Realtà fisica e realtà percettiva - Digilander

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1.2 La percezione
Realtà fisica e realtà percettiva
saverio hernandez http://digilander.libero.it/artisticopiazza/lezioni/hernandez/home.htm
La nostra mente non si limita a registrare passivamente gli stimoli ottici che ci provengono dall’ambiente, ma seleziona e
organizza tali stimoli per elaborare un’immagine significativa delle cose.
In linea di principio percepire non è diverso dal pensare: sono entrambe attività mentali
attraverso le quali noi esaminiamo dei dati per giungere a una conclusione sullo stato delle
cose. Per questa ragione non sempre c’è una corrispondenza esatta ed univoca tra gli
oggetti e l’immagine che ce ne facciamo. Può accadere per esempio di vedere ciò che, da
un punto di vista strettamente fisico, non esiste, o al contrario di non riuscire a scorgere ciò
che è fisicamente presente, oppure, ancora, che uno stesso oggetto generi in noi immagini
diverse e contraddittorie.
In questo disegno vediamo un cerchio
trasparente sovrapposto a un rettangolo,
ma in realtà l’immagine è costituita da tre
aree accostate, ciascuna con un proprio
colore (quelle evidenziate in basso). In
questo caso percepiamo qualcosa di
diverso dal semplice dato fisico.
Nel disegno precedente percepiamo
qualcosa di diverso dalla realtà fisica;
viceversa, in questo, non riusciamo a
vedere l’esagono giallo, che pure è
fisicamente presente.
Un frisonoma
fotografato nel
suo habitat
Gli animali dotati di livree
mimetiche si nascondono alla
vista dei potenziali predatori
grazie alla fusione ottica con il
contesto, come nel caso
dell'esagono esaminato a
fianco. E' questo il caso del
frisonoma, rettile dei deserti
americani che presenta
diverse caratteristiche
mimetiche: il suo corpo
appiattito non proietta ombre,
ha contorni irregolari che si
confondono facilmente con
gli elementi dell'ambiente e
presenta numerose macchie
che interrompono la
continuità delle forme per
collegarsi visivamente con il
terreno (tali macchie sono
dette perciò “disruptive”).
Questo disegno, detto Cubo di Necker,
mostra un oggetto che si presta a due
letture percettive opposte ma ugualmente
attendibili: se teniamo lo sguardo fisso sul
cubo vedremo la superficie gialla passare
di continuo dal primo al secondo piano.
Quest’ultimo disegno mostra come la
percezione sia anche influenzata dalle
nostre aspettative: il quadrato azzurro
sarà percepito in primo piano o sul piano di
fondo a seconda che intendiamo il disegno
come la rappresentazione di un tunnel (a)
o di una piramide tronca (b).
a
b
2. Uwe Loesch, Manifesto, 1986
In questo manifesto contro
l’inquinamento radioattivo
realizzato da Uwe Loesch, tra i
più noti graphic designers
tedeschi, vediamo
un’applicazione ironica del
principio del mimetismo.
Rielaborando un modello
utilizzato nei test percettivi,
Loesch crea un’immagine di
Il simbolo
che segnala
il pericolo di
radiazioni
forte impatto, in cui appena
riconosciamo una mucca
mimetizzata tra macchie
gialle e nere, i colori utilizzati
nei cartelli che segnalano il
pericolo di radiazioni.
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