www.gliamicidellamusica.net Pubblicato il 15 Gennaio 2017 Conclusa felicemente al Teatro del Giglio la rassegna «Lucca i giorni di Puccini» Peppe per Puccini una meraviglia servizio di Simone Tomei LUCCA - Puccini si ascolta, Puccini si legge, Puccini si declama, Puccini si respira in ogni angolo della città… anzi Puccini si è respirato in ogni angolo dell’arborato cerchio proprio fino all’8 gennaio 2017, giorno che ha decretato la chiusura della fruttuosa iniziativa dI «Lucca I Giorni di Puccini» ; come già evidenziato in altri articoli su questa testata, il merito di questa iniziativa va accreditato alla fattiva collaborazione tra Comune di Lucca, Fondazione Giacomo Puccini e Teatro del Giglio, con il sostegno di Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, Fondazione Banca del Monte di Lucca, Lucar, Tagetik, Manifatture Sigaro Toscano, Unicoop Firenze e Gesam Gas e Luce e con i patrocini di MIBACT – Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Regione Toscana e AGIS Toscana e con la attiva collaborazione delle associazioni culturali e musicali della città. È stata la presenza di Peppe Servillo, attore cinematografico e teatrale e frontman degli Avion Travel, unitamente a quella dell ’Ensemble Berlin (formato da musicisti dei Berliner Philarmoniker) a concludere felicemente un percorso nato il 26 novembre proprio con La b ohème. (qui potete leggere articolo) Con strepitosa voce narrante, Peppe Servillo dà vita - sulle tracce musicali tessute tra le partiture di Giacomo Puccini e Richard Strauss - al graffiante dialogo ideale tra i due autori rivali sui palcoscenici d’Europa, nello spettacolo «Il semiserio tra Puccini e Richard Strauss è un dialogo ideale tra i due compositori che è stato realizzato in esclusiva per il festival lucchese. Nella prima parte del pomeriggio musicale, siamo in balia di alcuni scritti musicali giovanili dei due autori cui fanno contorno alcuni scambi epistolari del Doge Lucchese che ci fanno capire l’attenzione che esso dedicava al coevo tedesco di cui seguiva i movimenti; proprio in occasione della prima di Salomè diretta dallo stesso Strauss, ne riconosceva il successo, ma “…. quanti ne saranno convinti? L'esecuzione orchestrale fu una specie d'insalata russa mal condita" Letture epistolari per voce di Servillo che affacciato alla Barcaccia, proprio sopra la buca orchestrale, ha declamato con grande enfasi e con un giusto accento, immedesimandosi e rendendoci appieno le intenzioni del compositore lucchese. Come accennavo prima di contorno a queste declamazioni alcune composizioni giovanili dei due musicisti: lo Scherzo in La Minore e l'Allegro moderato dal Quartetto in Re per Archi di Puccini e Till Eulenspiegel einmal anders op.28 di Richard Strauss. Altra pagina di grande ironia e goliardia quella che illustra le regole del Club della Bohème: Puccini si riuniva con un gruppo di artisti e scrittori presso una bettola "La capanna di Giovanni dalle bande nere" in quel di Torre de Lago, da subito ribattezzata proprio Club La Bohème. Qui i sodali passavano molto tempo, bisbocciando allegramente, bevendo vino e giocando a carte, con vivo disappunto dell'aristocratica moglie Elvira; ecco quindi le regole del club declamate da Beppe Servillo: Art 1 I soci del Club "La Bohème", fedeli interpreti dello spirito onde il club è stato fondato, giurano di bere e mangiar meglio. Art. 2 Ammusoniti, pedanti, stomachi deboli, poveri di spirito, schizzinosi e altri disgraziati del genere non sono ammessi o vengono cacciati a furore di soci. Art. 3 Il presidente funge da conciliatore, ma s'incarica d'ostacolare il cassiere nella riscossione delle quote sociali. Art. 4 Il cassiere ha la facoltà di fuggire con la cassa. Art. 5 L'illuminazione del locale è fatta con lampada a petrolio. Mancando il combustibile, servono i "moccoli" dei soci. Art. 6 Sono severamente proibiti tutti i giochi leciti. Art. 7 È vietato il silenzio. Art. 8 La saggezza non è ammessa neppure in via eccezionale. Anche questo era Puccini e questa era la sua “toscanità”. Dopo la pausa di rito una seconda parte dedicata interamente al compositore tedesco. Una rilettura ed una personale versione di Das Buerger als Edelmann, ovvero Il b orghese gentiluomo , dal testo di Molière che tenne impegnato Strauss con Hugo von Hofmannsthal per quasi due lustri. La lettura e l’interpretazione di Servillo hanno messo in evidenza con grande partecipazione uno spaccato della società dove i nuovi ricchi si atteggiano a gran signori, ma alla fine si trovano soli con la loro “possidenza”; ironia, ridicolo e vanesìa quasi tragicomica hanno trovato sempre diversi accenti nell’interpretazione del nostro attore cui hanno fatto ottima cornice gli strumenti impiegati dalla riduzione orchestrale di Guy Brauestein; ottima prestazione quella del Primo violino Luiz Coelho ed encomio per tutta l’ensemble che ricordo con piacere: Bettina Sartorius, violino, Walter Kuessner, viola, Clemens Wiegel, violoncello, Ulrich Wolff, contrabbasso, Gili Schwarzmann, flauto, Ishay Lantner, clarinetto, Mor Biron, fagotto, Stefan Jeziersky, corno. Pubblico entusiasta alla fine per un arrivederci al prossimo anno dove verrà scritta un’altra pagina sulla vita di questo Teatro del Giglio che stagione dopo stagione rinnova l’impegno di portare alto il nome di Giacomo Puccini e della cultura in una città che sempre più si avvicina ad essere una capitale mondiale della musica. Crediti fotografici: Ufficio stampa Teatro del Giglio di Lucca Nella miniatura in alto: il primo violino dell'Ensemble Berlin, Luiz Coelho Al centro: Peppe Servillo In basso: gli applausi finali del pubblico del Giglio all'Ensemble Berlin e a Servillo