Ami i vampiri pre-Twilight? Ti presentiamo la Keres Edizioni

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Ami i vampiri pre-Twilight? Ti
presentiamo la Keres Edizioni
Il
mondo degli orrori ha perso un po’ di fascino? Sei stanco di leggere di vampiri e
zombie che si innamorano come degli adolescenti? La casa editrice Keres Edizioni
fa la differenza con un occhio ai Vampiri di una volta…
Una casa editrice in controtendenza…
1) Non sono appassionata di Horror, ma ritengo che i vampiri
debbano essere vampiri e gli zombie debbano essere zombie, e non
principi azzurri (mentalità all’antica). La prima domanda è: secondo voi
perché è cambiata l’idea di queste figure nel tempo?
La chiave del successo del vampiro sta proprio nella sua capacità di trasformarsi,
di adattarsi ai tempi e ai gusti del momento. D’altra parte è il mostro che più ci
rassomiglia, ragion per cui spaventa e affascina più di ogni altra creatura
dell’immaginario: è un vero e proprio «specchio oscuro», che riflette il nostro lato
più buio. In definitiva, l’idea di questa figura cambia, perché cambia l’idea
che l’uomo ha di sé. Tessitore di intrighi e vendette è ad esempio il vampiro
raccontato da Franco Mistrali nel 1869 (“Il Vampiro. Storia vera”), testimone
della fiducia nel progresso è il vampiro di Salgari del 1902, foriero di una critica
alla cieca scienza “materialista” è quello di Capuana del 1904 (entrambi nella
raccolta “Vampiriana”).
Sono comunque d’accordo sul fatto che il vampiro non possa essere un principe
azzurro. Tutt’al più potrebbe essere un “principe nero” (come il “Dracula” di
Coppola o l’Angel di “Buffy l’ammazzavampiri”).
Il punto è che bisogna dare alle cose il loro nome. Il Gabrielli definisce il
vampiro come uno «spettro di persona morta [1], che esce di notte [2] dalla tomba
[3] per succhiare il sangue dei viventi [4]». Si possono cambiare una o due di
queste caratteristiche. Forse tre. Ma se non c’è nessuno di questi attributi, siamo
davanti a una figura che ha in comune con il vampiro solo il nome. Il resto è
marketing.
Diverso il discorso per gli zombie, che non mi sembrano tanto diversi dai tempi di
Romero. Piuttosto è cambiato il punto di vista del racconto della zombie story,
che, dal fenomeno “The Walking Dead”, è più incentrata sulle incombenze
quotidiane del day after e sui rapporti tra gli umani superstiti.
2) Il Conte è ancora
apprezzato nel panorama
letterario moderno, oppure
resta una figura sottotono
rispetto al passato secondo la
vostra esperienza?
Dracula è un personaggio intramontabile, che continua immancabilmente a
rinascere nell’immaginario collettivo. Solo negli ultimi mesi è uscito il “Dracula
3D” di Dario Argento, la Triennale di Milano ha organizzato la mostra “Dracula e
il mito dei vampiri”, a Torino la Libera Università dell’Immaginario ha presentato
“TuttoDracula”, una serie di seminari dedicati al romanzo di Bram Stoker. Lo
stesso autore, di cui lo scorso anno si è celebrato il centenario della morte,
recentemente sta godendo di una certa riscoperta anche in Italia, dove sono state
per la prima volta tradotte alcune sue opere.
Negli ultimi anni, inoltre, sono uscite in America e in Regno Unito delle opere
importanti su Stoker e il suo capolavoro, grazie all’instancabile studiosa Elizabeth
Miller, curatrice delle “Notes for Dracula” e del “Lost journal of Bram Stoker”.
Per essere un cadavere ambulante il Conte mi sembra quanto mai vitale!
3) Impossibile non chiedervelo come casa editrice: siete
disposti a valutare inediti? Se sì, prevedete un contributo
da parte dell’autore?
Non ci occupiamo di editoria a pagamento. E, per il momento, non
valutiamo inediti, avendo scelto in questa fase iniziale di proporci come casa
editrice specializzata: il nostro ramo è il Fantastico classico, quindi pubblichiamo
principalmente opere di autori di Otto e Novecento. Siamo comunque aperti a
quegli studiosi che vogliano sottoporci saggi e opere coerenti con la
nostra linea editoriale.
4) Cosa ne pensate del fenomeno e-book? Quali possibilità offre in
più rispetto al passato secondo voi?
Quello degli e-book è un fenomeno promettente, ma ancora in via di definizione,
soprattutto per quanto riguarda le abitudini dei lettori. Come in ogni novità, ci
sono pro e contro. In formato elettronico è possibile reperire libri ormai
introvabili, risulta più comodo leggere in viaggio o consultare un dizionario; e
nell’e-book c’è la logica evoluzione dell’editoria scolastica. Ma le sensazioni che
dà la carta stampata sono qualcosa che un dispositivo elettronico non
potrà mai eguagliare, perché un libro è anche oggetto e feticcio: l’odore
dell’inchiostro, il fruscio delle pagine, il “contatto fisico” con le parole restano
appannaggio del libro tradizionale. Inoltre un e-reader o un tablet interpongono
un “filtro”, un disturbo, tra testo e occhio. E poi c’è il problema pirateria…
5) Come riceve i testi il lettore?
È possibile acquistarli online, sul nostro sito, o presso le nostre librerie di fiducia,
oppure si possono ordinare presso una qualsiasi libreria del circuito indipendente.
6) Dove è possibile contattarvi?
Direttamente sul sito web o tramite uno dei nostri account su social network:
Facebook, Twitter, YouTube e Anobii
.
Antonio Daniele, direttore editoriale Keres
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