l’85% della Gran Bretagna). Considerata la spropozione di
Tiratura dell’edizione cartacea:
seicento copie
distintamente contrassegnate
e raggruppate in quattro serie
A
serie « »
di centocinquanta esemplari
copia
O
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(La spedizione postale originale
in copia cartacea numerata su carta bodonia
è distribuita dal “Laboratorio Altiero Spinelli”)
giornale in foglio con editoria elettronica da tavolo
20125 Milano via Arbe 29 tel./fax 02/6123586
direttore responsabile Fabio Trazza
[email protected]
grandezze tra Inghilterra, Scozia, Galles, Irlanda del nord, si studia
allora di “spezzettare” l’Inghilterra con il Regional Development
Agencies Act 1998, suddividendola in 9 regioni responsabili di fronte
al parlamento (White paper “Your region, your choice. Revitalising
the English Region”). I Consigli di Contea, saranno sostituiti da
assemblee regionali di 25-35 membri eletti direttamente dal popolo,
con ampi poteri locali e potestà impositiva fiscale. Sorgerebbero solo
là dove, con referendum, se ne facesse richiesta. Molti sbandierano
l’innovazione, come se la vita degli stati, e una loro auspicata
federazione, si risolvesse in un gioco di dimensioni tra antiche contee
e moderne regioni. Ma le sfide sono molto più complesse. Oggi l’arena
si è riaperta al mondo e vuol condividerne rischi e avventure, anche
contenendo nuovi crudeli lottatori. Il gioco più pericoloso, però, non è
più quello di chi è capace di fare un assassinio nella cattedrale, né
quello di chi è capace di aprire le gabbie per lasciare liberi gli schiavi,
nè quello di decidere chi è più rivoluzionario tra chi alza le grate della
discriminazione per liberare i proletari o quello che le alza per liberare
le donne e far crescere i diritti. Il gioco più pericoloso oggi è quello di
trovare il modo per far convivere i popoli (sempre più colpiti dalle
incursioni terroristiche) con le loro diversità più o meno ricche di
interessi materiali e/o più o meno povere di credenze e pensiero. Una
ricerca che darebbe più frutti se fosse condotta con in mente il motto
britannico: «Europe must federate or perish».
ft
Ai miei lettori, che hanno espresso il desiderio di sottoscrivere un abbonamento, comunico di voler continuare, per il momento, a mantenere il narratario nel suo attuale stato di prodotto editoriale fuori commercio. Suggerisco loro l’opportunità
di voler sostenere il “Laboratorio Altiero Spinelli”, associazione senza fine di lucro impegnata nella comunicazione, formazione, volontariato e diffusione dei valori dell’unità europea, alla cui nascita ha contribuito proprio il narratario.
Sarò grato a quanti aiuteranno a diffondere il narratario, indicando l’indirizzo di persone interessate: Banca di Credito Cooperativo di Sesto S.Giovanni BBAN C 08865 20700 Conto numero 21609/75 intestato a “Laboratorio Altiero Spinelli”.
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