Proposta Viaggio di Nozze Rwanda - Tanzania

Proposta
Viaggio di Nozze
Rwanda - Tanzania - Zanzibar
Malpensa - Doha
Doha - Kigali
Kigali - Nairobi
Nairobi - Kilimangiaro
Dar el Salam - Doha
Doha - Malpensa
IL PROGRAMMA DI VIAGGIO
15 GIUGNO - MILANO MALPENSA / DOHA / KIGALI
Partenza con voli di linea in classe economica come da
dettaglio. Pasti e pernottamento a bordo.
16 GIUGNO - KIGALI
Arrivo a Doha e partenza con volo in coincidenza per Kigali.
Arrivo in aeroporto e disbrigo delle formalità d'ingresso.
Trasferimento in albergo in auto privata con autista con
guida locale parlante inglese. Pernottamento a l'Hotel des
Milles Collines.
17 GIUGNO - KIGALI / VOULCANOES NATIONAL PARK
Prima colazione. mattinata dedicata alla visita della capitale
del Rwanda situata proprio nel cuore del Paese. Non è solo
la capitale amministrativa ma anche una città in rapida
espansione, molto verde,e probabilmente tra le cittadine
IL PROGRAMMA DI VIAGGIO
più ordinate e pulite del continente africano.
Nel pomeriggio trasferimento verso Masanze per
raggiungere in serata (dopo circa due ore e mezza
d'auto) il Mountian Gorilla View Lodge situato sulle
pendici del Mount Sabyinyo, parte della catena dei
Vulcani Virunga, a circa un chilometro dall'ingresso del
parco nazionale. Cena e pernottamento al lodge.
18 GIUGNO - VOULCANOES NATIONAL PARK / KIGALI
Prima colazione. In circa 15 minuti d'auto si arriva
all'ingresso del Parco Nazionale da dove inizia la
splendida avventura del tracking agli ultimi gorilla di
montagna che abitano all'interno della foresta pluviale
tropicale che ricopre le pendici dei Vulvani Virunga.
E' qui che la famosa primatologa americana Dian Fossey ha studiato il comportamento di questi splendidi
esemplari.
Al termine, nel pomeriggio, si rientra a Kigali.
Pernottamento presso l'Hotel des Milles Collines, cena
libera.
19 GIUGNO - KIGALI / NAIROBI / KILIMANJARO / ARUSHA
Prima colazione e trasferimento in aeroporto in tempo
per il disbrigo delle pratiche
d'imbarco.
Partenza come
da piano voli, via Nairobi. Arrivo a Kilimanjaro in serata ed
incontro con un rappresentante del nostro corrispondente
locale. Trasferimento in hotel e sistemazione presso il
Mount Meru Hotel con trattamento di pernottamento e
prima colazione.
IL PROGRAMMA DI VIAGGIO
20 GIUGNO - ARUSHA / LAKE MANYARA
Pensione completa. Arrivo previsto in loco in mattinata.
Disbrigo delle formalità d’ingresso ed incontro con la nostra guida locale, di lingua italiana. Partenza in veicolo 4x4
alla volta del Lago Manyara. Sistemazione in hotel. Nel
pomeriggio è previsto un primo safari pomeridiano. Pernottamento.
21 GIUGNO - LAKE MANYARA / SERENGETI
Pensione completa. Dopo la prima colazione si
prosegue il viaggio verso il Parco Nazionale Serengeti attraversando gli splendidi paesaggi della zona di Ngorongoro con
arrivo al lodge verso l’ora di pranzo. Il pomeriggio sarà da
dedicarsi interamente ai safari in questo che è reputato
essere uno dei parchi più belli dell’Africa. Pernottamento.
IL PROGRAMMA DI VIAGGIO
22 GIUGNO - SERENGETI NATIONAL PARK
il cui ritrovamento è commemorato sul posto con una lapide.
Sistemazione e pernottamento in lodge.
Pensione completa. La giornata odierna è dedicata alla
scoperta di questo meraviglioso Parco con safari
mattutino e pomeridiano. Pernottamento.
24 GIUGNO - NGORONGORO / TARANGIRE NATIONAL PARK
23 GIUGNO - SERENGETI / NGORONGORO
Pensione completa (con pranzo pic-nic). Dopo la prima
colazione si parte alla volta della “Ngorongoro
Conservation Area” con sosta lungo il percorso alle
Gole di Olduvai, la vera culla dell’Umanità, uno dei siti
archeologici più importanti del continente africano.
Il sito fu scoperto casualmente nel 1911
dall’entomologo Tedesco Wilhelm Kattwinkel mentre
era intento a
cacciare una farfalla. Gli scavi furono
iniziati intorno al 1930 da Louis Leakey e continuano
tutt’ora sotto la supervisione della stessa famiglia. Nel
1959, Mary Leakey rinvenne l’Australopithecus Boisei,
Pensione completa. Dopo la prima colazione si discende
all’interno della base di questo antichissimo cratere. In realtà
parliamo di una enorme caldera collassata su se stessa dal
diametro di 16 Km. All’interno di possono trovare molti degli
ambienti tipici della Tanzania e una concentrazione di animali
selvatici tra cui un’importante popolazione di rinoceronti
neri. Dopo il safari si rientra al lodge per il pranzo per poi
proseguire verso il bellissimo Parco di Tarangire a circa
200Km di distanza. Questo parco ricco di paesaggi indimenticabili punteggiati da enormi baobab, preserva una delle
IL PROGRAMMA DI VIAGGIO
popolazioni di elefanti più importanti del paese. Il trasferimento verso il lodge si rivelerà essere un primo safari
per apprezzare i paesaggi circostanti. Pernottamento.
25 GIUGNO - TARANGIRE / ARUSHA
Mezza pensione. Mattinata dedicata al safari. Dopo pranzo, incluso, si procede verso la piccola cittadina di Arusha
e nel pomeriggio si avrà l’opportunità di visitare per chi
lo desidera il prezioso centro di “Malaika – Children’s
Home” che accoglie bimbi poco fortunati. L’abbandono
dei minori in Tanzania
è un problema gravoso e questo nobile progetto aiuta a
rendere più gioiosa e spensierata l’infanzia di questi
piccoli. Cena libera e pernottamento.
26 GIUGNO - ARUSHA / ZANZIBAR
Prima colazione. Trasferimento all’aeroporto di Arusha e
partenza con volo interno per Zanzibar. All’arrivo incontro
con il nostro rappresentante locale e trasferimento in
veicolo riservato per la struttura prescelta.
26 GIUGNO - 03 LUGLIO - 7 NOTTI - ZANZIBAR
Hideway of Nungwi Resort - Luxury Junior Suite
03 LUGLIO - ZANZIBAR / DAR ES SALAM / ITALIA
Prima colazione. Trasferimento in aeroporto e rientro in
volo a Dar es Salam. Assistenza in transito e proseguimento con voli di linea Qatar per l’Italia via Doha. Pasti e pernottamento a bordo.
PARCO NAZIONALE DEI VULCANI
Parco Nazionale dei Vulcani è la sezione ruandese della
più estesa Area di Conservazione Virunga condivisa tra
Uganda, Ruanda e Congo. Il nome deriva dalla catena
dei nove vulcani che si trovano sul territorio, tra cui il
Karisimbi (4.507 m), Visoke, Sabinyo e Muhavura.
L’altitudine varia tra I 2.400 e i 4000 metri e oltre sulle
cime. Dal 2003 il parco offre l’opportunità di visitare le
famiglie della specie protetta delle scimmie dorate. Sul
monte Visoke si trovano le tombe della primatologa
Americana Dian Fossey e quelle di alcuni gorilla di
montagna da lei studiati. L’attività più conosciuta nel
parco è quella del gorilla tracking per visitare una delle
famiglie di gorilla di montagna familiarizzate alla
presenza umana. Questo programma può essere
organizzato sia a partire da Kigali che da Kampala.
PARCO NAZIONALE DEL LAGO MANYARA
SUPERFICIE: 330 Kmq (dei quali 201 occupati dal lago)
Il lago e l’ecosistema lacustre del parco nazionale
Manyara fu descritto da Hemingway come il più bello
del continente nel suo celebre libro “Le verdi colline
d’Africa”. Non a torto il grande scrittore diede il primato di bellezza a questo luogo incantato, perfettamente
adagiato per oltre 50 km lungo i declivi dell’altopiano
della Rift Valley. I fortunati visitatori potranno ammirare l’incredibile bellezza dei paesaggi e la ricchezza faunistica (sia megafauna sia avifauna). La vegetazione è
verde e rigogliosa nonostante la piovosità media della
regione sia di appena 800 mm all’anno, un intricato
dedalo di sorgenti naturali, che sgorgano attraverso gli
strati permeabili del ricco suolo vulcanico, funge da
riserva idrica per la lussureggiante vegetazione. Questa
rigogliosa vegetazione rende più difficile l’avvistamento degli animali durante i “game drive” (foto safari) ma
sarà sempre un grande piacere poter ammirare la bellezza del lago e dei suoi paesaggi.
Le rosse strade sono spesso sovrastate dalla copertura delle ombrellifere, solo il collo delle giraffe riesce a svettare
sulle verdi chiome delle numerose acacie ad ombrello.
Scorgendo fra i rami potrebbe capitare di ammirare i leoni
arboricoli, così definiti perché hanno la tendenza di risalire i tronchi delle piante per “sdraiarsi” sui rami più bassi.
PARCO NAZIONALE DEL LAGO MANYARA
Questa “attitudine” è legata alle alte temperature ed alla
presenza di insetti e parassiti che infestano i manti erbosi:
l’altezza permette ai panterini di evitare gli insetti e
soprattutto di godere del vento che, non fermato dalle alte
erbacee, si insinua fra i rami degli alberi. La zona dove è più
facile ammirare i leoni sugli alberi sono le aree boschive a
sud della densa foresta settentrionale. Da non dimenticare
sono i big tuskers del Manyara, gli elefanti di questo parco
hanno zanne mediamente più lunghe e sviluppate rispetto a
qualsiasi altro parco dell’Africa equatoriale, molto interessanti sono anche le tendenze quasi ipermelaniche di alcuni
maschi di giraffa: hanno un manto così scuro da apparire
quasi nere se viste da lontano. Altri grandi mammiferi presenti sono i bufali, gli gnu e le zebre che abitano le aree più
pianeggianti ed erbose delle pianure alluvionali e da esondazione. Fra i piccoli mammiferi vanno menzionati i numerosi
dik dik, saltarupi, babbuini, cercopitechi e gli elusivi tragelafi
striati. Per gli amanti di bird watching Manyara offre uno
spettacolo unico, nel parco infatti ci sono oltre 400 specie
ornitiche. Non è raro che le guide riescano a mostrare in una
giornata fino a 50 specie diverse di uccelli, molte acquatiche
come fenicotteri, pellicani, cormorani, aironi, cavalieri d’Italia e
numerose specie di martin pescatori. Fra i predatori dell’aria
ricordiamo gli avvoltoi delle palme, aquile urlatrici e numerose
specie di falchi. Il parco si trova a 130 km da Arusha vicino alla
cittadina di Mto wa Mbu.
PARCO NAZIONALE DEL SERENGETI
AREA: 14.763 km2
Chi non conosce, anche solo di fama, lo spettacolare
Serengeti? Almeno metà dei documentari naturalistici
africani sono stati girati nell’ecosistema fra Serengeti e
Masai Mara e l’eco della grande migrazione è giunto
alle orecchie di oltre metà della popolazione mondiale.
Famoso come, se non di più, una capitale europea, il
Serengeti è un vero must per chiunque si definisca appassionato di safari. Inserito fra i patrimoni dell’umanità dell’UNESCO è stato anche elencato fra le 7 meraviglie naturali al mondo e non a caso è uno dei parchi
africani più visitati da sempre. Se il suo nome è famoso, l’etimologia di Serengeti è da ricercare nella lingua
dei Masai: “siringet”, in lingua Maa significa grande
pianura e si riferisce proprio alle grandi pianure centrali
e australi del parco. Situato a 335 km da Arusha, funge
da confine naturale con il Kenya e con il Masai Mara, i
territori ad ovest lambiscono le immense acque del
lago Vittoria.
Descrivere la grande migrazione non è semplice, basti però
pensare ad oltre un milione di gnu, oltre trecentomila gazzelle di Thompson e duecentomila zebre compatte alla ricerca di pascoli verdi e luoghi dove riprodursi. 40 km di biodiversità che si muove quasi all’unisono per un viaggio annuale di oltre 1000 km evitando pericolose cadute nei fiumi,
le fauci dei coccodrilli e la fame dei numerosissimi predatori
(leoni, leopardi, iene e ghepardi) pronti ad approfittare degli esemplari più giovani, deboli ed anziani… questo e molto
altro è la grande migrazione. Ma il Serengeti non è solo
migrazione, questo parco
è ricchissimo di animali
anche prima e dopo la
migrazione: gruppi numerosi di giraffe ed elefanti
si
avvicendano sulle
chiome delle ombrellifere
PARCO NAZIONALE DEL SERENGETI
mentre al suolo diverse specie di ungulati si spartiscono erbacee e foglie basse. La presenza dei predatori è eccellente soprattutto nei territori centrali, con densità da record di leoni e
leopardi, moltissime iene, caracal, gattopardi e gli elusivi
licaoni. Altro interessante record del parco è la presenza di
tutte e 3 le specie di sciacalli africani. Se la megafauna
(animali che superano i 40 kg) è strepitosa, il resto della zoomassa del parco è altrettanto eccellente con oltre 300 specie
di piante, 100 varietà di stercorari ed oltre 500 specie ornitiche… dallo struzzo alle nettarine. Il Serengeti, con i suoi
14.763 km2 è il secondo parco nazionale più grande del paese
dopo il Ruaha National Park, ha una dimensione molto simile
al parco nazionale Hwange in Zimbabwe (14.651 km2) ma è
da considerarsi il “minore” se paragonato ad altri parchi africani ma il Serengeti ha la più alta concentrazione di mammiferi rendendolo così uno dei parchi più importanti da visitare.
Possiamo idealmente dividere il territorio del Serengeti in 4
aree principali:
1. Area nord, comprendenti i territori al confine con il Kenya, la
zona del fiume Mara e l’area di Lobo.
2. La Valle del Seronera, con le pianure centrali e meridionali che
danno nome al parco.
3. Il Western Corridor, dal confine con il Lago Vittoria sino alle
pianure centrali.
4. Il Sud, caratterizzato dal lago Ndutu e dalla pianure australi.
PARCO NAZIONALE DEL SERENGETI
L’area che occupa i territori a nord si sviluppa dal confine con il Kenya fino alla Banagi hill, dove inizia Seronera. Decisamente diversa rispetto alle altre due zone, la
geomorfologia della regione presenta aree collinari
come le Kuka e le Lobo Hills (2133 m slm), per tale motivo le strade si snodano attorno alle colline a forma di
kopjes rendendo il percorso da nord a sud davvero molto piacevole e, a tratti, sorprendente. In questa zona lo
scorrere dei due fiumi Mara (a nord) e Grumeti (più a
sud) permette a molti animali di vivere anche vicino alle
zone collinari, questa infatti è la zona ideale per vedere
i leopardi ma anche i leoni, spesso assopiti sui promontori collinari. Lungo i tratti di pista che costeggiano i
fiumi è possibile ammirare alcune specie ornitiche decisamente interessanti come i turachi, i martin pescatori
e le rumorose aquile urlatrici. La presenza del fiume
Mara, che scorre soprattutto in Kenya, i numerosi kopjes, le zone vegetate e la migrazione nei mesi fra fine
luglio ed ottobre, rendono questa zona davvero un
“must” per appassionati di natura e fotografi. Uno dei più
grandi spettacoli di questo parco sono proprio gli attraversamenti
sul fiume Mara, evento straordinario che richiama migliaia di
persone tutti gli anni. Sul fiume ci sono 7 passaggi chiamati Kivuko. Spostandosi da nord verso sud si passa dalle colline vegetate
alle pianure centrali della “catchment area” del fiume Grumeti. Il
fiume Seronera è il principale di 4 fiumi (Wandamu, Songore e
Nyamanje) che scorrono da est verso ovest, attraversando il parco, per raggiungere il Grumeti, insieme alimentano il lago Vittoria
PARCO NAZIONALE DEL SERENGETI
Il fiume Seronera, che da il nome all’omonima area, è il confine
naturale fra le colline del nord e le pianure centrali, questa è
una zona eccezionale per ammirare gli animali sia mammiferi
sia uccelli soprattutto perché in quest’area si raggruppano
specie tipiche di entrambi gli ecosistemi. Tutto questo rende
l’area di Seronera una delle migliori ed uno degli ecosistemi più
ricchi dell’interno paese tanto che questa è stata identificata
da alcuni esperti come l’area naturale dove è più facile fotografare leopardi e leoni! Il motivo di questa affermazione è
abbastanza semplice: le zone attigue ai fiumi subiscono spesso
infiltrazioni a causa del suolo permeabile, in questo modo si
creano spesso aree densamente vegetate dove i predatori
possono aspettare il pasto che si avvicina per l’abbeverata…
Uno studio condotto in questa zona ha evidenziato come in
un’area di appena 120 km2 siano stati ritrovati ben 7 leopardi
adulti, ovvero circa un leopardo ogni 15 km2… una delle densità maggiori di tutta l’Africa. I leoni sono molto numerosi e
questa è la zona di maggiore densità di tutto il parco, i ranger
della Tanapa hanno dato un nome a tutti i gruppi di leoni (prides)
prendendo spunto da punti di interesse locali come: Seronera
pride, Masai Kopjes Pride, Makoma Hill Pride ed il simpatico
Campsite Pride. Le pianure a sud est sono invece il territorio di
caccia ideale per i ghepardi, questi splendidi felini sono infatti
facilmente incontrabili nelle zone a sud del lodge di Seronera ed il
Naabi gate. In questa zona si può anche organizzare un emozionante safari in mongolfiera, un modo eccellente per comprendere
la differenza dell’ecosistema (dall’alto) e per ammirare le numerose specie che lo vivono.
PARCO NAZIONALE DEL SERENGETI
Gli alti e bellissimi alberi che adornano la zona sono
prevalentemente acacie gialle e ombrellifere oltre ad un
numero importante di alberi delle salsicce (Kigelia africana).
Seguendo lo scorrere dei fiumi si arriva nel Western Corridor,
un luogo magico ideale per ammirare la grande migrazione
nei mesi di giugno e luglio mentre nel resto dell’anno ha una
discreta presenza di gnu, zebre e giraffe. Se a luglio l’attraversamento del fiume Grumeti è atteso da migliaia di turisti, il
resto dell’anno, nella parte finale del corridoio, le piogge che
interessano il Lago Vittoria rendono la zona quasi sempre
verde ed ideale per il pascolo di zebre e gnu che, durante tutto
l’anno, possono essere così numerosi da superare le 60.000
unità. La pista principale che porta da Seronera a Ndabaga
gate costeggia il fiume Grumeti, posizionandosi a metà fra
questo fiume ed il Mbalageti river. Entrambi i fiumi riversano
le acque nel lago Vittoria e, lungo il loro corso, danno vita ad
una rigogliosa pianura verdeggiante ideale per gli ungulati.
La differenza di suolo è evidente, qui infatti abbiamo grandi
quantità di argilla, contenuta nei vertisuoli (black cotton soil),
che rendono le erbacee più tenere rispetto ai suoli lavici delle
pianure centrali e meridionali. Qui si possono trovare molte
acacie fischianti (Acacia drepanolobium) specie di pianta adatta a
vivere in suoli vertici che, a causa della simbiosi mutualista con
molte specie di insetti, vive lontana da altre specie vegetali. Il
fiume Grumeti ospita un numero importante di ippopotami e di
grandi coccodrilli del Nilo, in questa zona si possono vedere anche
le scimmie Pata. L’incredibile varietà idrica del parco fa si che la
fauna ornitica sia eccezionale (seconda solo al Parco Tarangire).
Sono state censite oltre 500 specie di uccelli ed in una giornata di
safari le guide professioniste possono descrivere fino a 100 specie
diverse! Fra i grandi rapaci sono numerosissime le aquile
(marziale, serpentaria, delle steppe, di Wahlnerg, urlatrice)
NGORONGORO CONSERVATION AREA (NCA)
AREA: 8.292 KMQ
Si sviluppa su un’area di 8.292 km2 ed ha il picco più alto
sopra i 3.500 m slm. Vista dall’alto sembra un immenso
campo di battaglia con piccoli, grandi ed enormi crateri e
laghi. Il Cratere di Ngorongoro si trova a sud dopo il Mount
Oldenai, un’altra caldera ma di dimensioni ridotte. A nord est
dello Ngorongoro si trova il cratere di Olmoti e, proseguendo
sempre verso nord est, il cratere Empakaai. I laghi alcalini
Eyasi, Manyara e Natron disegnano un triangolo tutto
intorno ai 3 crateri principali. E’ una zona ricca di bellezze
naturali ma la più importante è sicuramente il cratere di
Ngorongoro. Pochi luoghi al mondo attirano così tanti
viaggiatori come questo grande cratere. Uno dei luoghi naturali più ammirati, fotografati e filmati del mondo fa parte di
un ecosistema multiplo derivante dall’attività tettonica e
magmatica che ha interessato questi territori in ere passate.
La zona è caratterizzata dalla presenza di caldere estinte ben
conservate diventate successivamente i luoghi ideali per la
vita prospera degli animali. Oltre al cratere di Ngorongoro la
Conservationa Area è famosa per la presenza di altri due
crateri più piccoli: l’Olmoti e l’Empakaai, entrambi visitabili e
non distanti dal “rim” (corona) del cratere di Ngorongoro
A completare l’incredibile ricchezza di questa regione della
Tanzania del nord l’importante sito archeologico delle Grotte di
Olduvai, conosciute da molti come “la culla dell’umanità”.
Con una ricchezza di spunti e bellezze naturali/culturali di questa
portata non deve stupire che questa zona sia una delle più visitate
di tutto il continente. Basterebbe questa zona a completare un
viaggio di una settimana ma il problema, di fatto, è il numero di
turisti che ogni anno visitano il cratere principale e le zone
limitrofe.
NGORONGORO CONSERVATION AREA (NCA)
Al di là del sovraffollamento possiamo dire, con grande tranquillità, che questa area di conservazione sia forse una delle
zone più belle di tutto il Continente nero e, più in generale,
una delle aree naturali più affascinanti del Mondo. Il tutto
senza dimenticare che questa area di conservazione nasce
dalla divisione del Cratere con il Serengeti, altro spettacolo
naturale. La NCA è gestita dalla Ngorongoro Conservation
Area Autority, l’organizzazione che si occupa di gestire l’area,
gli accessi, la tutela della biodiversità e, più in generale, la
convivenza fra i numerosi Masai, il loro bestiame e gli animali
selvatici. Di fatto la NCAA è l’organizzazione che ha permesso
di salvaguardare il cratere di Ngorongoro e le aree limitrofe
dal sovrautilizzo come pascolo, preservando centinaia di specie di animali e permettendo ai numerosissimi visitatori di
poter godere di questo spettacolo naturale.
Gole di Olduvai
Nel primo capitolo del famoso romanzo “2001: odissea nello
spazio” l’autore, Arthur Clarke, parla di un gruppo di uomini
scimmia del pleistocene. Le prime pagine parlano della fame
di questi ominidi e delle difficoltà da essi affrontate sino a
che, una notte, Guarda-la-luna, il capo del gruppo, non sentì
un suono strano e poco familiare. Al mattino indagando scoprì un
monolito freddo e alto 3 volte lui, il monolito iniziò a parlare alla
famiglia di Guarda-la-luna e ad insegnare loro diverse cose: da
come fare un nodo con un filo d’erba a come cacciare a come
uccidere il leopardo. Questo scorcio di romanzo è ambientato
nelle Gole di Olduvai e l’importanza del sito è ben testimoniata dal
romanzo e dall’omonimo film. Altro romanzo di grande interesse
si intitola “Il più grande uomo scimmia del pleistocene”, scritto dal
giornalista inglese Roy Lewis, dove vengono raccontate le vicende
di un altro gruppo di uomini scimmia sempre del pleistocene.
NGORONGORO CONSERVATION AREA (NCA)
Entrambi i libri hanno un’ambientazione che perfettamente si
allinea con i territori delle gole di Olduvai dato che le stesse
sono uno dei luoghi simbolo della paleontologia africana e
mondiale. Il termine Olduvai è un errore fonetico, infatti i
Masai chiamano questa zona Oldupai poichè nell’area cresce
una pianta particolare la Sansevieria ehrenbergii usata sia
come antisettico sia per realizzare corde e contenitori. Quando l’entomologo tedesco che scoprì le gole chiese il nome del
luogo i Masai gli risposero, non capendo la domanda, con il
nome della pianta, Oldupai appunto. Kattwinkel commise un
ulteriore errore e, ancora oggi, questo luogo magico si
chiama Oduvai. Scoperte per caso nel 1911 dall’entomologo
tedesco Wilhelm Kattwinkel, mentre cercava di catturare una
farfalla, è uno dei siti più importanti che hanno permesso di
comprendere i passaggi evolutivi della specie umana. Le
pareti erose dal fiume Olduvai, lunghe poco più di 40 km,
mostrano una stratigrafia interessantissima che ha permesso
la datazione dei ritrovamenti qui scoperti. Il primo a scavare
con cognizione di causa fu Louis Leakey ma fu la moglie Mary
ad effettuare le scoperte più significative. Nel 1959, quasi 30
anni dopo l’inizio degli scavi, Mary Leakey rinvenne i resti
dell’Australopithecus boisei e nel 1972, 40 anni dopo
l’inaugurazione degli scavi, vennero rinvenute le famose “orme di
Laetoli”, impronte fossilizzate di 3 ominidi risalenti a 3,5 milioni di
anni. La stratigrafia si compone di 7 strati sedimentari incastonati
nelle pareti della gola, qui sono stati trovati manufatti e ossa che,
attraverso la radio datazione al carbonio 14 (C14) hanno permesso ai ricercatori e paleontologi di ipotizzare teorie e congetture
sull’evoluzione della nostra specie. La base dei sedimenti risulta
avere una datazione di oltre 2 milioni di anni, qui nessun artefatto
è stato rinvenuto. Lo strato successivo, chiamato Bed I, ha portato
alla luce artefatti ed oggetti dell’industria litica risalenti a circa 2
milioni di anni fa, oltre a parti ossee di antenati dell’uomo datate
2,5 milioni appartenute ad ominidi delle specie A. boisei e Homo
habilis. Lo strato successivo, denominato Bed II, ha portato alla
luce utensili e monili più sofisticati, probabilmente realizzati da un
gruppo di Homo ergaster risalenti ad oltre 1,5 milioni di anni. I
due successivi strati, Bed III e Bed IV sono state custodi di ossa
fossilizzate e utensili databili 600.000 anni circa. Le gole di Olduvai
hanno visto diverse “specie” di ominidi occuparne i territori, forse
per la presenza di acqua, vegetazione e quindi risorse alimentari:
Homo habili: 2-1.9 milioni di anni; Paranthropus boisei: 1.8 milioni
di anni; Homo erectus: 1.2 milioni di anni; Homo sapiens: 17.000
anni .
NGORONGORO CONSERVATION AREA (NCA)
ll Cratere di Ngorongoro
La caldera non sommersa ed intatta più grande del Mondo,
già questo basterebbe per confermare la fama dello Ngorongoro Crater. 19 km di diametro, 600 m di profondità e 260 km
di pianura interna protetta da pareti circolari rendono questo
cratere il luogo ideale per la proliferazione della biodiversità.
Il cratere ebbe origine oltre 2 milioni di anni orsono
dall’esplosione e successivo collasso di un antico vulcano di
oltre 5.000 m di altezza. Oggi il cratere si presenta con un
vero eden sulla Terra, un luogo incredibile caratterizzato da
diversi ambienti. Possiamo sommariamente dividere il
territorio del cratere in 4 zone:
1. Il “rim” ovvero la parte alta della corona della caldera dove
sono presenti alcuni lodge e da dove ci si ferma sempre per
ammirare l’incredibile spettacolo del cratere.
2. Le pareti e declivi ad est, questi territori ricevono fino a
1000 mm di pioggia ogni anno e sono le zone più densamente
vegetate con foreste montane.
3. Le pareti e declivi ad ovest, più basse, che ricevono la metà
delle precipitazioni e sono caratterizzate da vegetazione
arbustizia.
4. La pianura centrale, caratterizzata da una vasta pianura erbosa
e da due aree alberate con predominanza dell’acacia gialla
(Yellow Bark / Fever Tree / Acacia xantophloea) .
Al suo interno ci sono oltre 25.000 esemplari di specie diverse ed
un numero imprecisato ma elevato di turisti e pulmini. La megafauna è impressionante e si possono ammirare quasi tutte le specie di mammiferi quadrupedi presenti in East Africa tranne:
giraffe, oribi, impala e damalischi lunati (topi). Inoltre mancano i
coccodrilli ed il numero di ippopotami non è elevatissimo. Come se
non bastasse l’incredibile biodiversità del cratere, il territorio
intorno ad esso è soggetto all’annuale grande migrazione: uno
spettacolo nello spettacolo, con una quantità incredibile di
ungulati che migrano alla ricerca di pascoli verdi. Numeri
impressionanti di animali transumano dal Serengeti in branchi:
oltre un milione e mezzo di gnu, 470.000 gazzelle e 260.000 zebre
vanno a sommarsi ai 250.000 mammiferi presenti nel cratere,
risultato: oltre 3 milioni di animali che convivono nella stessa area
separati solo dai declivi del cratere, la zoomassa concentrata più
numerosa del Mondo! Alcuni testi riportano un dato eclatante
relativo alla concentrazione di predatori: la più alta di tutta
l’Africa. Nella grande pianura al centro del cratere vi sono diversi
ambienti e concentrazioni di animali e vegetazione.
NGORONGORO CONSERVATION AREA (NCA)
La foresta Lerai, nel sud ovest, ne è un esempio, caratterizzata dalla presenza di acacie gialle (yellow acacia / fever tree) è
una zona dove si possono incontrare spesso grandi branchi di
ungulati ma anche di leoni. Più ad est troviamo la Gorigor
swamp, luogo ideale per il bird watching e per cercare gli
ippopotami. Più a nord vi è la famosa Ngoitokitok springs
dove si possono vedere con facilità gli ippopotami, i leoni, le
iene e gli elefanti all’abbeverata. Questo è anche uno dei
posti dove è possibile vedere i pochi esemplari di rinoceronte
nero. Quasi al centro del cratere troviamo il lago salato Magadi, uno spettacolo per i “birders” per la presenza dei fenicotteri, gru coronate, cicogne, aironi e trampolieri oltre ad un
numero elevato di altre specie ornitiche. A nord del lago Magadi si trova l’altra palude dello Ngorongoro dove cercare
ippopotami ed uccelli insettivori, la Madusi swamp. Nel periodo secco (da giugno a novembre) gli animali si spostano fra le
pozze e sorgenti mentre nella stagione delle piogge la presenza d’acqua è assicurata anche dai numerosi fiumi di superfice
che scendono dal rim verso il centro del cratere. Nonostante i
leoni siano facilmente avvistabili nello Ngorongoro e sembrino in ottima salute per la grande abbondanza di
cibo, l’isolamento provocato dalla conformazione del cratere fa si
che ci sia poco ricambio genetico e molti accoppiamenti fra
appartenenti alle stesse famiglie.
PARCO NAZIONALE DEL TARANGIRE
AREA: 2.850 KM2
Il parco deve il suo nome all’omonimo fiume che lo
attraversa. Si trova a 120 km da Arusha lungo la strada
che porta alla capitale Dodoma. E’ il sesto parco del
paese per estensione ed i suoi 2.850 km2 rendono facile le visite di tutti i territori soprattutto nella stagione
secca. Il Tarangire è un piccolo e meraviglioso tesoro,
appena entrati i visitatori si sentono come in paradiso
grazie al piacevole movimento del territorio, alla presenza di animali e ai giganti buoni delle savane: elefanti e baobab. Il Tarangire vive due vite ogni anno: nella
stagione delle piogge (novembre/dicembre e marzo/
maggio) tutto è verde e gli animali si muovono verso le
aree esterne del parco rendendo più difficile l’osservazione della megafauna mammifera regalando però,
agli amanti del birdwatching e non solo a loro, il più
grande spettacolo ornitico di tutta la Tanzania: oltre
560 specie sono state catalogate qui nel Tarangire.
Struzzi, pesanti ma volatrici otarde di kori, inseparabili
mascherati, storni cenerini, gruccioni, rondoni, ghiandaie
europee e marine e quasi 50 delle oltre 80 specie di rapaci
presenti in Africa equatoriale.
PARCO NAZIONALE DEL TARANGIRE
La stagione secca rende questo parco la mecca della
biodiversità. Grazie al fiume omonimo (in lingua ma
‘ntarangiri), il corso del Tarangire e le aree limitrofe
diventano oggetto di una piccola migrazione e di una
incredibile concentrazione di animali seconda solo al
cratere di Ngorongoro. Sempre grazie al fiume, grandi
branchi di elefanti (fino a 250 esemplari per un totale di
oltre 3000 presenti nel parco) si muovono sulle pianure
e nelle valli del parco, spesso costeggiando le aree dove
i giganteschi baobab hanno messo profonde radici.
Intorno ad essi e nelle aree attigue al fiume, decine di
specie di animali si affollano per l’acqua: numerosi
branchi di gnu, zebre, taurotraghi, antilopi d’acqua,
kudu minori e maggiori, bufali, giraffe, gazzelle di
Tompson ed orici si affrettano per il prezioso liquido. Il
parco conta anche una certa quantità di gerenuk, l’antilope giraffa, difficile da vedere ma davvero interessante. Sempre nella stagione secca questo parco riceve
la migrazione di molti erbivori che provengono dal vicino Manyara National Park.
La presenza di predatori è molto varia, ci sono branchi di
leoni che, soprattutto nel periodo delle piogge, salgono
sugli alberi (come succede per il vicino Parco Manyara). Qui
oltre a leoni e leopardi, i pitoni sono famosi perché salgono
sugli alberi del parco per facilitare la lenta digestione.
ZANZIBAR
Spiagge bianche con sabbia che sembra borotalco, mare
cristallino, fondali con coralli e pesci coloratissimi, foreste
rigogliose, palme e animali esotici. L'arcipelago di Zanzibar è
ancora oggi uno dei paradisi terrestri più incontaminati al
mondo: la maggior parte del turismo è gestito da tour operator ma qui c'è anche la possibilità di girare per conto proprio
le isole principali, affidandosi all'ospitalità degli abitanti del
luogo. Zanzibar oggi fa parte della Repubblica Unita della
Tanzania e comprende l'isola principale (spesso identificata
erroneamente con il nome di Zanzibar) Unguja e da altre isole
grandi e piccole che la circondano: in precedenza è stata un
sultanato e poi protettorato britannico. Le origini del nome di
Zanzibar sono oscure, c'è chi le fa risalire al persiano “terra
dei neri” e chi le lega all'arabo “zenzero”. L'isola
di Unguja ospita la capitale, Zanzibar City, famosa soprattutto per il quartiere antico di Stone Town e le spiagge
delle coste, dove sorgono numerosi villaggi turistici. Qualche
miglio più a sud dell'isola di Unguja c'è Mafia Island, ancora
sconosciuta al turismo di massa: spiagge bianche, fondali
ricchissimi, foreste, colline e paesini di pescatori. A nord di
Unguja, invece, si trova Pemba, detta “l'isola sempreverde”
per la sua vegetazione abbondante e per il fatto che è ancora
uno dei posti al mondo meno contaminati dall'uomo. Qui, sono
pochi i villaggi turistici e gli spostamenti da un paesino all'altro
sono ancora difficili a causa di strade sterrate e tortuose. Il punto
di forza dell'isola è il mare e il fondale marinoche circonda l'isola,
ricco di vita, ma adatto a sub esperti a causa delle forti correnti.
Le spiagge rimangono a tutt'oggi deserte e chi ha la fortuna di
capitarci ha l'impressione di aver raggiunto il paradiso terrestre.
QUOTE VIAGGIO
Quote a partire da
€ 5.500,00
per persona