NABA - Nuova Accademia di Belle Arti

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NABA - Nuova Accademia di Belle Arti - Milano
WEB DESIGN A.A.2015 Prof. F.Zaccaria
Studentessa Sara Callini
1.
Ho scelto di parlare della musica del futuro e delle probabili evoluzioni della musica
popolare nei prossimi 25 anni, un’ipotesi personale di cosa ascolteremo domani, dando uno
sguardo al passato e analizzando il presente.
Trovo che sia un argomento molto interessante poichè nel fare un’ipotesi di questo tipo
è necessario toccare molteplici ambiti, in particolare quello economico, sociale
e psicologico. L’esigenza di scrivere un articolo di questo tipo nasce da una forte curiosità
personale che spero possa essere condivisa creando nel lettore degli interessanti spunti
di riflessione.
Nella realizzazione della grafica ho scelto di utilizzare uno stile minimalista come richiamo
al futuro e alla semplicità. Esso si compone di forme geometriche semplici (rettangoli) e si
sviluppa verticalmente. I colori sono il bianco e il nero e i rettangoli, disposti in modo
irregolare, vogliono richiamare il diagramma del ritmo musicale.
All’inizio troviamo l’immagine di un sintetizzatore poichè simbolo della musica contemporanea
e probabilmente la base di nuovi strumenti futuri. Le lettere del titolo sono talvolta ruotate
in modo casuale così da creare movimento e trasmettere un senso di ritmicità che come
la musica si oppone alla staticità, in questo caso grafica, di un testo scritto in modo
regolare e ordinato.
2.
Come citato nel concept, ho scelto di adottare uno
stile grafico sempliece e lineare. Mi sono ispirata
allo stile del grafico Josef Müller-Brockmann.
3.
Ho scelto di utilizzare rettangoli neri e bianchi
che variano solamente nella lunghezza così
da creare dinamismo e un impatto visivo basato
sul contrasto. Il carattere scelto per la stesura
dell’articolo è Pt Mono Regular.
Immagine
4.
Titolo
Grafica
Articolo
Articolo
Grafica
Img Sintetizzatore
Per un'analisi accurata delle probabili
evoluzioni della musica popolare nei prossimi 25
anni dobbiamo prendere in considerazione tre
contesti della società moderna e fare in alcuni
casi anche delle ipotesi al buio su quelli che
saranno gli sviluppi della situazione economica
e delle innovazioni tecnologiche a cui
assisteremo nel prossimo futuro. Da sempre la
musica, come tutte le altre forme d'arte, è stata
considerata lo specchio della società. Durante la
guerra in Vietnam ad esempio, il rock è stato il
portavoce dello scontento di un'intera
generazione, veicolando messaggi di pace e di
protesta sulle corde delle chitarre elettriche.
I tempi erano diversi però: la guerra era lontana
e la gente non era coinvolta in prima persona nel
malessere in questione, poteva quindi dedicarsi
ai problemi degli altri. Oggi invece assistiamo
ad un atteggiamento radicalmente opposto.
La crisi economica mondiale che a quanto pare ha
colpito tutti noi (fatta eccezione per
l'Inghilterra e la Germania), non lascia spazio
alla riflessione e alla presa di coscienza.
Le persone, frustrate e demoralizzate per la
difficile situazione in cui si trovano a dover
vivere giorno dopo giorno sono sempre meno
disposte ad ascoltare anche i problemi del mondo,
sono poco propense ad ascoltare una musica
"impegnata", preferiscono infatti chiudersi in
una sorta di egoismo che le porta inevitabilmente
ad un ascolto più frivolo, povero di contenuti,
spensierato. Non a caso in questi giorni
assistiamo ad un revival della disco music,
musica che è l'emblema stesso della frivolezza e
della leggerezza, i cui contenuti sono
estremamente poveri e banali.
In questo senso non dobbiamo sorprenderci se la
qualità degli artisti contemporanei è bassa e non
possiamo far altro che rassegnarci al fatto che
(per fortuna) nulla di ciò che passa in radio ai
giorni nostri rimarrà nella storia, ma verrà
dimenticato velocemente.
Non possiamo tralasciare la tecnologia come
elemento fondamentale su cui basare la nostra
riflessone. Senza l'invenzione del microfono non
avremmo mai conosciuto Elvis, senza il basso
elettrico non sarebbe nato il rock'n'roll, senza
la chitarra elettrica Jimi Hendrix e l'hard rock
non sarebbero potuti esistere, senza la
registrazione su nastro magnetico la musica
concreta non sarebbe potuta nascere.
Lo stesso vale per l'introduzione dei
sintetizzatori negli anni '70 che hanno
rivoluzionato inevitabilmente il modo di
concepire la musica e le band, fino ad arrivare
ai giorni nostri dove chiunque, grazie all'uso
dei personal computer, è in grado di manipolare
il suono a proprio piacimento e addirittura di
autoprodursi.
Come ultima analisi dobbiamo considerare il modo
in cui le persone hanno fruito la musica negli
ultimi decenni. Quando c'erano i vinili il
concetto di pirateria non era neanche
ipotizzabile, perché duplicarne uno (anche se non
impossibile) era molto complicato e richiedeva
una minima capacità tecnica e degli strumenti
appositi. Con l'avvento delle musicassette il
gioco è fatto, la pirateria divenne alla portata
di tutti, bastava comprare uno stereo con la
possibilità di registrare l'uscita su una nuova
musicassetta. L'industria della musica ha pensato
di risolvere la situazione con l'introduzione
dell'mp3 e del CD, cosa che però ha avuto
l'effetto esattamente opposto, perché con
l'ausilio dei personal computer, non solo si
aveva la possibilità di copiare il CD ma avendone
anche il contenuto in formato digitale, nasceva
la possibilità di condividerlo sulla rete,
tramite programmi peer to peer.
Fu la rovina delle case discografiche che da quel
momento non riuscirono più a riprendersi dal duro
colpo subito. Oggi, data l'impossibilità di
contrastare il fenomeno della pirateria, le
industrie della musica hanno dovuto trovare nuove
soluzioni per monetizzare i loro prodotti.
La pubblicità è una di queste soluzioni,
ovviamente youtube è l'esempio più chiaro di
questo fenomeno ma ci sono anche degli esempi più
celati, meno evidenti... Mac Donald's ad esempio
nel 2005 offriva 5$ per ogni riproduzione di
canzoni rap che citavano il big mac. Non possiamo
escludere che sia successo lo stesso in Italia
con le industrie del tabacco (Vasco Rossi: Lucky
Strike in "Gli Angeli" 1996; Negrita: Marlboro
in "Sex" 1997; Cesare Cremonini: Winston blu in
"Marmellata #25" 2005; etc etc…).
Al contrario in altri casi è la musica stessa che
si sottomette alla pubblicità, assistiamo ormai
sempre più spesso alla nascita di composizioni
ideate ad hoc per un determinato spot televisivo,
possiamo citare l'Adidas e Snoop Lion ma anche
Elio e le storie tese e la Wind.
5.
Img Titolo
Graphic
Paragraph
Font: Pt Mono Regular
Colore: #000000
Corpo: 14 px
Interlinea: 14 px
Un fenomeno che potrebbe risolvere
definitivamente il problema della pirateria,
offrendo musica gratis ma allo stesso tempo un
compenso adeguato alle case discografiche è la
fruizione in streaming della musica grazie a
servizi come Spotify o Pandora, che comunque
basano la maggior parte dei loro incassi sulla
pubblicità.
I compensi per i vari artisti vengono calcolati
in base al numero di riproduzioni e in questo
senso ho notato che sta nascendo una tendenza a
creare "canzoni da occasione" ossia canzoni che
trattano un argomento specifico e lo celebrano.
Un esempio è Michael Bublè con le canzoni di
Natale o Bruno Mars con "Marry you" che ormai è
diventato un must per le proposte di matrimonio;
possiamo citare anche "Birthday" di Katy Perry
che è destinata a diventare l'accompagnamento per
ogni festa di compleanno da qui ai prossimi
cinquant' anni.
Per procedere nella nostra analisi partiremo con
l'ipotesi e con la speranza che la crisi
economica si sia risolta definitivamente e che
l'Europa e l'America vivano in una fase di
benessere e di espansione economica.
Se è vero che le grandi case discografiche di
oggi continueranno con questo atteggiamento che
impoverisce la musica sia a livello
contenutistico che qualitativo, focalizzandosi
solo sulla logica del guadagno, sarà inevitabile
un crollo definitivo del sistema che conosciamo.
Le persone si stancheranno dei suoni plastici e
dei contenuti frivoli, sempre più simili a spot
pubblicitari che a testi veri e propri, non
saranno più attirati da artisti costruiti a
tavolino che sentiranno sempre più distanti dalla
loro realtà e dal loro contesto sociale.
Spotify offre la soluzione al problema della
pirateria ma sarà anche il mezzo che riporterà
una meritocrazia nel panorama musicale.
Se è vero che la crisi finirà, l'impegno politico
e sociale torneranno ad essere i protagonisti dei
testi e per questo lo stile musicale nascente
sarà caratterizzato da un cantato simile al rap
ma più lento e melodico, per garantire
l'intelligibilità del messaggio che si vuole
trasmettere.
Gli artisti più meritevoli, grazie all'uso del
personal computer che sarà in grado di offrire
strumenti creativi sempre più potenti e
sofisticati, avranno la possibilità di farsi
conoscere senza doversi piegare alle logiche del
mercato, riuscendo quindi a mantenere una loro
identità e ristabilendo un contatto diretto con
il pubblico.
Di conseguenza il target del mercato non saranno
più esclusivamente i teen-agers ma tutti coloro
che si rispecchiano nelle idee e nella figura
dell'artista che preferiscono e se compreranno la
musica online (i cd sono destinati a sparire del
tutto) lo faranno in segno di apprezzamento e di
supporto nei suoi confronti.
Gli artisti, avendo le orecchie sature dei suoni
plastici e monotoni che si sentono da troppo
tempo nelle radio e nelle televisioni di oggi,
inizieranno a ridare vita agli strumenti
acustici, come la chitarra, il pianoforte, gli
archi;
il tutto rivisitando una base ritmica che si
ispira al trip hop dei primi anni '90,
leggermente più veloce nei bpm.
Nell'ambito della controcultura e dei club
notturni invece, a dominare sarà la Techno che
però tenderà sempre di più all'atonalità, ossia
all'utilizzo di suoni non musicali, non correlati
tra loro in senso armonico.
Questa ricerca atonale sarà incoraggiata sia dal
desiderio di staccarsi dalla melodicità della
musica pop, sia dalla volontà di creare uno stile
"colto" e "concettuale", sia dal fatto che i
personal computer offriranno la possibilità di
creare suoni sempre più complessi anche a chi non
ha alcuna esperienza compositiva di base e che
quindi fonderà la sua creatività esclusivamente
sull'ascolto piuttosto che sulla teoria musicale.
In poche parole assisteremo all'evoluzione della
musica concreta, potenziata della cassa in
quattro quarti, elemento fondamentale e
irrinunciabile se si vuole fare una musica sulla
quale poter ballare.
Sara Callini
Paragraph
Font: Pt Mono Regular
Colore: #ffffff
Corpo: 14 px
Interlinea: 14 px
Graphic
LA MUSICA DEL FUTURO E LE PROBABILI EVOLUZIONI
DELLA CULTURA POP NEI PROSSIMI 25 ANNI
6.
Per un’analisi accurata delle
probabili evoluzioni della
musica popolare nei prossimi
25 anni dobbiamo prendere in
considerazione tre contesti
della società moderna e fare in
alcuni casi anche delle ipotesi
al buio su quelli che saranno
gli sviluppi della situazione
economica
e delle innovazioni tecnologiche
a cui assisteremo nel prossimo
futuro. Da sempre la musica,
come tutte le altre forme
d’arte, è stata considerata lo
specchio della società. Durante
la guerra in Vietnam ad esempio,
il rock è stato il portavoce
dello scontento di un’intera
generazione, veicolando messaggi
di pace e di protesta sulle
corde delle chitarre elettriche.
I tempi erano diversi però:
la guerra era lontana e la
gente non era coinvolta in
prima persona nel malessere
in questione, poteva quindi
dedicarsi ai problemi degli
altri. Oggi invece assistiamo
ad un atteggiamento radicalmente
opposto.
La crisi economica mondiale
che a quanto pare ha colpito
tutti noi (fatta eccezione per
l’Inghilterra e la Germania),
non lascia spazio alla
riflessione e alla presa di
coscienza.
Le persone, frustrate e
demoralizzate per la difficile
situazione in cui si trovano
a dover vivere giorno dopo
giorno sono sempre meno
disposte ad ascoltare anche
i problemi del mondo, sono
poco propense ad ascoltare
una musica “impegnata”,
preferiscono infatti chiudersi
in una sorta di egoismo che le
porta inevitabilmente ad un
ascolto più frivolo, povero di
contenuti, spensierato. Non a
caso in questi giorni assistiamo
ad un revival della disco
music, musica che è l’emblema
stesso della frivolezza e della
leggerezza, i cui contenuti sono
estremamente poveri e banali.
In questo senso non dobbiamo
sorprenderci se la qualità
degli artisti contemporanei è
bassa e non possiamo far altro
che rassegnarci al fatto che
(per fortuna) nulla di ciò che
passa in radio ai giorni nostri
rimarrà nella storia, ma verrà
dimenticato velocemente.
Non possiamo tralasciare la
tecnologia come elemento
fondamentale su cui basare
la nostra riflessone. Senza
l’invenzione del microfono non
avremmo mai conosciuto Elvis,
senza il basso elettrico non
sarebbe nato il rock’n’roll,
senza la chitarra elettrica
Jimi Hendrix e l’hard rock
non sarebbero potuti esistere,
senza la registrazione su nastro
magnetico la musica concreta
non sarebbe potuta nascere.Lo
stesso vale per l’introduzione
dei sintetizzatori negli anni
‘70 che hanno rivoluzionato
inevitabilmente il modo di
concepire la musica e le band,
fino ad arrivare ai giorni nostri
dove chiunque, grazie all’uso
dei personal computer, è in
grado di manipolare il suono a
proprio piacimento e addirittura
di autoprodursi.
Come ultima analisi dobbiamo
considerare il modo in cui
le persone hanno fruito la
musica negli ultimi decenni.
Quando c’erano i vinili il
concetto di pirateria non
era neanche ipotizzabile,
perché duplicarne uno (anche
se non impossibile) era molto
complicato e richiedeva una
minima capacità tecnica e
degli strumenti appositi. Con
l’avvento delle musicassette
il gioco è fatto, la pirateria
divenne alla portata di
tutti, bastava comprare uno
stereo con la possibilità di
registrare l’uscita su una nuova
musicassetta. L’industria della
musica ha pensato di risolvere
la situazione con l’introduzione
dell’mp3 e del CD, cosa che però
ha avuto l’effetto esattamente
opposto, perché con l’ausilio
dei personal computer, non
solo si aveva la possibilità
di copiare il CD ma avendone
anche il contenuto in formato
digitale, nasceva la possibilità
di condividerlo sulla rete,
tramite programmi peer to peer.
Fu la rovina delle case
7.
discografiche che da quel momento
non riuscirono più a riprendersi
dal duro colpo subito. Oggi,
data l’impossibilità di
contrastare il fenomeno della
pirateria, le industrie della
musica hanno dovuto trovare
nuove soluzioni per monetizzare
i loro prodotti.
La pubblicità è una di queste
soluzioni, ovviamente youtube è
l’esempio più chiaro di questo
fenomeno ma ci sono anche
degli esempi più celati, meno
evidenti... Mac Donald’s ad
esempio nel 2005 offriva 5$ per
ogni riproduzione di canzoni
rap che citavano il big mac.
Non possiamo escludere che sia
successo lo stesso in Italia con
le industrie del tabacco (Vasco
Rossi: Lucky Strike in “Gli
Angeli” 1996; Negrita: Marlboro
in “Sex” 1997; Cesare Cremonini:
Winston blu in “Marmellata #25”
2005; etc etc…).
Al contrario in altri casi è la
musica stessa che si sottomette
alla pubblicità, assistiamo
ormai sempre più spesso alla
nascita di composizioni ideate
ad hoc per un determinato spot
televisivo, possiamo citare
l’Adidas e Snoop Lion ma anche
Elio e le storie tese e la Wind.
Un fenomeno che potrebbe
risolvere definitivamente il
problema della pirateria,
offrendo musica gratis ma
allo stesso tempo un compenso
adeguato alle case discografiche
è la fruizione in streaming
della musica grazie a servizi
come Spotify o Pandora, che
comunque basano la maggior
parte dei loro incassi sulla
pubblicità.
I compensi per i vari artisti
vengono calcolati in base al
numero di riproduzioni e in
questo senso ho notato che
sta nascendo una tendenza a
creare “canzoni da occasione”
ossia canzoni che trattano
un argomento specifico e lo
celebrano.
Un esempio è Michael Bublè con
le canzoni di Natale o Bruno
Mars con “Marry you” che ormai
è diventato un must per le
proposte di matrimonio; possiamo
citare anche “Birthday” di
Katy Perry che è destinata a
diventare l’accompagnamento per
ogni festa di compleanno da qui
ai prossimi cinquant’ anni.
Per procedere nella nostra
analisi partiremo con l’ipotesi
e con la speranza che la crisi
economica si sia risolta
definitivamente e che l’Europa
e l’America vivano in una fase
di benessere e di espansione
economica.
Se è vero che le grandi
case discografiche di oggi
continueranno con questo
atteggiamento che impoverisce
la musica sia a livello
contenutistico che qualitativo,
focalizzandosi solo sulla logica
del guadagno, sarà inevitabile
un crollo definitivo del sistema
che conosciamo.
Le persone si stancheranno dei
suoni plastici e dei contenuti
frivoli, sempre più simili a
spot pubblicitari che a testi
veri e propri, non saranno più
attirati da artisti costruiti a
tavolino che sentiranno sempre
più distanti dalla loro realtà e
dal loro contesto sociale.
Spotify offre la soluzione al
problema della pirateria ma sarà
anche il mezzo che riporterà
una meritocrazia nel panorama
musicale.
Se è vero che la crisi
finirà, l’impegno politico e
sociale torneranno ad essere
i protagonisti dei testi e
per questo lo stile musicale
nascente sarà caratterizzato da
un cantato simile al rap ma più
lento e melodico, per garantire
l’intelligibilità del messaggio
che si vuole trasmettere.
Gli artisti più meritevoli,
grazie all’uso del personal
computer che sarà in grado
di offrire strumenti creativi
sempre più potenti e sofisticati,
avranno la possibilità di farsi
conoscere senza doversi piegare
alle logiche del mercato,
riuscendo quindi a mantenere una
loro identità e ristabilendo
un contatto diretto con il
pubblico.
Di conseguenza il target
del mercato non saranno più
esclusivamente i teen-agers ma
tutti coloro che si rispecchiano
8.
nelle idee e nella figura
dell’artista che preferiscono e
se compreranno la musica online
(i cd sono destinati a sparire
del tutto) lo faranno in segno
di apprezzamento e di supporto
nei suoi confronti.
Gli artisti, avendo le orecchie
sature dei suoni plastici e
monotoni che si sentono da
troppo tempo nelle radio e nelle
televisioni di oggi, inizieranno
a ridare vita agli strumenti
acustici, come la chitarra, il
pianoforte, gli archi;
il tutto rivisitando una base
ritmica che si ispira al
trip hop dei primi anni ‘90,
leggermente più veloce nei bpm.
Nell’ambito della controcultura
e dei club notturni invece,
a dominare sarà la Techno
che però tenderà sempre di
più all’atonalità, ossia
all’utilizzo di suoni non
musicali, non correlati tra loro
in senso armonico.
Questa ricerca atonale sarà
incoraggiata sia dal desiderio
di staccarsi dalla melodicità
della musica pop, sia dalla
volontà di creare uno stile
“colto” e “concettuale”, sia dal
fatto che i personal computer
offriranno la possibilità
di creare suoni sempre più
complessi anche a chi non ha
alcuna esperienza compositiva di
base e che quindi fonderà la sua
creatività esclusivamente
sull’ascolto piuttosto che sulla
teoria musicale.
In poche parole assisteremo
all’evoluzione della musica
concreta, potenziata della cassa
in quattro quarti, elemento
fondamentale e irrinunciabile se
si vuole fare una musica sulla
quale poter ballare.
Sara Callini
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