• L’assolutismo
•
• Il problema storiografico
►Il termine assolutismo è un’etichetta postuma
■ Sulla scia di L. Von Ranke, gli storici per lungo tempo
hanno considerato l’assolutismo come una fase specifica
della storia della formazione dello Stato in Europa,
caratterizzata dal processo di accentramento del potere
all’interno delle monarchie e dal rafforzamento degli
strumenti militari e burocratico-amministrativi su cui esse
potevano contare.
■ La storiografia più recente ritiene che un modello
statuale assolutistico caratterizzato da:
- Totale indipendenza del sovrano da vincoli normativi e da
condizionamenti indotti da ordinamenti particolari,
giustificati in base alla tradizione o alle consuetudini
- Concentrazione illimitata del potere nelle mani del sovrano
non sia mai esistito.
► Occorre invece parlare di tendenza, processo volto a
realizzare, in forme e tempi diversi, nei diversi paesi
europei, una sovranità più libera da controlli
istituzionali, ma pur sempre limitata.
Una tendenza mai realizzata
compiutamente
• Assolutismo e società
■ La monarchia doveva fare i conti con una molteplicità di
forze sociali e politiche organizzate, con una pluralità di
poteri dotati di organismi rappresentativi.
• La politica tra XVI e XVIII secolo si connota nel rapporto
dialettico tra accentramento, come tendenza dello Stato
assoluto, e tentativi di resistenza ed autonomismo di corpi
e ceti.
 Fondamentale è allora un’esigenza di storicizzazione:
si tratta di verificare, nella diversità delle formazioni
storiche europee, risultati e limiti del progetto assolutistico.
■ Nell’antico regime sono riconoscibili due vie estreme e tra
loro opposte nella costruzione di un modello di Stato più
accentrato: la via francese e quella polacca.
• Tra questi due poli si realizzarono soluzioni intermedie
che, pur avendo in comune la tendenza dello Stato alla
centralizzazione del potere, differirono quanto agli
strumenti, alle strategie, alle modalità e ai tempi in
funzione dei rapporti esistenti tra Stato e società in ogni
singolo contesto territoriale.
• Diverse vie all’assolutismo 1/3
►Brandeburgo-Prussia
- Con la Pace di Oliva (1660) la Prussia non è più vassalla
del re di Polonia ed è annessa al Brandeburgo.
• L’azione politica di Federico Guglielmo il Grande
Elettore (1640-88)
- La famiglia Hohenzollern calvinista, governa sudditi in
prevalenza luterani ma accoglie profughi ugonotti,
soprattutto abili artigiani.
- Compromesso con la nobiltà: il principe concede
l’allargamento delle prerogative giurisdizionali degli
Junkers ed in cambio ottiene finanziamenti per costituire
un efficiente esercito permanente in grado di rafforzare la
base militare dello Stato
• Fondamentale è la creazione di una burocrazia
disciplinata e capace ai cui vertici vi sono nobili
impiegati come funzionari dello Stato
 Una via all’assolutismo che vede la nobiltà perdere forza
politica ma aumentare i propri privilegi:
-
Maggiori immunità
Esenzioni fiscali
Controllo degli Junkers sul governo locale
Autorità quasi assoluta sui contadini
• Nel 1700 Federico I, figlio del Grande Elettore, ottiene il
titolo di re di Prussia
• Diverse vie all’assolutismo 2/3
►Svezia
• Tra 1648 e 1660 la Svezia instaura la sua egemonia sul
Baltico
- Forza militare con esercito formato da nobili e
contadini piccoli proprietari
• Feudalità debole e tardiva
• Contadini indipendenti e con forza rappresentativa
• Ricchezza mineraria (ferro e rame) → controllo del
mercato internazionale degli armamenti
• Personalità dei sovrani: Carlo XI (1660-97) favorisce la
redistribuzione della ricchezza agricola, acquisendo
parte delle terre della nobiltà
 Costituzione di un esteso demanio statale per fornire
finanziamenti certi e continui all’esercito
• Diverse vie all’assolutismo 3/3
►Polonia
■ Una monarchia elettiva con una nobiltà che di volta in
volta sceglie il re e mira a non consentire modifiche
costituzionali in grado di diminuire il suo potere.
• A metà Seicento esce sconfitta da una guerra europea e
pesantemente ridimensionata nel territorio a vantaggio dei
potenti vicini (Prussia, Svezia, Russia)
• Assetto costituzionale in cui vige la norma dell’unanimità
delle decisioni
(liberum veto) → paralisi delle decisioni e
anarchia politica
I magnati controllano la situazione con un sistema
clientelare di potere.
(Anderson ha parlato per la Polonia di “rifiuto estremo e
totale dell’assolutismo”)
• Fine ‘600: il re soldato Giovanni Sobieski tenta di dare
alla Polonia un ruolo internazionale, aiutando Vienna contro
i turchi (1683 Kahlenberg)
 Fallito progetto monarchia ereditaria
 Sale al trono Augusto II di Sassonia
• La via francese all’assolutismo
►La sconfitta della Fronda e di Parigi (che per 4 anni
aveva guidato la rivolta contro la politica accentratrice di
Mazarino) colpì l’antica costituzione consuetudinaria del
regno e aprì la via a nuova forma di governo e ad una
politica di consolidamento dello Stato meglio realizzata
rispetto ad altre aree europee
 il lungo regno di Luigi XIV (il Re Sole) avrebbe fatto
dire a Voltaire che:
“Nelle nostre arti, nel nostro spirito, nel nostro
costume si è compiuta come nel nostro governo, una
rivoluzione generale”.
► Periodizzazione del regno di Luigi XIV(1643-1715)
• 1643-1661 - reggenza di Anna d’Austria - Primi anni
segnati dai timori del
ricordo delle Fronde.
• 1661-1679 - fondazione dello stato assoluto,
riorganizzazione con Colbert.
• 1680-1715 - crisi economica e guerre; opposizioni sociali
e politiche; opposizione
religiosa
• L’organizzazione dello Stato
►Il titolare del potere politico è il re che non intende più
servirsi della figura del primo ministro: “L’Etat c’est moi”
• Al sovrano rispondono tre ministri-segretari di Stato
specializzati per funzioni: Esteri, Guerra, Finanze
• Negli anni 1660-70 Luigi provvede ad una
riorganizzazione amministrativa tesa a favorire la
centralizzazione delle decisioni:
- Consiglio di Azienda (problemi economici);
- Consiglio di Stato (giustizia);
- Consiglio dei Dispacci (amministrazione delle province).
• Non viene combattuta la venalità degli Uffici ma
gradualmente si forma una potente burocrazia centrale
(gli officiers) reclutata tra i maîtres des requêtes.
• Contestualmente si restringono i poteri dei parlamenti,
ridotti da Corte suprema a Corti superiori: registrano gli
editti ma limitato diritto di rimostranza
il sovrano mira a stroncare la loro pretesa di
rappresentare il paese
controlla la nobiltà di toga (acquisita), orientandone e
determinandone la carriera.
• Il governo del territorio
►Particolare attenzione riveste il problema del rapporto
tra centro e periferia
 il governo del territorio è affidato commissari e
intendenti provinciali con diverse competenze :
• Controllano e coordinano gli uffici locali
• Sono responsabili dell’ordine pubblico
• Sovrintendono all’amministrazione delle imposte e
avviano indagini conoscitive sul territorio per
riorganizzare le finanze
Un corpo di funzionari fedelissimi al re (devono la
carriera al sovrano).
■ Ostacoli incontrati dal processo di centralizzazione:
• Pluralità di norme e pratiche giuridiche in vigore
nelle province
•
•
Molteplicità di ceti, corpi e giurisdizioni
Situazioni variegate in relazione agli obblighi fiscali
• In particolare nel territorio francese occorre distinguere tra:
• Pays d’élection: province amministrate direttamente dallo
Stato
• Pays d’état (Borgogna, Bretagna, Linguadoca):
rappresentati da Stati provinciali dotati di amplissimi poteri
ed in grado di contrattare (mediare) con il governo
centrale il carico fiscale.
• Il re e l’antica nobiltà
■ Il governo del territorio deve fare i conti soprattutto con
l’antica aristocrazia, tradizionalmente dominante nella
società francese.
• La nobiltà antica o di sangue: feudale, di origine
militare, radicata sul territorio, lotta per la
partecipazione al Consiglio del re, per gli incarichi di
governatore provinciale, per gli alti gradi dell’esercito e
della marina, per gli incarichi diplomatici e contro ogni
ipotesi di imposta personale
■ Luigi XIV ridefinisce il rapporto sovrano-nobiltà,
ridimensionandone il potere e privandola del suo ruolo
politico:
 esautora la nobiltà feudale sul suo territorio
 allontana la nobiltà feudale dai propri territori:
- attirandola a corte (Versailles)
- mandandola all’estero (ambasciate)
- inviandola in guerra (comandi militari)
 riconduce la nobiltà di sangue a tre funzioni essenziali
(subordinate al re):
 ruoli di corte
 incarichi diplomatici
 alti gradi dell’ esercito
• Il cuore del potere: Versailles
► La reggia di Versailles costruita tra gli anni sessanta e
ottanta a 20 km da Parigi, costituiva la sede del “sistema
di corte”, il centro del potere e del disciplinamento della
nobiltà, ma anche il luogo della rappresentazione del
potere che vi si concentrava
• Il re impose alla grande nobiltà di risiedervi e ai suoi
membri dispensava prebende, donativi e pensioni per
realizzare il suo completo asservimento.
• La vita a corte rispondeva a rigide prescrizioni, ad
un’etichetta e ad un complesso cerimoniale con al
centro il re, fondato su una capillare scala di precedenze.
■ N. Elias ha indicato nel “sistema di corte” il meccanismo
attraverso il quale il sovrano definiva i ranghi e distribuiva
il prestigio all’interno dell’aristocrazia, controllandone gli
equilibri:
 il sovrano non era più il primus inter pares ma l’artefice e
il dominus di una complessa rete di distinzioni
gerarchiche.
 ogni cortigiano per mantenere il proprio prestigio
dipendeva totalmente dal favore del monarca che, a
sua volta, seppe orchestrare l’etichetta e il cerimoniale
come strumenti di dominio e di sovranità.
• La politica culturale
►Luigi XIV favorì la formazione di una cultura ufficiale,
fortemente celebrativa: il mecenatismo fu usato come
strumento di governo per legare alla monarchia, con
stipendi e protezione, artisti e letterati come Moliére e
Racine.
■ In particolare, ampio risalto venne dato
all’organizzazione della cultura e soprattutto
all’Académie Royale des Sciences, fondata a Parigi
nel 1666 su impulso di Colbert e frequentata da
scienziati e filosofi come Cartesio, Mersenne, Pascal,
Gassendi.
- Si trattava di un’accademia di Stato che dipendeva dal
potere politico in quanto ad organizzazione, finanziamenti,
disciplina dei contenuti e progetti scientifici perseguiti.
- Il modello dell’accademia parigina differiva profondamente
dalla Royal Society che rimase una società privata,
con una notevole autonomia dalla Corona e dagli
indirizzi della sua politica e quindi con una più libera
circolazione delle idee e dei saperi
 La politica culturale adottata non poteva tollerare voci
dissidenti:
aumentò, pertanto, il controllo sulle tipografie e sugli
stampatori attraverso un ben ramificato apparato di
censura
• La politica religiosa 1/2
►La politica religiosa di Luigi XIV puntò essenzialmente a
ridurre tutte le manifestazioni del dissenso religioso e a
rafforzare lo Stato nei confronti di Roma, mirando al
controllo sull’organizzazione ecclesiastica francese
Essa è segnata da tre aspri conflitti:
 con i Giansenisti (1664-1713)
 con i Protestanti francesi (ugonotti) (1685)
 con la Chiesa di Roma (1682)
■ 1640: Cornelius Janssen (Giansenio), vescovo di Ypres
(Belgio), pubblica l’opera Augustinus, una biografia di
sant’Agostino che ne rivaluta il pensiero, soprattutto
riguardo alla dottrina della grazia;
- 1642: con la bolla In eminenti il Papa Urbano VIII condanna
l’opera di Janssen e chiude il monastero di Port Royal a
Parigi, diretto dal teologo Antoine Arnault, rifugio di
filosofi e letterati.
- 1656-57: Pascal pubblica Le Provinciales, diciotto lettere
in difesa di Arnault e del giansenismo e atto di accusa
satirico della morale e della politica dei Gesuiti
- 1664: Luigi XIV chiude Port Royal e impone a tutti i parroci
un formulario di condanna del giansenismo  1710:
ordina la distruzione di Port Royal
- 1713: con la bolla Unigenitus il Papa Clemente XI
condanna definitivamente come eretiche le dottrine di
Janssen
• La politica religiosa 2/2
L’espulsione degli ugonotti
■ Con Luigi XIII e Richelieu si era avviato un lungo processo
di progressiva erosione della tolleranza religiosa.
► 1685, 18 ottobre: con l’Editto di Fontainebleau Luigi
XIV revoca l’editto di Nantes, negando il diritto
all’esistenza di sudditi francesi non cattolici
 tutti gli ugonotti francesi sono costretti ad abiurare
e farsi cattolici o a lasciare la Francia entro due
settimane.
 La Francia perde capitali, forze imprenditoriali, tecniche,
cultura e scienza che andranno ad alimentare gli avversari
protestanti di Luigi XIV (Olanda, Inghilterra, Prussia  “la
Francia protestante feconda l’Europa” [G. Spini]
Lo scontro con Roma
►1682: con la Dichiarazione delle libertà gallicane,
sottoscritta da alcuni vescovi francesi fedeli al sovrano,
Luigi XIV pone la chiesa di Francia, sul piano
amministrativo, sotto l’autorità del re, mantenendo
però l’ortodossia teologica e la subordinazione spirituale al
Papa di Roma.
→ L’esito è un duro scontro con il papato che conduce ad
un equilibrio più favorevole alla monarchia nel rapporto fra
Stato e Chiesa.
• L’economia della Francia nel XVII
secolo
► L’economia francese a metà Seicento presenta alcuni
elementi di debolezza e di forza, in un quadro di
complessiva stagnazione.
La Francia è:
- arretrata sul piano agricolo,
- fragile sul piano industriale ma con alcuni poli
manifatturieri (tessile e cantieristica)
- debole sul piano finanziario (cronico deficit nella bilancia
dei pagamenti)
- scarsamente presente nell’Atlantico (rispetto a Spagna e
Inghilterra)
• Ha un territorio ricco e fertile ed è il regno più
popolato d’Europa
 la Francia ha 20 milioni di abitanti, per il 75%
agricoltori, ma
- 15 milioni di contadini posseggono metà della terra
disponibile
- 200.000 famiglie posseggono l’altra metà.
 rappresenta quindi una potenza demografica
(+lavoro
+tasse +forza militare)
■ Un intreccio di disuguaglianze sociali e potenzialità, in
un mosaico di realtà differenti con un regime della terra
di stampo feudale.
• La politica economica 1/2
► Facendo leva sulla forza demografica:
• J. B. Colbert, Controllore generale delle Finanze,
avvia il risanamento delle finanze (1661-1680)
mediante:
 inasprimento fiscale: imposte indirette (tentativo di
unificazione fiscale)
 restituzione del maltolto: sostituzione e controllo dei
40 Fermiers Généreaux
3. Mercantilismo: la ricchezza nazionale è identificata con la
quantità di metalli preziosi disponibili sul territorio,
pertanto le politiche mercantilistiche mirano al
contenimento delle importazioni e all’aumento delle
esportazioni.
► Elementi che caratterizzano il “colbertismo” (rigorosa
politica mercantilistica):
- Lo Stato favorisce lo sviluppo commerciale e manifatturiero
finanziando l’avvio di alcune manifatture (soprattutto
prodotti di lusso, metallurgia e costruzioni navali)
- Protezionismo per ridurre le importazioni e favorire le
esportazioni (contro Olanda e Inghilterra)
- Compagnie commerciali privilegiate, costituite in parte
con capitali pubblici, che si assicurano il monopolio in vari
settori commerciali e beneficiano di una politica coloniale
su vasta scala.
- Considerevole programma di infrastrutture
• La politica economica 2/2
► Limiti della politica di Colbert:
- Privilegiare il settore manifatturiero comporta svantaggi
per quello agricolo
- Contrazione della domanda interna a causa della bassa
produttività agricola e dei salari contenuti per reggere la
concorrenza internazionale
- Scarsi progressi nel settore manifatturiero e conferma
della inferiorità commerciale rispetto ad Olanda ed
Inghilterra
- Dopo prima fase ricca di risultati positivi, si determina forte
contraddizione tra politica economica e impegno
militare
 le spese necessarie alla politica espansionistica del sovrano
drenano ingenti risorse e frenano lo sviluppo.
 Si delinea un composito fronte di opposizione:
 Rivolte contadine (endemiche) contro l’inasprimento
fiscale
• Nobili e affittuari contro la politica mercantilistica e
militare
• Alta nobiltà e partito devoto contro la pratica
assolutistica di governo
• Minoranze religiose (Protestanti, Giansenisti) contro la
politica di repressione religiosa.
• La politica internazionale 1/5
■ Louvois, Segretario di Stato alla guerra (1674-1691),
trasforma l’esercito francese in una potente macchina
bellica, mentre Colbert costruisce una efficiente marina
da guerra.
► GUERRA DI DEVOLUZIONE (1667-1668)
• Luigi XIV invade le Fiandre spagnole: Filippo IV re di
Spagna aveva escluso sua figlia M.Teresa, moglie di Luigi,
dal diritto di successione (“Devoluzione”: solo ai figli di
primo letto spettava la successione)
 La guerra fu una sorta di parata scenografica conclusa con
la Pace di Aquisgrana, 1668 (12 città fiamminghe alla
Francia che restituisce la Franca Contea)
► Preoccupazione dell’Olanda che si allea con Inghilterra e
Svezia (pace di Breda, 1667)  Con la Repubblica delle
Province Unite (Guglielmo d’Orange) il conflitto si
manifesta a tre diversi livelli:
 economico
 politico
 religioso
• La politica internazionale 2/5
►GUERRA FRANCO-OLANDESE (1672-1678)
• Il pacifismo borghese del Gran Pensionario Giovanni de
Witt aveva favorito lo sviluppo economico ma non quello
militare dell’Olanda.
 La Francia invade l’Olanda che si difende con la
rottura delle dighe
- In Olanda crisi politica: rivoluzione popolare
→ Guglielmo III d’Orange
Stathoulder.
- Mentre scoppiano rivolte interne e la Francia invia truppe a
sostegno della rivolta di Messina 1674, si forma la
Coalizione antifrancese: Orange, Brandeburgo, Spagna,
Imperatore, Principi tedeschi
- 1678: Pace di Nimega: La Spagna cede a Luigi XIV la
Franca Contea e l’Olanda esce indenne.
► CIRCA 10 ANNI DI PACE
• Il sovrano procede ad annessioni su fondamenti
giuridici
 Politica delle riunioni attraverso la Camera delle riunioni
■ Lento mutamento dei rapporti di forze sul piano
internazionale:
a) Seconda Rivoluzione inglese
b) Vittoria imperiale sui Turchi che assediavano Vienna
(1683 - Giovanni Sobieski vince a KAHLENBERG →
Stroncata l’aggressività turca
• La politica internazionale 3/5
► Si apre una nuova dinamica conflittuale
internazionale:
1686 - Guerra con Lega di Augusta (Austria, Inghilterra,
Spagna, Olanda, Svezia)
 Luigi XIV dichiara guerra a Spagna e Olanda:
- occupa il Palatinato e molte città vengono saccheggiate e
distrutte;
- organizza un tentativo di restaurazione di Giacomo II
Stuart, fallito
- invade la Savoia
• Ma insorgono gravi problemi:
a) Crisi finanziaria e carestia
b) Inasprimento fiscale che non esclude vescovi e basso clero
c) 1693 – accordo con Innocenzo XII e rinuncia ai 4 articoli
della Chiesa Gallicana
 1697 - Pace di Ryswyk: Luigi XIV rinuncia ai territori
ottenuti con la pace di Nimega del1678, eccetto
Strasburgo, e riconosce Guglielmo III d’Orange re
d’Inghilterra.
• La politica internazionale 4/5
► 1700 - Problema Successione spagnola:
Carlo II d’Asburgo (1665-1700) muore senza eredi
 Nel testamento lascia il regno a Filippo d’Angiò,
pronipote di Luigi XIV, con l’impegno di non unire mai
le corone di Spagna e di Francia.
• Alcuni atti di Luigi XIV mettono in allarme le altre potenze
europee:
- truppe insediate nelle Fiandre
- flotta francese sul mercato ispano-americano
- Asiento concesso ad una compagnia francese di cui Luigi e
Filippo erano azionisti
- dichiarazione di Luigi in favore degli Stuart
 GRANDE ALLEANZA DELL’AIA: Inghilterra, Olanda,
Imperatore, Principi tedeschi contro Francia, Spagna,
Baviera, Portogallo, Duca di Savoia
→ Guerra di Successione Spagnola (1702-13)
• 1703 - Voltafaccia di Vittorio Amedeo II che si schiera
contro la Francia
1704 - Diversi fronti di guerra: Germania, Italia, Paesi
Bassi → vittorie del principe Eugenio di Savoia
1709 - Crisi francese, carestia, freddo, pericolo di
invasione.
• 1710-12 - Ripresa francese grazie a mobilitazione in difesa
dell’indipendenza
• La politica internazionale 5/5
• 1711 - Muore l’imperatore Giuseppe I, gli succede Carlo VI
(1711-1740), pretendente al trono di Spagna
 si placa la tensione: nessuno desidera l’unificazione di
Impero e Spagna
• 1713 - Pace di Utrecht (con Inghilterra, Olanda e Savoia)
• 1714 - Trattato di Rastadt (con l’imperatore Carlo VI)
 Riassetto continentale e ridefinizione dei rapporti di
forza coloniali
• Vera vincitrice del conflitto è l’Inghilterra che
acquisisce possedimenti in America Settentrionale a spese
della Francia e nel Mediterraneo (Gibilterra) a spese della
Spagna.
• Filippo V riconosciuto re di Spagna ma rinuncia a
diritti su trono francese
• La Spagna cede i domini europei all’Austria, in
particolare:
il Regno di Napoli, il Ducato di Milano, la Sardegna e
lo Stato dei Presidi.
- Vittorio Amedeo II ottiene il Regno di Sicilia
► 1715 - Fine Grandeur della Francia: muore
Luigi XIV