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LA TEORIA DEL CAMPO E L’ECOLOGIA PSICOLOGICA DI LEWIN ( a cura di MF )
• Il concetto di relazione tra oggetto e ambiente diventa il punto di forza della teoria di Lewin, che vede
nella teoria del campo (field theorie) la costruzione di un modello psicosociale fortemente basato sul
concetto di relazione e sull’importanza dei fattori situazionali.
• A proposito delle ricerche di Galileo sulla caduta dei gravi Lewin afferma: “Viene definita la
pendenza del piano inclinato, e cioè il rapporto altezza-lunghezza; viene completato l’elenco delle
situazioni implicate (caduta libera, movimento lungo un piano inclinato e movimento orizzontale) e
queste vengono classificate mediante una variazione della inclinazione. La dipendenza delle
caratteristiche essenziali del fenomeno (per esempio, della sua velocità) dalle proprietà essenziali della
situazione (la pendenza del piano) diviene il punto
concettualmente e metodologicamente più importante".
• Questa concezione della dinamica non deve essere intesa nel senso che la natura dell’oggetto diviene
senza importanza. Le proprietà e la struttura dell’oggetto che viene considerato restano importanti
anche per la teoria galileiana della dinamica.
• La situazione ambientale assume un’importanza pari a quella dell’oggetto. I vettori che determinano
la dinamica di un evento vanno definiti anche in funzione della totalità concreta che comprende, nel
contempo, l’oggetto e la situazione.
• Una analisi di questo tipo, ovviamente mutando i termini e gli oggetti, può essere assunta a paradigma
delle teorizzazioni lewiniane, che considerano le situazioni nella loro globalità, e in particolare le
relazioni che collegano i fattori in gioco e che contribuiscono a dare senso a un evento.
• Entra in scena il concetto di campo, elaborato dalla fisica moderna postmeccanicista e utilizzato in
psicologia dalla scuola gestaltista. Questo concetto, sintetizzato in termini molto parziali, consente di
accostare i fenomeni non sulla base delle caratteristiche dei corpi e delle forze ma sul sistema
globalmente considerato che i corpi stessi creano, sulla base delle loro relazioni e della dinamica delle
forze che mettono in gioco.
• Come affermano Einstein e Infeld: “ (…) non sono le cariche né le particelle, ma il campo compreso
nello spazio tra le cariche e le particelle che è essenziale per la descrizione dei fenomeni fisici”
• Dalla scuola della Gestalt vengono a Lewin i primi impulsi per ragionare in termini di totalità, di
organizzazione e di interdipendenza tra tutti gli elementi del campo.
• Il suo scopo è tuttavia quello di estendere la riflessione al contesto globale dell’azione, della
personalità e dell’ambiente, mettendo in gioco non solo istanze percettive ma l’intera vita quotidiana,
vissuta dall’individuo in risposta alle sollecitazioni dell’ambiente,. nell’interezza della vita psichica
e sociale.
• Per Lewin il costrutto di campo non soltanto consiste in uno studio integrato dei fattori cognitivi,
emotivi ed ambientali ma rappresenta una analisi del loro concreto modo di funzionare come sistema di
fattori che trovano la loro definizione e la loro funzione proprio in questo sistema di interdipendenze.
• Alla luce di queste considerazioni il campo si configura come la totalità dei fatti coesistenti nella loro
interdipendenza , fatti che per Lewin si possono distinguere in tre aree e in quanto tale essere oggetto di
interesse per la psicologia:
• Lo “spazio di vita”; ovvero la persona e l’ambiente psicologico così come viene visto da essa. Di
solito, abbiamo presente questo campo quando ci riferiamo ai bisogni, alle motivazioni, agli umori, alle
mete, all’angoscia, agli ideali, ecc.
• Una molteplicità di processi che si svolgono entro il mondo fisico e sociale e che non influiscono lo
spazio di vita dell’individuo, in quel dato momento.
• Una “zona di confine” dello spazio di vita: certe parti del mondo fisico o sociale influiscono sullo
stato dello spazio di vita a quel momento. Il processo percettivo, ad esempio, è intimamente connesso
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con questa zona di confine poiché ciò che viene percepito è in parte determinato dagli “stimoli” fisici;
ovvero, da quella parte del mondo fisico che colpisce gli organi di senso in quel dato momento.
• Da queste considerazioni si evince l’esistenza di tre ordini di eventi.
• Il primo corrisponde al mondo personale, basato su percezioni, conoscenze, emozioni: costituisce
propriamente lo spazio di vita (lifespace), vale a dire quel campo di forze che interagiscono e che
comprendono ogni aspetto dell’ambiente, compresi i valori e i significati che il soggetto attribuisce
loro, le motivazioni, i bisogni e ogni componente psicologica che interviene a influenzare l’azione del
soggetto. Lewin propone una formula secondo cui Lsp (life space) = f(P,A) da cui C = f (Lsp) per cui C
= f(P,A). Il comportamento, quindi, dipende dallo spazio di vita che è visto come funzione sia di
elementi personali che ambientali; si tratta di eventi interni al soggetto, in cui il mondo ambientale
(oggetti, persone, luoghi, informazioni) esiste in quanto il soggetto lo conosce e lo fa proprio.
• Il secondo ordine di eventi è costituito da quei fatti che si situano in una zona di frontiera tra lo spazio
di vita e l’ambiente esterno, che sono in continuo interscambio tra loro. La zona di frontiera rappresenta
un elemento essenziale in quanto è il fulcro dei cambiamenti e delle modificazioni che si verificano nel
campo.
• Il terzo ordine di eventi, infine, comprende quei fatti che possono essere presenti ma non entrano nel
campo in quanto il mondo psicologico del soggetto non li percepisce e conosce e, quindi, non
interagiscono con gli altri eventi presenti in quel momento.
• Queste componenti sia interne al soggetto che provenienti dall’ambiente sono caratterizzate da
interdipendenza e interrelazione.
• “… il mondo delle aspirazioni, dei progetti, dei desideri, dei giudizi, dell’elaborazione cognitiva
interna e così via non è un nodo generico “personale” determinato una volta per tutte studiando la
persona, ma si specifica nell’ambiente di singole situazioni nella misura in cui si collega strettamente
con il mondo ambientale che è costituito di oggetti ma anche di valori, di norme, di ordini, di fatti
“personali” di altre persone e così via. In altri termini è il concetto di interdipendenza che è essenziale:
questo significa che le proprietà di ogni fatto derivano dalle relazioni con tutti gli altri fatti presenti e in
base a questo sistema di interrelazioni ogni fatto trova la sua spiegazione e la sua funzione nel
concorrere alla dinamica del sistema" (Amerio)
• Anche se il campo psicologico sembra coincidere con lo spazio di vita e quindi con una forte
prevalenza delle componenti personali, va considerato che Lewin con il tempo è andato sempre più
privilegiando i fattori di natura sociale e ambientali rispetto ai fattori interni
all’individuo.
• Con interventi di ricerca di ecologia psicologica è andato gradualmente verso uno studio
dell’individuo allargando sempre più il raggio di osservazione verso determinanti sociali quali
l’appartenenza di gruppo, i valori, le ideologie.
• Anche per quanto riguarda le caratteristiche fisiche dell’ambiente Lewin ne sottolinea l’importanza
ma tiene a sottolineare un punto estremamente qualificante: esse devono comparire non puramente
come dati fisico-oggettivi ma essere presenti nel campo psicologico, vale a dire essere percepiti e
conosciuti dal soggetto.
• “L’originalità della posizione lewiniana all’interno della psicologia si può dire risulti proprio da tale
parallela capacità di affermare da un lato il primato della realtà percepita-conosciuta – cioè di quello
che egli definisce l’ “ambiente psicologico” – rispetto all’ambiente fisico/oggettivo, e dall’altro nel
riuscire a mantenere per l’ambiente e le sue caratteristiche (fisiche e sociali) pari interesse e attenzione”
• Proprio attraverso le ricerche di ecologia psicologica, che Lewin applica ai problemi del mutamento e
della sua programmazione, il mondo fisico e sociale acquista tutto il suo peso: le informazione e i dati
di natura non psicologica acquistano un preciso valore per comprendere i fenomeni psicologici
considerati.
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• Il rapporto tra fattori psicologici e non è un problema concettuale e metodologico fondamentale in
tutte le branche della psicologia, dalla psicologia della percezione alla psicologia dei gruppi.
• Qualsiasi tipo di vita di gruppo si verifica entro un contesto che pone certi limiti a ciò che è possibile
e impossibile, a ciò che potrebbe o non potrebbe accadere.
• I fattori non psicologici del clima, delle comunicazioni, delle leggi del paese in questione o
dell’organizzazione sono spesso parte di queste “limitazioni esterne”.
• La prima analisi di campo viene compiuta dal punto di vista della “ecologia psicologica”: lo
psicologo esamina i dati non psicologici per scoprire il significato di questi dati nella determinazione
delle condizioni-limite della vita dell’individuo o del gruppo.
• Solo dopo che questi dati siano noti, la ricerca psicologica può procedere all’indagine dei fattori che
determinano le azioni del gruppo o dell’individuo in quelle situazioni che si sono rivelate importanti”
• Lewin, in ultima istanza, afferma l’importanza delle caratteristiche non psicologiche (fisiche e sociali)
dell’ambiente e le ritiene componenti essenziali nei processi psicologici, anche se tiene a sottolineare
l’importanza che questi elementi siano presenti nel campo psicologico, in quanto percepiti e
cognitivamente elaborati.
• Da un lato, quindi, riconosce la centralità dell’ambiente psicologico, dall’altra, però, pone l’accento
sull’incidenza dell’ambiente nelle sue componenti fisico-sociali, che proprio attraverso l’ecologia
psicologica può rivestire un ruolo cardine nello stesso configurarsi dell’ambiente psicologico.
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