la terapia infiltrativa d`anca

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LA TERAPIA INFILTRATIVA D’ANCA
Di Vincenzo Palmieri e Maria Di Pietro
L’anca è l’articolazione che unisce la testa del femore con il bacino, scarica il peso
del tronco sugli arti inferiori ed è purtroppo la seconda delle articolazioni in ordine di
frequenza ad essere colpita da artrosi. L’artrosi è una malattia degenerativa,
irreversibile e progressiva che colpisce la cartilagine articolare. In caso di artrosi di
anca parliamo di coxartrosi.
I sintomi principali sono dati da limitazione funzionale, una rigidità articolare che
migliora con il movimento e dolore che si localizza nella regione inguinale . Spesso si
irradia alla regione glutea, trocanterica ed anteriore del ginocchio e regredisce con il
riposo. Colpisce un italiano su quattro prediligendo il sesso femminile, ed a seconda
dell’età di insorgenza e delle condizioni generali parliamo di artrosi Primaria , che
colpisce soprattutto persone oltre i 60 anni, ed artrosi secondaria colpendo una fascia
d’età che varia dai 40 ai 60 anni.
Nelle fase iniziali dell’artrosi terapia medica, ginnastica e calo del peso corporeo
sono molto utili ma con l’aggravarsi dei sintomi si giunge poi alla sostituzione
protesica.
Una buona soluzione intermedia è data invece dalle infiltrazioni
intrarticolari eco guidate. A seconda dell’effetto che si intende ottenere si procederà
alla scelta tra i diversi componenti a disposizione. Ad
esempio
una
miscela
di
corticosteroidi ed anestetici locali iniettati nella cavità articolare garantiscono un
immediato sollievo al paziente andando a ridurre l’eventuale versamento articolare e
controllando bene il sintomo a breve termine, andando così a garantire un buon
recupero funzionale. Mentre un discorso diverso viene fatto per quanto concerne
l’utilizzo dell’ acido ialuronico (HA) il cui impiego non si limita solo sulla
diminuzione
della
sintomatologia
dolorosa,
ma
anche
ad
effetto
viscosupplementazione, ossia lubrificazione dell’articolazione stessa..
di
In effetti
l’acido ialuronico è una molecola che viene sintetizzata dalle cellule sinoviali, che
oltre ad essere responsabile delle proprietà viscoelastiche del liquido articolare,
contribuisce ai meccanismi di lubrificazione nelle condizioni di carico e protegge
parzialmente il tessuto dalla penetrazione di cellule infiammatorie. Infatti molti studi
hanno documentato che nei pazienti artrosici il liquido sinoviale è poco viscoso a
causa della diminuzione di acido ialuronico (HA) e pertanto la sua infiltrazione in
articolazione consente di migliorare immediatamente le proprietà
del fluido
.
Pertanto i suoi maggiori benefici a fronte di pochi e rari effetti collaterali è
sicuramente uno dei fattori predisponenti per la scelta di questa tecnica. Ma essendo
l’anca un articolazione profonda, l’unica certezza per effettuare un ‘infiltrazione
articolare è dato dall’utilizzo di una guida ecografica., altrimenti diversamente solo il
5% verrebbe eseguita correttamente. La
procedura prevede che il paziente sia
disteso, sull’area interessata viene utilizzato un’anestetico locale in spray, insieme
con la guida ecografica viene associato anche un doppler che visualizza i vasi
sanguigni durante l’esecuzione dell’infiltrazione, in modo tale da poterli evitare.
(preparazione dell’area interessata con anestetico spary)
(introduzione dell’ago con guida ecografica)
Per l’infiltrazione servono all ‘incirca 5 minuti, dopo aver utilizzato la spray come
anestetico viene disinfettata la cute, si posiziona correttamente la sonda ecografica e
si introduce un ago spinale da 20 gauge accoppiato alla sonda ecografica avendo così
la certezza di effettuare correttamente l’infiltrazione e vedere così anche la corretta
distribuzione del farmaco.
( traiettoria dell’ago ).
La procedura non risulta particolarmente dolorosa e subito dopo averla effettuata si
potrebbe avvertire una sensazione di pesantezza che dipende dal tempo che impiega
l’acido ialuronico per di distribuirsi all’interno dell’articolazione , così come può
comparire un ematoma nell’area infiltrata che scompare nel giro di pochi giorni.
Per ottenere il massimo risultato dalla procedura infiltrativa non basta un’unica
infiltrazione, ma ne occorrono 2 che andranno poi ripetute nell’arco i sei mesi.
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