Codice cliente: 8727381 CULTURA Corriere della Sera Giovedì 9 Ottobre 2014 Il film uscirà nel 2016 J. K. Rowling si dà al cinema Un tweet sibillino della «mamma» di Harry Potter aveva fatto sperare i fan in un ritorno del maghetto. È stata la stessa J. K. Rowling (foto Reuters), via Twitter a svelare che non di un libro si tratta ma di un film. L’autrice sta lavorando alla sceneggiatura del primo atto di una trilogia sul mago Newton Scamander, autore immaginario di un testo sugli animali magici citato in Harry Potter. L’uscita del film è prevista nel 2016. Paul Renner La stella di Keplero all’Osservatorio di Capodimonte Il 9 ottobre del 1604 una Supernova esplose nella nostra galassia, in direzione della costellazione dell’Ofiuco, a non più di 20 mila anni luce dalla Terra: Giovanni Keplero (1571-1630) la scorse per la prima volta il 17 ottobre, a occhio nudo, ne restò ammaliato e le dedicò un libro, De Stella nova in pede Serpentarii, studiandola così a lungo che essa prenderà il suo nome. A 410 anni di distanza l’artista austriaco Paul Renner (1957) dedica a quell’evento spettacolare, «Supernova 1604 reloaded», un allestimento ospitato 41 dal 9 ottobre negli spazi dell’Osservatorio astronomico di Capodimonte, a Napoli. Invitato dalla Fondazione Morra e dal direttore dell’Osservatorio Massimo Della Valle, Renner, artista amante delle contaminazioni, interpreta l’avvenimento con attitudine eclettica disegnando un’originale cartografia moderna. La «Supernova» di Renner è realizzata come un affresco sulla copertura della sala d’ingresso dell’Osservatorio ed è contrassegnata da 69 punti luce che ne ripercorrono la sagoma come in un ideale firmamento Elzeviro Ancora in calo il mercato editoriale in Italia. Unica tendenza positiva la vendita digitale AMICIZIA E TRADIMENTO A ROMA NEL ’43 La proposta da Francoforte: per l’ebook tassazione ridotta come per i libri di carta di Paolo Di Stefano È incredibile quanta materia Lia Levi riesca a condensare dentro i suoi romanzi. Ed è ancora più incredibile la leggerezza con cui sa trattare questa materia densa e a tratti incandescente. Il braccialetto, il suo nuovo racconto lungo, è un bellissimo libro che intreccia la vicenda di un’amicizia difficile, la ricerca di due diverse identità di ragazzi (Corrado e Leandro) con un breve, ma cruciale, tratto di Storia italiana ed europea. Si va dal 25 luglio 1943 all’entrata dei tedeschi a Roma. La mano lieve di Lia Levi riesce, come sempre, a restituire l’orrore dei ciechi tempi attraverso le pieghe della quotidianità di gesti e sentimenti, facendone percepire tutta la verità e persino l’oscura normalità. Corrado ha 15 anni, ha vissuto attivamente la notte della distruzione dei busti di Mussolini e dei fasci littori. Da ebreo si augura che sia l’inizio della fine dell’incubo: spera che presto vengano abolite le leggi razziali; aspira a passare, l’anno prossimo, dalla scuola ebraica al Liceo Visconti, l’istituto pubblico. Ma i giorni passano e nulla accade. Lui, ribelle, sente un sordo rancore per i due genitori, così sottomessi al peso degli eventi, ancora ligi e timorosi, forse posseduti da un vago e inspiegabile senso di colpa. Corrado vive un’età di insofferenza e di orgoglio che non ammette cedimenti e che lo porta a maturare una sorta di superiorità altera soprattutto verso suo padre, in cui non riesce a riconoscersi. Esce in piazza, frequenta le strade e i movimenti, mentre la prudenza paterna, che lui scambia per viltà, lo vorrebbe più cauto e attento alle amicizie e agli incontri. Un tardo pomeriggio, al cinema, viene avvicinato da un coetaneo, un bel ragazzo pallido, dalla capigliatura nera e disordinata: è Leandro, una personalità apparentemente spavalda, ma insoddisfatta (soprattutto di sé) per ragioni speculari a quelle di Corrado. In questa specularità si gioca la loro complessa relazione, destinata a diventare amicizia quasi esclusiva. Mentre la famiglia di Corrado fatica a campare, Leandro abita in una casa principesca con una vecchia prozia russa: mentre il primo sa quel che vuole ed è impaziente di conquistarlo, l’altro è alla ricerca di un’identità e non possiede neppure radici da contestare. Ammira Corrado, al punto da desiderare di essere ebreo come lui, ma l’altro non ne accetta l’ammirazione scambiandola per una forma più dolce di razzismo. Buona parte del romanzo trascorre nell’attesa che qualcosa accada, vi aleggia un senso di sospensione terribile, tra ottimismo e cattivi pensieri, soffocata nella apparente e forzata normalità. Quel che matura, se non altro, è il rapporto di amicizia tra i due ragazzi così diversi. Il pregio di Leandro è l’intelligenza creativa coniugata con l’ostinazione: vuole che sia Corrado a dargli le ripetizioni di latino e greco in vista degli esami di riparazione e ci riuscirà. Lo farà entrare nel suo appartamento nobiliare, dove incontrando la vecchia prozia l’amico comincerà a cogliere inquietanti segnali sul destino degli ebrei. Quando le cose precipitano, di colpo, il braccialetto della madre di Corrado, che finora è apparso scintillante qua e là come una madeleine, diventa il motore del racconto, ma in absentia. I tedeschi chiedono agli ebrei di Roma 50 chili d’oro in trentasei ore in cambio della vita e con il terrore di essere vittime di un inganno, gli abitanti del quartiere si danno disperatamente da fare. È a quel punto che Corrado si ricorda del braccialetto, «simbolo dell’epoca tintinnante» di sua madre. Ma il braccialetto non c’è, i genitori in difficoltà hanno venduto quel prezioso amuleto che rappresentava tutta la storia della famiglia. Per Corrado è un tradimento. Le cose presto si capovolgono: del resto, la tragedia, con le sue meschinità e i suoi eroismi, ha sempre un rimbalzo nei romanzi di Lia Levi. E il lettore, nelle ultime pagine, precipiterà nella stessa vertigine in cui cade Corrado. © RIPRODUZIONE RISERVATA 57 Il 57 per cento degli italiani non legge nemmeno un libro all’anno 3 Il mercato del libro digitale rappresenta il 3 per cento ma salirà al 4,5-5 22 Il 4 per cento è l’iva sul libro cartaceo mentre il 22 per cento è quella sul libro digitale di Ranieri Polese FRANCOFORTE «Purtroppo, per il quarto anno consecutivo, dobbiamo registrare ancora un calo del mercato librario in Italia» ha detto il presidente dell’Associazione Italiana Editori (AIE) Marco Polillo nella conferenza stampa che si tiene nel giorno di apertura della Fiera di Francoforte. «Nei primi otto mesi del 2014, i dati Nielsen rilevano un 4,7 per cento in meno rispetto al 2013 (e circa il 10 per cento in meno rispetto al 2012). In tre anni il settore ha perso il 20 per cento del suo valore, arrivando al livello critico di un fatturato di appena 2,7 miliardi di euro». Siamo di fronte, ha detto, a una crisi strutturale di vastissime proporzioni: l’Italia oggi è penultima in Europa nei livelli di lettura. La percentuale di persone che non leggono nemmeno un libro all’anno è pari al 57 per cento. Come tamponare gli effetti di questa crisi? Per prima cosa, ha detto Polillo, aiutando il segmento che, unico, ha dato segni di crescita. Ovvero il mercato del libro digitale, gli ebook: oggi rappresentano il 3 per cento del fatturato, ma secondo le stime alla fine di quest’anno potrebbero arrivare al 4,5 - 5 per cento. Ma per far questo occorre, ha detto rivolgendosi al ministro dei Beni culturali Dario Franceschini che partecipava alla riunione, riuscire il prima possibile a riparare la stortura per cui l’Iva sul libro di carta è del 4 per cento mentre quella sull’ebook è del 22 per cento. Un libro è un libro – Polillo ha lanciato ieri una campagna destinata a favorire la diffusio- C’è l’impegno di Dario Franceschini e degli altri ministri europei per abbassare l’Iva L’Italia oggi è penultima nell’Ue per i livelli di lettura Il dato tende sempre più ad aggravarsi 2,7 Il fatturato dei libri in Italia è 2,7 miliardi di euro, una cifra critica -7,3 Polillo (Aie) «Il problema è che siamo passati dall’analfabetismo all’età della televisione» Nei primi mesi del 2014 il numero di libri venduti segna -7,3 % rispetto al 2013 rapido e violento (fra il 1941 e il 1944) si consumano i destini dei patrioti, incerti se combattere il regime staliniano e accogliere i tedeschi come liberatori, o invece sabotare l’esercito hitleriano pur sapendo che il ritorno dei sovietici riporterà una condizione di schiavitù. Parla di libertà, la Oksanen, a qualunque costo: libertà per i popoli sottomessi a regimi dittatoriali; libertà per le donne, schiave da secoli. A chi le chiede della Russia di Putin, risponde: «Mi sembra sia tornata ai tempi di Stalin: anche oggi, come si è visto nella crisi dell’Ucraina, chi è contro Mosca è fascista. Sono fascisti gli omosessuali, gli occidentali, le donne». Si professa femminista. E oggi non accetta più di parlare delle donne come «vittime»: «Le donne sono sopravvissute alla schiavitù; oggi hanno la capacità di non essere più vittime». (r.p.) essere portata la proposta dei ministri della cultura. Se l’Ecofin boccia la richiesta, che fare? Per gli editori, il governo italiano dovrebbe seguire l’esempio di Francia e Lussemburgo, che, infrangendo le regole comunitarie, hanno abbassato la tassa sugli ebook. Franceschini si mostra più prudente. Un accordo pieno tra ministri della cultura, dice, ha già un peso politico di cui l’Ecofin non può non tener conto. È già successo di recente quando i ministri della cultura hanno chiesto e ottenuto di tener fuori il settore culturale dal trattato commerciale Europa-Usa in discussione in questi mesi. Ma cos’è questa crisi – Le cause della crisi di oggi vanno cercate nella storia del nostro paese, ha detto il ministro. A differenza di altre nazioni, l’Italia è passata dall’epoca dell’analfabetismo diffuso all’epoca della televisione. Ci è mancata la fase della diffusione della lettura. «Non incolpo la televisione in generale» ha detto «So che si fanno trasmissioni in cui si presentano libri, ma sono rivolte a quei pochi che leggono. Ma chi produce sceneggiati e programmi d’intrattenimento, quelli che creano modelli per gli spettatori, perché non fanno mai vedere un libro, qualcuno che legge, o un personaggio che racconta un libro che ha letto?». © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Rusty Squid Design Collective, Book Hive (2014, installazione, Bristol Central Library) «Le donne non sono più vittime» Sofi Oksanen: «Finita la sottomissione, oggi vere protagoniste» FRANCOFORTE «Gli schiavi e le donne hanno Dal Nord Sofi Oksanen, scrittrice e drammaturga finlandese, nata a Jyväskylä il 7 gennaio 1977 ne del libro. La frase che le dà il titolo, «Un libro è un libro», sembra una verità lapalissiana: non lo è finche vige l’«assurda diversità» di tassazione fra i differenti formati. Coinvolge, la campagna, tutto intero il panorama editoriale italiano. Ha un sito (www.unlibroeunlibro.org) e profili facebook e twitter. Per Laura Donnini, Amministratore delegato e Direttore generale libri Rcs, particolarmente impegnata nella campagna, «bisogna valorizzare la lettura facendo sistema tra editori, librai, scuole, biblioteche, territorio, istituzioni, in un modello virtuoso e contagioso che rimetta al centro la lettura e i libri. Senza dimenticare la salvaguardia delle librerie, che restano alla base della nostra industria». Ma intanto, mentre sono in fase di preparazione i tipi e i modi di intervento, gli editori chiedono l’equiparazione dell’Iva, sfruttando il semestre di presidenza europea dell’Italia. Un impegno che il ministro Franceschini fa suo, e che sarà oggetto del prossimo incontro fra i ministri della cultura dei paesi Ue. Che fare — La revisione tributaria è di competenza dell’Ecofin, alla cui riunione nel prossimo dicembre dovrebbe cominciato a conoscersi solo quando sono diventati liberi». Con questa citazione di John Stewart Mill, Sofi Oksanen ha concluso il discorso ufficiale di apertura della Fiera del libro di Francoforte. Autrice di punta del Paese ospite, la Finlandia, Sofi Oksanen (nata nel 1977) è la star della Buchmesse: capelli tinti con colori fluo, abiti provocanti, trucco pesante. A qualcuno ricorda la trasgressiva (e tragica) figura della cantante Amy Winehouse. Di madre estone e padre finlandese, la Oksanen scrive in finlandese. I suoi libri sono tradotti in molti paesi, anche in Italia (Le vacche di Stalin e La purga da Guanda, il recente Quando i colombi scomparvero da Feltrinelli). Racconta, nei suoi romanzi, la tragedia dell’Estonia, passata nel giro di pochi anni dalla dominazione sovietica all’occupazione nazista e di nuovo ai sovietici. In questo alternarsi