GIOVANNI CRIPPA appunti venerdì 18 marzo Un grazie allo

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GIOVANNI CRIPPA appunti venerdì 18 marzo
Un grazie allo studente che ha generosamente messo a disposizione i suoi
appunti presi durante l’incontro con Crippa (sciopero mezzi pubblici)
Giovanni Crippa lavora molto con LR a Roma e in Questa sera si recita a
soggetto, spettacolo di passaggio tra Roma e Milano. Nel 1995 comincia la
collaborazione con LR.
Crippa debutta sulle scene a vent’anni in Equus di Shaffer, diretto da
Marco Sciaccaluga. Ha lavorato con i principali registi italiani e stranieri.
Nel 2001 riceve il Premio Ubu come miglior attore non protagonista per
l’interpretazione di Arlecchino ne I due gemelli veneziani.
Crippa incontra nella sua vita grandi maestri e grandi registi con progetti
molto ambiziosi (p.e. Patroni Griffi, Testori, Shammah, De Lullo,...). LR si
sgancia dall'idea del teatro commerciale più di tutti gli altri, dando la
dignità che compete al teatro commerciale, ma facendo una distinzione tra
sé e quel tipo di teatro.
GC conosce LR quando è un attore già formato. Aveva visto di LR, come
spettatore, La serva amorosa 1986 ed altri spettacolo, ma il primo a
colpirlo moltissimo è Strano Interludio 1990 di O’Neill che gli provoca
curiosità perché riconosce un modo di affrontare il teatro completamente
diverso. Istintivamente questo teatro di LR creava una sorta di diaframma
e poteva causare fastidio, ma GC si accorge che nonostante le 6h di durata
dello spettacolo e nonostante una recitazione così particolare l'attenzione
non scemava mai.
Quando vede Gli ultimi giorni dell'umanità 1990 a Torino (Lingotto) resta
totalmente folgorato. Entra in questo luogo e si sente catturare
completamente. LR riesce a portare un testo complessissimo e temi densi
come lo sgomento per la vita. LR cerca GC già in altre occasioni, ma GC
non può accettare perché è impegnato. Il primo incontro sulla scena è nel
1996 con Quer pasticciaccio brutto de Via Merulana di Gadda. E' il primo
incontro con LR, nel 1995. LR apriva dei mondi, delle possibilità
interpretative infinite. LR aveva una capacità di lettura di una profondità
pazzesca e dava all'attore radici vere ed un terreno in cui affondare queste
radici. Poi questa sua recitazione un po' "espressionista" può essere
sgradevole per chi insegue un maggiore naturalismo. LR intendeva per
teatro un'esperienza di conoscenza complessa ed attraverso questa
esperienza di conoscenza, ovvero esperienza che ha una matrice filosofica
(ed infatti il teatro nasce in Grecia con il racconto dei miti e cioè con quei
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racconti che riescono a dare un'interpretazione del senso della vita), il
teatro riesce a proporre interpretazione della vita. C'è la necessità di
promuovere questa lettura del teatro, perché dalla conoscenza continua può
nascere il progresso -> a veder bene, la possibilità del progresso è messa in
forse dal lavoro di LR, che denuncia il subordine della cultura e del teatro
rispetto alla rincorsa al potere e a ciò che c'è di peggio nell'uomo.
Giovanni Crippa fa con LR 25 spettacoli.
A. Dicci qualche cosa sul primo spettacolo al Piccolo di LR, La vita è
sogno nel 2000. Era uno spettacolo di passaggio. Cosa ti ricordi?
B. LR nutriva una enorme passione per il teatro, che forse muoveva dalla
convinzione dell'importanza del teatro nella società. LR si presenta con il
suo biglietto da visita per la presenza di temi fondamentali nella poetica di
LR:
a. dissoluzione della vita nel sogno:
b. doppio vita/sogno - vita/teatro.
c. desiderio di cambiare un tipo di spettatore -> LR non scinde mai il suo
intento didattico tra attori, allievi e pubblico. E' necessario formare anche
il pubblico ed è bene cercare di formare un pubblico diverso, che non
venga a teatro per essere spettatore passivo ma per essere coautore della
serata.
d. tema dell'infinito. Sia contenutisticamente che concettualmente.
LR faceva spesso riferimento al caleidoscopio. Invitava lo spettatore a
salire sul palcoscenico e a condividere l'esperienza, ma desiderava che lo
spettatore fosse coautore = prendere tutti gli stimoli possibili dall'attore e
dallo spettacolo, per poi ricomporli nella sua memoria e dargli significato.
Tutti gli stimoli che sono dati allo spettatore devono essere rimontati nella
propria memoria all'infinito, perché poi possono essere ricomposti
all'infinito. Nei suoi spettacoli si trova sempre qualcosa che poteva far
ricordare altri spettacoli. Utilizzava anche i medesimi oggetti di scena e si
poteva fare infiniti collegamenti. Anche il fatto di usare gli stessi interpreti
poteva creare dei collegamenti tra una cosa e l'altra. LR indagava la
complessità del reale, che ha sempre ramificazioni infinite = avere un
punto di vista e porsi continuamente domande. Spesso LR chiedeva di
trasformare nelle battute il punto fermo in punto interrogativo ed anche
l'uso dell'anacoluto che crea una pausa, una incertezza di interpretazione ->
il personaggio non sa la parte, l'attore sì. Anche l'uso di traduzioni difficili
era scelta in questo senso -> i personaggi non sanno, quindi si ricerca
l'ostacolo della verità per l'interprete e per il pubblico attraverso la parola.
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Una traduzione impervia diventa strumento di comunicazione molto
efficace.
e. simbolicamente crudo = Clarino, che rappresenta lo spettatore, è l'unico
a morire.
f. l'attore prende per mano lo spettatore e lo invita a condividere questa
esperienza di conoscenza.
g. LR rompe con le convenzioni teatrali: rompe il boccascena, non
interrompe lo spettacolo,... anche lo spazio diventa assolutamente
importante nella rappresentazione. Questo continuo passare tra buio/luce e
la sovrapposizione di piani.
h. LR prendeva sempre alla lettera quanto scritto. LR vuole vincere la
tirannia dell'intenzione -> l'uomo ha l'intenzione, ma quello che facciamo
eccede la nostra intenzione. LR era preterintenzionale: noi pensiamo di
avere una certa intenzione e che con quella domineremo tutto, ma spesso si
è traditi e si eccede. LR voleva scindere l'intenzione del personaggio dalla
realtà che tira fuori di sé. L'attore deve scardinare le consuetudini del
teatro per sondare quaLRosa di nuovo e che possa dare un piacere diverso
dal recupero degli stessi stilemi. i. LR era un relativista e cercava la figura
del personaggio, piuttosto che il personaggio rigido in sé. j. Rapporto padri
e figli, caro a LR (Fratelli Karamazov 1998, Gemelli Veneziani 2001,
Lehman 2015).
Il materiale che lui usava come materiale didattico era ampio ed
ultimamente c'era anche una lettera di John Fante (scrittore e sceneggiatore
statunitense) in cui parlava di suo padre e LR la leggeva con enorme
coinvolgimento personale molto forte (LR perde il padre molto presto in
guerra) k. indagare cosa sia veramente il reale.
A. Lolita 2001 e la scomodità. Gli attori erano posti in posizioni di
disequilibrio, di incertezza, di difficoltà. Cosa ti ricordi? B. Tra tutti ero
quello più avvantaggiato e non avevo problema di incertezza ed
insicurezza. Tuttavia, LR metteva spesso in posizioni di scomodità perché
l'attore potesse ricavarne maggiore energia per comunicare maggiormente.
Negli spettacoli di LR gli attori si spostano e si muovono moltissimo, ma
tendenzialmente nelle pause della parola -> il corpo comunica di più.
A. Goldoni. Hai una interpretazione di Arlecchino originalissima, distante
da Ferruccio Soleri.
B. La stagione successiva a La vita è sogno proporrà Candelaio 2001,
Lolita e I Gemelli. All'inizio LR mi propone Brighella, che però avevo già
interpretato con Patroni Griffi. E' un congedo dalla commedia dell'arte il
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caso dei Gemelli Veneziani -> i personaggi non muovono più dalle
maschere ed affondano le radici in qualcosa di più vero (vedi anche la
morte simbolica di Zanetto, che è la maschera dello Zanni). C'è il senso
dello spaesamento, altro tema carissimo a LR.
Anche in Danza Macabra di Strindberg (2014) c'è questo senso dello
spaesamento. LR aveva enormi curiosità (v. quando propone a GCrippa di
interpretare Danza Macabra vestito da astronauta) anche in campi distanti
dal teatro (fiori, scienze, economia,...). LR aveva un amore sorprendente
per le cose.
L'attore migliore è quello che fa le scelte migliori, per LR. LR ci teneva
che gli allievi raggiungessero una maturità nella critica e nella scelta tale
per cui sapessero mantenersi coerenti alle visioni dei vari registi.
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