Gadaldi - Corso AS Disturbi Depressivi 2 - 25.10.2012

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Idee di morte e suicidio
Sono spesso difficili da esprimere per il paziente, dato
l’imbarazzo che gli creano e le difficoltà dell’eloquio.
Sentimenti di colpa, di isolamento, rabbia, disperazione, la
sensazione di perdita di controllo sui sentimenti e sui
pensieri, la convinzione che l’attuale stato emotivo sia senza
fine, rappresentano il contesto più favorevole per la
manifestazione e il rafforzamento delle tematiche suicidarie.
Durante l’esame del malato vanno esplicitamente indagate,
ponendo domande dirette, che permettano al paziente di
poter parlare con qualcuno di queste idee.
25 Ottobre 2012
Corso AS Provincia- Gadaldi
Deliri e allucinazioni
Si tende attualmente a ritenere che i disturbi del
pensiero e delle percezioni non siano affatto specifici
della schizofrenia. Deliri sono presenti dal 12% al 66%
degli episodi depressivi bipolari, mentre le allucinazioni
sono meno frequenti anche se non rare.
25 Ottobre 2012
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I deliri variano ampiamente nella gravità, fissità, contenuto
ed effetto sul comportamento. Caratteristiche specifiche
delle idee deliranti malinconiche sono, secondo alcuni Autori
(Seglas, Ey) la tonalità affettiva penosa, la monotonia,
la povertà ideica, la passività, la tendenza centrifuga (verso
i familiari e l’ambiente), il riferimento al passato (rammarichi,
rimorsi) o al futuro (ansietà, timore), con sfasamento rispetto
agli avvenimenti contemporanei.
25 Ottobre 2012
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Schneider [1967], a questo proposito, così si esprime nella
scelta del tema delirante nella depressione ciclotimica:
«Notoriamente stanno in primo piano il delirio di colpa, quello
ipocondriaco e quello di impoverimento. Ciò non avviene a
caso. Questi modi deliranti non sono da considerarsi come
“sintomi” diretti della psicosi; si tratta, invece, di angosce
primordiali dell’uomo, già date come premessa, che dalla
depressione vengono solo scoperte, ma non prodotte
positivamente ex novo. L’angoscia per l’anima, quella per il
corpo, quella per i bisogni della vita sono le angosce
dell’uomo».
25 Ottobre 2012
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Modernamente (DSM-IV) si tende ad accettare che, oltre a
questi temi deliranti congrui con il tono dell’umore, possano
essere presenti nei quadri depressivi gravi, anche deliri
incongrui (persecutori, di riferimento), insieme ad altre
manifestazioni psicotiche.
Tutto ciò appare in sintonia con la visione attuale, a cui è
stato fatto precedentemente cenno, che il delirio nella
depressione non sia necessariamente secondario in modo
totale alla componente affettiva, ma che possa presupporsi
una certa indipendenza patogenetica tra le componenti
nucleari della sindrome depressiva.
25 Ottobre 2012
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Nel delirio lo stato di certezza del paziente riguardo alle
sue convinzioni di pessimismo, di sfiducia, di rovina si fa
così pregnante da restare inaccessibile ad ogni critica e ad
ogni esame di realtà. Nessun elemento, per quanto
oggettivamente dimostrativo, vale a smuovere l’ideazione del
paziente tanto essa è profondamente radicata. I contenuti del
delirio depressivo riguardano dei temi di autodenigrazione e
svalutazione, che riferiti al passato prendono la forma di deliri
di colpa, al presente la forma di deliri di indegnità, di
negazione, di ipocondria; riportati al futuro i temi sono
quelli della rovina e della dannazione.
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Il termine “ipocondria” necessita di un breve chiarimento:
si parla di ipocondria maior quando il paziente è
fermamente convinto di essere affetto da una malattia,
usualmente una malattia grave e incurabile; la convinzione
del soggetto è assoluta, e niente vale a smuoverla: il paziente
è certo dell’esistenza della malattia: è questo il tema
dei deliri ipocondriaci depressivi.
Ipocondria minor è il timore di poter aver contratto una
malattia, per cui l’individuo si sottopone a una serie di visite e
accertamenti che valgano a fugare, di solito transitoriamente, le
proprie ansie. Questo tipo di ipocondria si può trovare in alcuni
quadri minori di depressione, ma è estremamente caratteristica
delle condizioni “nevrotiche”.
25 Ottobre 2012
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Il delirio ipocondriaco può avere gravi conseguenze, se
misconosciuto o trascurato: il depresso è assolutamente
persuaso che la sua vita è condannata e che il futuro gli
riserva solo le ultime sofferenze prima della morte. Il malato
quindi può decidere di sfuggire tali ultime sofferenze
togliendosi la vita. Il rischio di suicidio, abbastanza elevato
per tutte le depressioni gravi, è particolarmente attuale nei
casi con delirio di malattia.
Purtroppo in certi casi il suicidio non è l’eventualità più
tragica: esso può accompagnarsi all’omicidi dei propri cari,
accomunati, nel delirio del paziente, dalla stessa triste sorte di
rovina e di sofferenza.
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il delirio nichilista, o sindrome
di Cotard.
In questa forma la negazione è assoluta, totale e può concernere il corpo
(“non ho lo stomaco”, “i miei organi sono diventati di pietra”), lo spirito
(“sono senza anima”), i beni materiali (“non ho abiti”, “non ho casa”,
“non ho cibo”), o addirittura l’intera persona (“non ho nome”, “non ho
passato”, “non ho età”). La sensazione di vuoto assoluto può essere tale
da arrivare alla negazione delirante della propria persona (“non esisto”).
La sua nullità e così universale e inaudita che le leggi naturali non hanno
più potere su di lui: la paura più terribile è quella di non poter morire, di
dover trascinare il proprio destino per l’eternità. Il nichilismo può
raggiungere addirittura un livello cosmico: il destino del mondo intero è
indissolubilmente legato a quello del malato e verrà trascinato nel
baratro con lui. L’estremo del nichilismo tocca quindi la megalomania
dell’onnipotenza più assoluta.
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I deliri incongrui prendono la forma del riferimento e della
persecuzione. «Spesso la paura prevale sulla tristezza;
compaiono allora aspetti “paranoidi”. I malati temono, ad
esempio, di essere arrestati dalla polizia, di essere messi in
prigione o uccisi, e non di rado la lancetta della colpa
(Scheid) è rivolta verso l’ambiente, in quanto questi malati
ammettono disperatamente di essere colpevoli o depravati
ed implorano clemenza e chiedono di non essere sottoposti
a tante terrificanti punizioni e martiri...» [Weitbrecht,
1970]. Bumke [1929] sottolinea il fatto che «credono che si
voglia prendersi gioco di loro».
25 Ottobre 2012
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Allucinazioni
Le allucinazioni assomigliano maggiormente a quelle delle
psicosi organiche che a quelle schizofreniche. Hanno un
aspetto frammentario e fluttuante, presentandosi in maniera
intermittente e interessando tutti i sensi.
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Kraepelin aveva evidenziato diversi tipi di allucinazioni nella
depressione
– Uditive: «Un’infermiera sentiva “lo stridore dell’inferno”,
altri sentono frasi staccate. “Essa lo mangia già”, “cattiva
donna”, “oh! come essa puzza”. Generalmente queste allucinazioni
non possiedono tanta lucidità sensoriale come nella dementia praecox...
Ad ogni modo il loro contenuto si trova senza eccezione nelle più strette
relazioni con i pensieri e i sentimenti degli ammalati».
– Visive: «Gli infermi vedono facce sulla parete o sul letto,
teste tagliate o vermi nelle vivande...».
– Olfattive: «Notano un’orribile esalazione dal proprio corpo...».
– Gustative: «Un gusto dolciastro o di fradicio nel cibo, come se esso
contenesse carne umana o escrementi “
25 Ottobre 2012
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Segni e sintomi psicomotori
I deficit psicomotori sono all’origine della maggior parte del
decadimento prestazionale (incapacità di lavorare, di
provvedere alle attività di casa, ecc.). Negli anziani la presenza
di questa componente può essere all’origine di comuni errori
diagnostici (demenza). Sintomo pressoché costante e
caratteristico della depressione è l’inibizione: abbiamo già
visto come questa si può presentare come inibizione psichica.
Il versante motorio dell’inibizione è rappresentato dal
rallentamento motorio, sintomo obiettivo e facilmente
evidenziabile dall’esterno.
25 Ottobre 2012
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Ogni attività è ridotta e imprigionata in una fissità che impronta
tutto il comportamento del paziente. Così l’aspetto generale
appare sciatto e dimesso, la cura della persona scarsa, la
gesticolazione è molto ridotta oppure del tutto assente. La facies
del depresso è tipica, con espressività bloccata in una sembianza
di apatia, disinteresse e insieme tristezza. La mimica è irrigidita,
l’occhio spento, l’andatura lenta e strascicata. Il tono della voce
è lento e monotono, la primitiva vivacità del tutto persa. Il
depresso si lamenta di sentirsi apatico, indifferente: iniziare a
fare le cose gli costa una immensa fatica, le membra gli paiono
gravi, l’astenia pervade tutto.
25 Ottobre 2012
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Nelle condizioni estreme il malato resta in una condizione
di stupor assoluto, completamente areattivo rispetto ad
ogni stimolo: non parla, neanche per rispondere alle
sollecitazioni dei suoi cari, non si alimenta, non si alza
neppure per espletare le attività fisiologiche. È questo lo
stato di arresto psicomotorio, condizione gravissima e
pericolosa anche dal punto di vista delle condizioni fisiche
generali.
Contrariamente a quanto finora descritto, in alcune forme
depressive, al posto del rallentamento si riscontra agitazione
(irrequietezza, verbalizzazioni frequenti e compulsive,
contorcimento delle mani, ecc.)
25 Ottobre 2012
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Segni e sintomi somatovegetativi
L’umore depresso è spesso accompagnato da svariati disturbi
fisiologici che richiamano una disfunzione limbico-diencefalica.
Talvolta i sintomi somatici sono in primo piano e tendono a
oscurare i disturbi dell’umore. Si è fatto ricorso in questi casi ai
termini “depressione mascherata”, “depressio sine
depressione”, “equivalenti depressivi”, che oggi tendono ad
essere abbandonati e che già in passato erano stati oggetto di
autorevoli contestazioni.
25 Ottobre 2012
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Appetito - peso
L’anoressia è uno degli aspetti dell’inerzia generalizzata
metabolica e del tratto digestivo. Possono giocare un ruolo
nel rifiuto del cibo anche il desiderio di lasciarsi andare
incontro alla morte o la convinzione di indegnità. La
perdita di peso, conseguenza del diminuito apporto di
cibo, è un sintomo precoce. Occorre considerare che in
certi casi (depressioni atipiche) si assiste alla presenza di
sintomi di segno opposto, bulimia e ingrassamento.
25 Ottobre 2012
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Sonno
L’insonnia talvolta precede ogni altro sintomo psicologico,
e il ripristino del sonno può rappresentare il primo
segno di miglioramento. È uno dei sintomi più frequenti
della sindrome depressiva. Nella sua forma più tipica
l’insonnia depressiva è caratterizzata da una sua specifica
peculiarità: il malato, infatti, avverte sonno abbastanza
presto e riesce ad addormentarsi con facilità. Dopo poche
ore di sonno, peraltro non riposante, egli si sveglia nel pieno
della notte, stanco, abbattuto, angosciato e per quanti sforzi
egli faccia non riesce più a riprendere sonno. Il sonno è
frequentemente turbato da sogni orribili.
25 Ottobre 2012
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Anche i disturbi del sonno, come i precedenti, possono
variare in senso opposto (ipersonnia, difficoltà
dell’addormentamento) nelle depressioni atipiche.
25 Ottobre 2012
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Sfera sessuale
Nelle donne si può avere diminuzione o arresto dei flussi
mestruali. Molto frequentemente si ha, nei due sessi, completo
disinteresse per ogni attività sessuale, non solo in termini di
rapporti agiti, ma anche come fantasie, stimoli o desideri.
Specie nel paziente maschio, che spesso presenta disturbi
nell’erezione, questa diminuzione di desiderio è avvertita come
segno molto negativo, evidenziatore di un declino fisico, di
invecchiamento o conferma ulteriore delle sensazioni di
inadeguatezza e incapacità.
Sfera sessuale e farmaci.
25 Ottobre 2012
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Classificazione
dei disturbi del tono dell’umoreI disturbi del tono dell’umore comprendono
un gruppo di disturbi che vedono
nell’alterazione del tono dell’umore, sia in
senso depressivo che elativo(mania,
ipomania) il loro elemento caratterizzante.
Il DSM IV-TR parla di “Disturbi dell’umore”
l’ICDX parla di “Sindromi Affettive”
25 Ottobre 2012
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Dati Epidemiologici
La prevalenza nel corso della vita dei Disturbi
dell’Umore varia dal 2% al 25 %.
Per il Disturbo Bipolare tra l’1 e il 6,5%
Per il Disturbo Depressivo maggiore tra il 2,6 e il 5,5%
nei maschi e tra il 6 e l’ 11,8% nelle femmine.
Nel 10-15% dei casi si verifica il suicidio.
Inoltre:
La Depressione si osserva nel 2-6% degli anziani, nel
30% degli adolescenti e nel 10% delle puerpere
(depressione post partum)
25 Ottobre 2012
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Eziologia
Gli approcci psicodinamici più attuali riconoscono
che i disturbi affettivi sono fortemente influenzati
da fattori genetici e biologici.
I fattori genetici entrerebbero in gioco soprattutto
nel determinare la maggior
vulnerabilità dei
soggetti depressi agli eventi stressanti della vita.
Esperienze precoci di abuso, trascuratezza o
abbandono possano determinare una sensibilità
neurobiologica, che predispone gli individui a
rispondere, in età adulta, a fattori stressanti con lo
sviluppo di una depressione maggiore.
25 Ottobre 2012
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I traumi infantili, che appaiono rilevanti in un numero
significativo di adulti affetti da depressione, possono
determinare delle alterazioni biologiche permanenti.
Ad esempio in donne depresse con storia di abusi
infantili è stato riscontrato un volume medio
dell’ippocampo sinistro inferiore di circa il 15% rispetto
ai soggetti sani.
Un substrato genetico potrebbe quindi determinare una
riduzione dei livelli di monoamine nelle sinapsi o un
aumento della reattività allo stress dell’asse ipotalamoipofisi-surrene, così come esperienze di abusi e
trascuratezza infantili potrebbero abbassare la soglia di
riposta agli eventi stressanti aumentando la reattività
dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene.
25 Ottobre 2012
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La depressione costituisce una delle più comuni
cause di consultazione medica: la diagnosi di
depressione risulta al quarto posto nella classifica
delle diagnosi dopo l’ipertensione, il diabete e le
bronchiti.
I costi della depressione sono quindi elevatissimi
per la società se consideriamo sia i costi diretti per
la cura(farmaci, giornate di degenza, spese
mediche) sia quelli indiretti determinati dalla
diminuita produttività lavorativa.
25 Ottobre 2012
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La maggior parte delle persone che soffrono di
disturbi depressivi non ricerca un trattamento: si
ritiene che meno di un terzo giunga
all’osservazione del medico.
L’OMS ritiene che la diagnosi di depressione viene
correttamente formulata solo nel 40% dei casi e
che solo la metà dei pazienti diagnosticati riceve
una cura adeguata
25 Ottobre 2012
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ICDX: Disturbi AffettiviF30 – F39
Episodio maniacale (F30) *
Sindrome affettiva bipolare (F31) *
Episodio depressivo(F32)
Sindrome depressiva ricorrente (F33)
Sindromi affettive persistenti (F34)
Altre sindromi affettive (F38)
Sindrome affettiva non specificata (F39)
25 Ottobre 2012
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Ogni categoria ha sottocategorie ad
esempio per la “sindrome depressiva
ricorrente”:
F33.0 Sindrome depressiva ricorrente, episodio
attuale lieve
F33.1 Sindrome depressiva ricorrente, episodio
attuale di media gravità
F33.2 Sindrome depressiva ricorrente, episodio
attuale grave senza sintomi psicotici
F33.3 Sindrome depressiva ricorrente, episodio
attuale grave con sintomi psicotici
F33.4 Sindrome depressiva ricorrente, attualmente
in remissione
F33.8 Sindromi depressive ricorrenti di altro tipo
F33.9 Sindrome depressiva ricorrente non
specificato
25 Ottobre 2012
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E questo il DSM IV - TR
o 
o 
o 
o 
o 
o 
o 
Depressione maggiore (“unipolare”) (durante un periodo di
almeno 2 settimane si ha deflessione del tono dell’umore o
perdita di interesse e piacere, unitamente ad almeno altri 4
sintomi depressivi).
Disturbo distimico (per almeno 2 anni umore depresso)
Disturbi bipolari: Disturbo bipolare I (uno o più Episodi
maniacali o misti accompagnati da Episodi depressivi
maggiori) e Disturbo bipolare II (uno o più Episodi depressivi
maggiori accompagnati da almeno un Episodio ipomaniacale).
Disturbo ciclotimico (per almeno 2 anni numerosi episodi con
sintomi maniacali e di numerosi periodi di sintomi depressivi.
Entrambi non soddisfano i criteri per Episodi maniacali o
depressivi)
Disturbo dell’umore dovuto a una condizione medica generale
Disturbo dell’umore indotto da sostanze
Disturbo dell’umore non altrimenti specificato.
25 Ottobre 2012
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Altre cose ve le posso raccontare…
Grazie
per la vostra
attenzione !
25 Ottobre 2012
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