Sotto la Bassa si cerca la «caldaia» dell`energia pulita

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L’ECO DI BERGAMO
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GIOVEDÌ 21 LUGLIO 2016
Provincia
Elettricità dal calore naturale
L’inizio di una nuova frontiera
L’interesse per le fonti di energia rinnovabili sta
crescendo e lo dimostra il decreto del 2010 che
regola lo sfruttamento di queste risorse.
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Sotto la Bassa
si cerca la «caldaia»
dell’energia pulita
L’area di ricerca
BERGAMO
BERGAMO
Risorse. La richiesta di una società del gruppo Sorgenia
in Regione. Obiettivo: indagini di fonti geotermiche
nel sottosuolo su un’area che comprende 15 comuni
BASSA
PATRIK POZZI
La pianura bergamasca diventerà terra per la ricerca di risorse geotermiche. Ossia, nel sottosuolo si andranno
a cercare serbatoi di energia
termica generata dal calore
della terra con cui produrre
elettricità. La richiesta di dare
il via a questa ricerca è stata
presentata alla Regione dalla Bl
Geothermal srl di Firenze, società del gruppo Sorgenia che
sta già effettuando questo tipo
di indagini fra Toscana e Lazio.
Ora la sua attenzione si è rivolta alla pianura bergamasca.
La società fiorentina infatti
ha richiesto di andare alla scoperta di energia geotermica
dentro i confini di Arcene, Castel Rozzone, Cologno al Serio,
Ghisalba, Lurano, Martinengo,
1 La Bl
Geothermal
di Firenze è già
in attività fra
Toscana e Lazio
1 In Lombardia
riflettori
puntati anche
nel Mantovano,
Cremonese e Pavese
Morengo, Pagazzano, Pognano,
Romano, Spirano, Treviglio,
Urgnano, Verdello e Brignano.
Proprio Brignano ha dato il
nome al permesso di ricerca richiesto denominato appunto
«Brignano Gera d’Adda». Al
momento, va precisato, si tratta esclusivamente di una istanza di richiesta di un permesso
che deve ancora essere rilasciato dalla Regione. I relativi incartamenti sono comunque già
stati depositati a Palazzo Lombardia, negli uffici della direzione generale Ambiente,
energia e sviluppo sostenibile.
Passati 60 giorni dalla pubblicazione di questa istanza sul
Burl (bollettino ufficiale della
Regione Lombardia), prevista
per permettere a eventuali
concorrenti di farsi avanti, la Bl
Geothermal sarà chiamata a
presentare un’ulteriore istanza
per verificare se la sua richiesta
dovrà essere assoggettata o
meno alla Via (Valutazione integrata ambientale).
Comunque sia, la domanda
di ricercare risorse geotermiche nella pianura bergamasca è
destinata a procedere. In primo luogo perché il privato, come prevede la legge in materia,
è dotato della «necessaria capacità tecnica ed economica»
per effettuare questo tipo di indagini. Lo dimostra il fatto che
è già stato autorizzato a compierle in sei località diverse fra
la Toscana e il Lazio. Proprio il
Lazio, a livello nazionale, (co-
me riportato sul sito web del
Ministero dello Sviluppo economico) risulta essere la regione per la quale sono state presentate più istanze, in tutto 25,
per la ricerca di risorse geotermiche. Ci sono poi la Sardegna,
con cinque, Sicilia e Toscana
con quattro, Umbria con tre.
La Lombardia è invece a
quota quattro: l’istanza il cui
iter è più avanti si chiama «Garda sud» e riguarda il territorio
fra il Bresciano e il Mantovano.
Per le altre fino ad ora c’è stata
esclusivamente la pubblicazione sul Burl. Una interessa il
Cremonese, una il territorio fra
il Milanese e il Pavese e l’ultima, appunto, la Pianura bergamasca.
Tutti questi numeri dimostrano come le ricerche di risorse geotermiche sul territorio nazionale stiano prendendo sempre più piede. Ricerche
che sono anche favorite dallo
Stato: come recita, infatti, il decreto legislativo 22 del 2010
che ha introdotto le più recenti
normative in materia, «la ricerca e la coltivazione a scopi
energetici delle risorse geotermiche effettuate nel territorio
dello Stato, nel mare territoriale e nella piattaforma continentale italiana sono considerate di pubblico interesse e di
pubblica utilità». Il motivo è
che da serbatoi di energia termica generata dal calore della
terra si può produrre, con centrali geotermiche, elettricità
Pognano
Castel
Rozzone
Verdello
Arcene
Urgnano
Ghisalba
Spirano
Lurano
Brignano
Cologno
al Serio
Martinengo
Morengo
Romano
Treviglio
Caravaggio
Pagazzano
Le zone di interesse per la ricerca di risorse geotermiche
Presentato al Comune un progetto per una centrale geotermica
1 Due i pozzi
geotermici scavati
nel Milanese,
ma risalgono
al 1979 e al 1981
pulita. Il calore, semplificando,
viene usato per scaldare acqua
che poi, all’interno di uno
scambiatore di calore, si surriscalda e si vaporizza. Il vapore
prodotto, quindi, aziona una
normale turbina collegata a un
generatore per la produzione
di energia elettrica.
Non c’è però da aspettarsi
che la ricerca nella pianura bergamasca di serbatoi di energia
termica vada facilmente a buon
fine. Basta dire che, (sempre
secondo il sito web del Ministero dello Sviluppo economico)
in Lombardia risulta che fino
ad ora sono stati scavati solo
due pozzi geotermici: si trovano entrambi nel Milanese, sono stati chiamati «Metanopoli
001» e «Metanopoli 002» e la
loro realizzazione risale rispettivamente al lontano 1979 e
1981.
Se comunque, alla fine, la
sua istanza sarà autorizzata, la
Bl Geothermal avrà a disposizione un ampio arco di tempo
per rendere fruttuosa la sua ricerca. Infatti, secondo la legge
in materia, la durata massima
di questo tipo di permessi è di
quattro anni, prorogabili poi di
due.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
A Caravaggio scoperta una fonte da 160°
Pronto un investimento da 30 milioni
A Caravaggio esistono
già due pozzi che, a sud e a nord
della via Fornovo, hanno permesso la scoperta di un serbatoio geotermico di rocce calcaree utile alla produzione di
energia elettrica. Almeno ne è
convinta la società di Firenze
IdroGeo service srl che ha proposto in via preliminare al Comune un progetto che prevede
l’installazione sul suo territorio, in zona cimitero, di una centrale geotermica. Progetto che
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va ancora preso in esame dall’amministrazione comunale. I
due pozzi in questione, denominati «San Bartolomeo», sono
stati scavati fra il 1980 e il 1982
dall’Agip per la ricerca di idrocarburi (sono profondi rispettivamente 7,1 e 6,1 chilometri).
Questa ricerca non è andata a
buon fine. In compenso lo scavo ha permesso la scoperta di
un serbatoio geotermico di rocce calcaree con temperature
misurate a fondo pozzo dell’or-
dine di 160 gradi. Quando il calore della terra supera, come
nel caso di Caravaggio, i 160 gradi, si tratta di una risorsa geotermica «ad alta entalpia», che
può essere utilizzata per la produzione di energia elettrica con
la costruzione di una centrale
geotermica. Il progetto, dell’investimento di 30 milioni di euro, presentato dalla IdroGeo
service, prevede anche importanti servizi alla città di Caravaggio: secondo l’azienda fio-
rentina, il calore non utilizzato
dalla centrale per la produzione
di energia, potrebbe servire per
la realizzazione di serre agricole riscaldate; per la costruzione
di un centro benessere con piscine ad acqua calda, fino all’installazione di un impianto di teleriscaldamento cittadino e di
edifici pubblici con notevole risparmi economici per tutti i caravaggini (calcolati in circa 500
euro all’anno a famiglia).
Pa. Po.
L’area tra Fornovo e Caravaggio individuata per la centrale geotermica
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