Slide relative alla seconda lezione

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Teoria della comunicazione
Anno Accademico 2012-2013
Lezione n. 2
Attenzione per la CNV
↓
SOCIOLOGIA:
• M. Weber;
• Interazionismo simbolico (Blumer);
• Etnometodologia (Garfinkel);
• Approccio drammaturgico (Goffman).
Interazionismo simbolico
↓
• Nasce e si sviluppa, a partire dagli anni Trenta,
negli Stati Uniti.
• Autore di riferimento: Herbert Blumer (“seconda
scuola di Chicago”),
• che conia il termine “interazionismo simbolico”
(Blumer 1969) ispirandosi all’opera di
• G. H. Mead (1863-1931).
Interazionismo simbolico
1) Gli esseri umani agiscono nei confronti delle
“cose” (le “cose” comprendono tutto ciò di cui
l’essere umano può fare esperienza) in base ai
significati che le “cose” hanno per loro.
Stimolo ← interpretazione → risposta
Interazionismo simbolico
↓
2) I significati nascono dall’interazione.
3) I significati sono elaborati e trasformati in
un processo interpretativo.
Attenzione per la CNV
↓
SOCIOLOGIA:
• M. Weber;
• Interazionismo simbolico (Blumer);
• Etnometodologia (Garfinkel);
• Approccio drammaturgico (Goffman).
Etnometodologia
• Indirizzo sociologico statunitense
• degli anni Sessanta.
• Autore di riferimento: Harold Garfinkel (allievo di
T. Parsons).
Etnometodologia = «approccio allo studio del sociale che
si sofferma sulle interazioni della vita quotidiana
sottoponendo a riflessione ciò che viene dato per
scontato. Il principale esponente di questo approccio è
…» (WS1, glossario, p. 143).
Etnometodologia
↓
Studio dei metodi (pratiche)
adottati da un gruppo nella vita quotidiana
Etno → gruppo
Metod. → metodi nel senso di pratiche
Etnometodologia
↓
• si sofferma sulle interazioni della vita quotidiana;
• studiando le regole di base che disciplinano i
rapporti quotidiani tra le persone;
• cercando di cogliere gli aspetti dell’interazione
che sono dati per scontati.
Es.: esperimento del pensionante (Garfinkel)
Esperimento del pensionante
Garfinkel chiese ai suoi studenti di comportarsi
nelle loro case come pensionanti, ovvero di
essere compiti e formali come estranei.
Reazioni:
Che cosa succede?
Non stai bene?
Stai diventando matto?
Esperimento del pensionante
Esempio:
«Uno studente mise in estremo imbarazzo sua
madre di fronte alle amiche chiedendole se
poteva aprire il frigorifero per fare uno spuntino:
“Se puoi fare uno spuntino? È una vita che vai
avanti a fare spuntini senza chiedermelo. Si può
sapere cosa ti ha preso?”»
Attenzione per la CNV
↓
SOCIOLOGIA:
• M. Weber;
• Interazionismo simbolico (Blumer);
• Etnometodologia (Garfinkel);
• Approccio drammaturgico (Goffman).
CNV
Goffman (1922 – 1982)
Alcuni lavori di Goffman:
1956 (19592) – La vita quotidiana come
rappresentazione
1961 – Asylums. Le istituzioni totali
1963 – Stigma. L’identità negata
1967 – Il rituale dell’interazione
1981 – Forme del parlare
Asylums. Le istituzioni totali
Esempi di istituzioni totali:
• Ospedali, case di riposo → strutture che ospitano persone
non in grado di provvedere a se stesse.
• Prigioni → strutture che ospitano persone ritenute pericolose.
• Caserme, navi → strutture destinate a svolgere compiti
specifici.
• Monasteri, conventi e altri luoghi di ritiro → strutture
destinate ad ospitare persone che si allontanano
volontariamente dalla società.
Asylums. Le istituzioni totali
Caratteristiche
↓
isolamento
sorveglianza
Nota: spesso l’ingresso nell’istituzione viene sottolineato
con specifici rituali. Emblematica la descrizione di
Goffman relativa al modo in cui i nuovi cadetti sono
introdotti alla vita nell’Accademia Militare.
Asylums. Le istituzioni totali
Prefazione dell’autore:
«Nel 1955-56 feci un anno di lavoro sul campo
nell’ospedale St. Elizabeths, a Washington […].
Lo scopo immediato del mio lavoro nell’ospedale St.
Elizabeths era tentare di apprendere qualcosa sul
mondo sociale dell’internato e su come egli viva
soggettivamente la propria situazione.
Non dormivo nei reparti e la direzione dell’ospedale
conosceva lo scopo della mia presenza».
Nota: osservazione partecipante
Asylums. Le istituzioni totali
Prefazione dell’autore:
«Se si vuole descrivere fedelmente la situazione del
paziente non si può essere obiettivi. (Di questo mi scuso
– entro certi limiti – affermando che lo squilibrio è però
dal giusto piatto della bilancia, poiché quasi tutta la
letteratura professionale sui pazienti mentali è scritta dal
punto di vista dello psichiatra, ed egli è – socialmente
parlando – dall’altra parte)».
Nota: porsi dal punto di vista del paziente
La vita quotidiana come rappresentazione
L’individuo è considerato come attore e
personaggio;
il sé è:
• un’immagine costruita;
• un prodotto della scena;
• un effetto drammaturgico.
La vita quotidiana come rappresentazione
Modello drammaturgico (vita quotidiana =
rappresentazione) → caratteristiche
essenziali:
1.attori + pubblico;
2.ribalta + retroscena.
La cnv contribuisce a creare il
“personaggio”.
Attenzione per la CNV
↓
SOCIOLOGIA:
• M. Weber;
• Interazionismo simbolico (Blumer);
• Etnometodologia (Garfinkel);
• Approccio drammaturgico (Goffman).
Comunicazione
Comunicazione non verbale (CNV)
Esempi:
• espressioni del volto,
• postura,
• gesti e movimenti del corpo,
• abbigliamento, etc.
Comunicazione verbale (parola, linguaggio)
Comunicazione verbale
↓
• presuppone una struttura neurologica e
anatomica complessa,
• ovvero uno sviluppo biologico-funzionale della
specie umana,
• con implicazioni sulla
↓
Organizzazione sociale
Storia dell’umanità
pietra, bronzo, ferro (oggetti, utensili)
Storia delle forme del comunicare:
1.
2.
3.
4.
5.
6.
segni e segnali;
parola;
scrittura;
stampa;
sistema dei mass-media;
rivoluzione digitale.
Forme della comunicazione
•
•
•
•
•
•
↓
Organizzazione sociale
Es.: età dei segni e dei segnali:
semplificazione dei contenuti;
tempi lunghi di trasmissione;
tempi lunghi di ricezione;
difficoltà di memorizzazione;
difficoltà di elaborazione del messaggio;
difficoltà di conservazione delle informazioni.
Forme della comunicazione
↓
Organizzazione sociale
Parola = elemento strategico:
• elaborare concetti;
• trasmettere conoscenze (coltivazione dei
terreni, conservazione dei cibi,…)
Oralità
Qual è l’importanza dell’oralità nella nostra cultura
multimediale?
Testo di riferimento: R. K. Merton, On the Oral
Transmission of Knowledge (1980)
↓
Scheda su R. K.Merton (1910-2003)
(WS1, pp. 20-21)
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