Lino Di Spena - Farsiunlibro

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LINO DI SPENA
ATTENZIONE:
SIAMO SENZA ISTRUZIONI
Arrampicati sempre più in alto,
la tua meta è il cielo,
il tuo obbiettivo la stella.
( Ralph Waldo Emerson )
Finito di stampare il 06 Marzo 2012
Da Bcsmedia - Via F. Consoli, 5 - Roma
I° Edizione - Marzo 2012. ISBN 978-88-96480-50-2
Tutti i diritti sono di proprietà dell’autore.
Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa senza il
suo consenso.
CAPITOLO I
LA MENTE
CHE COSA SI INTENDE PER MENTE?
A cosa ci riferiamo con la parola “mente”? Per capirlo
davvero dobbiamo rivalutare ciò che abbiamo fin qui creduto
che sia. Per mente si intende le potenzialità e le complessità
di un intero sistema. Nel termine mente si trovano le diverse
funzioni e caratteristiche del sistema nervoso centrale,
periferico, autonomo e l'attività cerebrale data da cellule
chiamate neuroni, che formano il tessuto nervoso deno‐
minato materia grigia.
Il sistema nervoso centrale è costituito dall' encefalo (cer‐
vello), ovvero la parte più complessa e importante. In esso si
trovano i centri della coscienza, del pensiero, della memoria,
della creatività, della parola, della visione, dell'udito, dell'odo‐
rato, delle secrezioni endocrine e delle funzioni autonome.
L'encefalo (cervello) riceve impulsi e stimoli dal sistema
nervoso periferico attraverso una fitta rete di collegamenti
(nervi). Dall’encefalo e dal tronco encefalico partono i nervi
cranici: alcuni di loro sono nervi sensitivi perché portano
stimoli al cervello, altri sono nervi motori perché portano gli
impulsi dal cervello alla periferia (corpo), altri nervi sono
misti, cioè sensitivi e motori, essi connettono gli organi, i
muscoli e le diverse parti del nostro fisico, con il cervello.
La funzione principale dell’encefalo è quindi una continua
raccolta di dati filtrati, attraverso i quali sperimentiamo e
veniamo in contatto con il mondo esterno a noi, ricevendo
impulsi e sensazioni l’encefalo li interpreta e li immagazzina.
L’insieme di questi impulsi archiviati forma la base della
memoria.
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LA MENTE
Il sistema nervoso centrale prosegue nel midollo spinale, il
quale trova un comodo alloggio all’interno del canale
vertebrale, il midollo rappresenta un’importantissima via di
transito dei messaggi nervosi, infatti giungono al cervello vie
di ritorno che portano informazioni vitali (temperatura,
freddo, caldo, dolore, etc, etc) provenienti dagli innumerevoli
recettori sparsi in tutto il corpo.
Sempre nel midollo si originano le comunicazioni nervose con
gli organi e le ghiandole. Quest’ultima parte viene classi‐
camente definito sistema nervoso autonomo o neuro‐
vegetativo, e si divide in due grandi sezioni, il simpatico e il
parasimpatico. La gran parte degli organi interni viene
innervata sia dal simpatico che dal parasimpatico, e la loro
azione è per lo più antagonista.
Semplificando molto si può dire che il sistema nervoso
simpatico svolge un ruolo eccitatorio e preparatorio allo
stress, la sua attivazione, per esempio produce un aumento
della frequenza del battito cardiaco, un aumento della
pressione arteriosa, e mobilita le riserve energetiche del
corpo; il sistema nervoso parasimpatico invece, svolge una
funzione rilassante, di tutte le attivazioni del simpatico. Vale
la pena spendere qualche parola sulle ultime scoperte fatte in
materia, e su un aspetto che risulta illuminante: da tempo gli
anatomisti avevano parlato di un’ampia rete nervosa
all’interno delle pareti dello stomaco e dell’intestino, messe
in relazione con le fibre del sistema nervoso autonomo, in
effetti le ricerche hanno confermato la presenza di centinaia
di milioni di neuroni nel tratto gastro‐intestinale, questa rete
nervosa è stata battezzata, sistema nervoso enterico o
cervello enterico. Attraverso tutte queste attività la mente e
il corpo elaborano le suddette risposte per ottenere uno
stato di equilibrio e di sicurezza.
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LA MENTE
Vediamo in breve, come avviene l'attività cerebrale.
In termini semplici, possiamo dire che buona parte
dell'attività cerebrale si attribuisce ad una classe particolare
di cellule, i neuroni.
I neuroni sono estremamente sociali, amano colloquiare fra di
loro. Le informazioni che elaborano arrivano, dai cinque
organi di senso e dal nostro sistema nervoso, sotto forma di
impulsi e stimoli.
Questi, una volta analizzati, vengono catalogati dai neuroni e
riconosciuti da noi sottoforma di sensazioni, emozioni,
pensieri, movimenti, formulazioni e associazioni di idee,
elaborazione del linguaggio e memorizzazione di tutto ciò
che conosciamo e abbiamo già sperimentato.
I neuroni hanno una forma assai simile a quella di un albero,
sono costituite da un tronco denominato assone e da una
serie di “rami” protesi verso l’esterno, utili ad inviare e
ricevere messaggi attraverso il contatto con i “rami”di altri
neuroni e con le più svariate cellule neuronali presenti nei
muscoli, nei tessuti epidermici, negli organi vitali e in quelli di
senso. Quando i neuroni si connettono, si forma un legame
particolare paragonabile a una vecchia amicizia detta sinapsi.
Questi legami hanno l'abitudine di trasmettere lo stesso
genere di informazioni. Un po’ come i vecchi amici, sono soliti
rinforzare vicendevolmente le loro opinioni sulle cose, sugli
eventi e sulle reciproche esperienze,ciò costituisce la base
biologica degli “atteggiamenti mentali“ o “mentalità”, ovvero
quelle particolari reazioni spontanee che emergono in rapporto
a certe persone, luoghi e cose.
Possiamo spiegare il concetto ricorrendo ad un esempio
estremamente semplice: se da piccoli siamo stati spaventati da
un cane, nel nostro cervello si sarà formata una sequenza di
connessioni neuronali che ha associato l’immagine del cane con
la sensazione fisica della paura. Questa sequenza determinerà
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LA MENTE
una reazione istintiva di paura ogni qual volta incontreremo un
cane.
La ripetizione nel tempo di questo schema neuronale, può
rendere più intenso e convincente il messaggio, al punto da
farlo diventare una routine talmente radicata che il semplice
pensare ai cani potrebbe causare un'accelerazione del battito
cardiaco ed un aumento della sudorazione.
Immaginiamo ora che un giorno un amico ci faccia visita con
un cane: inizialmente proveremo timore al solo sentirlo
abbaiare, dopo breve tempo, potremo però constatare che il
cane si è abituato a noi, al punto da venirsi a sedere accanto,
dimostrandoci le sue intenzioni di amicizia.
Contemporaneamente alla sensazione di timore e di paura
dettata dall'abitudine, nascerà in noi una sensazione fisica
neutra e in seguito anche piacevole.
Nel nostro cervello,a questo punto, si creerà una nuova serie
di connessioni neuronali, di intensa comunicazione tra loro,
che produrrà il pensiero: “Tutto sommato, i cani sono belle
creature !! “
Se quel nostro amico dovesse tornare a trovarci in
compagnia del suo cane, quel nuovo schema potrebbe
trovare conferma e rinforzo, indebolendo il vecchio modello
al punto da far sparire completamente la nostra paura verso i
cani.
In questo caso la persona ha interrotto la vecchia e solita
strada neurologica per intraprenderne un'altra, nuova e
produttiva.
Ogni volta che una nuova informazione viene assorbita, è
come se venisse calpestato un prato e vi rimanesse traccia del
passaggio. Battendo più volte la stessa traccia si formerà
presto un solco indelebile e quindi un sentiero.
La nostra corteccia cerebrale è un groviglio intricatissimo di
queste strade neurologiche, che sono poi diventate dei veri e
propri programmi che si attivano e si ripetono in maniera del
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LA MENTE
tutto inconsapevole. La comprensione di questo fenomeno è
di fondamentale importanza. Infatti la scienza che studia la
capacità di sostituire vecchie connessioni neuronali con altre
più recenti, prende il nome di plasticità neuronale, ed associa
ai neuroni due caratteristiche precise: elasticità e duttilità.
“ La ripetizione di una certa esperienza può cambiare la
modalità operativa del cervello .”
Questo ci fa capire che non c'è nulla che non si possa
cambiare.
Diventando consapevoli di ciò, impareremo ad usare la
mente con conoscenza, arrivando a realizzare la nostra
felicità.
Una determinata stimolazione dettata da un immagine,
situazione, parola, pensiero creerà, attraverso questo
meccanismo, delle risposte.
Le nostre azioni, il nostro modo di conoscere il mondo , il
nostro modo di pensare, è stato sperimentato, analizzato e
fatto rientrate nel conosciuto, quindi sicuro.
Sappiamo come agire, pensare, parlare, riconoscere, in base
all’esperienze già vissute. Questo sistema è d'aiuto perché,
nelle centinaia di azioni quotidiane, evita un continuo lavorio
mentale fatto di analisi, comparazione e memorizzazione di
cose di secondaria importanza.
Visto che “ tutto” è ormai conosciuto e sicuro, agiamo in
modo automatico, se analizziamo le nostre giornate
possiamo verificarlo, basta pensare alle azioni che facciamo
da quando ci svegliamo, fino alla sera prima di
addormentarci.
Per esempio: recandoci al lavoro imbocchiamo sempre la
solita strada ma, durante il percorso, può capitare di ricevere
una telefonata, in questo caso noi continueremo a guidare
senza rendercene conto, ossia il nostro automatismo agirà
per noi, la nostra strada neuronale ci farà da navigatore, così
arriveremo a destinazione del tutto inconsapevoli della strada
percorsa.
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LA MENTE
Le abitudini come abbiamo detto, servono per velocizzare il
nostro quotidiano ma diventano un ostacolo quando, di fronte
a nuove situazioni, ci ostiniamo a non voler uscire dal nostro
circuito abitudinario, nel senso che diventiamo schiavi delle
nostre stesse abitudini, esse ci vietano e ci impediscono il
“cambiamento”.
Queste abitudini che partono in automatico senza che ce ne
accorgiamo, ci portano poi su quella perigliosa, strada
neuronale che è fonte di inadeguatezze, paure, ansie e
quant’altro.
LE CARATTERISTICHE MENTALI
Quali sono le caratteristiche mentali?
1) L'esteriorizzazione, la tendenza a dirigersi verso l'esterno.
La mente rimane attratta dalle cose esterne.
2) La costante e continua attività. La mente non è mai ferma.
Se imparassimo a controllarla riusciremmo ad indirizzare,
l'enorme potere del pensiero verso i nostri obbiettivi e se
limitassimo le distrazioni riusciremmo a rimanere molto più
concentrati su di essi.
3) L'ampiezza delle sue attività, tra le quali la sua grande
forza immaginativa.
Attraverso un controllo delle prime due caratteristiche
potremo influenzare in modo positivo la terza. Lei può essere
la nostra migliore amica o la nostra peggiore nemica a
secondo di come viene alimentata.
Come alimentiamo la nostra mente? Che pensieri formuliamo?
Se noi dovessimo mangiare alimenti di pessima qualità, come ci
sentiremmo?
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LA MENTE
Se dovessimo continuare a mangiare questi alimenti tutti i
giorni, che risultato otterremmo?
Come minimo finiremmo in ospedale, a disintossicarci.
Bene, la nostra mente è come il nostro apparato digerente, la
qualità del cibo mentale che assorbiamo, influisce sulla salute e
sugli stati d’animo. Nutrendola in modo errato, andremo a
creare stati d’animo di sfiducia, di infelicità e di impotenza, non
permettendo di apprezzare ciò che di buono è in noi.
Se questa “cattiva alimentazione” dovesse continuare, si
formerebbe una mente incapace di reagire.
Non riuscendo a trovare la forza per affrontare i momenti di
difficoltà e di stress, diventeremmo insoddisfatti e frustrati.
Se questa spirale non si fermasse, arriveremmo ad aver
costruito patologie mentali sempre più serie.
Al contrario, una mente alimentata in modo creativo, senti‐
mentale, interessato, curioso ed aperto, creerà stimoli e
sensazioni sempre nuove, producendo così nuovi percorsi
neuronali in sostituzione dei vecchi.
In questo modo si libererà il neurotrasmettitore del piacere e
della gioia: la dopamina.
Così facendo emergeranno stati d’animo positivi e forti, che
andranno a formare una personalità positiva e forte.
Difficilmente una mente così composta sarà preda della noia,
del disinteresse alla vita e dello scoramento.
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