Il mercato dei beni - Dipartimento di Economia, Statistica e Finanza

annuncio pubblicitario
Dipartimento di Economia,
Statistica e Finanza
Corso di Laurea in ECONOMIA
Macroeconomia
(Primo Modulo)
Il mercato dei beni
Capitolo 3
2
IL MERCATO DEI BENI
OBIETTIVO:
SPIEGARE LE INTERAZIONI TRA:
DOMANDA DI BENI - PRODUZIONE - REDDITO
DOMANDA BENI
PRODUZIONE
REDDITO
1. Composizione del PIL e le fonti della DOMANDA
2. Le determinanti della DOMANDA
3. Equilibrio: produzione = domanda
4. Equilibrio alternativo: investimento=risparmio
5. Effetti della politica fiscale sulla produzione di equilibrio
-----------------Un focus sulla situazione in Italia
3
1. La composizione del PIL:
• Consumo
• Investimenti
• Spesa pubblica
• Esportazioni nette
• Investimento in scorte
(C)
(I)
(G)
(X-IM)
4
La composizione del PIL
Consumo (C )
Definizione: acquisto di beni di consumo, sia di
produzione nazionale che estera, da parte delle
famiglie.
Comprende:
Beni durevoli: automobili, case, elettrodomestici, …..
Beni non durevoli: cibo, vestiti, …
Servizi lavori fatti per gli individui
5
La composizione del PIL
Investimenti (I )
Definizione: Beni acquisiti per uso futuro
Investimenti fissi delle imprese: Impianti e
attrezzature
Investimenti residenziali: Immobili industriali o
abitativi
Investimenti in scorte: Magazzino
6
La composizione del PIL
La spesa pubblica (G )
Definizione: Acquisti, sia di produzione nazionale
che estera, di beni e servizi da parte del settore
pubblico (Stato, Regioni, Comuni, ecc.)
Esempi: Infrastrutture, dipendenti pubblici, spesa
militare, polizia.
La voce principale di spesa pubblica italiana è costituita
dalla sanità, seguono la previdenza e le retribuzioni ai
dipendenti pubblici.
7
La composizione del PIL
Le esportazioni nette o saldo commerciale (X-IM )
Definizione: Valore totale delle esportazioni (X)
meno valore totale delle importazioni (IM )
= X – IM
X
Le esportazioni sono i beni e servizi prodotti in un
paese e venduti all’estero
(domanda di beni nazionali da parte del resto del mondo)
IM
Le importazioni sono i beni e servizi che un paese
compra dall’estero
(domanda di beni esteri proveniente dai residenti, cioè
consumatori, imprese, governo)
X>IM : avanzo commerciale
X<IM : disavanzo commerciale
8
Le componenti della spesa aggregata
Investimento in scorte
Investimento in scorte: differenza tra beni
prodotti e beni venduti in un anno = produzione vendite
Produzione > Vendite  le scorte aumentano
Produzione < Vendite  le scorte diminuiscono
9
La composizione del Pil
La composizione del PIL in Italia più avanti……
10
2. La domanda di beni
La domanda totale di beni, Z, può essere scritta come:
Z  C  I  G  X  IM
Questa equazione è un’identità che definisce Z come la somma di
consumo, investimento, spesa pubblica ed esportazioni al netto
delle importazioni.
Per determinare Z si introducono alcune semplificazioni.
11
2. La domanda di beni
1. Le imprese producono uno stesso bene che può essere
usato come bene di consumo, bene di investimento e come
spesa pubblica. In questo modo esaminiamo un solo
mercato e non tutti i mercati dei singoli beni.
2. Le imprese forniscono qualsiasi quantità di tale bene a un
dato prezzo, P. In questo modo ci concentriamo solo sul
ruolo della domanda. Questa ipotesi è valida solo nel breve
periodo (nel cap. 7 verrà abbandonata).
3. L’economia è chiusa: non avvengono scambi con il resto
del mondo. Esportazioni e importazioni sono uguali a zero
(abbandoneremo questa ipotesi dal cap.6)
QUINDI, la domanda di beni sarà:
Z  C I  G
12
2.1. Consumo (C)
Il reddito disponibile, (Yd), è il fattore principale da cui
dipendono le decisioni di consumo. Il reddito disponibile è
definito come:
YD  Y  T
dove Y è il reddito aggregato e T rappresenta le tasse al netto
dei trasferimenti.
La relazione tra il consumo e il reddito disponibile può essere
espressa come:
C  C(Y ) Equazione di comportamento
( )
D
È possibile assumere che la forma funzionale della relazione
tra il consumo e il reddito disponibile sia lineare:
C  c0  c1YD
C= c0 + c1 (Y-T)
13
2.1. Consumo (C)
C  c0  c1YD
Il parametro c0 rappresenta il livello di consumo quando il
reddito disponibile è zero.
Come è possibile? Attingono al risparmio o prendono a
prestito
Il parametro c1 è la propensione marginale al consumo che
indica l’effetto sul consumo di un euro aggiuntivo di
reddito disponibile.
Se c1 =0,6, vuol dire che un euro in più di reddito
disponibile, aumenta il consumo di 60 centesimi
14
2.1. Consumo (C)
C  c0  c1YD
c1 compreso è fra 0 e 1:
•
c1 > 0. Un aumento del reddito disponibile genera un
aumento del consumo
•
c1 < 1. Un aumento del reddito disponibile genera un
aumento meno che proporzionale del consumo. I
consumatori consumano solo una parte dell’aumento del
loro reddito disponibile.
Quindi C= co + c1 (Y-T)
ci dice che:
C è funzione del reddito Y e delle imposte T.
Un aumento di Y fa aumentare C, ma meno che proporzionalmente
Un aumento di T fa diminuire C ma meno che proporzionalmente
15
2.1. Consumo (C)
Fig. 3.1. Consumo e reddito disponibile.
Il consumo aumenta col reddito disponibile,
ma meno che proporzionalmente.
Nota: dato che c1<1 la funzione
di Consumo è più piatta di una
retta a 45° (la cui pendenza è 1!)
16
2.2. Investimento (I)
Nei modelli economici troviamo due tipi di variabili:
 variabili esogene: prese come date
 variabili endogene: spiegate all’interno del modello
Inizialmente, l’investimento verrà considerato come una
variabile esogena. Questa ipotesi semplificatrice verrà
eliminata successivamente.
Quando l’investimento è preso come dato si ha:
I I
Ipotesi irrealistica: un’impresa che aumenta la sua attività,
avrà bisogno di più macchinari e quindi aumenterà gli
investimenti (I)!!!
Nel capitolo 5 abbandoneremo questa ipotesi.
17
2.3. Spesa pubblica (G)
Insieme alle imposte, T, la spesa pubblica, G, descrive la politica
fiscale del governo , cioè le scelte del governo circa le entrate e le
uscite del settore pubblico.
Si considera T e G come esogene.
Perché?
1. Il governo non presenta regolarità di comportamento come i
consumatori e le imprese e perciò non esiste un’unica funzione
per G e T che descriva il comportamento di queste variabili.
2. L’obiettivo è di far conoscere gli effetti di G e T e non spiegare
il loro andamento.
18
3. La determinazione della produzione in equilibrio
In economia chiusa, la domanda di beni può essere espressa come
somma di consumo, investimento e spesa pubblica:
Z C  I G
Sostituendo C e I come le loro equazioni, si ottiene:
Z  c0  c1 (Y  T )  I  G
N.B.
Assumiamo che non ci siano scorte nell’economia
Assumiamo che X e IM siano nulle.
19
3. La determinazione della produzione in equilibrio
In assenza di investimenti in scorte, l’equilibrio sul mercato
dei beni richiede che la produzione (Y) sia uguale alla
domanda (Z):
Y Z
Equazione di EQUILIBRIO
Sostituendo la domanda (Z) con la sua espressione abbiamo:
Y  c0  c1 (Y  T )  I  G
Z
20
3. La determinazione della produzione in equilibrio
Y  c0  c1 (Y  T )  I  G
Questa equazione esprime algebricamente il meccanismo che abbiamo
descritto informalmente all’inizio del capitolo:
In equilibrio la produzione (Y, lato sx dell’eq.) è = alla domanda (lato dx)
che, a sua volta, dipende dal reddito (Y) che è = alla produzione.
Usiamo il simbolo Y sia per la produzione sia per il reddito, perché nel
capitolo 2 abbiamo visto che produzione e reddito sono due modi diversi
di guardare il PIL.
PRODUZIONE
DOMANDA BENI
REDDITO
21
3. La determinazione della produzione in equilibrio
Una volta costruito il modello, possiamo risolverlo per verificare
cosa determina il livello di produzione.
Il modello si può risolverlo in tre modi:
1.l’algebra che assicura la coerenza logica del modello;
2.i grafici che danno l’intuizione;
3.le parole che spiegano i risultati.
22
3.1. L’algebra
Y  c0  c1 (Y  T )  I  G
L’equazione di equilibrio può essere riscritta come:
Y  c0  c1Y  c1T  I  G
Riordinando i termini:
Y  c1Y  c0  c1T  I  G
Y (1  c1 )  c0  c1T  I  G
1
Y
(c0  I  G  c1T )
1  c1
(c0  I  G  c1T )
1
1  c1
 spesa autonoma
 moltiplicatore
23
Spesa autonoma. (c0  I  G  c1T )
Rappresenta la domanda di beni che non dipende dal livello di
produzione.
Segno?
co e I sono positivi.
G-c1T?
•G-c1T è positivo se il bilancio è in pareggio
(Se G=T, G-c1T= T-c1T= (1-c1)T>0 , dato che c1<1)
•G-c1T è negativo solo se il governo ha un grosso bilancio in
avanzo (dato che T>G e c1<1). Ipotesi irrealistica.
Perciò, dato che co, I, G-c1T sono positivi, la spesa autonoma è
POSITIVA.
24
Moltiplicatore
Dato che c1 è compresa tra 0 e 1, allora
1
1  c1
è maggiore di 1.
Si chiama moltiplicatore perché moltiplica l’effetto della spesa
autonoma . Più c1 si avvicina a 1, maggiore sarà il moltiplicatore.
Qual è il significato?
Qualsiasi aumento della spesa autonoma (c0, I, G, T) influenzerà
la produzione in misura superiore all’effetto diretto della spesa
autonoma.
ESEMPIO. co aumenta di 1 miliardo.
Se c1=0,6 il moltiplicatore sarà = 1/(1-0,6)=2,5.
Cioè la produzione aumenterà di 2,5x1 miliardo= 2,5 miliardi di
euro.
25
Moltiplicatore
Ma da cosa deriva l’effetto del moltiplicatore?
Consideriamo l’equazione:
Y  c0  c1 (Y  T )  I  G
Un incremento di c0 fa aumentare la domanda che a sua volta
genera un aumento della produzione.
L’aumento della produzione porta a un aumento del reddito dello
stesso ammontare (dato che domanda e produzione sono
identicamente uguali).
La crescita del reddito aumenta ulteriormente il consumo che a
sua volta genera un aumento della domanda e così via.
Spieghiamo questo meccanismo con un grafico.
26
Si disegna la produzione in funzione
del reddito. Dato che Produzione e
Reddito coincidono la relazione viene
rappresentata da una retta a 45°, con
pendenza =1.
Poi si disegna la domanda come
funzione del reddito.
3.2. Un grafico
Z  (c0  I  G  c1T )  c1Y
Intercetta
Fig. 3.2. Equilibrio nel mercato dei beni.
La produzione di equilibrio è determinata dalla
condizione di uguaglianza tra produzione e
domanda.
inclinazione
L’intercetta è la spesa autonoma: è il
valore della domanda quando il
reddito è = 0.
Se Y aumenta di 1, Z aumenta di c1.
Sotto l’ipotesi che 0<c1<1, la retta ZZ è
inclinata + e < 1.
In equilibrio, la produzione è uguale
alla domanda (punto A), ZZ=Y
A sinistra di A, ZZ>Y
A destra di A, ZZ<Y
27
3.2. Un grafico
Fig. 3.3. Gli effetti di un aumento della spesa
autonoma sulla produzione
Un aumento della spesa autonoma ha un effetto più
che proporzionale sulla produzione di equilibrio.
Si supponga che l’economia sia nell’equilibrio
iniziale, rappresentato dal punto A nel grafico, con
produzione uguale a Y.
Si supponga che c0 aumenti di 1 Mil.: ZZ si sposta
in ZZ’, il nuovo equilibrio sarà in A’ e quindi la
produzione di equilibrio diventerà Y’.
L’incremento della produzione (Y’-Y) è
maggiore dell’aumento iniziale di 1 MIL per
effetto del MOLTIPLICATORE.
Perché?
L’aumento del Consumo fa aumentare ZZ di 1
MIL. La Domanda ora è data da B.
Per soddisfare questa domanda, le imprese
aumentano la Produzione di 1 MIL. L’aumento
della produzione implica che il Reddito
aumenta di 1 MIL (dato che
reddito=produzione) e l’economia si sposta in
C.
L’aumento del Reddito induce un ulteriore
aumento della Domanda e l’economia si sposta
in D.
A sua volta in D la Produzione aumenta e così
via fino a A’ dove Produzione e Domanda sono
nuovamente uguali.
28
3.2. Un grafico
Fig. 3.3. Gli effetti di un aumento della spesa
autonoma sulla produzione
Un aumento della spesa autonoma ha un effetto più
che proporzionale sulla produzione di equilibrio.
Un altro modo di considerare il MOLTIPLICATORE è il
seguente.
Il primo aumento della domanda, indicato dalla
distanza AB, è uguale a 1 miliardo di euro.
Questo primo aumento della domanda porta a un
aumento equivalente della produzione, cioè 1 miliardo
di euro, anch’esso rappresentato dalla distanza AB.
Questo primo aumento della produzione porta a un
aumento di pari ammontare del reddito, indicato dalla
distanza BC, anch’essa pari a 1 miliardo di euro.
Il secondo aumento della domanda, rappresentato
dalla distanza CD, è uguale a 1 miliardo di euro (il
primo aumento di reddito) moltiplicato per la
propensione al consumo, c1 – cioè c1 miliardi di euro.
Questo secondo aumento della domanda porta a un
aumento di pari ammontare della produzione,
rappresentato anch’esso da CD, e quindi a un
aumento di pari ammontare del reddito, indicato dalla
distanza DE.
Il terzo aumento della domanda è uguale a c1 miliardi
di euro (il secondo aumento di reddito) moltiplicato
per c1 ed è uguale a c1xc1 miliardi di euro, vale a dire
c12 miliardi di euro, e così via.
Seguendo questa logica, l’aumento della produzione
dopo n+1 passaggi è = a 1 MIL moltiplicato per:
1+c1+c12+….+c1n
29
Serie geometrica
Serie geometrica
L’aumento della produzione dopo n+1 passaggi è = a 1 miliardo
moltiplicato per:
1+c1+c12+….+c1n
Una delle proprietà delle serie geometriche è che, quando c1 è <1 (come
nel nostro caso), all’aumentare di n la somma continua ad aumentare,
1
ma si avvicina a
1  c1
Quindi l’aumento finale della produzione è pari a
euro, che è esattamente il moltiplicatore.
1
1  c1
miliardi di
Si tratta di un modo equivalente di considerare il moltiplicatore:
l’aumento iniziale della domanda scatena aumenti successivi della
produzione, ciascuno dei quali fa aumentare il reddito, che a sua volta fa
aumentare la domanda e così via.
Il moltiplicatore è la somma di tutti questi aumenti successivi della
produzione.
30
3.3. A parole
La produzione dipende dalla domanda, che a sua volta dipende
dal reddito, che è uguale alla produzione.
PRODUZIONE
DOMANDA BENI
REDDITO
Un incremento della domanda fa aumentare la produzione e il
reddito. L’aumento di reddito a sua volta fa aumentare la
domanda e quindi la produzione, e così via.
Alla fine il risultato è un aumento della produzione superiore
all’incremento iniziale della domanda, di un fattore pari al
moltiplicatore.
La dimensione del moltiplicatore è collegata direttamente al
valore della propensione al consumo: più alta è c1, maggiore
sarà il moltiplicatore.
31
3.4. Quanto dura l’aggiustamento?
Finora abbiamo detto che c0 aumenta di 1 MIL, la Y aumenterà di 1/(1-c1)
MIL di euro.
Le ipotesi che abbiamo fatto:
a. Produzione= Domanda, cioè la produzione reagisce istantaneamente a
variazioni della domanda;
b. Consumo risponde immediatamente a variazioni di reddito disponibile
Con queste ipotesi, l’aggiustamento è IMMEDIATO.
E’ plausibile?
Se un’impresa ha un aumento della domanda, aggiusta subito la
produzione?
Un lavoratore che riceve un aumento del salario, adegua subito il suo
consumo?
Conclusione, la rapidità dell’aggiustamento dipende da come e
con quale frequenza questi aggiustamenti avvengono.
32
4. Investimento = risparmio: un modo alternativo di pensare
all’equilibrio sul mercato dei beni
Il risparmio è la somma di risparmio privato e risparmio pubblico.
• Per definizione, il risparmio privato, cioè il risparmio (S) dei
consumatori è uguale al loro reddito disponibile al netto dei
consumi: S  Y  C
quindi
S YTC
D
• Per definizione, il risparmio pubblico è uguale alle imposte (al
netto dei trasferimenti) meno la spesa pubblica, T-G.
Se T>G, il governo ha un avanzo di bilancio;
se T<G, il governo ha un disavanzo di bilancio.
33
4. Investimento = risparmio: un modo alternativo di pensare
all’equilibrio sul mercato dei beni
Nell’equazione di equilibrio la produzione deve essere uguale
alla domanda che a sua volta è=C+I+G:
Y  C I  G
Sottraendo le imposte a entrambi i lati e spostando il consumo a
sinistra, si ottiene:
Y  T  C  I  G T
Il lato sinistro è semplicemente uguale al risparmio (S), per cui:
S  I  G T
I  S  (T  G)
Il lato sinistro rappresenta l’investimento, il lato destro il
risparmio totale (risparmio privato + risparmio pubblico)
34
4. Investimento = risparmio: un modo alternativo di pensare
all’equilibrio sul mercato dei beni
L’equazione ci suggerisce un altro modo di guardare al mercato
dei beni: per esserci equilibrio, l’investimento deve essere uguale
al risparmio, cioè la somma di risparmio privato e pubblico.
Questo modo di definire l’economia spiega perché la condizione
di equilibrio del mercato dei beni è chiamata curva IS, che sta per
“Investimento = Risparmio (Saving)”: quanto le imprese vogliono
investire deve essere uguale a quanto i consumatori e il governo
vogliono risparmiare.
35
4. Investimento = risparmio: un modo alternativo di pensare
all’equilibrio sul mercato dei beni
Le decisioni di consumo e di risparmio sono in realtà due facce della stessa
medaglia: una volta deciso quanto consumare del reddito disponibile, ciò che
resta è il risparmio .
L’equazione di comportamento del consumo specificata in precedenza
comporta che il risparmio privato sia dato da:
S YTC
S  Y  T  c0  c1 (Y  T )
Riordinando i termini e mettendo in evidenza (Y-T) otteniamo:
S   c0  (1  c1 )(Y  T )
Se c1 è la propensione al consumo, (1-c1) è la propensione al risparmio:
quanto viene risparmiato di un incremento unitario di reddito.
Dato che 0<c1<1, allora 0<(1-c1)<1
Cioè il risparmio privato aumenta all’aumentare del reddito disponibile, ma
meno che proporzionalmente.
36
4. Investimento = risparmio: un modo alternativo di
pensare all’equilibrio sul mercato dei beni
In equilibrio, l’investimento deve essere pari al risparmio
aggregato:
I  S  (T  G)
Sostituendo S con l’espressione ricavata prima, otterremo:
I  c0  (1  c1 )(Y  T )  (T  G)
Risparmio privato
37
Risparmio pubblico
4. Investimento = risparmio: un modo alternativo di
pensare all’equilibrio sul mercato dei beni
I  c0  (1  c1 )(Y  T )  (T  G)
I  c0  Y  T  c1Y  c1T  T  G
Risolvendo per la produzione:
Y  c1Y  c0  c1T  G  I
Y (1  c1 )  c0  c1T  G  I
Otteniamo nuovamente:
1
Y
(c0  I  G  c1T )
1  c1
Che è esattamente uguale a quella che abbiamo già visto.
E’ uguale perché stiamo considerando la stessa condizione di
equilibrio ma da prospettive diverse.
38
5. Il governo è davvero onnipotente? Un avvertimento
L’equazione
1
Y
(c0  I  G  c1T )
1  c1
ci dice che il
governo può influenzare la produzione scegliendo G e T.
Se vuole aumentare Y di 1 miliardo di euro, deve aumentare G di
(1-c1) miliardi di euro. Questo aumento di spesa farà aumentare
Y di (1-c1) miliardi di euro moltiplicato 1/ (1-c1), ossia di 1
miliardo di euro.
MA il governo può davvero scegliere il livello di produzione?
NO!!!
Ci sono molti aspetti della realtà che non sono incorporati in
questo modello.
39
5. Il governo è davvero onnipotente? Un avvertimento
Cambiare la spesa pubblica o le imposte potrebbe essere tutt’altro che facile:
progetti di legge richiedono tempo per essere approvati e non sempre sono di
facile approvazione.
Le risposte di consumo, investimento e importazioni sono difficili da
valutare con certezza. Un aumento di G potrebbe far variare anche I e le
Importazioni, mentre noi abbiamo supposto costanti gli I e non abbiamo
considerato le Importazioni.
Le aspettative contano. Per esempio una riduzione di T può avere effetti
diversi a seconda se venga percepita come temporanea o permanente.
Mantenere il livello di produzione desiderato potrebbe causare spiacevoli
effetti collaterali: Y molto alto può accelerare l’inflazione e perciò può essere
insostenibile.
Ridurre le imposte o aumentare la spesa pubblica potrebbe generare grossi
disavanzi di bilancio e portare all’accumulazione del debito pubblico che ha
effetti perversi nel lungo periodo (Italia, Belgio, Grecia, Giappone, USA).
40
La situazione in Italia
41
Il conto economico delle risorse e degli impieghi
Y + IM = C + I + G + X
Il conto economico delle risorse e degli impieghi
fornisce un quadro sintetico delle fonti (risorse)
e delle utilizzazioni (impieghi) dei beni
all’interno di un paese in un dato periodo di
tempo.
FONTI: la disponibilità dei beni può essere
acquisita da un paese mediante la produzione
interna (Y) o le importazioni (IM).
IMPIEGHI: l’utilizzazione riguarda C, I, G, X
Conto economico delle risorse e degli impieghi
Valori a prezzi correnti (Miliardi di euro)
2005-2014
43
Conto economico delle risorse e degli impieghi: 2014
Valori a prezzi correnti (Miliardi di euro)
Le componenti della spesa aggregata in % del Pil
1616
%
Consumi finali delle famiglie (C)
983,1
61
Consumi collettivi (G)
314,5
19
Investimenti fissi lordi (I)
271,2
17
Esportazioni di beni e servizi (X)
474,6
29
Importazioni di beni e servizi (Q)
423,3
26
51,3
3
Prodotto interno lordo
Esportazioni nette (X-IM)
44
Focus su Consumi e Investimenti
Dato che le variabili più importanti sono i
Consumi (parte più importante degli
impieghi) e gli Investimenti (perché
rappresentano il potenziale produttivo di
un Paese), facciamo un focus su queste due
componenti del PIL
45
CONSUMI DELLE FAMIGLIE
Il consumo delle famiglie è la parte
preponderante degli impieghi.
La dinamica dei consumi può essere
illustrata mostrando l’andamento del
consumo privato pro capite italiano
rispetto a quello degli Stati Uniti (in termini
di parità di potere d’acquisto) dal 1960 al
2012.
CONSUMI PRO-CAPITE ITALIA
75,78796
70,78796
L’Italia riduce la
distanza rispetto agli
USA fino alla metà
degli anni’80 (dal
51% al 71%).
Negli ultimi due
decenni la distanza
è tornata ai livelli de
gli inizi degli anni ‘70
(circa il 57% del
consumo pro capite)
65,78796
60,78796
55,78796
50,78796
1960 1962 1964 1966 1968 1970 1972 1974 1976 1978 1980 1982 1984 1986 1988 1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004 2006 2008 2010 2012
C/PIL o C/Yd?
La propensione media al consumo (C/PIL) è
costante nei diversi anni e si aggira intorno al 60%
negli ultimi quarant’anni.
MA un dato più significativo per quanto riguarda la
propensione al consumo delle famiglie, è fornito dal
rapporto tra il consumo e il reddito disponibile
(C/Yd) delle famiglie, in quanto il Pil è riferito
all’intera economia.
Qual è stato l’andamento dei consumi rispetto al
reddito disponibile?
Il reddito disponibile delle famiglie
(Rapporto annuale Istat)
Negli ultimi due decenni la spesa per consumi
delle famiglie è cresciuta a ritmi più sostenuti del
loro reddito disponibile.
Tale situazione non è dovuta ad una crescita
sostenuta dei consumi, MA ad una crescita
modesta del reddito.
Tutto ciò si è riflesso in una diminuzione della
propensione media al risparmio (vedi fig. ).
Fino al 2011
E negli ultimi anni?
La propensione al risparmio delle famiglie (risparmio sul reddito disponibile) che ha «finanziato» i
consumi nella fase di crisi, ha segnato ancora una diminuzione (dall’8,9 per cento del 2013 all’8,6 del
2014). I consumi (+0,5) sono cresciuti di più del reddito disponibile (+0,2).
51
GLI INVESTIMENTI
La spesa per investimenti rappresenta
il mezzo attraverso cui un paese
conserva e accresce il suo potenziale
produttivo.
In Italia essi mediamente sono pari al 20%
del Pil (nel 2014: 17%)
GLI INVESTIMENTI
Da notare è che in media il 75% degli
investimenti complessivi (o lordi) sono
ammortamenti, mentre solo il restante
25% rappresenta il nuovo investimento
netto, che costituisce un incremento del
capitale e di conseguenza della capacità
produttiva dell’economia.
La maggior parte della spesa per
investimenti serve quindi per impedire allo
stock di capitale di diminuire!!!!
GLI INVESTIMENTI
Gli investimenti rappresentano circa un quinto del Pil , però
sono UNA VARIABILE CRUCIALE PER L’ATTIVITA’
ECONOMICA
1) Dal lato dell’offerta: veicolo attraverso cui le innovazioni
tecnologiche vengono trasferite al processo produttivo
influenzando la produttività del lavoro.
2) Dal lato della domanda: un loro aumento genera un
processo moltiplicativo della domanda e del reddito.
3) Sono la parte più volatile della domanda aggregata:
consumi e investimenti variano nella stessa direzione
(entrambi dipendono dal reddito), ma gli investimenti
oscillano molto più del consumo, POICHÉ sono legati alle
aspettative sulle vendite future.
La variazione nel tempo dell’investimento è un segnale di
crescente o decrescente fiducia delle imprese sul futuro
dell’economia.
Ciò che è accaduto in Italia fino al 2009
25
20
15
10
5
0
-5
-10
-15
Investimenti
Consumi
E negli ultimi anni?
L’apporto degli investimenti è stato negativo. Gli investimenti lordi sono in calo
dal 2011 e nel 2014 hanno subito una flessione del 3,3 per cento!
56
IN SINTESI: PIL: 2012 (-2,8%), 2013 (-1,7%), 2014 (-0,4%).
C: -3,9% nel 2012, -2,9% nel 2013, +0,3% nel 2014 - MA dovuto a:
a. aumento Yd causato dalla riduzione dei prezzi al consumo;
b. riduzione del risparmio;
I: nel 2014: -3,3%;
57
FONTE:
http://www.istat.it/it/files/2015/05/RapportoAnnuale-2015.pdf
58
Scarica