Giovani: ci sono anche quelli che ci provano

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Giovani: ci sono anche quelli che ci provano
Si parla troppo dei giovani ressegnati e spettatori della crisi. Non è così. Sono numerosi
quelli che si impegnano, ci provano e ci riescono.
In un momento in cui il posto di lavoro e la possibilità di trovarlo e di mantenerlo è sicuramente la principale
preoccupazione degli italiani può sembrare un paradosso parlare di festa, famiglia e lavoro. Infatti per poter gioire
delle prime due è necessario possedere il terzo. E, in particolare per i giovani, la strada per trovare un impiego,
anche dopo studi e qualificazioni non è certamente facile da percorrere. Tuttavia nonostante le sempre più
numerose ricerca tendano a descrivere i giovani di oggi come in ritardo, nelle varie tappe della vita, rispetto ai
coetanei delle generazioni precedenti o addirittura rassegnati rispetto alle opportunità e al futuro, i sociologi Franco
Garelli e Roberta Ricucciall'interno del mensile Famiglia Oggi (La famiglia: il lavoro e la festa, n. 2/2012) offrono
anche un punto di vista positivo.
Essi spiegano, infatti, che: «Accanto ai giovani rassegnati o disorientati, ve ne sono altri. Quelli delle eccellenze,
che vincono le olimpiadi di matematica o si trovano a loro agio fra universi linguistici diversi; quelli dell’impegno
sociale, che rinfrescano e portano nuova linfa al lavoro delle istituzioni e del privato sociale a livello locale; o ancora,
le migliaia di giovani che ogni anno emigrano dal loro contesto in cerca di nuovi stimoli e prospettive, approdando dal
Sud in altre regioni italiane acreditate di maggior sviluppo, o che lasciano per qualche tempo l’Italia in vista di
esperienze di studio e di lavoro all’estero».
Si tratta della "generazione Erasmus" e in tal modo ci riferiamo non solo a tutti quei ragazzi che grazie all'università
possono approfondire i propri studi in un paese straniero, ma anche a tutti coloro che per necessità e a causa del
nostro sistema lavorativo poco accogliente devono emigrare e affermare le proprie capacità lontano dall'talia.
Ma oltre ai migranti e ai viaggiatori, Garelli e Ricucci, ricordano tutti quei ragazzi che restano e ci provano «Sono
giovani imprenditori, studenti brillanti, ragazzi e ragazze coinvolti nei diversi volti della società civile; soggetti
alla continua ricerca di opportunità formative e di lavoro sia vicine che lontane, esigenti con se stessi e con gli altri,
che scandagliano ciò che offre l’ambiente per cogliere le sfide più interessanti. Esempi di una generazione che
dimostra di voler stare sulla scena da protagonista e non da spettatore nei diversi ambienti della società, facendo
scelte di vita fondate su valori etici, morali o religiosi spesso non rispecchiate in una pubblicistica che guarda
incredula a chi di questi tempi scommette su una propria famiglia con figli, si dichiara religiosamente impegnato,
sceglie una vita rispettosa dell’ambiente, dei diritti, della legalità».
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