1760-1850:Ia Rivoluzione Industriale

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Temi di storia dell’età contemporanea
1° Cap. Dall’economia preindustriale alla rivoluzione industriale
I caratteri dell’economia preindustriale
Agli inizi del 1700, ossia 1° Riv. Industriale ,si verificherà un Passaggio da economia di
sussistenza(produzione di beni e di servizi non destinati al mercato ma che sono consumati dallo stesso
produttore e dalla sua famiglia) ad un’economia basata su una produzione di beni e sul profitto tale da
garantire un reale processo di accumulazione e di sviluppo e aumento dei prezzi e della produzione.
Tale mutamento ,che ha condotto alla nascita della moderne società industrializzate,è avvenuto in una
società preindustriale caratterizzata da:
-prevalenza nell’economia del settore primario:
Agricoltura in cui la coltura fondamentale è quella cerealicola
Allevamento soprattutto ovino
i cui prodotti sono destinati al consumo e non al mercato
-presenza di lavoratori non specializzati
-Assenza di mercato nazionale e presenza di un economia immobile ,di un mercato locale limitato a
causa i insufficienza della vie e dei mezzi di comunicazione
-instabile rapporto popolazione-produzione :il variare di uno dei fattori influenza l’altro
-Scarsa produttività produrrà
-aumento della Povertà
-Diffusione di carestie,malattie,epidemie
-stagnazione del livello di vita e alto tasso di mortalità
Tutti questi fattori insieme sono la causa della tipica crisi dell’età preindustriale,la crisi
dell’Ancien Regime.
1760-1850:Ia Rivoluzione Industriale
In tutti gli Stati Europei ed In Inghilterra, in particolare a Londra ,Le vicende che contribuirono a
scuotere l’equilibrio dell’antico regime e che condussero alla rivoluzione industriale furono:
A) Rivoluzione demografica
B) Rivoluzione agraria
A)Rivoluzione demografica
A partire dal 1800 in Inghilterra un altro fattore contribuì a:la rivoluzione demografica caratterizzata
da:
-Forte aumento della popolazione
incremento demografico che
-dipendeva dal tasso di incremento naturale ossia dalla differenza tra tasso di natalità(numero dei nati
vivi) che rimaneva costante e tasso di mortalità(numero dei morti) che invece diminuiva per la
scomparsa di guerre,carestie ed epidemie,per i progressi igienico–sanitari(scoperta del vaccino
antivaioloso,l’allontanamento dei cimiteri dalla città),per i miglioramenti nell’edilizia(costruzione di
fogne,acquedotti ,di edifici con mattone e di ospedali),per il perfezionamento nei metodi agricoli e
l’ampliamento delle terre destinate a coltura con un conseguente aumento dei raccolti e delle derrate
alimentari.
-significò sviluppo economico ,aumento della produzione(più lavoro umano = più produzione) ed
aumento del reddito procapite(la produzione aumenta più della popolazione per cui non tutti i soldi
sono destinati alla sussistenza ed al consumo ma sono accumulati ed investiti creando surplus e
capitale)
B)Rivoluzione agraria
In Inghilterra al fortissimo incremento demografico soprattutto a Londra dovette corrispondere un
equivalente Rivoluzione Agraria caratterizzata da un rinnovamento nelle tecniche e nelle usanze
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agrarie che determinò l’ aumento della produttività ,l’aumento dei prezzi delle derrate alimentari e il
conseguente incremento del reddito agricolo.
Il processo che portò alla Rivoluzione agraria attraversò tre tappe:
1)Emancipazione legale dei servi : rispetto ad altri paesi europei dove imperava ancora il feudalesimo
tale emancipazione dei lavoratori in Inghilterra avvenne già nel 1500;
2)Liberazione della proprietà da restrizioni legali :le terre potevano essere comprate e vendute
liberamente senza restrizioni legali e gli unici vincoli erano le clausole testamentarie
del
Maggiorascato con cui il patrimonio doveva essere trasmesso interamente,senza
Tali disposizioni costituivano un
essere diviso,per garantirne l’integrià, nell’ambito della stessa famiglia o al maschio
+ vicino di grado o al maschio con maggior età nel caso di parenti maschi di uguale
grado.
Fidecommesso con cui l’erede di un patrimonio era obbligato in futuro a trasmetterlo
integro ad un’altra persona
ostacolo allo sviluppo agrario xkè
le terre potevano finire in mano a
persone ignoranti e prive di mezzi
sufficienti per apportare i
miglioramenti necessari
3)Abbandono nella tecnica agricola delle abitudini antiche con una maggiore libertà nell’uso della
terra:in Inghilterra scompaiono terre aperte ,divise in strisce di terreno seminative assegnate ciascuna
ogni anno a rotazione a coltivatori diversi, e terre incolte di uso comune destinate al pascolo e nasce la
grande proprietà terriera attraverso
-Sistema delle “Enclosures” o Appoderamenti ,sistema attraverso cui le terre aperte e comuni
vengono recintate e trasformate in proprietà private
-Sistema di affitto delle terre con cui si estinse il ceto dei propretari-lavoratori:i proprietari davano in
affitto le loro terre ai lavoratori per un periodo di tempo abbastanza lungo da permettere loro di
coltivarle con cura per ottenere i migliori risultati possibili.
Ia Rivoluzione Industriale
La rivoluzione agraria fu la condizione necessaria che condusse alla rivoluzione industriale perché
l’aumento della produttività favorisce l’incremento del reddito agricolo che fu investito nelle
fabbriche.
L’espressione Rivoluzione industriale indica il primo processo di industrializzazione avvenuto in
Gran Bretagna nel periodo 1760-1830/50 che comportò:
 Modificazione nell’organizzazione del lavoro:La separazione tra proprietà dei mezzi di
produzione e produttori del lavoro,
tra capitale e il lavoro
 L’accentramento dei lavoratori salariati in un unico luogo di lavoro :la fabbrica
 La divisione tecnica del lavoro
 Maggiore libertà del lavoratore
 L’impiego delle macchine che sostituirono gli uomini provocando la disoccupazione
 Fortissimi aumenti della produzione
 Diminuzione dei prezzi delle merci
 Elevato tenore di vita
Tutto ciò portò alla nascita del sistema capitalistico.
La Rivoluzione ebbe luogo proprio in Inghilterra per
 la presenza di Materie preme,indispensabili:lana,carbone,ferro,legname etc)
 Disponibilità di capitali
 Basso costo delle merci grazie all’uso delle macchine mosse dalla forza motrice e non dalla
forza umana
 Disponibilità di mano d’opera qualificata .
Le Premesse
Prima della rivoluzione industriale nel settore industriale era diffusa la produzione laniera che
avveniva nell’Industria domestica in cui:
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 il lavoro era svolto nella casa del lavoratore e coinvolgeva l’intera famiglia
 L’investimento di capitale era Ridotto perché l’unico strumento che costava molto era il telaio
mentre gli altri strumenti costavano poco.
 Il capitalista ,proprietario dei mezzi di produzione e il lavoratore erano la stessa persona
 Il lavoratore anche se lavorava in industria continuava a coltivare la terra e a condurre al
pascolo il bestiame in modo da avere una fonte completare di reddito
Dall’industria a domicilio si passa al sistema dell’assegnazione successiva del lavoro con cui il
mercante imprenditore ,proprietario del telaio affidava la lavorazione ai tessitori a pagamento che
lavorano nelle loro case.
Questa organizzazione del lavoro costituisce un’ulteriore passo verso l’organizzazione capitalistica
dell’industria prima del sistema di fabbrica e dell’introduzione delle macchine.
Prima dell’invenzione delle macchine non fu necessario riunire i lavoratori nelle fabbriche perché
 Gli strumenti usati nell’industria tessile erano semplici
 L’unica forza motrice impiegata era quella umana che non richiedeva un impianto centrale
 Occorrevano più capitali che erano scarsi
 Erano assenti i mercati sviluppati ossia la domanda dei prodotti
Alla fine del 700 il sistema domestico venne lentamente sostituito dal sistema di fabbriche attraverso
2 momenti dell’evoluzione:
1. In cui si ebbero profondi mutamenti nell’organizzazione del lavoro con scarse variazioni nei
metodi produttivi:Il mercante imprenditore comprava la lana e poi affidava le diverse fasi della
lavorazione a diversi lavoratori in modo da tenere sotto controllo la produzione ma non si
interessò a regolare il lavoro ed a usare tecniche migliori.
2. In cui i metodi produttivi e di scambio migliorarono:Quando i mercanti imprenditori dovevano
accollarsi altre spese per acquistare anche i mezzi di produzione e i locali provvidero a regolare
la quantità della produzione e di conseguenza a diminuire i prezzi dei prodotti a causa della
concorrenza riducendo i costi della produzione con la riduzione dei salari dei lavoratori.
In Inghilterra si preferì ridurre i costi della produzione introducendo nelle fabbriche le
macchine risparmiatrici di lavoro e quindi riduttrici dei costi. Quando gli strumenti manuali
furono sostituiti dalle macchine i lavoratori furono riuniti in un solo edificio,la Fabbrica.
La vera forza propulsiva della rivoluzione fu l’aumento della domanda che indusse i produttori
britannici a ricercare mezzi meno costosi e piu produttivi.
Si trattò di un’azione di causa - effetto:L’aumento della domanda richiese i miglioramenti nei
processi produttivi che a loro volta diminuirono i costi di produzione e di conseguenza i prezzi.
Ci si rese conto che conveniva di + produrre molta merce a basso costo e destinata a +
consumatori che poca merce di lusso destinata a pochi.
L’Introduzione delle macchine
L’aumento della domanda delle merci richiedeva la velocizzazione dei processi di produzione
favorita dall’invenzione delle macchine:
la macchina a vapore inventata da Watt permise la coltivazione in profondità delle miniere di
carbone che invase dalle acque non potevano essere liberate dalle pompe a mano o idrauliche .
Le innovazioni
La rivoluzione industriale fu resa possibile dalle innovazioni apportate alla tecnica produttiva
che possono essere divise in 2 categorie:
1. Macchine capaci di eseguire quei lavori prima eseguiti con strumenti a mano
2. Macchine generatrici di energia idraulica o a vapore in sostituzione di quella umana o
animale.
Le innovazioni produttive furono introdotte soprattutto nelle industrie tessili,siderurgiche ed
estrattive.
INDUSTRIE TESSILI
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Nell’industria del cotone furono introdotte
 Per la filatura :
 una macchina detta “Jerry”con cui si potevano far girare 8 fusi contemporaneamente
invece di uno ma il filo prodotto era di cattiva qualità ed era usata anche a casa.
 La macchina Waterframe che produceva filo sottile e di buona qualità, che era mossa
dalla forza idraulica perché troppo pesante
essere
mossa a mano e perciò presente solo nelle fabbriche e non in casa.
perPer
la tessitura:
 la “navetta volante” grazie alla quale un solo tessitore compiva il lavoro che ne prima
richiedeva due.
 Il telaio meccanico con cui un solo lavoratore poteva badare a 2 telai meccanici e produrre
una quantità tripla rispetto a quella prodotta dal telaio a mano
INDUSTRIE SIDERURGICHE
Nell’industria siderurgica l’offerta non riuscure a rispondere alla domanda per l’esaurimento delle
foreste che fornivano la legna come combustibile che fu sostituita da
Carbone minerale
Il coke ,che usato nella Fornace ad aria calda, raggiungeva alte temperature e permetteva la fusione
del ferro per darne la forma desiderata fino a ridurlo in lamiere e poterlo usare in diversi modi.
L’uso del carbone invece del ferro favorì la nascita di industrie non + vicino alle foreste ma vicino alla
miniere di carbone.
INDUSTRIE ESTRATTIVE
A causa dell’aumento delle richieste del carbone ,gli strati superiori delle miniere si esaurivano e
occorreva scendere + in profondità ma la presenza di gas e di acque lo impedivano perché c’era rischio
di esplosione e perciò nelle industrie estrattive furono usati:
La macchina a vapore che applicata alla pompa consentiva di liberare le miniere dall’acqua
La lampada di sicurezza che ridusse i rischi delle esplosioni
Dunque La rivoluzione Industriale significò quell’insieme di cambiamenti collegati
all’organizzazione dell’economia e alla tecnologia che rappresentarono l’inizio di una nuova era nella
storia dell’umanità
2° Cap. La difficile costruzione dell’ Unità d’Italia(1861-1900)
Il corso forzoso e il risanamento del bilancio statale
1861-1876:L’Italia postunitaria ,governata dalla Destra Storica ,d’ispirazione liberal-moderata,
composta dall’aristocrazia e dalla borghesia agraria e finanziaria ,che si assunse il compito
dell’unificazione nazionale contro l’opposizione formata dalle due sinistre,la parlamentare e la
mazziniana d’ispirazione liberal -progressista che considerava la monarchia l’elemento unificante per
il paese , dovette fronteggiare una serie di problemi politici ed economici-finanziari:
Problemi postunitari
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-Unità Nazionale incompleta:mancavano Roma, Trieste, Trento e Veneto;
-impotenza economica,finanziaria e militare
-ritardo tecnologico
-mancanza materie prime e di risorse minerarie x cui le sue industrie dipendevano da importazioni di
combustibile
-bilancio dello Stato (entrate ed uscite)in deficit x inadeguatezza del sistema Tributario , x scarsità
delle attività economiche e x spese che effettuava a causa della carenza del settore militare ;Lo stato
per risolvere questo problema ricorse ai prestiti attraverso l’erogazione dei titoli di Stato.
-Riconoscimento del diritto di voto solo ai maschi che avessero compiuto 25 anni ,che sapessero
leggere e scrivere,che pagassero le imposte dirette di almeno 40 £ l’anno(2% della popolazione :paese
legale contro il resto della popolazione che viveva in condizioni precarie:paese reale )
-Carenza delle norme igieniche,condizioni di vita miserabili,malnutrizione diffondevano malattie che
innalzavano il tasso di mortalità
Sud dove l’ agricoltura è settore economico predominante.
-Divario economico tra
Nord dove vi è progresso industriale
Causa tensioni sociali
Al Sud
Tra 1861-1865 :Fenomeno del brigantaggio:insurrezione contadina,di briganti che
rivendicavano il diritto alla terra e si opponevano ai gravosi carichi fiscali e al lungo e duro servizio militare.
1863:Il nuovo Stato represse il Brigantaggio con la Legge Pica
che sostituiva i Tribunali civili con
quelli militari ,prevedeva la fucilazione per l’uso delle armi, infliggeva ai sospetti il domicilio coatto
- presenza in tutti gli Stati che erano confluiti nella nuova unità nazionale di sistemi amministrativi e
fiscali,debiti pubblici,tariffe doganali ,codici e monete differenti che la destra storica doveva unificare:
Nel 1865 in tutto il territorio nazionale si ebbe
-L’applicazione delle tariffe doganali del Regno della Sardegna
-Unificazione del Sistema amministrativo
-Adozione di un codice civile unico
-Scelta della Lira piemontese (lira bimetallica)come unica moneta italiana
-Articolazione del Sistema bancario su 5 banche di emissione (Banca nazionale Sarda,che diventò
dopo del Regno d’Italia,Banca Nazionale Toscana,Banca toscana di credito-che nel1893 si fonderanno
e formeranno la Banca d’Italia - Banco di Napoli e Banco di Sicilia a cui ,dopo la presa di Roma nel
1870 ,se ne aggiunse una sesta,la Banca di Roma che poi fu chiusa per uno scandalo)di cui la +
importante era la Banca Nazionale Sarda che nel 1866 con l’introduzione del corso forzosodell’obbligo cioè per i cittadini di accettare in pagamento i biglietti di banca al loro valore nominale
senza poterne chiedere la conversione in moneta metallica- mantenne il privilegio dell’inconvertibilità.
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FINANZA PUBBLICA: Lo Stato italiano per rimediare al grande deficit e allo sbilancio tra entrate ed
uscite della finanza pubblica ,non potendo ricorrere alle imposte per la mancanza di un adeguato
sistema di riscossione,ricorse all’ emissione dei titoli di stato.
Le Voci di una guerra in Europa tra Italia e la Prussia contro l’Austria fanno crollare il valore dei titoli
italiani alla borsa di Parigi e Molti possessori italiani e stranieri di titoli italiani sono spinti dalla paura
a vendere i loro titoli in Italia quotazione + alta e con l’oro guadagnato ne compravano altri a Parigi
ad una quotazione + bassa. La richiesta di oro in cambio di titoli di stato fu tale che nel 1866 il governo
fu costretto a decretare il Corso Forzoso -ossia l’inconvertibilità delle banconote in oro-che aveva
ostacolato le importazioni e incoraggiato esportazioni grazie ala differenza tra prezzi interni e
internazionali .Inoltre lo Stato per il risanamento della situazione finanziaria in Italia e per equilibrare
il bilancio delle entrate e delle uscite dello Stato ricorse all’imposta sulla macinazione dei cereali
pagata dai mugnai che macinavano per conto dei privati;alla vendita a compagnie privati dei beni
confiscati alla Chiesa e delle ferrovie .Grazie a questi provvedimenti ,le entrate aumentarono,la
situazione finanziaria dello Stato cominciò a migliorare e ci fu il ritorno alla convertibilità delle
banconote in argento determinando la rivalutazione della lira e l’aumento dell’affluenza del capitale
straniero in Italia.
In seguito al risanamento finanziario lo stato provvide ad incrementare lo sviluppo economico
investendo in diversi settori:
FERROVIE E MARINA
Il governo costrui un sistema di comunicazione ferroviario,stradale e portuale per ampliare il mercato
internazionale e rafforzare l’unita dell’Italia.
Ferrovie:Lo Stato costruì nuove ferrovie e riassunse la proprietà delle ferrovie vendute
precedentemente ai privati , le statalizzò trasformandole in ferrovie dello stato.
Marina:Il governo creò una forte marina mercantile per favorire l’importazione delle materie prime e
l’esportazione dei manufatti:le navi a vapore,piu grandi fatte di ferro o di acciaio aumentarono e
sostituirono le navi a vela;ma siccome il ferro e l’acciaio in Italia era poco,le navi costavano molto
perciò gli armatori preferivano acquistarle all’estero .Lo Stato per evitare la crisi ricorse a sovvenzioni
per le costruzioni e le navigazioni . Aumentarono sia le costruzioni delle navi che le compagnie di
navigazione.
INDUSTRIE
Lo sviluppo dell’agricoltura favori la nascita di industrie per trasformazione,conservazione dei
prodotti alimentari -zucchero, olio, pastaLa costruzione delle Ferrovie e la marina mercantile favorirono lo sviluppo dell’industria
metallurgica e meccanica che in Italia Fu inferiore rispetto agli altri paesi perche la mancanza di
prodotti necessari soprattutto per la costruzione di locomotive induceva a rivolgeva ai fornitori esteri,
inoltre il capitale era scarso,le tecniche arretrate, e il ferro e l’acciaio era poco. L’industria metallurgica
riuscì a svilupparsi solo grazie all’intervento dello Stato con finanziamenti e imposizione di tasse sulle
importazioni. Nel Mezzogiorno Aumento la produzione di ghisa,d’acciaio,di ferro ma i costi della
produzione erano talmente alti che l’importazione dei prodotti esteri in Italia continuò nonostante le
tasse.
Nel settore meccanico si svilupparono l’industria ciclistica ,industrie delle macchine da
scrivere,l’industria automobilistica.
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Lo sviluppo industriale determinò il fenomeno dell’urbanesimo e di conseguenza si sviluppò
l’industria edilizia e i settori ad essa collegati:il settore cementiero,settore elettrico.
Si Sviluppo l’industria tessile in cui si adottarono rapidamente le macchine
POLITICA COMMERCIALE: Lo sviluppo industriale comportò l’aumento del commercio
internazionale con Importazione di materie prime(carbone,ferro,acciaio,cotone),e esportazione dei
prodotti agricoli e poi quelli industriali.
Con lo sviluppo dell’industria si avverte il bisogno di una politica economica diversa da quella liberoscambista e che sia + protezionistica ,che protegga l’economia dell’Italia ,che le garantisca l’apertura
al mercato internazionale soprattutto in un periodo in cui i bassi prezzi dei prodotti determinano la
concorrenza.
Il governo percio nel 1878 approva la riforma delle tariffe doganali ,
sostituisce i dazi ad valorem (pagati in base al valore delle merci) con dazi specifici(tasse fisse
indipendenti dal valore delle merci).
1887 Con l’inizio della crisi agraria aumentò l’emigrazione .
IL SETTORE BANCARIO
Per favorire lo sviluppo industriale le Banche italiane facevano prestiti a lunga scadenze ad industrie
edilizie ,ferroviarie,siderurgiche e ciò provocò il loro crollo.
Il crollò + grave lo subì la Banca Italiana che per emissione eccessiva dei biglietti e per l’enorme
ammontare di crediti nel 1889 finì sotto inchiesta .
Giolitti non divulgò la notizia per evitare uno scandalo e per non alimentare nei creditori sfiducia nelle
Banche ma lo scandalo scoppiò lo stesso alla fine del 1892 quando una copia della relazione Biagini
fu presentata alla Camera. Dall’inchiesta emerse che la banca Romana non solo aveva superato i limiti
di emissione che le erano stati concessi ma che aveva addirittura stampato 2 biglietti aventi lo stesso
numero di serie in modo da raddoppiare l’emissione senza farsene accorgere.
Lo scandalo scoppiato portò al riordino del sistema Bancario:La Banca Nazionale Sarda assorbì la
Banca Nazionale Toscana e la Banca Toscana di credito,entrambe in cattive acque,e si trasformò in
Banca d’Italia;gli istituti di emissioni quindi diventarono 3: Banca d’Italia,Banco d’Italia e Banco di
Sicilia ,la Banca Romana fu liquidata.
Nascono nuove banche a capitale tedesco: B. Commerciale e B. Credito italiano.
PROBLEMI SOCIALI
Le condizioni delle classi lavoratrici(contadini e operai) non erano delle migliori:mentre nelle
campagne i braccianti erano la maggior parte dell’anno senza lavoro,nelle industrie le giornate di
lavoro degli operai erano di 12 ore,i salari erano bassi e le abitazioni scadenti.
Ciò creò la formazione di una solidarietà di classe ,di uno spirito di associazione per la difesa dei
propri interessi.
Le richieste dei lavoratori erano portate in Parlamento da deputati
socialisti,repubblicani,radicali,cattolici che ottennero riduzione della giornata lavorativa della donna a
12 ore,concessione di 1 mese di ferie pagato in caso di gravidanza,assicurazione sociale obbligatoria
per infortuni sul lavoro e la Cassa Nazionale di previdenza per l’invalidità e la vecchiaia.
Nonostante tali progressi in Italia restava irrisolta la <<questione meridionale>> ossia il grosso
squilibrio tra le condizioni di vita economico-sociali tra il Nord ed il Sud del paese che aveva
determinato l’emigrazione.
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3 Cap. LA GRANDE CRISI DEL CAPITALISMO
La grande depressione :un incidente storico
La grande depressione del 1923-29 insieme alla nascita di un forte Stato sovietico in Russia furono
visti dalla maggior parte dei marxisti come il realizzarsi della profezia di Marx del collasso del sistema
capitalistico.
La Grande depressione non è un evento isolato ma per comprenderla occorre considerarlo in un +
ampio complesso ;non appare solo un aspetto della gravissima crisi dello sviluppo del capitalismo
;infatti questa crisi non fu solo di natura economica ma anche politica.
Le Caratteristiche Dell’economia Mondiale Agli Inizi Del XX Sec.
La natura della crisi e dei mutamenti che si sono manifestati nel capitalismo può essere compresa
esaminando le principali caratteristiche dell’economia mondiali agli inizi del XX secolo proprio alla
vigilia dello scoppio della prima guerra mondiale. Queste caratteristiche furono:
 Concessione agli individui di una relativa libertà a dedicarsi ad attività economiche sia
all’interno che a livello internazionale e riduzione al minimo del ruolo dello Stato
nell’economia.:i prezzi delle merci e dei servizi produttivi come lavoro e capitale,non erano
fissati dal governo ma dalla domanda e dall’offerta;la libertà internazionale di movimento era
applicata alle persone,al capitale e alle merci(per i viaggi all’estero non occorreva + il
passaporto,la cittadinanza si poteva acquistare solo compilando un apposito modulo e il costo
del viaggio era stato ridotto;la mobilitazione del capitale era + libera e facile delle persone).
 Adesione generale al Gold Standard :la maggior parte delle nazioni compravano o vendevano
le loro monete nazionali per un determinato peso d’oro che garantiva la stabilità dei tassi di
cambio e stimolava sia il commercio che l’investimento internazionale.
 Ritorno alla protezione tariffaria:La crescente esportazione dei prodotti agricoli ed industriali
nella maggior parte degli Stati indusse i governi a pressioni fiscali per la protezione
dell’agricoltura e dell’industria.
 Risveglio dell’Imperialismo: il ritorno alla protezione comportò Il risveglio nelle potenze
europee dell’imperialismo,della conquista e dell’amministrazione di nuove terre portò a
rivalità ,a lotte che sfociarono in vere e proprie guerre che scossero il capitalismo.
 Sorgere del Nazionalismo:Il ritorno alla protezione e il risveglio dell’Imperialismo furono
riflessi del Nazionalismo. Le potenze europee si alleavano tra loro per difendersi ,per prevenire
e non per provocare la guerra,ma era nella natura delle alleanze che una guerra cominciata tra 2
potenze avrebbe coinvolto anche le altre. Così il sistema di alleanze che era il prodotto dei
timori e delle passioni nazionalistiche ,divenne motivo della crisi del capitalismo che sarebbe
fiorito di + in un mondo di pace,tranquillità e di ordine.
COSTI ED EFFETTI DELLA GRANDE GUERRA
La prima manifestazione della crisi del capitalismo fu lo scoppio della Prima Guerra mondiale ,”La
Grande Guerra” che provoco’ danni sia diretti che indiretti al meccanismo economico:
Danni diretti furono:

P
erdite di vite

d
iminuzione della produzione agricola

D
istruzioni di case, impianti, attrezzature industriali , di bestiame, strumenti agricoli, di vie
e mezzi di comunicazione.
8
Danni indiretti furono:

C
ontrolli governativi sui prezzi

R
ecessione dovuta ad una perdita di relazioni economiche con altre potenze che durante la
guerra compravano non + dall’Europa ma da altri paesi d’oltremare.

I
nflazione :I paesi belligeranti uscirono dal gold Standard e ricorsero a prestiti e alla stampa di
carta moneta per finanziare la guerra;il valore della moneta scende e perciò i prezzi aumentano.
LE CONSEGUENZE DELLA PACE
Dai trattati di pace derivarono 2 conseguenze:
A)CRESCITA DEL NAZIONALISMO
B)DISORDINI MONETARI E FINANZIARI
A)Nelle potenze del dopoguerra(nazioni nate dalla divisione dell’Impero Austro –Ungarico; la
Russia;Paesi dell’Occidente) affermarono la loro NAZIONALITÀ nella sfera economica per
diventare
+
autosufficienti,limitarono
economia
internazionale,promossero
tariffe
protezionistiche,tasse sulle importazioni e cercarono alla stesso tempo di stimolare le loro esportazioni
con incentivi.
Ogni tipo di restrizione adottata da una potenza colpiva interessi ed economia delle altre potenze che le
subivano.
B)Disordini monetari e finanziari furono causati dai trattati di pace della Guerra:Nel Trattato di
Versailles gli alleati vittoriosi imposero alla Germania<<le riparazioni>>,una indennità per riparare ai
danni causati durante la guerra nei riguardi del presidente degli Stati uniti,Wilson.allo stesso tempo gli
Stati Uniti chiesero ai loro alleati il rimborso dei capitali prestati durante la guerra.
Siccome la Germania non poteva pagare gli Stati Uniti elevarono le loro tariffe sulle importazioni dei
prodotti tedeschi,
La Germania cercò di rispettare il trattato di Versailles e di pagare le riparazioni,però quando il valore
del marco tedesco declinò a causa delle riparazioni la Germania sospese i suoi pagamenti. Le truppe
francesi per questo motivo occuparono la Ruhr, ricca di giacimenti carboniferi e tentò di costringere la
Germania a consegnare in Carbone. La Germania si oppose ,il valore del marco tedesco continuò a
scendere causando inflazione anche in altri paesi:Austria-Ungheria,Francia.
Quando i Francesi si ritirarono dalla Ruhr una Commissione internazionale consigliò di diminuire le
ratedelle riparazioni,così la Germania riprese a pagarle ed il valore della moneta tedesca si stabilizzò.
La Germania riuscì a pagare le riparazione di guerra anche alla Francia e alla Granbretagna che a loro
volta restituirono i loro debiti di guerra agli Stati Uniti.
Quando investitori e banchieri americani cominciarono a ridurre i loro acquisti di titoli tedeschi e ad
investire i loro fondi nella borsa di New York,le economie europee ne sentirono le conseguenze ed i
titoli cominciarono a precipitare,molte banche fallirono, altre sospesero la loro attività e gli Stati Uniti
abbandonarono il Gold standard. Così il caos monetario internazionale fu completo.
LA CRISI DEL ’29
Le politiche economiche degli anni “30 delle diverse nazioni non contribuirono a restaurare i rapporti
economici internazionali rotti dalla guerra anzi essi andarono scomparendo sempre di + e perciò la
maggior parte delle nazioni cercò di promuovere la propria ripresa economica a spesa delle altre
nazioni.
Nazioni come Germania,Italia e Russia adottarono una politica economica volta alla completa
autosufficienza ed indipendenza dall’economia internazionale aumentando la loro produzione interna
grazie a progressi tecnologici,e incentivi.
LO SVILUPPO ECONOMICO NEL SECONDO DOPO GUERRA
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La Seconda Guerra Mondiale,fu la + distruttiva delle guerre dell’Europa e fu una guerra Globale nel
senso che coinvolse in modo diretto o indiretto tutte le popolazioni del mondo.
Dopo la guerra l’economia dell’Europa occidentale era sconvolta.
Milioni di persone morirono o in guerra o per la fame e la miseria provocate
dalla guerra;
Tutto fu ridotto in macerie:Furono distrutte abitazioni,ferrovie, autostrade, ponti, porti, edifici,
fabbriche, terreni.
La circolazione delle monete aumentò con il conseguente aumento dei prezzi dei prodotti.
I controlli sui prezzi portarono all’evasione fiscale ,al mercato nero e alla scarsezza delle merci.
L’Europa dipendeva dal commercio internazionale per colmare il suo deficit di derrate
elementari,materie prime,per ricostruire la marina mercantile distrutta.
Nel 1947 il segretario dello stato americano,Marshall,propose a tutte le nazioni europee,inclusa
l’Unione Sovietica ed i suoi satelliti,di unirsi in un programma comune di ricostruzione con
l’assistenza degli Stati Uniti e così costruirono l’O.E.C.E.(ORGANIZZAZIONE EUROPEA per la
COPERAZIONE ECONOMICA).
IL PIANO MARSHALL assicurò assistenza vitale alle nazioni dell’Europa Occidentale nel
mantenimento delle importazioni essenziali come delle derrate alimentari e dei macchinari industriali.
Tra 1947-1950 la produzione delle nazioni appartenenti all’ O.E.C.E aumentò.
Un altro fattore importante nella ripresa economica dell’Europa occidentale fu la riabilitazione
economica della Germania grazie all’aiuto degli alleati , Stati uniti ed unione Sovietica.
CONCLUSIONE:
Nel Periodo postbellico,tra anni 50 e 60 , nell’Europa occidentale si ha un progresso economico che fu
descritto come un <<miracolo economico>>.
I fattori che vi contribuirono furono
l’aiuto americano,
risparmi ed investimenti degli europei destinati ad attrezzature per facilitare i processi di produzione.
Incremento demografico
Intervento dei governi nella vita economica :nazionalizzarono alcune industrie,approntarono piani
economici e assicurarono una vasta gamma di servizi sociali; attuarono politica del <<welfare state>>
garantendo un minimo di protezione ai + poveri;smantellarono le barriere alla cooperazione e alla
concorrenza economica internazionale.
L’O.E.C.E di Marshall contribuì alla nascita di altre organizzazioni internazionali :
La GATT costituì un meccanismo per un graduale abbassamento delle tariffe e di altre barriere
doganali.
La Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio(CECA),nata dall’unione di tutte le industrie del
carbone e dell’acciaio della Francia e della Germania occidentale e che gettò le basi per la formazione
del mercato Comune europeo (MEC).
Queste cooperazioni internazionali contribuirono ad accelerare lo sviluppo economico avviato dal
piano Marshall e dimostrarono che il capitalismo,con la sua capacità di elevare il tenore di vita dei
singoli ed il benessere economico-sociale della collettività,non era in punto di morte.
Dunque la Grande Depressione del 1929-33 e il caos economico e il ristagno degli anni tra le due
guerre non furono i prodotti del processo di sviluppo del capitalismo ma la conseguenza della stessa
prima guerra mondiale che distrusse il meccanismo dell’integrazione economica internazionale : le
clausole economiche dei trattati di pace e Le politiche monetarie e fiscali degli Stati Uniti furono
sbagliate e furono le responsabili della Grande Depressione;la nascita del nazionalismo economico
impedì la reintegrazione dell’economia mondiale ed accrebbe il caos.
Solo grazie alle Cooperazioni internazionali si ebbe la ripresa economica.
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4 Cap. COOPERAZIONE INTERNAZIONALE E MIRACOLI ECONOMICI NAZIONALI
Nel secondo dopoguerra (1950-70) inizia il cosiddetto sviluppo economico dei paesi occidentali
ovvero si avvia un’espansione sostenuta dell’attività economica, dell’occupazione e del reddito nei
paesi industrializzati dell’Occidente.
Incomincia la terza rivoluzione industriale caratterizzata dalla:
-decolonizzazione;
-apertura delle frontiere;
-crescita della popolazione;
-uso di moderni mezzi di comunicazione;
-l’impiego energia atomica;
-progressi dell’elettronica e della chimica;
-conquista dello spazio
tutto ciò agevolò gli investimenti pubblici e privati.
LA RICOSTRUZIONE DELL’EUROPA
Dopo la seconda guerra mondiale in Europa,teatro principale di guerra,si ebbero
-perdite umane altissime(25 mil.)
-riduzione della parte occidentale (cortina di ferro) che entrò sotto l’influenza diretta della Russia
-diminuzione della produzione agricola per la mancanza di manodopera, concimi e macchine e di
materie prime(carbone,acciaio)e delle flotte.
- distruzione di impianti industriali per bombardamenti aerei,di ferrovie dello stato e di porti con
conseguente decremento dei trasporti terrestri e marittimi.
Sorgeva quindi il problema della Ricostruzione in tutti i settori dell’economia; l’ Europa aveva bisogno
di ogni bene (materie prime,beni alimentari e industriali,macchine e mezzi di trasporto) ma non aveva
più oro e monete per acquistarli e perciò ricorse ancora a prestiti specie dagli USA.
La ricostruzione economica dell’Europa avvenne con successo grazie alla cooperazione
internazionale che si realizzò con l’intervento di istituzioni finanziarie create apposta e con gli aiuti
americani che consentirono di appagare l’incessante domanda di dollari e di far acquisire stabilità al
sistema monetario internazionale.
VERSO LA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Negli anni’ 30, quando l’Inghilterra abbandonò il Gold Standard, si assistette a continue svalutazioni, a
politiche monetarie restrittive, al controllo dei cambi e alla totale assenza di collaborazione monetaria
internazionale.
L’industria americana ne soffrì di più perché si trovò in difficoltà per le svalutazioni competitive
operate dagli altri paesi concorrenti e per le restrizioni imposte all’importazione di merci provenienti
dagli Stati Uniti.
La ricostruzione del sistema monetario internazionale avvenne con:
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a)Gli accordi di Bretton Woods
b)la politica degli aiuti e dei prestiti americani
c)Il GATT e il WTO
a)Gli accordi di Bretton Woods
Nel Luglio 1944 a Bretton Woods per iniziativa di Roosevelt fu indetta una Conferenza durante la
quale i 44 paesi che vi parteciparono discussero su due progetti:
1) Il piano americano del min. del Tesoro White che si prefisse l’obiettivo di giungere alla stabilità
moneteria e di ritornare al Gold Exchange Standard e quindi all’oro per rivalutare le abbondanti
riserve auree degli Usa (ha il 75% della produzione mondiale), e per rendere il dollaro la moneta di
riserva universale;
2) Il piano inglese di Keynes che propose la creazione di nuova moneta “Bancor” (l’oro in Europa
scarseggia) che fosse emessa da una superbanca centrale e fornita ai paesi deficitari in cambio delle
loro riserve auree.
Tutti i paesi si accordarono per la prima proposta tranne l’URSS, che temeva l’influenza statunitense.
Furono create 2 istituzioni finanziarie:
1) Fondo Monetario Internazionale (FMI) con sede a Washinton fondato con l’obiettivo di
- incoraggiare la cooperazione monetaria internazionale,
- facilitare l’espansione e l’incremento del commercio internazionale,
- favorire la stabilità dei cambi, creare sistema multilaterale di pagamenti,
- eliminare le restrizioni di cambio che ostacolavano il commercio mondiale.
Ogni paese membro versava una quota per lo più nella sua moneta nazionale per ricevere in
cambio un prestito in valuta estera , il dollaro (mediante tecnica del tiraggio o prelievo {drawing})
da usare per saldare i debiti e per avviare la ricostruzione.
Inoltre doveva fissare la parità aurea della propria moneta(cioè definirne il potere d’acquisto in
termini di oro) e in seguito poteva modificarla entro i limiti del 10% a meno che non si rivelassero
squilibri permanenti della bilancia dei pagamenti.
La politica dell’ FMI fu dominata completamente dagli USA che investirono la quota più grande.
Il FMI istituzionalizzò il Gold Exchange Standard che aveva funzionato nel periodo prebellico
poiché poteva assicurare un sistema monetario fondato sulla convertibilità delle monete in dollari e
sulla stabilità dei cambi.
2) Banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo(BIRS ) (o Banca Mondiale): istituto
internazionale di credito mobiliare con sede a Washinton fondato con l’obiettivo di
- promuovere la ricostruzione e lo sviluppo economico dei paesi membri distrutti dalla guerra
concedendo prestiti ai governi, agli enti pubblici, alle imprese private,
- promuovere l’investimento di capitali privati nei territori stranieri garantendo il prestito o
partecipando direttamente agli investimenti,
- finanziare progetti con fini produttivi
- fornire assistenza tecnica .
I primi prestiti per la ricostruzione furono destinati all’Europa.
Beneficiari dei finanziamenti per miglioramento dei trasporti furono i paesi dell’Africa che videro
aumentare le esportazioni di prodotti minerari ed agricoli e l’America latina a cui furono destinate
risorse anche per lo sviluppo dell’energia elettrica e dell’agricoltura potenziando la costruzione di
opere di irrigazione e introducendo nuovi metodi di coltivazione.
L’FMI e il BIRS integreranno le loro funzioni: il FMI attenuando l’instabilità del corso dei cambi
forniva sicurezza alle prospettive d’investimento a lungo termine realizzate attraverso la BIRS che a
sua volta, promuovendo la ripresa dell’attività produttiva e lo sviluppo duraturo del reddito di un
paese, tendeva a ridurre le cause di squilibrio della bilancia dei pagamenti e quindi a contenere
l’impegno finanziario del fondo.
Ma entrambe le istituzioni, per la scarsa disponibilità dei fondi, non riuscirono a risolvere il problema
della ricostruzione dell’economia europea, alla base della ripresa dell’ economia mondiale.
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Nel ‘44 gli Usa crearono l’UNRRA per risolvere i problemi più urgenti dei paesi colpiti dalla guerra
ma siccome no ci riuscì dovette cessare la sua attività.
Per la realizzazione del progetto della ricostruzione gli Stati Uniti accordarono alla gran Bretagna
prestiti a condizione che la sterlina fosse resa convertibile in dollari in modo da consentire agli inglesi
il pagamento delle importazioni dagli Stati Uniti. Ma i cambi delle sterline in dollari furono tanto
elevati che si dovette sospendere la convertibilità e procedere al controllo dei cambi. Il progetto della
ricostruzione da finanziare con prestiti americani fallì.
Le istituzioni nate a Bretton Woods (L’FMI e il BIRS) e l’UNRRA non riuscirono a raggiungere
l’obiettivo della ripresa dell’economia mondiale.
b) la politica degli aiuti e dei prestiti americani
Data quindi l’inadeguatezza dei programmi d’intervento fino ad allora elaborati ( UNRRA e prestiti di
istituzioni finanziarie internazionali) per soddisfare le esigenze dei paesi devastati dalla guerra si dette
il via alla “ politica degli aiuti e dei prestiti americani” inaugurata con il Piano Marshall.
c)Il GATT e il WTO
Contemporaneamente al prestito in dollari furono stipulati tra Stati Uniti e gran Bretagna accordi
commerciali riconosciuti alla Conferenza Internazionale sul Commercio e sull’Occupazione tenuta a
Ginevra nel 1947 da 23 Nazioni.
Il GATT ( Accordo generale sulle Tariffe e sul Commercio) entrato i funzione nel 1948 si fondava
sulla clausola della nazione più favorita e si proponeva di agevolare l’espansione del commercio
internazionale con una progressiva riduzione delle barriere doganali per i paesi partecipanti e
prevedeva una clausola di salvaguardia ossia il ripristino di improvvise misure restrittive da parte di un
paese nei confronti delle importazioni quando queste avessero potuto porre in difficoltà la bilancia dei
pagamenti.
Il 1° gennaio 1995 i paesi aderenti al GATT crearono il WTO (Organizzazione mondiale del
commercio) con sede a Ginevra una vera e propria istituzione internazionale con l’obiettivo
dell’abolizione o della riduzione delle barriere tariffarie al commercio internazionale in riferimento ai
beni, ai servizi e alle proprietà intellettuali.
IL PIANO MARSHALL. IL PROCESSO D’INTEGRAZIONE EUROPEA
Il 5 Giugno il Segretario di Stato americano, generale George Marshall, in un discorso tenuto
all’università di Harvard, espose un progetto per la ricostruzione dell’Europa che si basava sulla
cosiddetta “economia degli aiuti”.
Il Piano Marshall, approvato dal Congresso nel Marzo 1947 e accettato dai 16 paesi dell’Europa
occidentale, accordava ad essi aiuti gratuiti in beni e in dollari, da utilizzare per l’acquisto di materie
prime o di macchine necessarie a dare avvio alla ricostruzione.
Una volta venduti i beni sui rispettivi mercati, ciascun governo europeo avrebbe versato in un conto
speciale gli introiti ricavati in valuta nazionale (i controvalori) da utilizzare per il finanziamento dei
lavori pubblici o per rimborsare i debiti.
Il piano aveva un’importanza rilevante in quanto finalizzava gli aiuti al risanamento delle finanze
pubbliche dei paesi europei restituendo valore alle monete e riducendo le cause d’ inflazione.
Marshall, per rendere funzionali gli aiuti corrisposti e fare in modo che fossero ben distribuiti tra i
paesi europei e tra le diverse attività produttive, invitò le nazioni europee a coordinare ed integrare le
rispettive economie.
L’Inghilterra e la Francia, accogliendo l’invito di Marshall, tennero a Parigi una Conferenza per la
Cooperazione economica che portò alla costituzione di 2 amministrazioni parallele:
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L’amministrazione americana, l’ ECA, con sede a Washington
L’amministrazione europea, l’OECE, con sede a Parigi, nell’ambito della quale sarebbe stato
elaborato il piano di aiuti da chiedere al governo americano attraverso l’ECA. All’ OECE
aderirono 16 paesi europei mentre ne restò fuori l’Unione Sovietica che temevano che con il
Piano gli S.U. potessero estendere la propria egemonia in Europa.
Dunque il P.M. ha avuto una grande rilevanza politica oltre che economica.
Sul piano economico il Piano riuscì ad avviare il progetto di ricostruzione e a sostenere l’economia
americana assicurando alle sue esportazioni uno sbocco
Sul mercato europeo.
Sul piano politico il Piano rappresentò un momento importante della “Guerra fredda” tra est ed Ovest,
perché furono stanziati aiuti finanziari alla Gran. Bretagna, alla Francia, alla Germania e all’ Italia
durante la guerra contro l’Unione Sovietica per impedire all’Unione Sovietica di estendere la sua
egemonia anche sull’Europa occidentale, in particolare in Germania.
Nel 1949 in Unione Sovietica, in contrapposizione al P.M., si costituì il COMECON ( Consiglio di
mutua assistenza economica), un’ organizzazione che elargiva ai paesi dell’Est aiuti finanziari
necessari per affrontare i problemi del dopoguerra; quest’organizzazione rafforzò il controllo
dell’Unione Sovietica a sui paesi dell’est europeo e segno il loro definitivo isolamento da quelli
dell’occidente.
-
LO SVILUPPO DELLE ECONOMIE OCCIDENTALI
Durante la seconda guerra mondiale gli Stati belligeranti impiegarono tecnologie avanzate.
Alla fine della guerra, le innovazioni e le invenzioni si verificarono ad un ritmo tanto accelerato ed
ebbero così tanta influenza sullo sviluppo economico che si registrò nel periodo 1950-70 che questi
anni furono indicati come quelli della “III rivoluzione industriale”
Le politiche economiche nazionali
L’influenza dello Stato nello sviluppo economico dei paesi occidentali fu notevole.
La corsa allo spazio, la produzione dell’energia atomica, la creazione di centrali nucleari, costituiscono
un esempio di settori privilegiati dall’investimento pubblico.
L0 stato inoltre intervenne anche ricorrendo alla nazionalizzazione in settori chiave dell’economia: dai
trasporti terrestri e aerei alle banche, alle compagnie di assicurazione, alla radio, all’industria
automobilistica.
Le politiche d’integrazione in Europa
La ricostruzione dell’economia europea si realizzo con successo grazie al Piano Marshall: Il ritorno al
commercio multilaterale avviato dall’OECE attraverso gli aiuti americani e la politica di progressiva
liberalizzazione fu
completato dall’integrazione conseguita con diverse organizzazioni internazionali come
1. la CECA ( Comunità europea del Carbone e dell’Acciaio: Il ministro degli esteri francese, Robert
Schuman, il 9 Maggio 1950, propose di creare una comunità europea nell’ambito della quale
l’acciaio ed il Carbone potessero circolare liberamente con l’abolizione delle frontiere di ciascun
paese.
Il 23 luglio 1952 entrò in vigore il Trattato istitutivo della CECA; esso fu firmato dal Belgio,
Francia, Repubblica Federale Tedesca, Italia, Lussemburgo e Olanda e aveva l’obiettivo di
migliorare la produttività e di far abbassare i prezzi del carbone e dell’acciaio attraverso una
comune politica di investimenti.
L’esperienza positiva realizzata con la CECA fece scaturire il progetto d’integrazione più ampia
che potesse coinvolgere l’intera comunità deggli stati membri.
2. la CEE (Comunità Economica Europea) o MEC (Mercato Comune Europeo) oggi UE( Unione
Europea): I Ministri degli esteri dei 6 paesi della cosiddetta “Piccola Europa” , incoraggiati dai
successi conseguiti dalla CECA, il 25 Marzo 1957 a Roma, in Campidoglio, firmarono il Trattato
istitutivo della CEE che prevedeva:
- La riduzione graduale, fino all’abolizione, dei dazi e delle altre forme di restrizione agli scambi
tra i 6 paesi membri.
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L’adozione di una tariffa comune verso i paesi terzi
Regolamentazione del mercato dei prodotti agricoli mediante uno statuto speciale al fine di
pervenire all’adozione di una politica agricola comune e alla realizzazione di un + elevato
tenore di vita per gli occupati in agricoltura.
- Associazione alla Comunità dei paesi francesi e belgi presenti in Africa.
Il Mercato Comune, dunque, si presentava come un’unione non solo doganale ma soprattutto
economica. Prevedeva su tutto il territorio remunerazioni uguali per il lavoro maschile e quello
femminile e disponeva di una concentrazione di mezzi finanziari sia per venire in aiuto alle aree
arretrate sia per promuovere la rieducazione professionale dei lavoratori rimasti senza impiego (Fondo
di riqualificazione professionale).
-
3. L’EFTA (Associazione Europea di Libero scambio):L’Inghilterra creò un’organizzazione
internazionale per rimuovere gli ostacoli al commercio e promuovere una stretta collaborazione
economica tra gli stati membri dell’OECE, compresi quelli della Comunità Economica Europea.
L’ EFTA si poneva l’obiettivo di sopprimere in 10 anni le barriere doganali per i prodotti
industriali degli Stati dell’ Europa Occidentali che non erano entrati nel MEC: Regno Unito,
Svizzera, Austria,Portogallo.
4. l’EURATOM o CEEA (Comunità Europea dell’Energia Atomica)
Contemporaneamente alla firma del trattato istitutivo della CEE il 25 Marzo 1957 a Roma i 6
paesi sottoscrissero un altro Trattato che diede vita all’ EURATOM, nome convenzionale della
CEEA (Comunità Europea dell’Energia Atomica).
Questa comunità
aveva lo scopo di promuovere l’utilizzazione pacifica
LA PIANIFICAZIONE
IN FRANCIA
Dopodell’energia
la Liberazione in
Francia dilagavano
l’inflazione
ed il mercatonucleare.
nero, contro i quali il generale De
atomica
e di sviluppare
l’industria
Gaulle, a capo del governo provvisorio nel 1945, non volle assumere provvedimenti drastici.
Il disagio economico fu all’origine degli scioperi che, volti a conseguire aumenti di salari, condussero
ad alcune riforme in campo sociale: aumento dei salari, assicurazione per i lavoratori e per i non
lavoratori contro le malattie e la vecchiaia, la creazione di comitati di fabbrica.
Le nazionalizzazioni
Il persistere dei disordini sociali e delle difficoltà per la ricostruzione condusse de Gaulle a dimettersi
nel 1946 e il potere fu assunto dal socialista, Felix Gouin, che formò il governo con i rappresentanti dei
3 partiti di maggioranza: comunisti, socialisti e cattolici moderati.
Il nuovo governo, dopo aver accordato aumenti salariali e aver riportato la settimana lavorativa a 40
ore, decise di operare una serie di nazionalizzazioni nei settori chiave della produzione:
In campo energetico furono nazionalizzati il Gas, l ‘elettricità e le società carbonifere.
Nei trasporti le ferrovie, le compagnie aeree che si fusero nell’Air France e le officine automobilistiche
della Renault.
Nel settore finanziario furono nazionalizzate le banche di deposito e le società di assicurazione.
Il ricorso alle nazionalizzazioni rappresentò la realizzazione della più attiva partecipazione dello Stato
alla vita economica
La pianificazione
Alle Nazionalizzazioni si associò la Pianificazione che ebbe un ruolo fondamentale nella ricostruzione
e nello sviluppo dell’economa mondiale.
Molto importante fu il Piano Monnet che si prefiggeva di elevare la produzione industriale ad un
livello del 25 % superiore a quello del 1929 con particolare riguardo ai settori pilota dell’energia,
dell’accaio,dei trasporti e del cemento.
Per far fronte alla spesa pubblica si ricorse alle entrate fiscali, all’ aumento della circolazione fiduciaria
e agli aiuti americani. Grazie agli incentivi ricevuti crebbero la produzione e il commercio con l’estero,
ad essi si associarono un sensibile incremento demografico.
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IL MIRACOLO ECONOMICO IN ITALIA
A partire dal secondo dopoguerra l’Italia fu teatro di profonde trasformazioni economiche, sciali e
politiche.
L’Italia, uscita dalla dittatura fascista e dalla guerra, fu penalizzata dal trattato di pace che la costrinse
alla cessione delle colonie e alla rinuncia di parte della Venezia Giulia e dell’Istria.
Lo svolgimento del referendum, per la scelta tra monarchia e repubblica, che condusse alla prevalenza
per la Repubblica( 2 giugno 1947),le elezioni per l’ Assemblea costituente, che furono per la prima
volta a suffragio universale con la partecipazione anche delle donne, e l’emanazione della Carta
Costituzionale,entrata i vigore il 1° Gennaio 1948, furono i presupposti per la ripresa economica.
Le condizioni economiche alla fine della guerra erano disastrose:
La produzione industriale e quella agricola si erano ridotte alla metà, le relazione commerciali con
l’estero erano impedite a causa dei danni subiti dalla flotta mercantile.
La sconfitta, le grandi perdite,la carenza di materie prime, di prodotto alimentari e di risorse
energetiche, l’accentuato divario tra il nord e il sud del paese, l’inflazione, la
disoccupazione,costituivano i principali problemi che il governo italiano dovette affrontare.
Le forze politiche animarono un vivace dibattito per definire le linee di politica economica da seguire
ai fini della ricostruzione del paese e si divisero tra le SINISTRE che auspicavano il protezionismo e
sostenevano la validità di un’ economia programmata e guidata dallo stato, e coloro che invece
ambivano ad una svolta in senso liberale,nel ristabilimento di un’economia di mercato e nell’apertura
del commercio internazionale.
Questa linea politica era seguita dagli imprenditori interessati all’espansione commerciale che avrebbe
favorito le importazioni delle materia prime e le esportazioni dei manufatti e quindi l’ampliamento
delle loro attività.
L’orientamento liberale ebbe il sopravvento nel 1947, con il IV governo presieduto dal leader
democristiano Alcide De Gasperi,che si costituì con l’esclusione dei comunisti e dei socialisti.
I ministri liberali Luigi Einaudi al Bilancio e Gustavo del Vecchio al Tesoro affidarono la politica di
ricostruzione al mercato.
Gli effetti di questa soluzione politica furono la donazione di un prestito da parte degli americani e
l’ammissione dell’Italia al Fondo Monetario Internazionale e alla Banca Mondiale. Intervennero, poi,
ulteriori aiuti concessi dal Piano Marshall.
Einaudi e la politica deflazionistica
Il ministro Einaudi per risolvere il problema dell’inflazione che colpì l’economia italiana del
dopoguerra attuò una politica deflazionistica la cosiddetta “linea politica Einaudi”consistente in un
complesso di provvedimento deflazionistici.
Il primo provvedimento assunto fu la creazione del Comitato internazionale per il credito ed il
Risparmio con funzioni di controllo della situazione monetaria del paese. Si provvide poi a ridurre
progressivamente il regime dei prezzi controllati al fine di annullare il contrabbando ed il mercato nero
e di consentire una maggiore disponibilità di beni. Infine si dette avvio ad un programma di graduale
stabilizzazione della lira.
La politica deflazionistica Einaudi ebbe ripercussioni negative sull’economia. La stretta creditizia
provocò, infatti, la caduta degli investimenti proprio quando occorreva disporre di capitali per
finanziare la ricostruzione. Per difendere la stabilità della moneta si fece ricorso agli aiuti del piano
Marshall che vennero impiegati per ricostruire le riserve valutarie piuttosto che per rilanciare
l’economia.
La politica economica italiano mutò a partire dal 1950 quando vennero considerati come obiettivi
principali un più rigoroso programma di investimenti e la lotta contro la disoccupazione, la
promozione dello sviluppo agricolo e i provvedimenti a favore del Mezzogiorno.
La riforma fondiaria
La storia del sud Italia dei primi anni del dopoguerra fu caratterizzata da:
- alto Tasso di Natalità
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-
Incremento demografico
Arretratezza dell’agricoltura
Diffusa disoccupazione
Agitazioni contadini, occupazioni di terre
Lo Stato intervenne a favore delle zone sottosviluppate con la riforma fondiaria varata attraverso e
leggi successive :
1) Legge Sila contenente provvedimenti a favore della Calabria
2) Legge Stralcio che estese la riforma ad altri territori
3) Legge Sicilia che intervenne con opportuni provvedimenti a favore dell’isola.
La riforma fondiaria consistè nell’esproprio di terre possedute in eccedenza dai grandi proprietari
terrieri e da distribuire ai contadini che dopo 30 anni ne avrebbero assunto la proprietà; in
finanziamenti da parte dello stato in lavori di viabilità, di elettrificazione e di irrigazione, nella
costruzione di abitazioni e nell’acquisto di semenze.
Nonostante le agevolazioni concesse dalla riforma l’agricoltura non conobbe progressi rilevanti e
l’Italia continuò a dipendere dall’estero soprattutto per i prodotti più importanti come i cereali e il
bestiame.
La politica regionale
Al fine di colmare gli squilibri regionali fu ravvisata l’opportunità di una politica specifica per il
Mezzogiorno la cui economia risultava particolarmente depressa.
Con la legge del 10 agosto del 1950 fu istituita la Cassa Per Il Mezzogiorno, un organismo autonomo
destinato ad effettuare opere straordinarie di pubblico interesse per il Mezzogiorno.
Nei primi anni di attività la cassa svolse la sua azione nel campo delle infrastrutture e nel settore
agricolo: furono realizzate opere di bonifica e d’irrigazione, costruzione di strade e di acquedotti.
All’opera della Cassa a favore del sud si associarono aiuti finanziari per favorire l’industrializzazione
da parte dello Stato attraverso la Cassa contributi a fondo perduti a favore dell’imprenditoria
meridionale e da parte di istituti di credito speciale che concedevano prestiti all’industria a tassi
agevolati.
Gli anni del miracolo economico: 1953-1963
Gli anni 1953-67 sono caratterizzati da un ritmo di crescita economica elevato accompagnato da
profonde trasformazioni dell’economia italiana.
La rapidità dei cambiamenti fu tale che lo sviluppo di questo periodo fu definito con il termine di
“MIRACOLO ECONOMICO”.
In questi anni di sviluppo l’intervento dello Stato si andò ampliando attraverso l’IRI che, fondato
durante il fascismo, venne riorganizzato e la sua opera si estese ad altri campi mediante società
finanziaria di nuova creazione come la Finmeccanica, la Finelettrica, la Fincantieri.
L’orientamento interventista fu interpretato dal ministro delle Finanze, Ezio Vanoni, che, nel 1954,
predispose uno “Schema decennale di sviluppo dell’occupazione e del reddito” detto “Piano
Vanoni”
Si trattò di un primo tentativo di programmazione economica globale, che mirava a definire gli
obiettivi da realizzare, sulla base della risorse disponibili.
Il piano prevedeva l’intervento dello Stato in alcuni settori: agricoltura, opere pubbliche, imprese di
pubblica utilità, al fine di stimolare investimenti privati.
Gli obiettivi da realizzare erano 3:
- Eliminazione della disoccupazione
- Progressiva eliminazione del divario tra il Nord e il Sud
- Equilibrio della bilancia dei pagamenti
Solo il problema dello squilibrio tra il Nord e il Sud no fu risolto mentre gli altri 2 furono realizzati con
successo grazie alla spontanea crescita economica.
Il “Miracolo Economico” fu provocato da diversi Fattori:
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-
Aumento del saggio d’investimento che favorì l’incremento della produzione soprattutto i
industriale
Progressione moderata dei salari sia nell’ agricoltura che nell’industria: L’aumento dei salari fu
inferiore a quello della produttività.
Integrazione dell’economia italiana in quella internazionale: le esportazione furono favorite dai
prezzi bassi delle merci grazie ai salari bassi.
Il ciclo 1963-1970
Il quadro dell’economia italiana così promettente mutò profondamente a partire dal 1963. Negli anni in
cui la direzione del governo fu assunta dalla coalizione di centro sx formata dalla Democrazia cristiane
e dal partito socialista italiano lo sviluppo economico subisce una brusca inversione.
La causa di questo improvviso cambiamento va i individuata nell’ accentuarsi della pressione salariale
da parte dei sindacati.
Grazie all’azione dei sindacati i lavoratori dettero vita tra il 1960 e il 1963 a numerosi scioperi e
conseguirono aumenti salariali.
Di conseguenza i prezzi di produzione crebbero e con essi i prezzi delle merci. Però sul mercato
estero,dove vigeva il sistema dei cambi fissi, gli imprenditori italiani non potettero aumentare i prezzi
di vendita per cui a causa di salari alti e prezzi stabili essi videro scendere i loro profitti.
Con il Contrarsi delle vendite all’estero e quindi delle esportazioni e l’aumento delle importazioni si
verificò un deficit della bilancia dei pagamenti per cui il governo dovette ricorrere ai prestiti e
prendere alcuni provvedimenti fiscali:aumento delle imposte sulla benzina e sugli autoveicoli;
l’incremento dell’aliquota dell’imposta generale sull’entrata.
Nonostante le misure adottate la caduta degli investimenti fu inarrestabile,restavano il divario tra il
Nord ed il sud, la disoccupazione, la conflittualità sindacale che sfociò nel cosiddetto “autunno caldo”.
L’ESPANSIONE DELL’ECONOMIA AMERICANA
Tra il 1945 e il 1971 l’economia americana subì diverse recessioni.
Dopo il secondo conflitto mondiale il risparmio accumulato durante la guerra fu impiegato in beni di
consumo in modo da evitare la sovrapproduzione.
All’incontrario, l’agricoltura, stimolata dalla scarsità delle scorte, nell’immediato dopoguerra conobbe
un periodo di buoni raccolti, specie di cereali e di cotone, e andò incontro ad un eccesso di produzione.
Ma la guerra di Corea prima (1950) e quella del Vietnam poi (1963-1976) e le conseguenti esigenti
militari servirono a sostenere la capacità produttiva del paese e ad evitare la sovrapproduzione.
L’unico segnale preoccupante fu il costante ed elevato tasso di disoccupazione.
Fino al 1965, grazie ai processi di produttività conseguiti, il dollaro statunitense mantenne il suo ruolo
di moneta internazionale sancito dal Fondo Monetario Internazionale in quanto si sostituì all’oro e alla
sterlina.
Fu a partire dal 1965 fino al New Deal, nel 1971, che quell’equilibrio si ruppe: a causa delle crescenti
spese legate alle esigenze di finanziamento della guerra in Vietnam i prezzi aumentarono rendendo
necessaria la sospensione della convertibilità del dollaro e la sua svalutazione.
Dopo la seconda guerra Mondiale gli Stati Uniti sostituirono la Gran Bretagna divenendo creditori di
tutto ilo mondo e occupando un posto rilevante nei settori degli investimenti e del commercio
internazionale.
Essi rivolsero la loro politica di aiuti non solo all’Europa ma anche ai paesi in via di sviluppo come all’
Asia, all’ Africa, e all’ America Latina.
Gli Stati Uniti, durante questo periodo di ristagno economico, fedeli al Protezionismo ma preoccupati
di restare fuori dal mercato europeo, dopo la costituzione della CEE, mirarono a fissare un accordo con
i Paesi europei per ridurre le misure restrittive al commercio estero; infatti, attraverso il Trade
Expansion Act, legge approvata presidente John Kennedy, Stati Uniti e paesi della CEE stabilirono
concessioni reciproche volte a promuovere la sviluppo degli scambi commerciali tra le due grandi aree
economiche. La caratteristica di quest’ accordo fu la riduzione dei dazi doganali per facilitare
importazioni ed esportazioni soprattutto dei prodotti essenziali.
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La bilancia commerciale e quella dei pagamenti
Nel dopoguerra la crescita industriale provocò un forte aumento delle importazioni delle materie
prime, alimentari ed industriali, per le quali gli Stati Uniti si rifornivano prevalentemente dai paesi in
via di sviluppo.
Gli Stati Uniti, a causa delle alte richieste del mercato interno, si trasformarono da grande paese
esportatore di Materie prime (petrolio, caffè, rame, piombo,pasta) in paese importatore di materie
prime ed esportatore di manufatti che trovarono ampio sbocco nel mercato europeo.
Quando diminuì la domanda dei prodotti americani proveniente dai paesi Europei e dal Giappone,
avviati ad un consistente sviluppo,perché persero la competitività sul mercato a causa dei prezzi alti,
negli Stati Uniti le importazioni superarono le esportazioni provocando il deficit della Bilancia
commerciale e della Bilancia dei pagamenti.
Le elevate spese militari, aiuti e prestiti americani per tutto il mondo, investimenti a lungo termine,
provocarono la diminuzione delle riserve auree in America e il conseguente accumulo di dollari specie
in Europa ed in Giappone .
Gli Stati Uniti, non riuscendo + a compensare il deficit dei loro conti con l’estero mediante i noli
marittimi e aerei, le assicurazioni ed ilo turismo, con l’avvento al potere del repubblicano Nixon nel
1969, sospesero la convertibilità del dollaro e lo svalutarono del 10 % sperando che le merci americane
potessero riacquistare la competitività sui mercati esteri e istituirono una sovratassa del 10%
sull’importazione di un gran numero di merci per evitare la concorrenza dei prodotti esteri.
LO SVILUPPO ECONOMICO IN GIAPPONE
Alla fine della guerra l’economia giapponese era in rovina.
Il Comando Supremo Delle Potenze Alleate (SCAP), guidato dal generale Arthur, si pose l’obiettivo
di smilitarizzare e di democratizzare il Gioppone, dove vi erano ancora residui del regime feudale,
attraverso l’attuazione di un programma di riforme che fu avviato nel 1946 con una nuova
Costituzione che, introducendo il principio della sovranità popolare, assicurò il rispetto delle libertà
civili e politiche.
Lo SCAP
Nel dicembre 1946, considerando le condizioni di miseria e di disagio della classe contadina, varò una
riforma agraria che prevedeva la confisca delle terre dei proprietari assenteisti e la loro equa
distribuzione ai contadini; Provvide allo scioglimento degli Zaibatsu e approvò le leggi anti trust per
assicurare il ripristino della libera concorrenza;
Varò una legislazione sociale con cui furono riconosciuti agli operai i diritti di associazione e di
sciopero; furono regolati gli orari di lavoro, l’attribuzione di ferie, le procedure di licenziamento; fu
creato un Ministero del lavoro che avrebbe fatto rispettare le disposizioni vigenti.
Grazie a questo complesso di riforme si realizzò la ricostruzione dell’economia devastata dalla guerra:
si sviluppò il settore agricolo ed il settore industriale con aumento delle industrie tessili, siderurgiche,
meccaniche, chimiche, mercantili, elettriche, industrie produttrici di strumenti e apparecchiature
elettroniche.
Ma il “miracolo economico” caratterizzato dal mantenimento di un mercato interno protetto, limitata
importazione, e dalla conquista di sbocchi all’esterno per i suoi prodotti, aumento delle esportazioni,
creò tensioni in campo internazionale e sociale.
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