10/12/2013 di M.L.Duso

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Spettacoli 51
IL GIORNALE DI VICENZA
Martedì 10 Dicembre 2013
Sagittario
Capricorno
Acquario
Pesci
23 novembre/21 dicembre
22 dicembre/20 gennaio
21 gennaio/19 febbraio
20 febbraio/20 marzo
Non assumete un
atteggiamento troppo
critico in amore questo
mese.
Il Sole vi ridarà l'energia
necessaria per vivere le
vostre giornate come
desiderate.
Un lieve calo di energie si
prospetta nella parte
centrale del mese.
Venere vi aiuta senz'altro a
recuperare voglia e carica
per affrontare le giornate.
Numeri
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di MARIA LUISA DUSO
LELLOARENA
Dueoredi risate
fraveramiseria
efinta nobiltà
D
OggiaThiene
ue ore di risate
assicurate. Lo
promette Lello
Arena, che sarà
Pasquale in “Miseria e
nobiltà”in scena oggi
(repliche domani e giovedì)
alle 20.45, al Comunale.
Ancora la grande tradizione
napoletana nella stagione di
prosa thienese, promossa da
assessorato alla cultura e
Arteven. Se però il dialetto
stretto di “Viviani Varietà”
non è stato compreso da tutti,
il Teatro stabile di Calabria e il
Teatro Quirino Vittorio
Gassman hanno preferito
tradurre in italiano il testo di
Eduardo Scarpetta.
Non sembra proprio casuale il
fatto di aver proposto un testo
Lanostraè
unamacchinada
guerra:dopo100
replicheparliamo
ancoradigrande
affermazione
Facciamo
divertire,eda
Scarpettaancora
impariamo,masi
parladiproblemi
veri,concreti...
come “Miseria e nobiltà” in
questo particolare momento
storico-economico...
Arrivavamo dal grandissimo
successo di un allestimento di
due anni fa. “Lo scarfalietto”
ha avuto un esito clamoroso
di pubblico e critica. Visto che
l’appetito vien mangiando, si
è pensato subito a un altro
Scarpetta e la scelta è caduta
su “Miseria e nobiltà”.
Abbiamo da poco festeggiato
la centesima replica e
possiamo parlare ancora di
una straordinaria
affermazione.
Ma è più miseria o nobiltà?
Il meccanismo insito nella
commedia è un meccanismo
terribile. Nella nostra farsa
abbiamo pensato di dare
grande spazio alla comicità,
per far divertire. Ma stiamo
parlando anche di uno dei
grandi problemi che hanno
afflitto la Campania, e non
solo. Io penso che se invece
del marchesino che va ad
offrire cibo e vestiti alla
famiglia povera arrivasse il
solito camorrista, il
meccanismo non
cambierebbe. Purtroppo la
miseria è una delle tragedie
che tolgono dignità all’essere
umano e lo portano a fare
cose che non avrebbe mai
pensato di poter fare.
Un retrogusto amaro dietro le
risate?
La nostra è una macchina da
guerra che non fa prigionieri
fra il pubblico, anzi, ci
LATRAMA
divertimento
assicurato
Siamonella Napoli all'iniziodel
secoloscorso,due famiglie
vivono sotto lostessotetto in
LelloArena,a destra,nei pannidi Pasqualein “Miseriae nobiltà”, spettacolodaquestasera e pertre giorni consecutivial Comunaledi Thiene
unacasapovera, spesso
saltandoanchei pasti datele
troviamo con gente che si
assolutamente il lieto fine:
loro condizionieconomiche.I
lamenta di avere un dolore
anche quando si viene
duerispettivi capofamiglia,
alla faccia perchè da tempo
smascherati, c’è compassione
Felicee Pasquale, siarrangiano non rideva per due ore di fila.
per chi è costretto a vivere un
comepossono:il primo
Se il teatro ha una funzione
imbroglio così. Poi tutti si
facendo lo
sociale, non
sposano, i figli ritrovano le
scrivano, un
deve perdere mamme, le coppie si
mestiereormai
di vista
ricompongono, tutti
superato,data la
l’obiettivo di
mangiano e bevono.
crescente
prendersi
alfabetizzazione,
cura del
Lei ha da poco compiuto 60
l’altro,il fotografo
proprio
anni, una tappa cheinvita a
conscarso
pubblico.
fare bilanci...
successo. Un
La mia vita avventurosa mi ha
giornoperò la
Cosa
portato a fare sempre
fortunasembra
impariamo
valutazioni alla giornata. Mi
finalmenteaverli
da
rendo disponibile al progetto,
baciati,poiché si
Scarpetta?
che ormai dopo tanti anni è
Miseriae nobiltà:aThiene
presentaun
Che se in
un progetto d’arte, ma sono
marchesino,
questo
anche pronto a variazione,
Ottavio;il qualechiede la loro
periodo ci hanno obbligato a
perchè ho capito che non vale
collaborazionepoiché vuole
frequentare una nobiltà che
la pena pianificare.
sposarelafiglia ballerinadiun
non esisteva, costringendoci a
raccontare e, quando ci sono
Mi viene in mente una
cuocoarricchito, senza però
cose inenarrabili, c’è anche
Che effetto fa, per un attore,
persone che hanno voglia di
famosa frase di Gandhi:
ottenereil consensodei suoi
miseria dignitore, onesta,
arrivare a Thiene, la piazza che farsele raccontare, il miracolo “Siate protagonisti del
genitori.Pertanto, alle povere
capace di ribadire la nobiltà
da anni ha il maggior numero
avviene.
cambiamento che volete”.
famiglie, donandoglidegli abiti
degli esseri umani e ribaltare
di spettatori in Italia?
Oggi servono entusiasmo e la
nobili,chiede difarfintadi
certa nobiltà da quattro soldi. Il teatro è una cosa semplice e Che cosa può suggerire a chi, in volontà di essere protagonisti.
esseresuoi parenti.Diqui inizia
si fa in maniera molto
questo tempo, invoca il
Stare seduti ad aspettare che
un’avventuradalla comicità
Quindi un lieto fine?
semplice: arrivano persone
cambiamento, ma è ormai
altri cambino il mondo non è
irresistibile....
Scarpetta vuole
che hanno storia da
rassegnato?
cosa da fare.
TEATRO. Al Kitchen un appuntamentoche sulla cartaera ammantatodi un fascino cultconun azzardobrechtiano
Lacittà delviziolascia vivisei esemplari
Unfottutorequiemper Mahagonny:perplessità
Filippo Bordignon
VICENZA
Le notizie sullo spettacolo in
cartellone al Kitchen, lasciavano presagire un appuntamento ammantato di un fascino
‘cult’. Sulla carta, ‘Ashes of Hell-Un fottuto requiem per
Mahagonny’ ha voluto azzardare una continuazione dell’opera musical-teatrale ‘Ascesa
Lacontinuazione
di“Ascesae
caduta...” in
“AshesofHell”si
esaurisce
nellavaghezza
e caduta della città di Mahagonny’, firmata nel 1929 da
Bertolt Brecht in coppia col
compositore Kurt Weill.
L’operazione ha richiesto ai
suoi ideatori - Officine Teatrali ilinx - una gestazione di oltre
un anno e mezzo nel quale si è
lavorato per metabolizzare la
storia originale con il gruppo
di teatro del terzo anno di corso.
In un secondo momento si sono tenuti una serie di seminari fra Inzago, Como e Trento,
da maggio a settembre 2011, rivolti ad attori professionisti:
durante questi incontri sono
state individuate le persone
da coinvolgere nella recita, circoscrivendo la rosa degli attori a sei unità, due delle quali
provenienti dal nucleo storico
dell’Associazione ilinx.
Come sequel, ‘Ashes of hell’,
attacca dalla distruzione dell’immaginaria città del vizio di
Mahagonny, con i protagonisti intenti a correre in preda alla disperazione per un palco illuminato da una tetra luce azzurrognola; la prima parte dei
cinquanta minuti di spettacolo descrive l’incendio attraverso le voci dei sopravvissuti.
Dalla penna di Nicola Castelli - responsabile della traduzione drammaturgica - fuoriescono le figure di un impiegato dedito al sadomasochismo, un’aspirante sposa, un prete corrotto, una giovane psicotica,
un’organizzatrice di eventi e
una donna dai tratti caratteriali indefiniti, che fungerà da
trait d’union tra il corpo cen-
trale dell’opera e la sua conclusione.
L’attesa dei soccorritori diventa il pretesto per analizzare le miserie del gruppo; vanità, grettezza, egocentrismo e
disillusione sono i tratti caratteristici di una fauna insospettabile, sicché la prospettiva
della rinascita di una comunità civile, a queste condizioni,
risulta via via più improbabile
nel trascorrere della rappresentazione.
Proseguendo la critica sociale brechtiana, ‘Ashes of hell’ elimina ogni residuo di compassione rivelando la natura umana in tutta la sua spietatezza.
Si tratta, ovviamente, di un’operazione stilizzata, quasi
espressionistica. Il collasso descritto mediante la recitazione e il canto dai protagonisti
rinuncia a un approccio narrativo perciò, più che una storia,
lo spettatore si trova davanti
l’esposizione di una serie
d’individualità grottesche, nelle quali non riesce a calarsi o
manifestare simpatia.
Il terrore desertico evocato
nel mezzo di un palco disadorno ha un retrogusto ‘splatter’
pur rinunciando a una sola
goccia di sangue: in scena, la
violenza tracima da ogni
sguardo, da ogni rigidità delle
braccia contro il corpo, in ogni
parola che presagisce un vizio
capitale.
È un esercizio pericoloso da
gestire, questo ‘Ashes of Hell’,
che si esaurisce nella vaghezza
di una scrittura non completamente a fuoco. Il finale non riscatta e non condanna, ma accade fisiologicamente senza
che gli spettatori intendano
cosa sia successo per davvero. •
© RIPRODUZIONERISERVATA
Cinquedeiseiattorisuperstitiin “Ashes ofHell”al Kitchen. COLORFOTO
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