Nato a Livorno nel 1915, Mario Ferretti si avvia alla pittura seguendo

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Nato a Livorno nel 1915, Mario Ferretti si avvia alla pittura seguendo la Scuola di Beppe
Guzzi alla Vetreria Italiana, frequentata tra gli altri da Ferdinando Chevrier, Germano e
Voltolino Fontani, Mario Nigro, Alfredo Mainardi e Nedo Luschi.
Gli esordi espositivi del pittore datano al 1932 nella II Mostra d’Arte dell’Opera
Nazionale Balilla allestita a Livorno presso gli ambienti di Bottega d’Arte con le opere:
Agli archi, In Venezia, Verso i monti, Casa rustica, Temporale e Ruscello. Nella stessa
galleria prende parte nel dicembre 1934 alla VI Mostra Sindacale Livornese con i dipinti
La Puzzolente e Velieri. La Commissione incaricata per la scelta delle opere era composta
da Plinio Nomellini che né era Presidente, Augusto Gardelli, Giovanni March, Cesare
Tarrini e Giovanni Zannacchini. Fin da giovane, Ferretti imposta la propria attività
artistica su un’impronta di gusto prettamente novecentesco, assai lontana dalla tradizione
pittorica locale. Testimonianza della personalità già matura del nostro è il catalogo della
mostra allestita nel 1939 presso Bottega d’Arte di Livorno.
Ferretti presente con l’amico Voltolino Fontani riproduce nel catalogo i dipinti Canto
dell’omo finito, Pescatori e Zona industriale. Renato Natali che firma delle righe di
presentazione per il pubblico livornese afferma che «Mario Ferretti ha innata la
sensazione della delicatezza dei toni dei colori con cui compone i suoi realistici soggetti, e
possiede la bella qualità di essere sintetico e sobrio nella composizione; i suoi mezzi di
pittore si accendono di più quando cercano la forma e il volume, e sia in una visione di
paesaggio o di figura riesce sempre a fare uscire la sua personalità». Tra le opere esposte
nella personale del 1939 ricordiamo Fortezza a Livorno, esempio interpretativo della
lettura attuata da Ferretti sulle architetture cittadine, trascritte dall’artista anche
attraverso grandi disegni a carboncino come La Via Greca.
Del resto Ferretti aveva già avuto modo di realizzare la “vecchia Livorno”, in occasione
della prestigiosa esposizione dedicata a tale tema tenutasi nel Palazzo della Provincia nel
1938. Scorrendo il catalogo, sulla cui copertina campeggia l’opera Il Villano di Plinio
Nomellini, possiamo ritrovare le opere esposte in tale occasione dal pittore, queste sono:
Fortezza Medicea, I Calafati, Livorno scomparsa, Livorno d’altri tempi e Rione S.
Giovanni.
Nel 1947 partecipa a Pisa alla Mostra di Pittura Italiana Contemporanea, organizzata
presso il Palazzo alla Giornata con l’opera Il sonno. Membri della commissione di
accettazione e di premiazione sono Matteo Marangoni che ne è presidente, Felice
Casorati, Virgilio Guzzi, Mino Rosi, Piero Sanpaolesi, Giorgio Vigni e Gianni Vagnetti.
Ferretti nel 1948 è a Roma alla Rassegna Nazionale di Arti Figurative con una
Composizione collocata nella sala XVII, accanto ad artisti come Gabriele Mucchi, Remo
Brindisi, Ernesto Treccani ed Emilio Greco.
Sempre nel 1948 prende parte ad una collettiva livornese organizzata a Bottega d’Arte,
con Mario Nigro, Voltolino Fontani, Angelo Sirio Pellegrini, Nedo Luschi e Ferdinando
Chevrier.
Con Chevrier, realizza nel 1955 una mostra presso la Galleria Giraldi di Livorno. Guido
Favati sulle colonne del quotidiano La Nazione, tratteggia con puntualità e competenza il
percorso creativo attuato dall’artista fino a quella data, non mancando di cogliere
elementi d’interesse al riguardo delle ricerche d’ambito astratto: «nei suoi esperimenti di
avvicinamento a forme astratte riconosciamo l’impegno di avviare a soluzione certi
problemi compositivi che egli risolve con padronanza ed equilibrio, con risultati di
decorazione elegante, cui giova il colore pastoso e pieno d’umore». Nel 1971 il pittore
espone nuovamente a Livorno negli ambienti a lui familiari di Bottega d’Arte, in
quest’occasione il catalogo viene presentato da Walter Martigli e da Voltolino Fontani, la
cui presentazione è riportata per intero all’interno del nostro sito.
La personale del 1971 dava la possibilità di vagliare la nuova produzione artistica del
pittore, troviamo così riprodotte in catalogo opere come: Composizione di nudi,
Composizione di bricchi e Isola con natura morta (omaggio a Böcklin). L’anno
successivo Ferretti espone nuovamente nella sua città natale il ciclo realizzato della Via
Crucis, mentre nel mese di giugno presenta le sue opere a Siracusa.
Nel 1974 realizza per conto della Bugatti Editore d’Ancona, una cartella litografica
dedicata alla nostra campagna, dal titolo Case Coloniche Toscane. Ferretti attinge così
all’architettura contadina per trarre nuova linfa ispiratrice per le sue opere, suggestivo è il
raffronto con i disegni realizzati da Ottone Rosai su questo tema, quale commento visivo
al libro di Mario Tinti L’architettura delle case coloniche in Toscana, stampato a Firenze
nel 1934.
Dipinti di Mario Ferretti sono collocati in sedi pubbliche cittadine, come il Museo
Civico Giovanni Fattori di Livorno (che possiede la Natura morta con tre bottiglie del
1940) la chiesa di San Giovanni Bosco dove è esposta la Via Crucis mentre presso il
comando della Folgore si trova La tragedia della Meloria.
Nell’ormai prossimo Museo della Fondazione Cassa di Risparmi di Livorno, saranno
visibili i dipinti Composizione di figure con cavallo, Nudi femminili nel bosco e una
serie di opere del periodo astratto.
Michele Pierleoni
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