La costruzione della frase Nel costruire le frasi, l`italiano usa in

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UNITÀ DIDATTICA 10
PROPOSIZIONI E COSTRUTTI
10.1 – La costruzione della frase
Nel costruire le frasi, l’italiano usa in genere la costruzione diretta,
Costruzione
diretta italiana
disponendo in questa successione gli elementi logici del discorso:
1. soggetto;
2. predicato;
3. complementi diretti.
Esempio
Elena
ascolta
i racconti
di Rosangela
1
2
3
4
La disposizione delle parole nell’ambito della frase latina è spesso
Costruzione
latina
molto diversa da quella italiana; in genere si trova:
1. il soggetto all’inizio della frase;
2. il predicato al termine della proposizione;
3. il complemento oggetto prima del verbo dal quale dipende;
4. il complemento di specificazione prima del sostantivo che
specifica.
Es. Puellă (sogg.) Minervae (comp. specif.) statuam (comp.
ogg.) ornat (pred.)
La ragazza
Di Minerva
la statua
orna
1
4
3
2
In latino, inoltre, l’aggettivo di solito precede il sostantivo a cui si
riferisce:
Es. Domină sedulam filiam laudat.
Domină laudat filiam sedulam. (costruzione italiana)
La padrona loda la figlia laboriosa.
129
L’aggettivo possessivo, in genere segue il nome a cui si riferisce:
Es. Domină meă rosas amat.
meă Domină amat rosas. (costruzione italiana)
La mia padrona ama le rose.
Osservazioni
1. Non bisogna mai tradurre meccanicamente una frase latina:
bisogna prima leggerla con attenzione cercando di intuirne il
senso e per verificare se vi sono vocaboli di cui già si conosce
il significato.
2. Dopo la lettura bisogna passare all’analisi:
a) cercare innanzitutto il verbo, individuarne il numero e la
persona e quindi risalire da questo al soggetto, che sarà
nominativo singolare o plurale a seconda del numero del
verbo (il soggetto a volte può essere sottointeso);
b) se il verbo è una voce di sum, si deve cercare nella frase un
secondo nominativo che può costituire il nome del predicato; se non c’è un altro nominativo è molto probabile che
sum non abbia funzione di copula ma di predicato verbale;
c) se il verbo è transitivo attivo, si deve cercare un eventuale
termine all’accusativo che funga da complemento oggetto:
SOGGETTO + VERBO + EVENTUALE COMPL.
OGGETTO = NUCLEO CENTRALE DELLA FRASE
3. In seguito bisogna occuparsi degli altri elementi: complementi
indiretti, attributi, apposizioni.
4. Effettuati tutti i passaggi precedenti è il momento di consultare
il vocabolario, ricordando che:
-
per i sostantivi bisogna risalire al nominativo;
-
per gli aggettivi e i pronomi è necessario risalire al nominativo singolare maschile;
-
per i verbi bisogna individuare la terminazione e sostituirla
con quella della 1ª persona singolare del presente indicativo,
130
Osservazioni
riportata sul vocabolario.
10.2 – La proposizione finale
È detta finale la proposizione che indica il fine, lo scopo di un’azione
Proposizione
finale
espressa nella proposizione reggente.
In italiano può essere espressa nella forma esplicita (es. Marco diceva
queste cose affinché tu capisca.) e nella forma implicita (es. Marco
diceva queste cose per farti capire).
In latino la proposizione finale si esprime con ut o ne + il congiuntivo presente o imperfetto, a seconda del tempo della reggente:
REGGENTE
Verbo al presente o al futuro
FINALE
ut o ne + il congiuntivo presente
Es. Pugnamus
ut liberi simus
Combattiamo
affinché siamo liberi (per essere
liberi)
REGGENTE
Verbo al passato (imperfetto,
perfetto, piuccheperfetto)
FINALE
ut o ne + il congiuntivo imperfetto
Es. Pugnavimus
ut liberi essemus
Combattemmo
affinché fossimo liberi (per
essere liberi)
Se la proposizione finale affermativa contiene un aggettivo o un
avverbio di grado comparativo, è di norma introdotta da quo.
Es. Romam remeabo quo te citius videam.
Tornerò a Roma per vederti più presto.
Affini alle proposizioni finali, ed espresse allo stesso modo da ut o ne
+ il congiuntivo presente o imperfetto, sono alcune proposizioni
131
dette completive, introdotte da verbi che esprimono ordine, ammonimento, richiesta, preghiera, volontà.
Es. Legatus civitatis principibus imperavit ut obsides darent.
Il legato ordinò ai capi della città di consegnare gli ostaggi.
10.3 – Il congiuntivo esortativo e l’esortazione negativa
Il congiuntivo esortativo serve ad esprimere un ordine in forma cortese o mediata e a sostituire tutte quelle persone verbali di cui l’imperativo è privo.
Il tempo utilizzato è solo il presente (ordine o invito possono essere
espressi solo in tale dimensione temporale). La negazione è ne.
Es. Exeamus tandem! = Usciamo, infine!
Ne hoc dicat, hercle! = Non dica ciò, per Ercole!
Poiché il congiuntivo esortativo è spesso impiegato come alternativa
all’imperativo è bene ricordare che:
-
per le seconde persone, sia singolari che plurali, il latino
preferisce usare il modo imperativo;
-
in caso si tratti di direttive, regole o norme (in ambito legale) il
modo deputato, nel latino è l’imperativo futuro;
-
il congiuntivo esortativo negativo è una possibilità di esprimere
l’imperativo negativo – dal momento che non è possibile, in
latino far precedere l’imperativo da una negazione -.
Oltre a questo sistema per esprimere l’idea dell’imperativo negativo
in latino si può trovare:
-
noli/nolite + infinito;
-
ne + congiuntivo perfetto.
Es. Ne fueris ingratis! = Non essere ingrato!
132
Congiuntivo
esortativo
10.4 – La proposizione interrogativa diretta
Le proposizioni interrogative dirette costituiscono, dal punto di
vista dell'analisi del periodo, delle principali a tutti gli effetti.
Interrogative
dirette
Si suddividono in semplici o disgiuntive, a seconda che prevedano
una sola domanda oppure una scelta tra più termini. In entrambi i
casi, si costruiscono con l'indicativo e sono introdotte generalmente
da pronomi o aggettivi interrogativi (quis, qualis, ecc.).
Proposizioni interrogative semplici (una sola domanda)
Interrogative
semplici
Si costruiscono nel seguente modo:
-
ne (unita alla parola su cui poggia la domanda), se si ignora la
risposta;
-
nonne, se ci si aspetta risposta affermativa;
-
num, se si attende risposta negativa.
Es. Scripsitne poeta ille pulchra carmina?
Quel poeta scrisse belle poesie?
Nonne libertatem cupitis? (domanda retorica affermativa)
Non desiderate forse la libertà? Num Socrates furebat? (retorica
negativa).
Socrate era forse pazzo?
Proposizioni interrogative disgiuntive (fra più termini)
Interrogative
disgiunte
Si costruiscono nel seguente modo:
-
Utrum... an...? (o... o...)
-
ne (enclitico)... an... ? (o... o...)
-
(niente)... an...? (o... o...)
Es. Utrum vestra an nostra culpa est?
La colpa è vostra o nostra?
Ridesne an fles?
Ridi o piangi?
133
Bellum indicamus, an pacem servamus?
Dichiariamo la guerra o salvaguardiamo la pace?
La domanda "...o no ?" Si traduce...an non ?
Es. Laetus es an non?
Sei felice o no?
La risposta alla domanda introdotta da una proposizione interrogativa
si costruisce usualmente ripetendo la parola o il verbo che l'hanno
provocata.
10.5 – La proposizione interrogativa indiretta
Le proposizioni interrogative indirette sono subordinate (dipenden-
Interrogative
indirette
ti da una principale) e soggette alla consecutio temporum: il modo
che compete loro è dunque il congiuntivo, opportunamente concordato. Vengono comunemente suddivise in semplici e disgiuntive, in
analogia con le interrogative dirette e dubitative. Queste ultime sono
usualmente introdotte da verbi o espressioni che esprimono dubbio ed
incertezza.
Dipendono da verbi come “rogo, ignoro, interrogo, nescio, dico,
ecc.” e possono essere introdotte da pronomi, aggettivi o avverbi
interrogativi.
Le proposizioni interrogative indirette semplici
Questo tipo di proposizioni dipendono da:
-
num/-ne (dubbio o aspettativa di risposta negativa = se);
-
nonne (si aspetta risposta affermativa = se non) seguiti dal
verbo al congiuntivo.
Es. Animadverte rectene haec iudicem.
Considera se giudico bene queste cose.
134
Indirette semplici
Quaero nonne Cicero clarus sit.
Chiedo se Cicerone non sia famoso.
Le proposizioni interrogative indirette dubitative
Le proposizioni dubitative sono introdotte da verbi del seguente tipo:
Indirette
dubitative
nescio, haud scio, dubium est, incertum est, ecc. e sono rette da:
-
an: se non (affermativa);
-
an non: se (si aspetta una risposta negativa);
-
num/-ne: se (dubbio assoluto).
Segue poi il verbo al congiuntivo.
Es.Nescio an verum sit, sed spero.
Non so se non sia la verità, ma lo spero.
Dubitabam tu haec dixissesne.
Ero in dubbio se tu avessi detto queste cose.
Le proposizioni interrogative indirette disgiuntive
Vengono introdotte dalle stesse particelle delle interrogative dirette,
Indirette
disgiunte
secondo le stesse modalità.
-
Utrum... an...: se... o...
-
ne... an...
-
... an...
-
...-ne...
seguiti come sempre dal verbo al congiuntivo. Il secondo membro del
disgiuntivo si può esprimere ellitticamente con necne (o no).
Es. Ex te quaero utrum hoc falsum an verum sit.
Ti chiedo se ciò sia falso o vero.
Ex te quaero utrum laetus sis necne.
Ti chiedo se sei felice o no.
135
10.6 – La proposizione consecutiva
In italiano, come in latino, la proposizione consecutiva indica la
conseguenza di quanto viene detto nella reggente, dove è spesso anticipata da avverbi o locuzioni avverbiali come “così, tanto, talmente,
al punto, ecc.” o da aggettivi come “tale, tanto, siffatto”.
In latino la proposizione consecutiva è quasi sempre preceduta nella
reggente dagli avverbi ita, sic (così), adeo (al punto), tam (tanto), o
Proposizione
consecutiva
dagli aggettivi talis, is (tale), tantum (così grande); è introdotta da ut
se affermativa, da ut non se negativa.
È espressa col congiuntivo presente se la conseguenza è riferita al
presente, al congiuntivo imperfetto o perfetto se la conseguenza è
riferita al passato.
Espressioni tipiche con senso consecutivo sono le seguenti:
-
tantum abest ut + completiva, ut + consecutiva = essere tanto
lontani dal... che...
-
In eo est ut... = essere al punto di.
10.7 – Il periodo ipotetico indipendente
Si definisce periodo ipotetico l'insieme di due proposizioni:
-
una condizionale, detta pròtasi (= premessa), che esprime una
La protasi
condizione o ipotesi;
-
una reggente, detta apòdosi (= spiegazione, risposta), che
L’apodosi
esprime la conseguenza di quanto premesso nella pròtasi.
Es. Se fai questo (pròtasi), sbagli (apòdosi).
L'ipotesi può essere prospettata in latino in tre modi diversi, che
danno luogo a tre tipi di periodo ipotetico:
-
I tipo: reale o della obiettività;
-
II tipo: possibile;
-
III tipo: irreale.
136
Tipi di ipotesi
La pròtasi, ovviamente, essendo una condizionale, è sempre dipendente.
Tipologie di
apodosi
L'apòdosi invece può essere:
-
una principale: si avrà allora un periodo ipotetico indipendente;
-
una subordinata all'infinito o al congiuntivo: si avrà allora un
periodo ipotetico dipendente.
Schemi riassuntivi:
Schema
riassuntivo
si = se
Introduttori
nisi, si non = se non
pròtasi
sin = se invece
apòdosi
-
Modi del
pròtasi
indicativo o congiuntivo
verbo
apòdosi
indicativo, imperativo o congiuntivo
N.B.: la pròtasi può essere espressa anche con: il participio;
l'ablativo assoluto; la relativa condizionale.
I tipo: reale o della obiettività
Tipo reale
Latino
Italiano
Pròtasi:
indicativo
indicativo
Apodosi:
indicativo
indicativo
o modi delle proposizioni o modi delle proposizioni
indipendenti (imperativo o indipendenti
congiuntivo)
Es. poma, si matura sunt, decidunt = i frutti, se sono maturi,
cadono;
ne vivam, si hoc sciebam! = che io muoia, se lo sapevo!
137
Tipo possibile
II tipo: possibile
Pròtasi:
Latino
Italiano
congiuntivo:
congiuntivo
imperfetto
presente (possibilità nel (possibilità nel presente) o
presente)
trapassato
perfetto (possibilità nel (possibilità nel passato)
passato)
Apòdosi:
come la protasi (raro condizionale presente (posperò il congiuntivo per- sibilità nel presente) o pasfetto)
sato (possibilità nel passato)
Es. si eum videas, certe agnoscas = se tu lo vedessi (e può darsi), lo
riconosceresti di certo; si hoc ex eo quaesieris, libenter responderit =
se tu gli avessi chiesto questo (e, per quel che ne so, può essere
accaduto), avrebbe risposto volentieri.
Tipo irreale
III tipo: irreale
Pròtasi:
Latino
Italiano
congiuntivo:
come per il secondo tipo
imperfetto (irrealtà nel (congiuntivo imperfetto o
presente)
trapassato)
piuccheperfetto
(irrealtà nel passato)
Apòdosi:
come la pròtasi
come per il secondo tipo
(condizionale
presente
o
passato)
Es. si Romae esset, libenter eum viserem = se fosse a Roma (ma
non c'è), gli farei volentieri visita; nisi te amarem, hoc tibi non
dixissem = se non ti amassi (ma ti amo), non ti avrei detto questo.
138
Osservazioni
Osservazioni
1. Talvolta, quando il soggetto è indeterminato, si ha il congiuntivo
nella pròtasi e l'indicativo nell'apòdosi (come nel periodo ipotetico dell'eventualità greco).
Es. Hoc facile discitur, si studeas.
Lo si impara facilmente, se lo si studia (lett.: studi).
2. Si usa spesso il periodo ipotetico del II tipo negli exempla ficta
(esempi immaginari addotti a sostegno di una tesi).
Es. Si furiosus quidam gladium a te petat, dones?
Se un pazzo ti chiedesse una spada, gliela daresti?
3. Nell'apòdosi del II e del III tipo si usa spesso l'indicativo in luogo
del congiuntivo con le espressioni di "potere", "dovere" e necessità (dove l'italiano ha il cosiddetto "falso condizionale").
Es. Si velim, possum.
Se volessi, potrei.
Inoltre, nell'apòdosi del III tipo, si può trovare l'indicativo in
luogo del congiuntivo piuccheperfetto nei seguenti casi.
Con le perifrastiche attiva e passiva.
Es. Romam relicturus eram (= reliquissem), nisi te vidissem.
Avrei lasciato Roma, se non ti avessi visto.
Hoc tibi faciendum erat, si eum amares.
Se tu lo amassi, avresti dovuto fare questo.
Con paene o prope (= "per poco non", "quasi", "a momenti"), con
cui è obbligatorio l'uso del perfetto indicativo.
Es. Paene eum necavi, nisi tu adfuisses.
Per poco non lo ammazzavo, se non ci fossi stato tu.
Quando si vuole indicare che un fatto era ormai praticamente
139
accaduto, se non si fosse verificata una circostanza inattesa (di
solito si usa il piuccheperfetto).
Es. Mortuus erat, nisi amici concurrissent.
Sarebbe morto (era spacciato), se non fossero accorsi gli amici.
4. Naturalmente, tanto nel periodo ipotetico indipendente quanto in
quello dipendente, è possibile che la pròtasi e l'apòdosi si pongano su piani temporali diversi.
Es. Si hoc fecerit, eum reprehendam.
Se avesse fatto questo, lo rimprovererei.
10.8 – La proposizione soggettiva e oggettiva
In italiano la proposizione soggettiva funge da soggetto, nel suo
Proposizione
soggettiva
complesso, al verbo della proposizione reggente. Essa può dipendere
da:
-
verbi impersonali (avviene, capita, bisogna, sembra);
-
forme impersonali (si crede, si dice, si narra);
-
verbo essere + aggettivo o sostantivo (è iusto, è utile, è uso).
La proposizione oggettiva, in italiano, funge da oggetto al verbo
della proposizione reggente. Essa può dipendere da verbi transitivi
Proposizione
oggettiva
attivi con il significato di:
-
dire (affermare, rivelare, narrare, promettere, negare);
-
giudicare (credere, stimare);
-
volere (desiderare, comandare, impedire);
-
sentire (rallegrarsi, addolorarsi, stupirsi).
In latino la proposizione soggettiva e quella oggettiva sono chiamate infinitive, perché usano il modo verbale infinito.
140
Infinitive
La proposizione soggettiva si costruisce così:
1. il soggetto, che è sempre espresso mentre in italiano si può
sottointendere, è posto in accusativo;
2. il verbo è espresso:
a) con l’infinito presente, se l’azione della soggettiva è contemporanea all’azione della reggente;
b) con l’infinito perfetto, se l’azione della soggettiva è anteriore all’azione della reggente;
c) con l’infinito futuro se l’azione della soggettiva è posteriore
all’azione della reggente.
Il latino non esprime in nessun modo il “che” o il “dì” che si trovano
nella corrispondente proposizione italiana.
a) Contemporaneità
Constat nostros vincěre = Risulta che i nostri vincono.
Constabat nostros vincěre = Risultava che i nostri vincevano.
Constabit nostros vincěre = Risulterà che i nostri vincono.
b) Anteriorità
Constat nostros vicisse = Risulta che i nostri hanno vinto.
Constabat nostros vicisse = Risultava che i nostri avevano
vinto.
Constabit nostros vicisse = Risulterà che i nostri hanno vinto.
c) Posteriorità
Constat nostros victuro esse = Risulta che i nostri vinceranno.
Constabat nostros victuro esse = Risultava che i nostri
avrebbero vinto.
Constabit nostros victuro esse = Risulterà che i nostri
vinceranno.
141
La proposizione oggettiva si costruisce esattamente come la soggettiva:
1. il soggetto, che è sempre espresso mentre in italiano si può
sottintendere, è posto in accusativo;
2. il verbo è espresso:
a) con l’infinito presente, se l’azione della soggettiva è contemporanea all’azione della reggente;
b) con l’infinito perfetto, se l’azione della soggettiva è anteriore all’azione della reggente;
c) con l’infinito futuro se l’azione della soggettiva è posteriore
all’azione della reggente.
a) Contemporaneità
Dico militem vincěre = Dico che il soldato vince.
Dicebam militem vincěre = Dicevo che il soldato vinceva.
Dicam militem vincěre = Dirò che il soldato vince.
b) Anteriorità
Dico militem vicisse = Dico che il soldato ha vinto.
Dicebam militem vicisse = Dicevo che il soldato aveva vinto.
Dicebam militem vicisse = Dirò che il soldato ha vinto.
c) Posteriorità
Dico militem vinciturum esse = Dico che il soldato vincerà.
Dicebam militem vinciturum esse = Dicevo che il soldato
avrebbe vinto.
Constabit militem vinciturum esse = Dirò che il soldato
vincerà.
142
10.9 – Uso dei pronomi personali nelle infinitive
È stato precisato che nell’infinitiva latina il soggetto deve essere
Il pronome
nell’infinitiva
sempre espresso: ciò vale naturalmente anche quando è costituito da
un pronome personale (che sarà espresso in accusativo).
Se il soggetto della reggente è lo stesso dell’infinitiva, il pronome
personale latino è usato in senso riflessivo e alla 3ª persona singolare e plurale si avrà il pronome se.
Es. Dico me bonum esse = Dico che io sono buono.
Dicis te bonum esse = Dici che tu sei buono.
Dicit se bonum esse = Dice di essere buono.
Se il soggetto della reggente non è quello dell’infinitiva, il pronome
personale è usato in senso non riflessivo e alla 3ª persona singolare
si avrà eum, eam, id mentre per il plurale eos, eas, ea.
Es. Dicis me bonum esse = Dici che io sono buono.
Dico te bonum esse = Dico che tu sei buono.
Dico eum bonum esse = Dico che egli è buono.
10.10 – Il cum + congiuntivo
Il costrutto latino del cum + congiuntivo costituisce una proposizione Cum+Congiuntivo
subordinata con valore spesso causale e temporale insieme; in italiano si può tradurre: in forma implicita, con un gerundio, un participio passato o un infinito retto da “dopo”; in forma esplicita, con i
tempi dell’indicaivo preceduti da congiunzioni causali o temporali
(poiché, dato che, mentre, ecc.).
143
Nello schema che segue sono elencati i rapporti temporali tra l’azione
della proposizione reggente e l’azione della proposizione subordinata,
espressa con il cum + congiuntivo:
Reggente
tempi
principali
(presente, futuro)
Subordinata (cum + congiuntivo)
rapporto con
tempi
reggente
congiuntivo
contemporaneità
presente
storici
(imperfetto, perfetto,
congiuntivo
contemporaneità
imperfetto
piuccheperfetto)
principali
(presente, futuro)
congiuntivo
anteriorità
perfetto
storici
(imperfetto, perfetto,
anteriorità
piuccheperfetto)
congiuntivo
piuccheperfetto
Es. Cum legam, disco = Leggendo, imparo.
Cum legerem, discebam = Leggendo, imparavo.
Cum legerim, disco = Avendo letto, imparo
Cum legissem, discebam = Avendo letto, imparavo.
Dato il carattere di questo costrutto, usato in prevalenza nella narrazione di avvenimenti passati (da qui la denominazione di cum narrativo), i tempi del congiuntivo più frequenti sono l’imperfetto e il
piuccheperfetto.
Talora il cum + congiuntivo può assumere valore concessivo, ricavabile dal contesto.
144
10.11 – La coniugazione perifrastica attiva e passiva
Perifrastica Attiva
Perifrastica attiva
La perifrastica attiva esprime un'azione imminente, che si ha intenzione di compiere o si è destinati a compiere.
In italiano si rende con le seguenti circonlocuzioni: "sto per...", "ho in
animo di...", "mi accingo a...", "ho intenzione di...", "sono sul punto
di...", "sono destinato a...".
Il latino si rende con il participio futuro attivo + il verbo sum.
Es. Lecturus sum librum = Sto per leggere un libro.
Lecturus eram librum = Ero sul punto di leggere un libro.
Discipuli lecturi sunt librum = Gli allievi stanno per leggere un libro.
Miles, cum fugiturus esset, arma abiecit = Il soldato, stando per
fuggire gettò le armi.
La perifrastica attiva si usa per rendere la proposizione interrogativa
indiretta nel rapporto di posteriorità rispetto alla reggente.
Es. nescio quid facturus sis. = Non so che cosa farai.
Perifrastica Passiva
La perifrastica passiva esprime l'idea di dovere, obbligo, necessità e
Perifrastica
passiva
può avere doppia costruzione: personale e impersonale.
Costruzione personale:
Nella costruzione personale la frase latina si struttura come segue:
1. il soggetto latino corrisponde al complemento oggetto italiano;
2. con il soggetto concordano il gerundivo (in genere, numero e
caso) e il verbo sum (in numero e persona);
3. il dativo (detto dativo d’agente) corrisponde al soggetto
italiano.
Es. Pugna vicenda est militi.
(lett. La battaglia è da vincersi da parte del soldato.)
145
Il soldato deve vincere la battaglia.
Pugna vicenda fuit militi.
(lett. La battaglia fu da vincersi da parte del soldato.)
Il soldato dovette vincere la battaglia.
Costruzione impersonale:
si ha se il verbo latino è intransitivo, oppure transitivo ma senza il
complemento oggetto.
In questa costruzione si osserva che:
-
il gerundivo va al neutro singolare;
-
il verbo sum va alla 3 persona singolare nel modo e nel tempo
richiesti;
-
la persona da cui deve essere compiuta l'azione, quando sia
espressa, va in dativo d'agente.
Es. Militi vicendum est. = Il soldato deve vincere.
Nobis veniendom est. = Dobbiamo venire.
10.12 – L’ablativo assoluto
È un costrutto particolare, sciolto da ogni legame grammaticale con la
proposizione reggente, costituito da soggetto e verbo al participio,
concordati all’ablativo; è possibile quando il soggetto dell’ablativo
assoluto:
a) differisce da quello della proposizione reggente;
b) non è richiamato da alcun termine nella reggente.
Si realizza con:
-
participi presenti di verbi transitivi e intransitivi, di forma
attiva o deponente;
-
participi perfetti di verbi transitivi attivi;
-
participi perfetti di verbi deponenti intransitivi.
146
La costruzione
impersonale
L’ablativo assoluto corrisponde in italiano ad una proposizione temporale, causale, concessiva o condizionale. Traducendo dal latino si
potrà mantenere in italiano un costrutto analogo, oppure formulare
una proposizione subordinata che interpreti la funzione del costrutto
latino.
Es. Romulo regnante (part. pres), Sabini Capitolio potiti sunt.
Regnante Romolo, i Sabini si impadronirono del Campidoglio.
Hostibus profligati (part. perf. trans. att.), Caesar Romam revertit.
Sconfitti i nemici, Cesare ritornò a Roma.
L’ablativo assoluto può essere costituito da due sostantivi (o
pronome + sostantivo) o da sostantivo + aggettivo.
Es. Natura duce, numquam errabimus.
Essendo sotto la guida della natura, non sbaglieremo mai.
Te duce, vincemus.
Sotto la tua guida, vinceremo.
147
Test
1. Analizza e traduci le seguenti frasi, rintracciando prima la
proposizione finale:
- itaque, ut plura non dicam, a Pompeio exempla sumantur.
(Cic.);
- suscipienda bella sunt ob eam causam, ut sine iniuria in pace
vivatur. (Cic.);
- veniebat Laelius ad cenam, ut animo quieto satiaret desideria naturae. (Cic.);
- aves quae conviviis comparantur, ut immotae facile pinguescant, in obscuro continentur. (Sen.);
- tibi gratulor, et ut sempiternae laudi tibi sit iste tribunatus,
exopto teque hortor, ut omnia gubernes et moderere prudentia tua, ne te auferat aliorum consilia. (Cic.);
- quo commodius disputationes nostrae explicentur, sic eas
exponam, quasi agatur res, non quasi narretur. (Cic.).
2. Traduci le seguenti frasi:
- ut studerem, surrexi e lecto quarta vigilia.
- Dux milites monet ut hostes profligent.
- Cum amicis domum intramus ut bibamus.
- Nimis fatigatus es ut epistulam ad avam scribas.
- Ut bene viveretis satis adquisivistis.
- Sunt Athenis ne Caesari occurrant.
3. Traduci le seguenti frasi, utilizzando il participio congiunto o
l'ablativo assoluto:
- gli uomini, mentre dormono, sognano.
- Mosso dalla compassione il padrone perdonò lo schiavo che
lo implorava.
- Cartagine, sebbene sconfitta nella prima guerra punica,
riacquistò la sua potenza.
148
- I soldati, presa la città dei nemici, la distrussero.
- Se la natura si oppone, ogni sforzo umano è vano.
4. Traduci le seguenti frasi utilizzando il gerundivo e, se possibile, anche il gerundio:
- Dario preparò una grande spedizione nell'Attica per punire
Atene.
- Gli avari son desiderosi di accrescere il loro patrimonio con
ogni mezzo.
5. Traduci in tutti i modi possibili la proposizione finale:
- discipuli ad philosophos veniunt per imparare.
6. Traduci le seguenti frasi, utilizzando la perifrastica attiva o
passiva:
- abbiamo intenzione di tacere.
- Poiché stavano per giungere i rinforzi, Cesare ritenne di
dover conquistare la città al più presto.
- Gli Ateniesi furono tanto valorosi che i Persiani dovettero
allontanarsi precipitosamente dalla Grecia.
7. Analizza e traduci le seguenti proposizioni consecutive.
- Ea condicione nati sumus, ut nihil, quod homini accidere
possit, recusare debeamus. (Cic.)
- Catilina dicebat se ea famiglia ortum, ita se ab adulescentia
vitam instituisse ut omnia bona in spe haberet. (Sall.)
- Qui vero deos esse dixerunt, tanta sunt in dissensione, ut
eorum molestum sit enumerare sententias. (Cic.)
- Nihil mihi tam parvi est, quin me id pigeat perdere. (Plauto)
- Postquam astu venit Alcibiades contione advocata, sic verba
fecit, ut nemo tam ferus fuerit quin eius casu inlacrimaverit.
(Nep.)
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- Nihil est opere et manu factum, quod non conficiat et
consumat vetustas. (Cic.)
8. Analizza e traduci le seguenti proposizioni causali.
- Haec detur cura censoribus, quandoquidem eos in re publica
semper volumus esse.
- Eodem tempore Tarentinis, qui iam in ultima Italia sunt,
bellum indictum est, quia legatis Romanorum iniuriam
fecissent. (Eutr.)
- Non est quod nos paupertas a philosophia revocet, ne egestas
quidem. (Sen.)
9. Completa le frasi usando un pronome o aggettivo appropriato,
precisando se si tratta di relativo (R) o interrogativo (I).
- …………………..animal sit, ignoro. R / I
- Mihi dixit ……………….sentiret. R / I
- Dicam ………………locis haec animalia reperiamus. R / I
- Mihi dixit…………………..sentiebat. R / I
- Haec sunt loca ………..………(abl.) maxime delector. R / I
10. Trasforma le proposizioni da dirette a indirette:
- Quot legiones consul secum duxit?
Dic mihi
………………………………………………………………
- Uter consul exercitum ducet?
Nesciebam
…………………………………………………………………
- Marcusne domi manebit an apud Paulum veniet?
Ex te quadro
………………………………………………………………
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- Cui prodest hoc bellum?
Nescio
…………………………………………………………………
- Num barbari a Romanorum consule profligati sunt?
Ex te quaesivi
…………………………………………………………………
…………………………………………………………………
11. Quando si può tradurre in italiano con un gerundio (ricorda le
regole del "cum+congiuntivo" e sull' uso dei "participi latini")?
12. Traduci dal latino:
- curio, his rebus impulsus, equitatum omnem prima nocte ad
castra hostium mittit.
- Ab hac spe repulsi, Nervii vallo pedum decem et fossa pedum
quindecim castra cingunt.
- Melior et tutius est certa pax quam sperata victoria.
- Erant circun castra Pompei permulti editi atque asperi colles.
- Opilius Macrinus eiusque filius seditione militari occisi sunt.
- Istorum sociorum fidelissimorum villae plurimis et pulcherrimis spoliis ornatae refertaeque sunt.
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