80 le nervature delle foglie meno prominenti (Tenore a torto dice

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FLORA ITALICA BXSICCATA
le nervature delle foglie meno prominenti (Tenore a torto dice
« foliis enerviis »), per le copiosissime glandole color d'ambra o di
rubino, pel sapore acerrimo, pei fiori più piccoli e quasi sempre
bianchi, e per la sua preferenza — sul continente almeno — per
luoghi meno elevati. Gli steli sono più o meno radicanti, ciò che
non si può osservare in tutti gli esemplari ; bisogna dunque eliminare l'espressione « caule unico loco radicato » dalla frase specifica
Tenoreana della « PI. Nap. V , p. 23 » .
E copiosissima sulle basse colline e murgie delle Puglie, dove
manca affatto il Th. striatas, comportandosi come calcicola, in Sicilia
però trovasi anche sul suolo vulcanico dell' Etna, e, secondo Lojacono
(FI. Sic II, 2, p. 200), « è comune nelle parti montane dell'interno
in luoghi elevati secchi pietrosi, marnosi o argillosi » .
Celakovsky vi riuniva come var. lycaonica (in Plora 1883, p. 156)
un Timo dell'Asia Minore, riunione che mi pare molto dubbia.
Escludendola, questa nostra specie sarebbe endemica dell'Italia e
della Sicilia.
Le piante ora distribuite esibiscono una forma a foglie assai strette
(var. J3. Ten. FI. Nap. V. 23 ?) e ad infiorescenza allungata, identica
col Th. Rossi Lojacono (FI. Sic. II, 2, p. 201, tab. X V , fig. 1 [1907],
del quale ho visto un esemplare autentico favoritomi gentilmente
dal dott. H. Ross., e che, a parer mio, non può distinguersi, nemmeno come varietà, dal Th. spinulosus.
Non ini riesce neppure di distinguerne il Th. pedicellatus Lojac.
(ibid. p. 200), del quale, però, non ho avuto esemplari fra le mani.
Sul principio della fioritura, verso la metà di Maggio, l'infiorescenza si presenta più compatta e col labbro superiore del calice
meno divergente (Lojac. ibid., tab. X I I I , fig. 2).
Ho coltivato tanto il Th. spinulosus quanto il Th. striatus per più
di dieci anni nel mio giardino in Inghilterra, dove si mantengono
perfettamente tipici e distinti. Il Th. spinulosus resiste benissimo
all'inverno di quel clima, mentre il Th. striatus, pianta di montagna,
soffre dell'umido.
C. Lacaita.
a
Oss. 2 — Nella « PI. An. d'Ital., III, p. 65 » seguendo lo Strobl
(Fior. d. Etna in « Oesterr. bot. Zeitschr., X X X I I I [1883], p. 329 »)
ho riferito Th. spinulosus Ten. quale sinonimo assai dubbioso di
Th. striatus b. neapolitanus Kern. ex Strobl (pr. sp.), tenendo come
sottospecie a sè Th. conspersus Celale. Diagn. einig. neù. Thymus-Arten
in « Plora, 1882, p. 564 » . L'esauriente sinonimia sopra esposta mette
in evidenza la priorità di Th. spinulosus su parecchi nomi creati in
seguito: ma restano a stabilirsi, su copioso materiale d'erbario, i
suoi precisi rapporti con altre specie affini dell' Europa orientale.
L'interesse dei saggi qui distribuiti risiede nel fatto che essi provengono da località vicina a quella donde Tenore descrisse la specie
(e cioè « ne' colli sassosi aridi soleggiati di Lecce e della Lucania
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