Quando l`allievo supera il Maestro

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ARTE
Mostra “Le Pérugin, maître de Raphaël”
Quando l’allievo
supera il Maestro
GIANNI CUDAZZO
© C.Lancien, C.Loisel / Musées de la Ville de Rouen
DI
“TRISTO È QUEL
DISCEPOLO CHE NON
AVANZA IL SUO MAESTRO”
(LEONARDO DA VINCI).
© Soprintendenza per i Beni Storici Artistici delle Marche
Come dice il proverbio: “Il buon
maestro fa buoni scolari” ma spesso
nella storia dell’arte riteniamo
soprattutto i nomi degli artisti più
grandi, dimenticandone talvolta i
loro mentori. Lo stesso detto
evocante il superamento del maestro
attribuito a Cimabue riguardo a
Giotto (suo allievo) e precursore
tardo gotico del Rinascimento è
citato anche nella Divina Commedia
da Dante: "Credette Cimabue / Tener
lo campo, e ora ha Giotto il grido, /
Sì che la fama di lui oscura" (canto
XI del Purgatorio, versi 94-96).
Così il Rinascimento italiano sembra
essere caratterizzato da geni divinamente talentuosi, dall’ispirazione
tutta personale, quasi autodidatta:
Beato Angelico, Botticelli, Leonardo, Tiziano, Michelangelo, Raffaello. Eppure dietro gli illustri virtuosi
si nascondono coloro che ne furono i
precettori o esercitarono su essi
un’influenza capitale, rispettivamente: Lorenzo Monaco, Filippo
Lippi, Andrea del Verrocchio, Gio-
Perugino, La Resurrezione (polittico di San Pietro)1496-1500
olio su legno, 32 x 59,5 cm Rouen, Musée des Beaux-Arts.
vanni Bellini, Domenico Ghirlandaio e Pietro Vannucci, detto il Perugino (influenzato a sua volta da Piero
della Francesca e allievo del Verrocchio, nella cui bottega incontra Leonardo e Botticelli).
Questo, il filo conduttore della
prima retrospettiva che il museo Jacquemart-André consacra al Perugino
(1450 ca.-1523), evidenziando la
probabile influenza del pittore
umbro su Raffaello (1483-1520).
D’altronde, su alcune opere, la critica
ha esitato lungamente prima di pronunciarsi sull’attribuzione a uno dei
due maestri e se la tesi secondo cui
Raffello si sarebbe formato nella bottega del Perugino suscita ancora
discussioni nella comunità scienti-
fica, risulta un’evidenza per Vittoria
Garibaldi, curatrice della mostra.
Considerato dai suoi contemporanei
uno dei più grandi artisti del Rinascimento, il Perugino è l’artefice della
nuova maniera in voga in Italia tra gli
ultimi decenni del XV e i primi del
XVI secolo; attivo sui più grandi cantieri artistici del paese, sino alla Cappella Sistina. La precisione del disegno, l’equilibrio dello spazio e delle
architetture, le trasparenze cristalline, l’armonia dei colori, la luce, il
modellato delle figure, la preziosa e
inventiva grazia delle composizioni,
gli valgono una rinomanza internazionale che si diffonde in Europa
anche mediante l’opera e il successo
del giovane Raffaello.
L’apogeo del Perugino declina lentamente dopo il 1500, periodo in cui le
sue delicate figure cessano d’interessare pubblico e committenti. L’artista si ritira nella sua Umbria natale
dove muore di peste nel 1523. Il suo
nome, presto dimenticato, resterà
nell’ombra di Raffaello che invece
riceve alla sua scomparsa (1520) gli
onori della “Città eterna”.
Nella sontuosa mostra parigina, 50
opere rivalutano e ritracciano la brilPerugino o Raffaello - Pala di Fano, 14881497, Museo e Pinacoteca civica di Fano
Focus in
N° 24 Septembre Octobre 2014
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ARTE
© Courtesy National Gallery of Art, Washington
Mostra “LES BORGIA ET LEUR TEMPS”
Tutti i vizi sono
irresistibili veleni
DI
La spregiudicata reputazione di questa famiglia italiana, tra le più
influenti del XV e XVI secolo, ha da
sempre affascinato letteratura, opera
lirica, pittura, teatro, cinema e televisione o ancora il mondo più ludico
dei giochi da tavolo (Borgia, le jeu
Malsain), dei vidogame (Assassin's
Creed), o dei fumetti (Alejandro
Jodorowsky e Milo Manara), sino al
fenomeno Manga del momento:
“Cesare” di Fuyumi Soryo. Il clan
Perugino, Madonna col bambino. ca
1500 Washington, National Gallery of
Art, Samuel H.Kress Collection
© Pinacoteca Tosio Martinengo – Brescia
lante carriera del Maestro tra Perugia, Roma, Firenze e Venezia, evocando l’influenza sui suoi contemporanei e in particolare proprio su
Raffaello, di cui 10 dipinti approfondiscono il percorso espositivo.
La relazione stilistica tra i due pittori
risulta evidente, in particolare in
lavori come “Lo sposalizio della Vergine” (22-23) o le pale d’altare di
Fano (7-8). Quella di allievo e maestro resta dibattuta; un ulteriore
motivo per visitare l’eccezionale
retrospettiva e farsene un’opinione.
Raffaello e Evangelista da Pian di
Meleto, Angelo (Pala del beato Nicola
da Tolentino)
Brescia, Pinacoteca Tosio Martinengo
“Le Pérugin, maître de Raphaël”
12 settembre – 19 gennaio
Musée Jacquemart-André
158 Boulevard Haussmann
75008 Paris
Info :
www.musee-jacquemart-andre.com
www.expo-leperugin.com
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Focus in
GIANNI CUDAZZO
N° 24 Septembre Octobre 2014
familiare continua ad appassionare i
fan della fiction televisiva nella
nuova terza stagione che romanza i
destini del machiavellico Papa Alessandro VI, eletto pontefice nel 1492
(Rodrigo Borgia, 1431-1503) e i suoi
tre figli: Cesare (detto il Valentino,
Duca di Valentinois e di Romagna,
1475-1507 e ispiratore del trattato
politico “Il Principe”, di Machiavelli); Giovanni, “Juan” della fiction
(3° Duca di Candia, 1478-1497) e la
leggendaria Lucrezia (Duchessa di
Modena e Ferrara, 1480-1519).
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