Sua maesta, la Melagrana Sua maesta, la Melagrana

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GASTRONOMIA
A ottobre parliamo di...
Sua maesta, la Melagrana
“H
a la corona ma non è una regina, ha tanti figli
ma marito non ha”…cos’è?... a voi qualche suggerimento
per arrivare alla soluzione dell’enigma: il celebre Carducci
lo contemplava e lo associava alla morte del caro figlioletto;
in Ovidio il dio del regno dei morti, Ade, costrinse Proserpina a
mangiarne un chicco, legando così l’amata al regno degli inferi;
Afrodite ne coltivava personalmente la pianta in Cipro e le spose romane
per tradizione ne intrecciavano i rami fra i capelli in segno di buon auspicio e di
fertilità; invece le donne turche usano scagliarne un frutto a terra quasi fosse un oracolo. Il quesito?... sapere quanti
figli avranno. Il responso?... il numero dei chicchi caduti. Aldilà delle leggende e degli indovinelli, quasi tutti legati alla
sfera della vita, della ricchezza e dell’amore, il melograno, o meglio la melagrana, rappresenta, insieme all’uva e ai
cachi, un frutto tipico del mese di ottobre.
Il melograno è un arbusto spinoso appartenente alla famiglia delle “Punicaceae” (dal latino “punicum” che vuol
dire cartaginese, persiano) ed è, come indica la stessa denominazione della famiglia di appartenenza, di origine
asiatica. Anche il nome dell’albero, da sempre pure coltivato nel bacino del Mediterraneo, deriva dal latino “malum”
e “garantum”, termini che stanno a significare rispettivamente “mela” e “con grani”; a sua volta la pianta ha dato il
nome alla città di Granada. Le foglie di questo arbusto sono piccole e di forma allungata
e se nelle piante giovani presentano una colorazione rossiccia, con la crescita
esse tendono a diventare verdi. I fiori del melograno, che fioriscono fra
giugno e luglio, sono caratterizzati da otto petali di color rosso vivo,
che si sviluppano sia sui rami che sui dardi.
Anche i frutti, all’interno dei quali si trovano i polposi semi che
costituiscono la parte commestibile del frutto stesso, sono di color
rosso arancio. Precisamente il frutto, chiamato anche balausta, è una
bacca carnosa, con una buccia spessa e con numerose cavità “polispermali”
separate l’una dall’altra da membrane.
Le melagrane presentano diverse proprietà, fra cui è doveroso ricordare quelle astringenti
e diuretiche. Ma questi frutti, oltre che come elementi decorativi, vengono spesso usati anche per preparare bibite
ghiacciate, gelatine, sciroppi, marmellate.
Dai prodotti del melograno si ricavano tra l’altro coloranti utilizzati nell’industria cosmetica e una particolare tintura
gialla impiegata nell’artigianato degli arazzi nei Paesi Arabi. Il melograno ha anche proprietà medicinali: la corteccia
è velenosa e costituisce un potente tenifugo; i fiori sono appropriati contro la dissenteria se usati in infuso.
E per tutti gli amici con qualche “polpo” di troppo un’utile e simpatica informazione: secondo miti probabilmente
non troppo attendibili, il succo del frutto unito a miele e istillato nelle narici combatterebbe proprio lo sviluppo dei
fastidiosi polipi. Una recente ricerca italo-americana invece conferma quella credenza cinese per cui la balausta
sarebbe simbolo di longevità. Secondo gli scienziati infatti, berne un bicchiere al giorno aiuta a prevenire
lo sviluppo di “placche di grasso” sui vasi sanguigni, riducendo i rischi di arteriosclerosi. La pianta
resiste inoltre molto bene alle alte temperature; la pioggia e l’umidità sono invece deleterie per
l’albero, che difatti nel periodo autunnale perde tutte le foglie. In compenso non è colpito da
parassiti e funghi.
Alle cuoche e agli appassionati di gastronomia qualche suggerimento culinario per sfruttare
tutte le proprietà della balausta: ricordate che le melagrane vanno colte mature poiché una
volta staccate dall'albero non maturano più. Preferite inoltre i frutti senza alcuna spaccatura
in superficie: attraverso queste fessure possono verificarsi attacchi di parassiti o muffe.
Per la conservazione sappiate che, se riposte in un luogo fresco e asciutto, le melagrane
possono conservarsi anche per una settimana, a patto che la buccia non presenti spaccature.
E allora “Buon appetito!” ai golosi... mangiare melagrane certamente non vi farà
disperare sulla bilancia: 200g del re della frutta (non a caso ha un grazioso picciolo
a fare da corona) forniscono solamente 70 Kcal e la difficoltà a mangiarlo funge da
ottimo controllore della silhouette di tutti gli ingordi.
Feldia Loperfido
pugliasalute
- cinquanta -
ottobre 2005
GASTRONOMIA
Le ricette
Marmellata di melagrane
Ingredienti
melagrane
zucchero
buccia di arance
Preparazione
Scegliete delle melagrane mature, tagliatele e separate per bene i semi dalla pellicola
bianca che non va utilizzata. Mettete i semini in un setaccio e premete bene per
ottenere la maggiore quantità possibile di succo. Pesate il succo, unitevi uguale peso
di zucchero, scorza d'arancia grattugiata e mettete quindi sul fuoco. Portate a bollitura
e lasciate poi cuocere a fuoco vivace fino a quando, versando una goccia su un piatto, si rapprenderà
velocemente. Togliete dal fuoco la marmellata, mettetela nei vasi e copritela. Invasatela ancora calda
fino ad 1 cm dal bordo del vaso, e mettete il coperchio ermetico. A questo punto capovolgete il vasetto
per 5 minuti in modo che la marmellata ancora bollente impregni l'interno del coperchio (si effettua così
una specie di autosterilizzazione).
Faraona alla melagrana
Ingredienti:
1/2 faraona tagliata a pezzi
scalogno
melagrana
farina bianca q.b.
vino bianco secco q.b.
1 goccio di olio, rosmarino q.b.
sale e pepe q.b.
Preparazione
Passate nella farina i pezzetti di faraona. Fate insaporire in una casseruola lo scalogno
tritato con l’olio. Uniteci un rametto di rosmarino. Aggiungete i pezzi di faraona. Fateli
rosolare a fiamma media. Tagliate la melagrana a metà e utilizzate mezzo frutto
per ricavarne il succo, quindi bagnate con il succo di melagrana i pezzi di faraona non appena saranno
rosolati. Versate anche un goccio di vino e fate evaporare il liquido alzando la fiamma. Aggiustate di
sale e di pepe, abbassate la fiamma, coprite il tegame. Cucinate a fiamma dolce per circa 45 minuti.
Prosciutto crudo con melagrana e agrumi
Ingredienti
prosciutto crudo in una sola fetta
125 gr. di melagrana
1 cipollotto
gelatina di ribes q.b.
Preparazione
1/2 arancia
1/2 limone
2 cucchiai di liquore tipo Porto, 1
goccio di olio d’oliva
sale e pepe q.b.
Sgranate 1/2 melagrana e spremete il succo dell’altra metà. Fate appassire
in un tegame con un goccio d’olio il cipollotto tagliuzzato a fette. Unite il succo
di melagrana e fate cuocere per due minuti. Aggiustate di sale e di pepe. Private
gli agrumi della scorza e affettatela a striscioline. Sminuzzate sia il limone che l’arancia. Disponete
le fette nel piatto di portata e stendete sopra il prosciutto tagliato a cubetti. Unite i grani di melagrana,
gli agrumi sminuzzati e il condimento caldo.
Sciroppo di melagrana
(consigliato come diuretico)
Preparazione
Ingredienti
100gr. di polpa di semi
300 gr. di alcool
500 gr. di sciroppo semplice
pugliasalute
Macerate i 100 gr. di polpa di semi nei 300
gr. di alcool per 60’ e alla fine aggiungete lo
sciroppo semplice di zucchero preparato a
parte. Da bere sciolto in acqua.
- cinquantuno -
ottobre 2005
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