Osservatorio Sanità UniSalute: curarsi all`estero?

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CURARSI ALL’ESTERO? I MARCHIGIANI NON SI FIDANO.
Nuova indagine dell’Osservatorio Sanità UniSalute:
il 74% dice no alle soluzioni low cost fuori dall’Italia. Solo il 2% si è curato oltre frontiera.
A preoccupare sono la scarsa qualità dei materiali, il mancato rispetto delle norme igieniche e la
grande stima per i medici italiani, ritenuti migliori.
Bologna, 29 novembre 2012
Sempre più spesso si sente parlare di turismo sanitario come di un fenomeno in crescita, specie
per l’odontoiatria. Ma quella di farsi curare in un paese straniero è davvero un’opportunità che
piace ai marchigiani?
La netta maggioranza degli intervistati delle province di Ancona e Pesaro (74%) dichiara in
maniera netta che non lo farebbe mai mentre solo il 2% afferma di essersi affidato a questo tipo di
soluzione. Il 12%, inoltre, non esclude a priori questa possibilità.
Questo è quanto rilevato dall’ultima indagine1 realizzata dall’Osservatorio Sanità2 di UniSalute, la
compagnia del gruppo Unipol specializzata in assistenza e assicurazione sanitaria, che ha voluto
indagare se e come le abitudini di anconetani e pesaresi stiano cambiando in merito alla cura della
propria salute.
Cosa preoccupa maggiormente i marchigiani dei viaggi all’estero per sottoporsi a visite e cure?
Sono in particolare tre i motivi che spingono gli intervistati a tenersi lontani: il principale è che si
ritiene che i medici del nostro Paese siano migliori (75%, ma si arriva all’84% tra le donne). Segue
la convinzione che i minori costi delle prestazioni siano dovuti alla scarsa qualità dei materiali
utilizzati (21%) e, ultimo ma non di minore importanza, i marchigiani esprimo forti timori sul
rispetto delle norme igieniche (11%).
Il forte risparmio rispetto ai costi delle stesse prestazioni in Italia, è il motivo per cui si
prenderebbe in considerazione la possibilità di affidarsi ai medici fuori dai nostri confini (così ha
risposto la totalità degli intervistati), in particolare nei paesi dell’Est Europa, soprattutto per le
prestazioni odontoiatriche, che incidono maggiormente sui bilanci familiari.
Per quanto riguarda le soluzioni low cost proposte nel nostro paese, fenomeno che è in crescita, si
registra invece una maggiore apertura: sono infatti molti i marchigiani che considerano con favore
le offerte di prestazioni mediche a basso costo proposte da portali dedicati agli acquisti.
Nello specifico, solo il 9% dichiara apertamente di non fidarsi affatto di queste offerte, mentre
quasi tre marchigiani su quattro (73%) considerano queste offerte un’opportunità in più a cui si
aggiunge un 10% di intervistati che le ritiene addirittura l’unica soluzione per poter accedere a
cure mediche a disposizione di molte famiglie, consapevoli di quanto le cure mediche, in
particolare quelle dentistiche, incidano sempre di più sui bilanci domestici.
Secondo una recente indagine, circa il 18% degli italiani ha dovuto rinunciare per motivi economici
a prestazioni sanitarie come visite specialistiche e odontoiatria e nel decennio 2000-2010 la spesa
sanitaria privata è aumentata del 25,5%3.
Come garantire quindi qualità delle prestazioni e accessibilità alle stesse? Perché questo scenario
possa migliorare occorre riuscire ad organizzare in modo efficiente la spesa sanitaria privata, che
ad oggi in larga parte non è strutturata, in modo da garantire contestualmente qualità e
contenimento dei costi.
UniSalute ha costruito un modello operativo in grado di poter sostenere nel tempo un’offerta di
prestazioni sanitarie di qualità, tra cui anche quelle odontoiatriche. Il controllo del processo di
erogazione del servizio consente a UniSalute di mantenere bassi i costi e di effettuare monitoraggi
puntuali sulla qualità dei servizi offerti, a garanzia dei propri clienti e per assicurare sostenibilità in
un mercato in continua evoluzione.
1
Indagine CAWI condotta dall’istituto di ricerca Nextplora ad inizio febbraio 2012 su di un campione rappresentativo
della popolazione italiana per quote d’età (over 30), sesso ed area geografica.
2
L’Osservatorio Sanità di UniSalute, avviato nel 2002 con l’obiettivo di monitorare il mondo della sanità integrativa, si
occupa oggi anche della percezione degli italiani su temi quali prevenzione, fiducia, competenza, conoscenza dei servizi
sanitari pubblici e privati, oltre che sul ruolo dell’welfare sanitario in azienda.
3
Rapporto Censis “Quale sanità dopo i tagli? Quale futuro per le risorse in sanità” – 15 marzo 2012
UniSalute è la prima Compagnia in Italia ad occuparsi esclusivamente di assicurazione sanitaria in modo unico ed
innovativo attraverso il lavoro di oltre 500 persone, tra cui 43 medici presenti in azienda e una rete di oltre 7.700
strutture sanitarie convenzionate presso le quali gli assicurati possono usufruire di prestazioni sanitarie di qualità con
ridotti tempi di attesa e con il pagamento della prestazione da parte della Società.
Ogni cliente UniSalute ha dietro di sé la forza di oltre 4 milioni di assicurati e di una “centrale di acquisto” che garantisce
un controllo qualificato e costante della qualità. La rete di strutture sanitarie convenzionate è diffusa capillarmente su
tutto il territorio nazionale e comprende ospedali, case di cura, poliambulatori, centri diagnostici e fisioterapici, studi
odontoiatrici e di psicoterapia.
Fondata dal Gruppo Unipol nel 1995, UniSalute ha il primato nazionale nella gestione dei Fondi Nazionali di categoria,
delle Casse Professionali e delle Casse aziendali.
www.unisalute.it
ecomunicare
Luca Maranesi
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Sergio Imbonati
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