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Capire la politica monetaria:
la Modern Monetary Theory
La dottrina economica americana che ha portato gli Stati
Uniti fuori dalla recessione.
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Nell'America di Barack Obama si è imposta una nuova dottrina economica. Si
chiama Modern Monetary Theory (Mmt). La Teoria Monetaria Moderna è figlia
del pensiero economico di John Mainard Keynes, l'economista britannico che
ispirò le politiche di Franklin Delano Roosevelt e traghettò gli Stati Uniti fuori
dalla grande crisi del 1929.
Proprio come Keynes nel ventesimo secolo, la Mmt vuole diventare il modello
economico progressista del ventunesimo secolo, la dottrina capace di far
trascinare l'economia dell'Occidente fuori dalla crisi.
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James K. Galbraith
Il padre della Mmt porta un nome e cognome celebre. Si chiama James KGalbraith ed è figlio del più famoso professor John K. Galbraith, grande
economista e consigliere di John Kennedy. James, che ha seguito le orme
paterne, insegna all'Università del Texas e ha fatto il consigliere di Barack
Obama.
La Mmt si fonda su un presupposto fondamentale: il debito pubblico e il deficit
sono un beneficio. Un concetto a dir poco rivoluzionario, soprattutto se si pensa
che si è sviluppato nel pieno dell'orientamento di rigore e austerity ancora oggi
non del tutto superato.
I sostenitori della Mmt hanno lanciato con questa teoria la sfida all'ortodossia
economica diffusa in particolare in Europa. La posizione tedesca di rigidità
viene considerata dalla scuola Mmt come assurda.
Federico Rampini1 racconta come i sostenitori della Teoria Monetaria Moderna
abbiano messo a nudo l'assurdità della visione tecnocrate che sta dietro il
rigorismo economico Merkel-style. Hanno provato, scrive Rampini, a chiedere a
alti funzionari di Banca Centrale Europea, Commissione Europea e Fondo
Monetario Internazionale di spiegare su quali basi sono stati definiti alcuni
1 Federico Rampini: La Trappola dell'Austerity, Editori Laterza Bari 2015- pg 34 ss-
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parametri. Per esempio, perché è stato deciso che il rapporto deficit/Pil non
dovesse superare il 3%? Chi ha stabilito che il debito pubblico sopra la soglia
del 60% diventa insostenibile? E soprattutto dove sono le prove empiriche di
questi dati? Le risposte a queste domande da parte dei tecnocrati di Bruxelles
o Washington sono spesso confuse e poco chiare.
La Mmt sostiene invece il contrario. Non ci sono limiti al debito
pubblico e al deficit di uno Stato. Le banche centrali invece possono
finanziare questi debiti stampando moneta. Per questi teorici la crescita passa
dal rilancio della spesa pubblica da realizzare attraverso la liquidità delle
banche centrali. Oppure stampando moneta.
Il serbatorio di pensiero della Mmt ruota attorno a tre istituti prestigiosi
americani. La University of Missouri a Kansas City, il Bard College nello
Stato di New York e il Roosevelt Institute a Washington. Sono questi gli
alter ego intellettuali del pensatoio economico conosciuto come la scuola di
Chicago (guidata da Milton Friedman) ai tempi di Ronald Reagan. I nomi
emergenti del pensiero economico di questi anni contrapposti al vecchio
Friedman sono, oltre a Galbraith jr, Robert Skidelsky, Randall Wray, Stephanie
Kelton, Bill Mitchell.
La vera novità però sta nel fatto che la credibilità e il successo questi studiosi
se lo sono conquistati tramite blog che hanno fatto milioni di lettori. Tra quelli
più importanti c'é "The daily beast", "New Deal 2.0", "Naked Capitalism",
"Firedoglake". Tutto contengono principi del nuovo dottrinarismo economico
alternativo. Il successo di lettori testimonia la passione che i temi
dell'economia e dello sviluppo suscitano tra molti americani e non.
Questi nuovi economisti emergenti considerano troppo moderati anche celebri
contestatori del pensiero economico conservatore come Paul Krugman e
Joseph Stiglitz. I due economistar vengono visti come colombe, troppo
morbide verso la Germania e i Paesi che credono nella bibbia dell'austerity.
A Krugman e Stiglitz contestano soprattutto il fatto che alla fine concordano
con i rigoristi perché pensano che alla lunga il debito crei inflazione, soprattutto
se finanziato con la stampa di moneta. Secondo Galbraith jr, l'inflazione in
realtà diventa un pericolo quando ci si avvicina a una situazione di pieno
impiego. Questo si è verificato in realtà solo durante la prima guerra mondiale.
Fino a quel punto il debito pubblico ha solo benefici. Proprio ciò di cui si ha
bisogno oggi.