in Farmacologia Clinica e Sperimentale

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Università degli Studi dell'Insubria
Corso di Dottorato di ricerca
in
Farmacologia Clinica e Sperimentale
QUINTA GIORNATA SCIENTIFICA
Programma finale
e
Libro degli Abstracts
Varese – 1 ottobre 2010
Segreteria del Corso: Dipartimento di Medicina Clinica, Sezione di Farmacologia
Sperimentale e Clinica, Via Ottorino Rossi n. 9, 21100 Varese VA - Tel. 0332 217401397401, Fax 0332 217409-397409, E-mail [email protected]
www.uninsubria.it/pls/uninsubria/consultazione.mostra_pagina?id_pagina=8952
www.uninsubria.it/en/academic/pg_clinical.htm
In copertina:
Immagine al microscopio a fluorescenza di ICAM-1 in HUVEC (Human Umbilical Vein
Endothelial Cells) incubate con LPS, TNF-α e adrenalina . Le cellule sono state messe in coltura
in condizioni basali (riga A) e dopo incubazione overnight con LPS 1 µg/ml (riga B), 24 h con TNF-α
10 ng/ml (riga C) e 1 h con adrenalina 1 µM (riga D). Successivamente le cellule sono state incubate
con anticorpo primario anti-ICAM-1 (CD54) (R&D Systems) e quindi con un anticorpo secondario
coniugato in FITC (SouthernBiotech) per la visualizzazione di ICAM-1 (in verde). Su ogni riga
immagine in: contrasto di fase (a sinistra), fluorescenza ICAM-1 in verde (al centro) e
sovrapposizione delle due immagini (a destra). Visualizzazione con ingrandimento 20X.
Da: Schembri L., pag. 45.
2
Indice
Lineamenti del Corso …………………………………………………………………………… 5
Collegio dei Docenti ……………………………………..……………………………………… 7
Segreteria del Corso ……………………….…………………………………………………… 7
Attività didattica e seminariale ………………………………………………………… 9
Atenei consorziati …………………………….………………………………………………… 13
Enti convenzionati ………………………….…………………………………………………… 15
Studenti nell’anno accademico 2009/2010 ……….………………………… 17
Dottori ……………………………………………………………………….………………………… 19
Quinta Giornata Scientifica
Programma ………………………………………………………………..........………….…… 23
Abstracts ………………………………………………………………….……………………….… 25
3
4
Lineamenti del Corso
Course description
Il Corso di Dottorato di ricerca in
Farmacologia Clinica e
Sperimentale prende avvio
nell’anno accademico 2004/2005
per trasformazione del Corso di
Dottorato in Farmacologia e
Farmacoepidemiologia.
The PhD Program in Clinical and
Experimental Pharmacology has
been active since the academic
year 2004/2005, when it stem from
the PhD Course in Pharmacology
and Pharmacoepidemiology.
Il Corso si propone di avviare
giovani laureati nelle discipline
biomediche alle metodologie della
ricerca orientata alla scoperta e alla
caratterizzazione del meccanismo
d’azione dei farmaci, impiegando al
contempo i farmaci come strumenti
per lo studio del funzionamento di
cellule, tessuti, organi, apparati e
sistemi in condizioni normali e in
corso di processi patologici.
L’allestimento e lo studio di modelli
speirmentali di malattia è
funzionale all’identificazione di
nuovi potenziali bersagli
farmacologici utilizzabili in terapia.
La valutazione dei farmaci nel
contesto clinico (sperimentazione
clinica di nuovi farmaci,
farmacopidemiologia,
farmacovigilanza) di impiego
rappresenta un’ulteriore importante
area di ricerca. I principali campi di
interesse sono rappresentati da:
neurofarmacologia,
neuropsicofarmacologia,
immunofarmacologia, farmacologia
cardiovascolare, chemioterapia, di
base e cliniche.
The Course aims at integrating
graduate students in biomedical
disciplines into the processes of
discovering and characterizing the
mechanism actions of drugs, using
drugs as tools to study body
systems functioning in health and
disease, and studying disease
models to find new drug targets to
be exploited in clinical therapeutics.
Evaluation of drugs in the clinical
setting (including clinical trials of
new drugs, pharmacoepidemiology,
and pharmacovigilance) is also a
major area of research. Main fields
of interest are:
neuropharmacology,
neuropsychopharmacology,
immunopharmacology,
cardiovascular pharmacology,
chemotherapy, both basic and
clinical.
Il Corso dura un minimo di tre anni
e conferisce il titolo di Dottore di
ricerca in Farmacologia.
The course lasts a minimum of
three years, finally leading to the
Ph.D. degree in Pharmacology.
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Durante il primo anno, lo studente
sceglie il proprio docente guida
(tutore), di norma nell’ambito del
Collegio dei Docenti del Corso, che
gli fornirà supporto e orientamento
nella definizione e nello sviluppo
del proprio programma di ricerca.
Lo studente inizia quindi un’attività
di ricerca a tempo pieno,
collaborando con il docente guida
all’interno del gruppo di ricerca,
fino a completare, con crescente
autonomia, un progetto di ricerca
originale.
During the first year, students
choose a faculty mentor who will
guide their research project.
Students then begin full-time
research activities, working directly
with the mentor and his/her
research team to complete an
original research project.
Ogni studente viene formato per
divenire un ricercatore con piena
capacità di autonomia e
indipendenza. Il programma di
ricerca si completa con la stesura di
una tesi che viene quindi discussa
di fornte a una Commissione
d’esame. La pubblicazione dei
risultati su riviste scientifiche
qualificate è parte essenziale del
programma di formazione
individuale.
Students are trained to become
independent researchers and will
gain expertise in the specialty area
in which they are working. The
research project culminates with
the writing of the Ph.D. dissertation
and an oral defense of the project.
Publication of the research in
international peer-reviewed
scientific journals is expected from
all students.
Durante il corso, lo svolgimento di
un periodo di ricerca della durata di
6-12 mesi presso enti di ricerca
esteri è requisito preferenziale per
il conseguimento del titolo.
During the course, a 6-12 month
resident training period at foreign
academic and/or non-academic
institutions is a preferential
requisite to obtain the Ph.D.
degree.
Per la frequenza al Corso
l’Università mette a disposizione
alcune borse di studio, che
vengono assegnate in base alla
graduatoria finale del concorso di
ammissione. Ulteriori borse di
studio possono essere rese
disponibili da istituzioni pubbliche e
private sulla base di specifici
accordi con l’Università.
The University grants a stipend to
some candidates, which is assigned
on a competitive basis according to
the academic merit. Further
support to students may also come
from public or private institutions
on the basis of ad hoc agreements
with the University.
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Collegio dei Docenti
Franca MARINO (Coordinatore)
Walter AGENO
Luigi BARTALENA
Fabio BLANDINI
Giorgio Giovanni BONO
Ario CONTI
Marco COSENTINO
Anna Maria GRANDI
Paolo Antonio GROSSI
Luigina GUASTI
Sergio LECCHINI
Georges J.M. MAESTRONI
Emilia Silvana MARTIGNONI
Elena Caterina MONTI
Gianpaolo PERLETTI
Cristiano TERMINE
Achille VENCO
Simone VENDER
Segreteria del Corso
Signora Paola Gervasini
Dipartimento di Medicina Clinica, Sezione di Farmacologia Sperimentale e
Clinica, Via Ottorino Rossi n. 9, 21100 Varese VA
Tel. 0332 217401-397401
Fax 0332 217409-397409
E-mail [email protected]
URL:
www.uninsubria.it/pls/uninsubria/consultazione.mostra_pagina?id_pagina=8952
www.uninsubria.it/en/academic/pg_clinical.htm
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Attività didattica e seminariale
Anno accademico 2009/2010
30 novembre 2009
Neuroprotection by natural products: nicotinic and redox
mechanims
Federico Dajas
Instituto de Investigaciones Biológicas “Clemente Estable”, Montevideo,
Uruguay
28 aprile 2010
Workshop on pain research: integrating basic science and clinical
issues
BASI FISIOPATOLOGICHE DEL DOLORE ACUTO E CRONICO
Riccardo Fesce, Università degli Studi dell’Insubria
INTERAZIONI NEUROIMMUNOLOGICHE NEL DOLORE
Paola Sacerdote, Università degli Studi di Milano
IL DOLORE NEUROPATICO: MECCANISMI E NUOVE PROSPETTIVE TERAPEUTICHE
Barbara Costa, Università degli Studi di Milano Bicocca
FOREBRAIN FUNCTIONAL CHANGES IN NEUROPATHIC PAIN MICE
Sabatino Maione, Università degli Studi “Federico II”, Napoli
IL DOLORE POST OPERATORIO
Alberto Panerai, Università degli Studi di Milano
L'EMICRANIA COME SINDROME ALGICA: DAL QUADRO CLINICO ALLA TERAPIA
Marta Allena, Fondazione "Istituto Neurologico C. Mondino" - I.R.C.C.S., Pavia
LA TERAPIA CON OPPIOIDI PER IL DOLORE CRONICO DA CANCRO: LINEE GUIDA PER IL TRATTAMENTO
Ernesto Zecca, Istituto Nazionale per lo Studio e la Cura dei Tumori, Milano
10 settembre 2010
Produzione sinoviale di catecolamine nell'artrite reumatoide: un
nuovo target terapeutico?
Silvia Capellino
University Hospital Regensburg, Department of Internal Medicine I, Lab.
of Neuroendocrine Immunology, Regensburg, Germany
9
Anno accademico 2008/2009
15-16-17 ottobre 2008
Advanced Course: Neuropharmacology of Medicinal Plants
Federico Dajas
Instituto de Investigaciones Biológicas “Clemente Estable”, Montevideo,
Uruguay
20 marzo 2009
Rilascio di trasmettitori chimici (gliotrasmettitori) da astrociti in
fisiologia e in patologia
Paola Bezzi
Department of Cell Biology and Morphology, Faculty of Biology and
Medicine, University of Lausanne, Switzerland
2 aprile 2009
Heat Shock Protein 90: un nuovo possibile autoantigene
nell'aterosclerosi carotidea
Rita Businaro
Dipartimento di Scienze Cardiovascolari, Respiratorie e Morfologiche,
Università degli Studi di Roma “La Sapienza”
15 maggio 2009
Neuroscienze e nuove opportunità di finanziamento: una mano
dall'Europa?
Fabio BLANDINI
CRIMP - Centro di Ricerca Interdipartimentale per la Malattia di Parkinson
IRCCS Istituto Neurologico "C. Mondino", Pavia
18 settembre 2009
Anti-inflammatory cytokines and regulatory pathways in
atherosclerosis
Hafid Ait-Oufella
Paris Cardiovascular Research Center, INSERM and Assistance PubliqueHôpitaux de Paris, Hôpital Européen Georges Pompidou, Paris, France
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Anno accademico 2007/2008
14 novembre 2007
Patogenesi e fisiopatologia della malattia di Parkinson: dai
modelli sperimentali al paziente
Fabio Blandini
CRIMP - Centro di Ricerca Interdipartimentale per la Malattia di
Parkinson, IRCCS Istituto Neurologico "C. Mondino", Pavia
30 novembre 2007
The Neuro-Immune Network as a Target for Pharmacological
Intervention: Basic Science and Clinical Perspectives
Adrenergic modulation of Th1/pro-inflammatory and Th2/anti-inflammatory
cytokine production
Ilia Elenkov
Institute of Neurobiology and Molecular Medicine, National Research Council, Rome (Italy)
Adrenergic regulation of dendritic cell cancer vaccine. Role of dendritic cell
maturation
Georges J.M. Maestroni
Lab for Experimental Pathology, Locarno (Switzerland)
Dopaminergic modulation of lymphocyte function: relevance for nervous and
immune disease
Marco Cosentino
Dept. of Clinical Medicine, Section of Exp. and Clin. Pharmacology, University of Insubria,
Varese (Italy)
7 marzo 2008
Immune-surveyance of protein misfolding
Lars Stoltze
Department for Neurodegenerative Disorders, Hertie-Institute for Clinical
Brain Research, Tuebingen, Germany
14 marzo 2008
The role of sympathetic nervous system in rheumatoid arthritis
Rainer H. Straub
Lab. of Exp. Rheumatology and Neuroendocrino-Immunology, Dept. of
Internal Medicine I, University Hospital Regensburg (Germany)
11
18 aprile 2008
Investigation on the virucidal effect of essential oils used
traditionally in phytomedicine
Jürgen Reichling
University of Heidelberg, Institute of Pharmacy and Molecular
Biotechnology, Department of Biology, Heidelberg, Germany
13 giugno 2008
Plant phenolics in animal organism
Wilfried Andlauer
HES-SO Valais - Haute école spécialisée de Suisse occidentale, Sion,
Switzerland
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Atenei consorziati
Università di Scienze Applicate HES-SO Valais/Wallis, CH
www.hevs.ch/
Università di Heidelberg, Germania
www.uni-heidelberg.de
Università di Zurigo, Svizzera
www.unizh.ch
13
14
Istituti di Ricerca
e altri Enti convenzionati
Instituto de Investigaciones Biológicas ‘Clemente Estable’,
Montevideo, Uruguay
www.iibce.edu.uy/
Fondazione "Istituto Neurologico C. Mondino" - I.R.C.C.S., Pavia
http://www.mondino.it
Società Linnea SA, Riazzino, Locarno, Svizzera
www.linnea-worldwide.com/
15
16
Studenti
nell’anno accademico 2009/2010
XXII Ciclo
Fabio Salvatore SALVAGGIO
XXIII Ciclo
Paola BORTOLASO
Giovanni CROCI
Alessandro GRECCHI
XXIV Ciclo
Gabrio ALBERINI
Scilla BERALDO
Alfredo CUNDARI
Sriti Elisabeth DE BERNARDI
Anna LORASCHI
Lorenzo MARONI
Laura SCHEMBRI
XXV Ciclo
Francesca CECCON
Chiara COSTANTINI
Simona LOMBARDO
Monica MANCINI
17
18
Dottori
Anno Accademico 2008/2009
Luana CASTIGLIONI
Anna Maddalena IADINI
Emanuela LAURITA
Manuel RUSCONI
Anno Accademico 2007/2008
Marcello DIURNI
Marco FERRARI
Ramòna Consuèlo MAIO
Cinzia SIMONI
Anno Accademico 2006/2007
Elena CARCANO
Paola GALLINARI
Elena FERIOLI
Massimo GIOLA
Federica SAPORITI
19
20
QUINTA GIORNATA SCIENTIFICA
Varese – 1 ottobre 2010
21
22
Programma
8.30 Apertura dei lavori
Achille Venco
Direttore del Dipartimento di Medicina Clinica
Franca Marino
Coordinatore del Corso di Dottorato
9.00 Prima sessione
Moderatori: Camilla Callegari, Laura Schembri
Francesca Ceccon
La variabilità nella risposta clinica alla clozapina in pazienti
schizofrenici: correlazione con i livelli plasmatici del
farmaco e ruolo dei polimorfismi genetici del CYP450 1A2 e
della glicoproteina P
Chiara Costantini
Qualità di vita, alessitimia e compliance terapeutica nel
trattamento con antidepressivi
Simona Lombardo
Contraffazione
di
farmaci
e
vendita
via
identificazione e analisi di siti web specializzati
internet:
Monica Mancini
Studio di due potenziali bersagli farmacologici, HIF-1 e il
sistema IGF, per lo sviluppo di nuove strategie nella terapia
dei tumori della mammella
Gabrio Alberini
Valutazione del funzionamento psicosociale di pazienti in
terapia con paliperidone. Confronto con aloperidolo
Alfredo Cundari
Prescrizione di integratori alimentari e fitoterapici in un
ambulatorio di medicina non convenzionale: aspetti
epidemiologici e clinici
23
10.30 Pausa caffè
11.00 Seconda sessione
Moderatori: Elena Monti, Simona Lombardo
Sriti Elisabeth De Bernardi
Analisi dell’esocitosi dei granuli VMAT2-positivi in linfociti
umani mediante Total Internal Reflection Fluorescence
microscopy
Anna Loraschi
Uso di integratori alimentari in sportivi non professionisti:
uno studio pilota nel nord Italia
Lorenzo Maroni
Target lipidici in terapia con statina in pazienti dislipidemici
affetti steatoepatite non alcolica
Laura Schembri
Immunomodulazione della funzione delle HUVEC: studio in
vitro
Paola Bortolaso
Ruolo dei polimorfismi del CYP1A2 negli eventi avversi
indotti da clozapina
Alessandro Grecchi
Studio dei farmaci psichiatrici come fattore di rischio per le
cadute in anziani istituzionalizzati: valutazione della loro
relazione attraverso l’utilizzo di strumenti di indagine
neuropsichiatrica
Fabio Salvatore Salvaggio
Effetti cardiovascolari dei farmaci antipsicotici di seconda
generazione (SGA)
12.45 Chiusura dei lavori
Franca Marino
24
Abstracts
25
26
Corso di Dottorato di ricerca
in Farmacologia Clinica e Sperimentale, XXV Ciclo
I anno
LA VARIABILITA’ NELLA RISPOSTA CLINICA ALLA CLOZAPINA IN
PAZIENTI SCHIZOFRENICI: CORRELAZIONE CON I LIVELLI
PLASMATICI DEL FARMACO E RUOLO DEI POLIMORFISMI
GENETICI DEL CYP450 1A2 E DELLA GLICOPROTEINA P
Francesca Ceccon
Dipartimento di Medicina Clinica, Università degli Studi dell’Insubria,
Varese, Italia
Negli ultimi anni l’attenzione dei ricercatori si è sempre più focalizzata
sugli aspetti farmacogenetici in grado di influenzare la risposta agli
antipsicotici sia dal punto di vista farmacodinamico che farmacocinetico.
Particolare attenzione ha destato lo studio della variabilità interindividuale
nella risposta alla clozapina, in termini di efficacia del trattamento
antipsicotico e di comparsa di ADRs. I meccanismi coinvolti sono
molteplici come l’età, le differenze di genere, la dieta, le condizioni
fisiopatologiche del paziente e le interazioni tra i farmaci in caso di
polifarmacoterapia. Tuttavia, uno dei principali e meno prevedibili fattori
di rischio nel determinare tale variabilità è rappresentato dalle differenze
genetiche dei pazienti.
Obiettivi. Gli obiettivi di questo studio sono: a) correlare la risposta
clinica alla clozapina con i livelli plasmatici del farmaco; b) valutare se
esiste una correlazione tra i livelli plasmatici di clozapina e il profilo
genetico di ciascun paziente attraverso lo studio dei principali
polimorfismi nel gene del CYP1A2 e nel gene ABCB1 che codifica per il
trasportatore plasmatico del farmaco (glicoproteina P), da soli e in
combinazione.
Materiali e metodi. Verrà allestito uno studio prospettico della durata di
3 anni durante il quale saranno selezionati soggetti schizofrenici, con
funzionalità epatica e renale nella norma, che iniziano una terapia con
clozapina. Lo studio sarà strutturato in due fasi: nella prima fase il clinico
inizierà a trattare il paziente seguendo la normale pratica clinica; la
seconda, invece, sarà condotta sulla base del confronto tra il clinico e il
farmacologo in quanto verranno incrociati i dati clinici-anamnestici con i
risultati dei test genetici (identificazione dei polimorfismi) e laboratoristici
(dosaggio plasmatico della clozapina). Tale confronto permetterà, per i
pazienti con risposta problematica alla clozapina (risposta insufficiente o
presenza di ADRs), di pianificare una eventuale modifica della posologia
dell’antipsicotico sulla base del profilo farmacocinetico di ciascun
soggetto. La valutazione clinica e psicopatologica verrà supportata dalla
somministrazione delle seguenti rating scale: la PANSS - Positive and
negative symptoms scale; la GAF - Global Assessment of Functioning e la
CGI - Clinical Global Impression. Per quanto riguarda la rilevazione degli
effetti collaterali correlati al trattamento con clozapina, l’attribuibilità
27
delle ADRs al trattamento con questo antipsicotico deve essere
confermata dai criteri del WHO (WHO Uppsala Monitoring Centre - UMC;
http://www.who-umc.org). La valutazione di quest’ultimo aspetto sarà
accompagnata anche dalla somministrazione della LUNSERS - Liverpool
University Neuroleptic Side-Effect Rating Scale.
Risultati attesi. La variabilità interindividuale nella risposta a un
trattamento con clozapina non può essere spiegata solo con il ricorso al
dosaggio dei livelli plasmatici del farmaco. Dunque, poichè il
monitoraggio della clozapinemia non può essere considerato come un
parametro sufficiente al fine di predire il tipo di risposta al trattamento,
potrebbe risultare utile il ricorso allo studio anche dell’assetto genetico di
ciascun soggetto trattato. Da questo studio ci si attende la possibilità di
prevedere il tipo di risposta per ciascun soggetto in trattamento con
clozapina, in termini di efficacia della cura e di frequenza degli eventi
avversi, grazie alla correlazione tra la clozapinemia e il profilo genetico (e
dunque metabolico e farmacocinetico) di ciascun paziente.
Recapito per la corrispondenza: Dr.ssa Francesca Ceccon
[...]
Docente Guida: Dott.ssa Camilla Callegari, Dipartimento di Medicina Clinica, Sezione di
Medicina Specialistica – Psichiatria, Università degli Studi dell’Insubria, Via O.Rossi 9,
21100 Varese, Italy
E-mail [email protected]
Pubblicazioni
=
28
Corso di Dottorato di ricerca
in Farmacologia Clinica e Sperimentale, XXV Ciclo
I anno
QUALITÀ DI VITA, ALESSITIMIA E COMPLIANCE TERAPEUTICA
NEL TRATTAMENTO CON ANTIDEPRESSIVI
Chiara Costantini
Sezione di Psichiatria, Dipartimento di Medicina Clinica, Università degli
Studi dell'Insubria, Varese, Italia
Premesse e obiettivi: La soddisfazione e il benessere sono esperienze
soggettive e il modo in cui la malattia e i farmaci sono vissuti sono un
dato clinico fondamentale sia per comprendere l’atteggiamento
complessivo del paziente verso la terapia che per poter prevedere
l’aderenza. Recentemente studi sull' impatto del trattamento con
antidepressivi sulla qualità della vita hanno segnalato la necessità di non
trascurare questo parametro principalmente nella valutazione a medio e
lungo-termine dei disturbi depressivi.
La relazione fra alessitimia e depressione è molto controversa in quanto i
due costrutti possono essere visti come sovrapposti o reciprocamente
indipendenti. Alcune ricerche hanno inoltre dimostrato che la presenza di
tratti alessitimici sarebbe alla base della scarsa aderenza alla terapia e
sarebbe associata a una ridotta qualità di vita.
Scopo principale del progetto di ricerca è quello di valutare l’impatto del
trattamento con antidepressivi sulla qualità della vita dei pazienti e la
correlazione con la compliance farmacologica. Scopi secondari sono
indagare la presenza di eventuali differenze fra gli antidepressivi
nell’influenzare la qualità della vita e verificare se la presenza di tratti
alessitimici influisce sulla compliance farmacologica e sulla qualità della
vita.
Metodi: Il presente progetto si configura come uno studio naturalistico
osservazionale prospettico sulla popolazione afferente presso i servizi
psichiatrici della UOP 2 dell’Azienda Ospedaliera Ospedale di Circolo e
Fondazione Macchi di Varese. I pazienti inclusi nello studio verranno
sottoposti ad una valutazione iniziale, prima dell’introduzione del farmaco
antidepressivo, per la raccolta dei dati clinici e socio-demografici e la
somministrazione delle seguenti scale di valutazione: Hamilton
Depression Rating Scale (HDRS) per la valutazione della sintomatologia
depressiva; Toronto Alexythimia Scale 20 items (TAS-20) per la
valutazione dell’alessitimia; WHO Quality of Life versione breve di 26
items (WHOQOL-BREF) per la valutazione della qualità di vita. A distanza
di 8 settimane e 6 mesi verrà effettuata una successiva valutazione in cui
verranno nuovamente somministrate le scale di valutazione indicate
sopra e verrà effettuato un controllo della terapia farmacologica per
indagare se vi sono state modifiche nella posologia o nel tipo molecola.
Risultati: La raccolta dei dati è ancora in fase iniziale e non permette di
presentare dei risultati.
29
Conclusioni: E' sempre più evidente che una adeguata valutazione
dell'esito a lungo termine dei disturbi dell'umore deve considerare, oltre
alla frequenza delle ricadute e alla mancata risoluzione della
sintomatologia, anche la qualità della vita del paziente. La qualità della
vita (Quality of Life, QoL) ha progressivamente assunto infatti un
notevole interesse anche perché rappresenta una importante misura
d'esito in ambito clinico, di ricerca e di politica sanitaria.
Recapito per la corrispondenza: Dr.ssa Chiara Costantini, Dipartimento di Medicina
Clinica, Università degli Studi dell'Insubria, Via O. Rossi 9, 21100 Varese. Tel: +39 0332
270655; Fax: +39 0332 270667
E-mail: [email protected]
Docente Guida: Prof. Simone Vender, Dipartimento di Medicina Clinica, Sezione di
Medicina Specialistica – Psichiatria, Università degli Studi dell’Insubria, Via O.Rossi 9,
Varese, Italy - telefono 0332270655, fax 0332270667
E-mail [email protected]
Pubblicazioni
=
30
Corso di Dottorato di ricerca
in Farmacologia Clinica e Sperimentale, XXV Ciclo
I anno
CONTRAFFAZIONE DI FARMACI E VENDITA VIA INTERNET:
IDENTIFICAZIONE E ANALISI DI SITI WEB SPECIALIZZATI
Simona Lombardo
Dipartimento di Medicina Clinica, Sezione di Farmacologia Sperimentale e
Clinica, Università degli Studi dell’Insubria, Varese, Italia
PREMESSE: Internet rappresenta oggi uno dei principali canali di traffico
di farmaci contraffatti. In Italia la contraffazione riguarderebbe lo 0,1%
del mercato, rispetto al 20% dei paesi in via di sviluppo e al 6-7%
complessivo a livello mondiale. Il fenomeno è di grande rilievo per la
salute pubblica, in rapida crescita e poco conosciuto. Le motivazioni più
frequenti per l’acquisto illegale dei medicinali sono: acquisto anonimo,
risparmio e possibilità di scavalcare la prescrizione medica. l’ingente giro
d’affari attrae la criminalità organizzata, anche dato che i provider dei siti
web non sono facilmente identificabili. E’ di conseguenza necessario
investigare approfonditamente il fenomeno allo scopo di ottenere
informazioni utili per la sua repressione e prevenzione e più in generale
per realizzare iniziative di natura informativa e educativa.
OBIETTIVI: Allo scopo di investigare il fenomeno della vendita di
farmaci sul web, si intende identificare e analizzare i principali siti web
che propongono prodotti appartenenti a categorie ad alto rischio di
contraffazione e vendita illegale: i farmaci impiegati per le disfunzioni
erettili ed i farmaci anti-obesità come esempi di “lifestyle drugs”; gli
steroidi anabolizzanti androgeni perché ad altissimo rischio di non essere
assunti per scopi terapeutici, bensì da acquirenti appartenenti soprattutto
all’area dello sport non professionistico o a quello del body building; i
farmaci utilizzati per l’aborto farmacologico dato che la nuova pillola
Ru486 è già in vendita clandestinamente su molti siti web.
METODI: La ricerca sulla vendita di farmaci su Internet si sta svolgendo
attraverso la selezione e l’analisi di siti web e dei prodotti in essi offerti.
Vengono analizzate le caratteristiche dei siti web: homepage; indirizzo IP,
IP location, dominio, amministratore, proprietario; modalità di acquisto,
modalità di pagamento, modalità di spedizione, ecc. Vengono poi
considerate le informazioni fornite sui farmaci e sugli eventuali altri
prodotti
(principio
attivo,
eccipienti,
indicazioni,
posologia,
controindicazioni, interazioni, effetti collaterali, necessità o meno di
ricetta medica, ecc.). Una ricerca sulla normativa nazionale ed
internazionale sulla prescrizione degli spefici farmaci, un’analisi del
mercato, e un riassunto delle caratteristiche del prodotto completanto
l’indagine su ognuna delle categorie selezionate.
RISULTATI E CONCLUSIONI: Ad oggi è stata conclusa una prima
indgine sui siti web che offrono prodotti contenenti steroidi anabolizzanti,
la quale dimostra come siano presenti siti che attuano la vendita di
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specialità medicinali, farmaci generici ed integratori alimentari presentati
a base di queste sostanze. Nella quasi totalità dei siti web non viene
richiesta alcuna prescrizione medica. La composizione qualitativa e
quantitativa dei prodotti esaminati risulta al meglio incompleta e parziale.
I prodotti presi in esame presentano come proprietà maggiormente
vantate l’incremento della massa e della forza muscolare. I dosaggi e la
durata dei trattamenti vengono in genere descritti in maniera
approssimativa ed arbitraria. In conclusione, i primi risultati ottenuti
indicano come questi siti web rappresentino un rischio elevato per la
salute pubblica, oltre a svolgere attività in molti casi evidentemente non
lecite. Le informazioni ottenute costituiscono la base per la realizzazione
di interventi di tipo non solo repressivo, bensì anche educativo e di
prevenzione.
Recapito per la corrispondenza: Dr.ssa Simona Lombardo, Dipartimento di Medicina
Clinica, Sezione di Farmacologia Sperimentale e Clinica, Via Ottorino Rossi n.9, 21100 Varese, Italia- Telefono: 0332 217427, fax 0332 217409
E-mail [email protected]
Docente Guida: Prof. Marco Cosentino, Dipartimento di Medicina Clinica, Sezione di
Farmacologia Sperimentale e Clinica, Via Ottorino Rossi n. 9, 21100 –Varese, Italia –
telefono: 0332 217410, fax 0332 217409.
E-mail [email protected]
Pubblicazioni
FEDERICO GULLOTTI CORDARO, SIMONA LOMBARDO, MARCO COSENTINO. Selling
androgenic anabolic steroids by the pound: identification and analysis of popular
websites on the internet. (in preparazione)
32
Corso di Dottorato di ricerca
in Farmacologia Clinica e Sperimentale, XXV Ciclo
I anno
STUDIO DI DUE POTENZIALI BERSAGLI FARMACOLOGICI, HIF-1 E
IL SISTEMA IGF, PER LO SVILUPPO DI NUOVE STRATEGIE NELLA
TERAPIA DEI TUMORI DELLA MAMMELLA
Monica Mancini
DBSF, Università degli studi dell’Insubria, Busto Arsizio (VA), Italy
Il carcinoma della mammella rappresenta la principale causa di morte per
cancro nella popolazione femminile; la diversa suscettibilità dei tumori
della mammella al trattamento farmacologico determina l’attuale
necessità di ampliare le opzioni terapeutiche, agendo su target molecolari
alternativi.
Questo studio esamina due potenziali nuovi bersagli farmacologici,
valutandone il ruolo ai fini della proliferazione e sopravvivenza di cellule
di adenocarcinoma mammario e le reciproche interazioni: il sistema degli
IGFs (Insulin-like growth factors), costituito da due fattori di crescita
(IGF-1 e IGF-2), da un recettore tirosina chinasico, IGF-1R e da un falso
recettore IGF-2R, e il fattore inducibile dall’ipossia 1 (HIF-1), un fattore
trascrizionale che regola le risposte adattative messe in atto dalle cellule
in mancanza di ossigeno (e che può essere attivato da recettori per
fattori di crescita, quali IGF-1R). Lo scopo del lavoro è verificare la
presenza in cellule di carcinoma mammario la presenza di un loop
autocrino che coinvolge i due sistemi, la cui interruzione a qualunque
livello dovrebbe essere in grado di rallentare la progressione tumorale.
La presenza e la possibile modulazione di tale circuito sono state valutate
in quattro linee cellulari di carcinoma mammario che fanno riferimento a
diverse tipologie di tumore (MCF-7, MDA-231, SK-BR3, T47D).
Esperimenti di immunoprecipitazione hanno mostrato un aumento
dell’attivazione di IGF-1R dopo stimolazione con IGF-1 o con CoCl2, noto
per indurre la stabilizzazione di HIF-1α, nelle cellule considerate; solo
nelle cellule MDA-231 non si evidenzia alcun aumento in seguito a
stimolazione con IGF-1. Per quanto riguarda IGF-2R, recettore decoy che
sequestra IGF-2, nelle cellule MDA-231 e T47D esso è presente in
condizioni basali e in entrambe le linee la stimolazione con IGF-1 o il
trattamento con CoCl2 ne riduce i livelli di espressione.
I livelli di espressione di HIF-1α risultano sempre aumentati dopo
trattamento con CoCl2 rispetto alle condizioni basali; l’osservazione che
anche dopo stimolazione con IGF-1 si induce un aumento dell’espressione
di HIF-1 avvalora l’ipotesi dell’esistenza di un asse IGF-1R-HIF-1.
Come ulteriore conferma, le cellule sono state trattate con l’inibitore di
IGF-1R NVP-AEW541. Il trattamento combinato NVP-AEW541/CoCl2 e
NVP-AEW541/IGF-1 induce la diminuzione dell’espressione di HIF-1α solo
nelle cellule T47D, sulle quali sono stati anche valutati i livelli di VEGF
mediante saggio ELISA. Come atteso, si osserva un aumento dei livelli di
33
VEGF dopo trattamento con CoCl2 o IGF-1 rispetto al controllo, e una
diminuzione dopo trattamento combinato CoCl2/NVP-AEW541 o IGF1/NVP-AEW541 rispetto al trattamento con solo CoCl2 o IGF-1.
I dati ottenuti sembrano quindi confermare la presenza del loop autocrino
ipotizzato, almeno nelle cellule T47D. Ulteriori studi sono necessari per
meglio caratterizzare tale circuito e per ricercare nuove strategie volte a
colpire questi bersagli.
Recapito per la corrispondenza: Dott. Monica Mancini, Laboratorio di Farmacologia
antineoplastica, DBSF, Università degli Studi dell'Insubria, Via A. Da Giussano 12, 21052
Busto Arsizio (VA), Italy. tel. 0331/339412, fax 0331/339459
E-mail [email protected]
Docente Guida: Prof.ssa Elena Monti, DBSF, Università degli Studi dell’Insubria, Busto
Arsizio (VA), Italia
Pubblicazioni
=
34
Corso di Dottorato di ricerca
in Farmacologia Clinica e Sperimentale, XXIV Ciclo
II anno
VALUTAZIONE DEL FUNZIONAMENTO PSICOSOCIALE DI PZ IN
TERAPIA CON PALIPERIDONE. CONFRONTO CON ALOPERIDOLO
Gabrio Alberini
Dipartimento di Medicina Clinica, Università degli Studi dell’Insubria,
Varese, Italia
Premesse e obiettivi: Gli endpoints del trattamento di pazienti
schizofrenici si sono molto modificati nel corso dei decenni, così come i
metodi per valutarne l’efficacia. Ciò soprattutto in relazione alla crescente
disponibilità di nuovi farmaci in grado di agire sui diversi aspetti connessi
alla patologia psicotica. Già a partire dagli anni ’90 ci si è resi conto che
un semplice miglioramento a livello sintomatologico non poteva
rispecchiare un reale successo terapeutico, ma si evidenziarono come
fondamentali gli aspetti e le capacità interpersonali, la qualità della vita
ed il funzionamento psicoosociale dei pazienti. Tra i farmaci di più recente
introduzione è compreso il paliperidone, antipsicotico di seconda
generazione. Altre molecole, più vecchie, sono ancora di largo utilizzo, e
tra queste un posto di primo piano è occupato dall’aloperidolo; ancora
limitata è la conoscenza circa il confronto tra queste molecole e le
variazioni da loro portate a livello di funzionamento psicosociale. Primo
obiettivo di questo studio è, quindi, il confronto in termini di
funzionamento di pazienti trattati con paliperidone e aloperidolo,
valutazione effettuata tramite la somministrazione della scala PSP
(Personal and Social Performace Scale). Secondo obiettivo è la
comparazione degli aspetti sintomatologici, indagati attraverso la scala
PANSS (Positive and Negative Syndrome Scale), al fine di rilevare se il
miglioramento clinico correli positivamente con il funzionamento globale
dei pazienti.
Metodi: I pazienti reclutati per lo studio sono utenti del Dipartimento di
salute Mentale di Varese, afferenti alle strutture ambulatoriali e
residenziali. I criteri di selezione sono la diagnosi di Disturbo
Schizofrenico o altri disturbi psicotici secondo il DSM-IV-TR e l’assunzione
di paliperidone (3-12 mg/die) o aloperidolo (2-10 mg/die). Si procede,
poi, alla raccolta dei dati anagrafici e alla somministrazione delle scale di
valutazione. I pz arruolati non devono presentare una recrudescenza
sintomatologica e/o un ricovero in reparto psichiatrico negli ultimi 3 mesi.
Risultati attesi: Ci si aspetta che la terapia con paliperidone influisca in
modo positivo sul funzionamento psico-sociale, maggiormente rispetto
alla somministrazione di aloperidolo, farmaco tutt’ora di largo utilizzo
clinico; ci si attende, inoltre, una correlazione positiva tra livello di
funzionamento e aspetto sintomatologico nei pazienti trattati, soprattutto
per quanto riguarda la sintomatologia negativa.
35
Conclusioni: La conferma dei risultati attesi porterebbe a consigliare un
maggior utilizzo di paliperidone rispetto ad aloperidolo nelle fasi di
stabilizzazione sintomatologica in pazienti schizofrenici.
Recapito per la corrispondenza: Dr. Gabrio Alberini, Dipartimento di Medicina Clinica,
Università degli Studi dell’Insubria, Varese, Via O. Rossi 9, Italia - Tel. +39-0332-270655,
Fax +39-0332-270667
E-mail [email protected]
Docente Guida: Prof. Simone Vender, Dipartimento di Medicina Clinica, Sezione di
Medicina Specialistica – Psichiatria, Università degli Studi dell’Insubria, Via O.Rossi 9,
Varese, Italy - telefono 0332270655, fax 0332270667
E-mail [email protected]
Pubblicazioni
=
36
Corso di Dottorato di ricerca
in Farmacologia Clinica e Sperimentale, XXIV Ciclo
II anno
PRESCRIZIONE DI INTEGRATORI ALIMENTARI E FITOTERAPICI
IN UN AMBULATORIO DI MEDICINA NON CONVENZIONALE:
ASPETTI EPIDEMIOLOGICI E CLINICI
Alfredo Cundari
Dipartimento di Medicina Clinica, Università degli Studi dell’Insubria,
Varese, Italia
PREMESSE: Le Medicine non Convenzionali (MNC) hanno conosciuto una
costante tendenza alla crescita per la loro diffusione negli ultimi venti
anni. A fronte di una richiesta sempre crescente da parte dell’utenza, non
solo è evidente una scarsissima disponibilità di offerta di queste
metodiche terapeutiche nell’ambito delle strutture del Servizio Sanitario
Regionale, ma vi è anche una sostanziale assenza di conoscenze
specifiche relative ad esse fra gli operatori sanitari, siano essi personale
medico o non medico.
Lo scopo di questo progetto è di investigare e descrivere le modalità di
utilizzo delle MNC, con particolare riguardo ai trattamenti che implicano
l’impiego di terapie farmacologiche, presso un ambulatorio di MNC
attivato in una Azienda Sanitaria Locale. In questo progetto vogliamo
focalizzare la nostra attenzione sull’ utilizzo nell’ambulatorio di MNC di
fitocomplessi bioattivi, attraverso la caratterizzazione di principi naturali
prodotti da piante e sulla messa a punto di schemi terapeutici di
associazione tra medicinali allopatici e integratori alimentari formulati con
estratti vegetali. Le piante medicinali rappresentano una risorsa
estremamente importante non solo di agenti terapeutici ma di strutture
chimiche diverse dai chemiotipi finora utilizzati, ed è quindi importante
realizzare studi che contribuiscano a chiarirne efficacia e sicurezza nelle
condizioni ordinarie di impiego.
OBIETTIVI: Si valuterà la prescrizione di integratori alimentari e
fitoterapici presso un ambulatorio di MNC, con particolare riguardo alla
frequenza di prescrizione, alle indicazioni d'uso e alle potenziali
interazioni con altri farmaci. Saranno inoltre oggetto di rilevazione la
valutazione soggettiva della soddisfazione in relazione agli effetti attesi,
sia da parte dei pazienti che dei medici prescrittori, e l'eventuale
osservazione di eventi avversi, imputabili al prodotto o comunque anche
indirettamente al suo impiego.
MATERIALI E METODI: Vengono arruolati nello studio, di tipo
osservazionale,
longitudinale
e
prospettico,
tutti
i
pazienti
consecutivamente afferenti all’ambulatorio di MNC dell’ASL di Cosenza.
Si utilizza il metodo dell’ accesso all’ambulatorio tramite prenotazione
CUP.
La visita viene compiuta dal medico esperto in medicina integrata, che
valuterà la situazione clinica, gli esami già in possesso del paziente,
37
impostando direttamente un piano terapeutico o fungendo da raccordo
con altri specialisti, che possono essere chiamati ad intervenire a seconda
delle esigenze secondo un principio di modularità e flessibilità.
I dati verranno raccolti attraverso l’impiego di una scheda appositamente
predisposta. Ogni paziente verrà incluso nello studio soltanto dopo essere
stato informato delle finalità del progetto e aver fornito il consenso
informato all’utilizzo dei propri dati. Ogni scheda sarà in ogni caso gestita
in forma completamente anonima.
Si ipotizza la necessità formativa, contestualmente al servizio, anche per
tutti gli altri operatori parasanitari che lavorano nell’ambulatorio, come gli
infermieri o assistenti sanitari per migliorare e supportare l’attività del
medico esperto in medicina integrata (alimentazione, tecniche
riabilitative).
RISULTATI: I risultati del presente studio sono attualmente in fase di
elaborazione.
Recapito per la corrispondenza: Dr.
dell’Insubria, Dottorato di Ricerca in
Cell.:+393496925548
E-mail [email protected]
Alfredo Cundari, Università degli Studi
Farmacologia Clinica e Sperimentale.
Docente Guida: Prof. Marco Cosentino, Dipartimento di Medicina Clinica, Sezione di
Farmacologia Sperimentale e Clinica, Via Ottorino Rossi n. 9, 21100 –Varese, Italia –
telefono: 0332 217410, fax 0332 217409
E-mail [email protected]
Pubblicazioni
=
38
Corso di Dottorato di ricerca
in Farmacologia Clinica e Sperimentale, XXIV Ciclo
II anno
ANALISI DELL’ESOCITOSI DEI GRANULI VMAT2-POSITIVI IN
LINFOCITI UMANI MEDIANTE TOTAL INTERNAL REFLECTION
FLUORESCENCE MICROSCOPY
Sriti Elisabeth De Bernardi
Dipartimento di Medicina Clinica, Sezione di Farmacologia Sperimentale e
Clinica, Università degli Studi dell’Insubria
Premesse e Obiettivi
I
linfociti
umani
possiedono
un
sistema
endogeno
dopaminergico/adrenergico simile a quello presente nei neuroni, che
comprende le vie per la sintesi di catecolamine (CA), l'espressione dei
recettori adrenergici e dopaminergici e di proteine implicate nell'
immagazzinamento, nel rilascio e nella (ri)captazione delle CA. Sebbene
in queste cellule siano espressi specifici trasportatori per le CA, di tipo
vescicolare (VMAT) e di membrana (DAT, NET), la loro regolazione
funzionale a livello molecolare non è mai stata caratterizzata. Ci siamo di
conseguenza posti come obiettivo l’analisi dell’espressione di VMAT2 e la
caratterizzazione e l’analisi delle dinamiche intracellulari degli organelli
VMAT2-positivi nei linfociti umani.
Metodi
L'analisi dell'espressione di VMAT2 in linfociti umani è stata eseguita
mediante immunocitochimica con anticorpi anti-VMAT2 e marcatori
specifici per le sottopopolazioni linfocitarie. La caratterizzazione degli
organelli VMAT2-positivi è stata effettuata tramite immunocitochimica
con anticorpi anti-VMAT2, anti-cromogranina A e B e anti-dopamina. I
processi di fusione degli organelli presenti nei linfociti sono stati analizzati
mediante Total Internal Reflection Fluorescence microscopy (TIRF),
utilizzando diversi stimoli di degranulazione, come la ionomicina e
l'interferone (INF)-β.
Risultati e Conclusioni
L'analisi immunocitochimica mostra che in preparazioni di cellule
mononucleate circolanti (peripheral blood mononuclear cells, PBMC) la
frequenza di positività per VMAT2 è (media±SD) del 6,2±4,5% e aumenta
fino a 35,6±15,5% dopo stimolazione per 48 h con PHA 10 µg/ml (n = 6,
P<0,001 vs PBMC non stimolate).
In esperimenti preliminari, la
frequenza di espressione di VMAT2 nelle diverse sottopopolazioni
linfocitarie (CD3+, CD4+, CD8+, CD19+) è tra l'1 e il 11,7% e aumenta
significativamente dopo stimolazione.
Dalla
caratterizzazione
degli
organelli
VMAT2
mediante
immunocitochimica si evidenzia che: 1) VMAT2 è espresso su organelli
che hanno una dimensione di circa 200 nm, molto simile a quella dei
39
granuli di secrezione elettrondensi presenti nei neuroni; 2) VMAT2
colocalizza con le cromogranine A e B, marcatori specifici di tali granuli,
per circa il 70±19% e con la dopamina per circa l'80±14% (dati
preliminari). Sono stati analizzati i processi di fusione di tutti gli organelli
presenti nei linfociti umani mediante TIRF. I risultati mostrano che la
fusione avviene in seguito sia a stimoli classici di degranulazione come la
ionomicina, che a stimoli specifici come l'INF-β, tuttavia con pattern
differenti. Il 75±5% (n = 5) dei flash indotti da ionomicina sono di tipo
intenso e duraturo (∆F/F0 = 0,260±0,042; 10,0±1,7 s) mentre il 90±7%
(n = 3) dei flash causati da INF-β sono meno intensi e brevi (∆F/F0 =
0,074±0,003; 1,0±0,2 s).
I dati indicano che nei linfociti umani l’espressione di VMAT2 aumenta in
seguito ad attivazione. La caratterizzazione molecolare degli organelli
VMAT2-positivi suggerisce che siano granuli e che potrebbero andare
incontro a processi di esocitosi regolata. L'analisi delle dinamiche
intracellulari degli organelli VMAT2-positivi nelle diverse sottopopolazioni
di linfociti umani è attualmente in corso.
Recapito per la corrispondenza: Dr.ssa Sriti Elisabeth De Bernardi, Dipartimento di
Medicina Clinica, Sezione di Farmacologia Sperimentale e Clinica, Via Ottorino Rossi n. 9,
21100 –Varese, Italia – Telefono: 0332 217427, fax 0332 217409.
E-mail [email protected]
Docente Guida: Prof. Marco Cosentino, Dipartimento di Medicina Clinica, Sezione di
Farmacologia Sperimentale e Clinica, Via Ottorino Rossi n. 9, 21100 –Varese, Italia –
telefono: 0332 217410, fax 0332 217409.
E-mail [email protected]
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40
Corso di Dottorato di ricerca
in Farmacologia Clinica e Sperimentale, XXIV Ciclo
II anno
USO DI INTEGRATORI ALIMENTARI IN SPORTIVI
PROFESSIONISTI: UNO STUDIO PILOTA NEL NORD ITALIA
NON
Anna Loraschi
Dipartimento di Medicina Clinica, Sezione di Farmacologia Sperimentale e
Clinica, Università degli Studi dell’Insubria, Varese, Italia
Premesse e obiettivi
Gli integratori alimentari (IA) vengono comunemente impiegati in ambito
sportivo a tutti i livelli, non solo agonistici. Queste sostanze vengono
utilizzate con svariate finalità (migliorare la durata dello sforzo,
incrementare la massa muscolare, perdere peso, ecc...), tuttavia, nella
maggior parte dei casi i benefici non sono supportati da evidenze
scientifiche ed il loro impiego può associarsi a comportamenti
potenzialmente pericolosi come la prescrizione inappropriata, l’impiego di
sostanze adulterate o contaminate o il concomitante consumo di sostanze
d’abuso/dopanti.
Obiettivo dello studio è stato quello di investigare prevalenza,
conoscenza, attitudini e fattori correlati con l’impiego di (IA) tra sportivi
non professionisti.
Metodi
Nel gennaio 2009 è stato distribuito un questionario semi-strutturato
anonimo in una palestra del nord Italia. I dati raccolti (caratteristiche
socio-demografiche,
informazioni
sull’attività
fisica
praticata
e
conoscenza, uso e attitudine nei confronti degli IA) sono stati analizzati
mediante un approccio descrittivo. La significatività statistica è stata
indagata mediante test χ2, test-t di Student per dati non appaiati, analisi
della varianza (ANOVA) e test di correlazione di Pearson come
appropriato.
Risultati
Sono stati arruolati 50 soggetti, principalmente maschi (94%) con un’età
(media±DS) di 29.5±6.9 anni (range: 18-44), che dedicavano all’attività
sportiva (media±DS) 9.6±6.1 ore/settimana. Le principali attività
praticate erano fitness (40%) e bodybuilding (24%). Un quarto dei
soggetti ha fornito una definizione soddisfacente di IA. La maggior parte
dei soggetti (82%) faceva uso di IA (2.61±1.69 IA/persona; range: 1-9),
tra cui: amminoacidi (42.1%), proteine (26.2%), creatina (12.1%),
vitamine (7.5%), integratori idro-salini (6.5%), per il controllo del peso
(2.8%) ed ergogenici (2.8%). Gli IA venivano solitamente acquistati
presso negozi specializzati (51.2%) e in palestra (26.8%), su consiglio
dell’istruttore (68.2%) più che del medico curante (14.6%) o del
farmacista (7.3%). I benefici attesi erano rappresentati principalmente
da un “miglioramento più celere della performance” (63.4%), seguito
da“ipertrofia muscolare” (31.7%) e venivano soddisfatti nella maggior
41
parte dei casi (80.5%). Non è stata osservata nessuna associazione tra
età, sesso, educazione e impiego ed attitudini nei confronti degli
integratori. L’uso degli IA era, tuttavia, considerevolmente maggiore tra i
bodybuilders (3.6±2.5 vs 1.5±1.3 IA/soggetto; P<0.05).
Conclusioni
L’uso di IA è risultato particolarmente frequente nel campione analizzato
di atleti non professionisti, in particolar modo tra i bodybuilders. Queste
sostanze vengono, infatti, percepite come utili e prive di rischi. Stiamo
pianificando di aumentare la popolazione indagata per ricercare possibili
correlazioni tra consumo di IA ed impiego di sostanze illecite/dopanti.
Recapito per la corrispondenza: Dr.ssa Anna Loraschi, Dipartimento di Medicina
Clinica, Sezione di Farmacologia Sperimentale e Clinica, Università degli Studi
dell’Insubria, Via Rossi 9, 21100 Varese – Italia - Tel: +39 0332 217427, Fax: +39 0332
217409
E-mail [email protected]
Docente Guida: Prof. Marco Cosentino, Dipartimento di Medicina Clinica, Sezione di
Farmacologia Sperimentale e Clinica, Via Ottorino Rossi n. 9, 21100 –Varese, Italia –
telefono: 0332 217410, fax 0332 217409.
E-mail [email protected]
Pubblicazioni
LORASCHI A, CALIARI A, COSENTINO M. Dietary supplements use by non professional
athletes: a pilot study in Northern Italy. Società Italiana di Farmacologia, 34°
Congresso Nazionale, Rimini, Italia, 14-17 Ottobre 2009
LORASCHI A, CALIARI A, COSENTINO M. Dietary supplements in sports: a pilot study in
non-professional athletes in Northern Italy. 9th Congress of the European Association
for Clinical Pharmacology and Therapeutics, Edinburgh, Scotland, 12-15 Luglio 2009
42
Corso di Dottorato di ricerca
in Farmacologia Clinica e Sperimentale, XXIV Ciclo
II anno
TARGET LIPIDICI IN TERAPIA CON STATINA IN PAZIENTI
DISLIPIDEMICI AFFETTI STEATOEPATITE NON ALCOLICA
Lorenzo Maroni
Dipartimento di Medicina Clinica, Università degli Studi dell’Insubria,
Varese, Italia
Premesse: La steato epatite non alcolica (NAFLD) si associa a
dislipidemia e ad incremento del rischio cardiovascolare; nonostante vi
sia indicazione a trattare i pazienti coaffetti da dislipidemia e NAFLD, tali
pazienti sono frequentemente sottotrattati con statina a causa del
potenziale danno epatico.
Abbiamo valutato dunque con uno studio retrospettivo l’impatto della
terapia con statina su profilo lipidico e raggiungimento dei target di
colesterolo LDL in relazione al rischio cardiovascolare ATP III in pazienti
dislipidemici che si presentassero con diagnosi di NAFLD ed elevazione
degli enzimi epatici prima della prescrizione di statina; come endpoint
secondario abbiamo valutato se la statina si associasse a cambiamenti
nei livelli degli enzimi epatici.
Metodi: 43 pazienti dislipidemici affetti da NAFLD che si presentassero in
condizioni basali con elevazione di aspartato aminotransferasi (AST) e/o
alanina aminotransferasi (ALT) e/o gammaglutamil transpeptidasi (ƳGT)
sono stati indagati retrospettivamente riguardo profilo lipidico ed enzimi
epatici (valori prima e durante terapia con statina).
Risultati: Colesterolo totale, colesterolo LDL e trigliceridi sono risultati
significativamente ridotti al follow-up (5.4±5.4 mesi), mentre non vi è
stato cambiamento nel valore di HDL. Alla seconda visita il target LDL è
stato raggiunto da 30 pazienti (69.8%); il numero di pazienti che hanno
raggiunto il target LDL è stato significativamente maggiore nel gruppo a
basso rischio cardiovascolare rispetto a quello intermedio ed alto. Gli
enzimi epatici non hanno mostrato cambiamenti significativi al follow-up
rispetto ai valori basali.
Conclusioni: La terapia con statina è stata efficace, in assenza di
cambiamenti nei livelli degli enzimi epatici, in pazienti affetti da
dislipidemia e NAFLD, soggetti a profonde alterazioni del metabolismo
lipoproteico. Il numero dei pazienti che hanno raggiunto il target LDL è
risultato correlato alla classe di rischio secondo ATP III, ed è risultato
maggiore nella classe di rischio più bassa.
43
Recapito per la corrispondenza: Dott. Lorenzo Maroni, Dipartimento di Medicina
Clinica, Università degli Studi dell’Insubria, presso Medicina Interna I, Ospedale di Circolo
Fondazione Macchi, viale Borri 57,Varese, Italia, 0332/278828
E-mail [email protected]
Docente Guida: Prof. Luigina Guasti. Dipartimento di Medicina Clinica. Medicina 1,
Ospedale di Circolo e Fond. Macchi, viale Borri, 21100, Varese. Tel: 0332/278828
E-mail [email protected]
Pubblicazioni
=
44
Corso di Dottorato di ricerca
in Farmacologia Clinica e Sperimentale, XXIV Ciclo
II anno
IMMUNOMODULAZIONE DELLA FUNZIONE DELLE HUVEC: STUDIO
IN VITRO
Laura Schembri
Dipartimento di Medicina Clinica, Sezione di Farmacologia Sperimentale e
Clinica, Università degli Studi dell’Insubria, Varese
Premesse e obiettivi
La disfunzione endoteliale rappresenta la prima fase nella formazione
della placca aterosclerotica. L’endotelio ostacola attivamente l’adesione e
la migrazione di leucociti e cellule muscolari lisce, eventi scatenati
dall’aumento dell’espressione delle molecole d’adesione con conseguente
richiamo di leucociti e loro ingresso all’interno dell’intima del vaso. Il
contributo dello stress alla generazione/progressione della malattia non è
stato chiarito. Lo stress causa l’attivazione dell’asse ipotalamo-ipofisisurrene e del sistema nervoso simpatico, provocando il rilascio di
neurotrasmettitori e ormoni come glucocorticoidi e CAs, che possono
alterare negativamente il sistema cardiovascolare e accelerare la cronicità
dell’ATH.
Lo scopo dello studio è di investigare in vitro l’effetto di agenti
stressogeni sulla morfologia e sulla funzionalità delle EC, andando ad
osservare i marcatori dell’attivazione endoteliale. A tal scopo, abbiamo
utilizzato le HUVEC, cellule endoteliali venose di cordone ombelicale
umano, che rappresentano un valido strumento in vitro per gli studi
sull’endotelio.
Metodi
L’espressione delle molecole di adesione e dei recettori adrenergici è
stata effettuata mediante real time PCR. Il contenuto intracellulare di CAs
è stato analizzato con tecniche di HPLC.
L’espressione di ICAM-1 e VCAM-1 è stata anche misurata mediante
analisi citofluorimetrica e microscopia a fluorescenza.
La valutazione della morfologia delle HUVEC è stata visualizzata mediante
microscopia elettronica a scansione.
Risultati e conclusioni
L’analisi dell’espressione genica dei recettori adrenergici ha mostrato che
le HUVEC a riposo esprimono sia i recettori di tipo α che β. La
stimolazione con LPS induce un incremento nell’espressione di α1 e 2,
mentre riguardo alla tipologia β, è chiaro l’incremento da stimolo per i β3
e sono ancora da approfondire i dati su β1 e 2.
Le HUVEC contengono livelli significativi di tutte e tre le CAs.
Il pretrattamento delle HUVEC con concentrazioni crescenti di A induce un
aumento dell’espressione di ICAM-1 e di VCAM-1 e questo incremento si
osserva già a 0,001 µM.
45
L’espressione di membrana delle molecole di adesione mediante analisi
citofluorimetrica è stata condotta confrontando la risposta all’A con quella
ottenuta con due stimoli proinfiammatori noti: l’LPS e il TNFα che
rappresenta uno stimolo fisiologico. E’ stata anche valutata l’espressione
di membrana delle molecole di adesione mediante microscopia a
fluorescenza.
Per quanto riguarda lo studio sulla morfologia dell’endotelio sono stati
condotti degli esperimenti al SEM che hanno mostrato un’alterazione della
morfologia delle HUVEC dopo attivazione con LPS ma dato ancor più
interessante, dopo trattamento con A.
Questi dati potrebbero permettere di chiarire il ruolo dello stress nella
generazione e progressione dell’ATH
portando alla conoscenza dei
meccanismi molecolari e cellulari implicati nella patologia. Inoltre,
potrebbero portare allo sviluppo e la validazione di nuovi approcci
terapeutici.
Recapito per la corrispondenza: Dr.ssa Laura Schembri, Dipartimento di Medicina
Clinica, Sezione di Farmacologia Sperimentale e Clinica, Via Ottorino Rossi n. 9, 21100 –
Varese, Italia – telefono: 0332 217427, fax 0332 217409.
E-mail [email protected]
Docente Guida: Dott.ssa Franca Marino, Dipartimento di Medicina Clinica, Sezione di
Farmacologia Sperimentale e Clinica, Via Ottorino Rossi n. 9, 21100 –Varese, Italia –
telefono: 0332 217411, fax 0332 217409.
E-mail [email protected]
Pubblicazioni
=
46
Corso di Dottorato di ricerca
in Farmacologia Clinica e Sperimentale, XXIII Ciclo
III anno
RUOLO DEI POLIMORFISMI DEL CYP1A2 NEGLI EVENTI AVVERSI
INDOTTI DA CLOZAPINA
Paola Bortolaso
Dipartimento di Medicina Clinica, Università degli Studi dell’Insubria,
Varese, Italia
Premesse e obiettivi: Il citocromo P450 (CYP) 1A2 contribuisce per il 70%
alla biotrasformazione di clozapina (CLO), un farmaco antipsicotico atipico
utilizzato nei pazienti non responders. Del gene che codifica per il CYP1A2
sono conosciuti 16 polimorfismi di singolo nucleotide (SNPs). Due tra
questi influenzano significativamente l’attività dell’enzima: 1A2*1F
determina un incremento del metabolismo, invece 1A2*1C lo riduce. I
SNPs sono localizzati presso la regione promoter del gene: potrebbero
pertanto essere responsabili di una diversa espressione del RNA
messaggero (mRNA) e di conseguenza potrebbero spiegare le differenze
interindividuali nell’attività enzimatica. Scopo di questo studio era
valutare
l’impatto
dei polimorfismi 1A2*1F
e
1A2*1C sulla
farmacocinetica di CLO e sulla comparsa di eventi avversi (ADRs) nei
pazienti trattati con CLO.
Metodi: Sono stati arruolati 34 pazienti in terapia con CLO afferenti al
Dipartimento di Salute Mentale di Varese durante il periodo 2004-2008.
In criteri di inclusione per il gruppo di casi erano: diagnosi di disturbo
psicotico; funzionalità renale ed epatica nella norma, assenza di malattie
organiche concomitanti, comparsa di significativi ADRs indotti da CLO.
Sono stati esclusi i pazienti che assumevano sostanze in grado di indurre
o inibire CYP1A2, ad eccezione del fumo di sigaretta. Sono state
considerati “significativi ADRs indotti da CLO” tutte le reazioni che
avevano determinato la sospensione o la riduzione della posologia di CLO.
La correlazione tra ADRs e trattamento con CLO si basava sulla
valutazione clinica confermata dai criteri di Uppsala che l’OMS utilizza per
il monitoraggio degli eventi avversi (WHO Uppsala Monitoring CentreUMC: http://www.who-umc.org). Nel gruppo dei controlli sono stati
arruolati pazienti trattati per almeno un anno con CLO senza la comparsa
di ADRs. I controlli erano sovrapponibili al gruppo dei casi per
caratteristiche cliniche, età, sesso, dosaggi di CLO e utilizzo di sigarette. I
parametri clinici son stati dunque correlati con il genotipo per CYP1A2 e
con l’espressione del mRNA dell’enzima.
Risultati: La frequenza degli effetti collaterali, quail sedazione, stipsi,
scialorrea, era significativamente maggiore nei pazienti che possedevano
combinazioni alleliche di CYP1A2 che determinano riduzione dell’attività
metabolica. Inoltre dai nostri risultati emerge una correlazione tra ridotta
espressione del mRNA e la comparsa di ADRs in pazienti trattati con CLO.
47
Conclusioni: Il trattamento con CLO potrebbe essere dannoso nei pazienti
definite slow metabolizers e poco efficace nei pazienti rapid metabolizers.
Sebbene i fattori implicati nelle differenze interindividuali nella risposta
alla CLO siano molteplici, la genotipizzazione in associazione con il
dosaggio dei livelli di espressione del MRNA potrebbero essere considerati
buoni predittori di eventi avversi.
Recapito per la corrispondenza: Dr.ssa Paola Bortolaso, Dipartimento di Medicina
Clinica, Sezione di Medicina Specialistica – Psichiatria, Università degli Studi dell’Insubria,
Via O.Rossi 9, Varese, Italy - telefono 0332270655, fax 0332270667
E-mail [email protected]
Docente Guida: Prof. Simone Vender, Dipartimento di Medicina Clinica, Sezione di
Medicina Specialistica – Psichiatria, Università degli Studi dell’Insubria, Via O.Rossi 9,
Varese, Italy - telefono 0332270655, fax 0332270667
E-mail [email protected]
Pubblicazioni
BOLLA E., BORTOLASO P., FERRARI M., SALVAGGIO F., COSENTINO M., VENDER S.,
LECCHINI S.: “Ruolo dei polimorfismi genetici del citocromo P450 1A2 nella risposta
clinica alla clozapina.” SINPF, XVI Congresso Nazionale, 24-26 giugno 2008, Milano.
FERRARI M., BORTOLASO P., BOLLA E., CECCON F., MARINO F., LECCHINI S., VENDER
S., COSENTINO M.: “Clozapine-induced adverse effects in schizophrenic patients:
role of polymorphisms in P450 1A2 gene.” III International Congress of Clinical
Genetic end Pharmacogenomics. III EuroEspes Annual Conference, December 12 - 13
- 2008 Coruña Spain. Rivista: “Gen-T The Eurospes Journal”.
BOLLA E., BORTOLASO P., FERRARI M., COSENTINO M., MARINO F., LECCHINI S.: “Ruolo
dei polimorfismi del citocromo P4501A2 nella risposta clinica alla clozapina”. Attualità
in psichiatria. II Giornata di studi, 22 aprile 2009, Milano.
BORTOLASO P., BOLLA E., FERRARI M., CECCON F., MARINO F., LECCHINI S.,
COSENTINO M., VENDER S.: “Are adverse reactions to clozapine genetically
predictable considering cytochrome P4501A2 haplotype?” Panminerva Medica, Vol
51, Suppl. 1-3, sept 2009.
FERRARI M., BOLLA E., BORTOLASO P., POLONI N., CALLEGARI C., MARINO F., LECCHINI
S., VENDER S., COSENTINO M.: “Role of CYP1A2 polymorphisms in clozapineinduced adverse reactions”. Riunione nazionale dottorandi e borsisti italiani in
neuroscienze e materiali affini. Società Italiana di Neuroscienze. 27-28 Maggio 2010,
Busto Arsizio, VA.
BOLLA E., BORTOLASO P., FERRARI M., POLONI N., CALLEGARI C., MARINO F., LECCHINI
S., VENDER S., COSENTINO M.: “Association of cytochrome P450 1A2
polymorphisms with clozapine tolerability: a preliminary investigation”. Under
Submission.
48
Corso di Dottorato di ricerca
in Farmacologia Clinica e Sperimentale, XXIII Ciclo
III anno
STUDIO DEI FARMACI PSICHIATRICI COME FATTORE DI RISCHIO
PER LE CADUTE IN ANZIANI ISTITUZIONALIZZATI VALUTAZIONE
DELLA LORO RELAZIONE ATTRAVERSO L’UTILIZZO DI STRUMENTI
DI INDAGINE NEUROPSICHIATRICA
Alessandro Grecchi
Dipartimento di Medicina Clinica, Sezione di Psichiatria, Università degli
Studi dell’Insubria
In una prima fase, in seguito alla validazione in lingua italiana dello
strumento di indagine neuropsichiatrica NPI-NH (Neuropsychiatric
Inventory-Nursing Home), è stato possibile descrivere la sintomatologia
riscontrata nel campione considerato all’interno della RSA Fratelli Molina e
confrontarla con analoghi studi svolti all’interno di nursing home europee.
Nella seconda fase dello studio ci si è concentrati sulla relazione tra i
sintomi
neuropsichiatrici
e
le
classi
farmacologiche
utilizzate
nell’intervento clinico alla luce di quanto riportato in letteratura.
L’obiettivo della terza fase dello studio riguarda il follow up a distanza di
un anno dalla prima somministrazione. La prevalenza sintomatologica
verrà confrontata con i dati della precedente somministrazione e con
quelli dello studio di Lange et. al. del 2004 che presenta nel campione
soggetti affetti da patologia psichiatrica.
Verrà inoltre valutato l’utilizzo delle classi farmacologiche (antidepressivi,
antipsicotici e ansiolitici) all’interno delle RSA e si confronteranno con i
dati già acquisiti.
I dati ottenuti verranno correlati con l’evento cadute qualora questo sia
significativo.
Metodi - Il campione reclutato per lo studio di follow up è costituito da
43 pazienti affetti da demenza e/o patologia psichiatrica reclutati tra gli
ospiti della RSA “Fratelli Molina” tra aprile e luglio 2009.
Dell’originario campione di 53 pazienti 9 sono decedeuti e 1 è stato
trasferito in altra RSA.
I caregiver arruolati per lo studio sono stati 12 infermieri professionali
(analogamente a quanto avvenuto per la prima somministrazione).
Il gruppo di ricerca che ha partecipato al follow up è costituito da 1
medico psichiatra e 1 laureato in medicina e chirurgia entrambi esperti
nella somministrazione della NPI-NH.
Risultati - Dai risultati emersi dal raffronti tra le prevalenze
sintomatologiche nello studio di validazione, nel follw up e in quello di
Lange (Lange et al. 2004) non emergono differenze significative nella
quasi totalità dei domini.
Ad un anno di distanza si rileva un incremento del sintomo allucinazioni
(30%) e un decremento nei disturbi del sonno (11,6%).
49
Per quanto riguarda la distribuzione percentuale delle calassi
farmacologiche si è rilevato un incremento dell’utilizzo di ansiolitici
(67,4%) e un decremento dell’utilizzo di antipsicotici (65,1%) che non
rappresentano più la classe maggiormente utilizzata. L’utilizzo di
antidepressivi si mantiene stabile.
Non correlabile l’evento cadute per la sua rarità.
Recapito per la corrispondenza: Dott. Alessandro Grecchi, Viale Ranzoni 23, 20149
Milano, Tel. 3470474950
E-mail [email protected]
Docente Guida: Dott.ssa Camilla Callegari, Dipartimento di Medicina Clinica, Sezione di
Medicina Specialistica – Psichiatria, Università degli Studi dell’Insubria, Via O.Rossi 9,
21100 Varese, Italy
E-mail [email protected]
Pubblicazioni
BARANZINI F, DIURNI M, GRECCHI A, BERTO E, COLOMBO D. Studio di Validazione della
Versione Italiana della Neuropsychiatric Inventory Nursing Home in una popolazione
psicogeriatrica. Poster presentato ad Attualità in Psichiatria-Il contributo dei giovani
ricercatori. Milano-Università degli Studi, 22 Aprile 2009.
50
Corso di Dottorato di ricerca
in Farmacologia Clinica e Sperimentale, XXII Ciclo
III anno
EFFETTI CARDIOVASCOLARI DEI FARMACI ANTIPSICOTICI DI
SECONDA GENERAZIONE (SGA)
Fabio Salvatore Salvaggio
Dipartimento di Medicina Clinica, Sezione di Psichiatria, Università degli
Studi dell’Insubria, Varese
Premesse: sono ormai noti gli effetti a carico dell’apparato
cardiovascolare dei farmaci antipsicotici di prima generazione. In alcuni
casi, i dati di letteratura sono tali da condizionare in modo rilevante la
quotidiana pratica clinica. In merito alla potenziale tossicità cardiaca dei
farmaci antipsicotici di seconda generazione (SGA) al momento non
sembrano invece emergere opinioni unanimemente condivise. Alcuni
studi evidenziano l’aumento della frequenza cardiaca in pazienti in terapia
con risperidone e ziprasidone, mentre altri concentrano la propria
attenzione sul prolungamento dell’intervallo QTc nei pazienti che
assumono clozapina.
Obiettivi: la ricerca si pone come obiettivo quello di fornire un quadro il
più completo possibile degli effetti cardiovascolari dei SGA, valutando in
particolare i valori di QT, QTc, la pressione arteriosa e la frequenza
cardiaca.
Metodi: In questi due anni sono stati reclutati i pazienti che hanno
iniziato il trattamento con un farmaco antipsicotico di seconda
generazione (SGA) drugnaive (alla prima prescrizione di terapia
antipsicotica) o che hanno effettuato uno switch farmacologico da un
antipsicotico a un altro. I pazienti, arruolati nello studio a partire da
ottobre 2008, sono stati sottoposti a valutazioni elettrocardiografiche
(con particolare attenzione ai valori di QT e QTc), oltre che alla
rilevazione manuale della frequenza cardiaca. Tali valutazioni sono state
effettuate in due occasioni: prima dell’inizio del trattamento (T0) e dopo
due mesi (T1).
Risultati: I pazienti di cui al momento è stato già effettuato il secondo
controllo al T1 sono 31, 19 uomini e 12 donne.
L’età media del campione è di 41,8 anni (min: 22, max: 82, d.s.: 15,02).
21 pazienti risultano alla prima prescrizione di terapia antipsicotica, 4
assumevano in precedenza aripiprazolo, 3 aloperidolo, 2 quetiapina e 1
risperidone.
Le molecole coinvolte sono: risperidone, paliperidone, aripiprazolo,
olanzapina, ziprasidone e quetiapina.
51
Al momento non emergono modificazioni dei parametri in oggetto sia
considerando l’intero campione, sia prendendo in esame le singole
molecole.
Recapito per la corrispondenza: Dr. Fabio Salvaggio, Dipartimento di Medicina Clinica,
Università degli Studi dell’Insubria, Varese. Tel. 328 6770202
E-mail [email protected]
Docente Guida: Dott.ssa Camilla Callegari, Dipartimento di Medicina Clinica, Sezione di
Medicina Specialistica – Psichiatria, Università degli Studi dell’Insubria, Via O.Rossi 9,
21100 Varese, Italy
E-mail [email protected]
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