Circolo Culturale La Torre - Chiavenna -Controstoria 74

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Controstoria 74 - Maometto
ANNO 2009 - Silvia SCARANARI
È all'origine della religione musulmana. Ma in Occidente pochi conoscono la sua vita. Fu religioso,
convinto di aver ricevuto rivelazioni divine, poligamo, guerriero ma anche unificatore di tribù. Ecco un
profilo di Maometto
Maometto nasce presumibilmente nel 570 d.C. (anno dell'Elefante, così chiamato per una incursione del re etiope
sul territorio dell'Arabia con un esercito dotato di molti elefanti) nella città della Mecca, posizionata nella regione
dell'Hijiaz. La data di nascita non è certa, alcuni citano il 571, altri il 569.
Le fonti da cui possiamo trarre informazioni biografiche su di lui sono il Corano, in cui sono narrati molti fatti
personali e/o sociali di Muhammad, la sīrĕh (vita) di Ibn Ishĕq (704-768), quella di Ibn Ishĕm (830?-833), il testo
di al-Wĕqidī (747-823), un testo sulle spedizioni di guerra, e infine la biografia di at-Tĕbarī (839-923), composta
con sistema annalistico e, diremmo oggi, con metodo comparatistico.
La madre si chiamava Aminĕh, il padre Abdallah, del clan dei Quraīsch, dei Banu-Hashīm, tradizionalmente
dediti al commercio dei cammelli. Nasce già orfano di padre,
e anche la madre muore quando lui ha appena sei anni.
Viene allevato amorevolmente dal nonno paterno al-Muttalib,
ed in seguito dallo zio paterno Abū Talib. Durante
l'adolescenza, la famiglia subisce un rovescio finanziario e da
una situazione decisamente benestante Maometto si ritrova a
dover lavorare per mantenersi. Di questa situazione, egli
ringrazierà Allah nel Corano (XCIII, 6-11), per aver
sperimentato le disagevoli condizioni dei ceti più bassi.
Entra al servizio di una ricca vedova meccana, Kadhīja, e ne
è stimato come buon amministratore dei suoi beni. A 25 anni la sposa, sebbene lei ne abbia quasi 40. Si tratterà
di un matrimonio felice e fortunato, da cui nasceranno quattro figlie (Zaynab, Ruqayya, Umm Kulthūm e Fĕtima) e
due maschi e altri tre figli maschi (al-QÄ•sim, Abd AllÄ•h e Ayyib, tutti morti in tenera età). L'ultima figlia FÄ•tima sarà
sempre la prediletta da Maometto.
Le "rivelazioni"
Con il matrimonio inizia una vita agiata tanto che a quarant'anni sente l'esigenza di un approfondimento spirituale.
Prende l'abitudine di ritirarsi in preghiera sulle alture intorno
alla città. Proprio durante uno di questi ritiri, nella notte tra il
26 e 27 del mese di ramadan dell'anno 610, racconta di aver
ricevuto la prima sconvolgente rivelazione ad opera
dell'arcangelo Gabriele. L'episodio è ricordato nella sura
XCVI, nei versetti dall'1 al 5: l'arcangelo gli rivela l'unitàunicità di Dio e la sua missione profetica. La prima parola che
viene pronunciata dall'arcangelo è un ordine imperativo:
"iqra", ovvero "leggi". La radice del verbo è la stessa che dà
luogo alla parola qur'an, Corano, che significa recitazione.
Seguiranno 22 anni di rivelazioni, fino al 632, anno della sua morte.
Da questo momento, Maometto riterrà un dovere comunicare ai suoi concittadini le rivelazioni che di volta in volta
l'arcangelo Gabriele gli trasmette, ma all'inizio solo la moglie gli presta fede. La meccanica della rivelazione è
esclusivamente orale. Egli impara a memoria quanto l'arcangelo Gabriele gli dice e poi fa apprendere ai suoi
seguaci la "rivelazione". Solo molto più tardi, sotto il terzo califfo Othman, il testo rivelato verrà messo per iscritto.
Si aliena le simpatie dei potenti locali che lo considerano "pazzo", "delirante", "nemico della tribù". La situazione
peggiora quando diventa capo della tribù dei QuraÄ«sch lo zio paterno Abu Lahab, che lo perseguita apertamente,
lo caccia dalla tribù e impone persecuzioni anche ai suoi pochi seguaci, circa quaranta/sessanta persone, per lo
più di umile condizione, che infatti Muhammad invita a scappare in Abissinia perché lì c'è un re cristiano che
certamente li accoglierà (cosa che regolarmente avviene).
Le mogli e le concubine
Nel 619, durante il mese di ramadan, muore l'amata Khadīja. Maometto decide quindi di risposarsi
immediatamente con la figlia di uno dei primi seguaci e
amico fraterno, Abu Bakr, che si chiama AÄ«sha e ha appena
sei (secondo alcune biografie nove) anni. Essendo troppo
giovane per consumare il matrimonio, Muhammad si sposa
contemporaneamente con la trentenne Sawda bint Zam'a
(rimasta vedova del marito, morto in Abissinia dove s'era
recato i fuggiaschi). Negli anni successivi sposerà altre 10
donne, alcune per la loro avvenenza, altre solo per
opportunità politica. Sebbene per l'islam sia consentito il
matrimonio in contemporanea solo con 4 donne, Maometto
sostenne di aver ottenuto una speciale rivelazione secondo cui il limite non aveva valore per lui. Tra le varie
mogli, alcune mostrarono un carattere molto deciso. Ad esempio, Amra bint YazÄ«d protestò vivacemente per tale
unione, ottenendo così di venir subito ripudiata e di tornare tra la sua gente.
Tra tutte, la donna che avrà più influenza su di lui (dopo la defunta KhadÄ«ja) sarà AÄ«sha. Sposata da bambina
per ordine - sostenne Maometto - dell'arcangelo Gabriele, ha solo 19 anni quando Muhammad muore, non gli ha
mai dato un figlio, ma è la sua prima consigliera. Maometto muore fra le sue braccia a Medina e lei continuerà ad
influenzare la comunità delle origini (forse non sempre positivamente) con etto il suo carattere molto deciso. Una
radicale antipatia la contrappone a lungo ad Alì, il cugino di Maometto, marito della figlia prediletta Fatima e
quarto califfo.
L'origine del rancore risale ad un episodio raccontato nel Corano. Nel corso di un trasferimento in carovana in
ambiente desertico, AÄ«sha si era attardata per una banale necessità fisiologica, perdendo tempo nella ricerca dei
grani di una collana il cui filo le si era in quell'occasione spezzato. Senza accorgersi della sua assenza (le donne
viaggiavano al chiuso di baldacchini issati sul dorso di un dromedario) la carovana era però ripartita. Viene
ricondotta al marito da un giovane beduino. Il fatto che i due giovani fossero stati insieme senza alcun controllo e
l'avvenenza di entrambi generarono ovvie malignità. Alì suggerì allora al cugino di ripudiare la moglie, per evitare
di essere danneggiato da quei sospetti, ma una "rivelazione divina" scese per giustificare l'accaduto e liberare
AÄ«sha da qualsiasi sospetto di adulterio. Da qui, però, il rancore e l'avversione fra i due. Ebbe anche varie
concubine (forse sedici) tra cui la copta Mariya, che poi sposò, e da cui ebbe un figlio: IbrÄ•hÄ«m, deceduto a otto
mesi con grande dolore dello stesso Muhammad.
La sua particolare attenzione per il mondo femminile, oltre a rientrare nella consuetudine tribale pre-islamica,
rappresenta una specifica caratteristica di Muhammad che, secondo un antico hadith ("detto del Profeta") non si
vergogna di dire che «due sole cose mi stanno molto a cuore oltre la preghiera: le donne e il profumo».
L'era musulmana Dopo un primo fallito tentativo di rifugiarsi nella vicina at-TaÄ«f, Muhammad ottiene ospitalità a
Yatrib, a circa 350 chilometri a nord della Mecca. Qui viene anzi invitato e incaricato di fare da paciere fra due
tribù in lotta fra di loro. Infatti gli Aws e i Khazrag, che avevano preso il potere spodestando la precedente tribù
ebraica dominante, era- no in conflitto fra loro per motivi di carattere commerciale. Muhammad riesce a riportare
la pace e la serenità fra gli abitanti della città e questo gli garantisce un ruolo primario nel contesto sociale locale.
L'anno del suo arrivo a Yatrib è il 622, l'anno dell'Egira, da cui il mondo islamico inizia la datazione della nuova
era musulmana. La città di Yatrib cambierà in onore di Maometto il suo nome e incomincerà a chiamarsi atMedinat, la nostra Medina, ovvero "la città" per antonomasia. In questa città i convertiti della prima ora, coloro che
hanno seguito Maometto nel suo esilio, vengono chiamati muhĕgirun (immigrati) e gli altri ansĕr (ausiliari). Questi
ultimi sono i medinesi convertiti alla nuova fede. I primi, per non farsi mantenere dai medinesi, si attribuiscono il
ruolo di combattenti, di guerrieri, che diventa così una professione attraverso cui assicurarsi un bottino da
spartire. Questo sarà uno degli elementi che daranno spinta alle razzie, trasformate dopo breve tempo in vere e
proprie guerre, che porteranno gli arabi ad avere una forza di espansione straordinaria.
Guerre e razzie
Durante i dieci anni di permanenza nella città di Medina, Maometto sarà coinvolto in ben 19 guerre. Tra queste
alcune acquisiscono un'importanza fondamentale. Nel 624 la battaglia di
Badr si svolge il 17 o 19 o 21 del mese di ramadan. Il Corano afferma che
Allah combatte con loro, e i musulmani vincono. Nella città di Badr
(semplice oasi, collocata a sud-est di Medina, sosta obbligatoria per le
carovane che procedono dalla Mecca e che si recano in Siria) Maometto
approfitta della presenza di una ricca carovana meccana per attaccarla e
razziare un lauto bottino.
L'anno successivo vi è una seconda battaglia importante, quella di Uhud, oasi a nord di Medina, durante la quale
Maometto è sconfitto. I pagani meccani vogliono vendicare i morti di Badr e quindi attaccano per primi le truppe
medinesi. Maometto potrebbe essere ucciso, ma è invece semplicemente ferito e si grida al miracolo. Il Corano
spiega la sconfitta dei musulmani imputandola alla mancanza di fede. A questo episodio seguiranno molte
indicazioni pratiche da parte di Allah sul rapporto con gli alleati e con i meccani, con cui l'alleanza è sempre e
comunque proibita (sura 4).
Pellegrinaggio alla Mecca
Nel 628, Maometto ritiene di aver acquisito sufficiente importanza per
recarsi in pellegrinaggio alla Mecca. Qui tuttavia viene accolto con
ostilità, e di conseguenza si ferma fuori della città promettendo tuttavia di
tornare quanto prima. Infatti, nel 630 con un ricco esercito attacca la
Mecca e vince. Entra quindi a fare il pellegrinaggio, ma solo dopo aver
deposto le armi fuori del territorio sacro. Tornerà ancora una volta alla
Mecca nel 632 per compiere il pellegrinaggio alla Pietra Nera in stato di
irhÄ•Ä«m (purità legale).
In questa circostanza detta le condizioni con cui il pellegrinaggio andrà svolto in seguito. Il pellegrinaggio alla
Mecca, già abitudine devozionale delle tribù pre-islamiche, viene acquisito da Muhammad come un importante
momento religioso tanto da diventare uno dei cinque doveri fondamentali del pio musulmano.
La morte
Dopo il pellegrinaggio, Maometto torna a Medina, ormai malato, e qui muore l'8 giugno del 632 nella casa della
moglie preferita AÄ«sha, figlia di Abu Bakr, che sarà il suo primo successore. Secondo quanto attesta la biografia
di at- Tabĕri, alla sua morte egli aveva diciassette liberti, dieci segretari, sette cavalli, tre mule da sella, tre
cammelli da corsa, venti cammelli da latte, molti dromedari, sette capre. Inoltre possedeva sette spade, tre lance,
tre corazze, uno scudo. Il patrimonio di un buon guerriero e padre di famiglia, certo non di chi si è voluto arricchire
sulle spalle dei seguaci.
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