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10 FERRARA CAMPIONATO GIORNALISMO
EDITORIALE
Alla moda sì,
ma senza perdere
il proprio stile
SI DEFINISCE ‘moda’ un
comportamento variabile nel
tempo che riguarda il modo di
vivere, le usanze e
l’abbigliamento. La moda
rappresenta un fenomeno non
soltanto psicologico e culturale,
ma anche economico-sociale
poiché riguarda tutti. Il termine,
inteso come nel vestire e come
modo collettivo di vestirsi, è la
traduzione del francese mode.
Perché i ragazzi decidono di
seguire la moda? Perché è così
importante omologarsi nella
scelta di abiti ed accessori? Lo
fanno per essere accettati dai
loro coetanei, per sentirsi più
grandi, per farsi notare dai/lle
ragazzi/e e per sentirsi
importanti. L’anno scorso
abbiamo partecipato ad un
progetto organizzato dalla Coop
sul ‘consumo critico e
consapevole’. Un esperto ci ha
fatto togliere tutte le scarpe e le
abbiamo messe all’interno di un
sacchetto. Poi ne ha rivoltato su
un tavolo il contenuto e a turno
ci ha fatto trovare le scarpe dei
nostri compagni, riconoscendo il
giusto proprietario. Siamo
riusciti a riconoscerle quasi
tutte. All’inizio, pur
divertendoci, non capivamo il
motivo di questo gioco, ma poi,
riflettendo e confrontandoci,
abbiamo capito che tutti noi
guardiamo con grande
attenzione il modo di vestire
delle persone, le ‘riconosciamo’
in base ad un accessorio di
tendenza o ad un particolare
marchio ed esprimiamo dei
giudizi in base a ciò che
vediamo. Troppo spesso, quindi,
giudichiamo senza neanche
conoscere, basandoci solo
sull’apparenza e sui pregiudizi.
Non si deve giudicare ‘il
monaco dall’abito’, perché
ognuno deve seguire le sue idee
e trovare un proprio stile. Siamo
giunti alla conclusione che non
c’è nulla di male nel seguire
una moda, se ci piace ciò che
indossiamo e se stiamo a proprio
agio con noi stessi e con i nostri
coetanei, senza mai perdere di
vista i nostri gusti e la nostra
personalità. Perché se segui una
moda che non ti piace non
starai mai bene con te stesso e ti
capiterà di guardarti allo
specchio e pensare: ‘Questo non
sono io’.
GIOVEDÌ 30 GENNAIO 2014
L’IMPORTANZA DI APPARIRE…
La moda tra gli adolescenti
Siamo veramente liberi o ci lasciamo influenzare dagli altri?
ABBIAMO scelto di parlare di moda perchè si tratta di un argomento
che riguarda particolarmente noi
giovani; lo affrontiamo ogni giorno per andare a scuola, per uscire,
per incontrare e per confrontarci
con gli altri. Passiamo ore ed ore dinanzi allo specchio o davanti all’armadio per scegliere con cura quello
che dobbiamo indossare o come
dobbiamo pettinarci. Se questa descrizione, sino a qualche anno fa,
era riferita soprattutto alle ragazze,
oggi invece è caratteristica sia di
maschi che di femmine. La moda
influenza soprattutto gli adolescenti perché, essendo in fase di crescita, devono ancora consolidare certezze sul proprio ‘io’ e l’autostima.
Tra noi adolescenti la moda viene
seguita specialmente per sentirsi
parte di un gruppo, che si veste e si
comporta in modo uniforme, omologandosi a volte inconsapevolmente alla massa. Chi non la segue viene criticato, etichettato come una
TENDENZE La moda influenza soprattutto gli adolescenti
persona diversa che va contro corrente e a volte viene emarginata.
SONO sempre di più gli adolescenti che hanno paura di mostrarsi per
ciò che realmente sono, nascondendosi dietro una maschera. Ma seguire la moda è una vera forma di liber-
tà o una condizione? La moda dovrebbe essere una forma di esprimersi soggettiva, scegliendo di indossare ciò che realmente piace e
che ci fa sentire a nostro agio, ma
spesso si tende a scegliere in base ai
gusti degli altri e non ai propri per
evitare pregiudizi e critiche. Siamo
per questo facilmente influenzabili
dai modelli che ci vengono dalla
pubblicità, dai mass-media, dai nostri cantanti, attori o sportivi preferiti. Basterebbe guardare la pubblicità con occhio critico e non farsi
subito condizionare da ciò che si vede su uno schermo televisivo o su
un cartellone pubblicitario. Ognuno dovrebbe trovare un proprio stile, senza seguire la massa. Ma è
sempre stato così? Lo abbiamo
chiesto ai nostri genitori ed è emerso che, anche se gli indumenti indossati negli anni ‘70 e ’80 erano diversi e a scuola veniva utilizzato il
grembiule per comodità e per azzerare le differenze sociali, l’atteggiamento dei ragazzi nei confronti della moda era simile a quello di oggi.
Passano gli anni, cambiano i tempi
e le mode, ma ora come allora c’erano modelli da emulare che facevano tendenza.
La moda nella nostra classe: come ci vestiamo?
CI SIAMO chiesti cosa significa per noi, ragazzi
di tredici anni, seguire la moda. Per noi significa
vestirsi in modo simile agli altri, usando le stesse
marche e gli stessi modelli di accessori, vestiti e
scarpe, imitando anche acconciature e modi di essere. Abbiamo fatto un sondaggio nella nostra
classe per capire come ci vestiamo, quanto sia importante per noi seguire ma soprattutto ‘essere alla moda’. Abbiamo scoperto che...
TRA I RAGAZZI:
-5 su 9 indossano pantaloni a vita bassa che lasciano intravedere il loro intimo;
-4 su 9 fanno dei particolari risvolti nei pantaloni
all’inizio del polpaccio;
-5 su 9 indossano magliette o maglie con la scollatura a V;
-4 su 9 hanno la stessa pettinatura.
TRA LE RAGAZZE:
-15 su 18 indossano spesso i leggins a fantasia o in
tinta unita.
-9 su 18 si mettono il mascara per venire a scuola.
-La maggior parte usa maglie e magliette con
stampe di tendenza.
IN GENERALE:
-11 studenti su 27 hanno una collanina metallica
con la targhetta con il nome (modello militare).
-Quasi tutti gli studenti hanno stessa marca e modello di scarpe sportive. La maggior parte di noi
segue la moda: ci influenziamo a vicenda, copiandoci spesso reciprocamente nella scelta di capi di
abbigliamento e accessori.
PERCHÉ LO FACCIAMO?
Per essere accettati dagli altri e sentirci parte di
un gruppo, per non essere soggetti a critiche, a
volte trascurando i nostri gusti personali.
Soltanto quattro di noi dichiarano apertamente
di non seguire la moda, perché ritengono che sia
scomoda, eccessivamente cara, che porti alla spersonalizzazione e che ci renda tutti uguali.
La mitica terza C della Tasso
si presenta ai lettori
ECCOCI qui: siamo in 27, 18 ragazze e 9 ragazzi. Abbiamo iniziato tutti
insieme, tre anni fa, questa avventura della scuola media; abbiamo litigato
e fatto pace un’infinità di volte, ma ci vogliamo bene ed alla fine ci
riscopriamo sempre più uniti. Questi siamo noi…
Ilaria, la ballerina; Lorenzo, ‘lo studioso’; Andrea, il comico; Giorgia Ca., ‘la
diva’; Giorgia Co., la lunatica; Marta, la metallara; Chiara, la ferrarese
D.o.c.; Francesca, la rubacuori; Erika, la pallavolista; Matilde, la
shopping-dipendente; Giada, la ginnasta; Federico J., l’eterno interrogato;
Klaudia, la nail-artist; Alice M., il cuore d’oro; Federico N.,
l’anti-conformista; Elena Sofia, la dormigliona; Arianna, la multicolor;
Giovanni, il modello; Giulia P., la bella addormentata; Leonardo,
l’informatico; Giulia R., la ‘stylemode’; Alessandro, il baskettaro; Flavia, la
model student; Tommaso, il playboy; Lucrezia, la tap(pa)-model; Mattia,
dal bel ciuffo; Alice V., la pugile.
TRA I BANCHI I giovani cronisti della terza C della Tasso
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