Il medico generale deve essere in grado di identificare fra i suoi

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La vescica iperattiva: una condizione diffusa ma trattabile
M. Cioffi
Il giorno 2 dicembre nel pomeriggio dalle ore 15 alle ore 17 si svolgerà, durante il XVI
Congresso Nazionale della SIMG nella Sala Verde, una sessione clinica che ha per titolo
La vescica iperattiva: una condizione diffusa ma trattabile.
La scelta dell’argomento scaturisce da alcune considerazioni pratiche relative alla nostra
professione:
1. La vescica iperattiva e l’incontinenza sono situazioni frequenti nella pratica quotidiana
e spesso misconosciute
2. Rappresenta una ulteriore evoluzione dei corsi master e periferici svolti nel corso
dell’anno
3. È l’occasione per la presentazione del progetto “DIGA”, uno studio osservazionale
proposto dal GISIU (Gruppo Interdisciplinare di Sensibilizzazione dell’Incontinenza
Urinaria) di cui la SIMG fa parte.
La vescica iperattiva e l’incontinenza urinaria rappresentano una ulteriore occasione per la
medicina generale di integrazione con lo specialista e per la realizzazione del disease
management.
L’integrazione avviene in modo continuativo da una parte il medico generale deve essere
in grado di identificare fra i suoi assistiti quelli affetti da disturbi della minzione e da
incontinenza urinaria da vescica iperattiva, deve saper impostare un adeguato piano
diagnostico ed attuare una appropriata terapia nei soggetti che egli può trattare in prima
persona, deve infine, quando necessario, saper attivare la consulenza specialistica, nel
modo più proficuo alla soluzione del problema.
Lo specialista, dal canto suo, deve essere in grado di svolgere la consulenza in modo da
dare esauriente risposta al quesito formulato dal medico generale, collaborando con esso
alla gestione del problema nel tempo.
Alla sessione parteciperanno il Dott. Francesco Benvenuti con una relazione dal titolo:
“Incontinenza urinaria e vescica iperattiva: una diagnostica a misura di paziente”, il Prof.
Walter Artibani con una relazione dal titolo: “Una campagna di informazione e il Progetto
“DIGA”. In conclusione verrà presentato il progetto SIMG per il Medico Generale, relativo
al tema trattato.
In questa parte verrà ripercorso il razionale del progetto dalla costruzione del master alla
studio dei percorsi diagnostico terapeutici per la definizione del processo relativo alla
vescica iperattiva e alla incontinenza urinaria.
Questa esperienza è ancora frutto della SIMG prima della convention di marzo 1999 in cui
le esigenze formative dei MG trovavano punti di incontro con le esigenze delle aziende
farmaceutiche. Attualmente si procede dalla valutazione dei bisogni formativi dei MG e alla
successiva ricerca di uno sponsor presentando un progetto complessivo che risponda ai
bisogni rappresentati dai soci e dalle aree cliniche di cui si è fornita la Società.
Uno degli obiettivi della medicina generale nella sua crescita professionale e nel suo
conquistarsi la centralità tanto declamata è costituito dal riappropriarsi di aree, procedure,
compiti e attività troppo spesso delegate negli anni passati. Dalla costituzione della
Società sono passati 16 anni, di strada ne abbiamo fatta tanta ma non abbiamo ancora
raggiunto l’obbiettivo e comunque dobbiamo ulteriormente progredire.
Questo non significa diventare “tuttologi”, tra chi delega tutto senza assumersi
responsabilità e chi vuol fare tutto anche senza competenze esiste un corretto equilibrio.
Tra chi svolge l’attività del medico “vigile” dirigendo il traffico dei propri pazienti tra i vari
specialisti e quella del medico “vigile” che si “prende cura” (to care) con attenzione del
proprio paziente vigilando sapientemente sulla salute e sulla qualità della vita del proprio
assistito esiste un giusto equilibrio. Stabilire corretti rapporti con gli specialisti che sono per
noi autorevoli consulenti e sinergicamente raggiungere la migliore condizione di vita del
paziente/cliente è un modo razionalmente valido per affrontare i problemi.
Troppo spesso abbiamo delegato e deleghiamo ancora alcune attività che sono della
medicina generale. Il sorgere di vari centri specialistici da parte delle strutture ospedaliere
e universitarie non è solamente legata alle loro necessità ma anche dalla presenza di un
mercato reso vacante dalle nostre deleghe. Questo vale sia per le grandi patologie
(ipertensione arteriosa, diabete mellito) ma anche per patologie a più bassa prevalenza e
minore rilevanza.
Quante volte abbiamo avuto bisogno di una valutazione clinica della prostata con una
esplorazione rettale e abbiamo ricevuto come risposta dello specialista l’invito a richiedere
accertamenti che spesso non hanno nulla a che fare con il quesito posto.
È forse giunto il momento di appropriarsi di procedure che fino ad oggi non consideravamo
di nostra pertinenza come abbiamo fatto per altre patologie. Dopo appropriata formazione,
potremmo effettuare esplorazione rettali in numero maggiore a quelle che già alcuni
medici generali fanno o Pap test o altro che noi riteniamo pertinente e necessario ad un
primo livello di assistenza.
Questo è parte del progredire della Società professionale: dopo il sapere, il saper fare e il
saper essere il fare.
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