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SINTESI DELL’INTERVENTO
DEL PROF. STEFANO CASCINU
Il carcinoma gastrico rappresenta la quarta causa di morte per tumore nel nostro Paese,
una malattia per cui non esistono terapie risolutive se non l’intervento chirurgico, che
rimane ad oggi l’unico trattamento con finalità curative. Un ulteriore problema è che il
rischio di recidive è elevato e spesso la malattia va ad intaccare altri organi come fegato
o polmoni, oppure origina una carcinosi peritoneale. La radioterapia è scarsamente
utilizzata per questo tipo di cancro, mentre con la chemioterapia si sono raggiunti
migliori risultati, soprattutto con un approccio che preveda l’utilizzo combinato di più
chemioterapici. In fase avanzata di malattia, le linee guida che l’AIOM ha prodotto a
fine 2006 suggeriscono che la chemioterapia tradizionale (combinazione 5FU/cisplatino/antracicline somministrata per via endovenosa) può essere modificata per
favorire una minore invasività. Infatti l’oxaliplatino può sostituire il cisplatino e le
fluoropirimidine orali possono sostituire il 5-FU a vantaggio del paziente. Mentre sono
infatti sovrapponibili per attività e tollerabilità e meno rischiosi perchè non richiedono
l’utilizzo del catetere venoso centrale necessario per la somministrazione di 5-FU. Il
catetere comporta il rischio di infezioni e trombosi, che richiedono la conseguente
sospensione della terapia antitumorale. Per eseguire la somministrazione dei farmaci è
poi necessario un regime di ricovero in day-hospital, che può risultare gravoso per il
paziente e chi lo assiste. Anche l’alternativa, l’impiego di una pompa infusionale
portatile da utilizzare continuativamente, comporta comunque un impatto pesante sulla
qualità di vita del paziente.
A queste opzioni terapeutiche in Italia si è aggiunta la possibilità di intervenire con un
chemioterapico orale, la capecitabina, una molecola che consente di trasportare il 5-FU
direttamente all’interno delle cellule tumorali senza gli inconvenienti dell’infusione, che
ha ricevuto l’indicazione per il trattamento del carcinoma gastrico avanzato a luglio del
2007. Si tratta di un farmaco che ha dimostrato una maggiore capacità di ridurre la
massa tumorale ed è risultato più tollerabile per i pazienti, dimostrando in particolare
una minore tossicità ematologica. Un notevole vantaggio, anche dal punto di vista
psicologico, è che può essere assunta a domicilio. In questo modo si riducono le
possibilità di infezione e trombosi, i disagi per il malato e chi lo assiste e anche i costi
per il Servizio sanitario nazionale. Non bisogna infatti sottovalutare questo versante, a
patto che si assicuri al paziente l’assistenza ottimale. Il tema della razionalizzazione
delle risorse è quello su cui si gioca e sempre più si giocherà in futuro la possibilità di
continuare a garantire le cure migliori e più efficaci ai nostri malati. Una terapia che
permetta al servizio sanitario nazionale di abbattere, nell’ordine stimato di 60 milioni di
euro, i costi dovuti alla gestione di effetti indesiderati (trattamento di infezioni,
sospensione delle terapie, ecc.) e derivanti dai costi strutturali (operatori, ricovero in day
hospital, ecc.), mi pare meriti tutta la nostra attenzione, come professionisti e come
cittadini.
IL PROF. STEFANO CASCINU È SEGRETARIO NAZIONALE DELL’ AIOM E
DIRETTORE DELLA CLINICA DI ONCOLOGIA MEDICA DELL’ A.O.
“UMBERTO I” DI ANCONA
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