Unicredit, uscita a ostacoli dall`Asia In vendita l`attività in Kazakhstan

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Mercoledì
02/01/2013
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Direttore Responsabile
Diffusione Testata
Ferruccio de Bortoli
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H credito Nel 2007 il prezzo d'acquisto fu di due miliardi, adesso le stime sono basate su un contesto completamente cambiato
Unicredit, uscita a ostacoli dall'Asia In vendita
l'attività in Kazakhstan Prime offerte, si lavora alla
vantazione, n nodo impieghi a Astana
Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
Un anno a Piazza Affari Ultima chiusura (28 dicembre} 3,706 euro
(-1,07%) L'amministratore delegato di Unicredit Federico Ghizzoni
II presidente della Repubblica del Kazakhstan, Nursultan Nazarbaev
apr mag giù lug ago 2012 D ARCO
MILANO — Da ieri alla prese con il varo
della nuova organizzazione della banca in
Italia che semplificherà il rapporto con i
clienti, Federico Ghizzoni non trascura le
province più lontane di Unicredlt. Anzi è
proprio il dossier sulla più lontana delle
controllate della banca milanese, la Atf
Bank dell'ex Repubblica sovietica del
Kazakhstan, ad essere sul tavolo
dell'amministratore delegato del gruppo.
La decisione è stata presa da tempo:
liberarsi di una partecipazione che in
cinque anni — i più burrascosi
dell'economia mondiale — ha procurato
di fatto solo mal di testa. E perdite. I
contatti con possibili compratori ci sono
— principalmente si tratta di oligarchì
locali, a cominciare dallo stesso venditore
del 2007, quel Bulat Utemuratov
fedelissimo del presidente-dittatore
Nursultan Nazarbaev — ma è il nodo del
prezzo che ancora deve essere sciolto.
Non si potranno certo recuperare i due
miliardi di euro spesi complessivamente
tra acquisto e aumenti di capitale, visto
che nell'ultimo bilancio Atf Bank è
valutata circa 450 milioni. Piuttosto
Unicredit, che attraverso Bank Austria
rilevò l'istituto in più fasi tra giugno e
dicembre 2007, punta a semplificare la
rete in Est Europa e a concentrare le forze
nei Paesi che danno più prospettive e sono
più gestibili La rete estera Ghizzoni la
conosce bene, avendola guidata proprio
dalla fine del 2007. Uno dei principali
motivi per i quali nei grattacieli di Porta
Garibaldi si punta a vendere è proprio la
difficile governance locale, più che i
motivi di redditività. Inoltre c'è un
problema strategico: una partecipazione in
quell'area
Grandi gruppi bancari
ha senso per una banca corporate, mentre
Unicredit si sta concentrando sulla banca
commerciale; così com'è adesso, Atf
appare dunque troppo slegata dal resto del
gruppo, pur essendo una realtà
L'ex proprietario Tra i
pretendenti c'è l'oligarca
Bulat Utemuratov, lo stesso
che cinque anni fa vendette
Atf Bank a Unicredit
rilevante nel Paese: terzo istituto con il
9% circa del mercato. La situazione finora
comunque è ancora fluida, spiegano fonti
a conoscenza del dossier, e non è possìbile
stimare quando i colloqui possano portare
a una conclusione. Secondo un recente
report di Equita, la cessione potrebbe
incrementare il patrimonio di Unicredit di
circa io punti base.
Nei mesi scorsi, in silenzio, c'era stata una
trattativa con un investitore cinese ma poi
non se n'è fatto nulla. A metà dicembre il
quotidiano austriaco Die Presse ha parlato
dell'interesse di un gruppo di investitori di
Almaty, la vecchia capitale, tra cui alcuni
parenti del sindaco della città. Ma
soprattutto resta in piedi l'offerta dell'ex
proprietario.
l'offerta a un livello considerato
«degno», allora Ghizzoni potrebbe
prendere in considerazione
l'ipotesi, che pure potrebbe creare
problemi dal punto di vista
dell'immagine. n danno sarebbe
stato determinato fra l'altro
dall'ammontare dei crediti a
rischio trovati nell'istituto kazako
dai manager di Unicredit quando
sono arrivati ad Astana. In
particolare nel 2007, l'anno della
vendita, gli impieghi sono
schizzati del 50% a 4,4 miliardi, a
fronte di depositi per 2,2 miliardi
(+8%): crediti forse concessi
troppo facilmente che si sono poi
rivelati in perdita anche a causa
dello scoppio della crisi
economica. La banca ha dovuto a
più riprese svalutare totalmente
l'avviamento (pari a 1,2 miliardi) e
a registrare nel 2009-2010 perdite
per circa mezzo
Utemuratov, terzo uomo più ricco del
Kazakhstan con un patrimonio stimato
da Forbes in 1,5 miliardi di dollari, si
è fatto vivo per rilevare la banca che
lui stesso aveva ceduto a Unicredit per
circa 2 miliardi di dollari. Ma sempre
secondo le fonti avrebbe offerto una
cifra molto bassa: «Non possiamo
accettare la beffa oltre al danno», è la
linea dentro Unicredit. Solo se
Utemuratov alzasse
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Ferruccio de Bortoli
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Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
miliardo di euro. Come mesi dopo ammise
lo stesso ex'amministratore delegato,
Alessandro Profumo, fu un errore di
valutazione entrare a quei prezzi—al picco
delle valutazoni — in Kazakhstan e in
Ucraina. Ma il costo totale dell'espansione
a Est di Unicredit è stato bilanciato dai
prezzi moderati dei gioielli del gruppo
come la polacca Pekao o la turca Yapi
Credi Ad oggi la divisione Est Europa
guidata da Gianni Franco Papa è il motore
di Unicredit. Nei nove mesi del 2012, pur
pesando per il 19% dei ricavi, ha
contribuito all'utile di gruppo per circa il
70%, pari a 1,4 miliardi. Fabrizio Massaro
,fmassaro(§>corriere.ir
Grandi gruppi bancari
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