tre uomini e una stella: i re magi

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ARTE
Claudia Corti
P
arte
TRE UOMINI
E UNA STELLA:
I RE MAGI
Presenza immancabile nei nostri presepi sono i cosiddetti “re Magi”. Da sempre la storia e l’arte ci tramandano la
vicenda di tre sovrani che, seguendo
una stella cometa comparsa in cielo all’improvviso, si sarebbero recati a Betlemme ad adorare Gesù Bambino riconoscendolo come unico e vero re.
Dal punto di vista strettamente storico i Magi certamente non erano re!
Si trattava con buona probabilità di
sacerdoti di origine persiana, esperti
in astronomia e con un ruolo attivo
nella vita politica del tempo.
Con lo sviluppo della dottrina cristiana si perse totalmente la loro veridicità storica e parallelamente le tre figure iniziarono a rivestirsi di un manto
di regalità molto amato dagli artisti di
ogni epoca. Il loro affrontare un lungo viaggio, ben tredici giorni (non a
caso la festa ricorre il 6 gennaio), per
recarsi a rendere omaggio a Gesù fu
interpretato come l’inchino simbolico
da parte dell’aristocrazia pronta a
convertirsi alla nuova religione.
Per prima cosa fu modificata la loro
provenienza geografica: non più tre
persiani, ma un europeo, un asiatico
e un africano, ovvero una chiara rappresentanza dei tre continenti del
mondo all’epoca conosciuto che si
inchinavano contemporaneamente
di fronte al Re dei re, unico in grado
di unire tutti i paesi.
Poi fu la volta della loro età anagrafica:
da tre coetanei a un anziano, un uomo adulto e un giovane, simbolo di
tutte le età dell’uomo.
In ultimo, ma non certo per importanza, il tema dei doni che ogni re
avrebbe portato in omaggio al Bambino: l’oro, elemento regale per eccellenza, l’incenso, a ricordare la natura divina di Gesù, la mirra, tradizionalmente usata in ambito funerario, a evocarne la sostanza mortale.
Tra i soggetti più amati dalla pittura
di ogni tempo, l’Adorazione dei Magi si presta perfettamente ad essere
di volta in volta interpretata in base
all’interesse degli artisti. Il pittore
tardo gotico Gentile da Fabriano, ad
esempio, pone l’accento sulla moda
dell’epoca rivestendo i suoi personaggi, animali compresi, di preziosi
tessuti, sete e broccati.
Sandro Botticelli, invece, approfitta
dell’occasione per dare ai suoi protagonisti i volti degli esponenti della
nobile famiglia fiorentina dei Medici.
Infine, in un brano di eccezionale poesia, Albrecht Dürer (nell’immagine,
Adorazione dei Magi, olio su tavola, 1504, Firenze Galleria degli Uffizi) crea una suggestiva ambientazione in cui le rovine architettoniche di
sfondo richiamano la leggenda secondo cui a Roma, nel momento esatto della nascita di Gesù, sarebbe crollato un tempio pagano, profetica anticipazione del seguito della storia.
CURIOSITÀ
In alto a sinistra, Adorazione dei Magi, Albrecht Dürer. Pur senza una prova certa si dice da sempre che l’artista avrebbe ritratto se stesso nei panni
dell’uomo maturo dai tratti somatici europei.
DICEMBRE 2014
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