Proposta Viaggio di Nozze Rwanda - Tanzania - Zanzibar Malpensa - Doha Doha - Kigali Kigali - Nairobi Nairobi - Kilimangiaro Dar el Salam - Doha Doha - Malpensa IL PROGRAMMA DI VIAGGIO 15 GIUGNO - MILANO MALPENSA / DOHA / KIGALI Partenza con voli di linea in classe economica come da dettaglio. Pasti e pernottamento a bordo. 16 GIUGNO - KIGALI Arrivo a Doha e partenza con volo in coincidenza per Kigali. Arrivo in aeroporto e disbrigo delle formalità d'ingresso. Trasferimento in albergo in auto privata con autista con guida locale parlante inglese. Pernottamento a l'Hotel des Milles Collines. 17 GIUGNO - KIGALI / VOULCANOES NATIONAL PARK Prima colazione. mattinata dedicata alla visita della capitale del Rwanda situata proprio nel cuore del Paese. Non è solo la capitale amministrativa ma anche una città in rapida espansione, molto verde,e probabilmente tra le cittadine IL PROGRAMMA DI VIAGGIO più ordinate e pulite del continente africano. Nel pomeriggio trasferimento verso Masanze per raggiungere in serata (dopo circa due ore e mezza d'auto) il Mountian Gorilla View Lodge situato sulle pendici del Mount Sabyinyo, parte della catena dei Vulcani Virunga, a circa un chilometro dall'ingresso del parco nazionale. Cena e pernottamento al lodge. 18 GIUGNO - VOULCANOES NATIONAL PARK / KIGALI Prima colazione. In circa 15 minuti d'auto si arriva all'ingresso del Parco Nazionale da dove inizia la splendida avventura del tracking agli ultimi gorilla di montagna che abitano all'interno della foresta pluviale tropicale che ricopre le pendici dei Vulvani Virunga. E' qui che la famosa primatologa americana Dian Fossey ha studiato il comportamento di questi splendidi esemplari. Al termine, nel pomeriggio, si rientra a Kigali. Pernottamento presso l'Hotel des Milles Collines, cena libera. 19 GIUGNO - KIGALI / NAIROBI / KILIMANJARO / ARUSHA Prima colazione e trasferimento in aeroporto in tempo per il disbrigo delle pratiche d'imbarco. Partenza come da piano voli, via Nairobi. Arrivo a Kilimanjaro in serata ed incontro con un rappresentante del nostro corrispondente locale. Trasferimento in hotel e sistemazione presso il Mount Meru Hotel con trattamento di pernottamento e prima colazione. IL PROGRAMMA DI VIAGGIO 20 GIUGNO - ARUSHA / LAKE MANYARA Pensione completa. Arrivo previsto in loco in mattinata. Disbrigo delle formalità d’ingresso ed incontro con la nostra guida locale, di lingua italiana. Partenza in veicolo 4x4 alla volta del Lago Manyara. Sistemazione in hotel. Nel pomeriggio è previsto un primo safari pomeridiano. Pernottamento. 21 GIUGNO - LAKE MANYARA / SERENGETI Pensione completa. Dopo la prima colazione si prosegue il viaggio verso il Parco Nazionale Serengeti attraversando gli splendidi paesaggi della zona di Ngorongoro con arrivo al lodge verso l’ora di pranzo. Il pomeriggio sarà da dedicarsi interamente ai safari in questo che è reputato essere uno dei parchi più belli dell’Africa. Pernottamento. IL PROGRAMMA DI VIAGGIO 22 GIUGNO - SERENGETI NATIONAL PARK il cui ritrovamento è commemorato sul posto con una lapide. Sistemazione e pernottamento in lodge. Pensione completa. La giornata odierna è dedicata alla scoperta di questo meraviglioso Parco con safari mattutino e pomeridiano. Pernottamento. 24 GIUGNO - NGORONGORO / TARANGIRE NATIONAL PARK 23 GIUGNO - SERENGETI / NGORONGORO Pensione completa (con pranzo pic-nic). Dopo la prima colazione si parte alla volta della “Ngorongoro Conservation Area” con sosta lungo il percorso alle Gole di Olduvai, la vera culla dell’Umanità, uno dei siti archeologici più importanti del continente africano. Il sito fu scoperto casualmente nel 1911 dall’entomologo Tedesco Wilhelm Kattwinkel mentre era intento a cacciare una farfalla. Gli scavi furono iniziati intorno al 1930 da Louis Leakey e continuano tutt’ora sotto la supervisione della stessa famiglia. Nel 1959, Mary Leakey rinvenne l’Australopithecus Boisei, Pensione completa. Dopo la prima colazione si discende all’interno della base di questo antichissimo cratere. In realtà parliamo di una enorme caldera collassata su se stessa dal diametro di 16 Km. All’interno di possono trovare molti degli ambienti tipici della Tanzania e una concentrazione di animali selvatici tra cui un’importante popolazione di rinoceronti neri. Dopo il safari si rientra al lodge per il pranzo per poi proseguire verso il bellissimo Parco di Tarangire a circa 200Km di distanza. Questo parco ricco di paesaggi indimenticabili punteggiati da enormi baobab, preserva una delle IL PROGRAMMA DI VIAGGIO popolazioni di elefanti più importanti del paese. Il trasferimento verso il lodge si rivelerà essere un primo safari per apprezzare i paesaggi circostanti. Pernottamento. 25 GIUGNO - TARANGIRE / ARUSHA Mezza pensione. Mattinata dedicata al safari. Dopo pranzo, incluso, si procede verso la piccola cittadina di Arusha e nel pomeriggio si avrà l’opportunità di visitare per chi lo desidera il prezioso centro di “Malaika – Children’s Home” che accoglie bimbi poco fortunati. L’abbandono dei minori in Tanzania è un problema gravoso e questo nobile progetto aiuta a rendere più gioiosa e spensierata l’infanzia di questi piccoli. Cena libera e pernottamento. 26 GIUGNO - ARUSHA / ZANZIBAR Prima colazione. Trasferimento all’aeroporto di Arusha e partenza con volo interno per Zanzibar. All’arrivo incontro con il nostro rappresentante locale e trasferimento in veicolo riservato per la struttura prescelta. 26 GIUGNO - 03 LUGLIO - 7 NOTTI - ZANZIBAR Hideway of Nungwi Resort - Luxury Junior Suite 03 LUGLIO - ZANZIBAR / DAR ES SALAM / ITALIA Prima colazione. Trasferimento in aeroporto e rientro in volo a Dar es Salam. Assistenza in transito e proseguimento con voli di linea Qatar per l’Italia via Doha. Pasti e pernottamento a bordo. PARCO NAZIONALE DEI VULCANI Parco Nazionale dei Vulcani è la sezione ruandese della più estesa Area di Conservazione Virunga condivisa tra Uganda, Ruanda e Congo. Il nome deriva dalla catena dei nove vulcani che si trovano sul territorio, tra cui il Karisimbi (4.507 m), Visoke, Sabinyo e Muhavura. L’altitudine varia tra I 2.400 e i 4000 metri e oltre sulle cime. Dal 2003 il parco offre l’opportunità di visitare le famiglie della specie protetta delle scimmie dorate. Sul monte Visoke si trovano le tombe della primatologa Americana Dian Fossey e quelle di alcuni gorilla di montagna da lei studiati. L’attività più conosciuta nel parco è quella del gorilla tracking per visitare una delle famiglie di gorilla di montagna familiarizzate alla presenza umana. Questo programma può essere organizzato sia a partire da Kigali che da Kampala. PARCO NAZIONALE DEL LAGO MANYARA SUPERFICIE: 330 Kmq (dei quali 201 occupati dal lago) Il lago e l’ecosistema lacustre del parco nazionale Manyara fu descritto da Hemingway come il più bello del continente nel suo celebre libro “Le verdi colline d’Africa”. Non a torto il grande scrittore diede il primato di bellezza a questo luogo incantato, perfettamente adagiato per oltre 50 km lungo i declivi dell’altopiano della Rift Valley. I fortunati visitatori potranno ammirare l’incredibile bellezza dei paesaggi e la ricchezza faunistica (sia megafauna sia avifauna). La vegetazione è verde e rigogliosa nonostante la piovosità media della regione sia di appena 800 mm all’anno, un intricato dedalo di sorgenti naturali, che sgorgano attraverso gli strati permeabili del ricco suolo vulcanico, funge da riserva idrica per la lussureggiante vegetazione. Questa rigogliosa vegetazione rende più difficile l’avvistamento degli animali durante i “game drive” (foto safari) ma sarà sempre un grande piacere poter ammirare la bellezza del lago e dei suoi paesaggi. Le rosse strade sono spesso sovrastate dalla copertura delle ombrellifere, solo il collo delle giraffe riesce a svettare sulle verdi chiome delle numerose acacie ad ombrello. Scorgendo fra i rami potrebbe capitare di ammirare i leoni arboricoli, così definiti perché hanno la tendenza di risalire i tronchi delle piante per “sdraiarsi” sui rami più bassi. PARCO NAZIONALE DEL LAGO MANYARA Questa “attitudine” è legata alle alte temperature ed alla presenza di insetti e parassiti che infestano i manti erbosi: l’altezza permette ai panterini di evitare gli insetti e soprattutto di godere del vento che, non fermato dalle alte erbacee, si insinua fra i rami degli alberi. La zona dove è più facile ammirare i leoni sugli alberi sono le aree boschive a sud della densa foresta settentrionale. Da non dimenticare sono i big tuskers del Manyara, gli elefanti di questo parco hanno zanne mediamente più lunghe e sviluppate rispetto a qualsiasi altro parco dell’Africa equatoriale, molto interessanti sono anche le tendenze quasi ipermelaniche di alcuni maschi di giraffa: hanno un manto così scuro da apparire quasi nere se viste da lontano. Altri grandi mammiferi presenti sono i bufali, gli gnu e le zebre che abitano le aree più pianeggianti ed erbose delle pianure alluvionali e da esondazione. Fra i piccoli mammiferi vanno menzionati i numerosi dik dik, saltarupi, babbuini, cercopitechi e gli elusivi tragelafi striati. Per gli amanti di bird watching Manyara offre uno spettacolo unico, nel parco infatti ci sono oltre 400 specie ornitiche. Non è raro che le guide riescano a mostrare in una giornata fino a 50 specie diverse di uccelli, molte acquatiche come fenicotteri, pellicani, cormorani, aironi, cavalieri d’Italia e numerose specie di martin pescatori. Fra i predatori dell’aria ricordiamo gli avvoltoi delle palme, aquile urlatrici e numerose specie di falchi. Il parco si trova a 130 km da Arusha vicino alla cittadina di Mto wa Mbu. PARCO NAZIONALE DEL SERENGETI AREA: 14.763 km2 Chi non conosce, anche solo di fama, lo spettacolare Serengeti? Almeno metà dei documentari naturalistici africani sono stati girati nell’ecosistema fra Serengeti e Masai Mara e l’eco della grande migrazione è giunto alle orecchie di oltre metà della popolazione mondiale. Famoso come, se non di più, una capitale europea, il Serengeti è un vero must per chiunque si definisca appassionato di safari. Inserito fra i patrimoni dell’umanità dell’UNESCO è stato anche elencato fra le 7 meraviglie naturali al mondo e non a caso è uno dei parchi africani più visitati da sempre. Se il suo nome è famoso, l’etimologia di Serengeti è da ricercare nella lingua dei Masai: “siringet”, in lingua Maa significa grande pianura e si riferisce proprio alle grandi pianure centrali e australi del parco. Situato a 335 km da Arusha, funge da confine naturale con il Kenya e con il Masai Mara, i territori ad ovest lambiscono le immense acque del lago Vittoria. Descrivere la grande migrazione non è semplice, basti però pensare ad oltre un milione di gnu, oltre trecentomila gazzelle di Thompson e duecentomila zebre compatte alla ricerca di pascoli verdi e luoghi dove riprodursi. 40 km di biodiversità che si muove quasi all’unisono per un viaggio annuale di oltre 1000 km evitando pericolose cadute nei fiumi, le fauci dei coccodrilli e la fame dei numerosissimi predatori (leoni, leopardi, iene e ghepardi) pronti ad approfittare degli esemplari più giovani, deboli ed anziani… questo e molto altro è la grande migrazione. Ma il Serengeti non è solo migrazione, questo parco è ricchissimo di animali anche prima e dopo la migrazione: gruppi numerosi di giraffe ed elefanti si avvicendano sulle chiome delle ombrellifere PARCO NAZIONALE DEL SERENGETI mentre al suolo diverse specie di ungulati si spartiscono erbacee e foglie basse. La presenza dei predatori è eccellente soprattutto nei territori centrali, con densità da record di leoni e leopardi, moltissime iene, caracal, gattopardi e gli elusivi licaoni. Altro interessante record del parco è la presenza di tutte e 3 le specie di sciacalli africani. Se la megafauna (animali che superano i 40 kg) è strepitosa, il resto della zoomassa del parco è altrettanto eccellente con oltre 300 specie di piante, 100 varietà di stercorari ed oltre 500 specie ornitiche… dallo struzzo alle nettarine. Il Serengeti, con i suoi 14.763 km2 è il secondo parco nazionale più grande del paese dopo il Ruaha National Park, ha una dimensione molto simile al parco nazionale Hwange in Zimbabwe (14.651 km2) ma è da considerarsi il “minore” se paragonato ad altri parchi africani ma il Serengeti ha la più alta concentrazione di mammiferi rendendolo così uno dei parchi più importanti da visitare. Possiamo idealmente dividere il territorio del Serengeti in 4 aree principali: 1. Area nord, comprendenti i territori al confine con il Kenya, la zona del fiume Mara e l’area di Lobo. 2. La Valle del Seronera, con le pianure centrali e meridionali che danno nome al parco. 3. Il Western Corridor, dal confine con il Lago Vittoria sino alle pianure centrali. 4. Il Sud, caratterizzato dal lago Ndutu e dalla pianure australi. PARCO NAZIONALE DEL SERENGETI L’area che occupa i territori a nord si sviluppa dal confine con il Kenya fino alla Banagi hill, dove inizia Seronera. Decisamente diversa rispetto alle altre due zone, la geomorfologia della regione presenta aree collinari come le Kuka e le Lobo Hills (2133 m slm), per tale motivo le strade si snodano attorno alle colline a forma di kopjes rendendo il percorso da nord a sud davvero molto piacevole e, a tratti, sorprendente. In questa zona lo scorrere dei due fiumi Mara (a nord) e Grumeti (più a sud) permette a molti animali di vivere anche vicino alle zone collinari, questa infatti è la zona ideale per vedere i leopardi ma anche i leoni, spesso assopiti sui promontori collinari. Lungo i tratti di pista che costeggiano i fiumi è possibile ammirare alcune specie ornitiche decisamente interessanti come i turachi, i martin pescatori e le rumorose aquile urlatrici. La presenza del fiume Mara, che scorre soprattutto in Kenya, i numerosi kopjes, le zone vegetate e la migrazione nei mesi fra fine luglio ed ottobre, rendono questa zona davvero un “must” per appassionati di natura e fotografi. Uno dei più grandi spettacoli di questo parco sono proprio gli attraversamenti sul fiume Mara, evento straordinario che richiama migliaia di persone tutti gli anni. Sul fiume ci sono 7 passaggi chiamati Kivuko. Spostandosi da nord verso sud si passa dalle colline vegetate alle pianure centrali della “catchment area” del fiume Grumeti. Il fiume Seronera è il principale di 4 fiumi (Wandamu, Songore e Nyamanje) che scorrono da est verso ovest, attraversando il parco, per raggiungere il Grumeti, insieme alimentano il lago Vittoria PARCO NAZIONALE DEL SERENGETI Il fiume Seronera, che da il nome all’omonima area, è il confine naturale fra le colline del nord e le pianure centrali, questa è una zona eccezionale per ammirare gli animali sia mammiferi sia uccelli soprattutto perché in quest’area si raggruppano specie tipiche di entrambi gli ecosistemi. Tutto questo rende l’area di Seronera una delle migliori ed uno degli ecosistemi più ricchi dell’interno paese tanto che questa è stata identificata da alcuni esperti come l’area naturale dove è più facile fotografare leopardi e leoni! Il motivo di questa affermazione è abbastanza semplice: le zone attigue ai fiumi subiscono spesso infiltrazioni a causa del suolo permeabile, in questo modo si creano spesso aree densamente vegetate dove i predatori possono aspettare il pasto che si avvicina per l’abbeverata… Uno studio condotto in questa zona ha evidenziato come in un’area di appena 120 km2 siano stati ritrovati ben 7 leopardi adulti, ovvero circa un leopardo ogni 15 km2… una delle densità maggiori di tutta l’Africa. I leoni sono molto numerosi e questa è la zona di maggiore densità di tutto il parco, i ranger della Tanapa hanno dato un nome a tutti i gruppi di leoni (prides) prendendo spunto da punti di interesse locali come: Seronera pride, Masai Kopjes Pride, Makoma Hill Pride ed il simpatico Campsite Pride. Le pianure a sud est sono invece il territorio di caccia ideale per i ghepardi, questi splendidi felini sono infatti facilmente incontrabili nelle zone a sud del lodge di Seronera ed il Naabi gate. In questa zona si può anche organizzare un emozionante safari in mongolfiera, un modo eccellente per comprendere la differenza dell’ecosistema (dall’alto) e per ammirare le numerose specie che lo vivono. PARCO NAZIONALE DEL SERENGETI Gli alti e bellissimi alberi che adornano la zona sono prevalentemente acacie gialle e ombrellifere oltre ad un numero importante di alberi delle salsicce (Kigelia africana). Seguendo lo scorrere dei fiumi si arriva nel Western Corridor, un luogo magico ideale per ammirare la grande migrazione nei mesi di giugno e luglio mentre nel resto dell’anno ha una discreta presenza di gnu, zebre e giraffe. Se a luglio l’attraversamento del fiume Grumeti è atteso da migliaia di turisti, il resto dell’anno, nella parte finale del corridoio, le piogge che interessano il Lago Vittoria rendono la zona quasi sempre verde ed ideale per il pascolo di zebre e gnu che, durante tutto l’anno, possono essere così numerosi da superare le 60.000 unità. La pista principale che porta da Seronera a Ndabaga gate costeggia il fiume Grumeti, posizionandosi a metà fra questo fiume ed il Mbalageti river. Entrambi i fiumi riversano le acque nel lago Vittoria e, lungo il loro corso, danno vita ad una rigogliosa pianura verdeggiante ideale per gli ungulati. La differenza di suolo è evidente, qui infatti abbiamo grandi quantità di argilla, contenuta nei vertisuoli (black cotton soil), che rendono le erbacee più tenere rispetto ai suoli lavici delle pianure centrali e meridionali. Qui si possono trovare molte acacie fischianti (Acacia drepanolobium) specie di pianta adatta a vivere in suoli vertici che, a causa della simbiosi mutualista con molte specie di insetti, vive lontana da altre specie vegetali. Il fiume Grumeti ospita un numero importante di ippopotami e di grandi coccodrilli del Nilo, in questa zona si possono vedere anche le scimmie Pata. L’incredibile varietà idrica del parco fa si che la fauna ornitica sia eccezionale (seconda solo al Parco Tarangire). Sono state censite oltre 500 specie di uccelli ed in una giornata di safari le guide professioniste possono descrivere fino a 100 specie diverse! Fra i grandi rapaci sono numerosissime le aquile (marziale, serpentaria, delle steppe, di Wahlnerg, urlatrice) NGORONGORO CONSERVATION AREA (NCA) AREA: 8.292 KMQ Si sviluppa su un’area di 8.292 km2 ed ha il picco più alto sopra i 3.500 m slm. Vista dall’alto sembra un immenso campo di battaglia con piccoli, grandi ed enormi crateri e laghi. Il Cratere di Ngorongoro si trova a sud dopo il Mount Oldenai, un’altra caldera ma di dimensioni ridotte. A nord est dello Ngorongoro si trova il cratere di Olmoti e, proseguendo sempre verso nord est, il cratere Empakaai. I laghi alcalini Eyasi, Manyara e Natron disegnano un triangolo tutto intorno ai 3 crateri principali. E’ una zona ricca di bellezze naturali ma la più importante è sicuramente il cratere di Ngorongoro. Pochi luoghi al mondo attirano così tanti viaggiatori come questo grande cratere. Uno dei luoghi naturali più ammirati, fotografati e filmati del mondo fa parte di un ecosistema multiplo derivante dall’attività tettonica e magmatica che ha interessato questi territori in ere passate. La zona è caratterizzata dalla presenza di caldere estinte ben conservate diventate successivamente i luoghi ideali per la vita prospera degli animali. Oltre al cratere di Ngorongoro la Conservationa Area è famosa per la presenza di altri due crateri più piccoli: l’Olmoti e l’Empakaai, entrambi visitabili e non distanti dal “rim” (corona) del cratere di Ngorongoro A completare l’incredibile ricchezza di questa regione della Tanzania del nord l’importante sito archeologico delle Grotte di Olduvai, conosciute da molti come “la culla dell’umanità”. Con una ricchezza di spunti e bellezze naturali/culturali di questa portata non deve stupire che questa zona sia una delle più visitate di tutto il continente. Basterebbe questa zona a completare un viaggio di una settimana ma il problema, di fatto, è il numero di turisti che ogni anno visitano il cratere principale e le zone limitrofe. NGORONGORO CONSERVATION AREA (NCA) Al di là del sovraffollamento possiamo dire, con grande tranquillità, che questa area di conservazione sia forse una delle zone più belle di tutto il Continente nero e, più in generale, una delle aree naturali più affascinanti del Mondo. Il tutto senza dimenticare che questa area di conservazione nasce dalla divisione del Cratere con il Serengeti, altro spettacolo naturale. La NCA è gestita dalla Ngorongoro Conservation Area Autority, l’organizzazione che si occupa di gestire l’area, gli accessi, la tutela della biodiversità e, più in generale, la convivenza fra i numerosi Masai, il loro bestiame e gli animali selvatici. Di fatto la NCAA è l’organizzazione che ha permesso di salvaguardare il cratere di Ngorongoro e le aree limitrofe dal sovrautilizzo come pascolo, preservando centinaia di specie di animali e permettendo ai numerosissimi visitatori di poter godere di questo spettacolo naturale. Gole di Olduvai Nel primo capitolo del famoso romanzo “2001: odissea nello spazio” l’autore, Arthur Clarke, parla di un gruppo di uomini scimmia del pleistocene. Le prime pagine parlano della fame di questi ominidi e delle difficoltà da essi affrontate sino a che, una notte, Guarda-la-luna, il capo del gruppo, non sentì un suono strano e poco familiare. Al mattino indagando scoprì un monolito freddo e alto 3 volte lui, il monolito iniziò a parlare alla famiglia di Guarda-la-luna e ad insegnare loro diverse cose: da come fare un nodo con un filo d’erba a come cacciare a come uccidere il leopardo. Questo scorcio di romanzo è ambientato nelle Gole di Olduvai e l’importanza del sito è ben testimoniata dal romanzo e dall’omonimo film. Altro romanzo di grande interesse si intitola “Il più grande uomo scimmia del pleistocene”, scritto dal giornalista inglese Roy Lewis, dove vengono raccontate le vicende di un altro gruppo di uomini scimmia sempre del pleistocene. NGORONGORO CONSERVATION AREA (NCA) Entrambi i libri hanno un’ambientazione che perfettamente si allinea con i territori delle gole di Olduvai dato che le stesse sono uno dei luoghi simbolo della paleontologia africana e mondiale. Il termine Olduvai è un errore fonetico, infatti i Masai chiamano questa zona Oldupai poichè nell’area cresce una pianta particolare la Sansevieria ehrenbergii usata sia come antisettico sia per realizzare corde e contenitori. Quando l’entomologo tedesco che scoprì le gole chiese il nome del luogo i Masai gli risposero, non capendo la domanda, con il nome della pianta, Oldupai appunto. Kattwinkel commise un ulteriore errore e, ancora oggi, questo luogo magico si chiama Oduvai. Scoperte per caso nel 1911 dall’entomologo tedesco Wilhelm Kattwinkel, mentre cercava di catturare una farfalla, è uno dei siti più importanti che hanno permesso di comprendere i passaggi evolutivi della specie umana. Le pareti erose dal fiume Olduvai, lunghe poco più di 40 km, mostrano una stratigrafia interessantissima che ha permesso la datazione dei ritrovamenti qui scoperti. Il primo a scavare con cognizione di causa fu Louis Leakey ma fu la moglie Mary ad effettuare le scoperte più significative. Nel 1959, quasi 30 anni dopo l’inizio degli scavi, Mary Leakey rinvenne i resti dell’Australopithecus boisei e nel 1972, 40 anni dopo l’inaugurazione degli scavi, vennero rinvenute le famose “orme di Laetoli”, impronte fossilizzate di 3 ominidi risalenti a 3,5 milioni di anni. La stratigrafia si compone di 7 strati sedimentari incastonati nelle pareti della gola, qui sono stati trovati manufatti e ossa che, attraverso la radio datazione al carbonio 14 (C14) hanno permesso ai ricercatori e paleontologi di ipotizzare teorie e congetture sull’evoluzione della nostra specie. La base dei sedimenti risulta avere una datazione di oltre 2 milioni di anni, qui nessun artefatto è stato rinvenuto. Lo strato successivo, chiamato Bed I, ha portato alla luce artefatti ed oggetti dell’industria litica risalenti a circa 2 milioni di anni fa, oltre a parti ossee di antenati dell’uomo datate 2,5 milioni appartenute ad ominidi delle specie A. boisei e Homo habilis. Lo strato successivo, denominato Bed II, ha portato alla luce utensili e monili più sofisticati, probabilmente realizzati da un gruppo di Homo ergaster risalenti ad oltre 1,5 milioni di anni. I due successivi strati, Bed III e Bed IV sono state custodi di ossa fossilizzate e utensili databili 600.000 anni circa. Le gole di Olduvai hanno visto diverse “specie” di ominidi occuparne i territori, forse per la presenza di acqua, vegetazione e quindi risorse alimentari: Homo habili: 2-1.9 milioni di anni; Paranthropus boisei: 1.8 milioni di anni; Homo erectus: 1.2 milioni di anni; Homo sapiens: 17.000 anni . NGORONGORO CONSERVATION AREA (NCA) ll Cratere di Ngorongoro La caldera non sommersa ed intatta più grande del Mondo, già questo basterebbe per confermare la fama dello Ngorongoro Crater. 19 km di diametro, 600 m di profondità e 260 km di pianura interna protetta da pareti circolari rendono questo cratere il luogo ideale per la proliferazione della biodiversità. Il cratere ebbe origine oltre 2 milioni di anni orsono dall’esplosione e successivo collasso di un antico vulcano di oltre 5.000 m di altezza. Oggi il cratere si presenta con un vero eden sulla Terra, un luogo incredibile caratterizzato da diversi ambienti. Possiamo sommariamente dividere il territorio del cratere in 4 zone: 1. Il “rim” ovvero la parte alta della corona della caldera dove sono presenti alcuni lodge e da dove ci si ferma sempre per ammirare l’incredibile spettacolo del cratere. 2. Le pareti e declivi ad est, questi territori ricevono fino a 1000 mm di pioggia ogni anno e sono le zone più densamente vegetate con foreste montane. 3. Le pareti e declivi ad ovest, più basse, che ricevono la metà delle precipitazioni e sono caratterizzate da vegetazione arbustizia. 4. La pianura centrale, caratterizzata da una vasta pianura erbosa e da due aree alberate con predominanza dell’acacia gialla (Yellow Bark / Fever Tree / Acacia xantophloea) . Al suo interno ci sono oltre 25.000 esemplari di specie diverse ed un numero imprecisato ma elevato di turisti e pulmini. La megafauna è impressionante e si possono ammirare quasi tutte le specie di mammiferi quadrupedi presenti in East Africa tranne: giraffe, oribi, impala e damalischi lunati (topi). Inoltre mancano i coccodrilli ed il numero di ippopotami non è elevatissimo. Come se non bastasse l’incredibile biodiversità del cratere, il territorio intorno ad esso è soggetto all’annuale grande migrazione: uno spettacolo nello spettacolo, con una quantità incredibile di ungulati che migrano alla ricerca di pascoli verdi. Numeri impressionanti di animali transumano dal Serengeti in branchi: oltre un milione e mezzo di gnu, 470.000 gazzelle e 260.000 zebre vanno a sommarsi ai 250.000 mammiferi presenti nel cratere, risultato: oltre 3 milioni di animali che convivono nella stessa area separati solo dai declivi del cratere, la zoomassa concentrata più numerosa del Mondo! Alcuni testi riportano un dato eclatante relativo alla concentrazione di predatori: la più alta di tutta l’Africa. Nella grande pianura al centro del cratere vi sono diversi ambienti e concentrazioni di animali e vegetazione. NGORONGORO CONSERVATION AREA (NCA) La foresta Lerai, nel sud ovest, ne è un esempio, caratterizzata dalla presenza di acacie gialle (yellow acacia / fever tree) è una zona dove si possono incontrare spesso grandi branchi di ungulati ma anche di leoni. Più ad est troviamo la Gorigor swamp, luogo ideale per il bird watching e per cercare gli ippopotami. Più a nord vi è la famosa Ngoitokitok springs dove si possono vedere con facilità gli ippopotami, i leoni, le iene e gli elefanti all’abbeverata. Questo è anche uno dei posti dove è possibile vedere i pochi esemplari di rinoceronte nero. Quasi al centro del cratere troviamo il lago salato Magadi, uno spettacolo per i “birders” per la presenza dei fenicotteri, gru coronate, cicogne, aironi e trampolieri oltre ad un numero elevato di altre specie ornitiche. A nord del lago Magadi si trova l’altra palude dello Ngorongoro dove cercare ippopotami ed uccelli insettivori, la Madusi swamp. Nel periodo secco (da giugno a novembre) gli animali si spostano fra le pozze e sorgenti mentre nella stagione delle piogge la presenza d’acqua è assicurata anche dai numerosi fiumi di superfice che scendono dal rim verso il centro del cratere. Nonostante i leoni siano facilmente avvistabili nello Ngorongoro e sembrino in ottima salute per la grande abbondanza di cibo, l’isolamento provocato dalla conformazione del cratere fa si che ci sia poco ricambio genetico e molti accoppiamenti fra appartenenti alle stesse famiglie. PARCO NAZIONALE DEL TARANGIRE AREA: 2.850 KM2 Il parco deve il suo nome all’omonimo fiume che lo attraversa. Si trova a 120 km da Arusha lungo la strada che porta alla capitale Dodoma. E’ il sesto parco del paese per estensione ed i suoi 2.850 km2 rendono facile le visite di tutti i territori soprattutto nella stagione secca. Il Tarangire è un piccolo e meraviglioso tesoro, appena entrati i visitatori si sentono come in paradiso grazie al piacevole movimento del territorio, alla presenza di animali e ai giganti buoni delle savane: elefanti e baobab. Il Tarangire vive due vite ogni anno: nella stagione delle piogge (novembre/dicembre e marzo/ maggio) tutto è verde e gli animali si muovono verso le aree esterne del parco rendendo più difficile l’osservazione della megafauna mammifera regalando però, agli amanti del birdwatching e non solo a loro, il più grande spettacolo ornitico di tutta la Tanzania: oltre 560 specie sono state catalogate qui nel Tarangire. Struzzi, pesanti ma volatrici otarde di kori, inseparabili mascherati, storni cenerini, gruccioni, rondoni, ghiandaie europee e marine e quasi 50 delle oltre 80 specie di rapaci presenti in Africa equatoriale. PARCO NAZIONALE DEL TARANGIRE La stagione secca rende questo parco la mecca della biodiversità. Grazie al fiume omonimo (in lingua ma ‘ntarangiri), il corso del Tarangire e le aree limitrofe diventano oggetto di una piccola migrazione e di una incredibile concentrazione di animali seconda solo al cratere di Ngorongoro. Sempre grazie al fiume, grandi branchi di elefanti (fino a 250 esemplari per un totale di oltre 3000 presenti nel parco) si muovono sulle pianure e nelle valli del parco, spesso costeggiando le aree dove i giganteschi baobab hanno messo profonde radici. Intorno ad essi e nelle aree attigue al fiume, decine di specie di animali si affollano per l’acqua: numerosi branchi di gnu, zebre, taurotraghi, antilopi d’acqua, kudu minori e maggiori, bufali, giraffe, gazzelle di Tompson ed orici si affrettano per il prezioso liquido. Il parco conta anche una certa quantità di gerenuk, l’antilope giraffa, difficile da vedere ma davvero interessante. Sempre nella stagione secca questo parco riceve la migrazione di molti erbivori che provengono dal vicino Manyara National Park. La presenza di predatori è molto varia, ci sono branchi di leoni che, soprattutto nel periodo delle piogge, salgono sugli alberi (come succede per il vicino Parco Manyara). Qui oltre a leoni e leopardi, i pitoni sono famosi perché salgono sugli alberi del parco per facilitare la lenta digestione. ZANZIBAR Spiagge bianche con sabbia che sembra borotalco, mare cristallino, fondali con coralli e pesci coloratissimi, foreste rigogliose, palme e animali esotici. L'arcipelago di Zanzibar è ancora oggi uno dei paradisi terrestri più incontaminati al mondo: la maggior parte del turismo è gestito da tour operator ma qui c'è anche la possibilità di girare per conto proprio le isole principali, affidandosi all'ospitalità degli abitanti del luogo. Zanzibar oggi fa parte della Repubblica Unita della Tanzania e comprende l'isola principale (spesso identificata erroneamente con il nome di Zanzibar) Unguja e da altre isole grandi e piccole che la circondano: in precedenza è stata un sultanato e poi protettorato britannico. Le origini del nome di Zanzibar sono oscure, c'è chi le fa risalire al persiano “terra dei neri” e chi le lega all'arabo “zenzero”. L'isola di Unguja ospita la capitale, Zanzibar City, famosa soprattutto per il quartiere antico di Stone Town e le spiagge delle coste, dove sorgono numerosi villaggi turistici. Qualche miglio più a sud dell'isola di Unguja c'è Mafia Island, ancora sconosciuta al turismo di massa: spiagge bianche, fondali ricchissimi, foreste, colline e paesini di pescatori. A nord di Unguja, invece, si trova Pemba, detta “l'isola sempreverde” per la sua vegetazione abbondante e per il fatto che è ancora uno dei posti al mondo meno contaminati dall'uomo. Qui, sono pochi i villaggi turistici e gli spostamenti da un paesino all'altro sono ancora difficili a causa di strade sterrate e tortuose. Il punto di forza dell'isola è il mare e il fondale marinoche circonda l'isola, ricco di vita, ma adatto a sub esperti a causa delle forti correnti. Le spiagge rimangono a tutt'oggi deserte e chi ha la fortuna di capitarci ha l'impressione di aver raggiunto il paradiso terrestre. QUOTE VIAGGIO Quote a partire da € 5.500,00 per persona